La principessa e il povero
C'era una volta una principessa di nome Bibi che era ricchissima. Possedeva foreste, montagne, laghi, castelli, residence, e perfino una multiproprietà.
Nonostante le sue innumerevoli ricchezze, la principessa era terribilmente infelice perché tutti i suoi pretendenti erano interessati solo alla sua fortuna.
Un giorno decise di recarsi da una fattucchiera nel bosco per esporle il suo caso.
La vecchia KoreKa le preparò una pozione a base di pane, cipolle e aglio e le disse che da quel momento avrebbe attirato solo morti di fame. La giovane provò a obbiettare che non voleva necessariamente un morto di fame, che voleva solo qualcuno che non la amasse solo per i suoi soldi. La vecchia le disse che non aveva tempo da perdere, che aveva una fila di altri clienti fuori che aspettavano il loro turno e che si spiegasse meglio un'altra volta!.
La poverina decise che tanto valeva tentare e bevve l'orrendo intruglio.
Tornata a casa si accorse che tutti la guardavano in modo strano e si rallegrò pensando che la pozione funzionava. In effetti i giovani che si erano presentati al castello per essere ricevuti, dopo pochi minuti se ne andavano via, lanciando i cavalli al galoppo.
Nel giro di una settimana la principessa rimase completamente sola.
Tornò nel bosco a cercare la maga ma questa nel frattempo era andata in ferie...Così affranta, andò a sedersi sulle rive di un ruscello dove pascolavano alcune pecore.
Dopo un po’ sentì una voce alle sue spalle: «Chissei? Cosavvuoi? Chitihamandato? Cartamusicanevuoi?Pecorinonehai?»
Un pastore sardo.Con i capelli verdi
La principessa rimase un po’ frastornata da quella raffica di consonanti, ma capì che lui non aveva la più pallida idea di chi fosse. Le offrì del pecorino sardo, cipolle fritte e pomodori all'aglio. Finalmente la principessa si sentiva trattata come una persona qualunque e adorava la semplicità seppure un po’ rozza, del pastore. Questi infatti era molto silenzioso e quelle poche volte che parlava si esprimeva con una specie di grugnito e non lo capiva bene.
Il pastore in realtà era uno spadaccino ma che per colpa dei suoi numerosi debiti era stato costretto dalla pastorella Nami,quella con cui era più indebitato,a pascolare le pecore al posto suo ,finchè non avrebbe estinto i suoi debiti, così costretto andava di mala voglia tutti i giorni al ruscello e lei lo raggiungeva:Mangiavano e non parlavano.
Lei amava i suoi silenzi.
Le stagioni passavano,estate come inverno lui rimaneva lì stoico e muto a pascolare le capre e lei dovota,sospirava(d'amore) preparando panini,torte e sopratutto tanto sakè.
I fiori sbocciavano e appassivano,i soli sorgevano e tramontavano,le capre crepavano e lui masticava un filo d'erba e guardava l'orizzonte sonnecchiando.
Lei amava il suo guardare l'orizzonte sonnecchiando.
La storia andò avanti così per 3 anni.
Un giorno la principessa prese il coraggio a due mani e disse al pastore:«In tutti questi anni non ti ho mai confessato che sono una principessa incredibilmente ricca,perchè voleva che mi conoscessi per quella che sono».
Il pastore sputò il filo d'erba e disse:«Quando ci sposiamo?»