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Autore: ValeDowney    13/01/2015    3 recensioni
"Storybrooke sembra una cittadina come tutte le altre, se non fosse per il fatto che non è sulle carte, nessuno sa della sua esistenza e i cittadini sembrano nascondere qualcosa. Rose, una bambina dolce ma curiosa e sempre in cerca di guai, scoprirà, insieme al suo amico Henry, che qualcosa di magico si aggira per quella città"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Rose of true Love

 
 
 
Capitolo VI: Nascosta - Prima Parte


 
Il mattino seguente Rose scese di buon'ora a fare colazione insieme a suo padre, visto anche che lei doveva andare a scuola mentre lui al negozio. Excalibur stava mangiando della carne a pezzetti nella sua ciotola.
“Papà, perché mi hai preparato così tanta roba da mangiare?” domandò Rose alzando lo sguardo dai due toast che aveva sul piatto, oltre a croissant, frittelle, biscotti e un succo all’arancia che c’erano sulla tavola.
“Perché la colazione è il pasto principale di tutta la giornata e tu devi essere in forze per affrontarla e soprattutto per stare attenta alle lezioni a scuola” rispose Gold.
“Va bene, ma non credo di riuscire a mangiare tutto” disse Rose prendendo uno dei biscotti. Stava per mangiarlo quando sentì dei versetti. Abbassò lo sguardo per vedere Excalibur seduta, con le zampe anteriori alzate e la lingua di fuori proprio come se fosse stata un cagnolino.
“Che c’è? Ne vuoi uno?” chiese la bambina, e stava per allungarle il biscotto quando Gold replicò: “Niente biscotti a lei.”
Rose guardò il padre domandandogli: “Perché no?”
“Perché le potrebbe venire il mal di pancia” rispose Gold.
“E tu cosa ne sai? Magari le piacciono” chiese Rose.
“Le volpi non mangiano biscotti o altre schifezze varie. Loro mangiano piccoli roditori o frutta. Tu mangeresti quello che mangiano loro?” rispose Gold.
“Di solito le davo da mangiare dei lombrichi e non mi permetterai mai di mangiarli” disse Rose.
“Allora niente biscotti per lei” disse Gold andando verso una credenza e tirando fuori un sacchetto di plastica trasparente con dentro dei biscotti. Si voltò e mentre lo consegnava alla figlia le disse: “Questi invece sono per la tua merenda a scuola.” Rose lo prese mettendolo nella cartella che teneva a terra accanto alla tavola. Guardò il padre domandandogli: “Non è che potresti darmi anche dei soldi? Nel caso avessi ancora fame.”
“Dici di non riuscire a mangiare tutta la colazione eppure vuoi dei soldi per prenderti altre cose dopo la merenda?” chiese Gold.
“Be'… sì” rispose Rose. Ci fu un po’ di silenzio. Poi Gold estrasse una banconota dalla tasca dei pantaloni e dandola alla figlia disse: “Tieni, ma vedi di non prendere dei dolci o stanotte non chiuderai occhio.”
Rose prese la banconota mettendosela in tasca e disse: “Grazie papà, ma lo sai meglio di me che non amo troppo i dolci, visto che più di una volta mi hanno fatto venire gli incubi.” E riprese a mangiare. Mentre i due non guardavano, Excalibur si avvicinò alla cartella di Rose e, cautamente, ne estrasse con la bocca il sacchetto di plastica con dentro i biscotti. Poi si diresse verso la porta del retro. L’aprì di poco con una zampina ed uscì, andandosene in giardino.
Poco dopo Rose, con cartella in mano, si trovava insieme al padre davanti alla porta d’entrata. “Sei sicura di avere tutto?” domandò Gold mentre le metteva la giacca.
“Sì, papà” rispose Rose aggiustandosi l'abito sulle spalle.
“E hai fatto tutti i compiti?” chiese Gold consegnandole la cartella.
“Li facevo mentre mi sorvegliavi” rispose Rose mettendosi la cartella sulle spalle.
“Bene. E ora a scuola, o farai tardi” disse Gold aprendo la porta.
“Aspetta dov’è Excalibur? Vorrei salutarla prima di andare” domandò Rose guardandosi intorno.
“Sarà in giro per la casa. Dopotutto è un ambiente nuovo per lei da esplorare. La vedrai quando ritornerai” rispose Gold aprendo la porta. Rose rimase un po’ lì. Poi uscì, seguita dal padre. Mentre i due andavano via con la macchina, nel retro della casa Excalibur si stava dirigendo verso un edificio in parte adibito a deposito di vari oggetti, portando con la bocca il sacchetto con dentro i biscotti. Aprì la porta dell’edificio entrandovi. Si diresse verso alcuni vecchi oggetti emettendo dei versetti. Qualcuno, nascosto tra quegli oggetti, comparve. Si trattava di Paige che sorrise nel vedere Excalibur con un sacchetto pieno di biscotti accanto a lei.
Qualche ora dopo, a scuola, Rose ed Henry si trovavano sotto il salice piangente e parlavano di tutto ciò che era successo.
“Sai, quando le ho detto che era mia madre non mi voleva credere” disse Henry.
“Tipico alla prima reazione” disse Rose guardando dentro la cartella cercando qualcosa.
“Però è venuta lo stesso con me” disse Henry.
“Devi averle fatto pietà con i tuoi occhi alla Bambi” disse Rose guardandolo.
“Davvero ho uno sguardo alla Bambi?" chiese Henry.
“Prova a guardare nel tuo libro di favole. Magari trovi qualcosa inerente a quel cerbiatto” rispose Rose riguardando dentro la cartella.
“Perché continui a con credermi? I personaggi di Storybrooke provengono veramente dalla Foresta Incantata” disse Henry.
“Certo, e mio padre è la Bestia della Bella e la Bestia” disse sarcasticamente Rose guardandolo.
“Perché proprio la Bestia?” domandò Henry.
“Perché è la storia che preferisco di più. Non ho idea del perché, ma mi ha sempre affascinata” rispose Rose.
“Non credo che tuo padre sia la Bestia, anche se ancora non saprei chi potrebbe essere” disse Henry.
“Henry, è una cosa assurda. Quelle favole sono state scritte solo per far addormentare i bambini. Mio padre me le legge ogni sera” disse Rose.
“Magari anche mia madre me le leggesse... ma lei non è un tipo da favole” disse Henry.
“Be', ora hai due mamme. Potresti sempre chiedere all’altra” disse Rose.
“Potrei anche, ma la prima cosa che deve fare è credere. Se non crederà mai, la maledizione non si spezzerà” disse Henry.
“Accidenti!” disse Rose.
“Anche tu vuoi che creda? Finalmente mi credi” disse Henry guardandola.
“No, non è quello. È che non trovo più la merenda. Eppure, quando papà me l’ha data, ero convinta di averla messa qua dentro” disse Rose non trovando il sacchetto trasparente con dentro i biscotti.
“Magari ti è caduta” disse Henry.
“Me ne sarei accorta. Meno male che ho qua con me una banconota” disse Rose tirando fuori la banconota dalla tasca dei pantaloni.
“Meglio che ti tenga di scorta quella banconota. La caffetteria della scuola non vende roba molto buona” disse Henry.
“Non posso stare a stomaco vuoto fino a stasera!” replicò Rose.
“Va bene, ma a tuo rischio e pericolo” disse Henry e i due si incamminarono verso la caffetteria della scuola.
“Mal che vada, papà farà causa alla scuola facendola chiudere e molti bambini ergeranno una statua in suo onore” disse Rose.
“Ora non esagerare” disse Henry e, dopo aver ordinato qualcosa, si andarono a sedere in uno dei tavolini posti fuori.
“Hai notizie di Paige? È da ieri sera che non la vedo” chiese Rose mentre Henry tirava fuori il libro di favole.
“Forse è ritornata dai suoi genitori” disse Henry aprendo il libro.
“Dubito. Lei li odia” disse Rose sorseggiando il succo alle fragole che aveva preso. Aveva sempre adorato le fragole e, a casa, suo padre le preparava persino un tè alle fragole. Era una strana passione, ma le piacevano. Poi guardò l’amico domandogli: “Che stai facendo?” Henry si avvicinò a lei mostrandole il libro.
“Questi sono Biancaneve e il Principe durante il loro matrimonio” rispose indicando un’immagine.
“Da quello che mi avevi detto è stato poco prima che la regina cattiva scagliasse la maledizione” disse Rose guardando l’immagine.
“Esattamente, e anche prima che Biancaneve desse alla luce Emma. Ovvero la Salvatrice” disse Henry.
“Ehi, porta lo stesso nome della tua madre biologica” disse Rose.
“Perché è lei. È figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro” disse Henry. Rose lo guardò senza dire nulla ma facendo rumore con la cannuccia mentre sorseggiava il succo.
“Perché ti è così tanto difficile credermi?” chiese Henry.
“Quando vedrò qualcosa di strano ti crederò. Magari uno dei sette nani di Biancaneve, cosa ne dici?” rispose Rose.
“E’ tutto vero, Rose” disse Henry.
“Il Dottor Hopper cosa dice al riguardo?” domandò Rose.
“Che non sono pazzo, o almeno penso che si riferisca a ciò quando mi dice che le mie fantasie non portano a nulla di male” spiegò Henry.
“Ho un’idea migliore. Chiediamoglielo” propose Rose.
“Ad Archie?” chiese Henry.
“No. A Mary Margaret. Sta venendo proprio qua in questo momento” rispose Rose e Mary Margaret arrivò da loro salutandoli: “Ciao Henry. Ciao Rose.”
“Salve, Signorina Blanchnard. E’ contenta del lavoro che fa?” domandò Rose ed Henry la guardò stranamente. Chissà cosa aveva in mente la sua amica.
“Certo. Adoro i bambini” rispose Mary Margaret.
“E non ha mai pensato di averne qualcuno?” chiese Rose. Henry le lanciò un’occhiataccia. Entrambi riguardarono Mary Margaret che titubante rispose: “Ecco… io… io…be' sì, ma prima dovrei trovare l’uomo adatto.”
“Le piace il colore azzurro? Ho sentito dire che sarà di moda l’anno prossimo” domandò Rose.
“Per me tutti i colori sono uguali. Anche quelli più scuri perché anche in essi si può trovare un po’ di luce” rispose Mary Margaret. Henry guardò Rose dicendole sottovoce: “Tipica risposta alla Biancaneve.”
“Ha un frutto preferito? Che ne so… le mele, per esempio” chiese Rose.
“Come mai mi stai facendo così tante domande?” domandò Mary Margaret.
“Per una ricerca che ci hanno dato. Ehm, descrivere la maestra che vi piace di più” rispose fingendo Rose.
“Ma io non sono la tua maestra” disse Mary Margaret.
“Lo so, ma è quella di Henry e lui mi ha parlato così bene di lei che anche io ho sempre desiderato averla come insegnante. Magari con questa ricerca potrebbero farla venire anche nella mia classe” disse Rose.
“E’ molto carino quello che hai detto, Rose” disse Mary Margaret facendo un piccolo sorriso.
“Grazie, ma ritornando alla domanda di prima, allora ha un frutto preferito?” chiese Rose.
“Proprio come i colori, adoro ogni tipo di frutto. Forse un po’ meno le mele, ma per il fatto che alcune sono brusche” rispose Mary Margaret. Rose ed Henry si guardarono.
“Be', si è fatto tardi bambini. È ora di ritornare in classe” disse Mary Margaret.
“Va bene. La raggiungiamo subito. Anzi, Henry la raggiungerà subito. Io devo andare in un’altra classe” disse Rose e Mary Margaret rientrò a scuola.
“Allora, ora mi credi?” domandò Henry.
“Solo perché ha dato delle risposte così, non è detto che possa trattarsi veramente di Biancaneve” rispose Rose. La campanella suonò e Henry, dopo aver chiuso il libro, disse: “Non ho voglia di ritornare in classe.”
“Nemmeno io, ma dobbiamo. E se scapperò un’altra volta mio padre mi rinchiuderà a vita in casa” disse Rose finendo il suo succo. Henry rimise il libro nella cartella che poi si mise su un braccio. Si alzò e guardando l’amica le disse: “Non voglio trascinarti in questa avventura, ma vorrei tanto che mi credessi e che non fossi come mia madre.”
“A quale delle due ti riferisci?” chiese Rose guardandolo.
“Al Sindaco. Stamattina sono uscito di casa senza dirle nulla” rispose Henry.
“Henry, penserà sicuramente che sei scappato un’altra volta” disse Rose.
“Sai dove trovarmi” disse Henry ed uscì dal giardino della scuola. Rose lo guardò dicendo: “Che testone.” Stava per rientrare in classe. Poi ci pensò su. Prese la cartella e corse dietro l’amico.
Nel frattempo, Excalibur si trovava ancora in compagnia di Paige ma, questa volta, la stava facendo entrare nella villa. Con una zampina aprì lentamente la porta dalla quale era uscita prima. Guardò a destra e a sinistra e, dopo essersi assicurata che non vi fosse nessuno, entrò seguita dalla bambina.
“Credi che sia una buona idea? Dopotutto il Signor Gold potrebbe entrare in qualsiasi momento” disse Paige guardandosi intorno preoccupata. Tenendo una zampa anteriore alzata, Excalibur si fermò. La guardò e annuì. Poi riguardò avanti entrando in cucina. Paige la seguì. La volpe andò subito davanti al frigorifero. Sapeva che la maggior parte delle pietanze, ovviamente, si trovavano lì dentro, ma sapeva anche che il suo padrone ne aveva nascoste un po’ in giro, in caso di qualche emergenza. Il suo fiuto la condusse davanti a una credenza, ma c’era un problema. Essa stava in alto e nemmeno Paige ci arrivava.
A fatica la volpe balzò su uno sgabello. Alzò lo sguardo verso la credenza. Era ancora troppo in alto. Si guardò intorno cercando qualcosa sul quale salire. Lo trovò saltando sul forno a microonde. Si alzò sulle zampe posteriori appoggiandosi con quelle anteriori alla credenza. Paige andò dietro di lei osservandola. Con la zampa destra, Excalibur aprì la credenza e con il muso fece scivolare qualcosa verso Paige che, fortunatamente, riuscì a prendere prima che cadde a terra. Si trattava di un barattolo di burro di noccioline. Poi con la bocca prese una scatola con dentro dei cereali, ma appena ritornò a quattro zampe sullo sgabello, tutti i cereali finirono a terra perché la scatola era aperta.
“Oh no, guarda cosa hai combinato. Bisogna pulire, prima che qualcuno ritorni a casa” disse Paige e freneticamente cercò scopa e paletta. Non trovandole – anche perché non sapeva dove il Signor Gold le avesse messe -  si inginocchiò incominciando a raccogliere i cereali con le mani. Excalibur invece agì diversamente. Li mangiò.
“Excalibur, non è igienico mangiare dal pavimento. Sputali subito fuori” disse Paige guardando la volpe di fronte a lei che mandò giù un ultimo cereale. Poi drizzò le orecchie. Uscì dalla cucina e si fermò davanti alla porta d’ingresso. Qualcuno stava ritornando. Andò velocemente in cucina tirando con la bocca Paige per una manica della maglia.
“Ehi, ma cosa c’è? Cosa ti prende?” domandò la bambina guardandola. Excalibur continuava a tirare e Paige fu costretta ad alzarsi e seguire la volpe, stavolta non nel retro della casa ma su per le scale e in una delle camere per gli ospiti. Fecero appena in tempo a rinchiudersi in una di quelle camere che dalla porta davanti entrarono Henry e Rose.
“Perché siamo dovuti venire a casa tua? Tuo padre potrebbe ritornare in qualsiasi momento e si arrabbierebbe non vedendoci a scuola” chiese Henry.
“Finiscila. Vedrai che non ritornerà prima di oggi pomeriggio e noi, per quel momento, saremmo già da un’altra parte” disse Rose, ma appena arrivarono sulla soglia della cucina si fermarono, guardando ciò che c’era per terra.
“Ma cosa è successo?” domandò Henry.
“Excalibur. Pensavo che stesse esplorando la casa e non distruggendola” rispose Rose entrando in cucina e cercando di non calpestare i cereali.
“Non credi che faremmo meglio a pulire?” chiese Henry.
“Non pulisco qualcosa che non ho causato io. Quando papà ritornerà e chiederà cosa è successo, gli spiegherò tutto e vedrai che darà la colpa ad Excalibur. Poi non sarebbe corretto” spiegò Rose aprendo il frigorifero e prendendo fuori due banane ed una mela. Poi lo richiuse. Ritornò dall’amico e mentre gli passava accanto disse: “Vieni. Dobbiamo andarcene prima che qualcuno ci veda”
“Se avessimo la magia sarebbe tutto più facile” disse Henry seguendo l’amica.
“La magia non esiste” disse Rose ed uscirono. Excalibur se ne era stata per tutto quel tempo a osservarli in cima alle scale e, appena i due bambini furono usciti, ritornò da Paige grattando con una zampa contro la porta. Paige l’aprì lentamente. Abbassò lo sguardo guardando la volpe che emise dei versetti per poi incamminarsi verso le scale. La bambina la seguì, ma appena passò accanto a una camera si fermò. Aprì la porta semiaperta e guardò al suo interno. La stanza era molto grande e ciò che l’attirò era una rosa in una campana di vetro posta davanti alla finestra. Paige vi entrò mentre Excalibur comparve sulla soglia della porta guardandola. La bambina si avvicinò alla rosa e sollevò la campana di vetro mettendola accanto a essa. Stava per toccare il prezioso fiore quando Excalibur corse da lei, tirandola con la bocca dai pantaloni. Paige ritrasse subito la mano e guardando la volpe disse: “E va bene, non la tocco, anche se non capisco perché non possa.” Excalibur emise dei versetti per poi andare verso la porta. Paige la seguì quando vide qualcosa di familiare sul letto. Si trattava di un coniglietto di peluche. Si avvicinò e lo prese in mano. Ne guardò ogni dettaglio e fu come se le venisse in mente qualcosa. Qualcosa di lontano e del suo passato. A distoglierla da quei pensieri fu Excalibur che la guardò emettendo dei versetti. Paige alzò lo sguardo guardandola a sua volta e, dopo aver lasciato il peluche sul letto, andò dalla volpe ed entrambe scesero le scale ritornando in cucina. Andarono davanti al frigorifero e Paige lo aprì. Poi disse: “Be', non si arrabbieranno se prenderò solo qualcosina” disse Paige abbassando lo sguardo e guardando Excalibur, la quale scosse negativamente la testa. Riguardò l’interno del frigorifero prendendo ciò che poteva e, dopo averlo chiuso, lei e la volpe se ne ritornarono nel retro della casa.
Nel tardi pomeriggio, Rose ed Henry si trovavano nel loro castello sulla spiaggia. La giovane Gold aveva in mano dei piccoli pezzetti di pane che, ogni tanto, lanciava a dei gabbiani che volavano in riva al mare.
“Credi che tuo padre si arrabbierà?” domandò Henry.
“Non è la prima volta che scappo da scuola, e poi avrei avuto Latino. Una lezione molto noiosa. Ma come si fa ad insegnare Latino alle elementari? E’ assurdo” rispose Rose lanciando altri pezzetti di pane ai gabbiani.
“Forse Storybrooke ha origini latine” disse Henry.
“Certo, ed io sono Cappuccetto Rosso” disse sarcasticamente Rose.
“Ruby è Cappuccetto Rosso” disse Henry guardandola.
Rose alzò gli occhi al cielo per poi guardarlo e dire: “Era solo un paragone. È logico che non la sono.” Ed entrambi riguardarono avanti. Ci fu un po’ di silenzio. Poi Rose, abbassando lo sguardo, chiese: “Credi che la mia mamma si sarebbe arrabbiata? Insomma, ultimamente ho disubbidito molte volte a mio padre. Sono scappata da scuola; sono andata da sola nella foresta – anche se ora non ci vado più; ho preso a pugni una mia compagna di classe. Se papà ha tutti quei capelli bianchi, è per colpa mia e io non dovrei farlo preoccupare così tanto. Lui cerca solo di proteggermi ed educarmi a dovere. Non è facile essere un genitore singolo.”
“Tuo padre ti vuole bene e sono sicuro che tua madre avrebbe compreso ciò che stai passando, anche se ancora non so chi fosse tua madre. Nel libro non c’è scritto” disse Henry.
Rose sospirò per poi dire: “Henry, quando è che vorrai capire che gli abitanti di Storybrooke non provengono dal mondo delle fiabe?”
“Allora da dove provengono, se non dal mondo delle fiabe?” domandò Henry guardandola.
“Non lo so. Non ho chiesto ad ogni singolo abitante da dove viene” rispose Rose guardandolo a sua volta. In quel momento arrivò Emma. Rose la guardò non tanto contenta della sua compagnia. Non le piaceva quella donna, ma era la mamma del suo migliore amico e almeno davanti a lui doveva far vedere di essere contenta. La donna si sedette accanto ad Henry.
“Sei venuta” disse Henry guardandola, mentre Rose se ne stava appoggiata con una spalla a una parete del castello.
“Volevo vederti” disse Emma.
“Scommetto che l’ha mandata Regina dopo essersi accorta che mancavi da scuola. Carino da parte sua” disse Rose. Emma la guardò senza dire nulla. Poi riguardò avanti e rivolta all’orologio posto in cima alla biblioteca disse: “E’ ancora fermo.”
“Io pensavo che portandoti qui sarebbero cambiate le cose. Che la battaglia finale sarebbe iniziata” disse Henry.
“Non combatterò nessuna battaglia” disse Emma.
“Te lo avevo detto che sarebbe stata una stupita idea. Che non avrebbe portato a nulla” disse Rose. Henry la guardò dicendole: “Lo farà invece. Lei è qui perché è il suo destino. Porterà a tutti il lieto fine.”
“Il lieto fine nessuno lo fa. Siamo noi stessi a crearlo e a volerlo” disse Rose, guardandolo.
“Chi lo dice?” chiese Henry.
“Mio padre” rispose Rose.
“Visto. Tipica risposta da personaggio delle fiabe” disse Henry e Rose roteò gli occhi.
“Sai, la tua amica ha ragione. Dovresti smetterla di parlare di queste cose. Sono solo stupidaggini” disse Emma guardandolo.
“Non devi fare la dura. Lo so che ti piaccio, si vede. O cerchi di allontanarmi perché ti faccio sentire in colpa. È normale. So perché mi hai dato via. Volevi offrirmi un’opportunità migliore” spiegò Henry.
Emma riguardò avanti rimanendo senza parole. Poi domandò: “E tu come lo sai?”
“E’ lo stesso motivo per cui Biancaneve ha dato via te” rispose Henry.
“Ascoltami, ragazzino. Io non sono in un libro. Sono una persona. E non sono la Salvatrice. Ma su una cosa hai ragione: volevo che avessi un’opportunità migliore e non è di certo con me” spiegò Emma. Rimasero in silenzio. Rose li guardava e comprendeva. Comprendeva come era non avere una mamma. Era vero, Henry aveva una mamma, ma ora aveva anche ritrovato la donna che lo aveva messo al mondo. Rose aveva un padre che le voleva molto bene ma le mancava pur sempre la figura materna. Sospirò lanciando gli ultimi pezzetti di pane ai gabbiani per poi dire: “Sarà meglio andare. Il sole sta per calare e tua madre richiamerà nuovamente lo Sceriffo se non ti vede a casa.”
“Hai ragione. Vieni, ragazzino, ti riporto a casa” disse Emma alzandosi ma guardando Rose aggiunse: “Ed anche tu.”
“Ehm… visto che molto probabilmente le recherò disturbo, meglio che vada a piedi” disse Rose.
“Invece questa volta non mi recherai disturbo. Così, finalmente, potrò conoscere i tuoi genitori” disse Emma guardandola.
“Magnifico” disse sarcasticamente Rose facendo un sorriso forzato.
Poco dopo, dopo aver lasciato Henry a casa sua, Emma e Rose si trovavano in macchina dirette verso la casa della giovane Gold.
“Allora, non mi hai ancora detto come si chiamano i tuoi genitori” disse Emma.
“Ha importanza?” chiese Rose.
“E’ che non vorrei chiamarli semplicemente genitori. Tutto qui” rispose Emma.
“Non hanno nome” disse Rose.
“Non c’è proprio modo che riesca a fartelo dire, vero?” domandò Emma.
“Capirai quanto possa essere testona” disse Rose.
“E anche molto pestifera” disse Emma. Finalmente arrivarono a destinazione. Emma fermò la macchina scendendo e spostando in avanti il sedile in modo che la bambina potesse scendere.
“Tu vivi qui?” chiese stupita Emma guardando l’enorme casa davanti a loro.
“Certo. Non hai mai visto una casa enorme?” domandò Rose andando accanto a lei.
“Enorme sì. Ma non in stile vittoriano e per di più rosa” rispose Emma. Rose fece qualche passo avanti. Si fermò e, guardando Emma, le disse: “Sei stata molto gentile a riportarmi a casa, ma ora puoi anche andare dove ti porta il cuore.”
“Sono parole molto poetiche, ma non me ne andrò finché non avrò visto almeno uno dei tuoi genitori” disse Emma e proprio in quel momento dalla casa uscì… “Signorina Gold.” Entrambe si voltarono per vedere un uomo camminare verso di loro.
“Salve. Lei deve essere…” iniziò col dire Emma, ma l’uomo la interruppe e, rivolto a Rose, disse: “Signorina Gold, mi stavo preoccupando. Hanno telefonato da scuola dicendo che eri scappata.”
“Be'… sì… ma ora sono qua, no? Quindi è tutto a posto” disse Rose. L’uomo guardò Emma chiedendole: “E lei sarebbe…?”
“Emma Swan. È un piacere conoscerla” rispose sorridendo Emma mostrando la mano. L’uomo – che poi in realtà era Dove – gliela strinse dicendole: “Grazie per averla riportata a casa.”
“Si figuri. Intanto ero sulla strada” disse Emma finendo di stringere la mano.
“Si fermerà qua?” domandò Dove.
“Ancora non lo so. Avevo in mente altro, ma qualcuno mi ha fatto cambiare idea” rispose Emma e guardò Rose che inarcò un sopracciglio. Che c'entrasse Henry con questo cambio d’idea?
“E’ stato un piacere conoscerla” disse Dove.
“Anche per me” disse Emma.
“Allora ci rivedremo in giro” disse Rose.
“Probabile” disse Emma guardandola. Poi si voltò e rientrò nella macchina. Chiuse la portiera avviando il veicolo e partendo. Dove guardò Rose che lo guardò a sua volta chiedendogli: “Lo dirai a papà che sono scappata un’altra volta da scuola?”
“No” rispose Dove e Rose sorrise. Il suo sorriso scomparve quando l’uomo aggiunse: “Ma toccherà a lei dirglielo, ed è stata molto fortunata che suo padre non fosse a casa quando hanno telefonato da scuola” e rientrarono nella villa.





Note dell'autrice: Ed eccoci con un nuovo capitolo. Dai che manca poco all'inizio della seconda parte della quarta stagione di OUAT. Ma intanto noi continuiamo qua. Excalibur è proprio una peste (ma anche Rose, no?) e povero Rumple i quali capelli (causa preoccupazione per la figlia) diventano sempre più bianchi (ahahahah). Vedremo se Rose avrà il coraggio di dire a suo padre che è scappata un'altra volta da scuola e Emma ha scambiato Dove per il padre della bambina. Quando scoprirà che non è lui...

Ci tenevo nuovamente a ringraziare la mia affidabilissima beta reader Lucia e tutte le mie lettrici e lettori. Ed anche tutte colore che recensiscono o seguono la storia in silenzio

Per tanto ringrazio ancora Elena (spaponci) che ci delizia con i suoi bellissimi disegni ispirati a questa fanfict (l'ultimo ve lo consiglio di vederlo. è tenerissimo e per questo vi metto il link alla pagina https://www.facebook.com/spaponci )

Con questo vi auguro una bellissima serata ed al prossimo aggiornamento miei cari Oncers
 

 

  
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