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Autore: Xebfwalrk    16/01/2015    2 recensioni
Escape From The House, come suggerisce il titolo del contest parla di un ragazzo che cerca di fuggire da una morte certa, ma non è detto che ci riesca
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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uando partì dalla sede era già il tramonto, a quelle latitudini il sole regalava almenonun'ora in più di luce, ma per Endzo era indifferente. Con qualche falcata delle sue gambe lunghe fasciate da Blu Jeans scoloriti su ginocchia e glutei arrivò alla macchina. Il suo pick up era spazioso, ma con la giacca di pelle aveva sempre guidato peggio. Accese il cruscotto per accendere l'aria calda ma vide che era tardi. Erano già le diciotto e trenta, il suo appuntamento con Adel era fissato per le venti a casa sua.
Endzo mise in moto e senza pensarci ancora partì per la sua ora e mezzo di macchina per arrivare a destinazione. Quando calò l'oscurità inforcò gli occhiali da vista e iniziò a prendere velocità in autostrada.
Quando uscì dal casello la coda era lunga ma scorrevole, attraversò per alcuni minuti strade di periferia con poderi fatiscenti fino a superare il cartello del paese, delle transenne al centro della strada obbligarono Endzo a fermarsi.
«Buona sera» disse il ragazzo con il gilè catarifrangente sopra il maglione.
«Buona sera, vorrei andare in via Betti al civico cinque»
«Lei non è residente? Giusto?»
«Esatto» gli fece l'occhiolino Endzo.
«Mi dispiace, devo chiederle di parcheggiare il suo mezzo nel parcheggio là dietro» rispose indicando una via secondaria.
«Essia» Endzo si mise per fare manovra, poi tornò al finestrino «Sicuro che non posso passare?»
«Mi dispiace»
«Va bene» rassegnato Endzo fece manovra e parcheggiò dove gli era stato indicato.
Spense i fari e scese, si sistemò i Blue Jeans attillati e si mise in cammino verso il paese.
Mentre camminava guardò la luna, era piena e quasi al culmine, quale auspicio migliore.
Uno schiamazzare improvviso gli fece voltare gli occhi davanti a sé, un branco di bambini vestiti da pipistrelli, vampiri e fantasmi gli sciamò fra le gambe, il più alto gli sarà arrivato a metà coscia.
Endzo sorrise alla scena, desiderando di averne uno o due a che lui un giorno, un paio di mostriciattoli da strapazzare di quando in quando.
Proseguì fino a casa di Adel. Arrivò davanti alla porta, al contrario della città non c'erano le tipiche decorazioni di Halloween alla sua porta, bensì uno scaccia spiriti vicino alla porta e una sedia a dondolo e un tavolo con una pianta sopra.
Endzo bussò.
Sentì un lieve scalpiticcio dietro la porta, sentì schiarirsi la voce qualcuno. Con un gracidio sinistro reso comico dalla forte illuminazione del pianerottolo fece dischiudere l'uscio. Endzo fece ber bussare ancora sulla porta socchiusa, ma appena prima che la sua mano a pungo arrivasse a toccare la porta quella si aprì di scatto.
«Woah!» strillò lo zombie «Voglio ucciderti!» rise Adel.
Endzo, non aspettandosi una scena del genere, rabbrividì «Adel, non sei vecchia per queste cose?»
«Oh!» la donna dalla pelle verde mise una mano sul petto con fare offeso «Ma ti sei visto? Vecchio dell'Alpe? Ti manca la barba e il capello bianco, già ne dimostri di più dei tuoi trentadue anni!» proseguì puntando un dito ossuto guantato di seta verde.
«Chi è lo zombie qui?»
«Ah! Ma stai zitto! Vecchiaccio! Ti piacerebbe essere vivo come me alla mia età!»
«Adel? Hai tre anni più di me!»
«Vecchio!» concluse chiudendo la porta in faccia ad Endzo.
Si sentii uno scalpicciare nel corridoio, poi le luci si spensero, Adel aprì ancora una volta la porta, un tintinnio di chiavi baluginò fra le mani della donna che chiuse la porta, rimettendo le chiavi in borsa.
«Vieni conciata così al falò?» domandò Endzo.
«Ti sei visto allo specchio? Lupo Alberto?»
La donna si caricò la borsa in spalla e lo superò portando i suoi centosettanta centimetri verso la foresta dietro casa.
Endzo la seguì con calma.
Dopo qualche metro che camminavano, donna davanti e uomo dietro, Endzo prese parola.
«Sai se ci sono nuovi stasera?»
«Non credo, in questa zona non ci sono molti credenti» Adel allungò il passo.
«Ti senti bene?» le domandò.
«Sono passati otto anni ma ancora Samhain mi ricorda Anna, tutti gli anni»
Endzo le mise una mano sulla spalla.
Dopo altri trenta metri arrivarono su uno spiazzo in cima alla collina, gli alberi crescevano tutto intorno. L'erba era tagliata a quindici centimetri, torce seguivano il perimetro dello spiazzo circolare illuminando abbastanza da vedere quello che ci fosse. Al centro del cerchio un enorme albero di quercia dominava la scena, alcuni dei suoi rami, massicci e pesanti, erano sorretti da travi di legno.
Attorno al tronco c'era un cerchio di pietre tonde e grandi uguali, a distanze regolari erano presenti pietre più grandi, davanti alla quercia era disposta la legna per il fuoco, dietro la quercia si intravedeva la sagoma svolazzante del grande palo di Beltain con qualche lembo di stoffa che svolazzava strappato.
«Siamo tutti?» domandò una voce alle spalle dei due.
«Sediamoci, tra trenta minuti cominciamo la preghiera e poi si accende il fuoco» disse un uomo sotto la quercia.
«E poi si mangia»
«E poi si mangia, si Ed» gli rispose l'uomo.
«Adel, sei morta e non ci hai invitato al tuo funerale?» le chiese una donna mentre portava con altre persone un calderone gigante e pesante verso il falò da accendere. Endzo si precipitò ad aiutare a trasportare il peso.
«No Sara, non sono morta» ridacchio Adel prima di unirsi a noi per trasportare la cena.
Misero il calderone in posizione e si sederono tutti sulle pietre intorno alla quercia. Il grande tronco impediva a tutti di vedersi negli occhi ma era sempre stato così.
Davanti a loro cerchi concentrici più piccoli si aprivano strada fino al tronco dove c'erano solo tre posti, ormai troppo vicini al tronco.
Svolta la cerimonia del capodanno festeggiarono accendendo il falò e mangiando quella minestra, poco gioiosa ma molto buona, il tutto accompagnato da sidro di mele e frutta di stagione.
Un ragazzo si mise all'arpa e suonò alcune melodie tipiche del capodanno.
Mentre si preparavano alle danze dall'entrata al boschetti arrivò una persona, man mano che si avvicinava si delineavano meglio la forma e i lineamenti.
«C'è Bruce Ali» disse una donna.
Tutti si assieparono dietro l'arpista.
«Bruce» disse Endzo «Hai fatto tardi»
«Non proprio, la vostra congrega da strapazzo non mi interessa, adesso sono entrato in una in città, basta con questo borghetto dimenticato»
«Cosa vuoi allora?» gli domandò una donna.
«Sono venuto a dirvi addio, a voi e alla città»
«Bene, ne siamo al corrente puoi andartene» gli fece a muso duro l'arpista.
Dopo poco un boato improvviso interruppe il silenzio.
Alcuni gridavano, poi vennero le grida del luogo dell'esplosione.
«Cos'è successo?» gridò Adel.
«La scuola! È in fiamme!» strillò un ragazzo con un cannocchiale.
«Andiamo ad aiutare» ululò Endzo, nonostante non fosse la sua città si mise a correre come un matto per vedere cosa fosse successo.
Mentre correvano Endzo perse di vista Adel, dopo ancora inciampò e rovinò in un fosso.
Si ritrovò prono, faticosamente si mise carponi e si alzò, ebbe un giramento di testa e si tenne ad un albero.
«Endzo» si voltò fulmineo.
«Bruce»
«Vedo che sei vivo, sai che ti voglio fare un regalo d'addio?»
«Cosa?» Endzo era pronto ad azzuffarsi con quell'attacca brighe.
«Lo stai per sentire»
Endzo sentì un rumore dietro di sé non riuscì a voltarsi e perse i sensi.
Aprì gli occhi, tutto buio, caldo, un ronzio costante. Poi una spinta e si sentì sballottare, era legato per le mani. Provò a sedersi non ci riuscì, batté la testa, mosse i piedi, era tutto incastrato. Cominciò a urlare a pieni polmoni
Si fermò, uno scatto metallico sopra di sé e una debole luce permise ad Endzo di vedere il bagagliaio. Sopra di se si sporse una persona mascherata, mise una benda attorno agli occhi e un bavaglio in bocca. Si sentì sollevare, fu una sensazione strana, era raro che qualcuno lo alzasse. Poi lo scaraventarono a terra. Sentì altre grida, di uomini e di donne, un dolore improvviso al petto, un pugno in faccia.
Poi tutto cessò, silenzio, la benda e il bavaglio gli scivolarono via. Cercò di mettere a fuoco ma non vide nulla.

 
 


Questa storia partecipa al concorso a turni Escape From The House indetto da Raleeshahn e Gnrlove


Questa è un’opera di fantasia.
Nomi, personaggi, luoghi e avvenimenti sono frutto dell’immaginazione dell’autore o sono usati in modo fittizio.
Qualunque somiglianza con luoghi, fatti o persone reali, viventi o defunte, è del tutto casuale.
 
   
 
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