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Autore: monika_victoria_banyan    12/01/2015    6 recensioni
Questa fiction parla di eventi realmente successi nella serie Inazuma Eleven... ma sotto il punto di vista di una nuova fantastica protagonista che sconvolgerà la vita dei nostri calciatori, e in particolare quella di Jude Sharp e Scott Banyan. Una ragazza bella ma con un passato tragico, che ha un formidabile talento calcistico ma ha anche una voce stupenda: e che a un certo punto si troverà a dover scegliere fra gli amici e la famiglia... se così si può essere chiamata.
Genere: Generale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jude/Yuuto, Nuovo personaggio, Scott/Yuuya, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sto galleggiando nel bel mezzo del nulla… tutto è di un bianco accecante… Dove mi trovo??? Come sono arrivata qui???

“Ciao Monika” mormora qualcuno alle mie spalle.

Questa voce… io… io so di chi è… ma… questo significa che sono morta??

“Bryan… sei tu?? Dove ci troviamo?? Perché sono qui??”

“Si sono io… vieni, andiamo da mamma e papà”

Sento che qualcuno mi afferra la mano, mi giro ma non vedo nessuno accanto a me.

“Bryan dove sei??” chiedo preoccupata.

“Sono qui, accanto a te”

“Ma io non ti vedo…”

“Non puoi vedermi…”

“Perché??”

“Non ha importanza… Fra poco te ne andrai da qui, e ricorda: devi ritrovare nostro fratello”

“S-scott?? Ma come farò a trovarlo?? Lo sto cercando da anni ormai… ma non l’ho mai trovato…”

“Monika… devo andare ora…”

“No ti prego aspetta!! Dove siamo?? Dove sono mamma e papà?? Come farò a ritrovare Scott?? Ho bisogno del tuo aiuto!! Io ho BISOGNO di te, Bryan!!!!”

“A presto, sorellona”

Tutto inizia a vorticare, la luce scompare e io  precipito verso l’oscurità, in basso, sempre più in basso…

 

 


Quando apro gli occhi mi ritrovo in una stanza sconosciuta, con le pareti bianche e una grande finestra dalla quale entrano i raggi del sole. Sono sdraiata su un letto, e accanto a me c’è un tavolino e una sedia sulla quale è seduta una ragazza con i capelli blu e gli occhi grigio-azzurri: l’ho già vista da qualche parte ma non riesco a ricordare il suo nome… ah, ecco!! Credo si chiami Celia… ma per quale motivo sono qui?? Dove sono??

“Celia?” sussurro.

“Monika!! Meno male che ti sei svegliata… eravamo tutti preoccupatissimi” esclama lei.

“Perché?? Cos’è successo??” chiedo, confusa.

“Come, non ricordi niente?!” dice sorpresa.

No, non ricordo niente. O meglio, qualcosa mi ricordo: il viso di Jude chino sopra il mio, il suo sguardo preoccupato, le sue labbra che si muovevano per dire parole che non sentivo…

“No… cosa dovrei ricordarmi??”

“Beh, durante l’allenamento sei svenuta all’improvviso; e dato che non ti riprendevi abbiamo chiamato l’ambulanza. Eravamo spaventatissimi, respiravi a fatica e scottavi. Fortunatamente l’ambulanza è arrivata subito e una volta in ospedale ci hanno detto che avevi la febbre molto alta e ti eri affaticata troppo, ma che non era niente di grave. Sei stata semicosciente per tre giorni, perlopiù dormivi ma ogni tanto ti svegliavi e ci guardavi come se non ci riconoscessi; inoltre parlavi in un’altra lingua e continuavi a nominare un certo Bryan”.

*“Mi hermano…” mormoro sovrappensiero.

“Cosa hai detto??” mi chiede Celia guardandomi con aria interrogativa.

Solo in quel momento mi rendo conto che ho parlato in spagnolo.

“Ops… ecco, devi sapere che io non sono giapponese, anche se sono nata qui… i miei genitori erano di origini spagnole, e mi hanno sempre insegnato a parlare quella lingua”

“Davvero?? Che bello!! Ho sempre sognato di poter parlare altre lingue, soprattutto lo spagnolo!!”

“Se ci tieni posso insegnartelo… è molto facile da parlare, ma da scrivere un po’ meno, perché in Europa utilizzano un alfabeto diverso dal nostro. Infatti io lo so parlare quasi meglio del giapponese, ma ascrivere faccio fatica”

“Non importa, mi accontenterò di saperlo parlare”

Celia è raggiante. Sono contenta di poterla aiutare, e inoltre lei è la persona con cui mi trovo meglio da quando sono qui alla Raimon; abbiamo molto in comune. Lei non lo sa, ma siamo entrambe orfane, anche se io oltre ai genitori ho perso anche un fratello…

“Sai, mi piacerebbe molto conoscere i tuoi genitori”

Questa frase mi coglie alla sprovvista. Non potrò mai presentarle i miei genitori, neanche volendo.

“Certo… solo che ora sono… partiti per un lungo viaggio di lavoro, e non ho idea di quando torneranno”

“Oh!! E con chi vivi ora??”

“Con Mr. Hillman… sai, lui e i miei genitori sono molto amici”

Si vede proprio che è una giornalista… non le sfugge nessun dettaglio!!
Celia sembra intenzionata a continuare a parlare, ma in questo istante la porta si spalanca, e una dozzina di teste fa capolino dall’uscio.

“Bentornata fra noi!!” mi dice Mark tutto allegro, sfoderando un sorriso che mi è impossibile non ricambiare.

“Come ti senti??” domanda Nathan preoccupato.

“Meglio, grazie” gli rispondo.

“Ci  hai fatto spaventare a morte!! Come ti è venuto in mente di svenire in mezzo al campo?!” dice Kevin guardandomi con aria truce.

“Come se fossi stata io a decidere di svenire, così, di punto in bianco!!” ribatto.

“In un certo senso si… a cosa pensavi quando hai deciso di allenarti con 39° di febbre??”

“Non stavo talmente male da non potermi allenare…”

Subito dopo capisco che non era esattamente la cosa giusta da dire, perché ricevo occhiatacce da tutta la squadra. Ma loro che ne sanno?! L’importante è vincere, a qualsiasi costo.

“Io invece credo di si”

Anche senza voltarmi nella sua direzione, so esattamente chi ha parlato. Il rasta si avvicina al bordo del letto e sorride, fissandomi da dietro gli occhialini.

“Credo che 39° di febbre siano abbastanza da poterti dispensare dall’allenamento”

Non riesco a trovare niente da ribattere, ed è la prima volta che mi succede… c’è qualcosa di strano in quel ragazzo, qualcosa che mi provoca emozioni che non ho mai provato prima; e tutto ciò mi spaventa.

“Io… non so… p-può darsi…”

Perfetto, ora mi metto pure a balbettare come una bambinetta!!

“Secondo me non sono abbastanza” dico, con voce più ferma.

In quel momento sento una voce profonda e molto arrabbiata provenire dal corridoio. Il proprietario di quest’ultima fa il suo ingresso nella stanza sovraffollata, e capisco immediatamente che il mio prossimo quarto d’ora non sarà esattamente piacevole…

“Monikaaa!!!” sbraita l’uomo.

“Anche io sono felice di rivederla, Mr. Hillman…” sospiro rassegnata.

“Beh, io invece no!! Per niente!! Si può sapere cos…”

“Uffa!! Sono svenuta, sono stata semicosciente per tre giorni, mi sono appena svegliata e tutti mi urlano dietro!!! Non possiamo rimandare le ramanzine a un altro momento?!” sbotto, e mi copro la testa con il cuscino. Che pizza!!

Da lì sotto riesco a percepire le voci attutite dei miei  compagni e di Mr. Hillman, che gli ordina di uscire. Di sicuro vorrà urlarmi dietro in santa pace. Invece, stranamente lo sento uscire insieme agli
altri (riconoscerei ovunque il suo “leggerissimo” passo da elefante…).




Lentamente, dato che i movimenti bruschi mi fanno venire le vertigini, riemergo dalla massa di coperte e cuscini dentro i quali mi ero rifugiata. Finalmente posso riposare in pace…

“Possiamo parlare?”

No, evidentemente non posso ancora riposare. Seduto a braccia incrociate sulla sedia accanto al mio letto, con la sua solita espressione imperturbabile, Jude sembra il ritratto dei ragazzi popolari di oggi.

Ci fissiamo per qualche attimo, poi non resisto più e abbasso gli occhi… sentire il suo sguardo pungente sul mio viso è imbarazzante, perché so benissimo cosa pretende. Spiegazioni plausibili per il mio gesto.
Ma non c’è nulla da spiegare: l’ho fatto perché so che è giusto così, perché mi hanno insegnato che non importa il prezzo da pagare per ottenere la vittoria, e saltando gli allenamenti per via di una banalissima influenza non avrei certo raggiunto i miei scopi!!

“Di cosa vorresti parlarmi??” dico esibendo la faccia più innocente che riesco a trovare, unita a un sorriso angelico che stenderebbe chiunque. Ma naturalmente non lui.

Si gira verso di me e fa scivolare le mie mani fra le sue. Quel tocco dolce, caldo e forte è sufficiente a privarmi completamente dell’uso della parola; l’unica cosa che riesco a fare è fissare le lenti degli suoi occhialini, pensando a quanto sia ingiusto che lui possa guardarmi negli occhi ma io non possa fare altrettanto.
Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima. Che cosa nasconderanno mai i suoi, di occhi??

“Non devi per forza sottostare alle sue regole, Monika. Anche se lui l’ha detto, non deve per forza essere giusto; fidati, l’ho imparato a mie spese. La tua sicurezza viene prima di qualunque altra cosa!! Senti, so che prima di ritrovarci nella stessa squadra ci odiavamo, e tu sai perché; ma ora… vorrei… che fossimo amici. Nel poco tempo che ho avuto a disposizione per conoscerti ho capito che mi sbagliavo su di te, non sei la persona che credevo: e, non per vantarmi, ma io certe cose le capisco subito... e ho capito che sei diversa da lui. Proprio come lo sono io. Perciò ti chiedo di farmi una promessa: dimmi che non lo farai mai più. Promettimi che penserai innanzitutto a stare bene. Promettimelo

La distanza fra di noi si è ridotta moltissimo. Riesco ormai a intravedere il contorno dei suoi occhi  attraverso le lenti e a sentire il suo alito fresco sul viso.

“I-io… te… te lo prometto” sussurro.

Un sorriso malizioso spunta sul suo volto, e mi devo ordinare mentalmente di non fissarlo come un’idiota, perché se gli dessi anche solo un’occhiata non riuscirei a resistere al fortissimo impulso che ho di baciarlo.

“Grazie. Questa promessa… è importante per me” dice, dopodiché scatta in avanti e mi da un rapido bacio sulla guancia, per poi alzarsi e uscire.




Rimango lì imbambolata a fissare la porta per un periodo di tempo che mi pare infinito. Finalmente mi riscuoto dallo stato di coma nel quale ero caduta, e mi accorgo che fuori il sole sta tramontando; cavolo, sono passate un sacco di ore!! Ciò che è successo ha provocato talmente tante emozioni a me sconosciute che sono andata in tilt. Lentamente, mentre rifletto sui miei sentimenti, vengo colta da un tranquillo sonno ristoratore…




*mi hermano = mio fratello



ANGOLO AUTRICE:
Devo dire che per una volta sono riuscita a mantenere la parola data, e ciò mi rende piuttosto soddisfatta. Come avevo promesso ecco qua un nuovo capitolo!! (Tralasciamo il fatto che sia orrendo…). Sono le 23:08, solitamente a quest’ora sto già dormendo, ma la mia storia è più importante del riposo!!!! <3 Come mio solito ringrazio chi ha recensito i due precedenti capitoli: la carissima Giulia Black (che mi sostiene sempre e mi da consigli utili <3), Inazumiana01 (che ha fatto a prima recensione in assoluto a questa storia <3), luke_sharp (il mio fratellino sempre ansioso di saperne di più <3), C h a n g e (Shi è molto dolce ^^ <3), e ivy_123 (grazie alla quale ho deciso di impegnarmi a finire il capitolo!!!). Siete fantastici!! <3
Vi invito a recensire in molti, mi fa piacere sapere cosa ne pensate, e soprattutto se avete critiche da farmi ^^; sappiate che rispondo sempre e che non mi arrabbierei mai se ricevessi una recensione negativa, anzi, lo prenderei come spunto per migliorare!!
Baci e a presto,
Monny

   
 
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