Grazie a Miyavi e a chi ha messo come loro preferito questo
racconto.
Speriamo di darvi
quanto sperate!
Ah, mondo speranza…XD
Un capitolo corto,
tutto per Crystal.
Un altro, piccolo
passo per tutti e due.
Con introduzione
di due personaggi prima mai visti…
Ma che troveremo
ancora, più in là…
Maybe X3
Buona lettura!
Capitolo 18: “Bury me”
Se ci si lascia trasportare dalle emozioni,
siamo spinti a reagire incautamente.
In una continua catena di vita
in grado di portare alla rovina.
Pioveva.
Odore di acqua e polvere regnava incontrastato su quella città svuotata da
ogni forma di vita esistente sul pianeta: solo case diroccate e mura distrutte.
Nient’altro.
In lontananza il ticchettio delle lancette del vecchio campanile che
rintoccava l’inesorabile ora caduta su quella terra abbandonata da tutti; e
Crystal che camminava silenzioso fra quelle strade colme di antichi ricordi non
ancora perduti.
Un passo dopo l’altro segnava l’inesorabile meta che egli poteva già
scorgere con quei suoi occhi amareggiati, turbati da una decisione che,
probabilmente, si sarebbe rivelata solamente la più sbagliata della sua vita.
Mani in tasca, si fermò davanti a quell’unica casa ancora intatta, lo
sguardo fisso su questa, inquieto. Ne osservò i contorni mentre la sua mente
vagava altrove:
le finestre semi-aperte che lasciavano intravedere l’interno,
completamente arredato in legno di noce; l’immenso balcone del secondo piano
dove notò Zero, uno dei suoi sottoposti, che lo salutava sventolando la mano
allegramente in un ottima interpretazione di una vecchia megera; ed infine il
suo sguardo si abbassò, tornando al giardino all’inglese, nel quale scorse una
giovane ragazza andargli incontro sorridente, le mani intrecciate dietro alla
schiena.
I lunghi capelli biondi per nulla intimiditi dalla pioggia che scrosciava
ininterrottamente, gli occhi di un luminoso azzurro rivolti
solamente a lui, come quel sorriso stampato sulle timide labbra di lei.
Hope l’aveva atteso, come promesso.
Il giovane vampiro si portò una mano fra i capelli bagnati, osservando la
ragazza con una morsa al cuore.
Stava sbagliando…
Stava sbagliando tutto…
«…Bentornato Crystal…» sussurrò lei, le mani che andavano a posarsi sul suo
petto, felici di poterlo toccare dopo tanto tempo.
Il vampiro chiuse gli occhi angosciato mentre
andava a posare le mani gelide ai fianchi di lei, stringendola a sé con vigore,
come se nulla lo tormentasse.
Non poteva lasciarsi andare alle sue emozioni, conscio del fatto che lei
poteva percepirle, trascinandola con sé nell’abisso dei suoi tormenti privati.
«…Ciao Hope…» abbozzò un debole sorriso, appartando per un breve momento le
sue amare intenzioni « entriamo…sei già fradicia…».
Quella sorrise allungando una mano verso quella di lui, intrecciando le
loro mani in un’unica cosa.
Crystal non rifiutò quel contatto, stando ben attento a comportarsi come al
suo solito, sentendosi un vero codardo.
Sentiva di non avere il coraggio di lasciare quella fragile creatura, la
cui unica sfortuna era stata quella di incontrarlo, in quel maledetto corridoio
del castello della Regina.
La condusse fino alla cucina, senza aprir bocca, in un silenzio che si
rivelò difficile spezzare. Le sistemò la sedia in maniera tale che ella potesse comodamente sedersi, senza spiegazzare quel
stupendo abito bianco che portava con eleganza innata. Uno stile del tutto
simile a quello di Crystal con cui aveva vissuto per due anni interi, assieme a
Zero ed Haleck.
Hope posò entrambe le mani al grembo mentre lui andava a sistemarsi in una
sedia di fronte a lei, lo sguardo leggermente vacuo, perso a pensare al motivo per cui si trovava in quella casa, seduto ad un tavolo con
la sua…fidanzata.
Una mano andò ad accarezzare nervosa l’anello di platino che portava al
collo, per poi rigirarlo velocemente fra le pallide dita:
«…come prosegue la tua missione…?» chiese la ragazza quasi sottovoce.
Pareva avesse percepito l’ansia che aleggiava attorno a Crystal
mostrandosi, tuttavia, sempre discreta.
Anche per questo il giovane vampiro l’aveva amata ma…
«…va tutto per il meglio» rispose tranquillamente il moro, posando un
gomito al tavolo, l’anello ancora fra le sue dita.
« Io piuttosto gli chiederei… “amore mio, com’è che stai impiegando tutto
questo tempo per quella stupida missione?” » intervenne Zero, posato allo
stipite della porta, un sorrisetto divertito stampato sulle labbra spesso
compiaciute.
Hope sorrise tesa, le dita che iniziavano a rigirarsi irrequiete quando lo
sguardo si allontanò da Crystal per posarsi allora al parquet.
«…Inopportuno come sempre» commentò seccamente il vampiro, notando una
scintilla maliziosa attraversare i profondi occhi marroni dell’altro, che
avanzava verso di loro con una camminata falsamente annoiata.
Poi tornò a posare la sua attenzione sulla bionda seduta davanti a lui, le
cui gambe accavallate sembravano tremare leggermente.
Era preoccupata e tesa.
Maledizione.
«…Beh…probabilmente ritarda così tanto a causa della nuova compagnia con
cui viaggia…» proseguì Zero, posando entrambe le mani allo schienale della
sedia su cui era seduta Hope, accarezzandole con finta nonchalanche i soffici
capelli biondi.
La giovane strinse leggermente il vestito, tentando di non farne una
tragedia. Dopotutto…non potevano fargli altro che bene nuove amicizie…
«…non più tu e Tom…?» chiese timorosa, continuando a sorridere docilmente a
Crystal che fissava di sbieco Zero.
«…no…non più…» rispose lui, socchiudendo gli occhi, contenendo la rabbia
che cresceva man mano in lui.
Zero, conscio del fatto che il master davanti a lui non poteva scoprirsi
troppo, continuò, infierendo maggiormente sulla piccola Hope di cui percepiva
l’ansia crescente:
«…davvero una bella compagnia, sai Hope…? E non mancano di certo le belle
ragazze…» ghignò sadico, avvicinando la bocca all’orecchio della bionda «…ma
credo tu debba preoccuparti di più dei ragazzi…credo tu sappia che il nostro
benamato Crystal…».
« Ora basta » ringhiò il vampiro, scattando furiosamente in
piedi, entrambe le mani strette a pugno, di cui una andò a sbattere
contro il muro che crepò senza troppa fatica.
«Che uomo violento il tuo… “master”, tesorino…» osservò un giovane di bell’aspetto, giungendo gagliardo sulla soglia della porta.
Tamos indossava solo un paio di pantaloni neri di flanella, il petto
scoperto a mostrare i muscoli di un guerriero. Lui era il generale che aveva
tradito l’esercito di Amestris. Si posò con nonchalanche al divano vicino all’ingresso,
intrecciando le mani su un ginocchio. Un sorriso bonario sul volto.
«…Ma violento è bello…» gongolò Zero, accarezzando lascivo il collo di Hope
prima di allontanarsi il minimo necessario dalla ragazza, che si mostrava
sempre più perplessa e confusa. Cercò lo sguardo di Crystal, ma non lo trovò.
« Non posso sopportare di essere interrotto proprio quando devo parlare a
Hope, in privato » disse questi.
«…Ah, il principino ha colpito anche te…» osservò
divertito Tamos, ben consapevole della regalità del suo precedente comandante.
Zero, i cui capelli arrivavano poco sopra le spalle, sorrise allegro
affiancandosi a Tamos, le braccia incrociate davanti al petto fasciato da una
fine camicia bianca che nulla lasciava immaginare:
«…Crys Crys…tanto lo
verranno a sapere tutti…».
Il vampiro respirò profondamente, irritato da tutte quelle intrusioni che
altro non facevano se non complicargli il compito già arduo di suo:
« Il vostro principe è irrimediabilmente…seccante » disse avvicinandosi alla ragazza il cui sguardo era,
ormai, fisso a terra.
Il generale, la cui età era prossima ai 29 anni, si limitò a sorridere: « I
suoi capelli sono ancora angosciati per la mia perdita…?»
chiese divertito «Sono tuttora candidi dal dolore? ».
«No.» rispose immediato Crystal, chiudendo gli
occhi, una mano che andava a posarsi ad una gamba sottile di Hope «…sono
corvini…come i suoi occhi d’altronde…» sussurrò.
Il viso dell’unica ragazza presente nella stanza si fece rigido, una
completa maschera d’impotente indifferenza, incapace di mostrare altre
emozioni.
Tamos fece una faccia stizzita, consapevole di cosa significassero le
parole del master del suo amante: « Ha già smesso di rimpiangermi, insomma…»
accarezzò lascivamente un braccio a Zero: «…Sai distrarre con garbo, comandante
Crystal…» concluse, mettendosi in piedi.
Zero gli lanciò un’occhiata maliziosa, una mano ai capelli: «…non sarai
geloso…mio peluche…» si sporse verso di lui, posando
le labbra umide sul petto del generale; Crystal che si copriva gli occhi con
una mano, in un gesto che esprimeva il suo totale disgusto; Hope il cui sguardo
era solo vacuità.
«No, di certo…ma la piccola biondina…?» ghignò Tamos, trascinandolo via da
quel luogo poco allegro per i suoi gusti.
Hope si strinse nelle spalle, le mani che lasciavano trasparire un lieve
tremore mentre il master andava a chiudere la porta, desideroso di non essere
più interrotto. Tornò dalla ragazza, gli occhi socchiusi:
«…dobbiamo lasciarci…» disse solo, conciso.
Fine diciottesimo
capitolo.
Devolvi
l’ 8‰ al commento dei racconti che vai leggendo
Renderai
tanto felice Cryscrys!
Miyavi4eVeR: grassie! Meglio di te…non ce n’é XD
Anche perché non comenta nessun
altro…sigh ç_ç