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Autore: Ormhaxan    16/01/2015    1 recensioni
Los Angeles, 2011. Candice Roberts è una ragazza di 22 anni di buona famiglia e amante dei Beatles. Per tutta la vita è vissuta nel lusso più sfrenato della sua immensa villa di Beverly Hills; viziata da tutti, ha sempre ottenuto ciò che voleva con il minimo sforzo. La sua vita cambierà drasticamente quando l'impero di suo padre subirà un crollo, e lei dovrà lasciare la sua vita da ricca borghese, la sua università prestigiosa, per iniziarne una totalmente nuova.
Logan 'Storm' O'Connell è un ragazzo di 23 anni di origini irlandesi, un fotografo in erba amante dell'arte e dei Rolling Stones. Figlio di una cameriera rimasta vedova ha sempre provato repulsione verso i ricchi e le loro vite fatte di agi e lussi.
Prudence e Kurt sono i migliori amici di lui, due ragazzi legati da un'amicizia tormentata, ma Prue è anche la coinquilina di lei.
E poi c'è Emily, presidentessa del club di arte moderna, ragazza dall'aria severa derisa e scansata da molti che nasconde un animo sensibile e segreti troppo dolorosi da rivelare.
Cosa accadrà quando le vite all'apparenza così diverse e distanti di questi ragazzi si scontreranno?
[ATTENZIONE: Linguaggio esplicito]
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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In the morning when I wake
And the sun is coming through,
Oh, you fill my lungs with sweetness,
And you fill my head with you.

Shall I write it in a letter?
Shall I try to get it down?
Oh, you fill my head with pieces
Of a song I can't get out.



Logan


**

 
 
Los Angeles, qualche mese più tardi…
 
 



La luce del sole di primavera entra pigra dalla finestra, onde oblique oltrepassano le tende bianche e si posano a capo del letto in cui giaccio insieme a Candice, addormentata profondamente con il capo sul mio petto.
La sveglia suonerà a momenti, ricordandoci che è un nuovo giorno, arrivato il momento di alzarsi e andare in università per seguire le ultime lezioni che ci rimangono prima della fine di questo anno accademico, prima dell’estate, della laurea che avverrà in Settembre.
La mia vita sta cambiando velocemente, è già cambiata e non posso credere che sono già passate due settimane da quando Candice si è trasferita a casa mia, due mesi da quando le ho proposto di lasciare casa di Prudence – che a sua volta ha deciso di ospitare sotto il suo tetto Iwan, il mio più vecchio amico, quello che è diventato a tutti gli effetti il suo ragazzo – e vivere insieme in questo monolocale sgangherato pieno di polaroid, tele bianche e dipinte, macchine fotografiche e album da disegno abbandonati sui pavimenti come animali da compagnia accucciati accanto ad un camino.
Ai piedi del letto Gandalf, il gatto bianco e grigio che ho trovato per strada qualche settimana fa ed ho regalato a Candice, dorme acciambellato e apparentemente indisturbato dai dispettosi raggi del sole che rendono il suo manto grigio di una tonalità perlata, quasi bianca, e non posso non invidiarlo: lui non fa altro che dormire, mangiare e ancora dormire, e niente lo preoccupa.
Io, invece, al contrario suo ho la mente piena di mille pensieri: cosa ne sarà di me dopo la laurea? Cosa ne sarà della relazione mia e Candice? E, soprattutto, come faccio a dirle che sono follemente innamorato di lei?
Sì, la amo da impazzire, ma in quasi sei mesi non sono riuscito a dirglielo, a confessare i miei sentimenti e pronunciare quelle tre apparentemente semplici paroline che anche Kurt, il sempre cinico e talvolta misogino Kurt, è riuscito a dire alla sua Emily dopo averla quasi persa.
La sveglia inizia a suonare alla mia sinistra, facendomi sussultare e destandomi bruscamente dai miei pensieri e le mie domande esistenziali – neanche fossi il fottuto Amleto – e sento Candice svegliarsi, il suo corpo muoversi e stiracchiarsi per poi tornare ad accoccolarsi come una gattina addosso a me e iniziare ad accarezzare lievemente il mio petto con la punta delle sue sottili dita.


“Non voglio svegliarmi, non ancora! – protesta Candy con voce impastata di sonno, nascondendo il viso tra il mio petto e il mio braccio – Ho sonno!”
“Avanti, non fare la bambina come al solito. – la rimprovero, stendendomi sul lato e scivolando verso il fondo del letto fino a raggiungere il suo viso con il mio – Dobbiamo alzarci, e dobbiamo andare a lezione. Ormai manca poco alla fine…”
“Non mi importa, e poi è tutta colpa tua! – esclama, affondando la faccia nel cuscino – Tu e tutto quel tuo dannato sesso!”
Rido, scuoto la testa: tipico di Candice darmi la colpa per la sua mancanza di sonno e di forze, accusarmi di ridurla ad uno straccio per il troppo sesso, quando è lei quella tra i due che ogni sera mi stuzzica e mi tenta, mi fa cadere nella sua trappola con moine e occhioni dolci, con piccoli baci posati su punti strategici e movimenti che casualmente vanno a cozzare con parti sensibili del mio corpo.
“Non ho sentito lamentele questa notte, quando gemevi e continuavi a fare le fusa come una gattina in calore; quando intraprendente mi baciavi e mi accarezzavi dove sai bene tu e mi facevi perdere completamente il senno.”
Candice assottiglia le labbra, sorride sorniona, e lasciato il cuscino torna a stendersi sul mio corpo e inizia a baciarmi la mandibola, il collo e chiusi gli occhi mi lascio scappare un gemito di protesta: mi vuole uccidere e io la sto lasciando fare.
“Candy…” la chiamo, ammonendola ma lei sembra non sentirmi, continua a mordicchiarmi il lobo dell’orecchio destro mentre la sua mano scende giù, sempre più giù.
“Non cercare di resistere – soffia al mio orecchio lei, sedendosi a cavalcioni su di me completamente nuda – Lo so che mi vuoi quanto ti voglio io.”
“D-dobbiamo… dovremmo… - con la coda dell’occhio guardo Gandalf scendere dal letto, infastidito dai nostri movimenti molesti, e per un istante lo invidio – Faremo tardi, dobbiamo andare e…”
“Zitto, non mi interessa!” esclama piccata, chinandosi verso di me e catturando le mie labbra tra le sue, baciandomi con una passione che ricambio immediatamente.
Mi arrendo, soccombo ai suoi baci, alla morbidezza del suo corpo addosso al mio, tra le mie mani che le stringono i fianchi, ai suoi seni rosei che inizio a baciare e mi perdo in lei come ho fatto qualche ora prima, come faccio ormai da sei mesi.
Lei è tutto per me, il mio tesoro più prezioso, e quando stiamo insieme, quando facciamo l’amore come in questo momento, quando sono dentro di lei, mi sento vivo, sento di essere nel posto giusto, sento una felicità che mai ho provato in tutta la vita scaldarmi il cuore. Lei è mia ed io sono suo, ed io la amo, la amo come non ho mai amato prima, come non ho mai amato nessuno.


“Candy… - sussurrò il suo nome mentre la osservo rivestirsi seduta sul bordo del letto e lei mi guarda con la coda dell’occhio in attesa di ascoltare le mie parole – Io…”
Le parole non vogliono uscire, sono bloccate nella mia gola improvvisamente secca e sottile, incastrate tra le corde vocali e sulla punta della lingua. I suoi occhi verdi mi guardano, in attesa, e io deglutisco nervoso, inspiro profondamente e mi impongo calma, una sicurezza che non credo di avere.
“Tutto bene? – chiede lei, arretrando e raggiungendo il centro del letto per posare una mano tra i miei capelli arruffati – Sei pallido. Non ti avrò mica prosciugato per davvero tutte le energie con il sesso, spero. Logan, non starai diventando un pappamolle?”
“Dio, no! – esclamo piccato, ritrovando la voce – No, non sono diventato un pappamolle, e non mi hai neanche prosciugato le energie. Ad essere onesti non mi sono mai sentito più carico, felice e… innamorato.”
“Innamor... cosa? – il sorriso di Candice scema, i suoi occhi si sgranano e le sue labbra arrossate si schiudono dando vita ad un’espressione sorpresa – Cosa stai dicendo, cosa… Logan?”
“Sto dicendo… sto cercando di dirti quello che sto cercando di dire da giorni, ma non è facile. Ogni volta che ci ho provato ho fallito ma credo… ecco… sì… io…”
“Non devi dirlo se non vuoi, non sei costretto! – esclama, sembra quasi impaurita – Sai che a me non importa, sai che mi fido di te, dei tuoi sentimenti: non mi devi dimostrare nulla, provare nulla.”
“Lo so, lo so, ma qui non si tratta solo di te ma anche di me e di quello che voglio ed io voglio dirtelo. – mi sporgo verso di lei, le accarezzo il viso e la bacio a fior di labbra – Candice, io sono innamorato di te. Io ti amo.”
“Ed io amo te. – risponde con voce rotta e gli occhi lucidi, sorridendo nervosamente – Ti amo, Logan, così tanto.”
Mi bacia, intreccia le braccia attorno al mio collo e subito rispondo al bacio. Finalmente mi sono liberato da un peso, finalmente le ho detto tutto, confessato i miei sentimenti e sono pronto a portare la nostra relazione ad un nuovo livello, verso un futuro duraturo insieme, magari a New York, nella città in cui mi hanno proposto di produrre la mia fotografia ed esporla in una delle gallerie più famose della grande metropoli.
 
 
**
 
 
“Io davvero non so se questa è una buona idea, bimba!” esclamo una settimana più tardi, mentre sto alla guida della mia macchina e mi dirigo insieme alla mia ragazza verso casa dei suoi genitori.
Non ho mai conosciuto i signori Roberts, non so che tipo di persone sono – o, certo che lo so, ma non posso dire a Candice che mi aspetto di conoscere un ex riccone abituato a giocare a golf e fumare sigari e una donna, ex modella, con la puzza sotto il naso che avrebbe voluto far sposare la sua unica figlia a qualche damerino da strapazzo, qualche bellimbusto figlio delle sue amiche del club di qualcosa, una di quelle spocchiose megere che si incontrano il venerdì sera per giocare a carte, fumare sigarette e spettegolare su mezza Los Angeles – ma sono certo che quella sarà una lunga giornate e che il suo esito è quanto mai incerto.
“Sono passati sei mesi da quando ci siamo messi insieme, un mese e mezzo da quando conviviamo  e sai bene che sono stata costretta a dir loro di noi, quanto abbiano insistito in questi due mesi per incontrarti. Abbiamo rimandato fin troppo, e dato che ho conosciuto tua madre non vedo il motivo per cui tu non dovresti conoscere i miei di genitori.”
“Solo uno? – chiedo in modo retorico, ma lei mi fulmina con lo sguardo – Okay, la pianto di lamentarmi e guido. Solo, non lasciarmi da solo con tuo padre.”
“Con mia madre, piuttosto. E’ lei l’uomo di casa ed è una vera vipera quando vuole.”
“Oh, bene! – esclamo, rotando gli occhi – Questa sì che è una notizia consolante.”


“Candice, cara! – la madre di Candice, impeccabile nel suo vestito color crema accompagnato da tacchi alti e dei capelli perfetti, abbraccia la figlia nel portico della villa che loro definiscono “modesta” ma che io definirei più che altro imponente – E’ bello vederti dopo tanto tempo. Ci vediamo troppo poco, noi tre, e temo che tu abbia troppe distrazioni in questo periodo.”
Lo sguardo glaciale della donna si sposta su di me, e capisco di essere io la “distrazione” di cui parla, la minaccia che sta allontanando la loro preziosa figlia da loro e dalla loro vita da damerini che mi da la nausea.
“Ma sono passate solo tre settimane! – precisa la mia ragazza con un sorriso, cercando di sminuire la questione – E ci sentiamo appena ho tempo e lo sai.”
“Candy!” James Roberts esce a sua volta dalla villa e con braccia aperte invita sua figlia ad avvicinarsi e abbracciarlo, cosa che Candice fa senza indugiare.
“Papà, è bello vederti. – Candy gli bacia una guancia e poi si volta a guardarmi – Posso presentarti il mio ragazzo, Logan O’Connell?”
“Piacere di conoscerla, signore.” Inizio, sorridendo e allungando una mano in direzione dell’uomo.
“E così sei tu il famoso Logan.  – James Roberts mi stringe la mano, la sua presa è salda, ferma e mi intimorisce – Candice mi ha parlato tanto di te, ed ero molto curioso di conoscerti di persona. Ma avanti, entriamo dentro: il pranzo è quasi pronto e non vedo l’ora di fare quattro chiacchiere con te, ragazzo.”

“E così anche tu frequenti la UCLA come la nostra Candice. – mi dice sua madre durante il pranzo, mentre stiamo mangiando l’arrosto – Cosa studi di preciso?”
“Arte, studio arte ma ho dei corsi in comune con la facoltà di architettura. Ed è proprio durante uno dei corsi che ci siamo conosciuti, anche se successivamente abbiamo scoperto che Prudence, la mia più cara amica, era la sua coinquilina.”
“Un mondo piccolo, non trovate?” chiede retoricamente Candy, sorridendo e prendendo un boccone d’insalata.
“Fin troppo. – risponde sua madre, sorridendo algida. – E dimmi Logan, dopo la laurea quali sono i tuoi obbiettivi, cosa vorresti fare?”
“Vorrei diventare un fotografo professionista, far conoscere la mia arte in America, in Europa magari. Vorrei vivere di arte, se si presenterà l’occasione.”
“Arte! – esclama piccata la donna, in tono derisorio – Che ragazzo pieno di sogni.”
So che mi sta deridendo, che con quella frase sta cercando di sminuirmi agli occhi della figlia, di farmi perdere la pazienza e fare qualcosa di sciocco, ma io non casco nella sua rete: sorrido, torno a fissare il piatto e sebbene non abbia fame porto alla bocca un boccone di arrosto e riprendo a masticare in silenzio.
 

**
 

Il pranzo è terminato, e solo nel grande salone pieno di libri e quadri di pittori famosi – c’è anche un Dalì e sono più che sicuro che non sia un falso – sto aspettando il ritorno della mia ragazza e di quei simpaticoni dei suoi genitori.
I signori Roberts, molto carinamente, si sono congedati dieci minuti prima, portandosi dietro la loro adorata figlia, la mia ragazza, e si sono chiusi in quello che immagino essere uno studio. Non ho idea di cosa si stiano dicendo, e il silenzio innaturale che riempie questa stanza mi mette ansia e mi fa sentire un claustrofobico chiuso in un ascensore bloccato. Tutto in questa casa mi mette ansia, e spero di uscire quanto prima da qua dentro.
“No, non mi importa, non mi interessa! – sento Candice che parla ad alta voce, mi muovo nervosamente sulla sedia – Non lo farò mai, mai e voi siete degli sciocchi se pensate di potermi persuadere, comprare. Io lo amo, lo amo!”
Trattengo il fiato: stanno discutendo, stanno discutendo animatamente e il pomo della discordia sono io. Sento delle voci più basse parlare, vociare confuso, e poi la porta si apre di scatto, osservo Candice tornare come una furia nel salotto.
“Prendi le tue cose, Logan, stiamo andando via!”
“Candy, bimba, cosa sta succedendo?” chiedo, ma lei non risponde.
“Candice! – la madre la chiama, anche lei torna nel salotto seguita dal padre – Torna immediatamente nello studio, non abbiamo finito!”
“Sì, invece. Sì, abbiamo finito. Non ho niente da dirvi, non cambierò la mia versione, non farò marcia indietro né tantomeno lascerò Logan. – si avvicina a me e mi prende la mano – Ci amiamo, e non mi importa niente di quello che pensate.”
“Stai facendo un colossale errore, bambina, un gigantesco errore. Lui non potrà mai darti ciò di cui hai bisogno, non sarai mai felice per davvero con lui.”
“Invece sì, mamma. Sarò felice, schifosamente felice. Non ricca, questo no, ma sarò più felice con lui di quanto potrei essere con voi, di quanto sia mai stata felice con voi. Per ventitré anni mi avete fatta sentire sola, esclusa da tutti, mai abbastanza, ma ora non sono più sola, sono abbastanza per qualcuno, per Logan. –  mi guarda nuovamente, sorride per un istante – Arrivederci, mamma… papà. Non disturbatevi a venire alla mia laurea, non siete graditi.”
Conclude, uscendo insieme a me dal salone e prese le giacche usciamo da quella casa senza mai voltarci indietro.
 

Durante il tragitto non parliamo, non parliamo neanche quando arriviamo a casa. Candice è silenziosa, persa nei suoi pensieri e neanche quando salto di proposito una canzone dei Beatles, una delle sue preferite, per ascoltare una dei Rolling Stones protesta o batte ciglio. Mi sento in colpa, mi sento maledettamente in colpa, ma so che non posso fare nulla: è stata una scelta di Candice quella di allontanarsi dai genitori, anche se quella scelta è stata causata da me, dal suo imperfetto fidanzato indegno di stare al suo fianco.
“Mi dispiace… - le sussurro, sedendomi accanto a lei sul divano – Mi dispiace, è tutta colpa mia…”
“No, no. Non essere sciocco, non è colpa tua. – mi accarezza il viso – Tu sei perfetto, mi rendi felice e i miei sono due sciocchi illusi. Pensavano di avermi ancora in pugno, di poter continuare ad organizzare la mia vita, il mio futuro ma io ho dimostrato loro di non essere più la loro Candice, di essere cresciuta, diventata una donna.”
Mi bacia, posa il capo sulla mia spalla e continua: “Ti amo, Logan, sei la cosa migliore che mi sia capitata e non importa se non sei ricco, se non mi comprerai gioielli o borse o vestiti firmati. Io e te, qui, insieme: questo mi basta, mi fa sentire la ragazza più ricca del mondo e fino a quando staremo insieme questo mi basterà.”
“Quindi mi seguiresti ovunque, anche dall’altra parte del mondo?”
“Sì, anche dall’altra parte del mondo. – mi bacia dolcemente – L’importante è stare insieme, tu ed io. Il resto non conta.”
“Allora vieni a New York con me quando tutto questo sarà finito, quando ci saremo laureati e inizieremo una nuova vita.”
“New York? – Candice alza il capo dalla mia spalla, sbatte le palpebre – Perché proprio New York, cosa c’è là per noi?”
“Delle persone che sono interessate ai miei lavori. Hanno visto il mio portfolio e vogliono sponsorizzarmi, dedicare un angolo di una famosa galleria di New York alle mie foto, ai miei lavori e permettermi di crearne altri. – stringo le sue mani nelle mie, sorrido – Vieni con me a New York, Candy, vieni con me e viviamo insieme questa nuova avventura. Lo vuoi, amore?”
“Certo che lo voglio, certo che verrò – con uno slancio mi abbraccia e mi bacia – Tutto pur di stare con te, anche seguirti in capo al mondo.”
“Non in capo al mondo, solo dall’altra parte dell’America.”.




*


Angolo Autrice: Lo so, lo so, aggiorno con ritardo mostruoso e non ho scusanti alcuna. La verità è che fino a qualche giorno fa non sapevo se continuare la storia o chiuderla nel giro di 2-3 capitoli, ma alla fine ho optato per varie ragioni per la seconda opzione. Quindi sì, il prossimo sarà l'ultimo e poi ci sarà un veloce epilogo per salutare tutti i protagonisti di questa storia.
Spero che ci sarà qualcuno disposto a recensire ancora questa storia, a lasciarmi due righe e seguirla e, nulla, ringrazio anticipatamente chi lo farà.
Qui di seguito, per chi fosse interessato, ci sono le mie altre due storie originali "Rette Parallele" e "Sunflower" che vi invito a leggere e seguire:

Rette Parallele
Sunflower




Alla prossima,
V.
  
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