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Autore: Ellies    12/01/2015    1 recensioni
“Guarda come siamo diventati. Incapaci anche di fare un castello di sabbia.”
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Te lo ricordi?”
La sua voce ti desta dai tuoi pensieri, facendoti aprire gli occhi che si richiudono immediatamente, a contatto con la luce troppo intensa del primo pomeriggio.
Gli altri sono andati al campo di pallavolo, o in riva al mare, così vi siete ritrovati inspiegabilmente soli, tu e lei, sotto l’ombrellone.

“Che cosa?” chiedi, senza guardarla, le palpebre ancora abbassate sulle iridi troppo chiare per riuscire a sopportare il sole così intenso.

“Quando anche noi eravamo così.” risponde, mentre ammucchia della sabbia bagnata – probabilmente dalla bottiglietta mezza vuota sepolta nella sabbia, al sole – a formare una collinetta. Alza poi lo sguardo, per farti capire cosa intende, senza accorgersi che hai ancora gli occhi chiusi.

Poco avanti a voi ci sono due bambini, un maschio e una femmina, che stanno giocando nella sabbia e ridono, scherzano, sporcandosi il costume e i capelli ma senza curarsi troppo della cosa. La scena è in contrasto con la vostra, in silenzio e immobili, ognuno con troppe cose da nascondere e la spontaneità dell’infanzia ormai da lungo sparita in entrambi.
Ti alzi con il busto e cerchi di abituarti alla luce, e la scena ti fa sorridere solo per un momento, prima che tu ti costringa a distendere le labbra in una smorfia neutra. Ti guardi intorno; nessuno sta prestando attenzione a voi, così ti alzi e vai a sederti accanto a lei.
“Portavi sempre le trecce, e i tuoi capelli erano costantemente dritti come spaghetti.” sussurri, mentre osservi le sue ciocche naturalmente arricciate, libere e di un biondo reso più intenso dal sole. “Sorridevi, sorridevi in ogni momento, e non ti importava di nient’altro se non di divertirti.”

Le tue mani vanno a sfiorare le sue, aiutandola a costruire il castello di sabbia che stava modellando, e non la senti irrigidirsi o spostarsi; è come se tu non ci fossi.

“E guarda ora come siamo diventati.” mormora, alzandosi e afferrando la bottiglietta, dirigendosi verso il mare per riempirla d’acqua. La guardi, osservi le sue gambe lunghe che si fanno strada a fatica nella sabbia, verso la riva, e le sue gambe e parte della schiena sono tutto ciò che puoi ammirare , perché il resto del suo corpo è celato dai vestiti, facendola stonare in mezzo alla folla di corpi scoperti. Sai che non cambierà mai idea, e anche che la bambina di nove anni che correva sulla spiaggia non tornerà più, perché di anni ne sono passati dieci e lei è cambiata, forse non in meglio ma l’ha fatto, e come tutti gli adolescenti ha cominciato a percorrere il mondo nel suo verso opposto.

Quando torna, hai ormai trovato cinque o sei conchiglie sepolte sotto la sabbia, con le quali poter decorare il vostro castello, e per una decina di minuti vi muovete solamente in funzione di finire la vostra opera, sincronizzati e capaci di comprendere l’uno le idee dell’altra come se non fosse passato nemmeno un secondo da quando lo facevate davvero.

Tocchi per sbaglio la sua gamba, e ti sorprendi di trovarla incredibilmente calda. Avevi il pensiero che insieme alla sua felicità, si fosse affievolito anche il calore del suo corpo, ma invece è calda e bollente, e la cosa ti fa restare immobile per un secondo.

Alla fine, il silenzio viene spezzato dalle grida dei due bambini, ed entrambi alzate la testa contemporaneamente, giusto in tempo per vederli spingersi ed andare in direzioni opposte.
Il vostro castello sceglie quel momento per crollare da un lato, mentre voi non guardate, sbriciolandosi al suolo e confondendosi quasi completamente con il resto della sabbia, ma restando come un’ombra in rilievo sulla superficie, facendo notare in qualche modo la propria presenza.

“Guarda come siamo diventati.” ripete, ancora, guardandoti in volto e stirando le labbra in un sorriso triste. “Incapaci anche di fare un castello di sabbia.”
   
 
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