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Autore: malpensandoti    18/01/2015    7 recensioni
Lei e Harry hanno condiviso qualcosa, qualcosa che è rimasto anche se entrambi lo ignorano. Anche se scappare è la soluzione più facile, anche se i cambiamenti fanno paura.

Raccolta di missing moments di IFHY, con protagonisti Harry/Frida
Genere: Angst, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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keep your mouth for lying
 
 
 
7 marzo 2014



 
 
Frida non parla molto da quando Rosie è andata via. Non c'è nessuno in grado di ascoltarla veramente, nessuno che sappia capirla e soprattutto interpretarla.
Si sentono ancora loro due, certo, ma non è più come prima. Si scambiano messaggi brevi, di circostanza, il giusto per non cadere nell'ipocrisia e nei cliché.
In compenso, ha imparato ad ascoltare, soprattutto chi come lei non dice una parola.
Liam, per esempio, è un ottimo chiacchierone, nonostante la presenza di Frida lo metta a disagio. Parla con gli occhi, che sono sempre arrabbiati, costantemente torbidi, come se non vedessero l'ora di esplodere. Frida non è stupida, sa che c'è qualcosa che lo disturba, sa che non è ben voluta da lui, e in cuor proprio non può che biasimarlo.
Anche adesso, mentre aspettano che Angelina esca dalla stanza 015, si sente quel disagio indiscutibile attraversare le pareti della sala d'aspetto.
Frida è stretta nel suo giaccone, con la gonna della divisa sulle gambe snelle e gli occhi puntati rigorosamente sul pavimento per evitare il contatto visivo con gli altri. Zayn e Liam sono distanti, il che è il insolito, perché sono una coppia e quello che dovrebbero fare le coppie è stare insieme, vicini. Louis è l'unico in piedi, a braccia incrociate e gambe larghe, lo sguardo serio puntato verso il corridoio.
Accenna un sorriso storto quando Pam arriva nella sala d'aspetto, con il camicie pallido e la divisa viola, diversa da quella di ieri.
Lei guarda con dolcezza ognuno di loro, tenendo in mano una cartellina grigia, poi si porta una ciocca di capelli dietro e “Ciao, ragazzi – li saluta, facendo alzare loro la testa – Come state?”
Liam non perde tempo. “Niall?” chiede subito, alzandosi in piedi di scatto.
La donna tentenna, forse non si aspettava quella domanda in modo così diretto. “Oggi è...diverso – risponde – Ha avuto una crisi questa mattina, adesso sta anche meglio di ieri”
Dal corridoio viene chiusa una porta, si sentono dei passi leggeri finché Angelina non si ferma davanti all'infermiera, esibendo un sorriso neutro.
È pallida, Frida nota, e ha i capelli legati che lasciano il viso struccato ancora più marcato dalla stanchezza. Sembra invecchiata di anni, ha perso la sua facciata da bambina.
“Arrivederci” mormora, e Pam le tocca il braccio in modo confortante prima di salutarla.
Poi dice: “Potete entrare, ma solo dieci minuti”
Niall ha più colorito oggi, i suoi occhi hanno una sfumatura più scura, familiare. È seduto sul letto col camice chiaro, mentre osserva con un sorriso contento i suoi migliori amici entrare nella camera. Louis è il primo, Frida l'ultima dietro Zayn.
“Horan – esclama Liam, e arriva fino al materasso per poi sedersi sulla sedia lì affianco – Hai fatto piangere Angelina un'altra volta?”
Il biondo ride, sembra che soffra parecchio perché socchiude gli occhi e tira la testa indietro, appoggiandola alla parete. “Piange sempre – esala – Come se...io non sto morendo, cazzo”
“Sai come sono le donne, amico – interviene Louis, appoggiato al davanzale – Si preoccupano troppo”
Alla parola 'donne', Niall guarda verso Frida, rimasta in disparte come uno spettatore. Le sorride quanto più forte riesce a fare, poi la saluta. “Rita”
E lei si sente semplicemente cadere a pezzi, con i suoni fastidiosi solo dentro la sua testa, cocci di quello che la gente intorno a lei le ha lasciato che non bastano a formare qualcosa di concreto, qualcosa che possa reggere.
Niall sta morendo, ha il cervello che è più poltiglia di quello che era prima, ma questo al dolore non basta, non è sufficiente per evitare che si scateni.
Sembra che Zayn di fianco a lei si irrigidisca ancora più duramente, mentre Frida deglutisce e sussurra: “È Frida, Niall”
Gli occhi del ragazzo diventano subito confusi, perde il sorriso e il suo volto si trasforma in un'espressione spaesata. Passa qualche secondo, “Hai ragione. Io...scusa, sì. Frida” sospira, il tono incerto, come se non capisse.
E lei fa un sorriso che è solo un sorriso, “Non ti preoccupare” e glielo dice con le lacrime agli occhi.
È l'ultima volta che lo vede.
 
 
 
 
Nove minuti dopo, stanno di nuovo uscendo da quella camera opprimente.
Louis pesca dalla tasca della giacca un mazzo di chiavi tintinnanti, si schiarisce la voce e “Frida – dice, facendola voltare appena nel corridoio – Hai bisogno di un passaggio?”
Lei alza gli occhi verso di lui, con Zayn e Liam che discutono a bassa voce verso la fine del reparto.
“Come?” domanda, aggrottando le sopracciglia.
“Sono venuto qui in macchina – spiega Louis – Vuoi un passaggio per tornare a casa?”
“No, uhm. Vado a piedi, ma grazie mille lo stesso” abbozza un sorriso.
“Sicura? Non c'è problema”
“Preferisco così. Grazie, però”
Frida guarda il pavimento, sente Louis sospirare forte in mezzo a quelle pareti morte e pallide che probabilmente non vedranno più.
“Non è colpa sua – le dice, il tono addolcito, come se stesse parlando con una bambina – Non è nemmeno colpa tua, Frida. Lui ti vuole ancora bene, lo sai”
Lei annuisce velocemente, si morde il labbro inferiore con forza.
Non è colpa di nessuno, se Niall Horan l'ha dimenticata.
 
 



 
Ad aprirle è Anne, con il solito sorriso caldo, materno. L'abbraccia di slancio, le accarezza le guance e le offre del tea caldo.
Frida rifiuta con gentilezza, cerca di mostrarsi forte e umana, osservando con finto interesse la nuova disposizione dei mobili nell'immenso salotto.
“Harry è in camera sua – le dice la donna, dopo qualche minuto di chiacchiere superflue – Se avete bisogno di me, sono in giardino a sistemare il prato. Resti a cena?”
Frida scuote la testa. “Sono venuta giusto per salutare” spiega, il respiro che traballa.
“D'accordo, tesoro – Anne fa l'ultimo sorriso – Sei sempre la benvenuta comunque, lo sai”
Lei non ci scommetterebbe più di tanto, ma non replica.
Fa le scale lentamente, guardando le foto appese alle pareti come se non le conoscesse a memoria.
Camera di Harry è chiusa, e da dentro arrivano le note basse di Shelter by The xx che la fanno sentire un po' più a casa.
Non bussa ma apre la porta piano, cercando di contenere quel buco che si sta allargando nel suo petto magro.
Lui è in piedi, appena ricurvo sulla scrivania con in mano una maglietta nera, mentre forse mette a posto. Ha il volto serio, concentrato, che si stravolge nel momento in cui si volta a guardarla. Sbatte le palpebre più volte, s'irrigidisce e la osserva con attenzione, colpito, come se non la riconoscesse più.
Allunga un braccio infilato dentro al maglione rosso verso lo stereo e spegne la musica, facendo piombare il silenzio. Raddrizza la schiena, voltandosi completamente verso di lei.
“Niall sta morendo” Frida esala, trema.
Harry spalanca gli occhi, deglutisce.
“Ti ricordi quello che ti ho detto, prima che partisse Rosie? - lei riprende, qualche secondo dopo – Che ti avrei aspettato, che...che sarei stata qui, per te – la voce le si spezza – Ti sto aspettando, Harry...io ti...ti prego, devi dirmi se arriverai perché non...non ci riesco”
Lui impallidisce, boccheggia, sembra che il dolore che lei provi nel dirglielo sia pari a quello che Harry sente nell'ascoltarla.
Fa un passo verso di Frida, cauto. “Non è facile” le dice.
“Lo so! - lei esclama, alzando la voce – Ma non c'entra! Tu devi...devi capire se ne vale la pena, devi sapere se io ne valgo la pena”
“Conosci la risposta” ribatte il ragazzo.
“Perché, allora?”
Harry fa un respiro profondo, il petto che ingloba quanto più aria possibile.
“Perché lei è disposta a darmi quello che tu non sei capace di...di capire – esala, e sembra che si sia appena liberato di un peso enorme – Perché ti...io ti amo, Frida, ti amo anche io e certe volte mi sembra di correre a perdifiato finché non capisco che non potrò mai raggiungerti. Mi fa male tutto se penso che esistono miliardi di possibilità per le quali non potremmo mai stare insieme. Ma tu...tu non capisci che questo non basta, e io non ho le forze di provarci. Tu pensi di essere coraggiosa, pensi che sia io il problema solo perché non vuoi ammettere a te stessa che tra i due chi ha veramente paura sei tu. Se tu avessi smesso di nasconderti dietro le mie paranoie, forse a quest'ora sarebbe tutto diverso – si passa una mano aperta sul volto, sospira ancora – Forse staremmo insieme, forse tu non avresti perso tutti quei chili, avresti ancora il sorriso, io ti starei consolando, toccando come vorrei fare in questo momento ma non posso farlo, capisci? Non posso perché non mi fido di te, Frida. Perché hai voluto dimenticare la nostra prima volta, perché dici che mi stai aspettando, ma dove? Perché io ho provato a venirti incontro, sai? L'ho fatto, e tu mi hai...mi hai respinto, mi hai cancellato. Come posso stare con qualcuno che nemmeno sa di aver paura?”
È l'orrore dei sensi di colpa ciò che fa scoppiare il vaso. Il fatto di aver chiuso gli occhi per tutto quel tempo per debolezza, per codardia. Lei che è sempre stata quella forte, quella vera. Si è rovinata da sola, lasciata marcire in solitudine per poi dare la colpa a chi ha cercato a modo proprio di aiutarla.
È troppo tardi, è troppo tardi.
Va in panico a pensarci, le parole che non la lasciano respirare.
Harry ha gli occhi lucidi, respira forte, tormentato. Perché adesso? Perché vivere una bugia tutto quel tempo?
Non si aspetta una risposta, Frida gliela dà lo stesso. Come può?
“Non puoi”
Non ci stai.

 

  
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