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Autore: pentolina    12/01/2015    1 recensioni
In questa storia vedremo la nostra detective Beckett nel ruolo di madre single... un ex che ricompare dopo anni e Castle che le starà sempre a accanto (prima come amico e poi...)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Il giorno dopo
“Lexi!” Grida David correndo verso di lei.
“Ciao, sei pronto ad andare?” Chiede accarezzandogli il viso.
“Bisogna salutare la maestra!” Afferma prendendola per mano e tirandola verso una donna bionda sulla quarantina.
“Hai visto che… Alexis, giusto?” Domanda la maestra guardando la giovane.
“Si, giusto. Piacere.” Risponde allungando la mano verso di lei.
“Piacere, Ellen. Hai visto che Alexis è venuta a prenderti?” Dice rivolgendosi al bambino e ricambiando la stretta.
David annuisce sorridendo.
“Era preoccupato che non arrivassi. È dalle due che fissa la porta nella speranza di vederti arrivare.” Racconta Ellen.
“Lexi è la mia nuova baby-sitter.” Spiega fiero il piccolo.
“Alexis sembra molto simpatica, sono sicura che ti divertirai con lei. Ricordati di prendere il grembiule e il biglietto per la festa di fine anno dall’armadietto, ok?” Gli rammenta.
“Ok. A domani maestra!” La saluta David tirando Alexis verso l’uscita.
“Arrivederci.” Dice lasciandosi condurre dal piccolo.
“Prova a indovinare qual è il mio?!” Dice arrivando davanti ad una fila di armadietti di vari colori ognuno con un simbolo diverso disegnato sopra.
“Direi la macchina della polizia.” Afferma indicandola.
“Esatto!” Risponde sorpreso dalla rapidità con cui ha risposto.
“Forza prendiamo le tue cose.” Lo invita aprendo l’armadietto.
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“Cosa c’è scritto?” Chiede David.
“Quest’anno la festa di fine anno si terra l’ultimo giorno di scuola (30 giugno) presso i giardini dell’asilo. Come ogni anno chiediamo gentilmente, a tutti i genitori disponibili, di aiutarci nella preparazione dell’evento. Per tutti quelli interessati a collaborare informiamo che lunedì, 7 giugno, alle ore 6.00 p.m. si terra un incontro presso la nostra sede dove sarà illustrato il programma e dove saranno distribuiti i compiti ai volontari. È gradita la partecipazione di tutti.” Legge Alexis.
“Mamma di solito non ci va però aiuta sempre.” Racconta il piccolo.
“La tua mamma è molto impegnata con il lavoro.” Spiega ripiegando il foglietto.
“Lo so. Lei arresta i cattivi.” Risponde uscendo dall’ascensore.
“Vuoi venire alla mia festa?” Chiede prendendo per mano la ragazza.
“Mi piacerebbe molto.” Afferma aprendo la porta di casa.
“Evviva!” Esulta entrando e togliendosi immediatamente scarpe e calzini, abbandonandogli in mezzo all’ingresso.
“Ciao ragazzi!” Saluta Castle.
“Ciao Rick!” Lo saluta David felice di vederlo.
“Papà, che ci fai a casa?” Domanda Alexis sorpresa di vederlo lì quell’ora.
“Ho accompagnato Gina ad una visita medica e siamo appena rientrati.” Spiega baciando la figlia sulla guancia.
“Rick, vuoi venire alla mia festa?” Chiede David toccando la gamba dello scrittore.
“Ma non è stato tre mesi fa il tuo compleanno?” Domanda spettinandogli i capelli.
“Non è per il mio compleanno. È per la festa dell’asilo!” Esclama scocciato per la domanda.
“Hai ragione, perdonami... come ho fatto a sbagliarmi” Si scusa lo scrittore battendosi una mano sulla fronte.
“Amore, dove… oh… che ci fa qui il piccoletto?” S’interrompe Gina alla vista del bambino.
“Vieni, David.” Lo invita Alexis prendendolo per mano e conducendolo verso la cucina.
“Lexi gli fa da baby-sitter.” Risponde Castle.
“Da quando tua figlia fa questi lavori da povera gente?”
“È un piacere che fa a Beckett… e comunque è un lavoro come un altro. Non credo esista una distinzione fra lavori per ricchi e per poveri.” Controbatte inorridito dall’uscita della fidanzata.
“Non dire sciocchezze. Certi lavori i poveri non posso e non sanno farli.” Ribatte tornando da dove è venuta.
“Papà, vuoi un po’ di gelato?” Chiede la ragazza.
“Che domanda fai?! Certo che sì.” Risponde unendosi ai due.
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“Quel ragazzino è qui da meno di un’ora e la casa sembra un porcile.” Si lamenta Gina trovandosi a dover scavalcare le scarpe del piccolo.
“Qualche problema?” Chiede Martha scendendo dalle scale e sentendo la donna brontolare.
“Quella detective potrebbe educare meglio suo figlio.” Risponde recuperando la giacca.
“I bambini sono tutti così, Gina… ma forse tu non lo sai.” Controbatte l’attrice sistemando scarpe e calzini in ordine vicino al muro.
David scappando da Alexis finisce accidentalmente addosso alla borsetta di Gina, appoggiata a terra, calpestandola.
“EHI… Marmocchio! Stai attento!” Lo sgrida la donna recuperando la borsa.
David al rimprovero della donna si ferma a guardarla mormorando un flebile: “Scusa.”
“Guarda dove metti i piedi!” Dice in malo modo.
“Gina, ti ha chiesto scusa non serve che te la prendi tanto per una borsa.” S’intromette Alexis.
“Una borsa?! È una Chanel!” Precisa lei.
“Che succede?” Chiede lo scrittore raggiungendo il gruppetto all’ingresso.
“Nulla… solo un piccolo incidente.” Risponde Martha.
“Sei pronta?” Domanda rivolgendosi alla compagna.
“Si. Andiamo!” Dice Gina spalancando la porta.
“Ciao a tutti… a dopo.” Saluta Castle uscendo di casa.
“Cosa fai ancora qui?! Scappa che ti prendo!” Esclama Alexis facendo strillare il bambino che riprende la fuga.
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“David! Guarda chi è arrivata!” Esclama Castle attirando l’attenzione del piccolo concentrato a giocare con Alexis sul tappeto in soggiorno.
“MAMMA!” Grida alzandosi e correndole incontro.
“Ciao, amore mio!” Dice prendendolo in braccio.
David si aggrappa al suo collo stringendo le gambe attorno alla sua vita.
“Sei stato bravo?” Domanda guardando verso la ragazza che sta riordinando i giochi.
“Si!” Risponde immediatamente.
“Adesso chiediamo ad Alexis se è vero.” Dice avvicinandosi alla rossa.
“Si, tranquilla… è stato bravissimo.” Conferma sorridendo.
“Ferma. Lascia che metta in ordine lui.” La blocca Kate mettendo il figlio a terra.
“Non voglio!” Protesta David aggrappandosi alla gamba della madre.
“Anche se non hai voglia lo fai… altrimenti Alexis non giocherà più con te.” Afferma la detective.
“NO!” Grida correndo ad aiutarla.
“Siamo stati ufficialmente invitati alla festa di fine anno.” Annuncia Castle affiancando la donna.
“Oddio… tra meno di un mese finisce l’asilo.” Esclama sconsolata.
“Troveremo una soluzione anche per quello.” La rassicura lo scrittore invitandola ad accomodarsi sul divano.
“Ah… per la festa non sentitevi obbligati a partecipare.” Chiarisce Kate sedendosi accanto al partner.
“NO! Rick e Lexi vengo!” Esclama David smettendo di riordinare.
“David, non puoi obbligare le persone a fare quello che vuoi tu.” Gli spiega la madre.
“Hanno detto che vengono.” Controbatte il piccolo con le lacrime agli occhi.
“E noi ci verremo volentieri, vero papà?” Interviene la giovane Castle.
“Sicuro… non me la perderei per niente al mondo.” Assicura Rick sorridendo.
“Hai visto!” Esclama David scoppiando a piangere.
“No… non piangere.” Dice Alexis dispiaciuta accarezzandogli la schiena.
“Sei cotto.” Commenta Kate facendogli segno di avvicinarsi.
“Noo… nonnn è veroo.” Singhiozza abbracciandola.
“Ti sei proprio divertito con Lexi… mi sa che stanotte ti farai una bella dormita.” Dice la detective prendendo in braccio il figlio palesemente stanco.
David continua a piangere nascosto contro il petto della madre aggrappato alla sua camicia.
“Meglio andare prima che crolli.” Afferma alzandosi.
“Ti aiuto a vestirlo.” Si offre Alexis accompagnandogli verso l’uscita.
“Spero non abbia fatto troppo disordine.”
“No, affatto. Ci siamo divertiti molto.” Risponde infilandogli calzini e scarpe.
“Grazie mille. Se sei ancora disponibile a lunedì.” Dice prendendo lo zainetto del figlio.
“Certo. A lunedì. Ciao David.” Lo saluta accarezzandogli una gamba.
“Ciao…” Sussurra lui.
“Buon week-end, detective.” La saluta Castle aprendo la porta.
“A lunedì.” Risponde uscendo dal loft.
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Una settimana dopo
“Stai attento!” Esclama Alexis vedendo il bambino intento ad arrampicarsi sul bancone per arrivare al telecomando.
“Voglio guardare la tv.” Afferma indicando verso il soggiorno.
“Il tempo è scaduto e sai che più di un’ora non puoi guardarla.” Gli ricorda spostandolo ancora più in alto.
“Voglio vedere i cartoni!” Insiste cercando di arrampicarsi sul mobile.
“Ehi… che dici se andiamo a fare un giro al parco?” Propone bloccandolo.
“SI!” Risponde entusiasta.
“Ok, corri a metterti le scarpe.” Dice spingendolo delicatamente verso l’ingresso.
Alexis recupera chiavi e cellulare per poi raggiungere il piccolo trovandolo già fuori dalla porta di casa.
“Ma… chi ti ha detto di uscire?” Lo rimprovera prendendo le giacche.
“Andiamo… andiamo!” Ripete saltellando verso l’ascensore.
“Se mi dai la mano… altrimenti torniamo dentro.” Dice chiudendo a chiave la porta.
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“Oddio… cos’hai combinato?!” Chiede scioccata.
“Mi sono sporcato tutto!” Risponde divertito toccandosi i pantaloni sporchi di fango.
“Ma come hai fatto?” Domanda cercando inutilmente di pulirlo.
“Stavamo giocando a prenderci e sono scivolato.” Racconta indicando verso la sabbiera.
“Non abbiamo nemmeno un cambio a casa.” Mormora Alexis fra se componendo il numero del padre.
“Mettiti qui seduto!” Gli ordina nell’attesa di ricevere risposta.
“Papà, sono io. Ho un piccolo problema con David…”
“No, sta bene… ma è caduto ed ora è tutto sporco… non ho nulla per cambiarlo.” Spiega tenendo d’occhio il bambino.
“Ok, ti aspettiamo.” Dice riattaccando.
“David, vieni andiamo a lavarci le mani.” Lo invita notando le manine luride.
“Possiamo prendere il gelato?” Chiede indicando il venditore ambulante.
“Ok.” Risponde conducendolo davanti alla fontanella pulendogli viso e mani.
“Facciamo una gara? Chi arriva prima al gelato, vince.” Propone David.
“Al tre. Uno… due… tre. Via!” Esclama Alexis lasciandogli del vantaggio.
David come previsto arriva primo e sorridendo esclama: “Hai perso!”
“Sei troppo forte. Che gusto vuoi?” Chiede tirando fuori il portafoglio dalla borsa.
“Tutti!” Risponde facendosi largo fra gli altri bambini.
“No… scegline uno.”
“Cioccolato!” Risponde tamburellando il dito sul vetro.
“Buon pomeriggio, vorrei una coppetta piccola con una pallina di cioccolato.” Dice Alexis educatamente all’uomo dietro al banco.
“NO! Voglio il cono.” Protesta David.
“Faccia pure la coppetta.” Interviene una voce alle loro spalle.
“Ciao, papà!” Saluta Alexis girandosi.
“Voglio il cono.” Ripete guardando con sguardo supplichevole lo scrittore.
“Facciamo così: prendiamo la coppetta e chiediamo gentilmente al signore se può darci un cono vuoto da metterci sopra. Ok?” Propone Castle.
“Ok!” Risponde David soddisfatto.
“Grazie, molto gentile. Tenga pure il resto.” Dice lo scrittore consegnando la banconota all’uomo e dando la coppetta con cono al bambino.
“Ti sei rotolato nel fango?” Domanda divertito notando i pantaloni e le scarpe infangate.
“Sono caduto!” Risponde sgranocchiando il cono.
“Come mai eri nei paraggi?” Chiede Alexis.
“Beckett e i ragazzi avevano una riunione con il capitano quindi ne ho approfittato per fare un salto a salutare Gina.” Spiega lo scrittore.
“Sembra che questa volta stia funzionando o sbaglio?” Domanda la ragazza cercando di nascondere la sua chiara delusione.
“Non ne sono ancora convinto.” Ammette sorprendendo la figlia.
“Mi è permesso dire la mia?” Chiede aspettando un cenno di consenso da parte del padre.
“Non mi sembra affatto cambiata… è la stessa di sei mesi fa.” Afferma Alexis nella speranza che il padre apra gli occhi davanti all’evidenza.
“Proprio per questo non ne sono convinto.” Chiarisce lo scrittore.
“OPS!” Sussurra David guardando la coppetta a terra e il gelato spalmato sulla maglietta.
“Bene… vedo che abbiamo completato l’opera.” Commenta Castle facendo cenno alla figlia di guardare verso il bambino.
“Ma! David!!!” Esclama cercando un fazzolettino nella borsa.
“Credo sia arrivato il momento di fare un po’ di shopping. Che dite?” Afferma lo scrittore raccogliendo la coppetta per buttarla via mentre Alexis pulisce alla meglio il pasticcio combinato.
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“Castle, ti ho detto di no. Prendi questi soldi!” Ripete Beckett infilandoglieli nel taschino della giacca.
“Prendilo come un regalo.” Protesta riuscendo a metterglieli nella tasca posteriore dei jeans.
“Castle, giuro che te li faccio mangiare!” L’avverte.
“Ascoltami, un secondo. Ho solo comprato dei vestiti e delle scarpe a tuo figlio da tenere come cambio a casa mia. Non gli ho comprato un appartamento a Manhattan.” Spiega afferrandola per i polsi e bloccandola contro la parete dell’ascensore.
“Non m’interessa. Non è giusto che spendi soldi per lui… e non ricominciare con la storia che grazie a me stai avendo successo con la serie di Nikki Heat.” Controbatte liberandosi e infilando nuovamente le banconote nel taschino.
“Sei testarda, detective. Mai io di più… troverò un modo per restituirteli.” L’avverte lo scrittore arrendendosi.
“Non ci provare!” Ribatte uscendo per prima.
“Vedremo.” Risponde seguendola.
“Giuro che se ne fai un’altra delle tue ti caccio a calci dal distretto.” Afferma aspettando che lo scrittore apra la porta.
“Non puoi! Il sindaco è mio amico.” Le ricorda.
“E allora? Un modo lo trovo, tranquillo... potrei sempre arrestarti... o spararti.” Suggerisce Beckett entrando in casa.
“Uuuhh… siamo passati alle minacce.” Commenta ridendo richiudendo la porta dietro di se.
“Che avete da discutere?” Domanda curiosa Martha.
“Prova a indovinare… come mai la detective qui presente è infuriata con me.” Risponde lo scrittore.
“Perché hai preso dei vestiti a suo figlio e ora vuole darti i soldi?” Prova a dire l’attrice.
“Esatto. A dire il vero me li ha già dati… eccoli qua.” Dice mostrando il denaro.
“So dove metterli.” Afferma Martha prendendoli e andando a infilarli nel salvadanaio a forma di macchina della polizia sul mobile.
Prima che la detective possa chiedere a cosa serviranno due braccia le stringono le gambe e una voce squillante urla: “Ciao, mamma!”
“Ciao, peste.” Risponde sorridendo.
“Ciao, Kate!” La saluta Alexis.
“Ciao, Alexis. Com’è andata oggi? A parte la caduta al parco.” Chiede la detective.
“Tutto, ok.” La rassicura.
“Mamma, hai visto il mio salvadanaio?” Domanda indicando la macchinina dove Martha ha appena messo i soldi.
“Ok… che dite di una buona carbonara!” Esclama Castle sperando di distrarre la detective.
“SI!” Strilla in risposta David correndo verso la cucina.
“Castle, posso parlarti un secondo?” Chiede Beckett mettendo le mani sui fianchi.
“Lo senti? Mi sta chiamando!” Dice lo scrittore scattando nella direzione in cui è appena scomparso il bambino.
“Dove credi di andare?!” Afferma correndogli dietro.
Nonna e nipote divertite dalla scena appena assistita si guardano sorridendo.
“Dal tuo sguardo dire che stiamo pensando la stessa cosa.” Commenta Martha.
“Ma perché ce ne accorgiamo solo noi?” Domanda Alexis prendendola sottobraccio.
“Parti dal domandarti perché tuo padre sta ancora con Gina.” Risponde l’attrice.
 
  
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