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Autore: genbufan_    18/01/2015    0 recensioni
Finalmente i protagonisti di DB New Wave tornano su Namecc, ma ad attenderli ci sono nuove difficoltà e nuovi nemici, che metteranno in pericolo non solo loro ma la popolazione stessa del pianeta!
Proseguiranno anche le rivelazioni sulla misteriosa Sfera del Drago...
I più accorti capiranno presto cosa significa il titolo di questa nuova storia!
Spero che vi piaccia e vi spinga a seguire la saga di DB New WAve, attendo commenti!
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball New Wave'
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Rispetto al padre, Neo-Cell aveva caratteristiche fisiche leggermente differenti: come detto, anche il torace era ricoperto dall’esoscheletro nero, mentre le ali erano più piccole, così come la doppia cresta sulla testa, meno allungata. Anche le mani erano leggermente differenti, artigliate.

Jokh e Luth non potevano sapere della distruzione che, quasi vent’anni prima, Cell aveva portato sulla lontana Terra, rischiando di portarne altrettanta nel resto dell’universo.

Era stato il giovanissimo Gohan a sconfiggerlo; ma prima si era battuto, con grande facilità, con i suoi “figli”, i Cell Junior, che il mostro aveva creato in realtà come semplice diversivo per la battaglia.

Ciò su cui nessuno, a quei tempi, aveva riflettutto, era che anche i Cell Junior, come il loro padre, avevano il potere di rigenerarsi a partire da un nucleo all’interno della testa. Così, uno di essi, benché fosse stato addirittura tranciato in due dall’inferocito Gohan, in qualche modo era riuscito, una volta conclusa quella cruenta battaglia, a rigenerarsi, per quanto molto lentamente.

Dopodiché, si era nutrito delle cellule dei suoi fratelli, che erano rimaste anch’esse sparse in giro ma che lui riusciva a percepire, e si era trasformato in una piccola larva, scavando una tana sotto terra e rifugiandovisi per circa due anni.

Essendosi pienamente ripreso, il piccolo Cell Junior superstite si recò quindi in uno dei laboratori segretissimi del Dottor Gero, dove in pochi giorni assimilò tutta una serie di utilissime conoscenze scientifiche, che gli sarebbero servite per la propria crescita.

Infine, decise di allontanarsi prudentemente dal pianeta Terra, senza farsi scoprire dai combattenti terrestri, iniziando un lungo peregrinare per lo spazio.

Di più non diremo in questa sede: ecco come ora, comunque, l’androide poteva trovarsi di fronte ai due giovani guerrieri.

<< Sento che siete molto forti, è vero, ma dove si trova la sorgente dell’altra potenza enorme che avverto? >> chiese Neo-Cell.

<< Di cosa parli? >> chiese Jokh.

Luth, invece, aveva capito bene a cosa si riferiva:. << Era noi che volevi, giusto? Hai seguito noi, insieme all’enorme potere che ci siamo portati dietro. >>

Finalmente, anche il silveradiano aveva compreso, per quanto non potesse parlarne apertamente di fronte al loro avversario.

<< Era solo un combattimento, quello che volevi? Che cosa c’entrano i namecciani? >> intervenne.

L’androide sbuffò, divertito: << Un’esca, o un ostaggio, torna sempre utile. Tante esche lo sono ancora di più. E poi gli abitanti di questo pianeta potrebbero essere un’ottima fonte di nutrimento per me e per i miei cloni. >>

<< Sei disgustoso! Se hai torto loro un’antenna, io… >> disse Jokh.

<< Non preoccupatevi, per il momento stanno bene. Ma ora ditemi dove posso trovare il potente guerriero di cui ho avvertito l’aura. >> gli rispose l’avversario.

<< Tsk, ce l’hai di fronte! >> controbattè il ragazzo, fingendo indifferenza.

<< E sia… Se non volete dirmelo con le buone… >> disse l’androide, poi partì all’attacco.

<< Attento! >> urlò Luth.

Jokh prese in pieno una testata da parte del nemico, ma poi fu pronto a rispondere.

Concentradosi, risvegliò il Culto della Scimmia, rilasciando una potente energia spirituale, che si manifestava con scariche elettriche tutt’intorno a sè, e l’evanescente immagine di una scimmia che si sovrapponeva alla sua.

<< Interessante… >> disse sorridendo Neo-Cell << ma non basterà! >>

I due si scontrarono in modo violento, con uno scambio rapidissimo di calci e pugni: alcuni venivano evitati, altri adavano a segno, purtroppo spesso in direzione del silveradiano.

Luth osservava, indeciso su quando intervenire: aveva già capito che la situazione non poteva risolversi con un duello, ma che lui e il mezzo-saiyan dovevano collaborare, se volevano avere una speranza di vittoria: il livello di quella creatura era difatti, secondo i suoi calcoli, a metà strada tra il suo e quello del suo fortissimo fratello Zamm.

Per prima cosa, quindi, bersagliò la testa dell’androide con un preciso e letale Death Beam.

Questi sembrava distratto, intento com’era a battersi con il silveradiano, ma in un istante si accorse del colpo e lo evitò.

Poi guardò il namecciano, riflettendo tra sé: “Interessante… Ha capito in pochi istanti dove risiedono i miei punti vitali. E’ un guerriero astuto e metodico, non devo prenderlo sottogamba”.

Quindi lo attaccò, esattamente con lo stesso tipo di colpo che aveva ricevuto, ma dirigendolo verso il petto: quel raggio era di un’intensità immensamente maggiore rispetto alla versione di Luth, e quest’ultimo lo evitò per un soffio.

Se non l’avesse fatto, non avrebbe potuto proseguire lo scontro ancora per molto, pensò.

<< Ehi, tu! Dobbiamo lavorare insieme, o non ce la faremo mai! >> protestò con Jokh.

Ma anche il silveradiano aveva compreso con chi avevano a che fare, così non se lo fece ripetere due volte: dopo un rapido cenno di intesa, attaccò alle spalle Neo-Cell, mentre Luth lo colpiva di fronte.

Il nuovo scambio di colpi, tuttavia, non sembrava impensierire l’androide, che riusciva, con torsioni rapidissime del corpo, a rispondere ai pugni e calci che arrivavano dal fronte e dal retro.

Poi, come se si fosse stufato di quel lungo scambio, Neo-Cell scagliò via i due ragazzi, con un calcio rotante che li colpì entrambi.

Finiti a terra a poca distanza, questi ultimi dovettero tentare una nuova tattica.

<< Dobbiamo colpirlo nello stesso momento! E’ l’unico modo per fargli qualche danno serio. >> dichiarò Luth al silveradiano.

Quest’ultimo aveva ormai acquisito una totale intesa con il namecciano, nonostante tutto, così rispose: << Cosa suggerisci? >>

<< Dunque, quella tua tecnica che hai usato contro di me, potremmo… >>

<< Che cosa state confabulando, voi due? Non capite che è tutto inutile? >> disse l’androide, parlando al di sopra dei loro discorsi.

I ragazzi si erano messsi d’accordo: partì prima Luth, che volò raggiundendo quell’essere e nuovamente cercò lo scontro diretto, bersagliandolo con calci, karate chop e pugni tutto il corpo. Il suo obiettivo era ovviamente prendere tempo, mentre Jokh preparava il suo colpo.

Questi, infatti, materializzò tra le mani una potente sfera di energia, di colore rosso. La tecnica era chiamata Crusher Ball, ed era uno dei suoi assi nella manica: scagliò il globo contro l’androide, che però si era accorto di tutto e virò all’improvviso.

Una delle caratteristiche del colpo, tuttavia, era che chi lo scagliava (purché dotato dell’eccezionale rapidità di combattimento del silveradiano) poteva “inseguire” la sfera, continuando a comandarla con la forza spirituale, finché non avesse colpito il bersaglio.

Così fece Jokh, raggiungendo la sfera di energia che aveva creato, e nuovamente spingendola verso Neo-Cell. Nemmeno questa volta ce la fece, e a questo seguirono altri tre tentativi a vuoto.

<< Ah! Ah! Mi piace questo gioco… Uh? >>

La risata di Neo-Cell si interruppe, quando si accorse che il suo torso e le braccia erano stati bloccati in una morsa creata da potenti scariche elettriche.

<< Ti piacciono le mie catene, mostro? >> sghignazzò Luth alle sue spalle.

La sua sicurezza era solo millantata: il loro avversario si sarebbe liberato da quella stretta in pochi secondi, non essendo un combattente qualsiasi.

Ma il piano era quello: finalmente, Jokh riuscì a colpire con la sua sfera di energia l’androide, bersagliandolo al petto. Contemporaneamente, il namecciano preparò, unendo le mani avanti a sè, una massa di energia spirituale che scagliò, sotto forma di onda, colpendogli la testa.

Quel doppio colpo sbilanciò e sembrò danneggiare in modo più serio l’essere, il quale, fuoriuscito dall’esplosione che ne conseguì, cadde rovinosamente al suolo.

Entrambi i ragazzi avevano il fiatone, avendo dato fondo a buona parte delle loro energie: speravano che quello fosse stato il colpo decisivo, ma.... Ovviamente Neo-Cell si rialzò!

Squadrandoli con una certa dose di rinnovato rispetto, disse: << Questa volta siete riusciti a farmi decisamente male… >>. Mentre diceva questo, i danni che il suo corpo aveva ricevuto venivano riparati dal suo eccezionale potere di rigenerazione, ereditato dal padre.

<< Tuttavia, mi sento in imbarazzo! Non vi ho ancora fatto vedere qualcuna delle mie tecniche! Ah, sì! Eccone una che potrebbe essere interessante per voi. >>

Così dicendo, prima fece un ampio gesto con le braccia, poi posizionò le mani, a palmi quasi uniti, sul lato sinistro del corpo, concentrando una potente energia.

<< Ka… Me… Ha… Me... >> disse a bassa voce, poi: << Ha! >> e a quel grido, portò le mani in avanti e sparò un’onda di energia di proporzioni colossali, diretta verso il namecciano, che pareva impreparato a ricevere quel colpo, dato che doveva ancora riprendersi dallo sforzo fatto poco prima.

Fu Jokh, per fortuna, a deviarlo parzialmente dalla traiettoria di quel colpo micidiale, arrivando come un missile in volo. Questo gesto di generosità costò caro anche a lui: nessuno aveva subito un colpo letale, ma entrambi i combattenti avevano condiviso, seppur in parte, l’impatto con quella gigantesca energia. La restante volò al di fuori dell’atmosfera del pianeta, esaurendosi solo nello spazio, a migliaia di chilometri di distanza.

L’androide li guardò, pensando che quel giorno si stava proprio divertendo: i due guerrieri non arrivavano al suo livello, ma insieme avrebbero potuto tenergli testa, se solo fossero riusciti a coordinarsi meglio. Evidentemente, la loro collaborazione era qualcosa di troppo improvvisato.

<< Non volete raccontarmi qualcosa di più, riguardo al potente guerriero che state nascondendo? >> chiese sorridendo.

   
 
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