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Autore: Sariel    21/11/2008    6 recensioni
- Cosa sono io per te?- le domandai, più bruscamente di quanto volessi, cogliendola si sorpresa.
Sgranò leggermente gli occhi e aprì la bocca più volte, senza però emettere alcun suono o sapere cosa dire. La stavo mettendo in difficoltà, ne ero perfettamente consapevole, ma volevo sapere. Dovevo sapere.
[Robert Pattinson/Kristen Stewart]
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Giallo.
Tipologia: One-shot.
Avvertimenti: Real Person Fiction.

Personaggi: Robert Pattinson, Kristen Stewart. [più menzione di Michael Argarano]
Genere: Generale, Romantico.
Disclaimer:  Q
uesta storia è frutto della mia fantasia. Non conosco i due personaggi e, ovviamente, non appartengono a me. Lo stesso vale per Michael. E blablabla.
Credits: //.
Note dell'Autore: nuova one-shot Robsten. E’ una sorta di missing moment fra il capitolo 5 e 6 di fact,not fiction, seguito di one night in Portland. Non sapevo come metterla nell’altra fiction, perciò ho deciso di postarla a parte. Non è necessario leggerla per capire fact,not fiction. Di sicuro qualcuno di voi si chiederà perché non l’ho inserita come semplice capitolo di fact, not fiction. Bè, volevo dare più spazio al povero Rob. La long-fic è dal punto di vista di Kris, per lui non c’è molto spazio =(

Robert POV.

Ps non betata, scusate eventuali errori grammaticali e/o di battitura. Grazie a chi li segnalerà.


;;ménage à trois
 

;;ménage à trois
Arrivederci amore ciao,
le nubi sono già più in là
finisce qua
Chi se ne va che male fa?
E quando andrò
devi sorridermi se puoi,
non sarà facile ma sai
si muore un po’ per poter vivere
Insieme a te non ci sto più - Caterina Caselli

 

 

Mi trascinai fino alla mia roulotte, distrutto dalla giornata passata a fare riprese su riprese, ma mi bloccai poco prima che potessi aprire la porta. La sua risata mi colpì e mi voltai sorridendo, pronto a salutarla.

Quando il mio sguardo si posò su di lei, che era appoggiata di schiena alla sua roulotte, il mio sorriso scomparve a poco a poco, senza lasciare traccia.

Rise ancora e quella risata piena di gioia non fece altro che congelarmi il sangue.

Era lì con lui. Era lì con Michael ed era lui a farla ridere. Michael, non io.

Kristen sembrò non vedermi, troppo occupata con lui.  

Michael era piegato su di lei, il viso affondato nel suo collo, intento a baciarla. E a farle il solletico, per quanto si poteva capire dalla reazione di Kristen. Non faceva altro che ridere sotto il suo tocco.

Fu quando Michael alzò il suo viso all’altezza di quello di Kris che lei si voltò e mi vide.

La sua risata si spense e sgranò piano gli occhi, mentre il viso di lui si avvicinava - troppo per i miei gusti- al suo.

Sospirai e entrai nella roulotte, prima di poter vedere altro, chiudendo alle mie spalle la porta, probabilmente con troppa forza a giudicare dall’urlo di sorpresa di Michael che riempì l’aria là fuori.

Mi fiondai in bagno e per prima cosa tolsi le lenti a contatto dorate, per poi lavarmi la faccia con acqua gelida. Arrancai fino al letto e mi lasciai cadere di schiena sul materasso, fissando il soffitto e tentando di calmarmi.

Due colpi alla porta mi ridestarono, facendomi quasi sobbalzare. Mi alzai per aprire e non fui affatto sorpreso quando trovai di fronte a me Kris.

- Hey.- mi limitai a dire, stirando le labbra in un sorriso forzato e cercando di suonare naturale, mentre scendevo le scalette della roulotte.

- Ciao.- rispose con un sorriso.

Si morse il labbro inferiore. - Ti disturbo?- chiese, preoccupata.

- Affatto.-

Sembrò essere sollevata.

- Pensavo che potremmo andare a fare un giro.- propose, facendo spallucce. - Stasera, giù a Portland. Ti va il cinese?- domandò, rivolgendomi un altro sorriso.

Sospirai, attratto sì dall’idea, ma ancora infastidito da quello che avevo visto.

- C’è Michael, perché non vai con lui?-

Restò in silenzio per qualche secondo. Abbassò lo sguardo.

- E’ andato via.- rispose infine, con voce roca.

Aggrottai le sopracciglia. Diamine, non ci capivo più nulla. Fino a pochi secondi prima era là fuori, a farsi mangiare le labbra da quell’essere non ben identificato. E ora era lì, di fronte a me, che mi chiedeva di uscire.

La domanda mi uscì da sola, non potevo più trattenerla.

- Cosa sono io per te?- le domandai, più bruscamente di quanto volessi, cogliendola si sorpresa.

Sgranò leggermente gli occhi e aprì la bocca più volte, senza però emettere alcun suono o sapere cosa dire. La stavo mettendo in difficoltà, ne ero perfettamente consapevole, ma volevo sapere. Dovevo sapere.

Scossi piano la testa e feci per andarmene.

- No, aspetta.- sussurrò, aggrappandosi al mio maglione e trattenendomi piano.

- Non lo so.- mi disse, inchiodandomi con lo sguardo.

- Non lo sai.- ripetei, bisbigliando. - Allora penso sia inutile uscire stasera.- dissi, alzando un po’ la voce.

- Cosa?-

- Sei fidanzata.- riuscii a buttare fuori. Fino a quel momento avevo fatto finta di non esserne consapevole, ma ora era impossibile negare l’evidenza. - Non ti conviene uscire con due ragazzi allo stesso tempo.-

- Sei tu che hai iniziato!- esclamò, alterandosi leggermente.

Alzai un sopracciglio. - Questa non è una motivazione valida.- replicai freddamente.

Sbuffò. Rinfacciarmi il fatto che ero stato io ad iniziare quella - che era inappropriato definire, ma che in fondo era l’inizio di una - relazione.

- Mi metti in confusione, lo fai da quella sera passata a Portland, che altro ti aspetti?- sbottò, alzando la voce.

- Non mi aspetto nulla.- risposi, cercando di mantenere la calma. Ma non era vero. Avevo sperato sin dall’inizio in qualcosa con lei.

- E allora perché lo fai? Perché mi hai baciato?- domandò, con voce stridula, più alta del suo normale.

Ispirai, ricacciando dentro la rabbia. - Non mi sembra che ti sia dispiaciuto.-

Sei tu che mi sei venuta a cercare in quel cavolo di cinema, volevo aggiungere, ma la situazione era già tesa così.

Si zittì, guardandomi furiosa.

- No, infatti.- ammise. - Ma cosa vuoi sentirti dire? Che ti amo forse? Come pensi che possa dirti una cosa del genere?-

La rabbia che fino a quel momento tentavo di tenere a bada affiorò, violenta.

- Non è quello che sto cercando.- risposi, a denti stretti. - Non voglio sentirti dire che mi ami, non stiamo mica insieme.-

Mi voltai un attimo, ispirando a occhi chiusi.

- Ma devi capire con chi ti senti meglio.- le dissi, tornando a guardarla.

Con chi mi sento meglio? ripetè silenziosamente, muovendo le labbra.

- Non voglio far parte di qualche stupido gioco a tre.- dissi infine, buttando fuori quello che pensavo sin da quando Michael aveva iniziato a venire sul set.

Restò in silenzio, abbassando lo sguardo.

- Quando le riprese saranno finite verrò a Los Angeles.- le riferii, a bassa voce. - Mi darai una risposta quel giorno.-

Feci per andarmene ancora una volta e, come prima, Kristen mi fermò.

La sua mano finì tra i miei capelli e lei cercò di avvicinarmi a sé.

Scostai di lato la testa. La sua presa tra i miei capelli si fece più forte e decisa e mi fece voltare verso di lei. Colsi un lieve luccichio nei suoi occhi prima che la mia vista si annebbiasse per la sua vicinanza.

Serrai con decisione le labbra, non appena le sue premettero forte sulle mie. Non volevo dargliela vinta. Non così.

Kristen aveva ragione quando diceva che la mettevo in confusione, ne ero perfettamente consapevole. Avevo iniziato tutto io, ma ora ero proprio io a rischiare di diventare pazzo per quella situazione.

Non poteva nemmeno immaginare le fitte di dolore che mi colpivano quando la vedevo lì, insieme a lui. Negli ultimi tempi la presenza di Michael fuori e dentro il set era diventata del tutto normale e io mi ritrovavo ad essere un elemento marginale, il terzo incomodo.

Una lacrima scese sulla guancia di Kristen, finendo sul mio viso. Dischiusi leggermente le labbra e lei ne approfittò, insinuando la sua lingua nella mia bocca con un lamento, quasi agognando un contatto più profondo.

E stranamente, nonostante le convinzioni che avevo cercato di far valere e la mia rabbia iniziale, ricambiai il bacio. Ma non mi limitai a quello.

Volevo che ricordasse quel bacio, che lo ricordasse molto più degli altri. Volevo che ogni volta che si fosse trovata e fosse stata con lui, si sarebbe ricordata di me.

L’avevo messa nella condizione di scegliere e non avrei obiettato se avesse scelto lui. Ma volevo farle provare cosa significasse stare con me.

Le mie mani scesero sui suoi fianchi e la strinsi forte. Scambiai le nostre posizioni, così che lei fosse di schiena alla mia roulotte.

La spinsi piano contro la parete esterna del veicolo e Kristen emise un gemito di sorpresa, non appena la sua schiena toccò la parete fredda dietro di lei.

Cominciai a muovere le mie labbra con decisione, senza lasciarle neanche il tempo di respirare.

Tenendola sempre per i fianchi, strinsi il suo bacino al mio e mi piegai piano verso il suo corpo.

Qualcuno sarebbe potuto arrivare da un momento all’altro, ma sinceramente non me ne importava niente. Che vedessero pure.

Mi allontanai da lei e, non appena le mie labbra si allontanarono dalle sue, Kris mugugnò in protesta. E ancora una volta non capii. Come si possono volere due persone contemporaneamente? Non è umanamente possibile.

Cacciai quei pensieri dalla mia mente e guardai Kristen.

- Decidi.- ripetei, con il respiro affannato. - Verrò a Los Angeles, lo prometto. Ma allora vorrò una risposta. Me la devi.- aggiunsi, prima di posarle un bacio delicato sulle labbra lievemente arrossate.

Mi allontanai, lasciandola lì, sentendo ancora il suo sapore e il suo profumo su di me.

  
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