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Autore: alicecascato    16/01/2015    1 recensioni
Chissà se il loro piano si stava svolgendo correttamente?
Capita spesso che si progetti qualcosa a lungo, che si imparino a memoria anche i passaggi più superficiali, e che poi, quando finalmente tutto comincia, si perda il controllo, e così si va avanti dimenticando ogni cosa, si va avanti e si prega che il nostro inconscio ricordi, si va avanti accompagnati da quell’insaziabile senso di caduta libera che solo l’ignoto sa dare, ma si va avanti.
Melissa si aggrappava ad ogni conferma pur di non sentirsi così cieca, mentre Caroline era troppo convinta del proprio successo per poter fare qualcosa che non fosse precipitare.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger | Coppie: Draco/Harry, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Centinaia di goccioline non facevano che depositarsi lungo il vetro spesso dell’ Espresso per Hogwarts, il vagone era buio e freddo, Melissa riusciva solo a vedere l’ombra  di Caroline, e  a sentire il peso della sua testa poggiata alla sua spalla.
L’alba stava per salire, e con lei, il treno stava per giungere a destinazione, il Quarto anno per Melissa e Caroline stava per iniziare, il loro cuore batteva all’impazzata e il loro occhi brillavano di coraggio e di ambizione, niente le avrebbe fermate, quello sarebbe stato l’anno migliore della loro vita.
 
 
 
Il solito brusio della Sala Grande si era trasformato in un insieme di urla e grugniti, dopo che il Professor Silente aveva  annunciato che quell’anno si sarebbe svolto il Torneo Tre Maghi, e proprio ad Hogwarts.
Melissa passò a rassegna i volti entusiasti dei compagni seduti nella sua tavolata. La gloria, non perdeva mai il suo fascino.
Si voltò verso Caroline e lo sguardo delle due si incontrò all’istante, entrambe inarcarono le sopracciglia e si scambiarono il loro solito sorriso complice e rivolsero ancora una volta occhiate sofisticate a tutta la Sala.
 
 
-È incredibile quanta importanza diano a questi giochi, è come se non vedessero l’ora di morire.-  Mormorò Caroline, la coda di cavallo bionda le ondeggiava mentre saliva le scale a passo spedito.
-Suppongo non vedano l’ora di vincere, probabilmente trascurando ciò che comporterebbe perdere.-  Proseguì Melissa con il suo solito tono razionale.
-Beh, in ogni caso, adoro i funerali.- Annunciò in tono altezzoso Caroline.
Melissa sorrise sentendosi lo stomaco contorcersi, Caroline era così insensibile.
Raggiunsero la Sala Comune dei Serpeverde, Melissa si guardò in torno con tutta la sicurezza che non le era mai appartenuta negli anni precedenti. Niente in quella stanza era cambiato, se non per il tempo, che aveva cresciuto non solo lei ma anche tutti i suoi compagni.
Caroline le afferrò la mano e la condusse nel loro dormitorio.
Un grande specchio era stato affisso in una parete.
Melissa corse davanti ad esso con eccitazione.
I capelli corvini ed ondulati le cadevano ordinatamente sulle spalle; il trucco era al suo posto; l’uniforme dell’anno passato che stava indossando era decisamente larga, la gonna era stretta da una cintura di cuoio per far sì che non cadesse fino alle caviglie, la camicetta e il pullover avevano le maniche troppo corte e le mostravano i polsi, era diventata incredibilmente alta quell’estate, e poteva finalmente dirlo, anche enormemente magra, ogni volta al pensiero un moto di eccitazione le gonfiava lo stomaco.
Se c’era una cosa che Melissa amava fare era vincere, e se desiderava qualcosa doveva ottenerla, anche a costo di sputare sangue, o digiunare per giorni.
Ed ecco un altro obbiettivo raggiunto, era inarrestabile.
-Dio, Caroline come hai fatto?- Chiese con la mente ancora annebbiata dall’entusiasmo.
-Ricordati, Mel, che noi otteniamo sempre quello che vogliamo.-
Ecco il loro motto, chissà quando era scoppiata la scintilla? Melissa non lo ricordava proprio, non aveva idea di come due ragazzine potessero da un giorno all’altro decidere di voler essere le migliori, di non aver paura di niente.
Caroline aveva trascorso la maggior parte della sua vita a dimostrare ai genitori di valere di più del fratello, una continua lotta nel tentativo di essere lei sotto i riflettori e non lui.
Melissa invece non era mai stata messa in dubbio, gli Horting pretendevano tanto dai loro figli, e ovviamente non venivano mai delusi.
Aveva un fratello e una sorella, Olive era la maggiore, frequentava il sesto anno, portava sempre i capelli stretti in un elegante chignon, aveva le labbra sottili e la schiena dritta; William invece era al secondo, ma probabilmente i ragazzini di dodici anni cresciuti in una famiglia come quella di Melissa non hanno una descrizione, Will era obbediente, questo era certo.
Melissa aveva alle spalle una lunga dinastia di Serpeverde, e questo le permetteva di avere sempre voce in capitolo.
Mentre Caroline, aveva la maledizione del secondo genito o almeno così lei la chiamava, suo fratello Lucas era al sesto anno, come Olive, ma i Fresburg non erano capaci di riservare le stesse attenzioni ad entrambi, e questo andava bene a Caroline, purché esse fossero concentrate su di lei. Ma Lucas era due anni avanti a lei, e Caroline passava ogni secondo a correre per arrivare prima.
 
 
 
La prima lezione dell’anno per Caroline e Melissa era Difesa Contro le Arti Oscure.
Il nuovo professore non era ancora arrivato quando entrarono, ma tutti gli altri studenti erano già al loro posto.
Si sedettero in seconda fila, negli unici due posti libri, a Melissa toccò quello accanto a Neville Paciock, un ragazzino dai dentoni storti e le guance paffute.
Appena Neville la vide abbassò lo sguardo, ma Melissa, come da copione recitò le sue battute da ragazza perfetta.
-Piacere di rivederti Neville, hai passato bene l’estate?- Parlò senza scomporsi, con la schiena dritta ed un falso sorriso amichevole.
Lui arrossì e balbettò qualcosa di simile a: -P-p-piacere mio,  s-sì e t-t-tu?-
-Alla grande.- Rispose, aprendo il libro nuovo.
 
Qualche minuto dopo, entrò a passì pesanti un figura pressoché umana, il volto era sfregiato da centinaia di cicatrici, le labbra erano sottili, come un taglio netto, i capelli arruffati, un occhi nero e l’altro blu elettrico, decisamente finto, che ruotava all’impazzata. Gli mancava una gamba, sostituita da una protesi in legno, terminante in una zampa di leone, si muoveva in modo scomposto e disordinato, facendo un gran frastuono. Era Alastor Moody.
La stanza si riempì di mormorii e di facce sconvolte, altre divertite.
Melissa non riuscì a fare a meno di sentirsi un po’ tradita dall’ignoranza dei compagni.


L’uomo scrisse il suo nome alla lavagna e si voltò verso la classe, scrutò uno ad uno i loro volti prima di parlare.
-Benvenuti, ecco a voi l’unica materia che potrà mai davvero salvarvi la vita.-
Altri brusii.
La lezione passò davvero in fretta, il professor Moody spiegava molto bene, anche troppo, ed era inoltre particolarmente incline agli esempi su animali o persone viventi, il che spesso creava disappunto tra gli studenti. Non sarebbe stato un anno facile per Malocchio Moody.
 
 
Gli unici momenti che Melissa non trascorreva con Caroline erano quelli in Biblioteca, Caroline non condivideva per niente l’amore per i libri di Melissa.
-Horting, da quando sei diventata così scortese?- Disse una voce ironica alle spalle di Melissa.
Lei si fermò di scatto e si voltò.
Eccolo lì, i capelli così biondi da ricordare il bianco erano un po’ cresciuti quell’estate ed ora alcuni ciuffi gli cadevano davanti agli occhi grigi e brillanti, il viso era un po’ più appuntito dell’ultima volta in cui l’aveva visto, eppure Draco era sempre lo stesso.
-Malfoy! Quale onore.-
Lui fece un passo in avanti e lei fece lo stesso.
-Quest’estate non ti ho vista molto, sei stata via?- Chiese Draco in tono più gentile, cominciando a camminare, Melissa lo seguì.
-In realtà sì, sono stata un mese in Irlanda da mia cugina. E tu che hai fatto?-
-Niente di che, a parte leggere libri più vecchi di questo castello.-  Disse con disinvoltura.
-Mia madre mi aveva detto che eri andato a trovare degli zii in Scozia, ma forse ha capito male.-
-Oh no, ci sono stato per un paio di giorno.-
-Ammetti che ti mancava Hogwarts dai.- Fece lei ironica.
Lui le diede un pacca sulla spalla.
-Ovviamente, quasi quasi mi trasferirò qui alla fine del settimo anno.-
Risero entrambi.
-Ora devo andare, ci vediamo.- Disse Melissa contro voglia.
-Ci vediamo.- Rispose lui.
Melissa conosceva Draco da sempre, le loro famiglie erano molto amiche, sebbene loro due non avessero mai legato più di tanto.
 
Percorse il corridoio a passo spedito fino alla biblioteca, gli Horting camminavano sempre velocemente, non che fossero mai davvero in ritardo, era più una filosofia di vita, dovevi essere bravo a correre se volevi sopravvivere in una famiglia come quella.
La Biblioteca era semideserta, Melissa riconobbe dei ricci biondo cenere seppelliti dietro ad un libro rilegato in cuoio, Hermione Granger. Lei ed Hermione facevano a gara a chi fosse la migliore del corso dal primo anno, eppure non aveva mai davvero avuto l’occasione di parlare con lei.
Si avviò lungo le corsie per arrivare ad Hermione.
Prese un libro a caso dal secondo scaffale accanto a lei.
La Foresta dei Sospiri”
Senza indugiare lo strinse, lo portò con sé e si sedette ad una sedia di distanza da Hermione.
Quando lei alzò lo sguardo incontrò quello di Melissa che le sorrise.
-Ciao.- Disse con il tono più amichevole che riuscisse a riprodurre in quel momento.
-Melissa Horting.- Rispose lei, non c’era superficialità o sufficienza nel suo tono, era come se la stesse studiando.
Melissa non riuscì a mascherare una smorfia di stupore misto a sconcerto.
-Stai leggendo un libro di pozioni?- Ritentò.
-Studiando.- La corresse con il tono con cui aveva risposto ad ogni domanda che le aveva rubato in quei quattro anni.
-Se vuoi posso aiutarti, sono molto brava in Pozioni.- Melissa si pentì di ciò che disse appena chiuse la bocca, non è il genere di cose da dire ad una prima della classe.
-Sul serio? Sarebbe davvero fantastico, ma tendo a guadagnarmi ciò che ottengo.- Una punta di acidità nella voce di Hermione, fece seccare la gola di Melissa, che però non si scompose.
-L’orgoglio è per i perdenti, Granger.- Si alzò senza produrre alcun rumore, e fece per andarsene.
-Perché? Perché cerchi di essere gentile con me? Cosa vuoi?- Aveva il viso pallido, gli occhi grandi color nocciola, sembravano due perle brillanti.
-Come ti ho detto prima, l’orgoglio è per perdenti, e ancor di più, il rancore è per i deboli. Non ho intenzione di ignorarti per i prossimi quattro anni perché sei un’ottima studentessa.-
Ottimo Melissa, ottimo!
Hermione sembrò perplessa al punto  che Melissa temette non le avrebbe risposto.
-Non ho bisogno del tuo aiuto, grazie.- L’ultima parola sembrò esserle stata tirata fuori dalla gola a mani nude.
-Non c’è di che, se avessi bisogno di me sai dove trovarmi.-
-Certo.- Rispose lei con fare incerto.
Boom! Bel lavoro, Horting.
 
 
 
 
 
 
 
Caroline si strinse il cinturone della divisa di Quidditch alla vita, diede un’occhiata veloce allo specchio e rabbrividì, così uscì in fretta dalla stanza per non pensare troppo a quanto non le donasse ciò che indossava.
L’erba del campo da Quidditch era bagnata e fangosa, accanto a lei aveva una ventina di ragazzi e ragazze, li conosceva quasi tutti, molti avevano il viso imperlato dal sudore e le gambe tremanti per l’ansia, ma lei era certa che sarebbe entrata in squadra anche quell’anno, era la migliore Cacciatrice dei Serpeverde degli ultimi dieci anni, l’anno dopo, quando Montague, l’attuale capitano, se ne sarebbe andato quel posto sarebbe toccato a lei, tutto suo.
Le piaceva essere la sportiva, quando si parlava di lei e Melissa, a lei veniva sempre attribuito quell’aggettivo, Melissa era intelligente e Caroline sportiva, sportiva, sportiva, sportiva! E via fin sopra le nuvole!
 
 
 
 
 
 
 
Draco aveva saltato Storia della Magia ed ora era là, fuori dalla biblioteca ad aspettare di vedere quelle gambe sottili, quella gonna svolazzante, quei capelli corvini, quel sorriso luminoso. Non aspettava altro.
Ed eccola lì, aveva la coda di cavallo e le labbra laccate di rosso, un rosso tenue, che non risultava affatto volgare sul suo volto.
Draco non sapeva perché fosse così smanioso di vederla, anche solo per pochi secondi, ma era l’unica possibilità che si fosse mai dato, non voleva lasciarla scappare.
Quando gli fu finalmente accanto, si accorse di lui. Sorrise con i denti bianchi e dritti.
-Ehi Draco, tutto bene?- Esordì con tono amichevole, lo stesso che aveva quando ad otto anni lo incontrava per le strade di Diagon Alley.
-Sì certo, e tu?- Lui non era il genere di persona impacciata, che arrossiva di fronte ad una ragazza, ma con Melissa era diverso, era troppo intelligente per mettersi al suo livello.
-Tutto bene, ho sentito che hanno anticipato l’estrazione dei concorrenti per il Torneo, vieni con me?-
Draco fu preso alla sprovvista, ma dentro di sé ringrazio il Cielo di averlo salvato dalla situazione in cui lui stesso si era cacciato.
-Stavo andando proprio lì, andiamo.-
Si avviò con lei lungo il corridoio frastagliato.
 
 
La Sala Grande era piena zeppa, gli studenti di Beauxbaton e di Durmstrang popolavano le file solitamente dedite al passaggio, Melissa e Draco dovettero spingere per arrivare abbastanza vicini da vedere il professor Silente e il Calice di Fuoco.
Silente estrasse il primo foglietto dal Calice.
“Viktor Krum.”
Uno studente alto e robusto, con i capelli cortissimi, si fece largo tra la folla arrivando accanto al tavolo dei professori.
Draco bisbigliò a Melissa qualcosa riguardante Krum e la nazionale bulgara di Quidditch.
“Fleur Delacour”
Una ragazza da i capelli argentei svolazzanti, e un vestito turchese, svolazzò tra l’ammasso di studenti, smaniosi di sapere se toccasse a loro morire.
-E infine: Cedric Diggory!-
Diggory era uno studente di Tassorosso , ben piazzato, con i capelli castano chiaro abbastanza lunghi da stroncare i lineamenti dolci da bravo ragazzo, gli occhi svegli e il sorriso brillante.
Un boato di applausi esplose nella Sala.
Quando tutto parve concludersi il Calice si colorò ancora una volta di rosso e sputo altro fuoco assieme ad un foglietto.
Silente perplesso lo lesse.
“Harry Potter”
-Tipico.- Bisbigliò Draco.
Melissa aveva lo sguardo fisso su Harry come poi quasi tutti, nel momento in cui lui fece un passo avanti, istintivamente puntò gli occhi sul tavolo degli insegnanti, tutti avevano l’aria scioccata, ma non Moody.
Osservava la situazione con entrambi gli occhi fissi sul Calice.
Com’era possibile?
 
 
Salve!
Essendo la regina delle fan fiction non finite, spero di poter terminare almeno questa.
Nel frattempo, questo è il primo capitolo, per cui spero solo possa piacervi.
Grazie per aver letto, un bacio.
Ali. (Twitter: @expectodraco)
 
  
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