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Autore: lagunablu    18/01/2015    6 recensioni
Unima. Sono passati tre anni da quando il team Plasma è stato battuto, ma ora una grave minaccia incombe sulla regione e rischia di sconvolgere da vicino la vita di una nuova Touko. La ragazza questa volta non è sicura di potercela fare, o per lo meno non da sola.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Touko, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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                                                         Rapimento

Calma e tranquillità.
Questa era l’atmosfera che regnava all’interno del salone principale della Lega di Unima in quel tardo pomeriggio.
Il solo rumore che si udiva era il rintocco dei passi di Touko che, sempre più affannati, si dirigevano verso la stanza di N.
Quel silenzio non le piaceva.
Con ansia percorse l’intero tragitto arrivando dinnanzi alla sua porta e con il cuore in gola bussò tre volte, senza ricevere risposta alcuna.
Ci riprovò con più forza.
Nessun rumore.
Agitata si decise ad aprirla lentamente e diede una sbirciata all’interno.
I suoi muscoli le si paralizzarono mentre con sguardo stupito passava in rassegna l’ambiente. I Superquattro giacevano inermi a terra e le loro Pokéball parevano scomparse dalle cinture. La brunetta si avvicinò a Mirton con passi incerti e lo scosse leggermente, ma non vi fu nessuna reazione.
Controllò il pavimento alla ricerca di qualche macchia di sangue e li rigirò ad uno ad uno temendo di veder comparire una ferita da un momento all’altro, ma nulla.
Erano indenni e sembravano… dormire.
Pacifici e beati stavano semplicemente dormendo un sonno profondo.
La causa poteva presumibilmente essere un attacco Ipnosi ma allora dove si trovava N?

Ancora più in ansia di prima Touko schizzò fuori dalla stanza dirigendosi verso i suoi alloggi, ma nemmeno lì c’era l’ombra di un attacco.
Nessun mobile fuori posto, niente di niente. Solo una tetra oscurità che paradossalmente si stava allargando sempre di più pure nel suo cuore.
Non era possibile che il Team Plasma non avesse lasciato nemmeno un indizio e la cosa la stava facendo andare su tutte le furie.
Scese nuovamente nella stanza centrale, proprio di fronte alla colonna marmorea e la osservò attentamente. Di norma la piattaforma interna avrebbe dovuto azionarsi una volta battuti i Superquattro ma Touko era convinta che potesse essere manomessa.
Non era assolutamente possibile che alla Lega non ci fosse anima viva.
Tastò la superfice di marmo freddo alla ricerca del bottone di sicurezza, istallato tempo prima per qualsiasi evenienza, e non appena lo trovò lo premette sollevata.
La colonna si aprì rivelando la pedana mobile, che lentamente si stava abbassando. Senza dubbio quindi qualcuno era salito.
Montò sulla piattaforma che lenta iniziò a salire e in cuor suo si disse che, se mai sarebbe uscita viva da quella situazione, avrebbe costruito un ascensore più veloce.
Il viaggiò fu un’agonia e quando finalmente arrivò al piano desiderato si trovò di fronte alla porta della sala adibita alle lotte della Campionessa.

Prese un respirò profondo ed entrò cercando di farsi coraggio.
Quel che vide le mozzò il fiato, mentre come un automa iniziava a correre verso il corpo di N, riverso a terra.
Anche lui, come i Superquattro sembrava sotto l’influenza di Ipnosi ma la ragazza non si tranquillizzò. Si guardò nervosamente intorno cercando un qualsiasi particolare fuori posto, quando da dietro una delle quattro imponenti colonne comparve Adelaide.
Sembrava ridere ma la sua bocca produceva un suono roco, per nulla cristallino, come se la sua gola fosse stata in qualche modo danneggiata.
«Ti stavamo aspettando» sussurrò la bionda e Touko vide una decina di reclute uscire allo scoperto, stupita da come si fossero riuscite a nascondere così bene.
«Ghecis mi ha chiesto di portargli solo N, ma sconfiggere la Campionessa è un piacere di cui non voglio privarmi»
La brunetta la guardava sconcertata mentre la ragazza avanzava lentamente verso il campo lotta.
«Tu stai scherzando?» la domanda le uscì improvvisa.
«No, riuscire a catturare Zekrom oltre a Reshiram sarebbe un bel colpo» Adelaide si sposto un ciuffo biondo dalla guancia «Insomma, due piccioni con una fava!».
Touko non poteva, anzi non doveva abbandonare N per battersi. Era suo compito proteggerlo a tutti i costi, almeno per la salvezza di Unima.
Difatti se il ragazzo era così importante per Ghecis poteva significare solo che quell’uomo voleva usufruire nuovamente di lui e questo lei non poteva permetterlo.
Doveva almeno provare a salvare qualcuno e dopo ciò che aveva fatto a Spiraria quello le sembrava il minimo.
Adelaide batteva impaziente il piede a terra provocando un fastidioso e cadenzato ticchettio mentre le paure di Touko sfrecciavano veloci nella sua testa.
“Provaci” pensò “Casomai la terrazza è abbastanza alta…”.
Con un impeto di sicurezza decise di giocare il tutto e per tutto.
«Se vinco io N rimarrà qui» propose speranzosa.
Ci fu un leggero brusio da parte delle reclute, che sembravano impazienti di assistere allo scontro tra il loro capo e la Campionessa, seguito poi da un borbottio di Adelaide che rapidamente valutava la proposta.
Un ghigno sadico le si disegnò in volto mentre con tranquillità estraeva una Pokèball dalla cintura.
«Certo, assassina».
Al suono di quella parola Touko impallidì. Era evidente che la sua avversaria voleva giocarla sul piano psicologico, cosa che fece infuriare la ragazza.
Abbandonò il corpo di N lì e si diresse a testa alta verso il campo.
Non gliela avrebbe mai data vinta
.

 

 

 

Era incredibile come certi cieli illuminati dal sole si potessero rannuvolare così in fretta, il clima nella regione di Unima era davvero strano ed estremamente mutevole. C’era una linea sottile tra le nubi e il sole ed entrambi volevano prevalere l’uno su l’altro.
Anche se, a ben pensarci, era così anche per le anime delle persone, prima pure e poi sporcate da una vita di delitti.
Era ironica come similitudine, ma qualsiasi anima può in qualche modo “rannuvolarsi” di fronte a situazioni che non riesce a gestire.
Un improvviso tanfo di morte accompagnato da una leggera brezza arrivò di colpo alle narici del ragazzo che represse una smorfia di disgusto. Nella baia di Spiraria galleggiavano, ormai inermi, molte specie di Pokémon marini mentre una putrida sostanza lambiva la spiaggia, sporcandola.
Alzò lo sguardo e vide una cittadina completamente distrutta, al centro di quelle macerie un accampamento di fortuna, nell’aria il vento portava dei pianti disperati.
«Sono stupita che tu sia venuto» la voce di Camilla lo sorprese «Sapevo che il grande Red di Biancavilla era approdato qui, ma sinceramente non ci credevo».
Il corvino sorrise nostalgico voltandosi in direzione della ragazza. La Campionessa di Sinnoh era bella, molto bella con quei capelli biondi e vaporosi e quei glaciali occhi azzurri.
Peccato che tra loro non fosse mai corso buon sangue, anche perché la bionda poteva essere una degna rivale.
«Cami».
Lei odiava quel diminutivo e lui lo sapeva.
«Hai visto che massacro?» sviò la bionda.
«Il Team Plasma non si ferma di fronte a nulla».
«A dire la verità centra anche Touko».
Il ragazzo rise di gusto, scompigliandosi pigramente i capelli mentre il cielo si faceva sempre più scuro.
«No, lei non ne sarebbe capace».
L’aveva conosciuta e per quanto fastidiosa potesse risultare aveva visto una scintilla in lei, sapeva che non avrebbe mai permesso un genocidio simile.
Avanzò tra qualche trave cercando di non inciampare nei resti di una casa crollata e Camilla lo seguì indispettita.
«Non mi credi?».
«Naturalmente» la sua loquacità si faceva sentire.
Il corvino sospirò con disappunto pestando quello che doveva essere Luvdisc morto, sbalzato probabilmente dalle numerose esplosioni.
«Beh, purtroppo è andata così, e quel che è peggio…» la bionda si bloccò in contemporanea con Red. Il ragazzo pareva aver visto qualcosa oltre la sommità di uno scoglio.
Si voltò di scatto e prendendo rudemente Camilla per le spalle le chiese «Dov’è lei ora?».
La reazione del ragazzo aveva fatto rimanere di stucco la Campionessa che per qualche secondo non rispose. Poi, sempre stranita, indicò la Lega.
«No!» Red sembrava sconvolto.
«Ma che ti prende?».
Camilla ormai non ci capiva più nulla ed era rimasta scioccata dalla piega che stava avendo la conversazione.
«Devo andare» il ragazzo sembrava preoccupato «Prima che sia troppo tardi».

 

 

 

 

Ogni passo le sembrava di piombo.
Touko lentamente e faticosamente si avvicinava al campo lotta con un terribile groppo in gola. Se avesse fallito N sarebbe stato portato via e con lui entrambi i leggendari.
Perdere era un  lusso che non poteva permettersi.
«Unfezant» chiamò cercando di darsi sicurezza.
Non riusciva a spiegarsi la motivazione per cui aveva scelto proprio quel Pokémon, ma poco le importava. Se l’istinto le diceva di fare così, perché mai non seguirlo?
Forse perché il suo istinto poche ore prima aveva distrutto un’intera cittadina…
Unfezant si librò in volo, disegnando un cerchio nell’aria per poi tornare a terra vicino alla sua Allenatrice, emettendo un verso di incoraggiamento.
Fu il turno di Adelaide che biascicò qualcosa di incomprensibile e scagliò la Ball in campo. Da essa  ne uscì un Pokémon a forma di spada con uno scudo dorato tenuto da due esili braccia.
«Che Pokémon è?» domandò Touko spaesata.
«Aegislash» rispose la bionda con una punta d’orgoglio.
La brunetta era spiazzata. Non aveva mai visto in vita sua un Pokémon del genere e non aveva la minima idea di come scontrarsi o di che tipo fosse.
«Un viaggetto a Kalos ed ecco il mio pupillo!» continuò a sorridere Adelaide, pregustando già la vittoria.
Touko sapeva che Kalos era una regione lontana e sicuramente aveva il suo fascino, ma mai aveva pensato di informarsi sulle varie specie di Pokémon che abitavano lì.
Nemmeno il Pokédex avrebbe potuto aiutarla, anche se, ad onor del vero, quello che le era stato consegnato anni prima ora con tutta probabilità giaceva nelle profondità di qualche laghetto appartenente alla Falda Sotterranea.
I suoi momenti di isterismo in passato avevano provocato incidenti del genere.
«Allora lottiamo o ammiri per qualche ora la bellezza del mio Pokémon?» Adelaide sembrava più che impaziente, mentre il suo compagno aveva un’aria per nulla bonaria.
«Unfezant, facciamogli vedere chi siamo» la brunetta si concentrò, tornando al suo solito distaccamento, tattica mentale che sarebbe risultata vincente in quella occasione.
«Metaltestata» la precedette la bionda.
Aegislash partì lievitando ad una velocità sorprendente e, alzando il pesante scudo, tentò di colpire Unfezant. Fortunatamente il Pokémon Orgoglio scartò di lato appena in tempo, mentre la sua Allenatrice era ancora imbambolata a fissare l’avversario.
Touko lo ringraziò mentalmente e si impose la concentrazione, cosa che ormai le mancava nelle lotte.
Quella volta doveva dare il meglio di sé, le distrazioni non erano ammesse.
«Eterelama» ordinò squadrando ogni singolo movimento dell’avversario.
«Danzaspada».
Una decina di spade iniziarono a volteggiare attorno ad Aegislash proteggendolo dalle lame di Unfezant che non lo sfiorarono nemmeno.
Touko fece per ordinare un ulteriore attacco quando vide che la mossa Danzaspada persisteva ancora attorno all’avversario, incrementandone anche l’attacco.
Non poteva andare per la sottile.
«Vai con Iper Raggio!».
Unfezant caricò il colpo mentre Aegislash annullò la mossa, preparandosi alla difesa.
Il primo colpo andò a vuoto, il Pokémon Spadareale era ben allenato e schivava in modo a dir poco perfetto gli attacchi ma Touko rimarcò.
«Ancora, stavolta gira su te stesso».
Il Pokémon Orgoglio capì il piano della ragazza e si innalzò in volo preparando un altro Iper Raggio.
Iniziò a volteggiare sempre più velocemente e in quel momento attaccò, liberando un fascio rosso che colpì varie parti della stanza e lasciò numerosi segni al suo passaggio.
L’avversario riuscì ad evitare la maggior parte dei colpi ma d’un tratto la brunetta lo vide alzare lo scudo verso il raggio che rimbalzò via senza causare danni. La ragazza rimase sbalordita di fronte alla resistenza di quel semplice oggetto mentre ordinava al compagno di fermarsi.
In quella maniera avrebbero provocato solo danni e si sarebbero affaticati per nulla, visti i risultati.
«Sarebbe questo il meglio che sai fare piccola assassina?».
Di nuovo quella parola, la fiammella che faceva esplodere l’autocontrollo di Touko. La ragazza ispirò a fondo e senza nemmeno rispondere ordinò un poderoso Aeroattacco.
Unfezant si librò maggiormente in aria e cadde in picchiata ad una velocità sbalorditiva, impossibile da raggiungere pure da Aegislash, ma quest’ultimo rimase fermo come in attesa. Quando il Pokémon Orgoglio si trovava ormai a qualche metro di distanza si mise in posizione di attacco.
«Spadasolenne!» fu il grido ilare di Adelaide.
Il Pokémon Spadareale puntò la sua lama contro Unfezant e un attimo prima dell’impatto gli si conficcò addosso, colpendogli l’ala.
Touko represse una smorfia cercando di mostrarsi calma mentre dalla ferita del compagno sgorgava copiosamente del sangue.
«Ancora» la voce della bionda era più divertita che mai mentre Aegiglash cercava di infierire maggiormente.
«Schiva a destra» urlò la brunetta «Indietro ora!».
Quell’attacco era certamente molto forte ma aveva la debolezza di essere lento e abbastanza schivabile. Ciò comunque poteva aiutare ma non di certo risolvere la situazione che versava ai limiti della tragedia: l’ala di Unfezant era irrimediabilmente andata, quasi sicuramente non sarebbe riuscito ad alzarsi in volo di nuovo. Era praticamente esausto ormai.
Touko gli accarezzò il piumaggio preoccupata mentre Adelaide se la rideva allegramente con le altre reclute che la idolatravano ai limiti dell’assurdo.
La ragazza nel frattempo pensava assorta, sfogliava le sue esperienze passate alla ricerca di una strategia da utilizzare in un caso del genere mentre il Pokémon vicino a lei emetteva versi di puro dolore che le stringevano il cuore.
D’un tratto però un’idea assurda le balenò in mente e Touko sussurrò qualcosa all’orecchio del compagno.
«Pensi di aver già vinto?» sbottò allora verso la bionda che era raggiante.
«Ovvio, non credi…» il dito di Adelaide puntò l’ala di Unfezant «Come puoi cavartela?».
«Già, forse hai ragione».
«Davvero?» la bionda era stranita.
«Beh naturalmente tu sei più brava».
A quelle parole Adelaide gonfiò il petto con orgoglio e mosse la mano in segno di frivolezza, apprezzando però le lodi.
“Bingo” pensò la brunetta mentre pensava a come lavorarsela.
Aveva visto subito nell’avversaria una punta di orgoglio e vanità che ora le sarebbero servite. Di sicuro la bionda era molto intelligente ma era pur vero che rimaneva anche umana perciò Touko forse avrebbe potuto prendere tempo.
«Ma mi chiedo che cosa faccia una brava Allenatrice come te al servizio di un uomo come Ghecis» la provocò.
«Ehi, Ghecis ci farà diventare i padroni di Unima».
Male, era devota a quella vipera e questo non facilitava le cose per la Campionessa.
«Giusto e che piano avrebbe?».
Adelaide rise di gusto e con un cenno ordinò anche alle reclute lo stesso. Era incredibile come obbedissero ai suoi ordini senza problemi.
«Credi di poterti prendere gioco di me zucchero?» la voce era mielata, ma pregna di falsità.
«No» ammise Touko guardandola nuovamente.
C’era quella cicatrice che l’aveva impressionata sin dal loro primo incontro, sembrava così recente e mal curata… forse poteva essere il suo asso nella manica.
«Come ti la sei procurata?» alluse la brunetta.
La bionda si sfiorò leggermente la faccia ed un espressione contrita si dipinse nel suo volto mentre la ragazza vide passare del rammarico nel suo sguardo di ghiaccio.
Aveva sofferto dunque, doveva essere una persona che cercava vendetta ad ogni costo e sicuramente possedeva un invidiabile sangue freddo, Touko ci aveva visto giusto. Quello era un argomento che la rendeva più fragile.
Adelaide puntò il dito verso N con disprezzo, sputando a terra in segno di disgusto.
«Lui è il suo Pokémon hanno incendiato la foresta e questa…» si toccò nuovamente la cicatrice «è stata causata dalle fiamme».
La ragazza le rivolse uno sguardo privo di sentimenti mentre alzava le spalle con un sospiro.
«Avresti dovuto curarla» l’indifferenza era l’unica cosa che in quel momento si sentiva nella voce della brunetta.
«Cosa ti importa?».
«Assolutamente nulla».
«E allora perché così tanto interesse?».
«Mi serviva».
L’espressione di Touko era indecifrabile, un misto tra trionfo e apatia che allarmò Adelaide.
«Come?» sbottò quest’ultima.
«Per certe cose ci vuole tempo» Touko prese a camminare avvicinandosi sempre di più all’avversaria «Cose importanti».
«Spiegati!».
«Speravo mi dicessi i piani di Ghecis ma va bene comunque e anzi ti ringrazio».
«Per cosa?».
La Campionessa guardò con studiata lentezza l’orologio al suo polso.
«Per il tempo».
In quell’istante un potente raggio passo sopra la figura della ragazza arrivando a colpire in pieno Aegislash, spingendolo contro la parete che crepò al suo impatto.
«Non è possibile!».
Da dietro Unfezant aveva usato Iper Raggio e si era alzato di due metri da terra, svolazzando seppur con immensa fatica. Pareva però aver ripreso un po’ le forze e i suoi occhi erano infiammati di una nuova luce.
«Merito di Riposo, fa riguadagnare un minimo di salute, ma ci vuole del tempo» stavolta era Touko a ridere mentre l’avversaria rimaneva allibita di fronte all’errore commesso.
Il Pokémon Orgoglio ritornò al suolo mentre veniva raggiunto dalla sua Allenatrice che per un momento aveva sorriso di fronte alla riuscita del suo piano. La ferita di Unfezant era ancora un problema ma la ragazza sentì un moto di speranza nel petto e si volse verso l’avversaria più agguerrita che mai.
«Me la paghi questa!» Adelaide digrignava i denti come a volerli frantumare mentre il suo Pokémon si riprendeva.
«Non perdiamo tempo, usa ancora Iper Raggio!».
Aegislash alzò lo scudo, non solo parando il colpo ma rimandandolo pure indietro al mittente.
Touko scartò di lato rotolando a terra mentre con molta fortuna Unfezant riusciva a schivare la sua stessa mossa.
«Spadasolenne!» urlò la bionda con astio.
La brunetta vide nei suoi occhi un odio sconfinato e per la prima volta ne ebbe davvero timore, quella ragazza era pronta a tutto e non si sarebbe fermata di fronte a nulla.
Aegislash partì all’attacco emettendo un verso di scherno che fece accapponare la pelle alla ragazza, la quale si girò verso il proprio compagno che barcollava provato.
All’ultimo l’avversario cambiò la traiettoria della sua levitazione e Touko si accorse con orrore che l’attacco non era indirizzato ad Unfezant, ma bensì a lei stessa che si vide arrivare il Pokémon Spadareale proprio di fronte.
Quest’ultimo ebbe un attimo di ripensamento prima di scagliarsi nuovamente su di lei, momento che la ragazza utilizzò per rotolare in avanti cercando di scansare il colpo. Se fosse stata colpita sarebbe potuta morire.
Aegislash sferrò l’attacco e Touko per un momento credette di averla scampata.
Poi un urlo di dolore le partì dritto dalla bocca dello stomaco mentre automaticamente si prendeva il polpaccio dove era stata ferita e sentiva il sangue caldo scenderle su tutta la gamba e sporcarle le mani. Ebbe la forza di aprire gli occhi per osservare lo stato della sua gamba ma ciò che vide la fece sbiancare: la carne era irrimediabilmente lacerata e sulla pelle chiara spiccava la zona dove la spada era stata conficcata. L’intero arto le pulsava in modo terribile mentre sentiva i sensi che pian piano l’abbandonavano.
«Perch…» provò a mormorare ma il dolore era troppo forte.
Come aveva potuto colpirla, i Pokémon per legge non possono scagliarsi contro gli umani eppure ora lei era a terra agonizzante dal dolore.
«Ah, bene finiamo questa raga…» Adelaide non fece in tempo a finire la frase che Unfezant si scagliò verso l’avversario con un poderoso Alacciaio allontanandolo dalla sua Allenatrice.
Poi cadde a terra stravolto dallo sforzo e dal sangue perso, ma ancora cosciente e rivolse il suo sguardo impietosito verso Touko.
Aegislash nel frattempo preparò un nuovo Spadasolenne diretto verso lo stomaco della ragazza che lo guardava inerme con gli occhi lucidi che sembravano supplicare pietà.
Dunque è così che sarebbe finita.
Sarebbe morta lì, proprio nel luogo in cui tempo prima si era consumata la sfida finale. Il suo primo pensiero andò ai suoi amici, gente che probabilmente non avrebbe pianto la sua scomparsa vista la presenza che aveva avuto negli anni passati.
Pensò ad N e a quanto era stata incapace persino a salvarlo.
Guardò quello che sarebbe stato il suo esecutore e si rassegnò, se lo meritava dopo tutto ciò che aveva fatto.
Decise di tenere gli occhi aperti e di vedere da sola la sua fine e quando il Pokémon alzò la spada ebbe tanta paura. Gli sembrò quasi di sentire la lama che le recideva la carne quando una voce conosciuta proruppe nella stanza.
«Lanciafiamme!».
Un Charizard volò rapidamente verso Aegislash e lo colpì con delle calde fiamme, mandandolo praticamente al tappeto.
Touko non riusciva a muoversi tuttavia alzò la testa in tempo per vedere Red che ordinava un secondo Lanciafiamme verso le reclute che arretravano spaventate .
Poi il ragazzo le si avvicinò di corsa e le posò delicatamente una mano sulla spalla guardandola con apprensione.
Adelaide urlò istericamente ordinando a due reclute di prendere N mentre il tetto della stanza veniva mandato in frantumi da un elicottero del Team Plasma che entrava per prelevare i suoi adepti.
Tutto stava succedendo troppo in fretta, come pianificato in precedenza.
«N…» mugolò Touko alzandosi a fatica.
Come facessero le gambe a reggerle rimaneva un mistero.
«Stai ferma Campionessa» le ordinò perentorio Red.
«No, salvalo, te ne prego».
Ormai la ragazza piangeva in un misto di rabbia, impotenza e dolore.
«Non posso, se colpisco l’elicottero morirà anche lui».
«Salvalo!» la brunetta mosse un ulteriore passo mentre N veniva portato sempre più in alto, sempre più lontano.
Adelaide la fissava vittoriosa appesa alla scaletta che penzolava da una portiera del mezzo di aviazione, seguita a ruota da Aegislash.
«Non farlo andare via!» l’urlo di Touko era ai limiti di un attacco isterico mentre Red la guardava comprensivo ma inerme.
Non poteva farci nulla e questo lo urtava.
«Un regalo, zucchero» sussurrò la bionda prima di allontanarsi definitivamente e ordinò al suo Pokémon un ultimo attacco.
Aegislash si diresse a rotta di collo verso un Unfezant praticamente esausto e gli si conficcò dritto nel cuore, colpendolo con crudeltà immensa. Il Pokémon emise un verso straziante mentre il sangue macchiava irrimediabilmente le sue morbide piume e il suo cuore cessava di battere. Le gambe di Touko cedettero alla vista di un tale scempio mentre la ferita tornava a farsi sentire prepotentemente.
Lo stavano portando via, N era ormai perso. Il suo amato Unfezant era irrimediabilmente morto e lei… cos’era lei?
La vista le venne meno e cadde sbattendo la fronte nel pavimento macchiato dal suo stesso sangue. Poi come un automa chiuse gli occhi, stanca di quella crudele realtà e smise di lottare.
L’ultima cosa che sentì fu l’urlo concitato di Red che le arrivò come un rimbombo lontano e vide Unfezant volare libero in un fascio di luce, cantando allegramente.
Avrebbe desiderato ardentemente poterlo raggiungere.

 

 

La cioccolateria di Guna

Ed ecco Red che ricompare!
So di aver fatto felici metà di voi con questa apparizione quindi gioite. Poi siate pure tristi perché Unfezant è morto, ma in fondo qualcuno doveva pur morire no?
Sinceramente sono soddisfatta di questo capitolo, cosa che non è mai successa e che credo non possa succedere più. Poi alla fine sarà uno schifo ma io ne sono contenta.
Ok basta rompere le scatole ai lettori Guna, passiamo ai ringraziamenti. A Zoichi Kuronin, Andy Black, Rovo,
Allys_Ravenshade che hanno recesito lo scorso capitolo e Akitabiba ed Ink Voice che si stanno sorbendo tutto l’inizio. Grazie brave persone!
Bueno, un grande saluto a tutti e al prossimo capitolo.

  
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