La
sorella del ghiaccio
Mi
alzai controvoglia, due notti di insonnia durante
l’iniziazione degli intrepidi
non erano il massimo, mi prepari in fretta e furia e raggiunsi i miei
amici che
mi aspettavano vicino allo strapiombo
_ Ehi oggi ci prendiamo a coltellate!_ mi informò Gin con
una nota di sarcasmo
nella voce
Ringraziai mentalmente il cielo, non avrei potuto sopportare un
combattimento
dopo la “corsetta” di riscaldamento lunga 9 km di
ieri, i miei muscoli stavano implorando
pietà.
Presi
i primi quattro coltelli che mi ritrovai e mi posizionai davanti a quei
maledetti manichini che ultimamente, stavano diventando sempre
più parte dei
miei incubi. Presi le misure: la linea rossa da cui dovevamo lanciare
era posta
più o meno a due metri e mezzo dal bersaglio, tirai un
coltello non mirando
veramente ad un punto e questo si piantò perpendicolare al
piano, perfetto, non
avrei dovuto allontanarmi o avvicinarmi per conficcare meglio il
coltello nel
bersaglio.
Una vocina nella mia testa mi sussurrò:” Hanno
già pensato a tutto loro perché
tu non dovresti fare calcoli, ma agire e basta”
La
scacciai con un cenno della testa, intanto non mi ero accorta che Elise
mi
aveva raggiunto nella postazione accanto alla mia, passavano i minuti
quando un
sorriso furbo le si aprì in volto, le rivolsi
un’occhiata perplessa, all’improvviso
mi disse:
_ Pensavo… Immagina se i nostri parenti ci vedessero in
queste condizioni,
vestiti di nero come dei teppisti mentre lanciamo coltelli!
Risi di gusto, me l’immaginavo proprio i nostri genitori
insieme all’allegra
combriccola della capo-fazione con un’espressione di scandalo
sul volto.
_ Chissà magari potremmo riuscire a far comparire
un’emozione sul viso di
Jeanine!
_ Mi dispiace Helena ma non possiamo sconfiggere le leggi della
natura!_ mi
rispose a mo di battuta, ma vedevo che faticava a trattenere le risate
anche
lei.
Intanto
non mi ero accorta di aver finito i coltelli e tutti, ovviamente,
avevano
raggiunto il centro del bersaglio tranne uno, probabilmente frutto
della
stanchezza.
_ Ma come fai?_ mi chiese Santiago indispettito e, vedendo il suo
manichino
dove solo due coltelli erano andati a segno capii anche il
perché.
_ Mistero._ gli risposi con un ghigno maligno.
Mi
girai per prenderne altri ma una figura possente mi si parò
davanti e mi disse
con arroganza:
_ Meglio che con le pistole lo devo ammettere…_ rimasi
perplessa _ Anche se
fare peggio era quasi impossibile_ completò sogghignando,
sì questo era mio fratello
ora lo riconoscevo, ma nonostante questo vidi una scintilla di orgoglio
nei
suoi occhi, sicuramente un’altra conseguenza
dell’insonnia, ma anche se forse
me l’ero immaginato ne fui felice lo stesso.
Gli
allenamenti erano finiti ed ero stata maleficamente arpionata da
Ginevra ed
Elise ad una sessione obbligata di shopping, rivolsi
un’espressione falsamente
offesa a quest’ultima:
_ Traditrice! Credevo che la pensassi come me!
Inarcò le sopracciglia ed incrociò le braccia in
un sorriso malvagio:
_ Se patisco io, patirai anche tu!
Dopo una buona mezzora, spesa a farci cacciare dai vari negozi,
perché secondo
Gin “non erano all’altezza delle sue
aspettative”, finalmente ne trovammo uno
che la soddisfaceva , o che comunque non le faceva venire un attacco
isterico,
e questo a noi andava più che bene. Con passo sicuro si
diresse verso i vari
vestiti e, dopo averli scrutati attentamente,ne prese una decina e ce
ne porse
due decisamente troppo scollati e corti, tanto che Elise era convinta
che
fossero delle magliette.
Entrai in camerino sconfitta e mi provai quella specie di indumento:
era un
vestito interamente nero attillato, sulla spalla destra si posavano tre
spalline mentre la parte sinistra non ne aveva e dietro, era presente
uno
squarcio a V che mostrava quasi tutta la schiena tranne che per le
strisce di
raso nero che la attraversavano, rimasi stupita, l’immagine
che rifletteva lo
specchio non assomigliava affatto a quella che io ricordavo: non
c’era nessuna
maschera apatica a ricoprire il mio volto, i miei capelli ricadevano
sciolti sulle
spalle e si poteva intravedere un inizio di muscolatura sulle gambe
snelle:finalmente
ero me stessa.
Mi
riscossi dai miei pensieri quando sentii Gin che ci stava richiamando
piuttosto
insistentemente, guardai Elise, a lei non era andata meglio: indossava
degli
shorts a vita alta neri strappati e sopra un top con delle paillettes,
ci
scambiammo uno sguardo d’intesa, ormai non c’era
più traccia delle ragazze erudite
che eravamo una volta.
Intanto non ci eravamo accorte che la nostra amica stava
impazientemente
attendendo che prendessimo le “scarpe delle
torture”, sarebbe a dire dei
vertiginosi tacchi e ce le provassimo, ma la mia dose di pazienza
giornaliera
era agli sgoccioli e non avrei di certo sopportato un altro suo
capriccio, così
con un gesto brutale presi le scarpe e le scaraventai
dall’altra parte della
stanza, la donna al bancone mi squadrò un attimo dubbiosa,
ma dopo pochi
istanti si ricompose e riprese a fare quello che stava facendo prima
che la
interrompessimo; forse scenate di questo genere erano normali fra gli
intrepidi.
Avanzai sicura verso le vetrine, presi due paia di stivaletti neri e mi
diressi
a pagare il tutto ignorando beatamente Gin, che fu bandita
dall’ennesimo
negozio: sì, forse lì ci sarei ritornata
più spesso.
Erano
le dieci quando finalmente fummo pronte e, per quanto volessi bene a
Ginevra
dovetti ammettere che avrei preferito un’intera sessione di
allenamento piuttosto
che rivivere quel pomeriggio, ma ormai l’incubo era finito, e
se ero riuscita a
superare questo avrei potuto affrontare qualsiasi cosa.
Uscii dal dormitorio dove ci eravamo preparate fiera di aver resistito
tanto a
lungo e sganciai la bomba:
_ Chi vuole farsi un tatuaggio?
Ginevra spalancò la bocca e sgranò gli occhi
sorpresa, mentre l’altra
assottigliò lo sguardo e mi rivolse un’espressione
gelida.
_ Non oseresti_ disse quest’ultima con voce neutra, anche se
per chi la
conosceva bene sapeva che dietro quel suo sorriso tirato si nascondeva
un’espressione
rabbiosa, ma soprattutto di sfida.
_ Mettimi alla prova_ Infastidita me ne andai prima che una delle due
potesse
ribattere, non lo dava a vedere ma Elise era ancora attaccata
fermamente alle
sue vecchie abitudini, non aveva capito che ormai facevamo parte di un
altro
mondo,e che non dovevamo cambiare il nostro aspetto o le nostre
tradizioni, ma
noi stessi.
Ero
talmente immersa nei miei pensieri, da non accorgermi di essermi
scontrata con
qualcuno, per la seconda volta, persi l’equilibrio ma una
mano salda mi afferrò
in tempo:
_ Vedo che sta diventando un’abitudine, dimmi ti piace
proprio andare a
sbattere contro il mio petto?
Sorrisi imbarazzata
_ Quattro io ecco… Stavo andando ad una festa.. ma a
pensarci bene non ho la
minima idea di dove sia… Potresti…
Il ragazzo mi guardò divertito, era una situazione comica
quella, le posizioni
sembravano invertite: io, la ragazza sicura di me e spavalda, stavo
impacciata
di fronte ad un qualsiasi diciottenne, e lui, un abnegante che a
malapena
sfiorava le persone per paura di arrossire, se la stava ridendo
tranquillamente
per il mio imbarazzo.
Gli diedi un pugno amichevole sul braccio, per poi aggiungere:
_ Ridi, ridi, che avrai poche occasioni per farlo se continui
così!
Dopo
qualche minuto arrivammo a destinazione e Quattro, che fino ad ora non
aveva
potuto guardarmi veramente per colpa delle flebili luci dei tunnel, si
pietrificò all’istante non appena posò
gli occhi sul vestito.
_ Be..Bel vestito.._ balbettò sconcertato, sì,
era tornato quello di sempre,
feci una giravolta veloce facendo scompigliare i capelli.
_ Sono felice che ti piaccia, ma ora devi andare a vestirti
decentemente, non
posso uscire con uno che indossa la tuta anche di sera!
Le sue labbra si schiusero lievemente quando pronunciai la parola
“uscire”, ma
d’altronde anche lui doveva averlo capito, infatti si
avvicinò e mi accarezzò
la guancia, un fremito mi attraversò tutta la schiena, mi
piaceva stare vicino
a lui, mi piaceva essere toccata da lui; e, prima di andare via mi
sussurrò
piano “a dopo”, più vicino
però alle labbra che all’orecchio.
Mi
diressi verso la festa ancora estasiata fino a che Arkell non mi vide e
preso
da un momento di follia, mi mise un braccio dietro le spalle e
l’altro sotto la
piega del ginocchio, e con uno scatto improvviso mi sollevò
letteralmente da
terra e mi portò dai suoi amici.
Lì per lì rimasi interdetta, ma subito dopo
scoppiai in una risata fragorosa,
probabilmente aveva bevuto, o molto peggio, era semplicemente se
stesso, lo
guardai male in cerca di spiegazioni, e lui mi rispose con un tono un
po’ folle
mentre mi guardava attentamente:
_ La mia compagnia ha detto che voleva conoscerti e io ti sto portando
da loro.
_ Sai Ark, ho la vaga impressione che loro non intendessero in questo
senso!
Sogghignò.
_Dici?
Finalmente
il mio amico mi poggiò non proprio delicatamente a terra,
subito mi aggiustai
il vestito temendo che qualcosa potesse essere andato fuori posto ma
fortunatamente non era accaduto, il primo che prese parola era un
ragazzo alto biondo
con gli zigomi marcati, aveva gli occhi terribilmente scuri rispetto ai
capelli
e magnetici, era inquietante, ma allo stesso tempo affascinante.
_ Kevin. Tu sei Helena vero? Arkell ci ha parlato così tanto
di te!
Il sottoscritto si beccò all’istante una gomitata
nelle costole dal ragazzo dai
capelli e le lentiggini rosse accanto.
_ Scusalo, certe volte non sa proprio tenere la bocca chiusa! Io sono
Andrea_
mi rassicurò sorridendo.
_ Comunque sì sono io_ risposi timidamente, dopo qualche
secondo dissi:
_ So cosa voglio!_ esclamai questa volta a voce più alta
I tre mi puntarono gli occhi addosso all’unisono, insieme a
mezza fazione
presente alla festa
_ So cosa voglio tatuarmi_ Ripetei stavolta terminando la frase.
Gli occhi di Arkell si illuminarono.
_Beh allora cosa aspettiamo.
Ciao
mondo!
Rieccomi qui con un altro capitolo che devo ammettere non è
stato un granchè,
purtroppo non posso fare altrimenti non posso saltare metà
storia! Inoltre non
so davvero come ho fatto a finire il capitolo perché circa a
metà ho avuto il
cosiddetto blocco dello scrittore, vi anticipo che nel prossimo i
ragazzi
saranno moooooolto più protagonisti di come lo sono in
questo!!! Soprattutto
uno che si chiama come un numero! Comunque ora basta spoilerare, alla
prossima!
Bacioni Ozzy 99