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Autore: veronika95    13/01/2015    2 recensioni
MYSTRADE con accenni JOHNLOCK
Mycroft e Greg collaborano insieme da una vita. Ma cosa succederebbe se entrambi si accorgessero che sono più di meri colleghi l'uno per l'altro?
La storia di un lento innamoramento.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 - NOTHING ELSE MATTERS
So close no matter how far
Couldn't be much more from the heart
Forever trusting who we are
And nothing else matters
Never opened myself this way
Life is ours, we live it our way
All these words I don't just say
And nothing else matters
Trust I seek and I find in you
Every day for us something new
Open mind for a different view
And nothing else matters
Nothing Else Matters-Metallica





———————chiamata in uscita ANTHEA———————
“Anthea buongiorno, esco ora da NSY, manda la Limousine per favore”

“Certo Sir, arriva subito”

“Ottimo”

—————————chiamata terminata————————

L’aria fredda di Londra bruciava la faccia mentre aspettava la Limousine. Quell’aria pungente come aghi di pino era un sollievo; finalmente gli parve che il calore nelle gote andasse scemando. Oh buon dio Mycroft, arrossire come una ragazzina, non era possibile.
Londra in quei giorni era così bella, mancava poco a Dicembre, l’atmosfera era frizzante e un sole pallido sorgeva e tramontava a pochissime ore di distanza, lasciando la città illuminata dalla luce naturale per poco tempo. Dio, come era bella Londra, la sua Londra in cui si rispecchiava così tanto…gelida e affascinante. Di essere una persona affascinante Mycroft Holmes l’aveva sempre saputo, ma nessuno gliela aveva mai detto; Mycroft teneva tutti a distanza non permetteva a nessuno di avvicinarsi quel poco che bastava per rendersi conto di che persona interessante fosse. Era volutamente freddo, volutamente diplomatico e volutamente usava quel sorriso circostanziale che sapeva benissimo in molti avrebbero preso a pugni. Riusciva così bene a stare lontano da tutti; la certezza di non aver bisogno di nessuno è qualcosa di fantastico. Stava bene da solo, nessuno per cui preoccuparsi, nessuno da rimpiangere, nessuno per cui soffrire, nessuno da cui proteggersi e cosa più importante nessuno da cui essere ferito. Aveva una gran paura di soffrire, di stare male, forse perché era sempre stato troppo pigro anche per il dolore; così piuttosto che farsi estirpare il cuore da qualcuno aveva preferito congelarlo, come tutti i suoi sentimenti, in modo che mai nessuno avrebbe potuto distruggerlo; ovviamente il non stare male implica anche il non stare bene, questo perché nella vita non si può mai essere sempre tristi o sempre felici. Mycroft aveva deciso di negarsi entrambe le cose, ed era vissuto da sempre in questo limbo; Certo Sherlock era un’eccezione ma l’avere lo stesso sangue e le continue litigate erano una giustificazione sufficiente del suo continuo preoccuparsi per il fratello. Se da un lato era vero che Mycroft teneva tutti a distanza altrettanto vero era che nessuno aveva mai provato ad interessarsi a lui, nessuno aveva mai provato a scalfire quella corazza almeno per vedere se c’era del buono dentro; quindi  non era mai stato un peso tutta quella solitudine, era più una prigione senza sbarre, dove era libero di fare ciò che voleva. Poi però, molti anni prima -Oh cielo ormai più di una decina- aveva conosciuto Gregory Lestrade. Il poliziotto aveva ancora i capelli neri come una notte senza luna, era un bell’uomo dalla battuta pronta e con un coraggio fuori dal comune. Le cose con lui erano state diverse. Mycroft ovviamente l’aveva fatto prelevare non appena aveva saputo che il poliziotto aveva risolto un caso con l’aiuto del fratello.

“Buonasera ispettore, mi permetta di presentarmi sono Mycroft Holmes”

Gregory era così assorto a pensare che aveva dimenticato anche di stringergli la mano; nulla di meglio di avere a che fare con un londinese che non conosce le buone maniere, Mycroft non vedeva l’ora di sbarazzarsene.

“Holmes?…Holmes? Non sarà mica un parente di quel genio di Sherlock, cielo un Holmes credevo bastasse e avanzasse qui a Londra”

Aveva la minima idea di con chi aveva a che fare? come poteva essere così sfrontato.

“Già…ho sempre pensato anch’io ce ne fosse uno di troppo”

“Oh no, la mia era solo una battuta non mi permetterei mai di dire una cosa del genere; inoltre il fatto che suo fratello sia un po’ bizzarro non significa che lei lo sia. Mi scusi è un piacere per me conoscerla Mr. Holmes”


Gregory gli aveva finalmente teso la mano -calda e morbida- e Mycroft l’aveva rivalutato giusto un pochino, da cafone a persona qualunque.

“Un piacere certo. Comunque Sherlock è mio fratello, fortunatamente non sono come lui, ma tutti dicono che sono bizzarro, quindi la sua deduzione non è errata anche se non prettamente scientifica ”

“Spero che avrò il piacere io stesso di decidere se la mia teoria sia fondata o meno, mi piacciono le persone bizzarre, hanno qualcosa di diverso, di misterioso; a me piacciono i misteri!”

“Riguardo questo avrei una proposta da farle, denaro in cambio di informazioni”

“Scusi che genere di informazioni? dai salotti e uffici di questo club deduco che lei sia una persona ricca e forse anche piuttosto importante, io invece sono solo un poliziotto, che tipo di informazioni potrei darle che lei non abbia già”

“Vede detective è vero io guadagno abbastanza bene ma non sono per nulla potente, ho solo un piccolo impiego nel governo inglese; Vorrei informazioni su Sherlock Holmes, di qualsiasi genere”

“Mi scusi, ma si è scomodato così tanto solo per chiedermi questo? e poi denaro? vuole davvero pagarmi per avere delle informazioni su suo fratello? Senta io la capisco benissimo, non vorrei offenderla, ma guardandola credo abbia circa la mia età, invece Sherlock è più giovane; quindi lei è il fratello maggiore di Sherlock Holmes. I fratelli maggiori sono apprensivi per natura, in più per quel poco che ho visto Sherlock non è di sicuro una persona che si fa ben volere, dice tutto quello che pensa in faccia, questo non piace mai alla gente, immagino si cacci spesso nei guai e quindi lei sarà costantemente preoccupato per lui. Se una volta a settimana a tempo per una tazza di tè ci possiamo incontrare nel bar di fronte NSY così le racconterò tutto quello che combina; suppongo lei non chieda di persona forse per il troppo risentimento, troppo orgoglio”.


Mycroft era rimasto impressionato da Gregory, in pochi secondi l’opinione su di lui era stata rivalutata almeno una decina di volte. Non era per nulla stupido, ma soprattutto aveva capito al volo i suoi sentimenti, anzi l’unico sentimento che provava verso suo fratello.

“Notevole. Perché farebbe tutto questo gratis, perché è così gentile?”

“Non saprei, Sherlock è davvero un genio, mi fa piacere tenerlo occupato e ad essere sincero mi è anche molto utile; inoltre capisco cosa vuol dire preoccuparsi per qualcuno: non è un vantaggio, ma a volte è inevitabile; poi a pelle lei mi sta simpatico, mi fa piacere aiutarla”

“Devo correggere Sherlock, a NSY non sono tutti così stupidi”

“Oh certo no, non tutti ed ho ancora moltissime armi nel mio arsenale”

“Ah ma non mi dica! Sono curioso di scoprire le altre”

“Ogni cosa a suo tempo! ci vediamo la prossima settimana, Mycroft
….
….
…. Ah, avevi ragione prima, fortunatamente non sei come tuo fratello!”


Lestrade sorridendo era sgattaiolato fuori dall’ufficio del Diogene Club senza lasciare il tempo di ribattere, senza lasciare nemmeno il tempo di salutare. In meno di cinque minuti aveva detto che gli piacevano i tipi come Mycroft, lo aveva letto come un libro aperto, aveva detto che gli risultava simpatico e lo aveva salutato chiamandolo per nome. Nessuno si era mai permesso prima.
Gregory gli sembrava veloce, non un genio certo, ma mediamente intelligente, e poi era fortemente empatico. Quando Mycroft si accorse che stava avendo pensieri gentili nei confronti di un altro essere umano ricacciò indietro tutto e in lui si fece prepotentemente largo l’idea che infondo Gregory Lestrade era soltanto uno dei tantissimi pesciolini rossi in questo pianeta.

Questo era sempre stato Gregory per Mycroft, un pesce rosso. Ma Gregory -forse era il miglior pesce rosso del mondo- gli era sempre stato accanto, lo aveva aiutato ogni volta che Sherlock attraversava il tunnel della droga, l’aveva persino consolato quando era andato storto qualcosa con MI6, era sempre lì nei momenti più bui e in quelli più luminosi. Mycroft non si era mai aperto così tanto con nessuno, eppure Gregory non sapeva quasi nulla di personale su di lui, non conosceva i suoi dolci preferiti, i gruppi musicali che amava, cosa preferiva leggere, se praticava qualche sport, da che parte del letto dormiva. Nulla, Mycroft non aveva mai raccontato niente che lo rendesse vulnerabile.Era uno di quelli esemplari rari e delicati, che si concedono poco alla volta. Però si fidava di Gregory, di loro insieme, perché ogni giorno con Gregory era diverso, c’era qualcosa di nuovo ad ogni incontro e questo lo attirava irrefrenabilmente. Lestrade era una scoperta, parola dopo parola lo stupiva di continuo. Era interessante osservarlo più di ogni altra cosa. Ma ciò che più piaceva a Mycroft -non l’aveva mai ammesso a se stesso- era che anche Gregory si divertiva ad osservarlo, prova a dedurre qualcosa dal viso gelido e dall’aria imperturbabile e sorprendentemente ci riusciva in qualsiasi caso. A volte nemmeno Mycroft era sicuro di quello che provava ed invece Gregory lo sapeva con assoluta certezza. Lestrade era strabiliante come nessun altro pesce rosso era mai riuscito ad essere prima.

Nient’altro importava.

Mentre il vento gli sferzava gli zigomi e gli occhi vagavano in alto verso la finestra dell’ufficio di Lestrade, Mycroft si disse che sta volta ci avrebbe provato ad essere un po’ più umano con l’unica persona che lo trattava come se davvero lo fosse, con l’unica persona in grado di fargli cambiare idea su di lui 10 volte in 5 minuti, con l’unica persona che lo avesse fatto sorridere veramente, con l’unica persona che lo avesse fatto persino arrossire, con l’unica persona che gli aveva detto che era bello -e dentro quel bello Mycroft era riuscito a leggere le altre mille parole che a Gregory non erano uscite-.
Perché anche se non l’avrebbe mai ammesso ad alta voce c’era qualcosa di speciale in Gregory Lestrade…

…e nient’altro importava.
   
 
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