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Autore: Lacrima_00    17/01/2015    8 recensioni
Storia ad OC:
PRIME ISCRIZIONI CHIUSE
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«Ace… Ace! Svegliati!» Una voce calda e femminile lo svegliò dal torpore.
«C..ch-i...chi sei?» Lentamente spalancò gli occhi . Un immenso bagliore lo colpi all'improvviso. All'interno di esso brillava di luce propria la forma esile di una fanciulla, dai lunghi capelli argentei, adornati da una bellissimo fiore di ibiscus, che risaltava i fiammeggianti occhi scarlatti. Le sue gote erano tempestate da piccole lentiggini, proprio come le sue pensò, osservandola bene. Che si trattasse proprio di lei….
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Personaggi deceduti che verranno usati:
- Ace D. Portuguese (OOC VERSIONE)
- Satch
- Trafalgar D. Water Lamy (OOC VERSIONE)
- Corazon (OOC VERSIONE)
- Altri....
(Il personaggi scelti e il rating potrebbero essere cambiati con l'avanzare della storia)
Cross-over con svariati personaggi di anime/opere differenti:
- [K] Project
- Zetsuen No Tempest
- Altri....
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro, Personaggio, Koala, Monkey, D., Rufy, Portuguese, D., Ace, Sabo | Coppie: Franky/Nico Robin
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender, Spoiler!
Capitoli:
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cap 3
Il canto dell'uccellino

Un venticello flebile smuoveva allegramente gli scuri capelli dalla ragazza, appena giunta alla cima della più alta collinetta. Un panorama mozzafiato le fece mancare il respiro,  l'aria pulita riempì i suoi polmoni, ormai abituati solo a quella che le città portuali potevano offrirle.

Da quella posizione poteva vedere tutto; dalla discesa di una vallata verde che si estendeva al di sotto, pronta per i pascoli, dove qua  là tra i fili d'erba erano già fiorite margherite e qualche dente di leone. Una parte delle scogliera, nascosta dal folto della foresta di abeti rossi, che coprivano l'intera montagna fino a mezza punta e dai quali proveniva il forte profumo emanato dalla loro resina. Ed in fine la città portuale del paese di Wa, al quale centro un sontuoso palazzo a più piani, sfoggiava le sue bellezze, come la copertura in tegole d'oro, che brillava sotto le luci del sud. Gli occhi verdi si inumidirono per l'emozione, lasciando scivolare due lacrime sopra gli spruzzi lentigginosi, arrossati dall'aria primaverile. Era la prima volta che vedeva un intero regno non massacrato dalla guerra. Certe volte non capiva proprio come gli esseri umani potessero essere così stupidi da creare tanto e poi distruggerlo, considerandolo poi solo un bel ricordo. Possibile che ha nessuno venisse mai l'ardire di voler proteggere tali scenari di pace. Perché gli uomini dovevano essere così avidi di potere?  Perché era dovuta finire così? Perché aveva fallito quella missione? Perché....
I ricordi di quel giorno a Marineford, rieccheggiarono nella sua mente. Le sembrava di impazzire, lei aveva lasciato che accadesse ciò che era stato predetto da quella maledetta.
Strinse i pugni. Le unghie le si conficcarono nella carne, bagnando il terreno con alcune gocce di sangue. Poteva sentirla percorrere ogni organo, vena, ossa del suo corpo... La rabbia cantava l'inno di vendetta nei confronti di quel maledetto Re Nero.
Una sensazione di quiete improvvisamente avanzò pian piano facendosi strada nei suoi pensieri. Lentamente le mani si rilassarono, staccandosi dalle ferite.
«Quest-a vo-ce...?» Le parole svanirono, la  mente le si svuoto completamente come se di lei fosse rimasto solo un guscio vuoto in ascolto di quella canzone.
«Ripos-a...  in-n pa-ce..» Ripetè l'ultime parole che riuscì ad udire. La vista flebile si annerì completamente, lasciandosi cullare da quella melodia.
Le ginocchia cedettero, piegandosi in avanti. Il corpo cadde esanime giù per la discesa, rotolando fino in fondo alla valle. Un pianura verde l'accolse decorandola con pistilli di dente di leone, che aveva appena fatto esplodere in aria con il suo arrivo. La ragione tornò, risvegliandosi in piccoli dolori sparsi ovunque. Voci ovattate di sottofondo, che ripetevano il suo nome, sembravano avvicinasi sempre di più. Un ferrea stretta afferrò entrambi gli avambracci, sollevandole il busto da terra.
«Jessica?! Jessica?! Su avanti riprenditi! Jessica?!!» Le grida dell'uomo la fecero rinvenire. Due occhi dorati la fissavano immobili in cerca di risposta.
«Kid-dy cos-sa ci fai q-qui?» Parole scomposte le uscirono istintive. Un leggero pugno le piombò dritto sulla testa. «Ahi! Che male..»
«Tu! Maledetta mocciosa! Cosa credevi di fare la sù in cima?! E quante volte ti ho detto di non chiamarmi con quel nomignolo!» Gli sbraiti del Capitano Kidd, invasero l'intera vallata spaventando a morte tutti i pastori che si erano rintanati nelle capanne nel vederlo arrivare su per il sentiero, osservando ossessivamente la ragazza in cima sull'altura.Un altro pugno le arrivò.
«Ahi! Adesso basta!» Fermò con le mani il polso dell'altro, caricato per un terzo.
Adesso Basta?! Adesso basta lo dovrei dire io! Questa  la quinta volta da quando sei entrata nella "MIA" ciurma che tenti di suicidarti!!»
«Ti sbagli io.. io.. "che cosa ero venuta fare quassù".» Si ritrovò a pensare.
Allora?!» La incitò, afferrandola per il bavero della maglia per portarsela davanti al volto. Con decisione Jessica alzò lo sguardo riflettendolo contro quello del capitano. Adorava i suoi occhi, quelli di un re, ma in questo momento avrebbe fatto anche a meno di guardarli così da vicino. Anzi non se lo meritava proprio di essere trattata così, dopotutto prima lei non aveva cercato di uccidersi.
«Allora penso che dovresti lasciarmi andare! Ti odio, non capisci mai nulla! Stupido di un Capitano!» Sbottò la ragazza, e con un morso si sganciò da quella presa.
Il volto di Kidd, dal bianco latteo, sfumò su un rosso pastello, per irritazione della risposta appena ricevuta e il forte dolore che la dentatura delle ragazza aveva provocato alla sua mano umana.
«Maledetta  mocciosa se ti prendo ti sbudello e spargerò le tue interiora a largo alla mercè dei re del mare!» Le urla di Kidd scossero per la seconda volta la valle, ma ormai Jessica era scomparsa, probabilmente si era di nuovo persa.
«Giuro che l'ammazzo io la prossima volta...» Sibilò digrignando i denti.
Si girò per ripercorrere la strada  di ritorno alla città quando un luccichio lo colpì in pieno viso. Con lo sguardo cercò di individuarne  la fonte e nascosta tra un fascio di margheritine, scovò una perla rossa, che brillava colpita dai raggi del sole. Non poteva crederci....

Jessica corse a più non posso, come se non ci fosse un domani. Doveva scappare e trovare Killer prima che il capitano la raggiungesse. Lui era l'unico che poteva fermare la sua furia omicida. Fortunatamente non era riuscita a perdere l'orientamento fino all'arrivo in città, però adesso doveva trovare la ciurma. Più si guardava in torno e più non capiva niente, le sembrava pure che tutte le persone avessero la stessa faccia, ma di capelli lunghi e biondi nemmeno l'ombra. Girò per più di venti minuti alla ricerca dei suoi compagni, ma niente di niente. Stanca e affamata si sedé su uno dei filamenti del molo, quando sentì sotto di se la corda marcia sfaldarsi in uno schioppo. Questa era la seconda volta in un giorno che le capitava di scivolare nel vuoto, l'unico problema era che li sotto c'era l'acqua. Chiuse gli occhi, aspettando il momento in cui sarebbe colata letteralmente a picco, sperando solo che qualcuno l'avesse vista cadere e l'avrebbe ripescata. Li riaprì poco dopo quando si accorse di essere atterrata su qualcosa che ai suoi occhi parve una bellissima e morbidissima pelliccia bianca. Lentamente scese dalla testa del grosso animale.
«Un..un..un.. o-o-orsooo!!!» Gridò appena lo ebbe visualizzato bene.
«Bepo?» La squadrò inclinando la testa, lo strano orso bianco parlante e bipede, con una buffa tuta arancione.
«Tu parli? NO! NO! non  possibile gli animali non possono parlare vero?» Monologò Jessica puntandoli  il dito contro.
«Bepo?»
«Kyaaaahhh!!! Oh  mi dio! I pugni del capitano mi hanno resa pazza ora sento le voci!» Con le mani nei capelli, si accasciò sul pavimento, ancora sotto lo sguardo un pò perplesso del vice capitano degli Hearts.
«Ehi... Bebo cosa sono questi urli?» A metà del ponte, di quella che forse si poteva definire una nave, si aprì un specie di botola metallica, dalla quale vide uscire due uomini, anche loro con la stessa tuta. Erano su per giù tutti e due della stessa altezza, cambiavano solo i capelli e la loro strana forma.
«Ehi Penguin! guarda, c'è un donna a bordo.» Bisbigliò con il viso un pò arrossato, accostandosi alla testa dell'altro.
Hai ragione e ora che facciamo? se la invitiamo a bere qualcosa lei potrebbe arrabbiarsi...» Rispose l'altro a voce moderata. Ignari del fatto che anche a quella distanza Jessica potesse sentirli.
«Mi-i.. mi dispiace ma io non posso bere, ho solo quattordici anni...» Richiamò la loro attenzione rifiutando l'offerta dei due, con un pò d'imbarazzo. Non era mai successo che qualcuno la invitasse, anche perchè essendo sempre dietro al capitano, nessuno osava stargli a più di due metri di distanza.
«Cosa?! Quattordici?! Stai scherzando vero? Penguin stavamo rimorchiando una ragazzina? Dovremo vergognarci...» Piagnucolò il castano sulla spalla del collega.
«Tranquillo Orca a me sembra già una donna ben formata...» Buttò là Penguin dando delle pacche di consolazione al compare.
«Esatto dovreste vergognarvi, però di stare lì a vagabondare!» Una voce femminile fece capolino nell'aria.
«Ma dove...» Jessica venne zittita dallo stupore. Un piccolo mulinello di vento si stava creando sul vascello, e con calma stava prendendo forma. La forma di una persona, più precisamente di una donna. Aveva la pelle molto chiara, senza ombra di cosmetici, dei lunghi capelli  color rame che sembravano lingue di fuoco alimentate dalla brezza, adornati da due cerchietti dorati, appesi alle orecchie e gli occhi color degli oceani più profondi. Anche se vestita abbastanza semplice, Jessica l'osservava assorta, sembrava proprio una vera principessa.
«Signora delle nevi è già qui?» Domandò ingenuamente l'orso alla donna appena comparsa.
«Bebo quante volte ti ho detto che anche se il mio nome significa neve io non c'ho niente a che fare...» Lo sgridò dolcemente, colpendolo con un leggero buffetto.
«Y-yuki...allora  questo è il suo nome.» Le parole le uscirono dalla bocca senza pensarci, attirando l'attenzione della nominata.
«Esatto ragazzina! E tu chi saresti di grazia?!» Chiese squadrandola freddamente, soffermandosi sul ciondolo che portava al collo. Un Jolly Roger. Sulle labbra della donna comparve un piccolo sorriso beffardo.
«Io son...»
«Nostra signora  solo una ragazzina scivolata dal molo non trattatela come se fosse il nemico più pericoloso al mondo.» La voce di Orca interruppe Jessica.
«Ah davvero? Voi tre rientrate subito in coperta e mettete in moto il sottomarino, fra poco si salpa.» Ordinò a gran voce, sicuramente doveva essere il capitano, si trovò a pensare la giovane.
Solo quando tutti i suoi subordinati  furono rientrati nella nave la donna si mosse. Con un balzo arrivò dritta davanti a Jessica, afferrandola. Si sentì di colpo mancare la terra sotto i piedi, lo sguardo le cadde al di sotto di se stessa, stavano volando. Con delicatezza la donna atterrò davanti ad una taverna, in mezzo alla folla. Lentamente si avvicinò al viso di Jessica, poggiando fronte contro fronte.
«Lo sai che il tuo capitano si sta aggirando da queste parti in cerca di te?» Sussurrò.
«Cosa? E tu come fai a saperlo?» Chiese sconvolta la ragazza. La  giovane donna sorrise.
«Nel vento viaggiano molte notizie.. regina d'oro....» E come era apparsa, sparì nell'aria. Lasciando Jessica nella più totale perplessità solo un tremendo baccano proveniente dalla porta aperta della locanda la distrasse dalle mille domande che le giravano nella mente. Vecchi ubriaconi che molestavano una ragazza indifesa, la quale chiedeva di essere lasciata in pace.
Ecco, queste erano una delle tante cose che non sopportava, oltre all'ascoltare i frignoni e indossare abiti femminili. E dentro quel posto c'erano tutte tre.
Infondo alla taverna, sedeva una straniera dai capelli color del grano e occhi smeraldo. Indossava una mantellina a scacchi neri e rossi, dal quale si poteva benissimo scorgere la lunga vestaglia in seta, con un spacco sulla coscia destra e dalla quelle spuntavano le punte lucide e rosse, di un paio di ballerine.
«Mi.. mi d-dispiace ma non posso proprio trattarmi a bere qui con voi... scusatemi...» Chinò il capo in segno di scuse la ragazza.
«E dai... non farti pregare... bellezza..» Uno degli uomini, che l'avevano accerchiata l'afferrò per un braccio.
«L-la prego non mi tocchi!»  Piagnucolò la bionda.
«Donna! Come  osi darmi degli ordini?!» Sbraitò l'uomo caricando un pugno. La giovane strinse gli occhi con forza.
Jessica non potè trattenersi, con un leggero movimento delle mani creo dei fendenti d'aria, liberando la ragazza indifesa. Quando ella riaprì gli occhi si trovò davanti ogni singolo uomo e mobilia della locanda rivolti a terra.
«Tutto a posto?» Chiese la mora. La bionda si limitò ad annuire convinta. Quando una voce alle spalle della prima le colse di sorpresa.
«Aki! Cosa diavolo è successo qui?! Stai bene? E tu allontanati da lei!» Con voce irrompente un giovane uomo dagli arruffati cappelli bianchi e una lunga cicatrice che percorreva il viso, puntò i suoi freddi occhi cristallini contro Jessica.
«Calmati Aran io sto bene, questa ragazza mi ha aiutata!» Lo tranquillizzò Aki. Lui si limitò a chinare il busto in segno di ringraziamento e afferrare il polso della conoscente, per trascinarla con se fuori dalla locanda, mentre quest'ultima salutava con la mano Jessica, pregando l'altro di rallentare.
Tutto era calato in un silenzio nel quale solo alcuni gemiti di dolore delle persone intente a rialzarsi, producevano massaggiandosi la parte dolorante.
«Tu Straniera! Come ti sei premessa di umiliacri così!» Un uomo appena rimesso in piedi posò la mano sull' elsa della katana sfoderandola  e puntandola contro la mora, ingaggiandola per un combattimento.
«Se questa una sfida, non mi tratterò.» Ridacchiò sottecchi.
«Nemmeno io allora!» Rispose un'ombra minacciosa apparsa alle spalle di Jessica.
La ragazza si pietrificò nell'udire quella voce. L'aveva scovata. Lentamente girò la testa.
«Ca-ca-capita-no...!? Oh, merda!»
«Esatto mocciosa sei proprio nella merda!» Grugnì il rosso. Un mormorio si levò attorno ai due, e ben  presto la locanda fu completamente vuota. Kidd, frugò con la mano dentro una tasca dalla quale tirò fuori la perla rossa, lanciandola furiosamente addosso alla ragazza.
«Rispondi sinceramente, ci tieni così tanto a trovare quei maledetti re e regine?» Domandò il capitano con aria ben poco non alterata.
«L'occhio di mia sorella, come mai ce l'hai tu?» Chiese confusa Jessica.
«Ragazzina dovresti tenere di più alle cose che per te sono importanti!» Le rispose di tutto punto, il suo superiore, dandole un bel terzo pugno sulla testa.
«Ahi! Kidd! Ti avevo detto di smetterla con quest.. AHHHHHHH! Ehi! Che stai facendo mettimi giù! Lasciami!»
Il pirata dagli occhi dorati sollevò di peso la ragazza, caricandola sulla spalla.
«Zitta mocciosa! Ho un appuntamento! E sono già in ritardo per colpa tua!» Fu zittita la mora, mentre veniva trasportata fuori dal locale, tra i sobbalzi.
«Beh almeno dimmi dove stiamo andando!» A braccia incrociate e con il broncio, cercò d'informarsi, ma nessuna parola uscì dalle labbra violacee del comandante. Quest'ultimo si imbucò in un vicolo stretto, distaccandosi dalla folla, sbucando dentro un vecchio palazzo.
«Lì ad attenderlo erano presenti Killer, Wire e Heat , insieme ad altre persone che non aveva mai incontrato prima.
«Ehi! Eustass ti sei portato dietro anche la mascotte?!» Un allegro Scratchman lo canzonò.
«Non pensavo che avessi tali gusti, Eustass Capitano Kidd!» Mormorò un indifferente Hawkins.
«Maledetti! State zitti voi due e tu mettiti qui seduta in silenzio e non muoverti se non vuoi che ti ci inchiodi!» Disse scaricando brutalmente Jessica sul pavimento in legno che circondava la struttura dell'abitazione.
«Certo mammina!» Burlò la ragazza.
«Tu....!! »
«Fermo Kidd, lasciala stare così peggiori solo le cose.» Intervenne Killer in soccorso.
«A quanto pare mammina e papino stanno litigando.» Interruppe per la seconda volta il cantante, mentre i due commedianti si fermavano, all'unisono.
Il rosso con tutta la buona pazienza tirò un lungo sospiro e decise di calmare i bollori, dirigendosi verso gli altri due capitani, lanciando un'ultima occhiata assassina alla subordinata che se la rideva di gusto, lacrimando per ultima battuta.
La riunione si consumò dopo due ore tra insulti, trattative e strategie di battaglia. Jessica ricoperta da uno strato di pelliccia rossa, era rannicchiata sull'inumidito parquet, ad aspettare in uno stato di dormiveglia. Nella mano stringeva forte la perla rossastra, la cosa più importante per riuscire nel suo scopo in questo nuovo mondo. Due dita gelide le si avvicinarono, accarezzandole la guancia, facendola rabbrividire. Pigramente si tirò a sedere, strofinandosi un occhio assonnato.
«Questa ..?» Stropicciò con una mano il morbido pelo, con l'altra si portò la perla davanti all'iride e immobile osservò la persona che aveva osato svegliarla.
«Bellissima... più luminosa di qualsiasi tesoro.... la tua anima così... così dorata...mio capitano...»  Biascicò assopita allungando il braccio verso quella visione eterea, sedutalì davanti. Quest'ultima restava ferma, non capiva nemmeno lui perché da lei poteva essere osservato senza provare quella sensazione sgradevole di giudizio altrui. Solamente a lei era permesso, forse era per questo che l'aveva accolta nella sua ciurma... lei era diversa. Si guardavano negli occhi senza dire parole, un leggero rossore attraversava il volto di ognuno, come se stessero condividendo i segreti più sconosciuti delle vite antecedenti al loro incontro, tramite il pensiero.
Quel momento tanto intenso fu sbaragliato dall'ingresso ammutolito e sorpreso del vice-capitano, che annunciava la partenza prevista. Con delicatezza la grande mano del rosso, si posò sulla testa della giovane, scompigliandole i capelli e sorprendendola con quel gesto, così.. così affettuoso, prima di tornare alla sua solita espressione e riprendersi il suo cappotto.
«Mocciosa alza il culo! Si parte!» Anche se dure all'apparenza quelle parole a Jessica sembrarono le più dolci che avesse mai sentito pronunciare da quella bocca e nel suo cuore  sapeva che qualcosa si era acceso. Una nuova luce brillava davanti a lei. Il suo nome era Capitano Eustass Kidd.

***
Monte Yatagarasu.
Il cinguettio degli usignoli mescolato allo scroscìo leggero dei ruscelli sparsi ovunque riempivano la foresta di abeti rossi, con una soave armonia di suoni, accompagnando già dalle prime luci dell'alba una coraggiosa avventuriera che aveva deciso di intraprendere la lunghissima scalinata di Yata, unica strada per raggiungere il tempio di addestramento marine. Becky adorava stare a contatto con la natura, perciò non aveva esitato nemmeno un secondo quando dopo aver chiesto indicazioni a qualche pastore, gli era stato rivelato che raggiungere la vetta era quasi impossibile e l'unico modo per mettere piede in quella terra sacra era attraverso quella vecchia via.
Erano già passate tre ore da quando aveva lasciato la locanda in città. Mentre saliva poteva sentire sempre di più l'aria farsi leggera e sfuggente, così pura da essere irrespirabile. Alacremente comparvero le prime gocce di sudore  rendendole il cappotto umido e appiccicaticcio, obbligandola a toglierlo e rimanendo con solo addosso la canottiera azzurra e i jeans. Velocemente se lo legò alla vita e con delicatezza sciolse il fiocco di raso che teneva al polso sinistro, sopra il quale era fasciata una strana benda azzurrognola. Si raccolse i capelli albini  in una lunghissima coda di cavallo e con occhi esploratori osservò il cielo pulito, del medesimo colore, per poi tendere le orecchie, in lontananza si potevano udire alcune voci. Aumentò il ritmo della sua salita, restringendo la distanza da quelli che aveva identificato come cori di mantra. Due piloni raffiguranti leoni stilizzati annunciarono la fine della scala. Si fermò riprendendo fiato dalla corsa finale. Davanti a lei si estendeva un piazzale con un enorme tempio, al quale fuori sulla soglia della porta sostava un uomo, con una lunga barba intreccia bianca,  che sembrava attenderla.
«Vedo che hai tardato un po', dalle miei predizioni avresti dovuto essere giunta qui circa sei mesi fa. Cosa ti a trattenuta mia cara nipote?» Chiese incrociando lo sguardo della parente.
«Caro nonno mi consideri ancora parte della famiglia pur essendo tuo  nemico?» L'uomo scoppiò in una risata fragorosa interropendo la ipnotica cantilena dentro il tempio.
«Ormai non sono più il gran ammiraglio... sono solo un vecchio che allena nuove reclute e girovaga tra i campi base in cerca di falle nel sistema.» Si giustificò l'uomo.
Becki  era impassibile, il suo sguardo serio non lo lasciava un secondo. Mai sottovalutare un nemico, anche se parente, ne aveva giù trovato conferma a Marineford, dal vice ammiraglio Garp.
«Però dimmi perchè mai dovrei agevolare un pirata?» Chiese il marine.
«Tu non hai nessun rimorso ad aver diviso la famiglia solo per proteggere le malate leggi di quei maledetti draghi celesti?»  Sbottò la ragazza.
«Quello che è successo a Alex e Mary sono affari loro e per quanto riguarda Dellinger... lui era l'unico che poteva compiere una tale missione.» Chiarì. Becki non c'è la faceva più, sentiva di non poter tollerare una parola di troppo. Un leggero pizzichino li attraverso gli occhi e la mano le scivolò sull'elsa della katana.
«Se fossi in te non farei una mossa così azzardata.. perché invece di sprecare gli ultimi dieci minuti che ti sto dando prima di sguinzagliarti contro tutti i discepoli del tempio, non chiedi ciò per cui sei venuta?» Tagliò corto l'ex. capoammiraglio.
«Bene... allora dove si trova Marco la Fenice? E qual'è la via più breve per uscire da questa foresta?» L'uomo esitò per qualche secondo prima di rispondere.
«Per quanto riguarda Marco non ho la più pallida idea di dove si trovi, alcune mie fonti hanno dedotto che con tutta probabilità la ciurma di Barbabianca si è sciolta e il capitano della prima flotta sia tornato in quel posto... le terre di FreeVers, dalla sua dama.» Becky non poteva crederci allora era vero che la ciurma del grande imperatore era stata affrancata.
«Invece per quanto riguarda  l'uscita direi che la via più breve sia da quella parte.» Indicò un punto tra gli alberi i quali aprivano un piccolo sentiero.
«Grazie delle risposte nonno.» Becky espresse riconoscenza e con passo svelto si diresse all'imboccatura della vietta.
«Di niente cara nipote. Ah..Rebecca, mi raccomando ricorda; hai tempo fino al gong dell'ora di pranzo, che sarà esattamente tra cinque minuti, dopo di che sai già cosa succederà.» L'avvertì l'uomo prima che la ragazza scomparisse tra la vegetazione.
Il profumo degli abeti incolati di cera inebriavano i suoi sensi, dandole una sensazione di quiete, aiutandola a calmare la tremenda avversità che provava verso quel vecchio e aumentandone la concentrazione. Ormai era questione di secondi prima che qui maledetti marine la raggiungessero in quel punto morto di foresta.
«Maledetto vecchio mi ha imbrogliata.» Sbuffò.
«Pazienza.... Dio ascoltami! Ti prego indicami la strada per uscire da qui e guidami sotto la tua saggezza... io intanto mi occuperò di quei moscerini dei suoi sottoposti .... A quanto pare mi sottovaluti parecchio nonnino... mi dispiace per te ma non sono più la bambina indifesa che conoscevi... » Parlottò tra se e se l'albina.
In lontanaza potè chiaramente sentire il gong, i giochi avevano preso inizio. Le voci dei marine riecheggiano in tutta la boscaglia, la  stavano  già cercando.
Becky dal suo conto non ci fece molto caso e continuò per la sua strada. Sentiva che le si avvicinavano sempre di più finchè alcuni di loro non le arrivarono davanti e dietro le spalle..
«Ti abbiamo travata sei nostra! Maledetta Pirata!» Le braitò contro uno di loro.
«Ma davvero? certo che ce ne avete messo di tempo, vi stavo aspettando... Non vedevo l'ora di sperimentare questo nuovo potere.» Mormorò la giovane, che lentamente si portò le mani alla testa tappandosi le orecchie. Una dolce melodia invase tutto il bosco e la voce chiara di Becky accese l'aria, accodata da altre, emettendo luminose poveri dorate.

Oh anima effimera
che ti celi nel profondo dell'inganno,
chi hai continuato ad aspettare nel bosco deserto?

Molti altri uomini arrivarono per fermarla, ma lei continuò a camminare dritta in avanti.

Privato di un'ala,
l'uccellino ha chiuso gli occhi in silenzio.
La sofferenza è svanita lontano;
ora l'uccellino non piange più.
Una morbida nebbia d'argento
Una morbida nebbia d'argento
avvolge teneramente ogni cosa.
Riposa, riposa in pace.
Nel racconto che ho scritto, puoi volare in libertà.
Ecco il mio ultimo incantesimo,
affinché la tua luce non conosca ombra.

Ad un tratto la metà delle reclute si  accasciarono a terra, pendendo i sensi.

Che lo splendido sogno dorato non venga infangato
dalla tristezza apportata dalla verità.

La voce di ogni usignolo tacque, tutto pian piano si stava addormentando, lasciando spazio solo al rumore dello sgorgare dell'acqua.

La foresta della colpa,
che consumava l'uccellino,
si è disseccata in silenzio.
Petali caduti al vento avvolgono
con dolcezza le guance pallide.
Quel giorno, quanti misteri
avrei dovuto risolvere per poterti portare via?

Quasi tutti i marine erano fuori gioco, mancavano all'appello solo i tre vice ammiragli, molto più resistenti a quelle semplici e leggere note.

Riposa, riposa in pace.
Nell'illusione che hai creato,
ho conosciuto l'amore.
Non smetterò di pronunciare il tuo nome,
per continuare a dare vita ai tuoi desideri.
Che niente e nessuno ti trascini
nelle tenebre dell'oblio.

Adesso non c'era più nessuno a fermarla, e da quella distanza si poteva vedere la fine della foresta. Finalmente uscì fuori, giungendo su un picco, di una scogliera, sulla quale terminò la sua opera canora. Le luci si consiumarono..

Riposa, riposa in pace.
Dolce amore......in pace.

«A quanto pare qualcuno mi ha ascoltata e si é aggregato a me.. Nonnino ringraziami pure per aver risparmiato ogni loro singola vita.» Sorrise sarcastica.
«Dio ascoltami... Giuro sul  nome di mia madre che riuscirò a rintracciare il primo comandante...!!!»
Le parole di Becky si persero nel vento e tra le onde del mare, come un messaggio scritto in una bottiglia, inattesa che qualcuno l'aprisse per leggerlo.

 ***
Sbrilluccicanti scintillii sfumavano la schiuma delle onde, infrante sullo scafo della nave. Seduta sulla polena, una ragazza dalla lunga chioma nera  si lasciava cullare da quel lento dondolio. Con gli occhi azzurri che si mescolavano in un viola, osservava scorrere sulle le righe di uno spartito la scia di puntini neri che appuntava freneticamente sui fogli sparpagliati intorno, mentre con una mano pizzicava  le corde di una flamenca chitarra. Adorava stare all'aria aperta, sopratutto  in tali giornate dove i caldi raggi del sole le respiravano sulla pelle, trasportati dalla profumata brezza di fine mattina. E come una sensazione nostalgica, destavano in lei i ricordi infantili, di corse sulla scottante sabbia  insieme al suo adorato fratello Demon, nella sua amata Isola Cristallina. Tutto questo via vai di sensazioni appartenute al passato, la riempivano di nuove ispirazioni. Quanto le mancava, non vedeva l'ora di incontrarlo, erano già passati quattro anni da quando l'aveva lasciata, un infinità di tempo, però a lei non era dispiaciuto, sapeva che aveva fatto la scelta giusta nel farlo partire alla ricerca della sua verità ed ora anche lei si trovava in viaggio per cercarla.
Ripensando allo scopo della sua partenza, si portò la mano al semplice collarino che indossava, stringendo forte tra le dita un piccolo ciondolo agganciato, a forma di una enne distorta. Chiuse gli occhi assorti, tendendo le orecchie. Allora non si sbagliava, la sentiva davvero... non se la stava immaginando quella melodia proveniente dalla foresta, che ricopriva gran parte della scogliera, lasciandone intravedere solo un picco. Si avvicina sempre di più man mano che il vascello entrava nell'area portuale del regno di Wa, riuscendo così a sentirne le parole. Un testo meraviglioso.
«La foresta da la colpa all'uccellino...» Le mani le se mossero da sole, imbracciando lo strumento e iniziandoa seguire il ritmo di quella strana canzone. Nota dopo nota, il susseguirsi della pace più profonda e il sentirsi risucchiare l'anima da quella voce,  guida di altre. Una polvere dorata impollinò il verde, illuminandolo, che solo al termine della melodia scomparve, lasciando comparire sullo scoglio la figura dell'emergente compositrice. I più immacolati capelli che avesse mai visto, i suoi occhi schiarirono sul verde,  abbagliati dalla luminosità che la ragazza emanava.
«Davvero una bella composizione Jede.» Una voce alle sue spalle la sorprese, costringendola a girarsi, fu nell' attimo di distrazione che la cantante svanì nel nulla, lasciando un vuoto nel suo cuore. Chissà se l'avrebbe rincontrata? Appena sbarcata a terra si sarebbe sicuramente  introdotta in quei boschi alla ricerca di quell'essere.
«C-capitano... Non l'ho composta io... è stata una fata della foresta.» Rispose sorridendo alla giovane appena arrivata.
«Quante volte ti ho già detto di non chiamarmi così.. mi sento in imbarazzo...  per te sono solo Akira.. capito?»  Sbuffò.
«Certo certo... » Anuì sorridendo contagiando anche l'altra.
«Bene e adesso andiamo a mangiare ho preparato del buonissimo pesce...» La prese per un braccio trascinandola in coperta.
«Ancora.... ogni giorno solo quello, possibile che tu sappia solo quella ricetta!» Rinfacciò Jede.
«Appena arriveremo in porto cercheremo un vero cuoco per ora dovrai accontentarti.» Non  vedeva l'ora di attraccare. Un brivido di eccitazione la percorse, avvistando con lo sguardo le sagome di altre navi e il maestoso tetto in oro, di un altissimo palazzo che sbucava al centro della città.. A chi sarebbe mai potuta appartenere tale ricchezza?

***
Fortezza dei Rivoluzionari.
La tenebra scendeva oscurando tutta la volta celeste, piccoli diamantini iniziarono a brillare tempestandola.  Migliaia di luci accese circondavano la bianca luna, riflessa nelle buie acque che costeggiavano l'isola.
«Allora? è arrivato?» Un uomo incappucciato si rivolse al giovane comparso silenziosamente alle sue spalle. Un ragazzo muscoloso dalla pelle olivastra, gli arruffati capelli neri e due occhi color dello spazio più oscuro. Al lobo dell'orecchio destro portava una pallina d'orata e sul braccio sinistro, scoperto dalla camicia nera arrotolata si distingueva un tatuaggio raffigurante il simbolo dei berry incrociato da una spada, la stessa che teneva al suo fianco.
«Non ancora...» Rispose pensieroso.
«Strano come vada la vita vero? Il destino riserva tante sorprese, ma la maggior parte è corrotta  dalle scelte compiute all'inizio... dal primo lancio di dadi... ahahahah..» Rise l'uomo.
«Signor Dragon  vi state riferendo per caso a quel traditore... Katou?» Domandò infastidito. L'interrogato si limitò a sorridere beffardo, mettendo un po' a disagio l'altro.
«Non preoccuparti l'avvenire è già stato deciso per tutti noi D....»  Rispose, respirando a pieni polmoni la  fresca aria notturna.
«Signore il Re Verde è giunto e la sta aspettando nel suo studio.» Avvisò un rivoluzionario apparso dall'entrata del castello.
«Visto Demon! Anche se tutto si muove a rilento, non si scappa mai dal nostro fato.»  Detto questo Dragon lasciò a riflettere il giovane da solo su quelle parole tanto sicure da essere disprezzatamente vere.

***
«Rufy! Smettila di ingozzarti così noi siamo ospiti in questa casa.. capito!»  Con una gomitata, fermò di colpo il capitano, che non poteva fare a meno di assaggiare tutte le deliziose pietanze, sulla tavola.
«Certo che tu cucini davvero bene Satch...» Si complimentò il moro.
«Sai com'è.. era il mio compito principale quando svolgevo ancora il ruolo da quarto comandante della flotta di papà. -  Sorrise triste il castano.
«Senti perché non ci racconti cosa è successo quel giorno e ci spieghi più precisamente cosa ci facciamo qui?»  Chiese Robin certa che prima o poi dovessero affrontare quella domanda. Ogni uno di loro smise di toccare cibo in attesa delle risposte.
«Beh... sinceramente non ricordo cosa accadde quel giorno... sono solo sicuro di essere stato colpito alle spalle... sentii solo un dolore pervadermi la schiena e poi il petto.. tutto d'un tratto iniziò a fare caldo, mi sembrava di andare a fuoco... poi tutto si spense, non riuscivo nemmeno a vedere più il mio corpo... Ero circondato dal nulla e dal tutto, contemporaneamente... Sentivo qualcosa ogni tanto toccarmi o sfiorarmi.. Stavo impazzendo di paura... Fu allora che qualcosa mi afferrò un braccio................... Una luce fredda mi guidò verso una specie di porta e poi....» Tutti erano con il fiato sospeso per la lunga pausa che stava creando l'uomo.
«E poi niente! Mi sono svegliato in questo corpo identico al mio, solo con all'interno i ricordi di un altro, che sicuramente non erano miei.... » Concluse sconvolto.
«Quindi stai dicendo che ti sei risvegliato dentro questo corpo identico al tuo, ma  allo stesso tempo dentro di esso non c'erano i tuoi ricordi, ma quelli di un altro...»  Ripetè per farsi chiarezza Law.
«A cosa stai pensando Trafalino?»
«A una cosa impossibile... che però spiegherebbe anche come abbiamo fatto ad arrivare qui... questo è un parallelo, vero?»  Si rivolse direttamente al ex-cuoco il medico.
«Non esattamente corretto, più che parallelo questo è uno spazio di tempo identico al nostro, solo contrario... Ogni cosa che esiste qui non esiste nell'altro e viceversa.»
«Quindi anche i frutti...»
«Si anche i frutti non esistono...» L'espressione sorpresa comparve sul volto di tutti in un istante.
«OK.. e allora tu come fai?»  Nami iniziava già ad avere la pelle d'oca per le rivelazioni appena ricevute.
Come ho detto prima questo è un mondo contrario, però non ho mai detto che non esistano delle eccezioni. A quanto pare le persone che sono, come definirle.. delle copie tra loro.. alla loro morte, le loro anime si legano, mescolandosi in un solo corpo... questo è tutto quello che mi è stato riferito...» Terminò Sacth.
«A-Ace quindi potrebbe essere ancora vivo?» iniziò a fissarlo speranzioso Rufy.
«Si.. per questo ti ho chiesto se volevi salvarlo... Due anni fa successe qualcosa di strano in  quest'isola... cercai di raggiungerla al più presto per informarmi  e qui scoprii  tutto ciò che vi ho detto su questo universo parallelo e sulla morte di Ace nell'altro mondo...» Spiegò velocemente.
«Ho capito... Però chi  ti ha passato tutte queste informazioni?»
«Una come me.. avevo già deciso di farvela conoscere, lei potrà sicuramente rispondere a tutte le vostre domande.»
«Bene... allora che stiamo aspettando portaci subito da lei!» Ace era vivo! Questa volta poteva davvero salvarlo, non avrebbe fallito come l'ultima volta.

«Piano ragazzo! Non è cosi facile incontrarla e poi sicuramente a quest'ora lei sarà occupata, al massimo posso farvela vedere.» Ridacchiò l'uomo per l'entusiasmo del giovane, che con la mano accennò di seguirlo. Era notte fonda e la città in cui gli aveva portati era completamente in visibilio. Luci multicolore adornavano le strada che stavano percorrendo, fino ad arrivare davanti ad un gigantesco edificio soprannominato "CAGE". Entrarono dentro, arrivando in una immensa cavea, che circondava una grande arena ingabbiata, da una rete metallica elettrificata. Sopra la gabbia una casupola rettangolare, con dentro alcune persone, stava commentando.
«Stasera è con grande piacere che presentiamo il quarto incontro tra le nostre due più forti combattenti! Alla nostra destra l'agilissima  piccola regina bianca! Leaaa... D. Makarai!» Un cancello si aprì, lasciando entrare una ragazzina bassa, ma prosperosa, dai neri capelli a caschetto e occhi color pece.
«EHI! Come ti sei permesso di darmi della piccola, bastardo!» Rispose a quello che per lei si poteva solo definire un insulto. Risa invasero l'itera platea.
«Eeeee.!!! Alla nostra sinistra il piccolo demonietto, la regina Argentea!! Lamyyyy...Trafalgar D. Water !!!»  Nell'ascoltare quel nome Law, perse un battito... non poteva essere lei!
Si aprì un altro cancello dalla parte opposta alla prima, questa volta. Con passi decisi fece il suo ingresso una ragazza alta e magra, dai chiari capelli racchiusi in due trecce e gli occhi grigi.. impassibili e calcolatori. Adesso Law non aveva più dubbi.
«Sorellina...»

Angolo Autrice:
Buonasera a tutti voi cari lettori e lettrici, siamo qui riuniti per celebrare il funerale delle mie mani e del cervello di mio fratello, esploso dopo le numerose e non poche correzioni svolte a questo capitolo, che per GRAZIA DIVINA, siamo riusciti a pubblicare, la colpa è tutta e non metà, di un programma bastardo che si divertiva a prendersi gioco di noi. Comunque mi scuso profondamente per aver sforato e non di poco sia la data che l'ora della pubblicazione. Ed ora passiamo ai ringraziamenti. Che prima di tutto vanno alle perone che mi hanno incoraggiata e compreso, per il problema alle mani, grazie tante per le vostre recensioni inaspettate.
Poi Grazie a:
- PANDIVA: che come sempre è la prima a recensire.
- MARYACE: la prima ad avermi chiesto la partecipazione.
- KAIRIFENICIA96: la prima ad avermi inviato il suo OC.
- NAKURAMI,ROSY03,DRAGUN95,ZORO99 e NICOLAS_99: I lettori che mi hanno spedito una quantità assurda di personaggi.
- MARY1112: la persona che è riuscita davvero a sorprendermi con la sua grande immaginazione.
- PRODUTTORE_ESECUTIVO: Che non a esitato nel vedersi gli anime inseriti per la crossover.
- LUNAIX: La quale adoro la sua immagine account con Taiga.
- AKI_AND_AMI, NAIKAN E TOWER: I miei ultimi partecipanti, coloro che hanno chiuso le prime iscrizioni.
- LORYLEX: la mia nuova amica, che spero parteciperà presto con un OC, alle seconde iscrizioni.
- FIREBLADE97: il mio fratellone, senza di lui non sarei mai riuscita a finire di correggere tutto... Grazie ti voglio bene!
- Il mio collega scrittore DARKXEMNAS: con le sue vacillanti tecniche.
- E in fine la persona che mi ha fatto dannare di più con la sua insistenza il mitico: SAXTHEBEST!
Oddio finalmente ho finito, non ce la facevo più.. finalmente potrò mettere a riposo le mani per un pò.
Dato che sono riuscita a pubblicare solo a quest'ora, per non sbagliare di nuovo e farmi morire di impazienza ho deciso che inserirò un capitolo ogni sabato o domenica verso le 21:00.
Grazie di aver letto questo angolo, e anche il brano, che spero vivamente sia piaciuto! :D
Per i personaggi che non sono stati ancora inseriti state tranquilli, nel corso della storia faranno la loro comparsa e questione di settimane..
Ah.. quasi dimenticavo, questo è il link della canzone: https://www.youtube.com/watch?v=UFyzTtKNzYI
Una valanga di baci a tutti,
Lacrima_00


 


   
 
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