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Autore: pentolina    15/01/2015    4 recensioni
In questa storia vedremo la nostra detective Beckett nel ruolo di madre single... un ex che ricompare dopo anni e Castle che le starà sempre a accanto (prima come amico e poi...)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Tre giorni dopo
Un rumore di vetri in frantumi interrompe il silenzio che regnava nel loft fino a quel momento seguito da delle urla.
“NO! GUARDA COS’HAI COMBINATO MARMOCCHIO!” Grida Gina vedendo il vaso di cristallo a terra in mille pezzi.
David spaventato corre a nascondersi sotto il letto matrimoniale dello scrittore calpestando accidentalmente alcuni vetri.
“Cos’hai da urlare?” Chiede Martha raggiungendo la donna nello studio, seguita dalla nipote.
“Guarda cos’ha combinato quel coso.” Sbraita indicando quello che una volta era un vaso.
“Quel coso è un bambino e ha un nome!” Esclama Alexis infastidita.
“Non m’interessa come si chiama! Ha rotto un vaso di cristallo da 10.000 dollari.” Dice infuriata.
“Invece che continuare a schiamazzare prendi scopa e paletta… meglio pulire prima che qualcuno si tagli.” Dice Martha.
“Io non pulisco!” Afferma Gina.
“Hai paura di rovinarti le unghie?” Chiede Alexis.
“Ehi, ragazzina… non permetterti di parlarmi così e tu, di qualcosa a tua nipote.”
“Cerchiamo di calmarci... è solo un vaso.” Risponde Martha dirigendosi verso il ripostiglio.
“Dov’è David?” Chiede la ragazza guardandosi attorno.
“Ma che ne so!” Borbotta Gina fissando quel poco che resta dell’amato vaso.
Alexis inizia a cercare David nella speranza di trovarlo prima dell’arrivo del padre e della detective.
“DAVID!”
“Dove sei?”
“Richard, vieni immediatamente a casa!” Ordina Gina, al fidanzato, per poi riattaccare il telefono senza dargli tempo di controbattere.
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Dieci minuti dopo
“Sono arrivato!” Annuncia lo scrittore entrando in casa seguito dalla detective.
Le voci di Martha e Gina arrivano chiare alle orecchie dei nuovi arrivati mentre dal piano di sopra si sente Alexis chiamare ripetutamente il nome del bambino.
La coppia non ha nemmeno il tempo di togliersi la giacca che l’uragano Gina salta fuori dallo studio iniziando a lamentarsi per un vaso rotto seguita da Martha che le parla sopra cercando di spiegare al figlio che è stato solo un incidente.
“Signore! Non ho capito nulla… potete parlare una alla volta.” Chiede Castle.
Nemmeno il tempo di finire la frase che la rossa e la bionda ricominciano a battibeccare e, come se non bastasse, Alexis si unisce a loro.
La giovane Castle infuriata con il padre per essersi innamorato di una donna così iniziando a discutere anche lei con Gina.
La detective che fino a quel momento è stata zitta ad assistere alla sceneggiata non vedendo il figlio nei paraggi decide di prendere la situazione in mano e facendo un fischio da stadio riesce ad attirare l’attenzione delle tre donne.
“Posso sapere dov’è mio figlio?” Domanda.
Stanno per ripartire a parlare di nuovo tutte assieme quando lo scrittore grida: “UNA ALLA VOLTA PER CARITA’!”
“Lexi, parla tu.” Ordina Kate.
“Ero salita un attimo di sopra a prendere dei libri quando ho sentito un rumore di vetri in frantumi seguito dall’urlo di quella pazza. Sono…”
“Pazza lo dici a qualcun altro! Richard, dì qualcosa a tua figlia. Senti come…”
“Silenzio! Stava parlando lei! Alexis, cerchiamo di usare nomi e non aggettivi dispregiativi.” La zittisce lo scrittore facendo cenno alla figlia di proseguire suggerendole un linguaggio più consono.
“Sono scesa e… e Gina urlava guardando un vaso in mille pezzi. Ho subito iniziato a cercare David, ma non l’ho ancora trovato. È nascosto qui da qualche parte ma non so dove.” Conclude la ragazza.
“Quel… quel bambino è qui da meno di due settimane e ha già fatto un danno da 10.000 dollari.” Esclama Gina guardando male la detective.
“Richard, la tua “fidanzata” ha qualche problemino di autocontrollo. Ha continuato a gridare come una pazza.” Afferma Martha.
“FERME! Non ricominciate a litigare. Ora tutti e dico tutti cerchiamo David.” Ordina lo scrittore riuscendo finalmente a togliersi la giacca.
“Io vado di sopra con Alexis!” Dice Martha andando verso le scale.
“Gina, cerca in soggiorno e in cucina mentre io e Beckett guardiamo nello studio e in camera da letto.” Dice facendo cenno alla detective di seguirlo.
“Mi dispiace, Castle. Vedrò di ripagarti il vaso.” Dice Beckett mortificata entrando assieme al partner nello studio.
“Non dirlo nemmeno per scherzo è un vaso… tra l’altro mi faceva pure schifo. L’ha comprato Gina l’ultima volta che siamo stati a Parigi.” Risponde controllando sotto la scrivania.
“Castle, smettila di abbuonarmi tutto. È giusto che se mio figlio rompe io paghi.” Controbatte controllando dietro al divano.
“Non ti sto abbuonando nulla. E ripeto era solo uno stupido vaso senza valore.” Ripete aprendo la porta della camera da letto.
“Forse dovrei cercare un’altra soluzione… vi sto creando solo problemi.” Commenta seguendolo.
“Un vaso ti sembra un problema? Lascia perdere è una cavolata.” Risponde aprendo la cabina armadio.
“Non parlavo del vaso ma del…”
Kate s’interrompe alla vista delle macchioline di sangue accanto al letto dello scrittore.
“Che succede? L’hai trovato?” Chiede girandosi e vedendo la detective con lo sguardo fisso sul parquet.
“Oddio… ma è sangue.” Esclama avvicinandosi e notando le goccioline rosse.
Beckett s’inginocchia per guardare sotto il letto facendo cenno allo scrittore di andare dalla parte opposta.
“Amore, sono io. So che sei qui sotto… ti vedo.” Inizia a dire vedendo la manina del figlio apparire dal buio.
“Che ne dici di uscire?” Propone lo scrittore.
David non risponde tirando su con il naso.
“Vieni fuori, dai.” Insiste Kate.
Silenzio.
“Io e mamma vogliamo solo assicurarci che tu stia bene… non vogliamo sgridarti, ok?! Ti sei tagliato con i vetri del vaso?” Chiede lo scrittore.
Un flebile si esce dalla bocca del piccolo.
“Gridava…” Sussurra dopo un attimo riferendosi chiaramente a Gina.
“Mi dispiace… era arrabbiata per il vaso ma adesso non lo è più.” Dice Castle mentendo spudoratamente.
“David, per favore esci di lì.” Lo supplica la detective.
“Facciamo così: tu esci di lì e io ti prometto che Gina non ti urlerà più e che non verrai messo in castigo per il vaso rotto, vero mamma?” Conclude cercando l’appoggio della donna.
“Vero…” Risponde poco convinta lanciando un’occhiataccia allo scrittore.
“Promesso?” Domanda per conferma.
“Promesso… ora esci.” Risponde Kate.
David strisciando va verso la parte della madre che appena riesce a raggiungerlo lo aiuta afferrandolo per la maglietta.
Castle fa il giro del letto mentre la detective prende in braccio il figlio stando attenta a non toccargli i piedini feriti.
“Prendo del disinfettante.” Afferma Rick correndo verso la stanza adiacente.
“Ti fa male?” Chiede asciugando con la mano libera le guance bagnate del figlio.
“Si.” Risponde appoggiando la testa alla sua spalla.
“Ok, ho tutto. Andiamo di là.” Dice Castle conducendogli in soggiorno.
“L’avete trovato, per fortuna.” Esclama Martha vedendoli uscire dallo studio.
“Lexi, vai a prendere una pinzetta e una pila. Dobbiamo verificare che non abbia delle schegge di vetro nelle ferite.” Ordina lo scrittore.
Kate si accomoda sul divano sistemando David sulle gambe mentre Castle s’inginocchia a terra davanti a loro in modo da essere comodo a medicare il bambino.
“Povero piccolo.” Dice Martha sedendosi accanto alla detective.
Gina appoggiata al bancone della cucina osserva la scena infastidita dalla presenza del bambino ma soprattutto da quella della detective che, da quando ha iniziato a frequentare casa Castle, sta mettendo a dura prova il rapporto fra lei e lo scrittore.
Rick esclama con tono buffo: “Capitano, pronto per l’avventura!?” Iniziando così a controllare le ferite canticchiando a voce alta la colonna sonora di Indiana Jones facendo ridere David che lo osserva attentamente.
Per fortuna le ferite sono superficiali. Solo piccoli taglietti che hanno smesso di sanguinare già da un po’.
“Forse ora ti deciderai a mettere le ciabattine?!” Scherza Kate facendogli il solletico.
“Ahahahaha…” Ride David.
“Sono stato bravo?” Chiede lo scrittore.
“Così… così.” Risponde facendogli la lingua.
“Ma… cos’è che mi fai?!” Esclama Castle ricambiando la linguaccia appena ricevuta.
“Adesso che ti sei ripreso credo sia arrivato il momento delle scuse.” Afferma la detective.
“Non è necessario… è stato solo un incidente.” Interviene Martha.
“No, Martha… è necessario eccome. Chiedi scusa a Gina e a Rick per aver rotto il loro vaso.” Gli ordina Kate.
“Scusa, Rick.” Dice David guardando lo scrittore.
“E Gina.” Gli suggerisce la madre.
“Scusa, Gina.” Aggiunge poco convinto senza guardarla.
“E scusa ad Alexis che ti ha cercato per tanto tempo senza trovarti.” Dice indicando la ragazza seduta accanto a loro.
“Scusa, Lexi.” Dice allungandosi verso di lei per darle un bacio.
“Oh… grazie.” Risponde la ragazza ricambiando.
David ne approfitta per aggrapparsi al collo della ragazza che lo prende in braccio.
“Ragazzi, sono già le sette! Non avete fame?” Chiede Martha alzandosi in piedi.
“Io si!” Risponde Alexis alzando la mano in alto.
“Anch’io!” Dice David copiando il gesto della ragazza.
“Credo che per noi, signorino, sia arrivato il momento di andare a casa.” Afferma Kate guardando il figlio.
“Restate a cena con noi.” Insiste lo scrittore.
“Castle, non possiamo rimanere a cena tutte le sere.”
“Ha ragione la detective… non possono restare sempre qui.” S’intromette Gina ricevendo tre occhiatacce da parte del fidanzato e delle due donne di casa.
“Forza andiamo!” Dice Kate prendendo il figlio dalle braccia di Alexis.
“NO! Non voglio!” Protesta David cercando di scendere.
Fra proteste e lacrime la detective riesce a portar via il figlio sotto lo sguardo soddisfatto della bionda.
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Castle e Gina si stanno preparando per andare a letto quando la bionda dice:
“Sono molto deluso dal tuo comportamento. Non mi hai assolutamente difesa lasciando che tua figlia e tua madre mi dessero della pazza senza dire una parola.”
“Ti avranno mancato di rispetto ma ti assicuro che, da quando sono entrato in casa a quando Beckett vi ha zittite, ti stavi comportando da vera pazza.” Risponde spostando le coperte.
“Quel bambino è un terrorista. Tutto quello che tocca rompe e quando oggi mi sono vista quel vaso da 10.000 dollari in mille pezzi non c’ho più visto.” Esclama Gina.
“È un bambino l’hai detto anche tu. So che per te è un essere strano ma come padre ti garantisco che tutti gli esseri viventi alla sua età sono così. Si chiama: vivacità.” Le spiega lo scrittore.
“Richard, non prendermi per scema. So come sono i bambini ma ti assicuro che non ne ho mai visto uno così… maleducato. Certo con la madre che si ritrova non si può pretendere molto.” Commenta togliendosi la vestaglia.
“Non ti permettere di giudicare Beckett. Non la conosci… non sai niente di lei e non sai nemmeno cosa significhi crescere un figlio da soli.” Ribatte stizzito.
“Sta di fatto che da quando c’è in giro quel marmocchio casa nostra sembra un campo di battaglia… non c’è mai un attimo di calma e come se non bastasse la detective è sempre qui.” Afferma infastidita sistemandosi a letto.
“Ti ricordo che grazie a quella detective sto guadagnando un sacco di soldi che ti permettono di vivere come una regina.” Le rammenta Castle.
“Se non avessi incontrato lei ne avresti trovata un’altra di musa.” Risponde Gina.
“Forse… o forse no. Sta di fatto che lei ti porta rispetto quindi esigo che tu rispetti lei e suo figlio. Chiaro?” L’avverte severamente.
“Per te una che ci prova con il tuo fidanzato ti porta rispetto?”
“Cosa stai insinuando?”
“Dai, Richard. Svegliati! Non ti rendi conto che sta usando la scusa che Alexis fa da baby-sitter a suo figlio per starti attorno. D’altronde qualsiasi donna vorrebbe finire nel tuo letto soprattutto per arrivare ai tuoi soldi.” Spiega sdraiandosi.
“Ti assicuro che Beckett non è interessata ai miei soldi.” Controbatte immediatamente.
“Questo lo dici tu. Intanto hai comprato dei vestiti per suo figlio, dei giochi per suo figlio, hai fatto addirittura un salvadanaio per suo figlio e come se non bastasse oggi ha fatto un danno da 10.000 dollari che sicuramente non le farai pagare.” Dice Gina.
“Mi stai facendo i conti in tasca? Sono soldi MIEI… gli guadagno con il MIO lavoro e quindi gli spendo come mi pare e piace. O forse stai facendo tutta questa polemica per paura che non ce ne siano abbastanza per i tuoi vizi?” Domanda trattenendosi per non urlare.
“Non essere ridicolo. Ora se non ti dispiace vorrei riposare sono già in ritardo di mezzora sulla tabella.” Dice chiudendo il discorso mettendosi due fette di cetriolo sugli occhi iniziando a inspirare ed espirare.
Castle nervoso e ormai privo di sonno decide di spostarsi nel suo studio per dedicarsi alla scrittura sperando di riuscire a rilassarsi con la sua detective Heat.
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Quattro giorni dopo
“Ciao Jenny... quanto tempo!” La saluta Kate abbracciandola.
“Kate… ben arrivati. Ciao David! Accomodatevi.” Risponde invitandoli ad entrare.
“Ciao!” Risponde David lasciando cadere la giacca a terra per poi correr verso il soggiorno alla ricerca di Juliet.
“Scusa il ritardo ma abbiamo avuto un piccolo problemino.” Spiega la detective togliendosi la giacca e raccogliendo quella del figlio.
“Tranquilla... stiamo aspettando Kevin. È andato a ritirare la torta.” La rassicura appendendo le giacche degli ospiti nel guardaroba.
“Ho portato un pensierino per la piccolina.” Dice consegnando il regalo all’amica.
“Oh… grazie! Non dovevi disturbarti. Vieni!” Ringrazia invitandola a seguirla.
“Buona sera, detective.” La saluta Lanie per prima.
“Buona sera, dottoressa.” Ricambia sorridendole.
Dopo aver salutato i presenti e aver conosciuto i genitori di Jenny la detective si dirige verso la cameretta di Juliet per controllare cosa sta combinando il figlio.
Man mano che si avvicina sente sempre più forti le risate e le urla dei bambini seguite da dei lamenti di una terza persona, sicuramente un adulto, pensa Kate aprendo lentamente la porta socchiusa.
Lo scrittore è sdraiato a terra mentre David e Juliet seduti su di lui lo stanno praticamente torturando.
“Castle, cosa fai?” Chiede la detective facendosi notare.
“Aiutami, ti prego!” La supplica girandosi verso di lei.
“Prendi questo!” Urla David infilzando il povero scrittore con un braccio di una bambola.
“AH!” Strilla dolorante massaggiandosi il pettorale destro mentre i due bambini se la ridono di gusto.
“Rick, devi far finta di morire!” Gli ordina colpendolo nuovamente più giù.
“AAHHH!” Si lamenta Castle portando le mani sugli addominali per poi morire teatralmente facendo smorfie e rumori strani.
“Ic!” Lo chiama Juliet dandogli una manata in pieno volto.
“AHI!” Esclama spalancando gli occhi.
“NO! Sei morto non puoi muoverti!” Grida David mettendogli le mani sugli occhi.
“Piano… mi fai male.” Si lagna lo scrittore.
“David, attento!” Lo rimprovera Kate prendendolo per un braccio per farlo spostare.
“NO! Stiamo giocando!” Protesta cercando di liberarsi della presa della madre.
“EHI! Sai che non voglio facciate questi giochi violenti.” Gli ricorda riuscendo a farlo scendere dalla pancia dell’uomo che appena libero si mette seduto.
“Oddio! Ahaahahaha…” Esclama Kate scoppiando a ridere alla vista dei tre codini sulla testa del partner.
“Sto bene, vero?” Domanda ridacchiando.
“Molto sexy… potresti pensare di lanciare una nuova moda.” Lo prende in giro la detective sciogliendone uno.
“Finalmente hai ammesso che sono sexy… ci sono voluti quasi tre anni!” Commenta sorridendo.
“Non montarti la testa… ti stavo prendendo in giro.” Si affretta a chiarire.
“Ormai l’hai detto… non puoi più rimangiartelo.” Afferma sistemandosi il ciuffo.
“Rick, cavallino!” Ordina David aggrappandosi alle due spalle, facendolo quasi cadere all’indietro.
“Ragazzi, è arrivata la torta!” Gli informa Lanie entrando nella stanza.
“Sali… andiamo!” Dice Castle mettendosi in ginocchio e aiutando il piccolo a salire sulle sue spalle.
“Vieni, piccola!” Afferma Kate prendendola in braccio.
“Tota… tota!” Ripete Juliet battendo le manine.
“Che carini… stavate giocando all’allegra famigliola.” Sussurra Lanie prendendo in giro l’amica.
“Lanie!” Esclama scioccata dall’uscita della dottoressa.
“Che c’è? Vi siete visti? Eravate troppo carini…”
“Ti ricordo che è fidanzato.”
“Si certo con quella gallinella… ma fammi un piacere.”
“Ssshhh… potrebbe sentirti.” L’ammonisce la detective.
“Ma va… è troppo impegnato a fare il pagliaccio con tuo figlio. Guardalo!” Risponde indicando lo scrittore che sbanda a destra e a sinistra facendo un sacco di versi mentre David, aggrappato a lui, ride divertito.
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“Ehi… ti si sono scaricate le batterie?!” Chiede Esposito al piccolo, evidentemente stanco, in braccio alla madre impegnata a chiacchierare con Jenny.
“Zio, un giorno mi porti dove sparano?” Domanda David giocherellando con i bottoni della camicia della donna.
“Sei un po’ troppo piccolo per andare al poligono.” Risponde il detective.
“Non sono piccolo!” Controbatte arrabbiato.
“Che succede, Espo?” Chiede Castle sedendosi accanto all’amico.
“Rick, mi porti dove sparano?” Domanda David speranzoso.
“Il giovanotto vuole andare al poligono…” Spiega Esposito.
“David, il poligono è un posto per grandi. Prima d’entrare misurato quanto sei alto e se sei meno di un metro e mezzo… circa così… non ti lasciano passare.” S’inventa lo scrittore nella speranza di convincerlo , mostrandogli l’altezza che dovrebbe avere.
“Basta che mi prendi in braccio… così divento altissimo.” Afferma il piccolo.
“Furbo… ma la guardia che c’è all’ingresso è molto intelligente e se proviamo ad imbrogliarlo ci mette in prigione. Io non ci voglio andare… tu, ci vuoi andare?” Chiede.
“No.” Risponde David tristemente.
“Però a casa ho il laser-tag… ci possiamo giocare se vuoi. Posso insegnarti come sparare e dove nasconderti per vincere contro Lexi.”
“SI!” Esclama elettrizzato dall’idea scambiandosi il cinque con lo scrittore.
“Bro, ci sai fare con i bambini.” Si complimenta Esposito.
“MAMMA! MAMMA!” La chiama David.
“Sto parlando… aspetta un secondo.” Dice Kate accarezzandogli il viso.
“Rick mi insegna a giocare a laser-tag!” Racconta eccitato prendendole il viso fra le mani e obbligandola ad ascoltarlo.
“Allora mamma ti deve insegnare i punti deboli di Rick!” Afferma la detective guardando il partner.
“Non ho punti deboli… e te lo dimostrerò... domani, dopo il lavoro!” La sfida lo scrittore.
“Castle, non vorrei vederti piangere… lascia stare!” Risponde lei.
“Come scusa? Io sono il campione assoluto di laser-tag… non puoi battermi.” Chiarisce Castle.
“Vedremo!” Dice Kate accettando la sfida.
 
  
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