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Autore: Foglia 21    16/01/2015    1 recensioni
Può un sentimento superare l'ostacolo dell'odio e del passato? Può un'unione erigersi sulle fondamenta del sospetto e della diffidenza? Può l'orgoglio di due Re inchinarsi per favorire l'amore? Solo il tempo potrà dirlo.
"Fu in quella prigione buia che raggiunse la consapevolezza. Mentre litigavano, aveva visto, nell'attimo in cui gli aveva mostrato il suo vero volto, anche uno squarcio della sua anima. Quell'anima ora la sentiva vicina, lo aveva stregato."
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Legolas, Thorin Scudodiquercia, Thranduil
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Salve salve!:) Dunque, sono sparita nel nulla, ma ora eccomi tornata! Ovviamente questo capitolo (un po’ bruttino) è ispirato anche all’ultimo film de Lo hobbit, quindi se siete ritardatari come me (che l’ho visto solo la settimana scorsa) è meglio che aspettiate per leggerlo! Per gli altri invece, spero sia di vostro gradimento. Baci e alla prossima (molto presto si spera!)!
 
 
Thròr, come tutti i re, non aveva un carattere facile da domare. Era un nano particolarmente testardo; avido in maniera quasi preoccupante.
“Se continui a percorrere questa via, attirerai più attenzione di quella raccomandabile. Ci sono molti esseri bramosi e potenti che potrebbero minacciare la Montagna.”
“E certamente tu sei uno di loro!” Il Sovrano di Erebor sogghignò, divertito dalle affermazioni dell’altro.
Thranduil non si scompose, era abituato al suo atteggiamento sprezzante e lo ricambiava con convinzione. “Tra tutti i tesori che possiedi, c’è n’è uno solo che m’interessa. Tuttavia non sono qui per questo, come ho detto prima.”
“Dunque saresti qui solo per darmi un avvertimento?”
“Sì, sento che un’ombra scura si sta avvicinando a queste terre e temo ciò che potrebbe accadere.”
Thròr scoppiò a ridere. “Dunque le tue paure si basano su un semplice presentimento? Fesserie!”
L’Elfo lo osservò attentamente prima di rispondere. “Dovresti considerare con più serietà le sensazioni di una creatura millenaria.” Disse poi, con un mezzo sorriso stampato sulle labbra. Un sorriso tutt’altro che allegro.
“Mi limiterò a basarmi su informazioni concrete. Ora, se non ti dispiace, ho degli impegni che mi attendono.”
“…come desideri…” Thranduil lo salutò con un cenno del capo, poi fece segno ai suoi elfi di seguirlo mentre si dirigeva verso l’uscita. Ogni volta che si trovava ad Erebor sentiva un senso di oppressione stringergli il petto. C’era qualcosa in quella montagna che gli oscurava l’animo e Thròr era peggiorato sempre più con il passare degli anni.
Non appena ebbero superato l’entrata monumentale il Re degli Elfi si voltò di nuovo, convinto che due occhi lo stessero seguendo. All’ombra di una delle imponenti colonne vide un giovane nano che lo osservava. Non gli ci volle molto per riconoscere Thorin, il nipote di Thròr. Il suo sguardo era pieno di curiosità e cieca determinazione, tipici della gioventù, e in Thranduil nacque spontaneo un sorriso.
 
Thranduil non aveva conosciuto molti uomini buoni nei suoi lunghi secoli di vita. Il vecchio governatore di Pontelagolungo, in particolare, era un individuo sgradevole e meschino, che prosciugava il suo popolo riservando a se stesso ogni ricchezza. Non appena, tra le rovine di Dale, i suoi occhi avevano incontrato quelli di Bard egli aveva capito di avere a che fare con una persona ben diversa. Quell’uomo era generoso e il primo pensiero non andava mai a se stesso, ma agli altri. Lo osservò mentre aiutava a distribuire il cibo e le bevande portate loro in dono, assicurandosi che ciascuno ricevesse la sua parte.
“Come potrò mai ripagarti, mio signore?” Disse poi avvicinandosi nuovamente a lui.
Il Re degli Elfi sorrise. “Semplice. Non ostacolare la mia lotta contro i nani.”
“Vuoi davvero muovere guerra contro la Montagna?”
“A dispetto di quello che credi, Thorin non cederà quello che ci spetta del tesoro di Smaug se non con le maniera forti.”
“Lui ha dato la sua parola!” Bard credeva davvero alla correttezza di Thorin e forse lo avrebbe fatto anche Thranduil, se non avesse visto cosa stava succedendo all’ingresso della montagna. Avrebbe tanto voluto che fosse semplice come l’uomo sperava.
“Prima di scatenare una guerra gli parleremo!”
“Davvero? E credi che ci farà passare attraverso la muraglia con cui ha sbarrato l’ingresso?”
Bard si voltò di scatto verso la Montagna Solitaria e spalancò gli occhi, sbalordito. “N-noi…ci proveremo comunque!”
“Come desideri…”
 
“Il tesoro appartiene ai Nani e a nessun altro! Voi non avete il diritto di reclamare nulla, andatevene!”. La voce di Thorin Scudodiquercia era cambiata, si era fatta meschina e priva della melodia che Thranduil vi aveva colto in precedenza. Il Nano aveva perso l’equilibrio e stava assumendo l’immagine del nonno. Si nascondeva dietro a quel muro di pietra e parlava attraverso una feritoia, ma lui poteva vederlo.
“Molto tempo fa strinsi un patto con Thròr. Gli commissionai la costruzione di un bracciale con gemme appartenute alla mia famiglia sin dai tempi più antichi. Ma egli non rispetto l’accordo e tu lo sai. Io non sto reclamando nulla se non ciò che già mi appartiene!”
“Sei un bugiardo, Thranduil! Tu non pagasti il lavoro svolto!”
“Credi davvero a ciò che ti disse tuo nonno? Non leggesti la bramosia e la follia nel suo sguardo?”
“Andatevene! O verrete trafitti senza esitazione!” Dall’alto delle mura partì una freccia di avvertimento che si conficcò nel terreno, a poca distanza da loro.
Bard sferrò un pugno alla parete. “Avevi promesso una parte del tesoro a noi! Quando passasti per Pontelagolungo ti offrimmo il nostro aiuto! Avevi dato la tua parola!”
“Non ho memoria di quanto dici…e ora non ho altro tempo da perdere!”
“Thorin Scudodiquercia non ha il coraggio di mostrare il suo volto?” Thranduil parlò con calma, istigando l’orgoglio del nano. E finalmente, dopo alcuni istanti, i loro occhi di ghiaccio si incontrarono di nuovo. Il Re degli Elfi tentò di trasmettere qualche emozione all’altro, che però era distante come mai. Rivisse con lo sguardo il momento di passione che avevano vissuto, ma inutilmente.
Bard, uomo perspicace, posò una mano sulla spalla dell’Elfo e lo distolse dal tentativo. “Andiamocene, avevi ragione!”.
Thranduil si lasciò guidare per qualche passo, poi esclamò, sicuro di essere sentito: “Rifletti su ciò che abbiamo detto, Re sotto la Montagna. Hai due giorni prima che il peggio possa accadere.”
 
 
 
 
 
 
  
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