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Autore: Srsly    18/01/2015    6 recensioni
Ad Otoya scappa un sorriso, insieme a qualcosa che gli scalda il petto.
Se sia per l'espressione profondamente scocciata di Tokiya o il semplice fatto che Tokiya sia lì, non sa deciderlo.
«Com'è che alla fine sei sempre tu quello che viene a cercarmi?».
«Perché sei il mio compagno di stanza. Sono io il primo ad accorgersi che non ci sei».
[Icchiki, perché Otoya si fa sfuggire certe frasi con eccessiva leggerezza, sigh]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Otoya Ittoki, Tokiya Ichinose
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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• When I tried to leave, Tokiya followed me •





    Otoya sente raramente la necessità di allontanarsi dal gruppo; gli basta un attimo, estraniarsi e riuscire a non farsi notare, sdraiarsi sotto il cielo rosato del crepuscolo e chiudere gli occhi, convincendosi che basti, che l'ombra si scacci con altra ombra, che come quella generosamente offertagli dalle palpebre non possa imperversarne di peggiore.
    Più di una volta gli è capitato di addormentarsi in quelle occasioni, e prim'ancora di potersene accorgere non un solo membro degli Starish non urlava impanicato a gran voce il suo nome per il largo giardino dell'Accademia. Questa volta, tuttavia, benché del sole in cielo non ve ne sia rimasta traccia, non un solo richiamo attira l'attenzione di Ittoki, che un po' sorpreso e forse anche deluso si guarda a stento intorno nell'oscurità della sera. Lo strano moto di agitazione si dissolve però nel meticoloso incrociare il cipiglio infastidito di Ichinose, seduto appoggiato a braccia incrociate ad un albero poco distante da dove Otoya dormiva poco prima.
    «Tokiya» lo chiama, sbattendo le palpebre incredulo. «Da quanto tempo sei lì?».
    «Aspettavo che ti svegliassi» è lo sbuffo pesante del più grande, che pare quasi offeso dall'aver avuto posta una domanda simile. Non ha comunque il tempo per ribadire il suo disappunto in maniera ancor più chiara che l'altro lo supera per dirigersi all'Accademia. 
    Si trattiene dal rimbrottargli che non lo seguirà solo perché adesso gli è venuta voglia di tornare indietro, implicitamente punto sul vivo con le parole di Ren — cagnolino fedele — ancora fresche di quando aveva deciso di andarlo a cercare, ma gli si mette accanto a passo sostenuto; è già tornato tutto più semplice.
    Ad Otoya scappa un sorriso, insieme a qualcosa che gli scalda il petto.
    Se sia per l'espressione profondamente scocciata di Tokiya o il semplice fatto che Tokiya sia lì, non sa deciderlo.
    «Com'è che alla fine sei sempre tu quello che viene a cercarmi?».
    «Perché sei il mio compagno di stanza. Sono io il primo ad accorgersi che non ci sei».
    A quel punto Ittoki ride di cuore, si ferma e guarda un ancor più imbronciato Ichinose, che quella sua uscita non riesce proprio a spiegarsela, lasciandosi afferare per un gomito e trascinare ancora sganasciante appresso.
    «Sei impazzito? Quanto sei stato sotto il sole?».
    Ma Otoya non lo ascolta più. 
    Sia per lui che per tutti gli altri, è bastato che fosse stato Tokiya ad andarlo a cercare; il semplice fatto che gli sia rimasto accanto senza disturbarlo gl'instilla una piacevole consapevolezza, grata alla discrezione di Tokiya e alla sua altrettanto sottintesa promessa che, se mai Otoya avesse provato ad andarsene un'altra volta, lui l'avrebbe seguito. E se un giorno avesse deciso di condividere con lui quegli attimi d'isolamento, non avrebbe avuto neanche da chiederlo.




 
Sto approfittando già un po' troppo di questo nuovo profilo.
Volevo trattare questa One Shot in materia, a essere sincera, totalmente diversa. Anzitutto doveva essere più corta e significativa, ma ahimé altro che questo non sono riuscita a tirar fuori. La nota malinconica iniziale mi è stata, in un certo senso, suggerita da una mia amica: Otoya dopotutto ha vissuto in orfanotrofio, eppure sembra sempre lui il più allegro di tutti; nonostante ciò, ho provato ad immaginarmelo un po' cupo, di tanto in tanto, con un passato che è un punto interrogativo persino per i suoi migliori amici, e che qualche volta torna a punzecchiarlo. Lo shonen-ai, invece, oltre che per genuino quanto spudorato fangirling, potrebbe anche non includere necessariamente una nota romantica, basterebbe la semplice friendship e il condividere la stanza insieme a rendere Tokiya la persona più adatta a gestire Otoya. La frase che sta nel titolo, tra l'altro, non me la sono inventata: Otoya stesso la dice in uno degli episodi di Utapri 2000%LOVE!!. Ovviamente non aveva sottintesi, ma data l'idea l'ho sfruttata così. 
Spero questa cosa un po' sciocca possa piacervi!
See you soon!
   
 
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