Rating: Giallo.
Tipologia:
One-shot.
Avvertimenti: Real Person
Fiction.
Personaggi: Robert
Pattinson, Kristen
Stewart. [più
menzione di Michael Argarano]
Genere: Generale,
Romantico.
Disclaimer:
Questa
storia è frutto della mia fantasia.
Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. Lo stesso
vale per Michael. E blablabla.
Credits:
//.
Note
dell'Autore: nuova one-shot Robsten.
E’ una sorta di missing moment fra il
capitolo 5 e 6 di fact,not fiction,
seguito di one night in Portland.
Non sapevo
come metterla nell’altra fiction, perciò ho deciso
di postarla a parte. Non è
necessario leggerla per capire fact,not fiction. Di
sicuro qualcuno di
voi si chiederà perché non l’ho
inserita come semplice capitolo di fact, not
fiction. Bè, volevo dare più spazio al
povero Rob. La long-fic è dal punto
di vista di Kris, per lui non c’è molto spazio =(
Robert
POV.
Ps non
betata, scusate eventuali errori grammaticali e/o di battitura. Grazie
a chi li segnalerà.
;;ménage
à trois
Arrivederci
amore ciao,
le nubi sono già più in là
finisce qua
Chi se ne va che male fa?
E quando andrò
devi sorridermi se puoi,
non sarà facile ma sai
si muore un po’ per poter vivere
Insieme a te
non ci sto più - Caterina Caselli
Mi trascinai
fino alla mia
roulotte, distrutto dalla giornata passata a fare riprese su riprese,
ma mi
bloccai poco prima che potessi aprire la porta. La sua
risata mi colpì e mi voltai sorridendo, pronto a salutarla.
Quando il mio
sguardo si posò su
di lei, che era appoggiata di schiena alla sua roulotte, il mio sorriso
scomparve a poco a poco, senza lasciare traccia.
Rise ancora e
quella risata
piena di gioia non fece altro che congelarmi il sangue.
Era
lì con lui. Era
lì con Michael ed era lui
a farla ridere. Michael, non io.
Kristen
sembrò non vedermi,
troppo occupata con lui.
Michael era
piegato su di lei,
il viso affondato nel suo collo, intento a baciarla. E a farle il
solletico,
per quanto si poteva capire dalla reazione di Kristen. Non faceva altro
che
ridere sotto il suo tocco.
Fu quando
Michael alzò il suo
viso all’altezza di quello di Kris che lei si
voltò e mi vide.
La sua risata
si spense e sgranò
piano gli occhi, mentre il viso di lui si avvicinava - troppo per i
miei gusti-
al suo.
Sospirai e
entrai nella
roulotte, prima di poter vedere altro, chiudendo alle mie spalle la
porta,
probabilmente con troppa forza a giudicare dall’urlo di
sorpresa di Michael che
riempì l’aria là fuori.
Mi fiondai in
bagno e per prima
cosa tolsi le lenti a contatto dorate, per poi lavarmi la faccia con
acqua
gelida. Arrancai fino al letto e mi lasciai cadere di schiena sul
materasso,
fissando il soffitto e tentando di calmarmi.
Due colpi
alla porta mi
ridestarono, facendomi quasi sobbalzare. Mi alzai per aprire e non fui
affatto
sorpreso quando trovai di fronte a me Kris.
- Hey.- mi
limitai a dire,
stirando le labbra in un sorriso forzato e cercando di suonare
naturale, mentre
scendevo le scalette della roulotte.
- Ciao.-
rispose con un sorriso.
Si morse il
labbro inferiore. -
Ti disturbo?- chiese, preoccupata.
- Affatto.-
Sembrò
essere sollevata.
- Pensavo che
potremmo andare a
fare un giro.- propose, facendo spallucce. - Stasera, giù a
Portland. Ti va il
cinese?- domandò, rivolgendomi un altro sorriso.
Sospirai,
attratto sì dall’idea,
ma ancora infastidito da quello che avevo visto.
-
C’è Michael, perché non vai
con lui?-
Restò
in silenzio per qualche
secondo. Abbassò lo sguardo.
-
E’ andato via.- rispose
infine, con voce roca.
Aggrottai le
sopracciglia.
Diamine, non ci capivo più nulla. Fino a pochi secondi prima
era là fuori, a
farsi mangiare le labbra da quell’essere non ben
identificato. E ora era lì, di
fronte a me, che mi chiedeva di uscire.
La domanda mi
uscì da sola, non
potevo più trattenerla.
- Cosa sono
io per te?- le
domandai, più bruscamente di quanto volessi, cogliendola si
sorpresa.
Sgranò
leggermente gli occhi e
aprì la bocca più volte, senza però
emettere alcun suono o sapere cosa dire. La
stavo mettendo in difficoltà, ne ero perfettamente
consapevole, ma volevo
sapere. Dovevo sapere.
Scossi piano
la testa e feci per
andarmene.
- No, aspetta.- sussurrò,
aggrappandosi al mio maglione e
trattenendomi piano.
- Non lo so.-
mi disse,
inchiodandomi con lo sguardo.
- Non lo
sai.- ripetei,
bisbigliando. - Allora penso sia inutile uscire stasera.- dissi,
alzando un po’
la voce.
- Cosa?-
- Sei
fidanzata.- riuscii a
buttare fuori. Fino a quel momento avevo fatto finta di non esserne
consapevole, ma ora era impossibile negare l’evidenza. - Non
ti conviene uscire
con due ragazzi allo stesso tempo.-
- Sei tu che
hai iniziato!-
esclamò, alterandosi leggermente.
Alzai un
sopracciglio. - Questa
non è una motivazione valida.- replicai freddamente.
Sbuffò.
Rinfacciarmi il fatto
che ero stato io ad iniziare quella - che era inappropriato definire,
ma che in
fondo era l’inizio di una - relazione.
- Mi metti in
confusione, lo fai
da quella sera passata a Portland, che altro ti aspetti?-
sbottò, alzando la
voce.
- Non mi
aspetto nulla.-
risposi, cercando di mantenere la calma. Ma non era vero. Avevo sperato
sin
dall’inizio in qualcosa
con lei.
- E allora
perché lo fai? Perché
mi hai baciato?- domandò, con voce stridula, più
alta del suo normale.
Ispirai,
ricacciando dentro la
rabbia. - Non mi sembra che ti sia dispiaciuto.-
Sei tu
che mi sei venuta a cercare in quel cavolo di cinema, volevo
aggiungere, ma la situazione era già tesa così.
Si
zittì, guardandomi furiosa.
- No,
infatti.- ammise. - Ma
cosa vuoi sentirti dire? Che ti amo forse? Come pensi che possa dirti
una cosa
del genere?-
La rabbia che
fino a quel
momento tentavo di tenere a bada affiorò, violenta.
- Non
è quello che sto
cercando.- risposi, a denti stretti. - Non voglio sentirti dire che mi
ami, non
stiamo mica insieme.-
Mi voltai un
attimo, ispirando a
occhi chiusi.
- Ma devi
capire con chi ti
senti meglio.- le dissi, tornando a guardarla.
Con chi
mi sento meglio?
ripetè silenziosamente, muovendo le labbra.
- Non voglio
far parte di
qualche stupido gioco a tre.- dissi
infine, buttando fuori quello che pensavo sin da quando Michael aveva
iniziato
a venire sul set.
Restò
in silenzio, abbassando lo
sguardo.
- Quando le
riprese saranno
finite verrò a Los Angeles.- le riferii, a bassa voce. - Mi
darai una risposta
quel giorno.-
Feci per
andarmene ancora una
volta e, come prima, Kristen mi fermò.
La sua mano
finì tra i miei
capelli e lei cercò di avvicinarmi a sé.
Scostai di
lato la testa. La sua
presa tra i miei capelli si fece più forte e decisa e mi
fece voltare verso di
lei. Colsi un lieve luccichio nei suoi occhi prima che la mia vista si
annebbiasse per la sua vicinanza.
Serrai con
decisione le labbra,
non appena le sue premettero forte sulle mie. Non volevo dargliela
vinta. Non così.
Kristen aveva
ragione quando
diceva che la mettevo in confusione, ne ero perfettamente consapevole.
Avevo
iniziato tutto io, ma ora ero proprio io a rischiare di diventare pazzo
per
quella situazione.
Non poteva
nemmeno immaginare le
fitte di dolore che mi colpivano quando la vedevo lì,
insieme a lui. Negli ultimi tempi
la presenza di
Michael fuori e dentro il set era diventata del tutto normale e io mi
ritrovavo
ad essere un elemento marginale, il terzo
incomodo.
Una lacrima
scese sulla guancia
di Kristen, finendo sul mio viso. Dischiusi leggermente le labbra e lei
ne
approfittò, insinuando la sua lingua nella mia bocca con un
lamento, quasi
agognando un contatto più profondo.
E
stranamente, nonostante le
convinzioni che avevo cercato di far valere e la mia rabbia iniziale,
ricambiai
il bacio. Ma non mi limitai a quello.
Volevo che
ricordasse quel
bacio, che lo ricordasse molto più degli altri. Volevo che
ogni volta che si
fosse trovata e fosse stata con lui, si sarebbe ricordata di me.
L’avevo
messa nella condizione
di scegliere e non avrei obiettato se avesse scelto lui. Ma volevo
farle
provare cosa significasse stare con me.
Le mie mani
scesero sui suoi
fianchi e la strinsi forte. Scambiai le nostre posizioni,
così che lei fosse di
schiena alla mia roulotte.
La spinsi
piano contro la parete
esterna del veicolo e Kristen emise un gemito di sorpresa, non appena
la sua
schiena toccò la parete fredda dietro di lei.
Cominciai a
muovere le mie
labbra con decisione, senza lasciarle neanche il tempo di respirare.
Tenendola
sempre per i fianchi,
strinsi il suo bacino al mio e mi piegai piano verso il suo corpo.
Qualcuno
sarebbe potuto arrivare
da un momento all’altro, ma sinceramente non me ne importava
niente. Che
vedessero pure.
Mi allontanai
da lei e, non
appena le mie labbra si allontanarono dalle sue, Kris
mugugnò in protesta. E
ancora una volta non capii. Come si possono volere due persone
contemporaneamente? Non è umanamente possibile.
Cacciai quei
pensieri dalla mia
mente e guardai Kristen.
- Decidi.-
ripetei, con il
respiro affannato. - Verrò a Los Angeles, lo prometto. Ma
allora vorrò una
risposta. Me la devi.- aggiunsi,
prima di posarle un bacio delicato sulle labbra lievemente arrossate.
Mi
allontanai, lasciandola lì, sentendo
ancora il suo sapore e il suo profumo su di me.