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Autore: Ely 91    13/01/2015    1 recensioni
[Newt/Thomas; Newtmas]
I. The Fight
II. The Snow
III. The Drunk
IV. The Hand
V. The Trip
“Come mi hai chiamato? Isaac?” domandò, come se non fosse stato certo di aver sentito bene.
“Isaac. Come Isaac Newton, no?” chiarì Thomas e a quel punto Newt arrossì vagamente, sorprendendo l’altro.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Minho, Newt, Thomas
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nda: i fatti di cronaca a cui si fa riferimento, ovviamente, sono frutto della fantasia dell’autrice e non si riferiscono in alcun modo a persone e/o avvenimenti reali.

… Vi consiglio di ascoltare la canzone Down di Jason Walker (https://www.youtube.com/watch?v=VvGYYg40Ijw ) quando iniziate a leggere la scena con le strofe <3

 

ABOUT US

 

IV. THE HAND

 

Avvertì lo zigomo contro le proprie nocche, la forza del colpo inflitto, l’angoscia capace di divorargli il cuore nel petto.
Thomas girò un poco il viso, sputando sangue, mentre Newt si portò l’altra mano sulle nocche, lo sguardo di chi aveva appena commesso il più grosso errore della sua vita.
Aveva fatto del male a Tommy. Aveva fatto qualcosa che avrebbe rimpianto per sempre.

 

Tutto era cominciato due giorni prima…

 

Newt stava scorrendo la sua home di Facebook, distrattamente.
Aveva acceso il pc per fare una ricerca di biologia e per caricare nel mentre la nuova puntata di Sherlock della BBC, ma poi era finito con l’accedere al suo account del social network, cosa che non gli capitava molto spesso di fare.
Ricopiò distrattamente un disegno del ciclo di Krebs sul suo quaderno degli appunti, quando un trillo annunciò che qualcuno lo avesse appena contattato in chat.
Ridusse ad icona la finestra di Wikipedia e andò sull’altra, leggendo immediatamente il nome di Gally.
“Ehi faccia da caspio, ogni tanto sei online. Wow”
Inarcò un sopracciglio e digitò frettolosamente una risposta.
“Sono online solo per gli amici”
“Ed io non sono tuo amico? :(“
“Seriamente? Hai appena usato un emoticon con me?”
“Andiamo, non fare il guastafeste”
“Va bene. Tornando al discorso di prima, sei mio amico solo quando non ti comporti da totale coglione”
“E quando mi sarei comportato da coglione, sentiamo”
“Quando hai preso in giro Tommy davanti a me”
“Cazzo, non mi sta molto simpatico, dov’è il problema?”
“Il problema sta nel fatto che Tommy è mio amico è un tipo okay”
“Insomma ti piace. Se ne renderebbe conto anche un totale estraneo solo a guardarvi”
“Si. E allora?”
“Non sono affari miei. Sarò anche uno stronzo, ma non sono uno stronzo omofobo”

Newt sospirò. Si era posto troppo sulla difensiva. Gally non meritava quel trattamento, nonostante tutto.
“Lo so, scusami”
“Nessun problema, faccia di caspio :*”
“Idiota -.- ”

Scosse la testa, sorridendo e chiuse la chat. Stava per fare altrettanto con la pagina del social network, quando un link di cronaca locale attirò la sua attenzione.
Lo aveva postato un ragazzo che abitava nel suo vecchio quartiere e che frequentava un altro liceo di Raleigh.
“Ragazzo gay picchiato e lasciato appeso in un campo di grano per tutta la notte.
La notte scorsa il giovane quindicenne…”

Lesse le parole con rabbia, infine chiuse la finestra, sospirando.
Non era la prima volta che veniva a conoscenza di episodi simili, ma ora era cambiato tutto.
Non gli importava della sua incolumità, sapeva come difendersi, sapeva che i bulletti della squadra di Lacrosse nutrivano un certo timore reverenziale nei confronti di lui e Minho, ma lo stesso non poteva dirsi per Tommy.
Si, aveva chiaramente detto loro che era off limits, ma avrebbero rispettato quel divieto imposto?
E se saputo di loro, di quella che ancora non era una relazione, ma qualcosa che vi si avvicinava terribilmente, lo avessero preso di mira?
E se avessero fatto del male a Tommy ?
Quel terribile pensiero lo accompagnò per il resto della giornata, e quando scese la notte, Newt passò le ore a fissare un punto indefinito del soffitto.


Solitamente, arrivato a scuola, la prima cosa che faceva era raggiungere l’armadietto di Thomas e appoggiarvisi con la schiena e le braccia incrociate, totalmente rilassato e sereno all’idea di cominciare la giornata vedendolo.
Tuttavia, quella mattina, Newt decise che avrebbe trascorso diversamente il suo tempo.
La stanchezza dopo la nottata insonne incombeva, ma più di tutto, i pensieri che lo avevano tormentato lo avevano portato ad un’unica soluzione.
Doveva capire come gestire la situazione, senza mettere in pericolo Tommy.
“Newt?”
Il biondo sollevò il viso, sorpreso.
Di riflesso abbassò la mano tra le cui dita stringeva una sigaretta, ma la riportò alle labbra non appena si rese conto che si trattasse di Minho.
“Stai fumando?” chiese quest’ultimo sorpreso, sfilando un cartina dal pacchetto e afferrando la bustina del tabacco.
“Davvero perspicace” ironizzò il biondo, espirando il fumo dal naso.
“Ma tu non fumi!” continuò il ragazzo, rollando la cartina e attento a non far uscire il tabacco.
“Cos’è? La fiera delle osservazioni inutili?”
“Andiamo, non usare il sarcasmo come difesa e parla, ti conosco ormai meglio delle mie tasche.
Cosa c’è che non  va?”
Minho si sedette sul gradino di cemento del retro scuola prendendo posto accanto all’amico, e tirò fuori dalla tasca l’accendino.
Newt non rispose immediatamente; inspirò, espirò, ripeté per tre volte di fila ed infine parlò.
“Questo mondo è pieno di pregiudizi, capisci? È un mondo di diversi ma regnato dal conformismo. E la diversità viene punita. E la normalità viene stabilita. Ma stabilita da chi poi? Chi decide cosa è normale da cosa non lo è?”
Minho strinse la sigaretta tra le labbra, intuendo immediatamente cosa il suo amico intendesse. Poteva apparire anche superficiale alle volte, ma non era stupido. E voleva bene a Newt. Gli voleva davvero bene e avrebbe sempre preferito una serata con lui a un appuntamento con una ragazza da 10.
“Newt, è vero, a volte questo mondo fa schifo. Fa schifo davvero. C’è povertà, c’è violenza… ma non starò qui a fare il filosofo del caspio, lo sai, non è da me. Io sono più per le cose dirette e sarò diretto anche nel dirti questo: fanculo, fanculo tutti davvero.  Fanculo i pregiudizi, fanculo le teste di caspio dalla mente chiusa come dei primitivi, fanculo le loro regole, i loro divieti.
La libertà è sacra. E nessuno, nessuno, deve permettersi di limitarci. Nessuno deve dirci con chi dobbiamo dividere il letto, quale università dobbiamo frequentare o quando è il caso di trovarsi un lavoro e mettere su famiglia.
Newt, tu sei mio amico, e in quanto tale, posso dirti una sola cosa: non avere mai paura di quello che sei, non aver mai paura di ciò che desideri.
E ricorda una cosa: avrai sempre me. E io sarò al tuo fianco sempre, contro tutto e tutti”
Minho inspirò ancora una volta, poi lasciò cadere il mozzicone di sigaretta accanto a quello che Newt aveva gettato a terra pochi istanti prima, mentre si era voltato verso di lui, gli occhi velati di gratitudine, le labbra increspate in un sorriso.
Newt aveva Minho.
E Minho aveva Newt.
La loro amicizia era tutto ciò di cui avevano bisogno.

Eppure, tuttavia accadde.
Newt si comportò freddamente con Thomas per tutto il giorno, ancora preoccupato. Aveva bisogno di prendere le parole di Minho e farle sue, di placare ogni timore e di tornare alla sua normalità.
Thomas non parve far molto caso al suo comportamento, ma il secondo giorno, il giorno in cui avrebbe colpito Tommy, il suo Tommy, con un pugno, accadde qualcosa impossibile da ignorare.
“Pensavo di trovarti al mio armadietto”
Quella mattina, fu Thomas a trovare lui.
Lo raggiunse negli spogliatoi maschili, dove Newt aveva appena finito di cambiarsi per l’ora di ginnastica.
“Ho ginnastica a prima ora. Dovevo cambiarmi” rispose il biondo, leggermente in tensione.
Una risata lo distrasse qualche attimo. Due loro compagni di classe si stavano picchiando con degli asciugamani, alternando risate e grida.
“Anche io ho ginnastica, lo so”
“Non hai intenzione di saltarla come tuo solito?” domandò Newt, sorpreso. Tommy se la svignava sempre durante l’ora di educazione fisica per andare a giocare nell’aula di informatica.
“Non posso falsificare un’altra giustificazione. Rischio di essere rimandato, devo fingere almeno di impegnarmi” si lamentò il ragazzo.
“Capisco… senti, inizio ad andare in palestra, ci vediamo, okay?”
Newt fece per andarsene, ma Thomas lo afferrò per una spalla, costringendolo a voltarsi.
Qualcosa era cambiato nel suo sguardo. Sembrava determinato, determinato a non arrendersi di fronte il muro alzato dall’altro.
“Si può sapere che caspio hai?” chiese.
“Nulla. Cosa dovrei avere?”
Thomas roteò gli occhi di fronte quella bugia così evidente. “Mi stai evitando. Da ieri”
Newt non rispose immediatamente e Thomas tornò a parlare, il tono di voce meno stizzito, più dolce.
“Newt… è cambiato qualcosa?” domandò e con spontaneità allungò la mano, cercando la sua. Ma non appena la sfiorò, quasi avesse preso una scossa, Newt la ritrasse.
I loro sguardi si incontrarono. Un mix tra dolore e mortificazione li investì e Thomas quasi annaspò, ferito com’era da quel gesto.
“Credo che tu sia stato abbastanza eloquente” disse a quel punto, voltandosi e uscendo dagli spogliatoi.

Non so a che punto sono
me ne sto qui per ultimo
e sono stanco di aspettare

di aspettare qui, in fila,
sperando di raggiungere
ciò che da tempo sto inseguendo.


I don't know where I'm at
I'm standing at the back
and I'm tired of waiting

Waiting here in line
hoping that I'll find
what I've been chasing

 



Il tempo di un battito di  ciglia e Newt mosse un piede, poi l’altro e si ritrovò in corridoio, tra la folla.
Individuò Thomas di spalle, lo raggiunse a grandi falcate e poggiandogli una mano sulla spalla lo fece voltare.
“Cosa vuoi?” fu la risposta, fredda come un getto d’acqua e consapevole di essersela pienamente meritata.
“Tommy, scusami. Io voglio solo proteggerti” asserì.
“Proteggermi? Da cosa?” domandò, il sopracciglio inarcato. Con la coda dell’occhio intravide Teresa e Minho vicino i loro armadietti. Li guardavano incuriositi. Anche Josh e i suoi pochi metri più in là li stavano fissando.
“Da tutto, Tommy. Cosa succederebbe se ti prendessero di mira perché stai con me? E se ti facessero del male? Io non potrei mai perdonarmelo”
Thomas lo guardò incredulo.
“Dunque è per questo” appurò “per questo stai mandando tutto all’aria?
Vuoi saperla una  cosa, Newt? L’unico che mi sta facendo del male, qui, sei tu”
Newt chinò di poco il volto, prima che Thomas gli desse una spinta.
“Guardami, Newt!” aveva alzato la voce, sembrava infuriato.
Alzò lo sguardo, ma incontrò solo rabbia.
“Tommy, calmati”
“Calmarmi? Non mi sto affatto agitando” gli diede un secondo spintone “Non ne vale la pena” un terzo spintone “per un vigliacco”.
“Non sono un vigliacco” sibilò Newt.
“E allora reagisci” un quarto spintone.
Newt sorrise incredulo. “Mi stai sfidando, Tommy?”
“Non è evidente? Reagisci, razza di vigliacco” un quinto spintone, Newt vacillò all’indietro “Reagisci!”
E poi accadde.
Quasi avesse inserito il pilota automatico, quasi la rabbia di Thomas avesse innescato la sua, lo colpì.
Poté udire l’esclamazione stupita dei presenti, la voce di Teresa, quella di Minho che le intimava di non intromettersi perché doveva fidarsi di lui e poi quella di Tommy.
“Finalmente” sussurrò il moro, sputacchiando sangue “Finalmente il codardo ha reagito”
“Tommy… Io…”
“Non volevi picchiarmi o non volevi essere un vigliacco?
La verità Newt è che sei spaventato, spaventato terribilmente e invece di essere sincero hai preferito fare il duro, hai preferito fare la testa di caspio e chiuderti… Hai paura per me o per te? Hai paura per noi? Hai paura del loro giudizio?” indicò con un gesto i compagni di scuola che li osservavano ammutoliti “o hai paura di quello che provi?”
Quelle ultime parole parvero riscuoterlo e Newt lo guardò dritto negli occhi.
“Io non ho paura di quello che provo.
Perché è la cosa più bella che potesse accadermi”
Il cuore di Thomas vacillò, ma il suo orgoglio ferito gli impedì di cedere tanto facilmente.
“Certo, come no…”

I shot for the sky

I'm stuck on the ground
so why do I try
I know I'm gonna fall down
I thought I could fly
so why did I drown
I'll never know why it's coming down down down

Volevo arrivare fino al cielo
e invece sono qui inchiodato a terra,
allora perché ancora ci provo?
So che cadrò giù,
pensavo di poter volare,
e allora perché' invece sono annegato?
Non saprò mai perché sto andando a fondo

 


Fece per muovere un passo, per andarsene, per scappare via da quei sguardi curiosi e da quello di Newt capace di perforargli l’anima, ma prima che potesse allontanarsi anche solo di un millimetro, Newt accorciò le distanze tra loro, lo attirò a sé e lo baciò.
Fu un bacio passionale e delicato al contempo, un gioco di lingue in lotta che non conosceva  né vinti né vincitori, un mischiarsi di anime così intenso che per un momento dimenticò dove finisse lui e dove iniziasse l’altro.
Newt lo aveva baciato e lui aveva perso la cognizione del tempo e dello spazio; nulla aveva importanza, nulla era imperfetto.
Quando le loro labbra si sfiorarono un’ultima volta e si lasciarono andare, Thomas incontrò la propria felicità nello sguardo dell’altro.
“L’hai fatto davvero!” si ritrovò ad esclamare, sorpreso.
“L’ho fatto davvero” confermò Newt, le labbra increspate in un sorriso.
In quel momento comprese che Minho aveva ragione: non doveva aver paura di ciò che desiderava.
E tutto quello che desiderava era lì, proprio di fronte a lui.
Tommy.

 

Non sono pronto a lasciar perdere,
perché se lo facessi non saprei mai
cosa mi sarei perso.

Not ready to let go
Cause then I'd never know
What I could be missing

Down – Jason Walker

 

NEXT: THE TRIP


In realtà avrei dovuto attendere domani per la pubblicazione del capitolo, in modo da terminare oggi la stesura del quinto, ma sono impaziente quanto voi e quindi eccomi qui, con un po’ di anticipo :D
Questo è un capitolo della raccolta abbastanza particolare.
Newt e Thomas sono due adolescenti innamorati e come sappiamo tutti non è facile, nonostante siamo nel 2015, poter stare con una persona dello stesso sesso. A volte le persone sanno essere meschine e ho voluto che Newt, come credo molti ragazzi, sentisse un poco questa pressione sociale e riflettesse sul fatto di venire allo scoperto senza paura per Thomas ed anche per sé stesso. In alcuni momenti forse avrete avuto l’impressione che si sia comportato abbastanza male, ma in realtà credo e spero che la sua reazione sia risultata abbastanza vicina alla realtà.
Tuttavia, come avete potuto vedere, alla fine Newt è sempre il nostro coraggioso Newt e quindi… finally… IL BACIO <3
Spero vi sia piaciuto e di poter conoscere la vostra opinione al riguardo! Colgo l’occasione per ringraziare tutte le splendide lettrici (e lettori se ce ne sono) che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/ricordate e/o che hanno commentato <3 GRAZIE DI CUORE
Alla prossima one-shot!

Un bacio,
Ely 91

   
 
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