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Autore: Hikari_27    13/01/2015    1 recensioni
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Taemin
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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(Siete pregati di allacciare le cinture, stiamo per atterrare...) Appena sentii la voce dell'hostess alzai la testa e tolsi una cuffietta all'orecchio. Allacciai la cintura da bravo bambino e tirai su la tendina che impediva al sole di arrivarmi in faccia: ero elettrizzato all'idea di scendere da quella trappola di ferro, anche se avevo dormito pochissime ore non mi sentivo assonnato anzi! Sobbalzai quando le ruote dell'aereo toccarono l'asfalto e mi stiracchiai quando l'insegna rossa si spense. Quello non era stato per niente un volo tranquillo, le continue turbolenze e scossoni non mi avevano fatto rilassare un attimo, e ringraziai mentalmente il Signore per essere uscito da quella macchina infernale. Dopo più di due ore ero diretto al mio albergo e la stanchezza accumolata iniziava a farsi sentire, non mi reggevo in piedi e fu una faticaccia portare i bagagli fino alla camera. Diedi un calcetto alla porta e la spalancai per far passare tutto, dopo una rapida occhiata alla stanza mi fiondai a letto e sospirai contro il cuscino morbido prendendo, finalmente sonno. Mi svegliai infastidito dal raggio di sole che riusciva a passare, dio solo sa come, dalle tapparelle chiuse. Avevo sonno e non mi andava di lasciare quel letto caldo ma sapevo di non poter rimanere rintanato in quelle quattro mura per sempre. Sbuffai e mi tirai a sedere stropicciando gli occhi e guardandomi intorno, la sera prima ero talmente esausto da non accorgermi di quanto fosse bella quella camera, i muri color crema si intonavano perfettamente ai mobili e al copriletto. Rabbrividii a contatto con il pavimento freddo e ciondolando mi diressi al bagno lanciando uno sguardo all'enorme specchio attaccato al muro. Mi fermai a metà passo è tornai a riflettermi su quella superficie fredda, scoppiai a ridere davanti alla mia immagine e fui costretto ad appoggiare una mano al muro per non rotolare a terra come un babbeo. Anche se non avevo i segni delle occhiaie, i miei capelli rispecchiavano completamente i luoghi dove avevo riposato la sera prima: completamente dritti, sembravo un ananas. Mentre ritornavo sui miei passi per entrare in bagno una domanda si fece spazio tra i miei pensieri: ieri avevo questi capelli mentre scendevo dall'aereo? Scoppiai a ridere più forte di prima ricordando lo sguardo divertito del tizio alla hall. Avevo bisogno di un bello shampoo per togliere l'effetto cuscino spiaccicato, e non c'era niente di meglio di una bella doccia calda. Mentre lanciavo la maglietta da qualche parte mi guardai nuovamente allo specchio, nonostante i capelli da pazzo non ero male: capelli neri , occhi color nocciola, labbra carnose feci un ghigno tenendo lo sguardo fisso sul mio riflesso. Sin da piccolo venivo spesso scambiato per una ragazza e mi venne affibbiato il soprannome "minnie", anche i miei continuavano a chiamarmi in quel modo ignorando i miei sguardi poco rassicuranti. Loro scherzano dicendo che prima o poi li avrei uccisi, fossi in loro mi preoccuperei, e neanche poco. Il soprannome Minnie non mi rispecchiava per niente, avevo perso da tempo il corpo di un bambino e avevo messo su anche un po di muscoli, ma le guanciotte ancora stavano li, dandomi un aspetto dolce. Sfilai i pantaloni e i boxer ed entrai nel box, l'acqua tiepida mi sfiorava dolcemente il corpo mentre io mi rilassavo ed iniziavo ad insaponarmi. Dopo quasi un'ora uscii dal bagno per cercare qualcosa da mettermi, i capelli erano tornati alla loro piega naturale, la frangia nera copriva di poco gli occhi e ricadeva morbida sul lato del mio viso. Dopo l'ennesimo sguardo allo specchio, e una lunga serie di versacci. Decisi di uscire a fare due passi, sfidando il mio scarso orientamento. Mi divertii molto a girovagare senza meta per i vari negozietti, l'aria era totalmente diversa da quella di Seul e le strade erano addobbate tutte in attesa del tanto amato natale. Il tempo sembrava scorrere più veloce e non mi accorsi che era già calata la sera, dopo aver guardato un paio di manichini decisi di ritornare indietro, ma non sapevo che strada prendere. Panico, panico totale. Sapevo di avere un pessimo orientamento e che avevo fatto una cavolata ad allontanarmi da solo, ma non credevo di allontanarmi così tanto. Mi passai una mano tra i capelli tirandoli indietro e sbuffai, mi ero fregato con le mie stesse mani.
   
 
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