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Autore: Belieber_Jasmine_98_94    14/01/2015    5 recensioni
Alesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del grande e famoso Justin Bieber, suo padre.
Tratto dal primo capitolo:
-Wilson dove mi manderà?.- Chiese col tono di voce più preoccupato che potesse avere.
-Mi dispiace...so che hai sempre voluto evitarlo, ma dobbiamo, tuo padre deve prendere le sue responsabilità.-
-No, no, giuro che non mi drogherò più, non ruberò più nulla, me ne starò buona ma non mandarmi da Bieber, ti prego.-
**.
Tratto dal capitolo 24:
-Mmh..- Si alzò, facendo cadere lo sguardo sul polso rotto.-Sei bellissima, sono preoccupato, quanti ragazzi proveranno a portarti via da me?- L'attirò verso di sé, appoggiando la fronte contro la sua.
Sorrise.-Nessuno mi porterà via da te.-
-Davvero?-
-Sì.-
-Promettimelo.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo, annusando il suo profumo.
-Te lo prometto, ti voglio bene.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I'm the daughter of Justin Bieber.

'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

04/01/2014


 

Un mugolio fuoriuscì dalle labbra della ragazza a letto, ancora addormentata, nonostante fossero le undici del mattino.

-Signorina Alesha, suo padre mi ha detto di svegliarla, e di dirle che deve scendere subito a fare colazione.- Le comunicò gentilmente la domestica. In teoria avrebbero dovuto pranzare tra un'ora, ma con tutto ciò che avevano da fare non ci sarebbe stato tempo.

-Voglio dormire.- Rispose affondando il viso sul cuscino, mentre, Grazia, questo era il nome della domestica, sorrise, ed alzò le persiane, permettendo ai raggi del sole di entrare in quella stanza.

-Signorina?- Grazia si fermò in piedi accanto al letto, scrutando con attenzione il corpo di Alesha, avvolto tra le coperte rosa.

Si era già riaddormentata, stretta al suo orsacchiotto.

-Alesha.- La scosse per il braccio, risvegliandola.-Alesha si deve alzare.- Disse stavolta più dolcemente.

La ragazza sbatté più volte le palpebre, cercando di capire dove avesse già visto quel viso. Occhi verdi, viso ovale, capelli legati in una crocchia ordinata.

-Grazia!- Esclamò levandosi le coperte per saltarle addosso ed abbracciarla.-Oh, mio dio, non ci credo, sei veramente tu.-

-Si, sono io signorina Alesha. E sappia che ho quarantanove anni suonati, quindi faccia piano.-

-Scusa, io..è che non posso crederci.- Grazia, l'aveva cercata fin dall'inizio, e mai, si era arresa. Era molto legata a quella bambina, forse quanto lo era Justin. Dopo anni, quando Alesha era andata in California, erano riuscite a contattarsi e vedersi anche se, soltanto un giorno. La ragazzina aveva supplicato Grazia di non dire nulla al padre, ma non sapeva se le aveva dato retta o meno.

-Adesso si alzi, io vado a prepararle la colazione.- E si congedò così.

Alesha, invece di fare ciò che gli era stato detto, tornò sotto le coperte, a dormire. Appunto, quando Grazia ritornò provò a svegliarla di nuovo.

Fu tutto inutile.

La domestica sospirò, e uscì da quella stanza rosa, per raggiungere Justin, che, in cucina, aspettava Alesha per fare colazione.

-Signor. Bieber, non ho idea di cosa fare per svegliare sua figlia.-

-Ha alzato le persiane?-

-Si. All'inizio abbiamo pure parlato, credevo si fosse svegliata del tutto, invece dormiva ancora più di prima.-

-Beh, allora provo io a svegliarla, sa, questo pomeriggio abbiamo molto da fare.- Le spiegò velocemente avviandosi verso le scale.-E per la colazione di Alesha avvisi il cuoco di farla doppia.- Detto questo se ne andò. Era agitato, quel giorno ci sarebbe stato il ricevimento di sua figlia.

Tutti l'avrebbero finalmente rivista, e non in foto. Avrebbe fatto una bella impressione? Si sarebbe fatta odiare?

Ci sarebbero stati molti fotografi, i suoi amici, la sua famiglia, tutti.

-Alesha.- Entrò nella sua stanza, e quasi sorrise nel vederla stretta a Buggy Bear. Si avvicinò e salì sul letto, scuotendola delicatamente. -Alesha sono le undici, questo pomeriggio hai un ricevimento.- Le ricordò alzando il tono di voce.

-Non mi interessa.- Rispose lei in un un sussurro.

-Non farmi usare la forza.- La minacciò togliendole le coperte di dosso. Alesha ridacchiò, ricoprendosi .-Forza? Quale forza?- Domandò sarcastica.

Justin aggrottò la fronte, offendendosi immediatamente.-Quale forza?- Chiese stupito prima di alzarsi e prenderla in braccio di peso.-Questa forza.- Le fece notare caricandola sulla spalla.

-Sono stanca, ho sonno e non ho dormito.- Mentì, tentando di convincerlo a lasciarla dormire.

-Bugiarda, russavi come un maiale.- Ribadì lui aprendo la porta del bagno, collegato alla stanza.

-Non è vero.- Borbottò stancamente.

-Lavati il viso e fai una doccia veloce, dopo vieni a fare colazione. All'una del pomeriggio verranno a prepararti per il ricevimento.-

-Posso farlo anche da sola.-

-No, non è vero.-

-Si invece.- Justin decise di non continuare, e la adagiò sul mobiletto del bagno. -Non fare tardi Alesha.- Le disse puntandole un dito contro.

Lei si limitò ad annuire, ma il padre sapeva che non la stava prendendo con serietà.

-Sono serio, non sto scherzando.- La avvisò incrociando le braccia al petto.

-Anche io sono seria.- Mormorò alzandosi. Accese l'acqua calda della doccia, rimanendo in silenzio a guardare.

-Che palle però.- Alesha sbuffò nuovamente, passandosi disperata la mano tra i capelli.-Sono i miei capelli, e so come gestirli.- Continuò a piastrarli, guardando dritto nello specchio davanti a sé. La parrucchiera sbuffò.-E va bene, ma a me lascerà fare gli ultimi ritocchi.-

La ragazza annuì appoggiando la piastra sul bancone.-Ho intenzione di fare la treccia da un lato e lasciare dei capelli ricadere un po' dall'altro lato.- Spiegò sorridendo alla donna dietro di lei.

-Va bene.- Misero in pratica ciò che avevano deciso, ed il risultato fu fantastico.-Ora verranno le truccatrici.-

Alesha annuì.-Perchè prima i capelli del il trucco?- Domandò curiosa.

-Perchè se prima ti trucchi, e dopo ti lavi i capelli si rovinerebbe metà viso.-

-Oh.-

-Ci vediamo Alesha, e buona fortuna.-

-Arrivederci signora Smith.-

Dopo una lunghissima ora finirono anche di truccarla, anche se Alesha credeva fosse fin troppo eccessivo. Dopodiché fu lasciata sola, coi futuri vestiti da indossare. Prese il cellulare e controllò l'ora.

Erano le quattro e mezza del pomeriggio, il ricevimento iniziava alle sei e lei aveva intenzione di fare merenda. A chi poteva chiedere di portarle qualcosa da mangiare?

-Justin!- Gridò aprendo la porta della stanza in modo che lui la sentisse.

-Che vuoi!?- Rispose abbastanza irritato. Era seriamente in crisi con la sua cravatta.

-Vieni un attimo?- Urlò giocherellando con le mani.

-No.-

-Ti preego!- Lo pregò, utilizzando il suo tono più dolce.

-Arrivo, arrivo.- Ci mise poco a raggiungerla nella sua stanza, visto che era a pochi metri da lì.

-Che c'è?- Disse in un sospiro, mentre si sedeva sul bordo del letto.

-Ho fame.- Alesha si girò verso di lui, sbattendo più volte le palpebre.-Mi vai a prendere qualcosa da mangiare?-

Justin inclinò la testa verso destra, sorpreso per quella sua richiesta, ma anche per la perfezione di sua figlia. Col trucco era anche più bella, se possibile.-Ti stanno bene quei capelli.- Si complimentò squadrandola dall'alto verso il basso.

-Si lo so, ma io ho fame.-

Justin alzò gli occhi al cielo.-Tu hai sempre fame. Cosa vuoi mangiare?-

-Non lo so, però ho fame.- Guardò suo padre che indossava dei jeans blu, la camicia azzurro cielo, la giacca grigia e la cravatta abbinata a tutto il resto. Rise, per il modo in cui era stata messa la cravatta e si inginocchiò di fronte a lui.

-A quanto pare non hai ancora imparato.- Mormorò slegandogliela. Un leggero rossore comparve sulle guance del padre. Era seriamente impedito a fare i nodi, ed erano anni che ci provava.

-Sono sempre meglio.- Borbottò complimentandosi da sola, e allontanandosi da lui, che continuava a fissarla.

-I.io torno subito.- Tornò dopo cinque minuti con una frittella alla nutella in mano. -Va bene questa?- La porse a sua figlia, che gli sorrise a trentadue denti.-Grazie.-

-Di niente. Posso restare qui?-

-Uhm.- Biascicò con la bocca già piena. Lui mormorò un grazie, e si risedette nello stesso punto di prima. Non poteva fare a meno di fissare Alesha. Forse quel trucco era eccessivo, ma doveva dirglielo oppure rimanere in silenzio? Scelse la seconda, e si limitò a guardarla, in quel momento divertito. Osservava come cercava di mangiare senza sporcasi il viso e rovinare il trucco.

-Non c'è nulla di divertente.- Ribadì Alesha notando quello sguardo.-Non mi va più, tieni.- Gli porse il poco restate della frittella per poi allontanarsi e andare a lavare le mani.

-E certo, mi hai lasciato la parte senza più niente.-

-E' già tanto che te l'ho lasciata.-

Alesha ricomparì in camera all'istante.-Mancano poco ed io non sono ancora vestita.- Disse tra sé e sé, afferrando ciò che avrebbe dovuto indossare.

-Beh, devo uscire o..?- L'ultima volta che aveva visto sua figlia senza vestiti erano stati anni fa e ricordava come reagiva.

 

Flashback:

-Justin puoi andare tu a vestire Alesha? Sai, continua a sbagliare il lato delle magliette, e non vuole che io la aiuti.-

Il ragazzo annuì, smettendo di giocare con l'xbox.-Perchè non vuole che l'aiuti?- Domandò incuriosito.

Scosse la testa.-Non ne ho idea. Parlaci tu, a te ti ascolta.- Commentò abbastanza acida. Era gelosa del rapporto di Alesha e Justin, sembravano per davvero padre e figlia. Forse perchè Justin era un giovane diciottenne, ancora adolescente a differenza di Selena.

-Selena...-

-No, ti prego, non parlarne.- Lo interruppe con un gesto della mano.-Tra un quarto d'ora esco con Taylor, non so a che ora sarò a casa.-

-Va bene, ci vediamo dopo allora.- Non c'era nemmeno il bisogno di baciarla, perchè sapeva che si sarebbe ritratta con un qualche tipo di scusa. Ormai era sempre così.

-Piccola dove sei?- Justin entrò nella stanza della sua bambina, ma di lei nessuna traccia. Allora provò nel bagno, ma niente ancora. Lui lo diceva che doveva essere controllata quando faceva il bagno, aveva otto anni, ma la statura di una bambina di cinque anni, poteva essere scivolata dalla vasca.

-Alesha mi stai facendo preoccupare!- Alzò la voce e corse nella camera condivisa con Selena.

-Alesha è qui!- Gridò in risposta la bambina, stringendosi nel suo piccolo accappatoio.-Però non puoi entrare non mi sono vestita.-

Il biondino si portò una mano sul petto, sentendo il battito del cuore tornare normale.-Posso entrare? Per favore?- Chiese dolcemente, attendendo una risposta affermativa dall'altro lato della porta.

-Si, però non mi guardare.- Justin entrò, chiudendosi la porta alle spalle.-La mamma ti ha già asciugato i capelli?- Si avvicinò a lei, che, seduta a letto, lo guardava con attenzione. Voleva capire cosa ci facesse lì.

-Si, guarda sono morbidi.- Gli porse una ciocca, che Justin prese, rigirandosela tra le mani.-Ma che belli, sono morbidissimi.-

-Perchè sei venuto?- Domandò portandosi il dito mignolo tra le labbra.

-Volevo vederti.- Sparò a caso accarezzandola.

-Te l'ha detto Sel...la mamma vero?- Il padre arricciò il naso era appena stato colto in flagrante dalla figlia?

-Si, ha detto che non vuoi farti aiutare.- Constatò inginocchiandosi sino ad arrivare alla sua altezza.-Me lo dici perchè?-

Scosse la testa.-No, non voglio.-

-Perchè?- Prese le sue mani, giocando con le piccole dita.

-Perchè no.- Mormorò scuotendo di nuovo la testa.-Mi dai quella canottiera?- Indicò un punto impreciso della stanza,supplicandolo con lo sguardo.

Justin, rimasto abbastanza deluso da quelle risposte, sbuffò, afferrando ciò che gli era stato chiesto. Di solito Alesha gli diceva tutto, perchè quello no?

-Puoi girarti che devo metterla?-

Il ragazzo si girò, e quando Alesha ebbe indossato la canottiera e le mutandine poté tornare a guardarla.

-Non mi vuoi più bene?- Justin provò ad utilizzare un metodo diverso per convincerla e farla parlare. Conosceva il suo punto debole.

La bambina sgranò gli occhi, portandosi la mano sulle labbra. -Si che ti voglio bene!- Gridò prima di tirargli una sberla sul naso.-E non dirlo più!-

-Perchè non vuoi cambiarti davanti a nessuno?- Sussurrò guardandola dritto negli occhi. Alesha sbuffò, prima di alzare la maglietta fin sotto il seno non ancora cresciuto.

-Oh cazzo....- Justin avvicinò la mano su tutti quei segni rosso fuoco, ma la maglietta fu subito riabbassata.

-Amore fammi vedere un..- Fece per rialzargli la maglietta e capire l'origine di quei brutti segni rossi, ma lei si ritrasse subito, scuotendo la testa.

Odiava quei segni, odiava il fatto che glieli avesse fatti la persona a cui teneva di più e odiava sapere che ora anche Justin ne era a conoscenza. Cerchiò le braccia attorno alla vita e la strinse, come per proteggersi.

-Amore soltanto un attimo.- Delicatamente, senza smettere di guardarla dritto negli occhi le tolse le braccia strette attorno alla via, lasciandole cadere ai suoi lati. Poi, posizionò le mani sull'orlo della maglietta, avendo quasi paura di rivedere ciò che c'era sotto.

Prese un bel respiro profondo, prima di tirare su la canottiera. Sgranó gli occhi. Tra i tre segni di frusta sul suo piccolo corpo . Davvero non capiva quale fosse la peggiore. Chi avrebbe mai potuto fare del male a un angelo come lei?

-Sono brutti vero?- Alesha ruppe il silenzio con quelle semplici, ma dure parole. -I.io...fanno schifo lo so, ma puoi anche non guardare.- tiro giù la canotta guardandolo con occhioni dolci.

-non fanno schifo; Alesha, mi dispiace così tanto.- la prese tra le braccia, accarezzandole la schiena.-Mi dispiace.- ripeté lasciando le lacrime scorrere libere sul suo viso. Tiró su col naso , appoggiando il mento sulla spalla della sua bambina. Perché lo avevano fatto? Perché lui non c'era stato?

-S.sei bellissima e lo sai giusto?- riuscì a dire tra i singhiozzi.

-Si lo so- esclamò prima di fare un sorriso a trentadue denti e staccarsi da quel abbraccio quasi soffocante .

-e allora non dire più che fai schifo ok?-

Alesha lo guardo stupita, sorprendendosi molto per quelle lacrime. Si avvicinò, cercando di asciugargliele con le mani.-Io ho detto che quelli fanno schifo, non che io faccio schifo. Lo sai che sono la più bella del mondo!-

Justin sorrise, smettendo finalmente di piangere. Chi le aveva dato tutto quell'entusiasmo?

-Si, lo so che sei bellissima. Vieni qui e abbracciami.-

-La barca affonda, ma poi risale. Noi mangiamo, ma poi truffiamo. Elisa balla, e poi si sballa. La mia pazzia è solo teoria, tu...vattene via.- Justin si appoggiò con entrambi i gomiti sul bordo della vasca, ed aggrottò la fronte sentendo le parole che fuoriuscivano dalle labbra di Alesha.

-Credo che tu abbia fallito, dovresti saperlo amico. Tra noi due non c'è più niente, non fare l'insolente. Questo è un addio, ma ricorda, che ci sarà dio.- Concluse afferrando la paperella che le era stata regalata da Selena.

-Che cosa vuol dire?- Sussurrò tirando su le maniche della felpa che portava.

-Non lo so, era nella sua lettera d'addio.- Borbottò riferendosi alla madre.

-Oh..- Il giovane cantante prese lo shampoo, versandone un po' sulla mano.-Ti manca?- Domandò poi insaponandole i capelli.

-Non lo so.- Disse inumidendosi le labbra.-Un po' si e un po' no.- Constatò chiudendo gli occhi, per paura che il sapone le arrivasse sul viso.

-Perchè a volte la adoravi, e altre non ti piaceva proprio giusto?-

Si limitò ad annuire e sorridere lievemente mentre l'acqua le scorreva tra i capelli.

-Mi dispiace, ci sarei potuto essere prima per te.- Disse veramente dispiaciuto.-Ti avrei potuta salvare.-

-Mi avresti davvero presa con te?- Chiese voltandosi di scatto verso di lui, e trafiggendolo con quegli occhioni verdi.

-Si Alesha, lo avrei fatto.- Disse prendendo il balsamo. Erano passati tre giorni da quando aveva visto quei segni, ed ora l'assisteva ogni volta per fare il bagno.

-Ma io non sarei venuta, perchè sono troppo bella.- Scherzò schizzandolo con l'acqua.

Justin rise leggermente, schizzandola di sua volta.-E anche modesta.-

-No, non è vero.-

-Si invece.-

-No, io sono bellissima e basta. La verità fa male.- Si divertirono, risero per tutto il tempo e il giovane si sentiva sempre più male, al solo pensiero che Alesha non aveva avuto una vita normale, come tutte le bambine della sua età avrebbero dovuto avere.

Fine Flashback.

Lo sguardo di Justin si posò sul corpo della figlia. Si spostò più indietro sul letto, per avere una migliore visuale. I segni c'erano ancora? Si chiese mentalmente inclinando la testa verso destra.

-Sono spariti tutti e tre?- Domandò allungando una mano verso di lei.

Alesha annuì.-Si vedono a malapena.- Spiegò indietreggiando. Diede la schiena al padre e con un semplice gesto sganciò il reggiseno, per indossare un top nero completamente in pizzo, che le copriva soltanto il seno.

Scosse la testa, chiedendosi perchè avevano scelto proprio quei vestiti. Le piacevano molto, ma forse era esagerato.

-E dovresti uscire con quello?- Quasi urlò, Justin sconvolto.

-Devo metterci sopra questa specie di camicia, e per me non è un problema.- Disse prima di indossare una camicia bianco latte. Dopo, prese una gonna corta fino a metà coscia, nera a vita alta, la indossò e al suo interno infilò i bordi della camicia che fuoriusciva.

-Quella gonna è cortissima.- Commentò lui acido.

-Meglio. Magari farò conquiste.- Disse facendo spallucce. Prese dei tacchi neri brillantinati, li indossò e diede un ultima sistemata i capelli.-Possiamo andare.-

-Guarda che fuori fa freddo.- La avvisò sbuffando.-Mettiti una giacca.-

-Le mie uniche due giacche non si abbinano a questi vestiti, tesoro.- Disse in un tono alquanto strano da far sorridere Justin.

-Mia madre te ne ha prese molti, controlla nell'armadio.- Alla fine trovò un giubbotto bianco, che si abbinava al resto, ed uscirono assieme di casa.

-Nervosa?- Sussurrò Scooter all'orecchio di Alesha, che annuì soltanto.

-Abbastanza.- Rispose sincera.-C'è decisamente troppa gente già adesso.- Aggiunse abbassando lo sguardo.

-Tutti vogliono vedere la figlia di Justin Bieber. Chiunque vorrebbe ''esserci'' oggi, e questo è solo l'inizio.-

Alesha sospirò, inumidendosi le labbra. Erano in auto, una limousine nera per la precisione. Fuori, a cercare di riprendere qualcosa tramite il vetro c'erano paparazzi, fotografi, fan, beliebers.

Justin, seduto a destra della figlia sorrideva falsamente a tutti quanti. Forse in quel momento stava meglio perchè i segni che Alesha aveva sul ventre erano svaniti.

O quasi.

Mentre Alesha, si sentiva meglio per il fatto che stesse andando finalmente d'accordo con il padre. E se avessero riallacciato i rapporti? Sarebbe stato veramente fantastico, benché fosse ancora arrabbiata.

Ad un tratto la ragazza prese la borsetta, tirando fuori uno specchieto e delle salviette umide.

-Cosa stai facendo?- Chiese allarmato Justin quando cominciò a passarsene una sul viso.

-Troppo trucco, non mi serve tutto questo fondotinta.- Rispose facendo spallucce.

Il cantante annuì comprensivo, d'accordo con ciò che aveva detto.-Però non era male.

Rimasero in silenzio per tutto il tempo, fino a che non si fermarono di fronte a un tappeto rosso.

-Alesha.- Justin chiamò sua figlia, porgendole la mano.-Vieni, dobbiamo entrare insieme.- La ragazza indugiò sul fatto di stringergli la mano, avrebbero dimostrato che tutto era tornato come prima, ma non era vero.

Scosse la testa, avvicinandosi a lui.-Non c'è bisogno della mano.- Disse decisa. Lui annuì soltanto, cercando di non far capire che ne era rimasto male. Scese dall'auto, aspettando poi, che la figlia facesse lo stesso.

Quest'ultima prese un bel respiro prima di poggiare soltanto un piede a terra. Si diede un piccolo slancio e fuoriuscì dall'auto. Un ondata di luci travolse il viso della bella ragazza, che socchiuse leggermente gli occhi, seguendo Justin che, a differenza sua camminava sicuro. Due guardie del corpo si affiancarono a loro, seguendoli passo per passo.

-Vuoi fare un discorso?- Le chiese Justin gentilmente.

-Non ci pensare nemmeno.- Esclamò tentando di sovrastare il forte rumore che c'era.-

Dopo un po' si ritrovarono a 'posare' per i fotografi, ma entrambi si dimenticarono di sorridere. Assunsero posizioni serie, e dovette intromettersi Scooter per avvicinarli di più e farli sembrare almeno più 'legati'

-Alesha ! Dove sei stata per tutto questo tempo!?-.

-Alesha dov'è finita la bambina che c'era prima!?-.

-Alesha Selena è davvero morta? Perchè non hanno trovato il corpo!?-

Tutte quelle domande fecero rabbrividire la giovane donna, che si strinse in quella camicia leggera.-Quanto dobbiamo rimanere qui?- Stava cominciando ad agitarsi.

-Abbiamo finito, le ultime foto e poi andiamo.- Rispose Scooter accarezzandole la guancia.

-Ok...-

Finirono dopo una lunghissima mezz'ora, tornarono in auto, e partirono per il ricevimento che si teneva a pochi chilometri da lì, più di preciso nella grande villa della madre di Justin.

-E' davvero troppo.- Sussurrò Alesha coprendosi il viso con le mani.-Ora ancora fotografie?- Domandò disperata..

-Probabile, ma il ricevimento è al chiuso, tranquilla.- Disse Scooter accarezzandole la schiena.-Solo...se ti chiedono un sorriso non è che potresti farlo?-

Scosse la testa.-Non mi va di sorridere.-

-Ma...-

-Ho detto che non mi va, non sorrido se non ne ho voglia.- Spiegò giocando con la ciocca dei capelli.

-Siamo arrivati.- Avvisò Justin aprendo la portiera. Sorpassarono di nuovo le grandi folle, stavolta, però, tenendosi per mano.

-Potresti perderti qui dentro.- Le aveva spiegato Justin stringendo la presa. Alesha alzò gli occhi al cielo, sentendosi come una bambina piccola.

Una volta arrivati di fronte alla porta entrarono in quel posto lussuoso, decorato apposta per loro.

-Justin!, Alesha!- Gridarono tutti i presenti correndo verso di loro.

Pattie, la madre di Justin, fu la prima ad abbracciare la nipotina, che credeva fosse morta. Gli era mancata tanto. Amava stare con lei quando i genitori non potevano farlo per lavoro, anche se era raro che Justin la lasciasse sola.

-Non ci credo.- Singhiozzò contro il suo collo.-Sei ancora viva.-

-Già.-

''Beh, grazie per tutto l'ottimismo''- Pensò dentro di sé Alesha, che riluttante ricambiava l'abbraccio. Non che avesse qualcosa contro nonna Pattie, ma, sapere che anche lei ha mollato nelle sue ricerche, l'aveva delusa.

Tutti lo avevano fatto.

Salutò i presenti con un piccolo abbraccio. Ryan, Chaz, Khalil, Jeremy tutto il resto degli amici di Justin, gli zii.

Alesha, anche se con fatica, riuscì a liberarsi da tutte quelle persone e si rintanò in un angolino, pronta a fare l'asociale.

Tolse i tacchi, che credeva la stessero veramente uccidendo e sospirò guardandosi attorno. Si annoiava, ed era circondata da gente, secondo lei falsa.

-Alesha!- Sbuffò, nel sentirsi chiamare dall'altra stanza, non voleva tornare da quelle persone che ritenevano di volerle bene. Si era già stancata di recitare ed era soltanto l'inizio.

-Arrivo.- Lasciò a terra le scarpe, e tristemente li raggiunse.

-Dove sei stata? Ti aspettavamo per tagliare la torta.- Disse Pattie prendendola per mano e conducendola al centro del grande tavolo da pranzo.

-Torta? Sinceramente non ne avrei molta voglia.- Mentì quando vide la grande torta al cioccolato sopra il tavolo.

'Bentornata' Era la scritta che appariva scritta in rosa shocking, a quanto pare avevano dimenticato che ora ne aveva 17 di anni, e non 8.

-Ma che carini...- Disse con voce falsamente mielosa.

Finse un sorriso, e si avvicinò alla nonna, che la incitava a tagliare la torta. Lo sguardo di Alesha però cadde sulla donna che aveva accanto. Era invecchiata dall'ultima volta che l'aveva vista. I capelli avevano molte ciocche grigie. Il viso era pieno di rughe, e poteva giurare di vederla più bassa.

Ma chi poteva saperlo?

Tagliò la torta, con una serietà che Justin stentava di riconoscere. Prima avrebbe sorriso, gridato di come fosse bella la torta, ma avrebbe aggiunto che lei sarebbe stata comunque più bella.

-Tieni, mangiane pure due.- Zia Lexy offrì un piatto ad Alesha, che però rifiutò con un sorriso.-No, grazie, non ho fame.- E si allontanò di nuovo da quel gruppo che pareva divertirsi anche senza di lei.

Pure Justin dava l'impressione di essere per davvero felice.

Sbuffò, aveva voglia anche lei di mangiare la torta, ma voleva far capire che non era contenta di stare li con loro.

Dopo un'ora, le cose cominciarono a farsi più movimentate, per gli altri. Justin ballava con Pattie, sotto della musica rock. Tutti si stavano divertendo tranne lei, che aveva deciso di non farlo.

-Dio, chi è questa bellissima ragazza?- Jaxon, il fratello minore di Justin, si inginocchiò di fronte ad Alesha. Le prese la mano, rivolta verso il palmo, su cui vi posò un dolce e casto bacio.

-Milady, il mio nome è Jaxon ed è un piacere conoscerla.-

Alesha non poté evitare di ridere, proprio come una tredicenne in preda agli ormoni, e arrossire allo stesso tempo, sotto gli occhi di tutti i presenti, che, per sentire la conversazione avevano pure spento la musica.

-Io sono Alesha, e il piacere è tutto mio.- Rispose senza smettere di sorridere.

Jaxon si tirò su in piedi , e ricambiò il suo sorriso contagioso.-Un bellissimo nome per una bellissima ragazza, perchè non ti ho conosciuta prima dolcezza?-

Lei non rispose, si limitò a guardarlo dritto negli occhi. Erano azzurri, quasi blu, proprio come quelli di Pattie. Cazzo,poteva perdercisi dentro.

La stessa cosa stava pensando Jaxon, che, per la prima volta aveva provato qualcosa nel guardare dritto negli occhi una bellissima ragazza.

Entrambi, avevano intuito che era appena scattato qualcosa tra di loro, ma non sapevano esattamente cosa.

Justin, che se ne era stato in silenzio ad ascoltare, si avvicinò, portando la mano sulla spalla del fratello diciassettenne.-Non ci starai mica provando con mia figlia vero?- Sibilò cercando di mantenere un espressione tranquilla sul viso.

Subito gli occhi color mare di Jaxon, si scontrarono con quelli verdi/azzurro di Alesha. Entrambi, molto spaventati.


Pov Autrice:

Alesha (Sarah Hyland)

Non tirata insieme:


 

Tirata insieme:


 

Scusate il ritardo, ho cercato di farmi perdonare con un capitolo abbastanza lungo (11 pagine word). Per ora tra loro sembra andare ok, ma non aspettatevi che abbiano già fatto pace... ce ne vorrà ancora molto.


 


 


 


 

 

  
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