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Autore: Born to smile    14/01/2015    2 recensioni
Summer Lawrence ha tutto dalla vita. Ville, vestiti, piscine. Le manca solo la cosa che più desidera.
A Zayn Malik non manca nulla. Ragazze, droga, divertimento. Però sente spesso un vuoto nel petto.
La bellezza dell’innocenza si nasconde dietro un sorriso malizioso. Lei l’ha persa, lui non l’ha mai avuta.
Cos’è l’amore in un mondo così gelido? Vittoria? Guerra?
Per loro è solo un salto nel vuoto.
Segreti, sbagli. Sesso, divertimento. Amore.
Una lotta contro se stessi, dalla quale non si esce vivi. Per lo meno non del tutto.
Insieme? Fino all’ultimo respiro.
Trailer: https://www.youtube.com/watch?v=B9H_4OxDcMA
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“Guardare il mondo da un piedistallo è sempre piacevole. Puoi avere tutto ciò che desideri: macchine, piscine, vestiti. Il problema è quando non ci bastano più, quando il cuore smette di battere e non ci scorre più sangue nelle vene. Ma se incontri una persona che ti salva, che ti fa sentire viva, non fartela scappare piccola Sammy. Non rifiutare l’amore.”
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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14. Destroyed.
 
I cieli stanno piangendo, li sto guardando,
E raccolgo le lacrime cadenti sulle mie mani
C’è solo il silenzio, visto che sta finendo,
Come noi che non abbiamo mai avuto una possibilità.
Devi proprio farmi sentire come se non mi fosse rimasto più nulla?
Skyscraper. Demi Lovato.
 
Quello non era un semplice dolore, non lo era di certo.
Dolore non rendeva bene l’idea.
Era un vuoto, una sorta di consapevolezza che non avrebbe mai più sentito la voce di Candys, la sua risata, che non l’avrebbe più abbracciata.
Era una malinconia, una mancanza che gli stingeva il cuore in una morsa letale e amara.
Non era nemmeno riuscita a piangere; si era limitata a guardare il vuoto, vedendosi scorrere sotto gli occhi il viso di Candys.
Zayn ancora la stringeva a se, distesi sul suo letto, Louis le teneva la mano, mentre gli altri vorticavano freneticamente per la stanza, in lacrime.
Beverly teneva stretta Hope nel salotto insieme ad Harry, la bambina non aveva smesso di piangere nemmeno un secondo, come se sapesse a cosa stesse per andare incontro.
Liam era l’unico che era riuscito a rimanere perlomeno lucido, non perché fosse freddo o insensibile, ma perché se non si fosse aggrappato lui ad un barlume di lucidità, sarebbero tutti affondati con lui.
Era il suo compito, sorreggere gli altri per non farli crollare.
Era lui che aveva chiamato l’ambulanza, poi Marie, poi sua madre, lui che aveva ascoltato il paramedico dire “Mi dispiace, ma non c’è stato nulla da fare” mentre il corpo di Candys veniva trasportato fuori, ricoperto soltanto da un telo bianco.
Era lui che doveva essere forte, per tutti.
Per quanto riguardava Niall, era appoggiato allo stipite della porta, con le guance ancora umide aveva guardato la barella con il telo bianco portata via dai paramedici.
Non poteva crederci che sotto quel telo ci fosse Candys, la sua Candys.
Aveva sbagliato, era tutta colpa sua, doveva aiutarla e starle accanto, invece l’aveva spinta sempre di più verso l’abisso.
Non doveva essere così egoista, così insensibile verso i sentimenti di Candys. Quella sera aveva pensato solo a se stesso.
Si sentiva una persona orribile.
Era una persona orribile.
Una volta che la barella fu portata fuori, restarono tutti in silenzio. Liam si sedette sul letto e guardò l’amica fissare il vuoto con gli occhi spenti, con gli occhi di chi ha visto la morte.
Le toccò la gamba.
- Sam.

La voce di Liam fermò per un secondo il mondo. Tutti si voltarono a guardarlo, come se stesse per dire che Candys stava per tornare, che era stato tutto un brutto scherzo. Persino Harry e Beverly erano tornati in camera.
Hope aveva smesso di piangere nel medesimo momento in cui la porta della grande casa si era chiusa, e aveva portato via per sempre il corpo dissanguato di Candys. Era come se percepisse la morte nell’aria e teoricamente era così.
Ma nulla, il ragazzo abbassò lo sguardo e porse a Summer una busta.
- Era nella culla, penso che debba leggerla tu.

Summer ci mise un paio di secondi a capire cosa stesse succedendo. La mano di Liam rimase sospesa nel vuoto finché Louis non la prese e guardò Sam.
- Sammy se non te la senti, lo capiamo possiamo leggerla dopo o…

- No Lou, è tutto ok. – disse con voce smorzata.
Si ricompose, schiarendosi la gola e guardò tutti i suoi amici prima d’iniziare.
Vedere la calligrafia di Candys le fece scorrere una lacrima silenziosa, la prima della giornata.

“Lo so, so cosa state pensando.
So persino che in questo momento siete tutti qui, in cerchio, ad ascoltare le mie parole da una voce che non è la mia.
So che molti di voi avranno gli occhi lucidi, altri invece no, non perché ci tengano di meno, semplicemente perché sono più bravi a distruggersi dentro.
Si ragazzi, mi dispiace tanto di avervi rovinato la giornata, ma non merito né le vostre lacrime né il vostro perdono.
Ma vi chiederò comunque scusa, per quello che può servire, mi dispiace davvero, ma tutto era diventato troppo pesante per me e non volevo essere un peso per tutti voi.
Ero diventata un’ombra, vivevo semplicemente perché mi era imposto, avevo perso ogni barlume di speranza nel futuro.
Il mondo è troppo duro per una come me, ma questa non è una giustificazione, non ci sono giustificazioni per quello che ho fatto.
È difficile scrivere immaginando che non sarò più tra voi, che sarò in un posto diverso oppure in un nero oblio.
Non so se Dio accetti le persone come me in paradiso, ma prima di andarmene ho comunque pregato per voi ragazzi.
E lo stesso desiderio che ho chiesto a lui voglio chiedere a voi.
Non sentitevi in colpa, non è colpa vostra, non è giusto che vi incolpiate perché io sono stata sotterrata dalle macerie che mi crollavano addosso.
La colpa è solo mia, mia e di nessun altro. Voi avete solo alleggerito tutto e per questo vi ringrazio.
Ma non si può rimandare l’inevitabile.
Oh ragazzi, non piangete, non voglio immaginarvi a piangere per me. Voi non avete idea di quante volte mi avete salvato, mi avete trattenuto ad un passo dall’oblio.
L’idea della morte mi ha sempre spaventato, sin da bambina, ma adesso mi sembra così allettante che non ho potuto resistere.
Dopo la morte non si sente più nulla, giusto? Ed è proprio questo quello che voglio, interrompere questo flusso di dolore che mi percorre ogni giorno il petto fino alla punta dei piedi.
E lo so ragazzi, è stato il modo peggiore per andarmene ma dovevo, in un modo o nell’altro.
Arriva un momento nella vita in cui ci si trova davanti ad un bivio e scusate se sceglierò la strada sbagliata, perdonatemi, ma devo e non c’è altro modo per uscirne.
Non è vero quello che si dice, i mostri esistono, albergano dentro di noi ed aspettano di saltar fuori quando meno te lo aspetti e perdonatemi il paragone fantasioso ma è così.
Un mostro mi ha rubato l’anima e non c’è stato verso di riprendermela.
Liam, non cercare di nasconderti dietro la maschera da fratello maggiore, fa che gli altri ti stiano accanto ma nello stesso tempo proteggili, come hai protetto me in tutti questi anni e per questo ti sarò grata per sempre, anche quando non sarò più qui. Avrai sempre un posto nel mio cuore.
Louis ti prego, non smettere mai di ridere e di far sorridere i ragazzi come facevi con me, perché ogni risata ci allontana sempre di più dal buio che abbiamo dentro. Non dimenticherò mai il suono della tua risata Lou, te lo prometto.
Beverly, non permettere alle lacrime di disfarti il trucco tesoro, tu sei bellissima e il tuo viso non può permettersi di arrossarsi o imbronciarsi. Tu illumini tutti con la tua allegria Bev, eri il mio sole e lo sarai per sempre.
Harry guardati adesso, sei un uomo ormai, forte e bello e ti meriti il meglio, non buttarti giù, non abbatterti. Hazza, sta accanto a B, lei ha bisogno di te e tu c’eri in ogni momento quando io ne avevo bisogno, difenderai lei dalla tristezza come difendevi me.
Zayn, Dio Jawaad, avrei così tante cose da dire a te come agli altri, ma spero di riuscire a riassumere tutto in poche righe, per non rischiare di annoiarvi. Tu sei sempre stato quello che mi sorreggeva quando sentivo che le mie gambe stavano cedendo, adesso sorreggi te stesso, anche se sono sicura che quelle spalle forti alzerebbero il mondo.
E ti prego Zayn, prenditi cura di Sam, lei fa così tanto la dura ma sappiamo tutti che non lo è. Sei l’unico che sia mai riuscito a cacciarle la maschera che porta. Non farti trascinare via dalla paura, sappiamo entrambi che potete farcela.
Sam, la mia Summer, sei così forte biondina che a volte pensavo che nemmeno un uragano sarebbe riuscito a smuoverti, solo dopo ho capito che l’uragano in realtà ce l’hai dentro. Una tempesta così forte che spesso potevi reprimere soltanto con quella freddezza che non ti appartiene affatto. Tu sei un fuoco che non smetterà mai di ardere. Ardi per me Sam, non buttarti via come sto facendo io.
E Niall, piccolo irlandese, non voglio che tu ti senta in colpa. Mentre scrivo mi sembra di trovarmi davanti ai tuoi occhioni lucidi e la cosa mi uccide. Sono sicura al cento per cento che sarai un ottimo padre per nostra figlia, che non le farei mancare nulla, che non le farai notare che io non ci sono, perché da solo vali più di cento me. Non voglio mentirti, non più, tu eri l’unica cosa che mi teneva con i piedi sulla Terra, ma suppongo che questo mondo fosse troppo per me, oppure ero io a non essere abbastanza?
Sei tutto ciò a cui penso quando parlo dell’amore.
Quando chiuderò gli occhi, per sempre, sono sicura che mi ritroverò davanti ai tuoi.
Ragazzi, so che è egoistico ma perlomeno sarò egoista fino all’ultimo, voglio affidarvi Hope, ad ognuno di voi.
Non fatele mai mancare l’amore, fatela sentire parte della famiglia che già siete, anche se so che tutte queste raccomandazioni non servono a nulla.
L’avreste fatto comunque, che io ve l’avessi chiesto o meno e per questo vi ringrazio.
Quando sarà più grande, magari in grado di capire, fatele leggere questa lettera. Voglio che sappia che la mamma la amava a tal punto da pensare di non essere abbastanza per lei. Ed è così.
Prima di andare voglio scusarmi ancora, Dio mio, quante volte ho chiesto scusa?
Penso che lo rifarò un’altra volta: scusate ragazzi, scusate la vostra immatura, egoista e stupida Candys.
Spero che avrete la forza di perdonarmi, non subito, magari più avanti, in futuro.
Sappiate che siete la cosa più bella della mia vita.
Per sempre vostra.
Candys.”
 
L’indomani fu, se possibile, peggiore del giorno stesso.
Era straziante sapere che quella mattina si sarebbe vestita per andare al funerale di Candys.
Come il giorno prima non pianse; si lavò, si asciugò i capelli e poi rilesse per l’ennesima volta la lettera.
In alcuni punti l’inchiostro era sbavato per le lacrime che Can aveva versato scrivendola.
La strinse al petto e guardò il soffitto.
Qualcuno bussò alla porta.
Sua madre aveva ancora gli occhi rossi per tutte le lacrime che aveva versato; la guardò malinconica, poi si sedette sul suo letto.
Non avevano più avuto occasione di parlare della sera del concerto, in quanto sua madre si era gettata a capofitto nell’occuparsi di Hope, quasi a cercare di evitare quella discussione.
Le appoggiò una mano sulla spalla, scostandola come in imbarazzo quando sua figlia la guardò.
- Sai, - iniziò ridendo amaramente. Le lacrime riaffiorarono lentamente. – ricordo che quando eri piccola mi chiedevi sempre perché le persone sono tristi ed io…

- Mamma ti prego risparmiamela. – la interruppe, alzandosi e rimettendo la lettera al suo posto.
Marie sospirò.
- Mi dispiace che tu debba sopportare tutto questo ma ce la farai, tu ce la fai sempre piccola mia.

Anche Sam sospirò e chiuse lentamente gli occhi, senza girarsi a guardarla. Le molle del letto scricchiolarono, e sua madre aprì la porta per uscire.
- Dovresti vestirti, stanno per arrivare le persone per le condoglianze. – disse ed uscì accostando la porta.

Summer ingoiò due lacrime silenziose ed indossò il vestito che Agnese le aveva lasciato sulla poltrona.
Era bianco, così bianco che quasi le bruciava gli occhi.
Con i ragazzi avevano deciso che non si sarebbero vestiti di nero, ma che avrebbero salutato Candys come si meritava, come se fosse un angelo.
 
Mezz’ora dopo Niall bussò per poi entrare lentamente.
Guardò Summer e poi la strinse in un abbraccio delicato, quasi spaventato, come se avesse timore di ciò che stava per accadere.
Entrarono tutti allo stesso modo. Vestiti come angeli, di bianco dalla testa ai piedi, con la testa basta e gli occhi vuoti.
L’ultimo ad entrare fu Zayn.
Summer sapeva che era giusto e lecito annegare nel dolore, ma quando lo vide si dimenticò per un secondo di tutto.
Era un’occasione più unica che rara vedere Zayn Malik vestito di bianco, figuriamoci del tutto vestito di bianco. Molto probabilmente quei vestiti erano nuovi.
Poteva giurare di non aver mai visto un indumento bianco addosso al moro.
Se gli angeli esistevano realmente, Summer era quasi del tutto convinta che sarebbero stati belli come Zayn.
Scosse la testa, sentendosi incolpa per i pensieri frivoli che le passavano per la mente. Stavano per sotterrare Candys, doveva pensare solo a quello.
 
Le persone arrivavano come se in casa sua si stesse svolgendo un party. Era sempre la stessa storia.
“Ci dispiace molto. Aveva tutta la vita davanti. Era una brava ragazza.”
Summer continuava a guardare il vuoto, seduta su una sedia accanto a Niall, di fronte alla bara bianca di Can.
Era straziante, pensare che da lì a poco la bara si sarebbe chiusa e di Candys sarebbe rimasto solo il ricordo.
Assaporò l’aspro gusto del dolore come se non l’avesse mai provato ed in un certo senso era così.
Non aveva mai sentito un tonfo così sordo nel petto.
Era come se in quel preciso istante le fosse stato portato via tutto e come accade sempre, solo in quel momento si rese conto di quanto Candys fosse importante.
Non era una consapevolezza, più uno schiaffo in pieno volto quando meno te lo aspetti, una doccia fredda o cose del genere.
Un dolore, puro e aspro dolore. Una marea di aghi conficcati nella carne. Una mancanza che solo una persona avrebbe potuto colmare, Candys.
La Candys che rideva sguaiatamente dimenticando i modi raffinati di corte solo quando era in loro compagnia, la Candys che li aveva portati di nascosto nella villeggiatura della famiglia reale in vacanza, la Candys che faceva parte di lei e che adesso non c’era più.
Si alzò lasciando la mano di Niall. Quella stanza stava diventando troppo stretta.
Zayn, appoggiato allo stipite della porta, la fermò per un polso.
- È tutto ok?

Il suo viso era duro come la roccia, eppure la sua voce uscì bassa e roca. Chissà quanto stava faticando per non far trapelare i suoi sentimenti.
- Ho solo bisogno d’aria. – boccheggiò e si girò velocemente andando a finire addosso a qualcuno. – Mi dispiace non…

Cercò di risistemarsi e si ritrovò di fronte a due occhiali che gli erano fin troppo familiari.
Aggrottò le sopracciglia, sperando di sbagliarsi, poi scosse la testa.
- Maximilian?

- Summer, io…
- No, no, senti, non credo che sia il caso che tu stia qui. – lo guardò in cagnesco. Ci mancava soltanto il reportage sul lutto della sua amica.
- Sam, noi… possiamo uscire un minuto?
Lo sguardo di Maximilian vacillo in quello di Zayn, che osservava la scena incuriosito e Max in modo decisamente non molto amichevole.
Sam guardò prima Zayn, poi Maximilian ed annuì, trascinandolo fuori. Quando fu sicura che nessuno potesse sentirli si fermò ed incrociò le braccia.
- Non so cosa tu sia venuto a fare qui, ma è troppo persino per un giornalista. – sbottò alzando, se possibile, ancora di più il sopracciglio.

- Summer io non sono stato del tutto sincero con te. – fece un respiro profondo e si guardò intorno cercando le parole adatte. Ma non c’erano parole adatte.
- Che intendi? – domandò lei, interdetta.
- Non sono un giornalista, sono il cugino di Candys. Ero semplicemente dispiaciuto del fatto che tu non ti ricordassi di me. – ammise imbarazzato.
Ci vollero un paio di secondi perché Sam assimilasse l’informazione.
Aveva davanti uno dei più prossimi discendenti alla corona d’Inghilterra e non sen era accorta, tanto era presa da Zayn e tutto il resto.
Lo guardò stranita, poi fece un passo indietro. Lui si avvicinò e le prese la mano.
- Sam, Summer lo so che non avrei dovuto mentire. Mi perdonerai?

Lo guardò per un secondo, poi gli lasciò la mano e se ne andò.
Era stanca delle bugie, stanca di tutto.
 
La madre di Candys non venne.
Non si presentò né a casa di Summer, per rivedere Candys per l’ultima volta, né alla cerimonia.
Il prete parlò a lungo quel giorno, parlò del dolore e delle sue cause, poi guardò i ragazzi seduti in prima fila.
L’unica macchia bianca in mezzo a tutto quel nero. Sorrise debolmente, commosso dai loro visi straziati, poi continuò il suo discorso.
- Ogni tanto ci chiediamo cos’è giusto o sbagliato. Spesso non sappiamo darci una risposta. Per esempio, è giusto che ad una così giovane età si conosca così bene il dolore da decidere che non si vuole più provarlo? Non so se siete d’accordo con me, ma io credo sia sbagliato. Non farò la solita omelia, sono sicuro che Candys si meriti molto di più da noi e ciò lo dimostra il vostro viso. Suppongo che non si fosse resa conto di quanta gente la amasse, perciò propongo un minuto di silenzio, perché tutti voi possiate ricordarle quanto la amate. Lei può sentirvi, perciò fate in modo che vi ascolti.

Il prete incrociò lo sguardo di Sam per un secondo poi si voltò verso l’altare.
Summer pensò che quell’uomo avesse ragione.
Non è giusto sentire così tanto dolore.
A nessuna età.



 



 

Angolo Autrice:
Bene, bene, ammetto che è stato difficile scrivere questo capitolo, anche perchè fortunatamente questo genere di cose non le ho mai vissute, quindi non so se ho reso bene l'idea.
Come vedete ricompare Max e posso solo anticiparvi che diventerà un personaggio abbastanza importante nel corso della storia, quindi questo è Max:



Volevo ringraziare tutte le persone che recensiscono, sguono o anche semplicemente leggono la stroia.
Per me significa tanto, quindi grazie davvero.
Alla prossima,
Angelica<3

Spoiler:
"- Tu cosa hai deciso, Zayn? Cosa hai deciso di fare della tua vita? Raccoglierai i pezzi o la lascerai allo sbaraglio? Non so tu, ma io mi sento in dovere verso Candys e verso Hope di rialzarmi nonostante il peso di tutto questo.
- Abbiamo tutti questo dovere, insieme ci rialzeremo.
- Allora perché ho l’impressione che tu stia sprofondando sempre più giù?
- Niall è complicato.
- Tutto è complicato, ma l’hai detto tu, sta a noi scegliere. Scegli di fare l’uomo, il duro che hai sempre fatto vedere agli altri. Corri da lei, raccogli i pezzi."

 

  
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