Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: MuseDePandora    18/01/2015    1 recensioni
John ha un rapporto particolare con il suo coinquilino. Sa che la loro è un’amicizia complicata. E sì, sa che tutti pensano che lui abbia una relazione con Sherlock Holmes. Ma non ce l’ha. Ovviamente. John lo saprebbe. Giusto?
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Traduzione
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera!
Scusate il ritardo, mi ero tipo dimenticata di postare :) 
Questo capitolo e i prossimi saranno un crescendo di momenti tra John e Sherlock che spero vi piaceranno. Io personalmente li ho adorati, in particolare i capitoli 5 e 6...
Ma non voglio dilungarmi oltre :)
Godetevi il capitolo e alla prossima
pantarhei



 
of

(Three)


 
Spettacolarmente ignorante. Quell’osservazione aveva fatto venire a Sherlock un malumore che aveva portato a delle pallottole nel muro del soggiorno, ma ciò non la rendeva meno vera. A volte John sentiva che insegnare le basi a Sherlock fosse il suo lavoro, per mettere un po’ di normalità in lui. Questo uguale misura di lodi e critiche. Perciò sì, quell’uomo era un genio straordinario per quel che riguardava cose che sfuggivano all’attenzione di una persona normale, ma quando si trattava della vita di tutti i giorni e di cultura generale, Sherlock era spettacolarmente ignorante. E John aveva intenzione di dirglielo.
«Sei un idiota» gli comunicò, mentre infilava il secondo lenzuolo sotto il materasso di Sherlock. «Quale uomo adulto non si sa fare il letto? Sherlock, sei attento?»
L’uomo in questione era appoggiato al muro dietro di lui. Aveva la testa indietro, come se stesse sopportando chissà quale agonia fisica invece di una basilare lezione di vita.
«Sì, John» rispose Sherlock. Qualcuno avrebbe potuto facilmente pensare che gli stesse facendo un favore. «Credo ancora di non avere bisogno di un letto. Il divano è più che adeguato quando non posso evitare di dormire. Qualsiasi cosa in più è un inutile spreco di tempo e risorse mentali.»
Fece finta che Sherlock si fosse fermato alla prima frase. «Perfetto. Allora ti insegnerò come rifare il letto.»
«Certo che lo farai» borbottò Sherlock.
«Guarda. Devi assicurarti che la parte che sporge del lenzuolo sia uguale da tutte e due le parti e controlla che sia tirato. Questa è la chiave. Ora, devi sollevare la parte che sporge e fare un angolo di 45 gradi. Vedi cosa sto facendo? Assicurati che sia liscio. Lo infili sotto. Allora riporti giù la parte che sporge. Lo infili sotto. Vedi? Facile. Adesso lo fai tu.» John sollevò lo sguardò dal suo lenzuolo tirato e si sfregò gli occhi per vedere Sherlock che aveva gli occhi chiusi. «Sherlock!»
Gli occhi del suo amico si spalancarono. «Sì?» La sua voce era piena di pigrizia e disinteressata raffinatezza. Secondo John, Sherlock  ci stava andando giù un po’ troppo pesante con l’accento da scuola pubblica solo per indispettirlo.
«Stai attento.»
«Sporgenza uguale da tutti i lati. Angolo di quarantacinque gradi. Liscia e infila. Davvero, John, è un insulto alla mia intelligenza.»
«Ah sì?» chiese. Sherlock inarcò un sopracciglio. «Allora fallo.» Indicò l’angolo successivo del letto e incrociò le braccia con un po’ di compiacimento. Sherlock fissò l’angolo per un bel po’. John riusciva a vedere tutte le emozioni attraversargli il viso: altezzosità, dubbio, preoccupazione e imbarazzo, prima di passare finalmente all’essere seccato. Davvero, quello avrebbe dovuto dargli un indizio,  dal momento che le emozioni di Sherlock non erano mai tanto facili da leggere, a meno che non fosse opera sua. Ma John era troppo preso dalla sua piccola vittoria per curarsene.
«Forse dovresti illustrarmelo ancora una volta» suggerì Sherlock.
John cercò di cancellare il proprio sorriso, perché gongolare era poco gentile e lui avrebbe dovuto essere quello maturo.
«Certo» disse, iniziando con zelo a sistemare il prossimo angolo. Non era cosa da tutti i giorni che il suo amico stesse fermo a sorbirsi una lezione di vita domestica. Tuttavia, non era ciò che stava succedendo quel giorno. Sherlock si approfittò del fatto che John si trovasse dall’altro lato del letto e nel giro di tre secondi fu fuori dalla stanza.
«Sherlock!» John partì all’inseguimento. «Torna qui!»
«Sono a un punto di svolta, John!» gli gridò di rimando Sherlock. «Dovrai finirlo al mio posto!» Quella frase fu enfatizzata dallo sbattere della porta.
Sherlock non poteva davvero pensare che fosse così stupido da crederci. Non stavano nemmeno lavorando a un caso.
John lo prese come un altro esempio della spettacolare ignoranza di Sherlock. Il sistema solare. Il surriscaldamento globale. Il Primo ministro. Rifarsi il letto. Queste cose semplicemente non facevano parte del disco rigido di Sherlock. Avrebbe potuto inseguirlo e convincerlo a imparare come rifarsi il letto, ma a una parte di lui piaceva sapere più del suo amico riguardo certe cose. Rendeva Sherlock un po’ più umano e dava a John qualcosa in più in cui contribuire. Se fosse stato la signora Hudson, sicuramente si sarebbe messo a sbraitare di non essere la loro governante, ma qui non si trattava di essere d’aiuto. A Sherlock non importava di avere il letto rifatto oppure no. Diamine, non gli importava nemmeno di avere un letto. Ma a John importava. Voleva assicurarsi che Sherlock avesse un letto pulito tanto quando voleva essere certo che mangiasse abbastanza. Gli altri credevano che questa fosse la prova del controllo che Sherlock aveva su di lui, ma in realtà era proprio l’opposto. C’era potere nel fatto che lui mettesse una tazza di the e un toast di fronte al suo coinquilino e questi bevesse e mangiasse, anche se non aveva fame. C’era potere nel fatto che Sherlock lo lasciasse entrare nella sua stanza perché John voleva rifare un letto che a lui non importava utilizzare.  Sherlock lasciava che John si prendesse cura di lui e c’era un sacco di potere in questo. Soprattutto perché Sherlock non ne aveva bisogno. Ciò suggeriva che lo volesse. C’erano davvero poche persone di cui Sherlock avesse bisogno nella sua vita, ancora meno che lui volesse. John avrebbe anche potuto essere l’unico. Per questo era difficile arrabbiarsi.
Spettacolarmente ignorante, ma anche quello lo affascinava.
«Idiota» borbottò John, e finì di rifare a il letto di Sherlock.




 
   
 
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