Rapimento
Calma
e tranquillità.
Questa era l’atmosfera che regnava all’interno del
salone principale della Lega di Unima in quel tardo pomeriggio.
Il solo rumore che si udiva era il rintocco dei passi
di Touko che, sempre più affannati, si dirigevano verso la
stanza di N.
Quel silenzio non le piaceva.
Con ansia percorse l’intero tragitto arrivando
dinnanzi alla sua porta e con il cuore in gola bussò tre
volte, senza ricevere risposta
alcuna.
Ci riprovò con più forza.
Nessun rumore.
Agitata si decise ad aprirla lentamente e diede una
sbirciata all’interno.
I suoi muscoli le si paralizzarono mentre con sguardo
stupito passava in rassegna l’ambiente. I Superquattro
giacevano inermi a terra
e le loro Pokéball parevano scomparse dalle cinture. La
brunetta si avvicinò a
Mirton con passi incerti e lo scosse leggermente, ma non vi fu nessuna
reazione.
Controllò il pavimento alla ricerca di qualche macchia
di sangue e li rigirò ad uno ad uno temendo di veder
comparire una ferita da un
momento all’altro, ma nulla.
Erano indenni e sembravano… dormire.
Pacifici e beati stavano semplicemente dormendo un
sonno profondo.
La causa poteva presumibilmente essere un attacco Ipnosi
ma allora dove si trovava N?
Ancora più in ansia di prima Touko
schizzò fuori dalla
stanza dirigendosi verso i suoi alloggi, ma nemmeno lì
c’era l’ombra di un
attacco.
Nessun mobile fuori posto, niente di niente. Solo una
tetra oscurità che paradossalmente si stava allargando
sempre di più pure nel
suo cuore.
Non era possibile che il Team Plasma non avesse
lasciato nemmeno un indizio e la cosa la stava facendo andare su tutte
le
furie.
Scese nuovamente nella stanza centrale, proprio di
fronte alla colonna marmorea e la osservò attentamente. Di
norma la piattaforma
interna avrebbe dovuto azionarsi una volta battuti i Superquattro ma
Touko era
convinta che potesse essere manomessa.
Non era assolutamente possibile che alla Lega non ci
fosse anima viva.
Tastò la superfice di marmo freddo alla ricerca del
bottone di sicurezza, istallato tempo prima per qualsiasi evenienza, e
non
appena lo trovò lo premette sollevata.
La colonna si aprì rivelando la pedana mobile, che
lentamente si stava abbassando. Senza dubbio quindi qualcuno era salito.
Montò sulla piattaforma che lenta iniziò a salire
e in
cuor suo si disse che, se mai sarebbe uscita viva da quella situazione,
avrebbe
costruito un ascensore più veloce.
Il viaggiò fu un’agonia e quando finalmente
arrivò al
piano desiderato si trovò di fronte alla porta della sala
adibita alle lotte
della Campionessa.
Prese un respirò profondo ed
entrò cercando di farsi
coraggio.
Quel che vide le mozzò il fiato, mentre come un automa
iniziava a correre verso il corpo di N, riverso a terra.
Anche lui, come i Superquattro sembrava sotto
l’influenza di Ipnosi ma la ragazza non si
tranquillizzò. Si guardò
nervosamente intorno cercando un qualsiasi particolare fuori posto,
quando da
dietro una delle quattro imponenti colonne comparve Adelaide.
Sembrava ridere ma la sua bocca produceva un suono
roco, per nulla cristallino, come se la sua gola fosse stata in qualche
modo
danneggiata.
«Ti stavamo aspettando» sussurrò la
bionda e Touko
vide una decina di reclute uscire allo scoperto, stupita da come si
fossero
riuscite a nascondere così bene.
«Ghecis mi ha chiesto di portargli solo N, ma
sconfiggere la Campionessa è un piacere di cui non voglio
privarmi»
La brunetta la guardava sconcertata mentre la ragazza
avanzava lentamente verso il campo lotta.
«Tu stai scherzando?» la domanda le uscì
improvvisa.
«No, riuscire a catturare Zekrom oltre a Reshiram
sarebbe un bel colpo» Adelaide si sposto un ciuffo biondo
dalla guancia
«Insomma, due piccioni con una fava!».
Touko non poteva, anzi non doveva abbandonare N per
battersi. Era suo compito proteggerlo a tutti i costi, almeno per la
salvezza
di Unima.
Difatti se il ragazzo era così importante per Ghecis
poteva significare solo che quell’uomo voleva usufruire
nuovamente di lui e
questo lei non poteva permetterlo.
Doveva almeno provare a salvare qualcuno e dopo ciò
che aveva fatto a Spiraria quello le sembrava il minimo.
Adelaide batteva impaziente il piede a terra
provocando un fastidioso e cadenzato ticchettio mentre le paure di
Touko sfrecciavano
veloci nella sua testa.
“Provaci” pensò “Casomai la
terrazza è abbastanza
alta…”.
Con un impeto di sicurezza decise di giocare il tutto
e per tutto.
«Se vinco io N rimarrà qui» propose
speranzosa.
Ci fu un leggero brusio da parte delle reclute, che
sembravano impazienti di assistere allo scontro tra il loro capo e la
Campionessa, seguito poi da un borbottio di Adelaide che rapidamente
valutava
la proposta.
Un ghigno sadico le si disegnò in volto mentre con
tranquillità estraeva una Pokèball dalla cintura.
«Certo, assassina».
Al suono di quella parola Touko impallidì. Era
evidente che la sua avversaria voleva giocarla sul piano psicologico,
cosa che
fece infuriare la ragazza.
Abbandonò il corpo di N lì e si diresse a testa
alta
verso il campo.
Non gliela avrebbe mai data vinta.
Era
incredibile come certi cieli illuminati dal sole
si potessero rannuvolare così in fretta, il clima nella
regione di Unima era
davvero strano ed estremamente mutevole. C’era una linea
sottile tra le nubi e
il sole ed entrambi volevano prevalere l’uno su
l’altro.
Anche se, a ben pensarci, era così anche per le anime
delle persone, prima pure e poi sporcate da una vita di delitti.
Era ironica come similitudine, ma qualsiasi anima può
in qualche modo “rannuvolarsi” di fronte a
situazioni che non riesce a gestire.
Un improvviso tanfo di morte accompagnato da una
leggera brezza arrivò di colpo alle narici del ragazzo che
represse una smorfia
di disgusto. Nella baia di Spiraria galleggiavano, ormai inermi, molte
specie
di Pokémon marini mentre una putrida sostanza lambiva la
spiaggia, sporcandola.
Alzò lo sguardo e vide una cittadina completamente
distrutta, al centro di quelle macerie un accampamento di fortuna,
nell’aria il
vento portava dei pianti disperati.
«Sono stupita che tu sia venuto» la voce di Camilla
lo
sorprese «Sapevo che il grande Red di Biancavilla era
approdato qui, ma
sinceramente non ci credevo».
Il corvino sorrise nostalgico voltandosi in direzione
della ragazza. La Campionessa di Sinnoh era bella, molto bella con quei
capelli
biondi e vaporosi e quei glaciali occhi azzurri.
Peccato che tra loro non fosse mai corso buon sangue,
anche perché la bionda poteva essere una degna rivale.
«Cami».
Lei odiava quel diminutivo e lui lo sapeva.
«Hai visto che massacro?» sviò la bionda.
«Il Team Plasma non si ferma di fronte a nulla».
«A dire la verità centra anche Touko».
Il ragazzo rise di gusto, scompigliandosi pigramente i
capelli mentre il cielo si faceva sempre più scuro.
«No, lei non ne sarebbe capace».
L’aveva conosciuta e per quanto fastidiosa potesse
risultare aveva visto una scintilla in lei, sapeva che non avrebbe mai
permesso
un genocidio simile.
Avanzò tra qualche trave cercando di non inciampare
nei resti di una casa crollata e Camilla lo seguì
indispettita.
«Non mi credi?».
«Naturalmente» la sua loquacità si
faceva sentire.
Il corvino sospirò con disappunto pestando quello che
doveva essere Luvdisc morto, sbalzato probabilmente dalle numerose
esplosioni.
«Beh, purtroppo è andata così, e quel
che è peggio…»
la bionda si bloccò in contemporanea con Red. Il ragazzo
pareva aver visto
qualcosa oltre la sommità di uno scoglio.
Si voltò di scatto e prendendo rudemente Camilla per
le spalle le chiese «Dov’è lei
ora?».
La reazione del ragazzo aveva fatto rimanere di stucco
la Campionessa che per qualche secondo non rispose. Poi, sempre
stranita,
indicò la Lega.
«No!» Red sembrava sconvolto.
«Ma che ti prende?».
Camilla ormai non ci capiva più nulla ed era rimasta
scioccata dalla piega che stava avendo la conversazione.
«Devo andare» il ragazzo sembrava preoccupato
«Prima
che sia troppo tardi».
Ogni
passo le sembrava di piombo.
Touko lentamente e faticosamente si avvicinava al
campo lotta con un terribile groppo in gola. Se avesse fallito N
sarebbe stato
portato via e con lui entrambi i leggendari.
Perdere era un
lusso che non poteva permettersi.
«Unfezant» chiamò cercando di darsi
sicurezza.
Non riusciva a spiegarsi la motivazione per cui aveva
scelto proprio quel Pokémon, ma poco le importava. Se
l’istinto le diceva di
fare così, perché mai non seguirlo?
Forse perché il suo istinto poche ore prima aveva
distrutto un’intera cittadina…
Unfezant si librò in volo, disegnando un cerchio
nell’aria per poi tornare a terra vicino alla sua
Allenatrice, emettendo un
verso di incoraggiamento.
Fu il turno di Adelaide che biascicò qualcosa di
incomprensibile e scagliò la Ball in campo. Da essa ne uscì un
Pokémon a forma di spada con uno
scudo dorato tenuto da due esili braccia.
«Che Pokémon è?»
domandò Touko spaesata.
«Aegislash» rispose la bionda con una punta
d’orgoglio.
La brunetta era spiazzata. Non aveva mai visto in vita
sua un Pokémon del genere e non aveva la minima idea di come
scontrarsi o di
che tipo fosse.
«Un viaggetto a Kalos ed ecco il mio pupillo!»
continuò
a sorridere Adelaide, pregustando già la vittoria.
Touko sapeva che Kalos era una regione lontana e
sicuramente aveva il suo fascino, ma mai aveva pensato di informarsi
sulle
varie specie di Pokémon che abitavano lì.
Nemmeno il Pokédex avrebbe potuto aiutarla, anche se,
ad onor del vero, quello che le era stato consegnato anni prima ora con
tutta
probabilità giaceva nelle profondità di qualche
laghetto appartenente alla
Falda Sotterranea.
I suoi momenti di isterismo in passato avevano
provocato incidenti del genere.
«Allora lottiamo o ammiri per qualche ora la bellezza
del mio Pokémon?» Adelaide sembrava più
che impaziente, mentre il suo compagno
aveva un’aria per nulla bonaria.
«Unfezant, facciamogli vedere chi siamo» la
brunetta
si concentrò, tornando al suo solito distaccamento, tattica
mentale che sarebbe
risultata vincente in quella occasione.
«Metaltestata» la precedette la bionda.
Aegislash partì lievitando ad una velocità
sorprendente e, alzando il pesante scudo, tentò di colpire
Unfezant.
Fortunatamente il Pokémon Orgoglio scartò di lato
appena in tempo, mentre la
sua Allenatrice era ancora imbambolata a fissare l’avversario.
Touko lo ringraziò mentalmente e si impose la
concentrazione, cosa che ormai le mancava nelle lotte.
Quella volta doveva dare il meglio di sé, le
distrazioni non erano ammesse.
«Eterelama» ordinò squadrando ogni
singolo movimento
dell’avversario.
«Danzaspada».
Una decina di spade iniziarono a volteggiare attorno
ad Aegislash proteggendolo dalle lame di Unfezant che non lo sfiorarono
nemmeno.
Touko fece per ordinare un ulteriore attacco quando
vide che la mossa Danzaspada persisteva ancora attorno
all’avversario, incrementandone
anche l’attacco.
Non poteva andare per la sottile.
«Vai con Iper Raggio!».
Unfezant caricò il colpo mentre Aegislash annullò
la
mossa, preparandosi alla difesa.
Il primo colpo andò a vuoto, il Pokémon
Spadareale era
ben allenato e schivava in modo a dir poco perfetto gli attacchi ma
Touko
rimarcò.
«Ancora, stavolta gira su te stesso».
Il Pokémon Orgoglio capì il piano della ragazza e
si
innalzò in volo preparando un altro Iper Raggio.
Iniziò a volteggiare sempre più velocemente e in
quel
momento attaccò, liberando un fascio rosso che
colpì varie parti della stanza e
lasciò numerosi segni al suo passaggio.
L’avversario riuscì ad evitare la maggior parte
dei
colpi ma d’un tratto la brunetta lo vide alzare lo scudo
verso il raggio che
rimbalzò via senza causare danni. La ragazza rimase
sbalordita di fronte alla
resistenza di quel semplice oggetto mentre ordinava al compagno di
fermarsi.
In quella maniera avrebbero provocato solo danni e si
sarebbero affaticati per nulla, visti i risultati.
«Sarebbe questo il meglio che sai fare piccola
assassina?».
Di nuovo quella parola, la fiammella che faceva
esplodere l’autocontrollo di Touko. La ragazza
ispirò a fondo e senza nemmeno
rispondere ordinò un poderoso Aeroattacco.
Unfezant si librò maggiormente in aria e cadde in
picchiata ad una velocità sbalorditiva, impossibile da
raggiungere pure da
Aegislash, ma quest’ultimo rimase fermo come in attesa.
Quando il Pokémon
Orgoglio si trovava ormai a qualche metro di distanza si mise in
posizione di
attacco.
«Spadasolenne!» fu il grido ilare di Adelaide.
Il Pokémon Spadareale puntò la sua lama contro
Unfezant e un attimo prima dell’impatto gli si
conficcò addosso, colpendogli
l’ala.
Touko represse una smorfia cercando di mostrarsi calma
mentre dalla ferita del compagno sgorgava copiosamente del sangue.
«Ancora» la voce della bionda era più
divertita che
mai mentre Aegiglash cercava di infierire maggiormente.
«Schiva a destra» urlò la brunetta
«Indietro ora!».
Quell’attacco era certamente molto forte ma aveva la
debolezza di essere lento e abbastanza schivabile. Ciò
comunque poteva aiutare
ma non di certo risolvere la situazione che versava ai limiti della
tragedia:
l’ala di Unfezant era irrimediabilmente andata, quasi
sicuramente non sarebbe
riuscito ad alzarsi in volo di nuovo. Era praticamente esausto ormai.
Touko gli accarezzò il piumaggio preoccupata mentre
Adelaide se la rideva allegramente con le altre reclute che la
idolatravano ai
limiti dell’assurdo.
La ragazza nel frattempo pensava assorta, sfogliava le
sue esperienze passate alla ricerca di una strategia da utilizzare in
un caso
del genere mentre il Pokémon vicino a lei emetteva versi di
puro dolore che le
stringevano il cuore.
D’un tratto però un’idea assurda le
balenò in mente e
Touko sussurrò qualcosa all’orecchio del compagno.
«Pensi di aver già vinto?»
sbottò allora verso la
bionda che era raggiante.
«Ovvio, non credi…» il dito di Adelaide
puntò l’ala di
Unfezant «Come puoi cavartela?».
«Già, forse hai ragione».
«Davvero?» la bionda era stranita.
«Beh naturalmente tu sei più brava».
A quelle parole Adelaide gonfiò il petto con orgoglio
e mosse la mano in segno di frivolezza, apprezzando però le
lodi.
“Bingo” pensò la brunetta mentre pensava
a come
lavorarsela.
Aveva visto subito nell’avversaria una punta di
orgoglio e vanità che ora le sarebbero servite. Di sicuro la
bionda era molto
intelligente ma era pur vero che rimaneva anche umana perciò
Touko forse
avrebbe potuto prendere tempo.
«Ma mi chiedo che cosa faccia una brava Allenatrice
come te al servizio di un uomo come Ghecis» la
provocò.
«Ehi, Ghecis ci farà diventare i padroni di
Unima».
Male, era devota a quella vipera e questo non
facilitava le cose per la Campionessa.
«Giusto e che piano avrebbe?».
Adelaide rise di gusto e con un cenno ordinò anche
alle reclute lo stesso. Era incredibile come obbedissero ai suoi ordini
senza
problemi.
«Credi di poterti prendere gioco di me zucchero?»
la
voce era mielata, ma pregna di falsità.
«No» ammise Touko guardandola nuovamente.
C’era quella cicatrice che l’aveva impressionata
sin
dal loro primo incontro, sembrava così recente e mal
curata… forse poteva
essere il suo asso nella manica.
«Come ti la sei procurata?» alluse la brunetta.
La bionda si sfiorò leggermente la faccia ed un
espressione contrita si dipinse nel suo volto mentre la ragazza vide
passare
del rammarico nel suo sguardo di ghiaccio.
Aveva sofferto dunque, doveva essere una persona che
cercava vendetta ad ogni costo e sicuramente possedeva un invidiabile
sangue
freddo, Touko ci aveva visto giusto. Quello era un argomento che la
rendeva più
fragile.
Adelaide puntò il dito verso N con disprezzo, sputando
a terra in segno di disgusto.
«Lui è il suo Pokémon hanno incendiato
la foresta e
questa…» si toccò nuovamente la
cicatrice «è stata causata dalle fiamme».
La ragazza le rivolse uno sguardo privo di sentimenti
mentre alzava le spalle con un sospiro.
«Avresti dovuto curarla» l’indifferenza
era l’unica
cosa che in quel momento si sentiva nella voce della brunetta.
«Cosa ti importa?».
«Assolutamente nulla».
«E allora perché così tanto
interesse?».
«Mi serviva».
L’espressione di Touko era indecifrabile, un misto tra
trionfo e apatia che allarmò Adelaide.
«Come?» sbottò quest’ultima.
«Per certe cose ci vuole tempo» Touko prese a
camminare
avvicinandosi sempre di più all’avversaria
«Cose importanti».
«Spiegati!».
«Speravo mi dicessi i piani di Ghecis ma va bene
comunque e anzi ti ringrazio».
«Per cosa?».
La Campionessa guardò con studiata lentezza
l’orologio
al suo polso.
«Per il tempo».
In quell’istante un potente raggio passo sopra la
figura della ragazza arrivando a colpire in pieno Aegislash,
spingendolo contro
la parete che crepò al suo impatto.
«Non è possibile!».
Da dietro Unfezant aveva usato Iper Raggio e si era
alzato di due metri da terra, svolazzando seppur con immensa fatica.
Pareva però
aver ripreso un po’ le forze e i suoi occhi erano infiammati
di una nuova luce.
«Merito di Riposo, fa riguadagnare un minimo di
salute, ma ci vuole del tempo» stavolta era Touko a ridere
mentre l’avversaria
rimaneva allibita di fronte all’errore commesso.
Il Pokémon Orgoglio ritornò al suolo mentre
veniva
raggiunto dalla sua Allenatrice che per un momento aveva sorriso di
fronte alla
riuscita del suo piano. La ferita di Unfezant era ancora un problema ma
la
ragazza sentì un moto di speranza nel petto e si volse verso
l’avversaria più
agguerrita che mai.
«Me la paghi questa!» Adelaide digrignava i denti
come
a volerli frantumare mentre il suo Pokémon si riprendeva.
«Non perdiamo tempo, usa ancora Iper Raggio!».
Aegislash alzò lo scudo, non solo parando il colpo ma
rimandandolo pure indietro al mittente.
Touko scartò di lato rotolando a terra mentre con
molta fortuna Unfezant riusciva a schivare la sua stessa mossa.
«Spadasolenne!» urlò la bionda con astio.
La brunetta vide nei suoi occhi un odio sconfinato e
per la prima volta ne ebbe davvero timore, quella ragazza era pronta a
tutto e
non si sarebbe fermata di fronte a nulla.
Aegislash partì all’attacco emettendo un verso di
scherno che fece accapponare la pelle alla ragazza, la quale si
girò verso il
proprio compagno che barcollava provato.
All’ultimo l’avversario cambiò la
traiettoria della
sua levitazione e Touko si accorse con orrore che l’attacco
non era indirizzato
ad Unfezant, ma bensì a lei stessa che si vide arrivare il
Pokémon Spadareale
proprio di fronte.
Quest’ultimo ebbe un attimo di ripensamento prima di
scagliarsi nuovamente su di lei, momento che la ragazza
utilizzò per rotolare
in avanti cercando di scansare il colpo. Se fosse stata colpita sarebbe
potuta
morire.
Aegislash sferrò l’attacco e Touko per un momento
credette di averla scampata.
Poi un urlo di dolore le partì dritto dalla bocca
dello stomaco mentre automaticamente si prendeva il polpaccio dove era
stata
ferita e sentiva il sangue caldo scenderle su tutta la gamba e
sporcarle le
mani. Ebbe la forza di aprire gli occhi per osservare lo stato della
sua gamba
ma ciò che vide la fece sbiancare: la carne era
irrimediabilmente lacerata e
sulla pelle chiara spiccava la zona dove la spada era stata conficcata.
L’intero arto le pulsava in modo terribile mentre sentiva i
sensi che pian
piano l’abbandonavano.
«Perch…» provò a mormorare ma
il dolore era troppo
forte.
Come aveva potuto colpirla, i Pokémon per legge non
possono scagliarsi contro gli umani eppure ora lei era a terra
agonizzante dal
dolore.
«Ah, bene finiamo questa raga…» Adelaide
non fece in
tempo a finire la frase che Unfezant si scagliò verso
l’avversario con un
poderoso Alacciaio allontanandolo dalla sua Allenatrice.
Poi cadde a terra stravolto dallo sforzo e dal sangue
perso, ma ancora cosciente e rivolse il suo sguardo impietosito verso
Touko.
Aegislash nel frattempo preparò un nuovo Spadasolenne
diretto verso lo stomaco della ragazza che lo guardava inerme con gli
occhi
lucidi che sembravano supplicare pietà.
Dunque è così che sarebbe finita.
Sarebbe morta lì, proprio nel luogo in cui tempo prima
si era consumata la sfida finale. Il suo primo pensiero andò
ai suoi amici,
gente che probabilmente non avrebbe pianto la sua scomparsa vista la
presenza
che aveva avuto negli anni passati.
Pensò ad N e a quanto era stata incapace persino a
salvarlo.
Guardò quello che sarebbe stato il suo esecutore e si
rassegnò, se lo meritava dopo tutto ciò che aveva
fatto.
Decise di tenere gli occhi aperti e di vedere da sola
la sua fine e quando il Pokémon alzò la spada
ebbe tanta paura.
«Lanciafiamme!».
Un Charizard volò rapidamente verso Aegislash e lo
colpì con delle calde fiamme, mandandolo praticamente al
tappeto.
Touko non riusciva a muoversi tuttavia alzò la testa
in tempo per vedere Red che ordinava un secondo Lanciafiamme verso le
reclute
che arretravano spaventate .
Poi il ragazzo le si avvicinò di corsa e le posò
delicatamente una mano sulla spalla guardandola con apprensione.
Adelaide urlò istericamente ordinando a due reclute di
prendere N mentre il tetto della stanza veniva mandato in frantumi da
un
elicottero del Team Plasma che entrava per prelevare i suoi adepti.
Tutto stava succedendo troppo in fretta, come
pianificato in precedenza.
«N…» mugolò Touko alzandosi a
fatica.
Come facessero le gambe a reggerle rimaneva un
mistero.
«Stai ferma Campionessa» le ordinò
perentorio Red.
«No, salvalo, te ne prego».
Ormai la ragazza piangeva in un misto di rabbia,
impotenza e dolore.
«Non posso, se colpisco l’elicottero
morirà anche lui».
«Salvalo!» la brunetta mosse un ulteriore passo
mentre
N veniva portato sempre più in alto, sempre più
lontano.
Adelaide la fissava vittoriosa appesa alla scaletta
che penzolava da una portiera del mezzo di aviazione, seguita a ruota
da
Aegislash.
«Non farlo andare via!» l’urlo di Touko
era ai limiti
di un attacco isterico mentre Red la guardava comprensivo ma inerme.
Non poteva farci nulla e questo lo urtava.
«Un regalo, zucchero» sussurrò la bionda
prima di
allontanarsi definitivamente e ordinò al suo
Pokémon un ultimo attacco.
Aegislash si diresse a rotta di collo verso un
Unfezant praticamente esausto e gli si conficcò dritto nel
cuore, colpendolo
con crudeltà immensa. Il Pokémon emise un verso
straziante mentre il sangue
macchiava irrimediabilmente le sue morbide piume e il suo cuore cessava
di
battere.
Lo stavano portando via, N era ormai perso. Il suo
amato Unfezant era irrimediabilmente morto e lei…
cos’era lei?
La vista le venne meno e cadde sbattendo la fronte nel
pavimento macchiato dal suo stesso sangue. Poi come un automa chiuse
gli occhi,
stanca di quella crudele realtà e smise di lottare.
L’ultima cosa che sentì fu l’urlo
concitato di Red che
le arrivò come un rimbombo lontano e vide Unfezant volare
libero in un fascio
di luce, cantando allegramente.
Avrebbe desiderato ardentemente poterlo raggiungere.
La cioccolateria di Guna
Ed
ecco Red che ricompare!
So di aver fatto felici metà di
voi con questa
apparizione quindi gioite. Poi siate pure tristi perché
Unfezant è morto, ma in
fondo qualcuno doveva pur morire no?
Sinceramente sono soddisfatta di questo
capitolo, cosa
che non è mai successa e che credo non possa succedere
più. Poi alla fine sarà
uno schifo ma io ne sono contenta.
Ok basta rompere le scatole ai lettori Guna,
passiamo
ai ringraziamenti.
Bueno, un grande saluto a tutti e al prossimo
capitolo.