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Autore: alicecascato    15/03/2015    0 recensioni
Chissà se il loro piano si stava svolgendo correttamente?
Capita spesso che si progetti qualcosa a lungo, che si imparino a memoria anche i passaggi più superficiali, e che poi, quando finalmente tutto comincia, si perda il controllo, e così si va avanti dimenticando ogni cosa, si va avanti e si prega che il nostro inconscio ricordi, si va avanti accompagnati da quell’insaziabile senso di caduta libera che solo l’ignoto sa dare, ma si va avanti.
Melissa si aggrappava ad ogni conferma pur di non sentirsi così cieca, mentre Caroline era troppo convinta del proprio successo per poter fare qualcosa che non fosse precipitare.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Harry, Potter, Hermione, Granger | Coppie: Draco/Harry, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Puoi effettivamente dire di essere diventato polare ad Hogwarts quando camminando per i corridoi, ogni singolo gruppo smette di parlare, non importa se tu sia un idolo o un assassino, se al tuo passaggio si diramerà uno strano silenzio, hai centrato il segno.
Melissa e Caroline ci stavano lavorando, presto ci sarebbe stato il famoso "Ballo D'Autunno", ed era esattamente lì dove volevano andare a parare, da quel momento tutti avrebbero conosciuto il loro nome.
Mancava una settimana, tutto procedeva secondo i loro piani, Melissa aveva un vestito impacchettato nel fondo del suo baule da quando era arrivata, Caroline invece stava per trascinarla a prenderne uno che la soddisfacesse più di quello che aveva già, ad Hogsmade.
L'aria si stava facendo sempre più fredda, erano appena le cinque eppure il sole si era già tinto di rosso vivo, e stava per scomparire dietro le montagne.
Hogsmade era un paesino ai piedi della montagna su cui sorgeva Hogwarts, aveva pochi negozi, ma quello di abiti eleganti era fantastico, ogni anno nei periodi dei balli faceva un sacco di soldi e aveva vestiti a prezzi ragionevoli.
Caroline li provò quasi tutti fin che non trovò quello che apostrofò con la parola "Perfetto"; era blu cobalto, con la gonna frastagliata di pietre luminose, le stringeva la vita e le copriva le caviglie, aveva le spalle nude per ciò comprò anche uno scialle dello stesso colore, le stava tutto incredibilmente bene.
Caroline grazie al suo corpo sportivo e omogeneo, poteva portare di tutto, cosa che Melissa le invidiava da quando erano piccole; lei aveva sempre avuto le gambe lunghe, le spalle spigolose, e gli occhi grandi, mentre Caroline, era così proporzionata, le gambe muscolose e lunghe al punto giusto, il seno importante, gli addominali, il viso tondo.
E ancora una volta Melissa si trovò con un sorriso sulle labbra e quell'orribile senso di insoddisfazione dentro.
-Sei bellissima.- Le disse, con sincerità.
-Questo vestito! Io sono nata per questo vestito!- Esclamò Caroline battendo le mani eccitata.
Melissa mandò giù il groppo che aveva in gola e le sorrise.


Caroline insistette per andare ai Tre Manici Di Scopa, un locale con le lampadine babbane a basso consumo e i tavoli sudici, ma sempre pieno di studenti degli ultimi anni.
Si fecero strada tra i tavoli fin che Caroline non si fermò  davanti a uno pieno zeppo di ragazzi, molti appartenenti alla squadra di Quidditch di Serpeverde.
Melissa si sedette senza protestare sebbene odiasse trovarsi tra le battute squallide e i grugniti degli atleti, passò piuttosto il tempo a guardare da lontano un ragazzo dai capelli rossi che gli arrivavano appena sopra le spalle, era alto e indossava un cappotto di velluto verde bottiglia, stava parlando in modo elegante e composto da quando erano entrate a due uomini poco più grandi di lui.
Sicuramente non frequentava più Hogwarts, ma non dava l'idea di averlo lasciato da molto.
I loro sguardi si incontrarono e un brivido scosse Melissa, il ragazzo incurvò le labbra per poi voltarsi nuovamente verso i due uomini.
Questo non faceva parte del piano e niente che non fosse il piano era tollerato.
Ma che le importava? Lei certamente aveva letto tanti libri, ma non aveva mai avuto un ragazzo. Caroline era famosa per il suo successo con essi invece, altro punto a suo favore, Melissa non sopportava perdere e non l’avrebbe permesso, anche a costo di evadere le regole.
-Vado un secondo fuori, mi fa male la testa.- Mentì.
Caroline annuì, senza interrompere la sua conversazione.
Melissa uscì e l’aria fredda la travolse in pieno.
Pochi secondi dopo la porta del locale si aprì ancora una volta.
Era il ragazzo dai capelli lunghi, si fermò proprio accano a lei, aveva le braccia incrociate intorno al petto.
-Frequenti Hogwarts?- Le chiese con tono gentile e disinvolto.
-Sì.-
-Sembrerà stupido ma sono qui per vedere i Torneo Tre Maghi.- Infilò le mani nelle tasche del cappotto.
-Oddio dici sul serio?- Non riuscì a non mostrarsi perplessa Melissa.
-Giuro, poi il migliore amico di mio fratello partecipa.-
-Quindi sei venuto qui per vederlo morire con i tuoi occhi.- Fece lei vaga, sebbene nutrisse il sospetto che parlasse di Potter.
-Oh, che esagerazione!- Rispose divertito.
-Comunque mi chiamo Bill, piacere.- Sfilò la mano destra dalla tasca e gliela porse.
Melissa la strinse, era fredda e pallida.
-Melissa, il piacere è mio.-
Gli sorrise.
In quel momento uscì Caroline.
-Mel, è tardi dobbiamo andare a cena!- Tuonò con voce ansiosa.
Melissa sentì il cuore affondarle nel petto, quel Bill le piaceva.
-Suppongo ci vedremo presto, Melissa.-
Le mostrò un sorriso divertito.
-A presto, Bill.-
Si voltò, per qualche metro lei e Caroline non parlarono.
Fin che Caroline non esordì.
-Ma guarda che bel mal di testa avevi.-
Melissa non riuscì a capire se fosse davvero infastidita o solo sarcastica, Caroline poteva essere enormemente ambigua.
-È stato lui a parlarmi.-
-Bah, io credo di aver trovato un cavaliere, nel frattempo.-
Melissa l’aveva totalmente dimenticato.
-Oddio, chi?-
-Jessie Morgen.-
Melissa cercò di ricordarsi il suo volto, doveva avere i capelli castani, il naso dritto e gli occhi verdi, sperò di sbagliarsi.
-E tu faresti meglio a darti una mossa.-  Liquidò la notizia con un gesto della mano e proseguì per la strada asfaltata, con i capelli biondi che ondeggiavano ad ogni passo.
 
 
 
Quando uscirono dalla Sala Grande Melissa aveva lo stomaco attorcigliato e non faceva che graffiarsi il dorso della mano destra tentando di gestire la voglia di vomitare che l’aveva accompagnata per tutto il giorno.
Diede un’occhiata a Caroline da sopra la spalla di un ragazzo del sesto anno, stava parlando con una ragazzina di Corvonero, approfittò della situazione per correre via, aveva bisogno di stare sola e non sapeva dove andare, vagò per i corridoi fin che non si ricordò della Biblioteca, la raggiunse in pochi secondi.
Correre le faceva venire male al petto e per una volta desiderò correre, perché tutto quel dolore la  distraeva dalla sensazione orribile che aveva dentro.
Quando arrivò davanti alla porta indugiò costringendosi a calmarsi, non poteva permettere che qualcuno la vedesse così.
Inspirò ed espirò per quella che le sembrò un’eternità, per poi aprire la porta leggermente, giusto quanto bastasse perché lei ci sgusciasse dentro.
Le corsie erano vuote, qualche studente solitario era seduto in silenzio, nessuno parlava, camminò evitando di produrre suoni, quando giunse alla fine della corsia più lontana ai tavoli, si lasciò scivolare lungo la cassettiera che reggeva gli scaffali di libri, aveva il cuore che andava veloce, martellava così forte che temette potesse uscirle dal petto, mentre lo stomaco era preso d’assalto da un susseguirsi di spasmi.
Che stai facendo Melissa? Perché credi anche solo di poter competere con Caroline? Lo sai che lei è sempre la prima scelta.
Si mise le braccia attorno allo stomaco e strinse più che poté, avrebbe fatto meglio a nascondersi in bagno, là nessuno l’avrebbe potuta vedere, e invece lì, bastava un solo passo e tutto quello per cui stava combattendo avrebbe perso ogni briciola di senso. E poi avrebbe potuto vomitare, cosa che, a quanto ricordasse, in biblioteca era vietata.
Alla fine ce la farà solo Caroline, io sarò sempre la sua ombra, è lei la gemella A.
Si premette entrambe le mani sulla bocca per non gridare.
Melissa non piangeva mai, a casa Horting nessuna ragione era abbastanza valida per farlo, niente era così tragico da far perdere la forza.
“I deboli muoiono, ragazzi miei.”
Diceva suo padre ai figli, mentre leggeva loro la favola della buonanotte.
Se solo l’avesse vista ora.
 
 
Draco sgattaiolò fino alla corsia accanto a quella di Melissa, si chiese se fosse opportuno farlo in quel momento, ma forse l’avrebbe aiutata, non sopportava di vederla così e allora lo fece, si sedette con la schiena appoggiata alla cassettiera e lasciò passare un pezzo di pergamena piegata, sotto il mobile della biblioteca.
 
 
 
Qualcosa passò proprio accanto a Melissa, lei lo afferrò senza nemmeno sforzarsi di capire che cosa fosse, il cuore le era salito in gola, qualcuno la stava osservando.
Ehi Mel,
Non era mia intenzione spiarti, ma ero sicuro che ti avrei trovata qui, volevo chiederti se ti andasse di venire al Ballo d’Autunno con me.
Stai bene?

                                                                Draco.
Melissa riconobbe la scrittura ordinata di Draco ancora prima che finisse il biglietto.
Il cuore riprese a battere in modo quasi regolare, non sapeva se sarebbe stato meglio alzarsi e parlargli normalmente, oppure continuare scrivendo.
Sfilò dalla borsa il calamaio e l’inchiostro e rispose.
Sto bene, non preoccuparti, è solo…
Dio, non ne ho idea nemmeno io.
Tu come stai?

 
                                                                              Melissa.
P.S. Sarebbe un onore venire al ballo con te.
 
Scrisse a fatica, con le mani ancora tremanti, lo ripiegò e lo fece passare sotto.
 
Draco lesse più di una volta quelle parole scritte in modo talmente ondulato, da dare l’idea che seguisse più il suo respiro che la metrica. Aveva una grafia tonda che però tendeva sempre a lanciarsi verso l’alto, la conosceva bene, ricordava ogni pomeriggio passato con lei ed il suo amato tè alla pesca a fare i compiti, o meglio, ad osservarla da sotto il suo libro, si nascondeva a tal punto da sentirsi un ladro ogni notte per averla guardata tutto quel tempo senza chiederle il permesso.
 
 
 
Il grande giorno arrivò e senza nemmeno rendersene conto, Melissa si ritrovò a strizzarsi nel suo corpetto viola scuro, il vestito scendeva a balze fino alle caviglie, portava i tacchi alti, sebbene temesse segretamente di essere più alta di Draco a causa di essi.
Aveva i capelli neri e boccolosi sciolti nella parte inferiore, e legati in due tracce unite da una spilla in quella superiore.
Il viso era pallido, come sempre, ma per una volta le sembrarono appropriate persino quelle piccole lentiggini che le coloravano il naso e gli zigomi.
Gli occhi grandi e azzurri erano sporgenti e luminosi come sempre, non li aveva truccati molto, aveva solo allungato il loro contorno con una linea nera e sottile, incentivando le sue ciglia con del mascara.
Si sentiva sicura e carina anche in un abito come quello, ma desiderava segretamente che quel vestito non le andasse più bene, che la sua vita fosse troppo stretta e che le estremità del corpetto si sarebbero quindi toccate, ma non andò così, affogò quella delusione in un enorme bicchiere d’acqua, per riempirle il suo stomaco irrimediabilmente vuoto.
 
 
Scese la scalinata tentando di non fare rumore, scorse Draco tra la folla di ragazzi trepidanti, infondo alle scale.
La Sala Ricevimenti, era stata addobbata a festa come ogni anno, delle candele donavano una luce soffusa alla stanza, e un incantesimo le aveva dato il profumo di rose appena sbocciate.
Draco indossava un vestito elegante e classico, aveva una camicia bianca, dei pantaloni ed una giacca neri. I capelli erano il risultato di un debole tentativo di essere pettinati, aveva un sorriso largo sulle labbra e gli occhi brillavano anche sotto la luce fioca della cera.
-Sei così bella.- Aveva sussurrato Draco senza realmente spostare lo sguardo dai suoi occhi.
-Dio, grazie. Anche tu stai davvero bene!- Gli aveva risposto, strizzando gli occhi mentre sorrideva, come faceva quando era piccola per far capire a chi stava parlando che quel sorriso era sincero.
 
 
Caroline arrivò pochi minuti dopo, era incantevole nel suo vestito blu cobalto, mentre scendeva le scale sinuosamente.
I capelli biondi ondeggiavano ad ogni suo passo.
Caroline era il mare, era profonda e piena di segreti, sapeva essere calma e limpida, ed aveva inoltre la straordinaria capacità di riuscire a diventare fredda come il marmo, se lo desiderava.
Si avvicinò a Melissa.
-Sei pronta?- Le chiese sotto voce.
-Ma certo.- Rispose Melissa deglutendo.
 
Aveva chiesto a Draco di ballare e lui fortunatamente non aveva opposto minimamente resistenza.
I due fluttuavano lungo la stanza, Draco perse totalmente la concezione della spazio e del tempo, la aveva tra le braccia e non desiderava nient’altro.
Melissa aveva le mani nervose chiuse dietro al collo di Draco, aveva calcolato ogni movimento, tutti i passi, o gli spostamenti dei suoi capelli.
Sentì gli sguardi dei ragazzi su di sé, e cominciò a capire la sensazione di bellezza descritta nei libri, era come stare a venti centimetri da terra, l’aria era la stessa ma aveva un profumo diverso, come se tutto quello che lei stessa desiderasse l’attendesse proprio lì.
 
Melissa notò Hermione Granger in un vestito grigio topo con rifiniture argentee, la faceva sembrare più vecchia e più pallida, i capelli erano acconciati bene, ma non le mettevano in risalto il viso, avrebbe voluto portarla in bagno ed aggiustare tutti quegli errori, ma si limitò ad avvicinarsi a lei.
-Sei molto bella, Hermione.- Le mentì con voce gentile.
Lei parve sorpresa di sentirla, e nel tentativo di dire qualcosa gesticolando rovesciò il suo bicchiere, il succo di zucca cadde sul tappeto e lei si portò una mano davanti alla bocca.
-Non preoccuparti, questo tappeto ha assorbito più bevande di quanti libri tu abbia mai letto Hermione, fidati.-
Hermione non sorrise o diede segni di divertimento, si limitò ad annuire.
Melissa si spostò i capelli su una spalla e le sorrise in modo composto.
-Vieni con me.- Le disse poi, cercando di farlo sembrare più un invito che un ordine.
-Che?- Chiese Hermione, strabuzzando gli occhi.
Melissa le allungò la mano, Hermione indugiò ma poi la strinse debolmente, e la seguì facendosi trainare da quel passo sicuro.
Raggiunsero il centro della sala senza lasciarsi la mano, Melissa iniziò a ballare ed Hermione ondeggiò, tentando disperatamente di lasciarsi andare, senza comunque capire perché lo stesse facendo.
 
 
Hermione era lì, seduta esattamente di fianco a Melissa che era così bella, affilata come un pezzo di vetro, brillante come una stella; parlava animatamente ma ogni suo gesto sembrava scelto con estrema cura, niente era lasciato al caso, né l’angolatura della spalle rispetto alle cosce, né la posizione del mento, né l’inclinazione delle labbra.
Hermione la ascoltava solo in parte, un po’ perché non conosceva davvero gli argomenti che stava trattando, un po’ perché non riusciva a non pensare.
Che ci faceva lì?
Non sapeva perché fosse rimasta anche quando Melissa non le aveva chiesto di seguirla, forse perché le sue parole gentili l’avevano attratta al punto da non riuscire ad opporsi.
Caroline Fresburg era seduta su una sedia con le gambe accavallate e la mani incrociate sulle ginocchia, un ragazzo dai capelli castali appiccicati alla testa da una dose decisamente troppo abbondante di gel e gli occhi verdi come smeraldi, aveva un braccio attorno alle spalle della ragazza, e nel frattempo sbadigliava con l’aria di chi non aveva idea di che cosa si stesse parlando.
Per un attimo le passò davanti agli occhi l’immagine della bambina con i capelli biondi ed arruffati che comprava il suo calderone davanti a lei a Diagon Alley, non era rimasto più niente di quella Caroline, ora al suo posto c’era una ragazza con lo sguardo fermo e sicuro, con la schiena un po’ ricurva, i capelli precedentemente pettinati ma poi legati alla rinfusa.
La differenza tre lei e Melissa era così evidente, Caroline dava l’idea di non aver paura di niente, di affrontare tutto con disinteresse, Melissa era precisa ed accurata, neanche una sbavatura.
Hermione non si sentì fuori posto nemmeno per un secondo, sebbene non se ne rendesse conto, lì era dove voleva stare.
 
 
 
 
 
 
A fine settimana Melissa era più soddisfatta che mai, Hermione e lei si comportavano come se fossero amiche da sempre, Draco le camminava accanto per i corridoi, i suoi voti erano alti anche quell’anno, a mensa parlava con tutte le ragazze del suo tavolo e Caroline la guardava attraverso una sottile patina di invidia, sebbene anche lei non se la stesse cavando male. Jessie era preso da lei al punto da non scrollarselo mai di dosso, lui le rubava un sacco di tempo, pomiciavano per ore, il che cominciava ad infastidire Caroline, una ragazza perfetta come lei aveva altro da fare, come guadagnarsi la simpatia di tutti, e invece lui l’attirava a sé come un sanguisuga, niente da fare, Melissa stava vincendo.
 
 
Melissa stava per entrare nell’aula di Incantesimi quando una mano dalla stretta potente la strattonò.
La visione di Olive la lasciò con le parole in gola.
-Che hai in mente?- Le chiese senza preoccuparsi di iniziare la frase con un sorriso.
-Di che parli?-
-Perché le ragazze del mio dormitorio parlano di te? Ho sentito addirittura dire che vorrebbero essere te? Dio, Melissa ma che hai fatto?-
Olive aveva la pelle così pallida da sembrare trasparente, le iridi verdi erano  quasi scomparse, coperte dalle pupille nere e dilatate.
-Non capisco, qual è il tuo problema? Credi che abbia messo una mia foto nuda fra le pagine dei loro libri?- Le rispose sarcastica.
-Perché tutto in una volta ti importa così tanto di essere popolare?- Proseguì Olive ignorandola.
-Sto solo facendo tutto quello che posso al meglio.-
Olive tacque per quella che a Melissa sembrò un’eternità.
-Beh, tira la corda ma vedi di non lasciare mai la presa, - le strizzò le ossa dei fianchi - o ti farai davvero male.- E con questo si girò e se ne andò a passo deciso.
Melissa corse in bagno non appena la sorella voltò l’angolo.
Quando si fermò di colpo contro il lavandino il petto le faceva male e aveva il fiato corto.
Si guardò nello specchio fin che il respiro non le si regolarizzò e le parole di Olive non le scivolarono addosso.
Sistemò  i capelli e sorrise al suo riflesso, poi si girò e si diresse nuovamente verso l’aula.
 
 
Salve!
Arrivo dopo secoli, avevo pensato di non aggiornare perché non credevo di voler continuare questa storia, ma oggi mi è tornata la voglia, perciò eccomi qui.
Spero vi piaccia.
Un bacio.
Ali. (@expectodraco)
  
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