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Autore: Erule    18/01/2015    2 recensioni
Seguito di "Anchor".
Lydia si guardò intorno circospetta. Quel pomeriggio, Stiles era uscito con Scott ed Allison, mentre lei era rimasta a casa perché si era presa un bel raffreddore di stagione e con il naso che gocciolava, le ombre sotto gli occhi, le gambe tremolanti, non se l’era sentita proprio di uscire. Lydia Martin doveva essere sempre impeccabile, quindi tanto valeva non mettere nemmeno il naso fuori di casa. Ma poi, circa cinque minuti dopo che Stiles era uscito, nella sua camera l’aveva visto: un enorme ragno nero e peloso con otto zampe. Voi direte: che schifo! Invece, tutto quello che pensò Lydia fu: CHE ORRORE! La natura non aveva avuto il minimo gusto con quegli orribili animaletti. Così, aveva preso la mazza da baseball di Stiles e si era diretta a passo deciso nella stanza, convinta che sarebbe bastato un solo colpo per metterlo K.O.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Derek Hale, Lydia Martin, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
Heart of darkness
 

Allison si era immobilizzata sul posto, ma notò comunque come la luce aveva colpito gli artigli di Scott, risaltandone il riflesso. Stette per muoversi verso di lui, ma Scott era già partito. Si avventò su Peter, rotolando a terra insieme a lui. Allison si era aspettata di vedere Peter reagire, di assistere ad uno scempio, di provare paura per quello che sarebbe potuto accadere a Scott, di quello che sarebbe potuto diventare, invece no. Non ci fu un groviglio di zanne né tantomeno di artigli, non un ringhio o una parola di avvertimento da parte di Peter. E fu allora che si mosse.
<< Scott, lascialo stare! >>
Il sangue di Peter schizzò dappertutto, macchiando persino la felpa verde di Stiles. Isaac ed il fratello si gettarono su Scott, cercando di invano di portarlo via. Scott ruggì e si scrollò di dosso entrambi. Allora Stiles gli si gettò sulla schiena, tirandolo via da Peter, che stava tossendo furiosamente. Allison si buttò nella mischia, tentando di separarli o Stiles si sarebbe fatto davvero male. Scott lanciò Stiles dall’altra parte della stanza, preso dalla rabbia. Allison gli si gettò addosso, abbracciandolo da dietro per cercare di fermarlo. Non voleva fargli del male, non voleva colpirlo con la lampada che aveva fra le mani, presa qualche secondo prima inconsciamente. Scott ruggì di nuovo e si staccò da lei malamente. Si voltò rabbioso, la guardò con un paio d’occhi rossi e spiritati, alzò una mano rivelando gli artigli ancora sporchi di sangue, pronto a colpirla… ma si fermò. Allison si accorse solo in quel momento che il suo cuore aveva preso a battere troppo velocemente e che aveva trattenuto il respiro.
Respira, Allison. Respira.
Video Scott tornare piano piano al suo stato originario, senza più artigli o peli canini sul volto. Le mani attorno alla lampada tremavano. Certo, lei era rimasta sempre un arciere, ma in quel momento la paura che Scott, dannazione Scott, avrebbe potuto farle del male, aveva superato tutto, persino la costante fermezza che l’aveva sempre contraddistinta. La mano di Scott scivolò sulla sua, togliendole delicatamente la lampada dalla stretta. La guardò con quegli occhi tristi e privi di colore, lucidi. Si chiese se le stesse domandando perdono solo in quel modo. Le sue labbra si mossero senza pronunciare una parola. Mi dispiace.
Ed Allison lo abbracciò.
 
<< Jackson, stai tranquillo. Non sono un idiota, conosco la geografia meglio di te. >> disse, salendo gli scalini della villa. Si fermò sotto il portico, una mano in tasca ed un ghigno strafottente sul viso pallido. << Credo che tu mi stia sottovalutando, amico. Non giocare col fuoco, te lo sconsiglio vivamente. Sì, ma certo che sono a casa di Lydia! Dove altro dovrei essere? D’accordo, d’accordo. Ci penso io. Ciao. Ho detto ciao. >> replicò, poi gli attaccò il telefono in faccia.
La porta si aprì con un cigolio terrificante. Lydia aveva gli occhi cerchiati di rosso e le labbra esangui, un fazzoletto usato chiuso nel palmo di una mano. Il ragazzo alzò lo sguardo e la fissò a lungo. Lei non disse una parola, ma i suoi occhi dicevano benissimo quello che lui si era aspettato. Lo stava aspettando. Aveva sentito le voci.
<< Dammi una sola ragione per cui dovrei farti entrare. >>
Il ragazzo alzò un angolo della bocca in quello che era il suo solito sorriso, ma in realtà appariva più come un ghigno.
<< Credo che tu la sappia già. >>
Lydia indugiò per un attimo, poi si scostò di lato e lo lasciò entrare.
 
<< Scott, stai bene? >> chiese Stiles, mettendogli una mano sulla spalla. Scott si scostò da lui, deglutendo. Scosse la testa. << Ehi, non hai fatto niente di male, okay? >>
<< Avrei potuto. >>
<< Ma non l’hai fatto. >>
<< Avrei potuto fare del male ad Allison! Sai quanto mi sarebbe costato?! >> esclamò, allargando le braccia. Un rosso brillante guizzò nel castano dei suoi occhi. Stiles, anziché indietreggiare, mosse un passo in avanti. Scott si spinse contro il muro, cercando in tutti i modi di non farsi sfiorare da Stiles. << Mi sarebbe costato tutto. L’ho già persa una volta e giuro… lo giuro Stiles, se la perdo di nuovo, io impazzisco. >>
<< Scott, tu non hai perso la testa, okay? >>
<< Stiles, ma hai la più pallida idea di quello che stai dicendo? >>
<< E tu, invece? Tu ce l’hai? >>
<< Sì! Certo che sì! Il ritorno di Peter significa solo altri problemi! Se ci fidiamo di lui anche stavolta, credo che qualcuno morirà per davvero. Deucalion ed il Mago ci spezzeranno le ossa, ci faranno morire privandoci prima di tutti i nostri affetti e poi di noi stessi! Credi davvero che riusciremo a sconfiggerli in dieci? Non credo proprio. >>
Stiles buttò fuori l’aria, incrociando le braccia al petto e scivolando con la schiena contro il muro di fronte a Scott. Avrebbe voluto consolarlo per davvero, ma sapeva che ogni parola che avrebbe potuto dire non sarebbe stata d’aiuto.
<< Mi dispiace, Scott. Mi dispiace di non poterti aiutare. >>
Scott scosse la testa.
<< Allison parte fra sei giorni. Come faccio senza di lei? >> disse, rivolgendo all’amico un sorriso amaro. << Ogni volta che lei se ne va o che io torno dalla Francia, mi sembra un po’ di morire. È un periodo in cui mi sento solo, diciamo così. Però tu non preoccuparti, passerà presto. >>
<< Perché non me ne hai mai parlato? >> chiese Stiles.
<< Perché non volevo fartelo pesare. Questo è il mio carico, la mia croce. È giusto che io lo porti da solo. >>
<< Scott, no. Non è così. Io sono il tuo migliore amico. >> ribatté Stiles, facendo un passo verso di lui. << Scott, tu sei mio fratello. >>
Scott stette per replicare, ma la porta si aprì dietro Stiles. Jordan li osservò entrambi per un secondo, poi fece loro segno di rientrare.
<< Forza, la pausa è terminata. >>
 
Lydia continuò a guardare quello strano ragazzo di sottecchi. Se ne stava tranquillamente seduto di fronte a lei in cucina, le gambe accavallate e le labbra premute sulla tazza di tè caldo che aveva fra le mani. Lydia ingogliò quasi senza far rumore un pezzo di biscotto, continuando ad osservarlo. Aveva i capelli biondi, lunghi fino alla nuca, gli occhi d’un azzurro spento, quasi grigio ed un piercing all’altezza del sopracciglio sinistro. Era molto magro, troppo, ma non dava segni di malattia. Ad un certo punto, lui si accorse del suo sguardo e le sorrise.  Ogni volta che sorrideva, in realtà stava ghignando. Poggiò la tazza sul tavolo, poi si aggiustò il gilet di jeans. Lydia avvertì la sua gamba contro la propria e si affrettò a tirarsi indietro con la sedia. Se avesse dovuto descriverlo con una sola parola, avrebbe detto spezzato. Spezzato come uno dei suoi denti bianchissimi, rotto come il bottone della sua camicia scura, strappato come il tessuto dei suoi pantaloni neri all’altezza delle ginocchia. Spezzato come lo era il suo animo.
<< Credo che le voci ti abbiano già detto chi sono. >> esordì lo sconosciuto, passandosi una mano fra i capelli. Lydia notò un anello d’argento brillare all’anulare sinistro.
<< Stai morendo. >>
<< Non esattamente. >> replicò quello, alzandosi. Lydia avvertì tutti i sensi all’erta, la pelle staccarsi piano dai muscoli e tenersi pronta all’attacco. Lui si spostò verso di lei velocemente, ma senza far rumore. Sembrava un gatto pronto ad afferrare un topo. Si abbassò alla sua altezza, sfiorandole le spalle con le mani, respirandole contro l’orecchio destro. << In realtà, Lydia, io sono colui che è scampato alla morte. Il mio nome è Ades, in onore del Re dei Morti e sono qui per riscattare il mio trono. >>
 
<< Spero che la tua storia sia attendibile, Peter. >> disse Allison, continuando a stringere la mano di Scott fra le proprie, seduta sul letto.
Peter annuì stancamente. Sembrava una persona completamente diversa. Era come svuotato da tutta la cattiveria, l’astuzia, la voglia di vivere. Sembrava un fantoccio senza emozioni. Le fece quasi male al cuore vederlo in quello stato.
<< Lo sarà, perché è la verità. Ascoltate, non avrei davvero nessun tornaconto a mentirvi. Quindi, sappiate che d’ora in poi non racconterò nient’altro che la verità. Farò tutto quello che vorrete. Dovete solo promettermi di proteggermi. >>
<< Questo lo vedremo. >> replicò Scott. << Forza, parla. >>
Peter annuì.
<< Dopo il nostro ultimo scontro, sono scappato verso il Messico. Volevo semplicemente rimettere insieme i pezzi, leccarmi le ferite e poi tornare più forte di prima. Il problema è che mi hanno trovato prima loro. Il Mago ha fatto un incantesimo per fare in modo che non potessi scappare, chiudendomi in una specie di bolla e Deucalion mi ha… >> raccontò, prima che gli si spezzasse la voce. Abbassò il capo, gli occhi lucidi. << Deucalion mi ha fatto delle domande. Diciamo che io non avevo molta voglia di rispondergli, così lui mi ha torturato perché lo facessi. >> disse, poi si voltò e si alzò la maglia. Sulla sua schiena era ben visibile una cicatrice lunga quasi quanto la spina dorsale. << E poi mi hanno costretto a mandare i Berserker all’ospedale per cercare di uccidervi. >>
Allison si sforzò di rimanere concentrata, ma le veniva solo da vomitare. Isaac girò il capo dall’altra parte. Parrish sembrava l’unico che non stesse soffrendo a vedere Peter ridotto in quel modo. Forse per via del suo lavoro, ci era abituato o forse perché nel profondo gli faceva piacere, dopo tutto quello che Peter aveva fatto loro.  Stiles era sbiancato di colpo. Scott strinse semplicemente la mano di Allison senza dire una parola.
<< Cosa ti ha chiesto? >> domandò Parrish.
<< Mi ha chiesto come si fa ad indebolire un Alpha originale come Scott. Ed io ho dovuto rispondere. Gli ho detto che avrebbe dovuto uccidere tutti i suoi amici, ma che se davvero voleva distruggerlo, avrebbe dovuto inaridire il suo cuore e polverizzarlo dall’interno. Per esempio, bruciando vivo il corpo della sua amata. >>
Scott si alzò di scatto dal letto e tirò un gancio destro a Peter. Lo colpì dritto sul naso, facendolo sanguinare copiosamente.
<< Avrai una gran bella protezione, quando ti spedirò in galera! >> sbraitò Scott.
<< Scott, finiscila! Si può sapere che diavolo ti sta succedendo? Da dove viene tutta questa violenza? >> lo riprese Allison, in piedi dietro di lui.
<< Credi che non lo sappia? >> chiese Scott. Davvero non riusciva a capirlo? << Lui sta dalla parte di Deucalion! Sta cercando di fare il doppio gioco! >>
<< Lo giuro, non è così! >> esclamò Peter, tenendosi un fazzoletto sotto il naso. << Posso provarvelo. Posso redimermi. >>
<< Dicci cos’altro ti ha chiesto. >> ordinò Parrish.
<< No. Ho diritto ad un’altra richiesta. >>
<< Non hai diritto a un bel niente, dopo quello che ci hai fatto! >> urlò Stiles.
<< Invece sì! Mi dovete un’assicurazione. Vi sono stato d’aiuto, durante lo scontro! >>
<< Hai cercato di farci ammazzare! >> ribatté Scott.
<< Portatemi da lei. Adesso. >> disse Peter. << Portatemi da Paige. Lei mi darà ascolto. >>
 
<< Derek, vattene. Non ti farà del male. >>
<< Cosa? E chi l’ha detto? >>
<< Lo dico io. Lo devi a mia madre. >>
 
<< Non avresti dovuto trattare Malia in quel modo. >> disse Paige, appoggiando la schiena al muro. << Ha bisogno di una famiglia che creda in lei. >>
Derek sospirò.
<< Paige, mi fa davvero piacere che ti preoccupi per lei, ma non siamo i suoi genitori. Non possiamo più proteggerla dal mondo, è troppo grande. Deve imparare a combattere le sue battaglie da sola. >>
<< Derek, entrambi sappiamo che lo ha già fatto sino ad ora. Noi abbiamo passato la nostra infanzia da facendo conto solamente sulle nostre forze. Non dirmi che non sai com’è sentirsi soli. >>
Derek roteò gli occhi. Aveva ragione lei. Come al solito, d’altronde.
<< Non voglio farle credere che noi ci saremo sempre per lei. >>
<< Perché? >> chiese Paige, alzando un sopracciglio. << Perché non dovrebbe sapere che ci sarà sempre qualcuno pronto a difenderla? Perché non dovrebbe volere qualcuno che segue i suoi passi, anche se ha sbagliato? >>
<< Perché verrà un giorno in cui non potremo più farlo e lei si sentirà perduta! >> esclamò Derek. Paige rilassò le spalle, sciogliendo le braccia incrociate. Lo guardò a lungo, ascoltando il suo respiro tremare nelle sue orecchie. Non si era ancora abituata ai sensi di volpe, ma quella era l’unica cosa che non le dispiaceva: ascoltare il battito del cuore di Derek vicino a lei anche quando non lo era. << Quando è morta tutta la mia famiglia in quell’incendio, io me ne sono fatto una ragione. Però quando è tornato Peter… ho pensato… mi odio per averlo fatto, ma ho pensato che potessi avere di nuovo una famiglia. Mi sono sbagliato. Non avrei dovuto fidarmi di lui. >>
Paige gli si avvicinò, i piedi scalzi che scivolavano lungo il pavimento freddo. Gli prese la mano e lasciò che le sfiorasse una guancia.
<< Credi che questo sia reale? >>
Derek esitò.
<< Sì... >>
<< Lo credi davvero? Riesci a sentire la mia pelle sotto la tua mano? >>
Derek annuì.
<< Sì. >>
<< Anche noi lo siamo. E fin quando sarà così, saremo una famiglia. E nella nostra famiglia, tutti meritano di essere supportati. Okay? >>
Derek le sorrise.
<< Siamo una famiglia. >>
<< Sì. Lo siamo. >>
 
Lydia spinse indietro la sedia e lo colpì in pieno. Ades imprecò. Lei si spostò in salotto, impettita, tenendo ben stretto fra le mani un pacchetto di fazzoletti. Aveva pensato di scaraventarglielo addosso, ma le serviva. Magari un fazzoletto usato…
<< Sarei dovuto morire dieci anni fa, Lydia. Ero solo un bambino. È per questo che riesci a sentire le voci che mi chiamano. La morte mi reclama, perché sono riuscito a sfuggirle. >>
<< Okay senti, a me sembri solo un idiota che si finge essere un dio greco o roba simile. Conosco fin troppa gente con le rotelle fuori posto, a partire dal quell’imbranato del mio ragazzo. Per favore, esci da quella porta e non tornare. >>
<< Ho sconfitto una malattia mortale. Sono un morto che cammina. È per questo che sapevi chi ero. Tu sai che è vero, Lydia. Ascolta le voci nella tua testa. La morte mi ha marchiato e le Banshee lo avvertono. >>
<< Cosa cambia? >> chiese Lydia, sedendosi sul divano. << Perché dovrebbe importarmi? >>
<< Perché se ti fidi di me, puoi aiutarmi. Ed io ho bisogno del tuo aiuto. Jackson ha detto che tu avresti potuto farlo. >>
Lydia lo fissò. Jackson? In effetti, l’accento di Ades era tipicamente londinese… Ma cosa c’entrava lei con quei due?
<< Ades, non posso aiutarti. >>
<< Devi cercarla. Ti prego. >>
<< Solo perché Jackson è un tuo amico, io non posso… >>
<< Per favore Lydia, >> disse Ades, stringendo la piccolo mano di Lydia fra le proprie, << trova Persefone. >>
 
***
 
Sentì il guanto della notte sfiorarle i capelli. La strada era desolata e fredda. Sentì le lacrime pizzicarle gli occhi, ma non poteva piangere. La chiesa quella sera appariva più scura e desolata del solito. Sfiorò il portone e lo sentì vibrare sotto il suo tocco, poi lo spinse. Fu come ascoltare la marcia delle truppe, i soldati che cantavano ed entravano nella chiesa per pregare prima della guerra. Sentì le voci, il coro. Percorse la navata centrale con le mani giunte. Gli affreschi ai lati erano strappati da sempre. La chiesa era spoglia e triste come al solito. Eppure, solo quella sera le faceva davvero paura. Arrivò all’altare. La sua voce melodiosa risuonò per tutta la chiesa.
C’erano una volta tre amici.
Ognuno di loro aveva un talento,
ma anche una debolezza.
Il portone si aprì con uno scatto secco. Fu come se le fossero state appena recise le corde vocali. Si voltò piano, tenendo un lembo dell’abito nero con una mano.
<< Buonasera, mia regina. Sono venuto a porgerle i miei omaggi. >>
 
Stiles aveva preferito tornare a casa da Lydia, dato che non aveva sue notizie da un po’. Scott, Isaac, Jordan ed Allison tornarono a Beacon Hills. Il giorno dopo sarebbero dovuti tornare all’università, ma avevano cose più importanti da fare che dormire.
Bussarono alla porta. Dapprima non udirono nulla, poi i passi felpati di Paige raggiunsero la porta. Allison si strofinò le mani. La porta si aprì.
<< Dev’essere uno scherzo. >> disse Derek, dietro Paige. << Non è possibile. >>
<< Ti sembra questo il modo di salutare tuo zio, Derek? >> chiese Peter, scuotendo il capo. << Tua madre non ti ha mai insegnato l’educazione. >>
Paige fece scrocchiare le nocche.
<< Bentornato a casa, Peter. >> disse Paige. Lui alzò un angolo della bocca in un sorriso, poi il pugno di Paige gli arrivò giusto in pieno viso. << Questo è per farti sapere quanto tu ci sia mancato. Buona permanenza. >>   








Angolo autrice:
Saalve :)
Ho appena cominciato e sono già in ritardo xD Dunque, ho cambiato giorno di pubblicazione, che sarà il sabato e non più il lunedì come per l'altra storia.
Non so voi, ma a me è piaciuto molto il finale di questo capitolo :D Qui si vede meglio la situazione di Peter, ma anche un lato nuovo di questo personaggio: è quasi più docile, preoccupato, perché ha capito che il Mago e Deucalion sono più forti di lui e che lo vogliono morto. E sostanzialmente chiede l'aiuto di Derek e degli altri perché ha paura anche lui per una volta e non può fare altrimenti. Insomma, è una versione di Peter che non abbiamo mai visto nella serie e non è poi così male. 
Per quanto riguarda invece la reazione di Scott all'inizio del capitolo, c'è da dire che lui è uno di quelli che ha sofferto di più, dalla ricomparsa di Allison all'improvviso, al fatto che non potessero subito stare di nuovo insieme per motivi vari, al suo trasferimento in Francia, mettiamoci anche la gelosia nei confronti di Isaac... Scoprire che Peter, Deucalion ed il Mago sono più vicini che mai dopo un periodo di pace lo fa sentire attaccato fin da subito, senza controllo, ma un attimo prima di perdere del tutto se stesso riesce a fermarsi affidandosi come sempre alla sua ancora, ovvero Allison (mi riferisco alla scena che si svolge dopo aver colpito Peter, prima di fare del male a lei).
Nel banner si vedono subito i due nuovi personaggi della storia: Ades (Jamie Campbell Bower, ovviamente il personaggio è solo ispirato a lui, non è proprio uguale) e Persefone (Shay Mitchell). Fino ad ora si è visto solo il primo. Che ne pensate? Vi ha incuriositi? Lui sarà una presenza abbastanza importante per il corso degli eventi, mentre Persefone apparirà fra un po'. E ricordatevi dell'accenno a Jackson.
Grazie a tutte le persone che hanno recensito o messo la storia fra le preferite/seguite/ricordate, i lettori silenziosi.
Ciao :)
Erule
  
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