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Autore: Elettra_    20/11/2008    3 recensioni
Rose, alta, grandi occhi da cerbiatto, decisa e sicura di sè.
Jess, lunghi capelli marroni, sensibile ed allegra.
Rose non ha mai pensato seriamente ad un ragazzo. Tutti quelli che conosce sono terribilmente noiosi e prevedibili.
Jess non pensa che a James, il suo ragazzo.
Ma se un irresistibile ragazzo piombasse nella vita di Rose, diventando un pensiero costante?
E se James, dolce e romantico, tutto ad un tratto sparisse dalla vita di Jess?
Ci vorrà assolutamente il sostegno dell'altra per andare avanti senza cadere a pezzi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il cellulare di Rose vibrò.
“Notizie disastrose...Ti prego, devo assolutamente parlare con qualcuno...Ti aspetto a casa mia...:'( Jess”
La ragazza sussultò. Che succedeva?
«Mamma! Vado da Jess» urlò, prendendo di corsa una giacca e precipitandosi fuori. Sentì il pianto assordante dei gemelli, ormai svegli.
Ups.

Jess guardò l'armadio di fronte a lei, lo sguardo perso nel vuoto. Non aveva pranzato, quel giorno. Aveva finto di stare male, e si era chiusa in camera sua. Le immagini del pomeriggio precedente arrivavano di tanto in tanto, così prepotenti da toglierle il respiro.

«Cerca di capire...E' meglio che lasciamo perdere. Non abbiamo un futuro. E'...è finita» aveva detto, prima di voltarsi ed andarsene.

La ragazza singhiozzò, soffocando la voce con il cuscino. Non era possibile che la sua vita così bella fosse precipitata in quel modo. Sentì qualcuno bussare alla porta e scattò a sedere, asciugandosi le lacrime
«Chi è?» domandò, con voce stridula.
«Sono Rose» rispose la voce al di là della porta. Pochi secondi era fra le braccia di Rose, piangendo come una matta.
Qualche ora dopo erano entrambe accucciate sul letto della ragazza, abbracciate. Rose le accarezzava lentamente i capelli, cercando di consolarla; sapeva però di non poter fare più di tanto, in fondo.
Le sussurrò parole di conforto, eppure non era sicura di cosa doveva dire per farla stare meglio. Ovvio, James era stato troppo brusco: avrebbe sicuramente potuto essere più delicato con lei. Poteva capire che magari nemmeno a lui l'idea gli andava a genio, eppure non le sembrava necessario fare stare ancora più male Jess. Ci vollero due tazze di tè ed un pacchetto di biscotti per risollevare leggermente l'umore della ragazza.
Rose cercò di distrarla il più possibile, blaterando come poche volte aveva fatto in vita sua. Jess la ascoltava e qualche volta interveniva, però aveva sempre lo sguardo perso. Ormai non sapeva più cosa dire.
Lo sguardo di Jess finalmente catturò il suo, e probabilmente l'amica si rese conto dei pensieri della bionda
«Non ti preoccupare...so che non deve essere facile cercare di tirarmi su» mormorò a bassa voce. Rose sospirò e la abbracciò forte, mentre il profumo dell'altra le riempiva le narici.

«Grazie per essere rimasta...» mormorò Jess, mentre si infilava sotto le coperte del letto.
«A cosa servono le amiche, altrimenti?» domandò Rose con un sorriso, imitandola. Negli occhi di Jess lesse un'ombra, mentre il suo sguardo andava alle fotografie sopra il suo letto.
«Buonanotte, Rò» disse la ragazza, appoggiando la testa sul cuscino. Gli occhi le bruciavano ancora, e quando li chiuse non impiegò molto ad addormentarsi. Rose rimanse in silenzio un po', ancora mezza seduta.
Le era impossibile pensare di dormire, aveva troppi pensieri per la mente...Alex, James, sua madre, Jess...
«Buonanotte» rispose, nel silenzio della stanza.

~

[Una settimana dopo]

Jess guardò il display con aria di supplica. Perchè non squillava, non segnava un messaggio da parte di James? Sospirò, chiudendo gli occhi.
Perchè?
Perchè era successo tutto quello?
Si passò una mano fra i capelli, sforzandosi di restare calma. Ci potevano essere delle soluzioni...sarebbe andata a trovarlo...Non importava dove sarebbe andato... Eppure lui ha deciso di rompere, non vuole queste soluzioni...
Le sfuggì un singhiozzo. Era tutto così assurdo... Non era possibile che non la avesse più richiamata, che non gli fosse mancata nemmeno un po'.
Eppure era così.
E lui sarebbe salito su quel treno entro mezzogiorno.
Improvvisamente le venne a mancare il respiro: non poteva permettere che se ne andasse senza nemmeno averlo salutato.
Saltò giù dal letto, con una energia improvvisa; infilò una maglia ed un paio di jeans, spazzolò rapidamente i capelli e si lanciò fuori dalla porta di casa: erano le undici e un quarto, e la stazione distava parecchio da casa sua. Cominciò a correre a perdifiato, urtando persone che le urlavano insulti. Correva ansimando, correva senza fermarsi, nonostante sentisse delle fitte terribili al polmone. Il vento le graffiava le guance, e gli occhi cominciavano a bruciare. Eppure sapeva che non si poteva fermare.
Ed ecco che in lontananza riusciva a vedere la stazione...Con un gemito strinse i denti, accelerando la corsa. Era in ritardo se lo sentiva...era già partito, aveva capito male l'ora della partenza... Andò a sbattere contro un ragazzo che trascinava una grossa valigia, barcollando indietro
«S...scusi» mormorò, e non attese una risposta. Entrò nell'ampia sala, il respiro veloce. Le faceva male respirare, ma quel dolore non era nulla in confronto al pensiero di non essere riuscita ad intercettarlo. Si guardò attorno, ma nessuno di quei volti era quello di James. Con passo veloce uscì fuori, osservando i binari...Doveva essere lì, non poteva essere già partito...
Si lasciò cadere su di una panchina, con un singhiozzo.
Le faceva male il petto, e la prima lacrima che le rigò la guancia sicuramente non migliorò la situazione.
Ormai non riusciva più a fermarsi, le lacrime scorrevano libere lungo il suo volto. Si sentiva incredibilmente stupida...Come aveva potuto lasciar passare tutto quel tempo senza cercare di dirgli qualcosa, senza chiedere una spiegazione?
Ed ora era troppo tardi.
Si sentiva tagliata a metà, come se qualcuno le stesse perforando lo stomaco...Era stata troppo debole, non aveva protestato contro quella realtà ingiusta...
«Jess... Jess? Jess!» c'era una voce, lontana, che la chiamava...Chi era? Cosa voleva? Come conosceva il suo nome? Sentiva girare tutto, mormorava il nome di James fra un singhiozzo ed un altro, non vedeva oltre il velo di lacrime...Altrimenti avrebbe potuto osservare l'enorme orologio che segnava le undici e mezza.

*Finalmente anche il quarto capitolo ^^
Ci ho impiegato un po' a postare, però fra un impegno e l'altro non trovavo mai il tempo...^^'''
Passando ai ringraziamenti...
Leslie
Ora capisci come mi sento quando puntualmente il mio personaggio preferito muore o esce di scena...T^T
Comunque no, non mi sono ispirata a nessuno in particolare...o forse l'ho fatto inconsciamente, non saprei...^^'
LallaMatta4e
Max? xD Vabbè, abbiamo già chiarito il punto...^^
Immagino, anche a me a volte viene questa ansia da pre-uscita...terribile!
KeR
Accidenti, nemmeno me ne sono accorta >.< Ho corretto, grazie mille per avermelo fatto notare ^^''
Bacio!
vampistrella
Sì, la storia fra Rose è Alex si fa sempre più interessante come evanescente...In fondo fra loro non è successo nulla di che, l'ha baciata a stampo unicamente per "salvarle la pelle"...Chissà come andrà a finire ;)

xoxo, Hysteria

  
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