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Autore: RaccontiDiOmbre    16/01/2015    0 recensioni
"Questa è la storia di un individuo ibrido, mezzo eroe e mezzo criminale ma starà a voi decidere quale metà domina sull'altra. Io vi racconterò semplicemente la sua storia, senza esprimere giudizio."
Talos è un ragazzo i quali sogni sono rimasti mummificati nel suo passato che lo incatena come schiavo ai suoi ideali che vacillano tra la giustizia e la criminalità. Senza pietà versa il sangue di innocenti e colpevoli pur di proteggere qualcuno che non sa neanche più della sua esistenza. Davvero la luce che lui protegge lo sta riscaldando? Al contrario è l'unica causa dell'incendio che ha incenerito le sue radici.
Genere: Avventura, Azione, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Ti scongiuro! Risparmia la mia vita! Chi ti paga... e quanto?! Io ti darei il doppio, il triplo ma lasciami andare! Nooo!” Talos aveva finito di trafiggere anche l'ultimo dei suoi bersagli ed era pronto a tornare a casa, per modo di dire. Questa volta Rezi gli aveva chiesto di eliminare un club di oppositori al partito del politico; Rezi di solito non temeva gli avversari ma se c'era la possibilità di eliminarli, non si risparmiava.

Talos si dileguò dal luogo del delitto senza lasciare tracce e iniziò a vagabondare come faceva sempre dopo aver concluso una missione. Probabilmente, per lui era un momento per riflettere o semplicemente godersi una passeggiata.

Questa volta deambulava nei pressi del parchetto del quartiere; Talos osservò attentamente l'ambiente circostante e notò che molti erano i bambini che saltellavano senza meta e giocavano. Al ragazzo scappò un sorriso innocente che presto nascose sotto il suo cappuccio, ma non tutti i presenti sembravano gioire: Talos vide in un angoletto buio dei tizi loschi che caricavano violentemente su due ragazzini: una femmina intorno ai 13 e un piccolo di probabilmente 7 anni. Talos era un assassino, violento, spietato e psicopatico ma dentro di lui è sempre vissuto lo spirito di paladino della giustizia.

“Bimbi, ve lo ripeto per l'ultima volta... seguiteci e non vi faremo ancora del male.” Disse uno dei due aggressori.

“Mi hanno insegnato a non dare retta agli sconosciuti! Lasciaci stare!” Esclamò la ragazza stringendo a se il bambino che piangeva impaurito. Entrambi avevano dei lividi sul viso, probabilmente erano stati già picchiati.

Talos balzò velocemente di fronte agli aggressori che indietreggiarono sorpresi ma non intimiditi.

“Andatevene se non volete fare una brutta fine...” Esclamò il giovane, dopodiché si voltò verso i bambini e cercò di rassicurarli con un sorriso che sembrò funzionare.

“E tu chi saresti?! Il loro fratello maggiore... oppure un patetico monaco coraggioso di passaggio? Sei tu che non dovresti farti gli affari degli altri.” I due delinquenti non sembravano essere impauriti e avanzavano a passi lenti verso Talos, in procinto di attaccarlo.

“Come sempre... devo sempre usare le cattive.” Talos scomparì in un attimo per poi ricomparire di nuovo nella stessa posizione. I due aggressori lo guardarono insospettiti e dopo un piccolo momento d'indugio ripresero il loro attacco, ma immediatamente si fermarono poiché si accorsero di non avere più i pantaloni che erano finiti a brandelli sparsi per terra.

“Non c'era nient'altro da tagliare lì sotto, ma se vi fa piacere potrei provarci.” Disse Talos con un ghigno malefico. I due teppisti urlarono e se la diedero a gambe raccogliendo ciò che era rimasto dei loro vestiti.

“Non iniziate una battaglia se non sapete rispondere come si deve, buffoni” Urlò Talos ai due, ma i fifoni si erano già dileguati.

Il ragazzo si voltò versi i due bimbi che corsero verso di lui abbracciandolo.

“Grazie signore! Sei il nostro eroe!” Disse la ragazzina piangendo.

Talos posò le sue mani sulle teste dei due e li rassicurò. “Avrei anche potuto eliminarli ma ho preferito non introdurvi così presto alla realtà del sangue... Vi auguro di non conoscerla mai...” Disse l'eroe e iniziò ad andare via, ma i bambini lo tirarono per le maniche.

“Signore, non sappiamo come ringraziarla! Ti prego vieni a casa nostra e cena con noi. Ti farò conoscere la mia famiglia e racconterò a tutti come hai combattuto i cattivi in modo spettacolare!” La bambina iniziò a trascinare via Talos che nonostante cercasse di declinare l'offerta non riusciva a deludere i bambini e poiché in fondo non aveva dove andare, decise di arrendersi.

“Signore come ti chiami?” Chiese il piccolo.

“Mi chiamo Talos.” Rispose il ragazzo con un sorriso, un sorriso sincero.

La casa dove fu condotto era una modesta abitazione, ma molto confortevole. Dopotutto, per chi non ha più una vera casa come Talos qualunque posto sembrava un lusso.

Quando la madre vide i suoi due figli che portavano a casa uno straniero, si spaventò, ma dopo il racconto anche la signora abbracciò e ringraziò piangendo il ragazzo.

Talos venne condotto alla sala da pranzo dove un piccolo tavolo con delle sedioline era già stato apparecchiato e si sentiva il profumo della zuppa provenire dalla cucina. Talos si sedette ed educatamente si levò il cappuccio.

“Signor Talos, lo sai che sei veramente bello! Non dovresti mai portare il viso coperto! Solo i brutti lo fanno! E sinceramente pensavo che tu fossi un vecchio!” Esclamò la ragazzina guardando Talos nei suoi occhi celesti.

“Ehi, usa un linguaggio appropriato quando parli con chi è più grande di te!” Rimproverò la madre.

“Ah-ah-ah no piccola, non sono vecchio. Ho solo diciotto anni. Sono solo un po'... stressato. E comunque, puoi darmi decisamente del tu. Non ci sono problemi!” rispose il ragazzo imbarazzato.

“Diciotto anni?” intervenne la mamma. “Hai la stessa età di mia figlia grande! Tra poco tornerà dal lavoro. Scommetto che le farà piacere fare amicizia con un suo coetaneo poiché non ha molta possibilità di fare amicizie nella sua situazione...”

“Mia sorella è un eroina, proprio come te! Ed è anche una bella ragazza, magari vi fidanzate così io non potrò avere più paura di niente!” Disse il bambino con entusiasmo. “Eccola, sta girando le chiavi nella porta! Vieni a conoscerla!” Il bimbo prese per mano Talos e lo tirò fino all'entrata dove incontrò la sorella maggiore.

“E tu che diavolo ci fai qui?!” Sia Talos che la ragazza dissero la stessa frase urlando. La sorella dei due ragazzi era Reven, la giovane professoressa con la quale Talos aveva avuto un'accesa discussione un giorno fa.

I due bambini raccontarono a Reven la storia del salvataggio e la ragazza la ascoltò indispettita, quasi gelosa di Talos.

“Non importa che cosa abbia fatto! Voglio questo pazzo fuori di qui!” Urlò Reven sbattendo ripetutamente il suo dito indice sulla fronte di Talos.

“NO! Deve mangiare con noi e poi se ne andrà! Non fare l'antipatica!” Disse la sua sorellina tirando via Reven da Talos.

“Tsk. Va bene, va bene. Ma lo faccio solo per voi! Io ora vado a farmi una doccia, ne ho davvero bisogno! Torno subito e tenete d'occhio questo assassino!” Esclamò Reven e corse via in bagno.

Quando la cena fu pronta, anche la giovane professoressa aveva finito di prepararsi. Si era spogliata della sua tuta da lavoro e adesso vestiva di una semplice t-shirt a maniche corte di colore giallo e dei pantaloncini neri di cotone. Si era anche sciolta il piccolo codino che portava sul lato sinistro e i capelli le cadevano fastidiosamente davanti al viso.

“Allora conosci già questo bel giovanotto, cara?” Chiese la mamma soffiando la sua zuppa bollente.

“Purtroppo si...” Replicò annoiata la ragazza che, al contrario degli altri, aveva già quasi finito la zuppa senza neanche soffiarci sopra.

Talos cercava di contenere al meglio la sua contentezza ma non ci riusciva; era deliziato dai pasti, rideva allegramente per le battute provocanti che i piccoli facevano alla sorellona e ascoltava con interesse i racconti nostalgici della padrona di casa.

Talos guardava in quella famiglia la sua famiglia, che lui stesso aveva ucciso e con la quale condivideva gli stessi felici momenti, momenti che credeva non sarebbero mai tornati. Era contento di aver salvato quei due ragazzi perché lo avevano ricompensato con qualcosa che lui non si sarebbe mai sognato di cercare e tanto meno trovare.

La cena era finita e Talos si era abbuffato. Non mangiava roba fatta in casa e con amore da così tanto tempo. Però, per lui era l'ora di tornare nelle ombre da cui era uscito.

“Questa serata è stata divertente. La ringrazio molto signora per la sua ospitalità e il cibo delizioso. Grazie anche a voi bambini per avermi inviato. E grazie Reven per essere una buona vittima per le battute di tua sorella. Ah-ah-ah-ah.” Esclamò Talos con un piccolo inchino in segno di rispetto. I bambini lo abbracciarono e lo invitarono a farsi vedere più spesso; Talos sorrise ma sapeva che non sarebbe più tornato per motivi abbastanza scontati. Il ragazzo uscì dalla porta e iniziò a incamminarsi per la lunga via del ritorno quando sentì la porta sbattersi di nuovo.

“Aspetta!” Reven era uscita correndo e lo aveva raggiunto. Talos si voltò e si fermo ad ascoltarla. “Scusa... per prima. Io non mi fido degli sconosciuti, soprattutto quando sono dei pazzi ammazza-famiglie incappucciati... ma ti volevo ringraziare per aver salvato mia sorella e mio fratello... io ci tengo davvero molto a loro e non mi sarei perdonata se li fosse accaduto qualcosa... quindi... Grazie... tutto qui...” Disse la ragazza arrossendo e con la testa bassa, cercando di non incrociare lo sguardo.

“Bhe, apprezzo il fatto che una ragazza rude e antipatica come te abbia cercato di costruire una frase carina, anche se indirizzata ad un pazzo ammazza-famiglie incappucciato... ah, comunque... stringiti meglio quei pantaloni! Ci si vede in giro!” Esclamò Talos e velocemente scomparì nelle ombre.

“Cosa intendi dire?” Reven si guardò in basso e vide che correndo i pantaloni le erano caduti ed era rimasta in mutande. La ragazza arrossì e lanciò un urlo. “Spero proprio di rivederti, depravato! Ho qui un cazzotto pronto per te, maledetto pazzo ammazza-famiglie incappucciato!”

   
 
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