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Autore: Iaiasdream    15/01/2015    1 recensioni
Come ogni normale essere mortale, anche il mio Lys ha i suoi lati storti. Oltre alla dimenticanza, la cosa che detesto è il suo amico del cuore: quell'arrogante, sbruffone, antipatico, play boy, scontroso di Castiel..... In quel momento, ho come un flebile barlume di lucidità. quel movimento, scatena in lui il sudore, che evapora sotto forma di profumo, innalzandosi e invadendo le mie nari, dandomi una sensazione strana, come un giramento di testa, ma non dipende dall’essenza, bensì da chi la indossa, e non è Lysandro.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dolcetta, Lysandro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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BAKA TIME: scusate tanto ragazze! Non solo per il ritardo. Avevo pubblicato questo capitolo, ma l’ho dovuto cancellare, perché non avendo letto l’altro, ho sbagliato a scrivere, ma adesso ho risolto il problema, quindi buona lettura ;D
 
 

GESTI INASPETTATI



Mentre i miei occhi scorrono velocemente e per l'ennesima volta lungo quelle parole che formano il messaggio, cerco disperatamente di concepire il suo significato. Mi sembra di leggere per la prima volta una lingua a me sconosciuta, talmente mi sento confusa. Non ho neanche fatto caso a Aisi che mi ha avvisata dicendo che andava al supermercato per comprare qualcosa.
Senza che me ne accorga, mi ritrovo a sibilare ciò che c'è scritto sullo schermo. Porto istintivamente una mano alla bocca e sbuffo su essa, mentre strabuzzo i miei occhi riuscendo finalmente a capire.
Il cuore inizia a spingermi violentemente in petto, e la saliva fa fatica a scivolare giù. Intanto anche il respiro prende parte a quel miscuglio di forti emozioni, e le lacrime iniziano a scendere lentamente.
"Non posso dimenticarti, non ce la faccio. So che non potrai mai perdonarmi per il male che ti ho arrecato, ma ti amo. Concedimi almeno questo".
Rileggo lentamente a bassa voce seguendo singhiozzi trattenuti a stento fino a quel momento.
Lysandro mi ha mandato quel messaggio; dovrei essere al settimo cielo, ma cos'ha voluto dire con quelle parole? Cosa vuole farmi intendere?
Il cellulare inizia a squillare, e solo allora mi accorgo di essermi incantata immersa in quei pensieri. Mi asciugo le lacrime cercando di mettere bene a fuoco il nome della persona che mi sta chiamando.
È lui! Cosa faccio? Cosa gli dico? Dio mio! Non mi sono sentita mai in ansia come in questo momento. Possibile che stia succedendo tutto quanto in fretta?
Tossendo e prendendo profondi respiri, passo tremante il dito sul tasto accetta, ma esito nel poggiare il cellulare all'orecchio.
<< Audrey? >>, sento a un tratto dall'altro capo. Trasalisco mentre il mio cuore manca un battito, poi come un automa avvicino l'oggetto all'orecchio e chiudo gli occhi senza rispondere, inebriandomi di quella voce che, anche se da poco che non la sento, mi manca da morire.
<< Aud, ci sei?... Ti prego, rispondimi... Ti ho inviato quel messaggio, ma non potevo trattenermi dal dirtelo a voce... >>. Si è fermato. Non sento più nulla. Riapro istintivamente gli occhi e deglutisco a fatica le parole non dette ma che bramano nel voler uscire allo scoperto. Non riesco a parlare, sembra che la mia bocca si sia sigillata da sola. Stringo forte il telefono sospirando profondamente.
<< Ti amo Aud... >>. Quella frase detta nel mentre, mi fa sobbalzare.
Subito i lati delle labbra iniziano a tremare, gli occhi bruciano, e la sensazione di vuoto che invadeva il mio cuore si ricolma repentinamente di quella che soltanto Lysandro mi fa provare.
Quella frase così sincera, dovrebbe cancellare anche la mia tristezza, e invece, famigliari rimorsi prendono il sopravvento, e l'immagine di quella persona artefice dei miei errori si disegna spudoratamente nella mia mente, invadendo i miei ricordi.
<< Aud... >>
<< Perché Lys? >> è l'unica cosa che mi riesce di dire, e la dico con un snervante tremolio.
<< Perdonami >>
<< Io avevo bisogno, ho bisogno di te... >> mormoro dando spazio ai singhiozzi.
<< Lo so, anche io >> risponde dispiaciuto.
<< Cosa vuol significare quel messaggio? >> chiedo a un tratto cercando di calmare quei singhiozzi che poco a poco si stanno tramutando in ansimi. << Cosa vuoi dire? >>
<< Ciò che hai ben inteso >> risponde prontamente con voce sollevata << Voglio continuare la nostra storia anche da lontano. Quando finirò il conservatorio, ritornerò da te. E spero che tu sarai lì ad attendermi >>
Silenzio. Non rispondo, non aggiunge altro. Forse sta aspettando che dica qualcosa. Ma perché non lo faccio? Perché esito nel rispondergli?
<< Aud, ci sei? >>
<< S-sì... >>
<< Forse, ti ho chiesto troppo? >>
<< No... >>
<< E allora...? >>
<< Lys, io... >>. La tentazione nel dirgli la verità è molta "Oh, Lys! Il tuo amore per me è così profondo che non riesco a rendermi conto di quanto io sia fortunata. Come posso pensare di ritornare con te e tacere su ciò che ho fatto con l'idiota? Forse l'unica cosa da fare e dimenticare tutto e ricominciare da capo".
<< Mi hai sentito? >>, lo sento chiedere a un tratto riportandomi così alla realtà.
<< C-cosa? >> domando con voce rauca, correggendola con un accenno di tosse.
<< Ho detto che la prossima settimana tornerò in paese per firmare dei documenti a scuola >>
<< Davvero?! >> esclamo alzandomi dal letto, sentendomi felice dopo aver ascoltato quelle parole.
<< Sì... Così mi darai quel giorno la risposta, che ne pensi? >>
<< Lysandro? >>
<< Dimmi >>
<< Non c'è bisogno di aspettare la prossima settimana, per avere la mia risposta... >> mi fermo sorridendo e stringo il pugno in petto, come per reggere il mio cuore impazzito per le forti emozioni; poi riprendo << ti aspetterò, amore mio >>
Sento Lysandro sorridere << Non vedo l'ora di rivederti Aud >> mormora dopo qualche istante. La sua voce sembra calda e sensuale, ne inebrio il mio udito e quando chiudiamo a vicenda la chiamata, un'ultima lacrima mi percorre il volto, e non è una lacrima di tristezza.
Guardo il cellulare afferrandolo con due mani. Lentamente mi siedo sul letto portandomi lo smartphone sulla guancia e accarezzandone lo schermo con estrema dolcezza. Sento le ultime parole di Lys penetrarmi l'anima per poi regalarmi delle scosse di piacere. Sorrido contenta.
<< Il mio Lys >> sussurro stendendomi sul letto.
Spalanco le braccia, e sospirando, volgo gli occhi al soffitto. Che stia sognando o meno, non vorrei assolutamente svegliarmi.
Sorrido ancora girandomi su un lato e ritorno a guardare la foto mia e di Rosalya, finalmente quello spazio vuoto non sarà più tale. Al diavolo cosa successe quella sera, il mio amore per Lysandro non è morto, e non voglio che succeda. Dimenticherò tutto, dimenticherò del mio sbaglio con Castiel e ricomincerò da capo.
Finalmente sento di essere felice. I sentimenti che mi stavano opprimendo in questi giorni, stanno scomparendo in un niente.
Con uno scatto mi metto a sedere sul letto, riafferro il cellulare ricordandomi di aver mandato un messaggio a Rosalya. Controllo se c'è stata qualche sua risposta, ma niente.
<< Andiamo Rosa, non dirmi che sei ancora offesa? >> mi chiedo con un sibilo scorrendo il dito sulla lista dei contatti.
Provo a chiamarla. Uno squillo, due, tre, quattro. Tra il quarto e il quinto mi esce spontaneo uno sbuffo, e al sesto, quando mi accingo a chiudere la chiamata, sento la voce della mia amica.
<< Pronto? >>
<< Rosa! >> esclamo rizzandomi in piedi dalla sorpresa.
<< Cosa c'è? >> chiede con voce sommessa.
<< E-ecco... Ti ho inviato un messaggio, non l'hai letto? >>
<< Sì >> risponde seccata. Ammetto che quell'assenso mi fa sentire una perfetta imbecille. Non so più cosa dire, trattengo il respiro fino a quando non mi decido a sputare il motivo per il quale l'ho chiamata.
<< Ascoltami Rosa, io... Mi dispiace per ciò che ti ho detto oggi a scuola, ero... Ero arrabbiata con Castiel. Non avrei dovuto trattarti in quel modo, soprattutto per una cosa così stupida... >>
<< Aud, ti capisco >> mi interrompe a un tratto sorprendendomi.
<< Davvero? >> chiedo sbigottita. Solitamente, la vera Rosalya ne avrebbe fatto un dramma, adesso cosa sta succedendo?
<< Sì, ti dico. So cosa è successo tra te e Castiel... >>
<< Cosa?! >> esclamo trasalendo e poggiandomi una mano in petto sentendomi soffocare. << C-che... Che stai dicen... >> balbetto con una voce che non mi appartiene. Subito mi blocco, interrotta dal copioso trillare del campanello. Senza aspettare oltre, chiudo la chiamata e mi dirigo alla porta d'entrata con la mente sovrastata dalla confusione.
Il campanello continua a suonare senza sosta e a quel punto capisco che non si tratta di Aisis. Abbasso il saliscendi con fare brusco e non appena apro la porta, mi impietrisco, trovandomi di fronte l'idiota dai capelli infuocati.
Mi guarda con strafottenza. Tiene un braccio appoggiato all'infisso e l'altra mano sul campanello che beffardo continua a suonare.
<< Hai finito? >> chiedo serrando la mascella incavolata nera anche per colpa di quelle parole dette da Rosalya, che continuano a passeggiare nella mia mente con noncuranza.
<< Ciao sorellona! >> esclama lui dopo aver dato degli ultimi colpetti al campanello.
<< Non chiamarmi così! >>
<< E come dovrei chiamarti? Cognata? >>
<< Smettila Castiel, non sono tua cognata e non lo sarò mai! >>
<< Per il momento accetta la realtà >> ribatte distaccandosi dalla porta e incrociando le braccia al petto.
<< Che vuoi? >> chiedo aggrottando le sopracciglia.
<< Sono venuto a prendere Aisi >> risponde indifferente.
<< Aisi non c'è >>. Non riesco proprio a capire il mio comportamento, non dovrei assolutamente dargli tante spiegazioni, anzi, dovrei sbattergli la porta in faccia, e invece rimango ferma come un ebete a fissarlo con aria minacciosa.
<< Vuoi farmi entrare, o preferisci restare ad ammirare il mio corpo da urlo? >> chiede ad un tratto sorridendo strafottente.
<< Entra! >> esclamo liberando il passaggio, << Ma sia ben chiaro... >> lo fermo non appena introduce un piede nell'appartamento << ... te lo permetto solo perché ho qualcosa da discutere con te >>.
A quelle parole, Castiel solleva un sopracciglio, poi le sue labbra si allargano formando uno di quei suoi sorrisi di scherno poi entra chiudendo egli stesso la porta.
Mi allontano raggiungendo la finestra del soggiorno.
<< Di cosa vuoi parlarmi? >>
<< Che diavolo ti è saltato in mente di dire a Rosalya?! >> sbotto non riuscendo più a trattenere la rabbia e l'ansia.
<< Che cazzo stai dicendo? >> ribatte lui avvicinandosi.
<< Ti diverte molto la tua parte da cinico menefreghista? >> 
<< Ah, maledizione! Vuoi spiegarti? >>
<< Rosalya sa di quello che successe la sera del suo compleanno! >> rispondo tutto d'un fiato fulminandolo con gli occhi, e aspettando così una sua reazione.
<< Cosa vuoi insinuare? >> chiede lasciandomi davvero sbalordita. E io che pensavo di ricevere una qualche battutina idiota e perversa.
<< Come: cosa voglio insinuare? Ti sei dimenticato  di ciò che... Che... >>, mi blocco all'istante non riuscendo più a terminare la frase; rimango a fissare l'idiota che sembra voler accennare un sorriso.
<< Dannazione Castiel! Non guardarmi in quel modo! >> sbotto gesticolando nervosamente, dandogli le spalle.
<< Perché? Come ti starei guardando? >> chiede beffardo.
<< Piantala! Non ho per niente voglia di giocare! Ciò che mi ha detto Rosalya mi sta letteralmente preoccupando >> riprendo voltandomi ancora verso di lui << Da quando ti conosco non hai fatto altro che complicarmi l'esistenza. Cosa diavolo ti prese quella sera? Se mi hai sempre detestata, perché mi... Mi... >>. Le parole non riescono ad uscire e questa situazione mi sta inspiegabilmente imbarazzando.
<< Perché non parli? >> chiedo dopo qualche secondo di pausa.
<< Cosa vuoi che ti dica? >> ribatte sorridendo.
<< Tzè! Castiel, tu veramente... >>
<< Te l'ho già detto, quella sera mi provocasti! >> mi interrompe, rivelando quella frase in modo seccato.
<< E io ti ribadisco che non lo feci!... Amo Lysandro, e non mi sarei mai azzardata a tradirlo! >> urlo adirata.
<< Però l'hai fatto >> insiste divertito.
<< Io non sapevo che fossi... >>
<< Oh, certo che lo sapevi... >> mi interrompe ancora una volta avvicinandosi lentamente << ...non vuoi ammetterlo, ma sapevi che non era Lys a farti godere. E ammettilo... >> continua dimezzando lo spazio che avevo imposto fra di noi. Indietreggio, e con le mani vago alla cieca dietro di me in cerca di qualcosa su cui poggiarmi o non andare a sbattere. Cos'ha intenzione di fare quest'idiota?
<< Ammettilo che ti è piaciuto >> mormora ormai troppo vicino. << Vuoi sapere la verità? Non mi è mai andata giù l'idea che il mio migliore amico stesse perdendo tempo con te, così cercai un appiglio per farvi lasciare, e lo trovai. Ma poi mi sono ricreduto, Lys non è così sciocco come pensavo. >>
<< Quanto sei egoista >> digrigno disgustata << hai tradito la fiducia del tuo amico... Hai tradito la tua ragazza, mia sorella! >> l'ultima parola urlata, riecheggia nella stanza come se la stessa fosse vuota.
Castiel ferma i suoi passi e rimane a fissarmi con quei suoi occhi taglienti.
Il mio cuore batte a mille e il respiro si fa più pesante. Sensazioni strane e inspiegabili mi sovrastano il cuore. Può essere rabbia, ma allo stesso tempo  è come un fastidio. È questa stessa situazione che si è creata a darmi fastidio.
A spezzare questo assurdo silenzio, è il rumore della porta d'entrata che si apre, e la voce di mia sorella risuona allegra e spensierata come sempre.
Scatto in avanti per raggiungerla, ma non appena lo faccio, Castiel, senza muoversi, mi afferra per un braccio bloccandomi. Tremo nel sentire quel tocco tanto forte quanto travolgente. Sento di non riuscire più a muovermi, ma subito mi riprendo cercando di divincolarmi inutilmente.
<< Lasciami >> ringhio sottovoce per non farmi sentire da mia sorella. Lui mi solleva di poco chinandosi lateralmente verso il mio orecchio e con un filo di voce abbastanza sensuale mi dice: << Non una sola parola è uscita dalla mia bocca. E non uscirà neanche dalla tua, intesi? >>
Il suo fiato sul mio collo mi inculca fremiti che non vorrei assolutamente descrivere. Lui se ne accorge e stringendo la presa sul mio braccio, sorride aggiungendo: << Quella sera non mi sbagliai... >>
Sto per ribattere, confusa dalle sue parole, ma l'entrata di Aisi mi interrompe facendomi sobbalzare come una ladra colta con le mani nel sacco. Infatti: io mi divincolo bruscamente dall'idiota, e quest’ultimo si infila indifferente le mani nelle tasche dei pantaloni dando le spalle alla nuova arrivata.
<< Castiel? >> esclama mia sorella allibita << Che ci fai qui? >> chiede poi sfilandosi il giubbotto di dosso e gettandolo sul divano adiacente.
<< Stamattina mi hai mandato un messaggio, non ricordi? >> chiede l’idiota voltandosi verso Aisi con fare svogliato.
<< A-ah! Il messaggio! >> balbetta mia sorella massaggiandosi nervosamente la nuca. Ammetto che questi strani comportamenti mi stanno dando molto a pensare.
<< Allora? >> chiede ancora lui, sfilandosi le mani dalle tasche e incrociandole al petto.
<< Sarà per un’altra volta Castiel >> risponde lei sprofondando sulla stessa poltrona. Nel mentre, e sentendomi un’esclusa, mi metto in mezzo alla loro visuale fissando prima mia sorella e poi l’idiota. Nessuno dei due bada alla mia presenza, è come se per loro io non esistessi, continuano a fissarsi rendendo i loro sguardi complici delle parole non dette.
<< Di cosa state parlando? >> chiedo a un tratto iniziando a perdere la pazienza.
<< Nulla >> risponde Aisi sbuffando scocciata, passandosi una mano sugli occhi.
<< Come nulla? Sembra che stiate nascondendo qualcosa! >> replico infastidita.
<< Ah, quanto sei fastidiosa! >> interviene Castiel, sorpassandomi e recandosi verso mia sorella << Se cambi idea, chiamami >> dice poi rivolgendosi a quest’ultima che annuisce senza degnarlo di uno sguardo. L’idiota si reca alla porta, ma non appena si accinge ad abbassare il saliscendi, mia sorella ha la meravigliosa idea di fermarlo.
<< Ho cambiato idea! >> esclama alzandosi dal divano. << Rimani a pranzo >> lo invita.
<< C-cosa?! >> intervengo contrariata.
<< Andremo dopo mangiato >> conclude senza dar peso al mio diniego. Senza aggiungere altro si reca in bagno chiudendosi. Sento lo scroscio dell’acqua nella doccia, e subito volgo il mio sguardo fulminante verso l’idiota, che mi ricambia con indifferenza.
<< Che si mangia sorellona? >> chiede sorridendo strafottente.
<< Non ho intenzione di cucinare per te! >> rispondo dandogli le spalle e uscendo dal soggiorno.
Mi reco nella mia camera spalancando bruscamente la porta. Lo so, mi ero ripromessa che per la felicità di mia sorella, avrei sopportato qualunque cosa, ma dannazione, non questo! Io detesto Castiel, e questa situazione mi sta letteralmente uccidendo. Per di più ci si mettono anche le parole interrotte di Aisi e le loro frasi in codice.
Mentre libero la scrivania da quelle inutili scartoffie messe in mezzo, ogni qual volta c’è un compito in classe di matematica, sento dei passi dietro di me. mi giro infastidita, armata di irritazione per cacciare l’intruso, ma non appena sto per farlo, mi accorgo troppo tardi che l’invasore della mia esistenza si è sdraiato, come se nulla fosse, direttamente sul mio letto. Inutile descrivere il mio umore nel vederlo fare l’indifferente mentre si accomoda portandosi le mani dietro la nuca e accavallando le gambe.
<< Alzati immediatamente! >> digrigno tremante di rabbia.
<< E’ il tuo letto? >> chiede beffardo.
<< Piantala Castiel, scendi! >> lo avviso avvicinandomi.
<< No >> risponde con sfida.
<< Hai intenzione di farmi perdere la pazienza? >>
<< Tu l’hai detto >> sorride chiudendo gli occhi.
<< Maledetto >> impreco sottovoce. Ritorno alla scrivania sedendomi e, prendendo un libro a caso, lo inizio a sfogliare con nervosismo senza nemmeno guardarlo. Rimaniamo in silenzio per alcuni minuti. Solamente lo scroscio dell’acqua e il rumore che provoca il libro sfogliato, riecheggiano nell’aria, quando ad un tratto, a essi si aggiunge la vibrazione del mio cellulare. Scatto dalla sedia recandomi velocemente verso il comodino. Senza far caso al rosso, che continua a dormire spensierato, afferro il telefono con euforia, convinta che sia Lysandro.
<< Pronto Lys… >> esclamo accorgendomi che Castiel ha aperto di scatto gli occhi. Per sfortuna non si tratta del mio ragazzo, ma bensì di Nathaniel.
<< Ciao Audrey, ti disturbo? >>
<< No, affatto >> rispondo seccata << Di cosa hai bisogno? >> chiedo sfuggente.
<< Veramente io… oggi Castiel ci ha interrotti e volevo, volevo continuare il nostro discorso >> rivela con voce alquanto imbarazzata.
Prima di rispondergli, mi giro recandomi alla finestra << Nathaniel, io ti ringrazio, ma vedi… Lysandro e io, ci siamo rimessi insieme. Io lo amo e non posso rinunciare a lui >> annuncio voltandomi ancora. Non appena lo faccio, mi ritrovo Castiel di fronte. Pochi passi ci dividono, e mi fissa con uno sguardo estremamente serio.
<< Che stai dicendo? >> chiede Nathaniel incredulo. Non rispondo. Non ne ho il tempo, perché prontamente Castiel mi strappa il cellulare di mano, e afferratami per i polsi mi spinge verso la finestra. In men che non si dica poggia le sue labbra sulle mie quasi con violenza, lasciandomi letteralmente senza fiato, non solo per la foga del suo gesto, ma anche per la confusione che sta arrecando alla mia mente.
Non riesco a liberarmi da quella presa, non riesco neanche a sentire cosa stia dicendo Nathaniel dal cellulare, l’unica cosa che alberga in me è quella sensazione strana già provata qualche sera prima, mescolata alla paura di essere scoperta da Aisi.
   
 
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