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Autore: LadyLisaLaurie    22/11/2008    1 recensioni
per quella sensazione che solo tu mi sai dare... quella sensazione di libertà che solo con te ho saputo assaporare!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Facendomi violentemente male ho deciso di dedicare un po' del mio tempo a scrivere di una mia passione, così come è stato per il canto, che purtroppo ho dovuto smettere: il Nuoto! Ho ripercorso l'ultima gara e tuute le sue emozioni e sensazioni immense...

L’acqua che scivola tra le mani, irreprensibile e veloce, respiro dopo respiro, attimo dopo attimo: c’è una meta da raggiungere e non vorresti mai arrivarci, perché una volta che sei lì.. FINE!
Lasci scivolare quell’acqua tra le tue dita e le gambe velocemente danno lo sprint: al terzo respiro la testa fuori per respirare. Movimenti costanti e sempre uguali: prima e seconda, alla terza bracciata la testa è a destra e la bocca aperta per respirare e poi vedo di nuovo il fondale. Non ci sono pesci qui, solo quel pavimento a quadri azzurri e il naso percepisce sempre il forte odore di cloro. All’inizio era pura ammoniaca che entrava in corpo, adesso è la mancanza di quella “droga” che mi stordisce il cervello.
Alla seconda vasca sono già al massimo e non potrei mai stancarmi. Il primo tuffo è importante poi tutto va più veloce, l’acqua che scorre tra le mani, i piedi che battono, super sprint e parto avanti, scatto veloce e non c’è nessuno che mi fermi. Alle bandierine rallenta perché sei arrivata per tutte le volte che hai ignorato il messaggio di “rallenta”, ho sbattuto la testa contro il bordo della vasca, perché è la velocità che ti fa sentire libero. Irreprensibile e veloce, come l’acqua che scivola tra le mani.
Primo dorso, ritorno rana. Giusto il tempo di immagazzinare i comandi e poi è il fischio dell’inizio. So che nessuno può battermi, ho fatto le 16 bracciate in mezzo minuto, contando in velocità, in media dovrei esser la seconda, ma posso sempre superare me stessa, c’è il gusto della sfida: non tra me e le altre due nuotatrici.. io sfido me stessa, perché solo io posso battermi! Le bracciate sono grandi, falcate enormi, sento l’acqua scivolare sul mio corpo e il torso scendere e riemergere. A braccia alterne è questa volta e io sono veloce, veloce quanto serve: braccio dritto, fermo e immobile, ruota il polso a 180 non prima che sia al pari con la tua testa. È tutta questione di calcolo, bisogna fare tutto con il minimo sforzo e la massima concentrazione. C’è un motivo per ogni angolatura, ogni centimetro di acqua coperto. La perfezione si può raggiungere solo con il duro allenamento. 40320 vasche di duro allenamento e sei una campionessa, lo sei già per esser tra quelle prime tre nel podio. Il dorso è il più facile, un movimento meccanico di coordinazione tra gambe e braccia, un buono scatto all’inizio e hai la vittoria tra le mani. Sei lì pronta, rannicchiata a quel bordo vasca e le mani senti che scivolano perché son bagnate e sudate dalla tensione, ma quando senti il fischio è fatta, ti lasci andare, scatto di gambe e torso indietro e l’acqua ti scivola lungo tutta la schiena, schizzando ai lati del collo quando finalmente tutto il tuo corpo è d’impatto con l’acqua, tre secondi per scivolare e scatta di braccia. 1,2,3 non è la velocità che conta, ma la quantità di acqua che la tua mano riesce a “mettere da parte” in rotazione del polso. Lì dovrai vedere le bandierine, blu e rosse, ti indicheranno che è tempo di rallentare: gli occhialini sono già su, sei pronto per il ritorno. Non c’è molto tempo da dedicare alla posizione, devi esser veloce, già alla vista delle bandierine devi organizzare la tattica per girarti e scattare di petto. La rana è gioco di gambe, le mani scivolano la barriera di acqua tra te e la tua testa. È un sali e scendi di respiri: ad ogni respiro corrisponde una spinta verso l’alto e sei fuori dall’acqua, hai una visuale di pochi secondi della distanza ancora da coprire e l’acqua scivola sotto il tuo corpo e d’improvviso sei giù, immerso da essa a fissare quel muro azzurrino e poi ancora su. Un alternarsi di visuali differenti ma sempre statiche nel loro alternarsi.
Non sei neanche sicura dei risultati, ma sai di aver gareggiato e di tempo per pensarci ora ne hai poco, perché ti rimane solo quello per qualche suggerimento veloce e di nuovo pronta per la vasca. Lo slancio di gambe non è facile sentire le parole che ti dicono, mentre tutto intorno a te i fischi, le urla di incoraggiamento dalla tifoseria e l’acqua che scroscia con i tuffi, è tutto confuso e ti sembra di impazzire e l’adrenalina fa muovere il sangue ad una velocità impressionante, come delle turbine di motore impazzite. Si muove, si muove, si muove e non mi rendo neanche più conto di essere di nuovo a bordo vasca, sulla pedana ad aspettare il fischio d’inizio: sono i 100m stile libero, con la schiena inarcata e le mani che sfiorano le punte dei piedi... devo dare un buono slancio di gambe. Ed ecco il fischio, sono entrata in acqua ho sentito da subito il contatto del violento impatto, e so che sto facendo una buona parte sotto l’acqua mentre già echeggia il rumore di chi da sopra sta sbattendo i piedi. E poi riemergo come una sirena, dopo quelli che mi diranno essere stati i 25m di velocità massima, e sento l’ebbrezza rapirmi in una falcata gigante e copro una distanza molto lunga, ma forse non ancora abbastanza. Prima e seconda, alla terza bracciata la testa è a destra, quarta e quinta, sesta bracciata e la testa esce a sinistra in respirazione. È come una caverna quando hai la testa giù, vedi solo quel fondale che ti sembra vicinissimo e lontanissimo, lo sai che non potrai toccarlo con le mani nuotando, eppure vorresti farlo perché quando l’acqua sommerge la tua testa senti solo l’eco del rumore esterno e niente più. Vagare solitario, completamente in solitudine.. a volte potresti pensare di essere un delfino, il principe dei mari, che girovaga sempre composto e in linea retta per un mondo inesplorato e solitario. Quasi mi dimentico che è il momento di risalire a respirare perché a volte senti la voglia di addormentarti in quel mondo di stupenda meraviglia, dove ti senti più leggera e tutto si annulla. La testa di nuovo a destra e la vedo lì con il suo sorriso sfavillante a supportarmi, ma io devo già ritornare nel mio mondo, lì dove sono la sovrana, devo essere lì e concentrarmi sui miei sforzi, su quelle giornate di tremendo sforzo e allenamento che mi hanno portato fin qui, sono ad una passo dal finire e mi sembra così poco il tempo trascorso e così tanta la distanza coperta e so che tra pochi secondi sarò uscita da lì e sarà finita, perché è l’ultima gara... perché io non posso più, perché io ora lo sto facendo per lei. Si chiama Libertà ed è il sogno di raggiungerla che spinge i miei piedi a battere, perché questo giorno diventerà nella storia del nuoto, il giorno di Libertà!

commenti pleeeeeease! Vorrei sapere che emozioni avete avuto leggendo, cosa avete visto facendolo (ammesso che abbiate visto qualcosa)...grassie!
  
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