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Autore: Lady Five    14/01/2015    10 recensioni
E' possibile per uno come Harlock continuare la solita vita sull'Arcadia, ma con una vera famiglia accanto? Forse sì... Ma, prima, una serie di gravi eventi sembra spezzare questo sogno sul nascere, poi, quando tutto sembra ormai superato, dal passato riemergono verità che rischiano di minare seriamente l'equilibrio del capitano, mettendolo davanti a scelte difficili.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Mayu, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Non fu facile rispondere alle domande dei gemelli sull'accaduto, soprattutto a quelle di Tamara, che continuava a chiedere dove fosse la mamma e perché Galaad fosse stato così cattivo con loro. Alla fine Harlock e Mayu si erano decisi a dirle che avevano accompagnato Frida in un posto lontano dove l'avrebbero curata e che Galaad, visto che si era comportato male, era stato cacciato via e non l'avrebbero più rivisto. Quei tragici fatti avevano vanificato in gran parte i progressi raggiunti con la bambina nelle ultime settimane, ma a Mayu, per quanto addolorata, non importava. Voleva solo che Tamara si riprendesse presto. Per tutto il resto, avrebbero avuto molto tempo, ora...

Su Panahon, insieme alla capsula con il corpo di Galaad, scesero solo Harlock e Tadashi. La loro navetta fu fatta atterrare in un piccolo astroporto militare nei pressi della capitale. Ad attenderli, Humboldt, Atalanta e altre due persone che loro non conoscevano e che Humboldt presentò come due esponenti del neoeletto governo. Dopo i convenevoli, la capsula fu caricata su un veicolo e portata via. Poi Humboldt indicò una vettura e invitò Harlock e il suo accompagnatore a salirvi.
“Vorrei mostrarvi le novità - spiegò - e rassicurarvi sul fatto che non vi è nessuna dittatura di alcun genere...”
Il capitano accettò. In fondo, era anche per quello che era andato fin lì.
Durante il tragitto fino alla città, regnò un certo imbarazzo. Harlock era cosciente che avrebbero dovuto fidarsi gli uni degli altri: lui non poteva esibire nessuna prova a Humboldt che i fatti sull'Arcadia si fossero svolti esattamente così. E allo stesso modo lui avrebbe dovuto credere a quanto Humboldt gli avrebbe mostrato. Aveva scarse possibilità, in così poco tempo, di scoprire come stessero davvero le cose. Avrebbe dovuto affidarsi quasi esclusivamente al proprio istinto.
In città in effetti appariva tutto tranquillo, così come gli era apparso la prima volta. Non c'erano militari in giro. Giunsero fino al palazzo reale, su cui ora sventolava una bandiera diversa, in cui - gli parve - si fondevano il simbolo di Mazone con un altro che non conosceva, forse quello del popolo originario di Panahon. Scesero ed entrarono.
“È diventata la sede del nuovo governo - spiegò Atalanta, mentre percorrevano alcuni corridoi - È talmente grande che hanno trovato posto tutti i funzionari, i ministeri, gli uffici... Qui si svolgono anche le sedute del parlamento, che sono pubbliche.”
Harlock si sentiva strano. Ricordava quando aveva percorso quelle stanze la prima volta, oltre tre anni prima, oppresso dall'angoscia e ignaro di tutto. All'oscuro di chi fosse davvero la donna che stava per incontrare... mentre lei già lo sapeva, chi era lui. Se glielo avesse detto subito...
Si affacciarono in una stanza, dove alcune persone stavano discutendo intorno a un tavolo.
“La commissione per la stesura della nuova costituzione” disse uno dei rappresentanti del governo. Si fece dare alcuni fogli e li porse ad Harlock.
“È solo una bozza, ma se vuole può tenerla...”
Giunsero infine all'ufficio di Humboldt, nel settore occupato dal ministero della difesa.
“Speriamo, capitano, che quanto ha visto l'abbia rassicurato. Stiamo facendo del nostro meglio, pur fra molte difficoltà...”
“Sì, vi ringrazio per avermi permesso di verificarlo di persona. Non eravate tenuti a farlo. Quanto a me... - tirò fuori un foglio dalla tasca - Questo è il certificato di morte di Frida, redatto dal mio medico di bordo. Mi rendo conto che ai vostri occhi abbia poco valore, quindi se volete salire sulla mia astronave a controllare, io non ho nulla in contrario...”
Humboldt e gli altri tre si scambiarono un'occhiata.
“No, capitano, non è necessario. Ci fidiamo di lei e sappiamo che Frida non comparirà mai più a Panahon. E questa - a sua volta porse un documento ad Harlock - è l'autorizzazione a portare le sue spoglie dove voi riterrete opportuno.”
A questo punto, non restava più nulla da dire o da fare lì, e il capitano chiese congedo. La vettura che li aveva condotti lì riportò lui e Tadashi all'astroporto. Humboldt e Atalanta li accompagnarono.
“È inutile che ribadisca quando mi dispiace quello che ho fatto a Galaad, ma non ho avuto scelta...”
“Lo sappiamo, capitano. Purtroppo spesso le cose non vanno come speriamo. Sarete sempre i benvenuti su Panahon, se un giorno vorrete tornare...”
Si scambiarono le ultime strette di mano, poi la navetta decollò per fare ritorno sull'Arcadia.
Harlock meditava sulle parole di Humboldt. Implicitamente, gli aveva detta che, se anche Frida non fosse morta davvero, per loro era come se lo fosse, e non l'avrebbero più cercata. Lui, in un certo senso, sarebbe stato il garante che la ex regina non avrebbe più rivendicato nulla. Magari fosse davvero così...pensò con amarezza.
Pensò anche al documento chiuso nel suo studio. Se sapessero...
Lasciata l'orbita di Panahon, fecero rotta su Tortuga. Harlock decise che si sarebbero fermati lì per un po'. Avevano tutti bisogno di dimenticare quella brutta storia. Provvide anche a chiedere a Jack di comunicargli cosa avrebbero dovuto fare, una volta atterrati, per sistemare Frida. Non è certo così, che volevo accompagnarti su Tortuga!

Era venuto il momento di rivelare a Mayu il contenuto del “testamento” di Frida.
Glielo mostrò una sera, rimasti soli, spiando con un'inquietudine inspiegabile le sue espressioni man mano che gli occhi della ragazza scorrevano sul foglio, sempre più spalancati per la sorpresa. Finito di leggere, lo fissò con aria smarrita, senza parlare.
Fu lui, allora, a rompere il silenzio e a dirle quanto aveva meditato in quei pochi giorni.
“Potrebbe essere un'idea... Potremmo stabilirci su Panahon.”
“Cosa? Ma che stai dicendo? Perché? Per fare che cosa?”
“Pensaci, Mayu. Non siamo più solo noi due, abbiamo delle responsabilità diverse ora. O credi di poter vagare con i tuoi figli per sempre da un confine all'altro dell'universo, senza una meta?”
“Perché no?”
“Panahon è un bel posto. È simile alla Terra, e abbiamo anche degli amici adesso, lì. Potrebbe essere lui, il nostro pianeta ideale, quello che un tempo cercavamo tuo padre ed io.”
“Era un'altra vita, Harlock. E poi, se scoprissero chi sono veramente? Se qualcuno mettesse le mani su questo documento? Un'aspirante al trono! Proprio ora che hanno deciso di cambiare, di voltare pagina! Non credo che sarebbero più così tanto ben disposti verso di noi!”
“Eppure tu saresti un'ottima regina! Sei buona, intelligente e saggia... potresti essere molto utile anche a loro.”
Mayu scosse la testa.
“Loro non la vogliono, un'altra regina! Ma ti sembra un discorso sensato? Io non sono stata educata per questo, non ho nessuna esperienza... E poi io non la voglio fare! Non è la mia vita! E tu? Che cosa diventeresti? Che cosa faresti? E l'Arcadia? E il tuo equipaggio? È un'assurdità, te ne rendi conto?”
“Ma i bambini... potrebbero avere una vita normale, andare a scuola, farsi degli amici...”
“Loro devono essere liberi. Come noi.”
Mayu avvicinò con decisione il foglio al candelabro sul tavolo. Harlock fece per fermarla, ma le fiamme in breve divorarono l'ultima testimonianza rimasta del legame tra lei, Raflesia, Frida e Panahon.1
“Ecco, adesso è davvero tutto finito. Io non sono la nipote di Raflesia né la cugina di Frida. Non sono l'erede al trono. Sono la figlia di Tochiro ed Esmeralda. E tua moglie. E la madre dei nostri figli. E un membro dell'Arcadia. E mi basta. Non ho bisogno di altro per essere me stessa. Per essere felice.”
Lo abbracciò.
“Forse un giorno ci fermeremo da qualche parte. Quando troveremo davvero un posto da chiamare casa. Ma perché lo sentiremo nel cuore, non perché l'ha deciso qualcun altro.”
Harlock ricambiò l'abbraccio, pieno di gratitudine. L'avrebbe fatto per i suoi figli e per Mayu, se lei l'avesse voluto, ma la prospettiva di restare su Panahon, rinunciare all'Arcadia, alla sua libertà, alla sua bandiera... non lo allettava affatto. Era felice che Mayu la pensasse come lui, che fosse come lui.
Sì, forse un giorno ci fermeremo. Ma non ora. Non ancora.

 

 

                                                        THE END

 

 

 

Note finali

E così è finita anche questa avventura!

È il momento dei doverosi e sentiti ringraziamenti: a chi ha letto silenziosamente, a chi ha inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate, a chi ha recensito qua e là, ma soprattutto a chi non mi ha mai fatto mancare i suoi commenti e le sue riflessioni, sempre puntuali e affettuosi. Un abbraccio speciale alle fedelissime (in rigoroso ordine alfabetico) Angelfire123, Danish, Divergente Trasversale, Innominetuo, Lovespace, Mamie e MiciaSissi.
Un grazie particolare va naturalmente a Danish, che - ripeto - mi ha ispirato questa storia con la sua “Principessa” e mi ha autorizzato a sfruttare la sua creazione.

Quanto alle recensioni... non ne avevo mai ricevute così tante! La cosa mi ha sorpreso e naturalmente reso felice (è inutile fare i falsi modesti!). Per me non sono una medaglia da esibire chissà dove e chissà con chi, ma soltanto il segno di aver creato qualcosa di piacevole... Per darvi un'idea: è come se vi avessi invitato a cena e vi avessi visto mangiare di gusto tutti i piatti che avevo preparato: nessun diploma da masterchef, ma la gioia di aver cucinato cose buone e averle condivise con gli amici!

 

Vi lascio con una fan art che mi ha gentilmente spedito Angelfire123, in cui si vede un Harlock maturo, ma sempre moooolto interessante! L'autore si chiama Alex Tuis (http://a.tuis.free.fr/shop.html).

 

 

Ancora grazie per avermi accompagnato in questo viaggio e... alle prossime storie (mie e soprattutto vostre!)

                                                                                    Lady Five

 

 

 

 

 

 

1Anche “La principessa” , cap. 10, si conclude con una scena simile. Così il cerchio si chiude.

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