Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Kengha    14/01/2015    4 recensioni
Erano passati quasi sei mesi da quello che era poi stato ironicamente chiamato “Inverno Perenne” e adesso il freddo, quello vero, era arrivato ad Arendelle. Il freddo e il ventiduesimo compleanno della Regina.
 Dopo le numerose pressioni di Anna, Elsa si era arresa ed aveva deciso di organizzare un ballo per festeggiare l’evento. Dopo le altrettante numerose pressioni dei funzionari di corte, era stato stabilito che a tale ballo dovessero essere presenti anche i pretendenti della Regina.

La voce si era sparsa in un istante, nonostante il categorico rifiuto della sovrana di fare degli inviti ufficiali: non avrebbe mai pregato nessun’uomo di prenderla come moglie.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Anna, Elsa, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Buona sera a tutti! Avrei voluto aggiornare qualche ora fa ma ho avuto problemi con la connessione e solo adesso il wi-fi mi ha fatto la gentile concessione di funzionare. Davvero, non ho parole per descrivere quanto sia rimasta contenta per tutte le belle recensioni trovate all'ultimo capitolo... vi ringrazio, siete meravigliosi. 
Chiedo ancora una volta scusa per il corsivo (involontario) con cui verrà presentato il capitolo, sto cercando una soluzione per rimediare e spero di riuscirci prima del Capitolo 5. ^^"
Ringrazio sempre la mia grandissima beta
Calime, che continua a sopportarmi e mando un caldo abbraccio a tutti voi che mi seguite, recensite o anche solo leggete silenziosamente. Grazie veramente di tutto!
Besos

 

Capitolo 4


Elsa entrò lentamente nella camera della sorella minore, in mano diversi asciugamani ed una spazzola per capelli, certa che la rossa li avesse dimenticati. Il rumore dell’acqua che scrosciava dal bagno comunicante era udibile sin dai corridoi: chiaro segno che la principessa si stesse ancora lavando. Si avvicinò lentamente e esito davanti la porta un solo istante, prima di bussare dolcemente.
« Chi è? »
« Anna, sono io, posso entrare? »
La più piccola mormorò un “Sì” in risposta e la Regina scivolò pochi istanti dopo nella stanza, chiudendo a chiave la porta alle sue spalle. La stanza era calda e un leggero strato di condensa era posato sulla grande specchiera opposta alla vasca, i colori caldi delle pareti e le luci delle candele donavano un’atmosfera di relax. Anna era ancora in acqua, circondata da un soffice strato di schiuma. Aveva bagnato e tirato indietro i lunghi capelli fulvi, strofinato energicamente la pelle delle braccia – a giudicare dal rossore – e insaponato più volte il viso, nel tentativo di eliminare ogni traccia di sporco e di sudore.
« Perché tu e la principessa Leanne eravate sdraiate tra i libri? » chiese improvvisamente la principessa, con gli occhi azzurri fissi in quelli della sorella maggiore e trapelanti di curiosità.
La pazienza non era la miglior dote di Anna ed era chiaro come non avesse la benché minima intenzione di lasciar cadere l’argomento. Era prevedibile ed Elsa decise di rispondere con la stessa moneta.
« E perché tu eri sporca di fango? » domandò, mentre le spazzolava dolcemente i capelli, facendo piccole smorfie ogni volta che la spazzola incontrava dei nodi.
« Era sterco di cavallo » borbottò la più piccola.
« Anna! »
« Cosa? Volevo essere sincera ».
« Lasciamo stare, farò finta di non aver sentito » sbuffò la bionda. « Sei caduta? »
« Sono scivolata, c’è differenza ». Ci tenne a precisare Anna.
« Ti sei fatta male? » Il tono di Elsa era improvvisamente preoccupato ed Anna si voltò appena, quanto bastava per vedere il suo sguardo colmo di paura: era così doloroso per lei vedere gli occhi della sorella maggiore in quel modo. Quando erano bambine, era sempre stata la sua roccia, il suo punto di riferimento… la sua sorellona che non poteva essere spezzata.
Ancora non riusciva a perdonare il tempo per ciò che le aveva fatto, per la brutalità con cui si era abbattuto su di lei, per il modo in cui l’aveva spenta.
« No, mi sono solo sporcata. Sto bene ». La rassicurò, scorgendo già l’abisso verso il quale la Regina si stava incamminando velocemente. Si alzò in piedi, ignorando la sua nudità e fece un paio di giri su se stessa, alzando ed abbassando le braccia ripetutamente.
« Visto? » Sorrise, sedendosi nuovamente in acqua.
« Sicura? » Volle assicurarsi la più grande, sul suo volto ancora una punta di scetticismo.
« Sicura » confermò la principessa con un sorriso, dando di nuovo le spalle alla sorella, permettendole di spazzolarle ancora i capelli.
« Perché tu e la principessa eravate per terra a ridere? » Ritentò dopo istanti di silenzio, decisa a non lasciar cadere l’argomento. « Credo si possa fare anche da in piedi ».
« Lo so, Anna. Stavamo ballando e siamo cadute » ammise Elsa, il volto tinto di rosa al ricordo.
La più piccola s’irrigidì quasi all’istante e si voltò, gli occhi sgranati per lo stupore.
« Ballando » ripeté, incerta di aver capito bene.
« Sì » confermò l’altra.
« Tu? » Insisté la minore.
« Stavamo solo facendo pratica ».
« O. Mio. Dio ». Il viso di Anna mutò espressione e dallo sgomento passò alla felicità più pura. « Questa sì che è una notizia stupenda! » urlò, scattando in piedi e ignorando l’acqua che cadde copiosa addosso alla Regina.
« Anna, sta’ giù! Mi stai bagnando! » Provò a riprenderla la più grande, facendo un paio di passi indietro.
« Hai scelto, non è così? » Gli occhi della più piccola brillavano di commozione. « Fai pratica con la tua futura cognata! » esclamò, trattenendosi a malapena dal saltellare come una bambina e ignorando bellamente le richieste della più grande. « Cavolo, quanto sono emozionata! Devo dirlo a Kristoff ».
La principessa aveva già messo una gamba fuori dalla vasca, quando la Regina la spinse, delicatamente ma con decisione, nuovamente in acqua.
« Ehi! » esclamò contrariata la rossa, mentre affondava di nuovo nella schiuma. La più grande l’ignorò, mentre con decisione spalmava un’altra generosa quantità di shampoo sulla sua testa.
« Elsaaa! » Si lamentò ancora la minore, cantilenando come una bambina.
« Cosa?! » La bionda finse un tono sorpreso, mentre insaponava con decisione la testa della sorella. « Olaf mi ha fatto notare che puzzi » spiegò, trattenendo a stento una risata.
« Aspetta, che?! »
Il suono della risata di Elsa si propagò all’interno della stanza come una melodia: era forte, spontanea, dolce. Anna non poté far a meno che ridere a sua volta, tant’era contagiosa.
Ne avrebbe fatti cento, di bagni… pur di sentire la sua sorellona ridere.


***

Leanne percorse i corridoi che separavano la biblioteca dalla sua stanza col cuore che le rimbombava forte nel petto e la testa che girava ancora a causa della successione di contatti estremamente ravvicinati, che lei e la Regina avevano avuto nell’ultima ora.
Che lei ed Elsa, avevano avuto nell’ultima ora. La sua bocca stava ancora assaporando a pieno quel nome, godendosi beatamente la nuova conquista fatta – e non era cosa da poco, visto il comportamento schivo che la platinata aveva assunto nell’ultimo periodo.
La principessa entrò nella sua stanza e si chiuse la porta alle spalle, appoggiandovisi immediatamente dopo. Rilassandosi e sospirando con un sorriso, si portò le mani vicino il volto e le annusò profondamente, inebriandosi del suo profumo: aveva un odore dolce e fresco, rilassante e del tutto unico.
« Qualcosa mi dice che le cose vanno bene, sorellina ».
La voce calda di Alexander arrivò come una doccia gelida e Leanne si sentì nuda sotto lo sguardo penetrante del fratello maggiore. Raddrizzò la schiena ed alzò il mento, sperando di fare lo stesso effetto che faceva Elsa quando assumeva quelle pose autoritarie e calava quella barriera che la rendeva irraggiungibile. Lasciò ricadere le mani lungo i fianchi, rimpiangendo mentalmente la distanza da quel profumo che – ormai poteva dirlo con certezza – era diventato la sua droga preferita. Si addentrò nella stanza, compiendo dei passi rigidi e misurati.
« Sono stata in biblioteca a leggere ».
« Sì, ne sono stato informato. Pare che tu abbia avuto anche una, a dir poco, ottima compagnia ».
« Hai cominciato a seguirmi, Alexander? » sibilò la ragazza, gli occhi ridotti a due spilli mentre guardava la figura slanciata e muscolosa del fratello, di fronte a lei.
« Sai che non lo farei mai, semplicemente stavo cercando la Regina ed un domestico mi ha informato di averla vista danzare tra gli scaffali della biblioteca in compagnia niente meno che di mia sorella! Potrei dirti di essere rimasto sorpreso, ma sarebbe una bugia ».
Le voleva bene, suo fratello, erano estremamente legati, ma il principe da sempre prendeva i suoi doveri molto seriamente e, per quanto potesse amare Leanne, non avrebbe mai messo in secondo piano il suo regno.
« Immaginavo sarebbe accaduto, ma speravo saresti stata più forte, più razionale. Come secondogenito non potrò governare sulla nostra isola, ma ho comunque il dovere di aiutare il nostro popolo e il matrimonio con la Regina di Arendelle, l’alleanza con il suo regno, è la cosa migliore che potrebbe mai capitarci. Potremo smettere di nasconderci, finalmente potremo schierarci con qualcuno senza temere attacchi! Prova solo ad immaginare come sarebbe la nostra vita con la possibilità di godere dei nostri poteri alla luce del sole, tra la gente ». Le parole del ragazzo erano ricche di enfasi e di sentimento, un sorriso speranzoso si era aperto sul suo viso ambrato, mentre pronunciava le ultime parole; con delicatezza ma con decisione prese le mani della sorella tra le proprie e ne baciò dolcemente i dorsi. « Sai quanto tu sia importante per me, Leanne. Quanto tu e la tua felicità lo siete… ma, questa volta, è necessario che ti faccia da parte » sussurrò infine, guardandola negli occhi.
La principessa aspettava quella conversazione da giorni ma, nonostante la preparazione a quel momento, non fu in grado di trattenere le lacrime. Indietreggiò di un paio di passi, ferita e adirata per via di quel nuovo muro che le si era innalzato davanti, proprio adesso che tutto stava andando nel migliore dei modi.
« Ti prego… » azzardò Alexander, allungando una mano in direzione della minore.
« No! ». La mora si ritrasse contro il muro, gli occhi ambrati ancora luccicanti di lacrime non versate: la felicità di pochi minuti prima ormai spirata con le parole del fratello.
« Ci tenevo a parlarti prima di ufficializzare la cosa » biascicò il ragazzo, la voce incerta e il volto ferito per le parole che sarebbe stato costretto a pronunciare. « Ho intenzione di chiedere la mano della regina Elsa il prima possibile, così da poter organizzare anche il viaggio di ritorno a casa: nostro padre attende notizie ».
Leanne non si mosse: era ancora accasciata contro il muro e singhiozzava silenziosamente, mentre il viso perfetto le si rigava di nuove lacrime.
« Vorrei sapere da te un’ultima cosa » mormorò il ragazzo, « … le hai rivelato dei nostri poteri? ».
La sorella riuscì appena ad annuire, incapace di parlare o di sollevare lo sguardo dal pavimento.
Il principe annuì a sua volta, poi s’incamminò a passi strascicati verso la porta. Quando passò accanto a Leanne fece per sfiorarla, ma ritrasse repentinamente la mano prima che potesse scostarsi lei: sarebbe stato ancora più doloroso.
« Mi dispiace, sorellina. Non avrei mai voluto che finisse così ».
 
***

Elsa si era svegliata di buon umore: la sera prima, dopo aver obbligato Anna a fare il secondo bagno, si era ritirata nelle sue stanze. Lì aveva finito inevitabilmente per passare il resto della serata. A tratti, nel ricordare quello stesso pomeriggio, le era parso di arrossire e di sentire distintamente il cuore che le tamburellava nel petto. Si congratulò mentalmente con se stessa per esser stata in grado di trovare – per la prima volta nella sua vita – abbastanza coraggio da compiere il primo passo. Sorrise mentalmente al ricordo dell’espressione sgomenta sul volto di Leanne: quando le aveva letteralmente ordinato di lasciar perdere i convenevoli, avrebbe voluto rimproverarsi per essersi presa tale libertà con lei, ma successivamente non era riuscita a dispiacersene.
Quello che stava facendo era un gioco pericoloso, lo sapeva bene, ma si era ritrovata incapace di fermarsi… anche perché era quasi certa che non fosse più l’unica a giocare. Quel pensiero l’aveva accompagnata durante tutta la notte e, nonostante l’inevitabile agitazione, non un solo fiocco di neve era apparso.
La mattina successiva, arrivò davanti la porta del suo studio che era da poco sorto il sole. Aveva diverse lettere arretrate a cui rispondere e alcune rotte commerciali da rivedere: un lavoro alquanto pesante e, per citare Anna, “mortalmente barboso”. Anche se la sorellina trovava noiosi tutti i lavori che faceva Elsa.
L’orologio segnava appena le sei e trenta del mattino, per questo la Regina fu parecchio sorpresa nel trovare il principe Alexander del Regno del Sole, seduto su una poltrona accanto la porta, chiaramente in sua attesa. Il moro si alzò non appena Elsa entrò nel suo campo visivo e non perse tempo ad accoglierla con un inchino.
« Buongiorno, Vostra Maestà ». Sorrise spontaneamente.
« Buongiorno a voi, principe Alexander ». Avrebbe voluto sembrare spontanea, ma si era inevitabilmente insospettita per quella visita inaspettata e il suo saluto non fu altrettanto genuino.
« Siete molto impegnata? » domandò il principe con tono gentile.
« Non più del solito ». Si sforzò di apparire meno tirata di poco prima, ma ormai era ben chiaro che quella mattinata sarebbe andata diversamente da come programmato.
« Potreste, dunque, trovare un po’ di tempo per me? Avrei desiderio di parlarvi, magari durante una piacevole passeggiata nei vostri meravigliosi giardini ».
La Regina si limitò ad annuire in risposta, accettando con timidezza il braccio che subito il principe le offrì in un atto di estrema galanteria. Era agitata e, non fosse stato per il potere dell’erede al trono del Regno del Sole, probabilmente il ghiaccio avrebbe già preso il sopravvento.
Tuttavia, non era neppure lontanamente paragonabile al tipo di agitazione che provava quando era in compagnia di Leanne: in quel momento era un’emozione molto più simile a ciò che aveva provato durante il giorno della sua incoronazione, mesi prima.
Attraversarono lentamente i corridoi del castello, rimanendo in silenzio per la maggior parte del tempo. Una volta nei giardini, Alexander accelerò leggermente il passo, conducendo Elsa con decisione vicino la fontana grande, sul bordo della quale la fece accomodare.
« Poco distante ci sono le panchine » sussurrò timidamente la platinata.
« Vero, ma non ci sono questi fiori meravigliosi ». Probabilmente il principe si aspettava un’osservazione del genere, visto che prontamente colse una rosa blu da una delle invidiabili aiuole dei giardini reali di Arendelle e la incastrò con accortezza tra le morbide ciocche intrecciate di Elsa, che, imbarazzata dal fatto di essere il principale punto di interesse di qualcuno, abbassò lo sguardo sulle mani intrecciate in grembo, sentendosi estranea in casa propria.
« Avete fatto molta amicizia con mia sorella » disse Alexander, sedendosi al suo fianco.
Elsa alzò improvvisamente gli occhi e li puntò sul viso del principe, che era stato in grado di richiamare la sua totale attenzione semplicemente alludendo alla sorellina.
« Sapete, Leanne è davvero brava con le persone. Magari a volte può essere una tipa un po’ stravagante e particolare, ma riesce veramente a capire gli altri. Anche se questa è la prima volta che si fida così tanto di qualcuno da decidere di condividere il nostro segreto… un segreto antico centinaia di anni ». Gli occhi dell’uomo si fecero più scuri e profondi, mentre ammirava da vicino il volto pallido di Elsa alla ricerca della più minima imperfezione.
« Forse sarete sola ad Arendelle, regina Elsa, ma sappiate che non siete sola al mondo ».
« Io ho Anna » specificò immediatamente la bionda, il tono fermo e lo sguardo serio.
« Non metterei mai in dubbio l’amore che voi e vostra sorella nutrite nei confronti l’una dell’altra. Parlavo di persone… come noi ». Con un gesto delicato della mano, dal palmo di Alexander iniziarono ad alzarsi leggere lingue di fuoco delle più svariate forme. La Regina rimase qualche secondo ad osservare catturata quella forma di magia, poi spostò nuovamente la sua attenzione sul principe.
« Sapete, per la prima volta nella mia vita, sono felice di aver accettato una danza » mormorò Elsa, la mente che galoppava già ai ricordi del ballo e alla mattina che lo aveva seguito.
« E io sono felice di essere giunto in tempo per ricevere quell’onore ».
Un breve silenzio li avvolse e in quei rapidi secondi l’unico suono udibile fu lo scrosciare dell’acqua alle loro spalle.
« Regina Elsa, mi duole dover pronunciare queste parole, tuttavia il tempo che è rimasto a mia disposizione è ben poco: tra appena un paio di settimane la mia nave dovrà essere lontana dal porto di Arendelle e io- ».
« E voi siete comunque un pretendente ». Lo interruppe mestamente la platinata, il tono calmo ma fermo, alquanto consapevole di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco e di ciò che lei avrebbe dovuto fare. Per il bene del regno.
Per il bene di Anna.
« So bene che il tempo che ci è stato dato è poco, ma a me è bastato per capire molto su di voi e per fidarmi totalmente. Molti questo lo chiameranno dovere, ma io davvero ho come unico scopo la vostra felicità, oltre che la prosperità dei nostri due regni. Non posso promettervi di essere perfetto, ma tenterò di rendervi felice e di onorarvi come meritate di esser onorata ».
Alexander stava parlando lentamente, la voce era dolce e mai un volto apparve più onesto del suo in quel momento quando, con la grazia di un felino, s’inginocchiò dinnanzi ad Elsa per concludere il suo discorso.
« Regina Elsa di Arendelle, sovrana della neve e del ghiaccio, vorreste sposarmi? »
La platinata lo guardò profondamente per dei lunghi secondi, tentando di scavare nella sua anima un’ultima volta prima di prendere una decisione definitiva.
Il principe Alexander era buono, in quel tempo passato al castello aveva avuto modo di convincersi almeno di questo; non sarebbe stato l’amore di cui narrano i libri, ma un bravo sovrano… di questo era certa.
“Per Arendelle…” pensò, in quegli attimi di silenzio, “per Anna”.
Gli rivolse poi un sorriso gentile e, richiamando tutta la dolcezza che possedeva, gli rispose.
« Sì ».

***

La notizia del fidanzamento della Regina circolò immediatamente e al pomeriggio l’intera Arendelle era in subbuglio, emozionata e in attesa di ulteriori notizie.
Il castello divenne un via vai continuo, con principi e duchi che entravano ed uscivano ad ogni ora: chi per congratularsi, chi per ritirarsi in patria – infastidito per non esser al posto di Alexander del Regno del Sole. Il principe straniero era diventato il centro di tutte le attenzioni e per Elsa non fu troppo difficile riuscire ad allontanarsi con una semplice scusa. Attraversò rapidamente i corridoi del castello fino ad uscire nei parchi reali e, in pochi minuti, arrivò alle stalle: aveva bisogno di distrarsi e sperava che Nàjera potesse aiutarla. Si chiuse la porta alle spalle e respirò profondamente un paio di volte prima di riaprire gli occhi, i nitriti intimoriti dei cavalli echeggiarono immediatamente tra le pareti ma, tra questi, Elsa riuscì a distinguere anche il tono di una voce molto più che famigliare.
« Elsa, stai bene? »
La Regina spalancò gli occhi e non perse tempo a divorare con lo sguardo la figura della principessa, slanciata di fronte a lei, bellissima in un vestito color crema e coi capelli corvini intrecciati in una meravigliosa treccia che le scendeva lungo tutta la schiena.
La platinata si costrinse a distogliere lo sguardo e ad annuire, sperando di non apparire vulnerabile così come si sentiva in quel momento. « È tutto a posto, Leanne, non preoccuparti ».
La mora, però, non parve convinta dalle sue parole e si avvicinò lentamente, fino ad essere a meno di un passo di distanza da Elsa, ancora poggiata con la schiena contro la porta delle stalle.
Delicatamente prese una delle sue mani fredde e la strinse tra le sue, con due dita sul polso candido riuscì a sentire il battito accelerato del cuore della platinata. « Cos’è che ti agita? » domandò premurosamente, lasciando senza timore che il suo deserto si scontrasse con gli oceani della Regina in una battaglia di sguardi che avrebbe potuto non trovare mai una fine.
« Non è niente ». La platinata fu la prima a ritrarsi, rompendo il silenzio dopo lunghi secondi, durante i quali a parlare erano stati solo i loro occhi. Rapidamente camminò verso il box di Nàjera, alla quale porse una mano senza timore.
« Non mentirmi » mormorò Leanne, raggiungendola mestamente.
« Davvero, sto bene! Credo solo di essermi innervosita per via dell’agitazione generale provocata dalle ultime notizie » spiegò la Regina, mascherandosi di autorità nel tentativo di eludere ulteriori domande.
« Quindi la tua agitazione ha a che vedere con il matrimonio ». Effettivamente, quella di Leanne fu tutto, meno che una domanda. Lei sapeva leggerle dentro ed Elsa era sicura che avesse intuito la causa del suo umore già durante il primo scambio di sguardi: le domande erano state solo un tentativo di dialogo.
« Anna non l’ha presa bene? » insisté ancora la principessa del Sud, decisa a non lasciar cadere il discorso.
« Al contrario, mi è letteralmente saltata addosso quando gliel’ho detto. Poche volte l’ho vista così felice ». La Regina sorrise al ricordo della reazione infantile della sua sorellina, un appiglio che stava usando per convincersi di aver preso la decisione più giusta.
« Capisco… quindi l’unico problema sei tu ».
« Non ho problemi è solo che- ». S’interruppe bruscamente quando sentì il calore delle mani di Leanne sulle sue braccia, la principessa stava strofinando lentamente i palmi contro la pelle della Regina, in un semplice tentativo di conforto.
« Tutta quest’ansia non ti fa bene, perché non andiamo a fare una passeggiata in paese? »
« A cavallo? »
« Perché no? Scommetto che questa bellezza non vede l’ora di fare un giro ». Leanne accarezzò dolcemente il collo della puledra di fronte a loro e poi rivolse un caldo sorriso alla bionda.
« Sai che cavallo potrei prendere? »
« Un cavallo per te? Leanne, io non credo di essere in grado di governare Nàjera da sola… Insomma, ho fatto così poca pratica e poi- ». La principessa le posò dolcemente una mano davanti la bocca, in un docile invito ad interrompere il suo sproloquio.
« Puoi farcela, Elsa. Vedrai, con la sella sarà tutto molto più facile! » Ancora una volta, furono gli occhi abissali e il sorriso caldo di Leanne a convincerla.
« Nessun galoppo sfrenato, parola di scoiattolo! » Leanne alzò una mano in segno di promessa, intrecciò gli occhi e storse la bocca in un’espressione buffa.
La fragorosa risata della Regina non tardò ad arrivare. « Parola di scoiattolo! Ma che accidenti significa? »
« E che ne so! Sembrava solo la cosa giusta da dire » insisté l’altra, trattenendo a stento le sue risate.
« Tu sei matta! » Riuscì ad esclamare la platinata, mentre si ricomponeva.
« Però ti ho fatta ridere ». Leanne le rivolse un occhiolino prima di spostarsi verso un altro box ed accarezzare la cavalla dal manto falbo, che timidamente pose il muso fuori « Lei mi piace, come si chiama? » chiese, spostando nuovamente la sua attenzione sulla Regina, che la osservava in silenzio.
« Lei è Ásynja ». Nessuna delle due aveva sentito Anna arrivare, quindi entrambe furono sorprese di trovarla all’entrata della stalla, nel suo abbigliamento da amazzone e con un sorriso smagliante sul volto.
« Buongiorno, principessa Anna » disse prontamente la mora, inchinandosi educatamente a lei.
« Buongiorno a voi, principessa Leanne » sorrise lei. « Non avevo idea che foste qui » biascicò poi, spostando lo sguardo su di Elsa.
« Sì, noi stavamo per andare a fare una passeggiata ». La platinata non dovette sforzarsi per rivolgere un sorriso dolce alla sua sorellina, ancora ferma sulla porta.
« A cavallo?! Ma è fantastico! » esclamò la rossa, sprizzante di euforia. « Avevo pensato esattamente la stessa cosa, posso unirmi a voi? » Poi, in un attimo, l’espressione sul suo volto lentigginoso crollò. « C-cioè… sempre che non sia di troppo. F-forse volevate stare da sole per discutere del matrimonio… degli invitati, della torta – a proposito, Elsa, io voto per il cioccolato –, l’abito, la stagione dell’anno, la luna di miele… »
« Sei la benvenuta, Anna » mormorò Leanne, con un sorriso.
« … e gli anelli e- Aspetta, che?! Davvero? » Gli occhi cerulei della principessa si sgranarono immediatamente, sorpresi.
« Davvero » confermò Elsa, la mano dolcemente posata sul muso di Nàjera.
« Ma è fantastico! Vado a prendere la sella di Sitron! »
« Vengo con te, così mi fai vedere dove sono le cose di Ásynja e Nàjera ».
« Certamente! Elsa, ci dai una mano? » chiese poi la rossa, notando che la sorella era ancora davanti il box della sua puledra, lo sguardo perso e la mente che correva chissà tra quali pensieri.
« Elsa ». La richiamò dolcemente la principessa straniera, ottenendo immediatamente la sua attenzione. « Ci accompagneresti? » chiese poi, quando vide gli occhi della Regina fissi su di lei.
« Naturalmente » mormorò la platinata.

   
 
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