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Autore: Butterfly8    12/01/2015    5 recensioni
Questa storia è il seguito de "I quarant'anni di Betty". In questa storia avranno un ruolo più attivo tutti i protagonisti "secondari". Armando e Betty sono uniti più che mai e saranno i punti di riferimento per tutti gli altri. Buona lettura e aspetto i vostri commenti e recensioni.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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 Un mese dopo …

Sono alla finestra del mio ufficio in Ecomoda. Tutti, ma proprio tutti sono arrabbiati con me per il fatto che io abbia una storia con Camila. Sembra che questa volta io l’abbia fatta proprio grossa.
La cosa peggiore è stata la lite con Armando al ritorno dal suo viaggio da Seattle.
E’ entrato nel mio ufficio e senza tanti giri di parole, mi ha preso per la cravatta. Proprio come aveva fatto quando ho letto il diario di Betty. Pensavo che mi prendesse a pugni. Invece no, non l’ha fatto.
So che lui è dilaniato in questa situazione, molto peggio di me. In fondo, io, ancora una volta ho fatto quello che faccio sempre. Ho tradito tutti. Anche Sandra. Con lei, stavo cercando di costruire un rapporto più adulto serio, diverso, ma proprio non ce la faccio.
Mi sono ritrovato di davanti Camila, così sexy, così provocante. Eppure la conosco da una vita.
Un giorno, dopo un pranzo di lavoro, mentre eravamo un po’ brilli, abbiamo iniziato a baciarci e non ci siamo fermati. Ancora adesso non riesco a fare a meno di lei e non ne conosco il motivo. L’unica cosa che mi fa rimordere la coscienza è il COME suo figlio sia venuto a conoscenza della nostra relazione.
La sua reazione mi ha fatto tornare indietro nel tempo a quando io ho scoperto mio padre con la sua segretaria.
Non conviene mai entrare negli uffici dei propri genitori senza bussare prima! Non sai mai cosa può succedere! E’ una dura lezione da imparare. Tranne che nell’ufficio di Betty o di Armando. In quel caso non puoi che trovare loro due, che però sono sposati l’uno con l’altro, quindi lo shock sarebbe minore.
Non posso dire che mio padre fosse una cattiva persona, non mi ha mai fatto mancare niente. L’unica cosa che faceva di sbagliato era che passava da una donna all’altra con estrema facilità, così come faccio io. Ma non in maniera tragica, quasi divertita. Mi ha sempre detto che resistere ad una donna è la cosa più difficile che ci sia.

Quando ero molto giovane, credevo che la fedeltà fosse un obbligo, ma non solo la fedeltà coniugale, la fedeltà tra due persone, tra due amici, la lealtà insomma. Invece, col tempo ho imparato che non è così. Di mia madre posso dire che amava mio padre. Ma non si è di certo strappata i capelli per le continue scappatelle di lui. Le ha sempre considerate come un male necessario per il suo matrimonio.
Eppure da giovane, quando avevo l’età di Dodo, prima di scoprire che mio padre tradiva mia madre e che lo faceva da anni, ero convinto che marito e moglie dovevano essere fedeli l’uno all’altro.
Armando dice che sono un buon osservatore. E so che osservando me stesso, sono diventato così per evitare di restare strozzato nell’incredulità di quello che  vedevo. Mio padre che cambiava donna alla velocità con cui certa gente cambia il bicchiere e mia madre che mandava avanti un matrimonio di facciata, alzando le spalle per le scappatelle del marito. Beninteso non mi hanno fatto mai mancare niente.
E ora io sono un replicante di mio padre. Cambio donna alla sua stessa velocità.
Per un lungo periodo, l’unica persona a cui sono rimasto fedele è stato Armando. Il mio migliore amico. So che l’ho messo ‘di nuovo’ nei casini.
La prima volta, l’ho fatto scrivendo quella dannata lettera di istruzioni per Betty! Ovviamente solo una mente ormai distorta come la mia, poteva immaginare tradimenti ovunque. Anche dove non c’erano. Ma col senno di poi, anche se è vero, sono successi un sacco di casini a causa mia, se non l’vessi fatto, chissà ora dove sarebbe Armando. Con chi sarebbe sposato.
Certo, ho perso un compagno di divertimenti, e che compagno!! Ragazzi che serate che abbiamo passato insieme!
Quando lui si è fidanzato con Marcela ho tirato un sospiro di sollievo, perché sapevo che niente sarebbe cambiato. Ma quando è apparsa Betty, mio dio, anche se sono stato io a spingerlo a corteggiarla, non potevo mai immaginare che lui potesse innamorarsene. Tra l’altro era bruttissima. Inguardabile. Lontana anni luce da qualsiasi canone estetico decente. Eppure lui ha perso la testa. IO capisco perché l’ha fatto. Anche se non l’ho mai detto a nessuno, in lei rivedevo me stesso da giovane. Lei ha sempre avuto quel sano stupore che ti fa vedere la vita con fiducia. Quell’idea profonda che può sempre succederti qualcosa di bello nella vita. Io l’ho perso del tutto, lei no. Ero fin troppo consapevole che una qualità simile non può che intrigare un uomo con un briciolo di intelligenza.

Quanto sono stato stronzo!! Quanto!!! Ho cercato in tutti i modi di evitare che Armando si innamorasse di Betty. Sapevo che lei l’avrebbe allontanato da me. E così è stato per molto tempo. Certo è vero che all’epoca non volevo perdere il mio patrimonio, ma più di tutto non volevo perdere il mio amico. Continuo ancora adesso a prenderlo in giro per aver sposato Betty, facendo leva sul fatto che lei fosse brutta, eppure in realtà lo ammiro. È riuscito a diventare quello che io una volta sognavo di essere. Quando credevo nelle favole. E temo che sebbene lei mi odi profondamente, perché io mi sono davvero comportato male nei suoi confronti, io stimi Beatriz. Perché non ha mai fatto soffrire Armando. Anzi l’ha reso un uomo felice. Ecco io, in teoria, credo che tutte le donne dovrebbero essere come Beatriz, tutte le mogli almeno e tutte le madri. Dovrebbero difendere la propria famiglia. Il territorio insomma. Per questo, quando il mio amico ha avuto la crisi con Betty, per tre stupidi baci a Daniele Valencia, l’ho spinto a vedere le cose dalla giusta prospettiva.
Io ormai, non so vivere che così, ma non sopporterei che toccasse a lui la mia stessa sorte. Sebbene, per proteggere il mio orgoglio, molto spesso dica il contrario.
La nostra discussione al suo ritorno è stata memorabile. Dopo avermi preso per il bavero della giacca, mi ha lasciato andare. Forse perché io, tra l’altro, avevo un occhio nero e un labbro spaccato da Alberto.
“Dannazione Calderon!” mi ha detto lui. “Come diavolo hai fatto a metterti in questo casino?” mi ha chiesto.
Incredibilmente io ero quasi senza parole.
“Armando” ho provato a dirgli “ … è successo!”
“Cosa vuol dire è successo???!!”
“Armando … obiettivamente, dico tu l’hai vista Camila, che corpo, che spirito…!”
“E’ mia sorella!!!” mi ha interrotto lui.
Già, meglio evitare commenti del genere.
“Lo so … ma io mi sono sentito attratto da lei… all’inizio di tutto, eravamo ubriachi...”
“Che cosa significa all’inizio di tutto?” mi ha chiesto Armando. “Da quanto va avanti questa storia?”
“E’ iniziata venti giorni fa!” ho confessato.
“Che cosaaa??? Dannazione Calderon!!” mi ha detto Armando.
“Dannazione, dannazione. Eravamo ubriachi, dopo aver pranzato con dei clienti. Siamo tornati qui… l’ufficio era vuoto perché erano ancor tutti a pranzo… ed è successo” gli ho detto.
“Santo Cielo! Non posso crederci!! Non posso” mi ha detto. “E dopo, quante altre volte è successo?”
“Alcune volte” gli ho detto.
“Cosa significa alcune volte?” mi ha chiesto lui.
“Armando vuoi davvero sapere quante vote io abbia fatto sesso con tua sorella?”ho detto io.
“No, in effetti no. Non voglio saperlo!”mi ha riposto.
“Appunto!”ho ribadito io.
“Accidenti a te Calderon! Mi hai messo in un casino DI NUOVO! Mio nipote vive a casa mia, perché non vuole vivere con sua madre, considera suo padre uno sfigato ed io non so come fargli capire che non è così. Betty vuole ucciderti. Stava giusto adesso iniziando a perdonarti per la storia del diario. E in più c’è Sandra! Sai benissimo che è una sua carissima amica. Per non parlare di Camila. I miei genitori vogliono la tua testa. E Alberto? Lo vedo praticamente ogni giorno. In questo momento l’unico amico che hai è mio figlio Roberto! Perché ancora non capisce. Hai generato una situazione insostenibile. Devo chiedertelo. Devi interrompere la tua storia con Camila, altrimenti ti faccio nero anche l’altro occhio” mi ha detto.
“Sai che non dipende solo da me” gli ho risposto “E poi sinceramente non so se voglio!”
“Cosa significa questo?” mi ha chiesto il mio migliore amico.
“Significa che tua sorella mi piace e sto bene con lei!”gli ho detto.
“Calderon … mia sorella è sposata da quasi sedici anni, ha tre figli! E tu avevi una storia con Sandra prima di questa cosa!”
“Storia … non si può definire storia … ci vedevamo! E tua sorella mi ha detto che non ama più suo marito.”
“E’ evidente che non sa quello che dice. Sai bene anche tu che ha fatto fuoco e fiamme per poter sposare Alberto. È stata sette anni in esilio…”
“Armando” l’ho interrotto io “per quanto a te piace pensarlo, non tutti i matrimoni sono come il tuo e di Betty. Non sempre gli sposi sono eternamente fedeli l’uno all’altra e disposti a passare nelle fiamme dell’inferno per stare assieme” gli ho detto. “Alcune volte le storie semplicemente finiscono.”
“Io non credo che il matrimonio di mia sorella sia finito” mi ha detto.
“Ma lei pensa di si!” ho ribattuto io.
“Calderon davvero, ipotizziamo che davvero il matrimonio di mia sorella sia finito … pensi seriamente che lei dopo sedici anni di matrimonio e avendo tre figli, sia disposta a vivere una vita con te, ad avere una storia che non sia solo di divertimento? Davvero vuoi essere solo il suo giocattolino? E quanto tempo passerà prima che tu ti stanchi di lei e te ne trovi un’altra?” mi ha chiesto.
“Tua sorella mi piace davvero. Non è come le altre. È una donna!” ho detto io.
“Perché le altre cosa sono?”mi ha chiesto.
“Sai bene cosa voglio dire! È bella, spiritosa, ironica, vitale…”
“Sposata!” ha aggiunto lui.
“Armando, io capisco che tu sia in mezzo. In una situazione terribile. Ma al momento non penso di volere o potere farci niente.”

***

Naturalmente quando Dodo e Alberto ci hanno scoperto in ufficio, tutta l’azienda è venuta a sapere dell’accaduto. Cioè anche Sandra. Ed io non ho potuto negare che per un periodo di pochi giorni ho continuato a vedere sia Sandra che Camila.
Camila si è fatta una risata. Sandra è andata su tutte le furie.
Affrontare Sandra è stata una delle cose più difficili da fare nella mia vita. La nostra storia va avanti da un sacco di tempo. Dieci anni circa. Ci siamo presi, lasciati e ripresi innumerevoli volte. Innumerevoli volte l’ho tradita. Innumerevoli volte lei se l’è presa ma mi ha sempre perdonato. Solo che adesso è proprio diverso perché l’ho messa in ridicolo davanti a tutta l’azienda. Per lei, la nostra storia è proprio finita. Per me invece … non so ho l’amaro in bocca anche solo a pensare alla nostra discussione.
E’ entrata nel mio ufficio quando tutti erano usciti ed io avevo una busta di ghiaccio sull’occhio. Lei non era a Seattle. Era  a Bogotà. I suoi occhi erano gonfissimi. Si vedeva lontano un miglio che aveva pianto.
“Mario” mi ha detto “sarebbe stato bello credere che non sarebbe finita così … ma tu sei tu e da parte mia credere che tu possa essere un altro è stato un errore. Nessuno mi ha fatto soffrire come mi hai fatto soffrire tu. Lasciami dire che non hai dignità. Io sono la tua segretaria e continuerò a lavorare per te ma non voglio avere rapporti che siano diversi da quelli di lavoro!”
Mi ha consegnato le chiavi di casa mia ed è uscita dall’ufficio.

 

*** 

Sempre un mese dopo cioè due mesi dopo la conversazione con Sandra…
Dopo aver rimuginato sufficientemente nel mio ufficio, vado in quello di Nicolas Mora che è in fibrillazione all’idea del suo matrimonio con Luz Costa.
Insomma qui l’unico disgraziato sono io!
E ogni tanto devo pure lavorare. Nicolas mi informa che stamattina Sandra non è venuta al lavoro. È rimasta a casa. Chissà perché penso.
In questi ultimi due mesi, devo dire che ha avuto un comportamento ineccepibile. Si è sempre comportata in maniera corretta al punto di stupirmi. Mai una recriminazione, né contro di me, né contro Camila. Credo che Betty c’entri molto in questa scelta. Comunque, voglio sapere cosa le succede. Insomma anche se non stiamo più insieme, sempre che questa definizione si sia mai potuta applicare a noi due, sapere che sta male, mi da fastidio.
Noto che le altre segretarie non sono ai loro posti di lavoro. Quindi immagino che siano in bagno. Vado a spiarle di nascosto. In effetti sono impegnate in uno dei loro 911.
“Mariana … ma sei sicura di quello che dici?” le chiede Annamaria
“Si! Credimi. Me l’ha detto lei. Non è venuta perché sospetta di essere incinta e stamattina vuole andare dal medico.”
Che cosaaaaaaa?! Sandra è incinta? Non può essere sono stato attento.
“Quindi non sa di chi è?” chiede Inesita.
Come non sa di chi è? C’è qualcosa che non torna!
“Lo sappiamo no!” dice Berta “Il mese scorso ha incontrato quell’Adam con cui è uscita un paio di volte.  Forse è successo qualcosa con lui di cui non sappiamo niente.”
Chi è Adam? E perché Sandra esce con questo tizio?
“Dovremmo informare Betty? Non pensate?” dice Sofia.
“No, non possiamo farlo, non ancora. Prima dobbiamo essere certe che Sandra sia incinta e capire di chi è il bambino se c’è” dice Mariana.
“Dirlo a Betty, significa dirlo ad Armando che lo dice al disgraziato di Calderon!” dice Annamaria.
“Certo che se il bambino è di Calderon le cose si complicano!!” afferma Berta.
Devo uscire da qui, devo uscire da qui.
Non posso dire niente a nessuno. Non posso dirlo ad Armando. Coglierebbe la palla al balzo per dirlo a Camila. Non posso dirlo a nessuno. Camila non so come reagirebbe. Devo capire prima di tutto se è vero. Devo parlare con Sandra ma come hanno detto quelle della banda, nemmeno lei sa se è vero. Inoltre chi è questo Adam? Dove l’ha conosciuto e cosa vuole da lei??
Ho deciso questa sera vado da lei, inventerò una scusa con Camila e andrò a vedere se Sandra aspetta o no mio figlio.

 

***

 

Sono sotto casa di Sandra. Faccio per scendere dall’auto ma vedo che un uomo alto e distinto la sta aspettando con un enorme fascio di rose rosse.
Ora, certamente la cosa mi disturba. Sandra non è affatto quella che era prima. Ha tolto gli occhiali, si è tagliata i capelli a caschetto e con l’aiuto di Stefan Castro ha imparato a valorizzarsi di più. Insomma è uno schianto. Ha un corpo da mille e una notte. Motivo per il quale avevo iniziato a prenderla più sul serio.
La vedo uscire dal suo portone e salutare calorosamente quell’uomo.  
Sarà il famigerato Adam.
Li seguo con la macchina. Oddio mi sento Armando quando seguiva Betty dovunque lei andasse. Ma qui la posta in gioco è altissima. Arrivo nel locale dove ceneranno i due piccioncini. Prenoto un tavolo abbastanza distante per non farmi vedere ma io li vedo benissimo. Hanno confidenza. Insomma devo sapere se lei aspetta mio figlio. E se lei aspetta un bambino che non è mio figlio, ma figlio di quest’uomo qui? Tutto risolto no? E invece no, se il bambino che aspetta non è mio figlio, come ha potuto tradirmi così? In nemmeno due mesi? Ma appunto se questo tizio lo conosce da quanto un mese? A meno che non abbiano avuto rapporti subito, di quanto mai può essere incinta? Due settimane? E come se ne sarebbe potuta accorgere. No è lapalissiano. Se è incinta, è mio figlio. Bevo il mio whisky tutto d’un sorso e ne ordino un altro. Come vorrei che ci fosse Armando qui con me.
Al quinto whisky, ormai quasi sbronzo, prendo il coraggio a due mani e mi presento davanti il loro tavolo.
“Buonasera Sandra!” le dico.
“Mario, cosa ci fai qui?” mi chiede lei.
“Cosa fai, non mi presenti al tuo accompagnatore. Lo faccio da solo. Piacere Mario Calderon!”
“Piacere Adam Carter!” mi risponde lui.
“Americano?” chiedo io.
“Si” mi risponde lui.
“E cosa ci fa in Colombia?” continuo
“Mario, non credo che siano affari tuoi!” interviene Sandra
“L’importante è che altri affari non siano miei” le dico. La vedo sbiancare.
Sicuramente non immaginava che io potessi sapere.
“Avete bisogno di parlare?” chiede Adam.
“Si”dico io
“NO” dice lei contemporaneamente a me!
“NO. Adam, io e Mario non dobbiamo parlare di nulla. Anzi pregherei il dottor Calderon di andare via!” dice lei
“E invece, io voglio sapere se sto per diventare padre!” dico. Ormai sono quasi ubriaco. I miei freni inibitori sono più che andati.
“Sandra, sei incinta?” chiede stupefatto lui.
“Si” confessa lei.
 Vedo quest’uomo agitarsi. Vuoi vedere che può essere il padre anche lui?
“Non posso credere che mi stai facendo questo” mi dice. “Oltre a tutto quello che mi hai fatto!!”
“Insomma” dice Adam. “Parla Sandra!”
“Sono incinta di dieci settimane” ammette lei.
“Dieci settimane?” domanda Adam. “Ma noi nemmeno ci conoscevamo dieci settimane fa!” dice sconsolato. “E’ suo figlio?” le chiede.
“Purtroppo sì” ammette lei.
“Cosa significa purtroppo?” chiedo io.
“Avrei tanto voluto che fosse Adam il padre del bambino. E non tu. TU sei un disgraziato! Lui è una brava persona!” mi dice tutto d’un fiato con gli occhi pieni di lacrime.
“Sandra” le dice Adam “anche a me sarebbe tanto piaciuto essere il padre di tuo figlio, sei una così bella persona!!” Si rivolge a me. “Vi lascio soli. Immagino dobbiate parlare. Ma per favore si assicuri che arrivi sana e salva a casa.”
“Non c’è nemmeno bisogno di dirlo” gli rispondo. ‘Idiota’ penso tra me e me.
“Adam” lo richiama lei “grazie di tutto. Vorrei che continuassimo a frequentarci, come amici se non altro.”
“Ci sentiamo Sandra!” le dice lui.
Quando restiamo soli io e lei, mi siedo al suo tavolo. Non posso crederci. Sarò padre! La guardo. La vedo piangere e non capisco perché il suo pianto mi ferisca in un modo che non pensavo… 
“Sandra …” le chiedo “come è possibile che tu sia incinta di dieci settimane? Non te ne sei accorta?”
“Mario” mi dice lei “secondo te l’ho fatto apposta? Secondo te io muoio dalla voglia di avere tuo figlio mentre tu ti fai un’altra?? Ho avuto delle perdite che ho pensato fossero ciclo e poi niente. Perciò mi sono allarmata.”
“Cosa significa delle perdite?” domando agitato. Non sono più nemmeno ubriaco.
“Stai tranquillo, è tutto normale!” mi dice. “Il medico dice che può succedere, ma il bambino sta bene. Ho sentito il cuore oggi!”
“E sei incinta di mio figlio, ed esci con quello?” le chiedo. Non so perché ma mi sto agitando.
“Non sono cose che ti riguardino!” mi risponde.
“Mi riguardano eccome invece.” E dovrà capirlo pure lei.

   
 
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