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Autore: Ryoda_Oropa    24/11/2008    1 recensioni
Gli ainu, che un tempo abitavano insieme agli oni sullo stesso pianeta, sono stati esiliati al termine di una lunga guerra e costretti a vivere su un pianeta inospitale e privo di vita. Alla continua ricerca di fonti di energia pulita con lo scopo di rendere migliore la loro nuova dimora, questi esseri individuano in Lamù un ottima fonte e si preparano ad attaccare la Terra... ma non hanno fatto i conti con Ataru e soci! Secondo capitolo della trilogia "Dei e popoli dell'universo" e seconda fatica letteraria ad opera del duo di autori composto da Kitsune no Pao e Achille88!
Genere: Romantico, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Benten, Kurama, Lamù, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'IMPERATORE DEL FUOCO

Sulla Terra, intanto, la vita scorreva tranquilla.

I coniugi Moroboshi stavano pranzando, quando suonò il campanello. La donna si diresse verso l'uscio e vide una marea di gente che se ne stava con la testa chinata in silenzio.

"Siamo qui per scusarci con voi in seguito agli avvenimenti accaduti il giorno della comparsa dell'astronave!", disse una signora anziana che fungeva quasi da ambasciatrice.

"Belle parole", comentò la madre di Ataru."Mio figlio è uno sciocco, un donnaiolo, un lazzarone e un debole! Eppure, lui da solo, ha salvato la Terra dall'invasione. Lamù si invaghì di lui e nei primi tempi ha subito ogni genere di sventura. Ma non ha mai chiesto nulla a nessuno. L’unica volta in cui lo ha fatto, voi lo avete abbandonato. Lui ha salvato Tomobiki e la Terra intera, ma Tomobiki non ha fatto nulla per lui".

La signora Moroboshi rientrò in casa sbattendo la porta e piangendo fra le braccia del marito.

 

Nell’astronave di Lamù, in rotta verso Ainuboshi, il tempo scorreva lento. Benten non si muoveva dal posto di comando, controllando continuamente la rotta; Oropa si allenava con Shutaro nell’arte della spada, scambiandosi colpi per tutto il tempo, smettendo unicamente per cibarsi e dormire; Shinobu dormiva con la testa appoggiata sulle gambe di Ryuunosuke, mentre quest’ultima osservava l’infinità dell'universo fuori dall’oblò.

 

Sette giorni dopo la navicella entrò nell’orbita del pianeta degli ainu.

"Ci siamo!", annunciò la dea della fortuna.

"Siamo pronto per la battaglia!", risposero tutti in coro.

Benten distribuì a tutti una speciale caramella in grado di annullare gli odori che ciascuno ingoiò.

"L’effetto durerà più di tre giorni", spiegò la giovane dea. "Quindi abbiamo tutto il tempo per fare un lavoro pulito. Ci fingeremo turisti, atterreremo nello spazioporto più vicino alla postazione dove tengono prigioniera Lamù e con la scusa di visitare il pianeta, ci porteremo in posizione!".

All'improvviso Ten uscì dal suo nascondiglio e tutti rimasero paralizzati dalla paura. "Brutto idiota!", lo insultò Oropa. "Un solo starnuto da parte tua e l'intero pianeta esploderà!".

"Ma io voglio salvare la mia cuginetta!", protestò il piccolo oni con gli occhi bassi.

"Allora resterai a fare la guardia all'astronave... come un bravo cagnolino!", propose Shutaro sgarbatamente.

Offeso dall'affermazione, Ten inspirò profondamente pronto ad incenerire il giovane Mendo; ma prima che potesse farlo, venne scaraventato a terra da Shinobu e Ryuunosuke. "Verrai con noi, ma con la bocca bendata!", disse la ragazza coi capelli a caschetto.

Quando finalmente la navicella toccò il suolo, lo sparuto gruppo si precipitò fuori e si trovò circondato dai nemici.

"Che ci abbiano già scoperto?", commentò Oropa.

"Sarà meglio fare una prova...", propose Shutaro avanzando verso gli orrendi esseri. "PACE E BENE A VOI, POPOLO DI AINUBOSHI! IO, SHUTARO MENDO, VENGO PER TRATTARE SULL’ACQUISTO DI INGENTI QUANTITA’ DEI VOSTRI IDROCARBURI!".

"IMBECILLE!", gli urlò di rimando uno di loro brandendo un pesante randello.

"COME OSI?!!", ringhiò il rampollo della famiglia più ricca e potente del Giappone mentre sguainava la sua katana.

"Sappiamo benissimo di non essere molto intelligenti... MA PRESENTARVI QUI CON LA NAVICELLA DELLA RAGAZZA CHE ABBIAMO RAPITO E’ DEGNO DI ESSERI BEN PIU' STUPIDI DI NOI!!", affermò quello che sembrava il capo del drappello di ainu.

"Non ha tutti i torti…", bisbigliarono in coro i ragazzi prima di risalire sull'astronave e ripartire.

"A questo punto possiamo solo attaccare direttamente il centro dove tengono Lamù!", disse Oropa. "Ma prima vorrei fare i miei complimenti a colei che ha curato la fase infiltratoria del viaggio!"

"Stai zitto!", mormorò Benten rossa per l'imbarazzo.

Rimasti con un pugno di mosche, gli ainu inforcarono i loro velivoli e li misero in moto. "CHE SCAPPINO PURE!", urlò il loro capo agitando una grande mazza ferrata. "SAPPIAMO DOVE SONO DIRETTI, GIUSTO?!".

"CERTO!", rispose un ainu seduto sul mezzo di fianco al suo. "TUTTI QUELLI CHE VOGLIONO COMPRARE IDROCARBURI VADANO AL GRANDE CENTRO DI SMISTAMENTO!".

"SEI UN IMBECILLE!!", gridò il capo degli esseri prima di colpire il suo sottoposto con la mazza ferrata. "SPERO CHE NESSUNO DI VOI ABBIA ALTRE STUPIDAGGINI DA DIRE!", minacciò il gigante rivolgendosi al resto della truppa.

"Ma io ho sentito che volevano comprare idrocarburi…", ammise timidamente uno degli sporchi e tonti esseri.

"Razza di idioti...", mormorò sconsolato il loro capo chinando lentamente il pesante testone sul volante del mezzo.

 

"QUELLO E’ L’EDIFICIO DOVE TENGONO RINCHIUSE LAMU’ E KURAMA!", gridò Benten.

"Ci siamo!", si caricò Ryuunosuke.

"Ma è tutto ricoperto dal ghiaccio laggiù!", fece notare Ten. In effetti il suolo era coperto da una spessa coltre di ghiaccio e neve ed anche l’edificio stesso era parzialmente congelato.

"Questa è opera di Oyuki!", gridarono tutti in coro, felici all'idea che la regina di Nettuno non li avesse abbandonati. Nascosero l’astronave poco lontano e si avvicinarono al piazzale antecedente il grande edificio. I segni di una furiosa battaglia apparivano chiari ovunque: carcasse di navicelle saziali e corpi di ainu giacevano congelati in ogni direzione.

Ad un tratto, avanzando nella spessa coltre di neve, Shinobu inciampò su qualcosa ed emise un grido; tutti si voltarono nervosamente per vedere cosa fosse e rimasero stupiti nel rinvenire dal suolo un esoscheletro da battaglia color bianco perla.

"Ma è Oyuki!", esclamò Benten prendendo il corpo inanimato dell’amica e sollevandolo; aprì la visiera del casco e gli occhi rossi della regina di Nettuno apparvero in tutto il loro splendore.

"B-Benten... toglimi questa roba!", sussurrò la bella aliena. "Le batterie di sostentamento si sono scaricate e pesa troppo per me!".

Dopo aver obbedito e rimosso l’armatura ormai inutilizzabile la dea della fortuna aiutò l’amica ad alzarsi da terra, facendola apparire in tutto il suo gelido splendore.

"Ho saputo quello che era successo e fino all'ultimo, ho celato le mie intenzioni per non destare sospetto alcuno", disse la regina di Nettuno con voce provata dalla fatica. "Sono entrata in azione per sgomberarvi il campo, ma la carica del mio esoscheletro si è esaurita prima del previsto e non sono riuscita a penetrare nell’edificio...".

"Hai fatto un lavoro eccellente!", commentò Shutaro. "Ora lascia il resto a noi".

"Senza il mio esoscheletro non posso usare i miei poteri; il rischio di venire intossicata dalle esalazioni di questo pianeta è un rischio troppo alto per un essere candido e puro come me, perciò devo andarmene da qui immediatamente!".

Benten abbracciò calorosamente l’amica… e si accorse che Oropa era rimasto imbambolato a fissarla.

Benten si avvicinò all’amato con ampie e nervose falcate. "Smettila subito!", gli intimò. Il ragazzo, per tutta risposta, emanò un ululato.

La dea serrò entrambe le mani intorno al collo del fidanzato e appoggiò la sua fronte contro quella di Oropa bisbigliando minacciosamente: "Conosco questo sguardo! Scommetto che stai immaginando Lamù, Oyuki e me in una camera d'albergo tutte a tua disposizione... non è così?!".

Oropa si riprese dal suo stato di torpore mentale con uno scossone, poi si sedette al suolo nella posizione del loto e sfregando un rosario, prese a mugugnare qualcosa. Benten avvicinò l’orecchio.

"O grande Buddha, purificami dalle tentazioni...".

"SEI UN PORCO!", gridò la dea scaricando all’indirizzo del ragazzo tonnellate di piombo rovente.

Oropa scappò coprendosi la testa. "Non potrei mai avere simili pensieri nei tuoi riguardi! Eravamo solo io, Lamù ed Oyuki!!".

"CHE COSA HAI DETTO?!?", sbraitò Benten.

"Cerca di capire!", tentò di giustificarsi Oropa. "Per un uomo solo due donne così focose sono quasi ingestibili e ti assicuro che una terza…".

"COSA MI ASSICURI, TU?!?".

Fuori di sé dalla rabbia, Benten impugnò il bazooka ed inviò all’indirizzo dell’amato un missile. Oropa, vedendo arrivare l’infernale arnese, sfoderò le spade e all’ultimo istante ne deviò la traiettoria. L’ordigno esplose in cielo, ma il giovane non fece in tempo ad emettere un sospiro di sollievo che qualcosa di freddo e metallico si fece largo nella sua bocca.

"Stavo scherzando!", ribadì Oropa prima che la dea della fortuna, fortunatamente convinta, si decidesse a riporre la pistola a raggi laser che fino a poco prima lo minacciava.

Oyuki approfittò della confusione creatasi per defilarsi silenziosamente in una folata di neve.

"Non sprecate energie per queste stupidaggini!", sbottò innervosita Ryuunosuke. "Presto ci serviranno!".

Un rombo di motori annunciò che gli ainu erano arrivati e improvvisamente calò l’oscurità.

"NON SAPETE CHE QUESTO PIANETA E’ ILLUMINATO ARTIFICIALMENTE? ORA SIETE NEI GUAI!", gridò il capo degli immondi esseri emettendo una risata sinistra.

"Per me non c'è problema", commentò Ryuunosuke. "Percepisco chiaramente i loro movimenti!".

"E' BUIO! E' STRETTO! HO PAURAAA!!", gridò Shutaro in balia dei suoi attacchi di claustrofobia.

"Finiscila, Mendo! Qui è buio... ma non è stretto!", lo bollò Shinobu seccata dalle debolezze dell’amato compagno.

"Scusatemi!", esclamò il giovane Mendo visibilmente imbarazzato.

"L’oscurità non è totale, ma finchè gli occhi non ci si abitueranno non saremo in grado di difenderci...", pensò Oropa. "Devo prendere tempo!".

Alla fine, il ragazzò iniziò a ridere in modo da attirare gli ainu verso di sé ed attaccarli.

Il rumore di uno schiaffo interruppe la sinistra risata. "Si può sapere che diavolo stai combinando?", chiese spazientita Benten.

Oropa si voltò verso di lei regalandole uno dei sorrisi più dolci che la ragazza avesse mai visto sul volto del suo amato. "Se mi hai visto, significa che ho avuto successo!", disse il ragazzo sfilando le spade; portò Fortuna alla bocca, impugnò Amicizia nella mano sinistra e strinse Amore nella destra; poi si lanciò contro lo schieramento nemico.

"T-Ti ho visto…", bisbigliò Benten dopo aver intuito l’intenzione di Oropa.

Anche Mendo si lanciò verso gli ainu gridando a più non posso e sfoderando la lama.

Ryuunosuke e Shinobu stavano anch’esse per lanciarsi, ma Benten chiese loro di dirigersi verso la struttura, cercare Lamù e comunicare agli altri la posizione.

La dea della fortuna, invece, prese in grembo Ten e corse verso l’ufo per recuperare la moto spaziale ed usarla in battaglia.

Nel frattempo, Ryuunosuke e Shinobu varcarono una stretta e rugginosa porta che a stento scorsero in una parete. Dentro, un labirinto di corridoi tutti uguali; per fronteggiare l'intricata situazione, le due ragazze attuarono una tecnica speciale: Shinobu si occupava di attirare i nemici che incontravano sul loro cammino dietro gli angoli formati dagli incroci degli stessi corridoi e la sua compagna li avrebbe messi al tappeto con i suoi formidabili pugni.

Fuori infuriava la battaglia.

Mendo e Oropa, soli contro cento ainu ed immersi in una semioscurità, sfoggiavano tutta la loro abilità di spadaccini. Shutaro affrontava un nemico alla volta, mentre l’altro cercava di arginare l’avanzata del gruppo con la tecnica del Tornado di lame.

Quando la katana del rampollo della famiglia Mendo cozzava contro i metallici randelli degli ainu, le scintille illuminavano il suo viso lucido di sudore.

Benten arrivò in sella alla moto, il cui potente fanale faceva finalmente luce sul campo di battaglia. Volando rasoterra poteva sfruttare la sua catena per assestare dei violenti colpi alle orride creature che incrociava sulla sua traiettoria ed Oropa, grazie alla fonte di luce, poteva indirizzare meglio i suoi attacchi.

"Non finiscono mai!", commentò stravolto Shutaro dopo aver abbattuto l'ennesimo nemico.

"Non mollare!", gli gridò di rimando Oropa.

Un grosso ainu colpì Shutaro all'addome. Quest'ultimo rovinò al suolo a parecchi metri di distanza; Oropa, distrattosi, ricevette un violento colpo alla schiena e cadde sulle ginocchia.

Benten cercò di accorrere in aiuto dell'amato, ma il capo degli ainu la afferrò al volo e la scaraventò violentemente in mezzo alla neve fresca, mentre la moto proseguì la sua corsa per alcuni metri prima di precipitare al suolo.

La dea era certamente robusta; tuttavia, i lineamenti del viso erano dolci, gli occhi dipinti del colore del cielo sgombro dalle nuvole, i capelli neri raccolti con cura… anche il corpo longilineo e sinuoso non lasciava certo intuire tutta la forza che era in grado di sprigionare.

Alla vista dell’enorme ainu che la stringeva in pugno e successivamente la scaraventava al suolo, Oropa sentì qualcosa esplodere nel suo petto… un istinto atavico si stava risvegliando in lui e il giovane spadaccino poteva sentirne le pulsazioni, sempre più forti, che lo facevano sobbalzare.

L’immagine di un demone lupo gli apparve improvvisamente nella mente.

Gli ainu ridevano di gusto, rivolgendo parole di scherno agli sconfitti. Mendo giaceva a terra privo di sensi, così come la povera e bella Benten.

Ten era incastrato sotto la spazio moto, ma a causa della benda sulla bocca non riusciva a parlare.

L’oscurità faceva da contorno alla sconfitta dei coraggiosi amici di Lamù.

Un ululato sinistro si diffuse nell’aria, ammutolendo all’istante ogni nemico presente.

"NON CI SONO LUPI SU QUESTO PIANETA!", gridò sconcertato uno di loro.

Poi si accorsero che il giovane con lo yukata e le tre spade stava in piedi al centro del loro gruppo. Il suo respiro era lento e pesante, carico di energia.

Gli ainu lo circondarono, stringendolo in un cerchio che non lasciava alcuna via di fuga.

Il capo delle immonde creature si andò a posizionare poco distante. "FINIRAI A PEZZI, MISERO TERRESTRE! NON AVEVATE SPERANZA NEL MOMENTO STESSO IN CUI SIETE SBARCATI... LA VOSTRA FORZA E’ NULLA PARAGONATA ALLA NOSTRA, ED ORA CHE L’UNICA FONTE DI LUCE CHE AVEVATE SI E’ SPENTA, SIETE FINITI. INIZIEREMO CON TE, POI TOCCHERA’ AI TUOI AMICI... E LA TUA DONNA SARA’ LA NOSTRA SCHIAVA!!".

Oropa alzò la testa e i nemici videro che gli occhi del ragazzo erano diventati di un color rosso acceso. Gli esseri indietreggiarono di un passo all’unisono, quasi spaventati.

"NON E' POSSIBILE!", gridò uno degli ainu.

"COSTUI E' UN DEMONE!", replicò un suo compagno.

"Che sia... il potere dell'amore?!", si domandò un altro ainu.

"TI AMO, MASAKO!", gridò ad un tratto il padre di Ryuunosuke comparso dal nulla come un fantasma.

L’attacco cominciò e le immonde creature si lanciarono tutte assieme verso quelle luci rosse che identificavano la posizione del ragazzo… ma queste, con movenze rapidissime, mietevano vittime e il rumore che le spade di bambù producevano impattando i corpi dei nemici era di una violenza inaudita. In breve gli occhi rossi furono nuovamente fermi al centro di un cerchio composto dai corpi degli ainu.

Improvvisamente la luce tornò ad illuminare il pianeta e pochi attimi dopo Ryuunosuke, Shinobu e Kurama uscirono da una breccia sulla parete dell'immenso edificio.

Benten, Ten e Mendo, finalmente ripresisi, tenevano gli occhi increduli su Oropa… qual’era il segreto di quegli occhi rossi? Da dove proveniva tutta quella forza? Covava forse un demone animalesco all’interno del suo corpo?

"Questi occhiali coi led rossi nella montatura sono fantastici!", esclamò il ragazzo letteralmente entusiasta.

Benten gli si fece vicina e glieli strappò dalla faccia. "DOVE DIAVOLO LI HAI PRESI?", chiese adirata la dea della fortuna.

"I-In un spazio grill dove ci siamo fermati per fare rifornimento…", spiegò il giovane.

Shutaro, incredulo e stravolto, si avvicinò per vederli meglio; poi afferrò Oropa per il collo e gli gridò in faccia: "HAI COMBATTUTO AL BUIO CON DEGLI OCCHIALI DA SOLE CALATI SUL NASO?".

Oropa lo respinse e gli gridò di rimando: "ERA BUIO IN OGNI CASO, FIFONE!!". Poi assunse un’aria distaccata e superba ed aggiunse: "Occorreva il phatos giusto per questa scena…".

"Abbiamo trovato l’interruttore e Kurama, ma di Lamù… nessuna traccia", disse Shinobu.

"La luce viene emessa facendo attraversare con la corrente elettrica le nuvole di gas ed ora abbiamo riacceso la luce!", aggiunse Ryuunosuke soddisfatta. "Kurama era impegnata a sfruttare il suo vento per far girare delle grosse eliche adibite alla produzione di elettricità e probabilmente stanno sfruttando Lamù allo stesso modo!".

"So che tengono Lamù in una stanza speciale", spiegò la principessa dei tengu. "Anche quell’idiota di Moroboshi è tenuto prigioniero ed è sfruttato per impedire che Lamù si rifiuti di produrre corrente!".

Poi Ryuunosuke vide il padre steso a terra e gli chiese: "Cosa ci fai qui, vecchio?".

"Un padre segue sempre il cammino del figlio!", disse con parole solenni il signor Fujinami.

"IO SONO UNA DONNA!", gridò esasperata la ragazza colpendo l'uomo al volto e scaraventandolo lontano.

"Vedo che sapete molte cose...", aggiunse il comandante degli ainu. Il gigante si era alzato e si avvicinava lentamente al gruppetto appena riunitosi. "Dopo anni trascorsi nel fetore, nello smog e nella sporcizia... dopo che il nostro corpo si è dovuto evolvere per adattarsi alla vita su questo pianeta inospitale… ABBIAMO DECISO DI PRODURRE ENERGIA PULITA!".

"Fai un altro passo e te ne pentirai amaramente!", gli disse Shutaro con la spada sguainata.

La creatura lo colpì al fianco col pesante randello e riprese la sua avanzata. "QUANDO GLI ONI CI HANNO CONFINATI QUI… CI HANNO FATTO UN FAVORE! IL PETROLIO E’ FONTE DI RICCHEZZA E MOLTI PIANETI LO COMPRANO DA NOI! TUTTAVIA, PUR ESSENDO RICCHI NON POSSIAMO ABBANDONARE QUESTO MALEDETTO PIANETA A CAUSA DELLE MODIFICHE CHE HA IMPOSTO AL NOSTRO CORPO. COSI’ABBIAMO DECISO DI VAGARE ALLA RICERCA DI FONTI DI ENERGIA PULITA... E LA VOSTRA AMICA E’ UNA FONTE PERFETTA!".

Ryuunosuke gli affondò un pugno nella pancia. "Fermati subito, dannata palla di lardo maleodorante!".

L’ainu la scaraventò lontano con un possente calcio al ventre; Shinobu corse verso l'amica.

"PRODUCE INGENTI QUANTITA’ DI ELETTRICITA’ ALLO STATO PURO, SI RICARICA E LE BASTA VEDERE QUELL’IDIOTA DEL SUO UOMO FARE IL BUFFONE CON LE BALLERINE PER EMETTERE CORRENTE ININTERROTTAMENTE!", gridò l'orrendo essere lasciando cadere la sua mazza ferrata all’indirizzo di Benten.

Oropa bloccò la pesante arma aiutandosi con due delle sue spade. L’ainu rise. "LO SAPEVO CHE ERA TUTTA SCENA! HAI INGANNATO TUTTI... MA NON ME! TI SEI LIMITATO A SPOSTARTI SFIORANDO I MIEI SOTTOPOSTI E QUELLA MASSA DI IDITOTI, NEL TENTATIVO DI COLPIRTI, SI SONO ELIMINATI A VICENDA... SEI UNA SCHIFOSA LARVA! ORA TI COLPIRO’ SUL SERIO!!".

"BENTEN, SCAPPA!", gridò Oropa all'indirizzo dell'amata.

Seppur con le lacrime agli occhi, la dea obbedì... giusto in tempo per vedere Oropa schiacciato dal peso della mazza del nemico.

Benten si lanciò verso l'amato, ma l'ainu la spedì lontano con una manata.

"DOPO IL COLPO DI GRAZIA SARA' TUTTO FINITO", gridò il comandante degli ainu con la mazza sollevata e pronta a colpire l'inerte Oropa. Il braccio del mostro cominciò a muoversi; ma Ten, dopo essersi sbarazzato della benda che gli serrava la bocca, gli si parò davanti, inspirò profondamente ed emise una delle sue fiammate. Ma non fu abbastanza veloce e il bestione lo schiacciò al suolo col palmo della mano libera.

"SPARISCI, MOSCERINO!", gridò l'orrida creatura all'indirizzo del piccolo oni mostrandosi visibilmente terrorizzata alla vista delle fiamme sprigionate dalla bocca del cuginetto di Lamù.

"Allora il grasso che li protegge... è infiammabile!", pensò Oropa. "Forse abbiamo ancora una speranza. Il giovane spadaccino raccolse tutte le forze rimaste e si rialzò.

"Sei più resistente si quanto pensassi", lo schernì il comandante degli ainu.

"Taci, brutto muso!", lo interruppe il malconcio ragazzo. "Il tuo sogno è grande, ma i mezzi che usi per arrivare ad esso sono malvagi. Tu hai osato colpire Benten per ben due volte... la mia donna non va colpita, ma venerata perchè essa è una dea. Il suo viso grazioso deve accogliere carezze, non schiaffi; la sua pelle che profuma di pesca è fatta per essere baciata, non per essere rovinata da manacce luride come le tue. Il mio sogno è passare la mia vita al suo fianco... e tu sei stato di intralcio al mio sogno!".

"BUFFONE!", lo insultò il possente ainu. "IO DISTRUGGERO' IL TUO SOGNO E LA TUA DEA SARA' MIA SCHIAVA!".

Oropa appoggiò un piede sulla pancia di Ten e calcò sullo sterno in modo che una vampata di fuoco colpì la sua spada di bambù.

L'ainu indietreggiò spaventato.

Il giovane spadaccino strofinò le restanti spade con quella già trasformatasi in torcia ed ottenne tre spade infuocate. "Queste spade sono state realizzate impregnandole con della resina... e se aggiungi che le ho usate contro di voi e sono bagnate del vostro grasso... non si spegneranno al primo movimento!".

La creatura osservava angosciata le tre spade fiammeggianti, poi sollevò la sua pesante arma e partì alla carica.

Oropa cominciò a roteare su se stesso trasformandosi in una sfera di fuoco. Quando il suo nemico gli fu vicino cominciò a colpirlo ripetutamente al ventre, alle gambe, al busto e al volto. Il mostro fu sul punto di cadere al suolo ed il ragazzo interruppe il moto rotatorio scaricando contro di lui la vampata che aveva creato, alimentata dal forte vento generato dalla rotazione.

"URAGANO DELL'IMPERATORE DEL FUOCO!!", gridò il giovane spadaccino.

L'ainu venne scaraventato in aria avvolto nelle fiamme e ricadde al suolo mentre le sprire di fuoco lo avviluppavano; il grasso che proteggeva la sua pelle non gli lasciava scampo. Il mostruoso essere cominciò a rotolarsi disperatamente nella neve emettendo strazianti ruggiti. Quando le fiamme si placarono, l'essere rimase al suolo immobile.

Oropa scaraventò al suolo ciò che restava delle sue spade. Avanzò a grandi falcate verso il corpo esanime del suo nemico, afferrò il suo orrido faccione e gridò scosso dall’ira: "COME HAI OSATO FARMI FARE LA FIGURA DELL’IDIOTA DAVANTI A BENTEN? DOVEVI PROPRIO SPIFFERARE A TUTTI CHE LA MIA TECNICA DELL’OSCURITA’ ERA SOLO UN ASTUTO PIANO PER FARE IN MODO CHE I TUOI SOLDATI SI COLPISSERO A VICENDA?! ERA STATA UNA SCENA PERFETTA E TU HAI ROVINATO TUTTO! ORA ME LA PAGHERAI CARA!!".

Detto questo, Oropa si accorse che Benten stava correndo stupita verso di lui; il giovane cominciò a barcollare, tese le braccia verso di lei e si lasciò cadere fra le braccia dell’amata. La dea della fortuna non riuscì a sorreggerlo ed entrambi caddero nella coltre di neve.

"Benten... non volevo morire sotto un cielo così grigio", esordì Oropa con parole degne del miglior attore tragico. "Ora che tu sei fra le mie braccia, accetterò il destino avverso!".

"Oropa... è proprio necessario che le tue mani sondino le mie natiche mentre intavoli questa scenata?", domandò la dea della fortuna con occhi torvi.

Smascherato, Oropa si rialzò e una volta che l'intero gruppo si ricompattò, il ragazzo ringraziò di cuore Ten, aggiungendo che era stato proprio un bravo bambino.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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