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Autore: BettyLovegood    19/01/2015    6 recensioni
Alice è una semidea.
Il suo migliore amico Lucas è un satiro.
Ha un fratellastro gemello che non ha mai conosciuto.
Suo padre è un dio.
La morte di sua madre non è stata casuale.
Dal capitolo 5:
Alice si era definitivamente stancata. –Mi sapete dire chi diamine è questo Percy?- urlò improvvisamente.
 Ma la ragazza non dovette aspettare una risposta. Qualcuno uscì dalla porta.
 Era un ragazzo alto con i capelli neri scompigliati e gli occhi verde mare. Era la copia esatta di Alice.
La ragazza lo studiò: il modo in cui curvava le spalle, il viso, i lineamenti , tutto era così simile a lei.
Era come vedere se stessa in versione maschile.
Dal capitolo 14:
-Alice, domani posso dire a tutti di essere andato a letto con te?- Mi ha chiesto improvvisamente.
 Ho alzato la testa per guardarlo e lui é scoppiato a ridere.
 -Sto scherzando!- ha detto.
 Ho riso insieme a lui. Se c'é una cosa che Leo sa fare é farmi ridere nei momenti più tristi e io lo adoro per questo.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Mostri, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il suono della risata di Leo é la cosa piú bella che io abbia mai sentito.
Magnifica. É cosí chiara e limpida, e mi fa sentire terribilmente bene.
Infonde sicurezza, pace e calma.
Se un giorno mi chiederanno a cosa non potró mai rinunciare la mia risposta sará la sua risata.
É estremamente contagiosa, e questo mi piace da morire.
Perché nella vita c'é bisogno di ridere, sempre, come diceva la mamma di Leo al mondo c'é poca gente che sorride.
Anche quando va tutto storto, lui mi ha insegnato che bisogna sorridere, perché tutto si puó aggiustare.
-A cosa pensi?- mi chide improvvisamente interrompendo i miei pensieri.
Lo guardo un attimo: sta steso sul prato verde al mio fianco a pancia in giú e mi osserva.
-Hai davvero infilato la colla nel cappello di quel povero uomo?.- gli chiedo io, ricordando la storia che mi ha accontato poco prima.
Lui sbuffa. -Povero non lo é per niente. Ha piú soldi del presidente degli Stati Uniti.- dice giocando distrattamente con una mia ciocca di capelli. -E poi se lo é meritato. Voleva farmi andare a scuola in giacca e cravatta, ti rendi conto? Sembravo un pinguino idiota.-
Scoppio a ridere e lui sorride.
-E poi sei scappato?- gli chiedo.
Lui alza le spalle. -Mi ha mandato via lui e la moglie era super felice.- Mi dice sorridendo ancora. -Anche lei aveva ricevuto qualche scherzetto.-
Scuoto la testa. -E lei cosa ti aveva fatto?-
-Voleva farmi mangiare i broccoli, io odio la verdura.- dice mentre osserva la ciocca dei miei capelli neri intrecciata sul suo dito. -Cosí le ho gentilmente ricordato che lei non era mia madre e che non poteva obbligarmi a mangiare quella roba. Lei si é arrabiata e io il giorno dopo le ho messo della tintura blu nel bagnoschiuma. Quando é uscita dalla doccia sembrava un puffo troppo cresciuto.-
Scuoto nuovamente la testa e rido.
-Sai che una volta ho fatto una cosa del genere anche io?- gli dico osservandolo.
Lui si volta verso di me. -Non ci credo.-
-Oh, ne ho fatti parecchi di scherzi ai miei genitori temporanei.- Gli dico sorridendo e ricordando quei terribili giorni passati ad andare da una famiglia all'altra. Li chiamavo genitori temporanei perché nessuno avrebbe mai preso il posto di mia madre, nessuno ne sarebbe mai stato in grado.
-Quale é stato il piú bello che hai fatto?- mi chiede divertito.
Anche lui, come me, é stato spostato da famiglia a famiglia, anche lui si é reso insopportabile con i suoi genitori temporanei perché anche lui come me non aveva bisogno di nessuno che non fosse sua madre.
Anche perché la maggior parte delle volte questi genitori erano dei veri e propri rompiscatole.
Cio ho pensato un pó e poi ho sorriso.
-Una volta sono stata affidata ad una donna sulla cinquantina fissata per la moda. - gli dico. -Non faceva altro che comprare scarpe e abiti che non poteva portare. Guardava programmi sulle top model tutto il giorno, non cucinava neanche, costringeva me a farlo dato che io ero ospite da lei. Non m'importava di quello, tanto erano cibi precotti, bastava infilarli nel microonde ed erano pronti. Per un pó di tempo andó tutto bene: io avevo la mia vita e lei la sua. Non si arrabbiava neanche quando i professori la mandavano a chiamare perché avevo combinato qualche disastro a scuola. Un giorno peró le venne la fissazione del colore rosa perché in tv avevano detto che era femminile, come se serve la televisione per capire una cosa del genere.- mi fermo un attimo a prendere fiato.
-Inizió a blaterare di dipingere le pareti di casa rosa e ovviamente costrinse me a farlo. Vivevamo in un confetto schifosamente rosa, tutto tranne la mia stanza in cui lei non aveva accesso. Una sera mi fermai a dormire da Andrea, lo facevo spesso e lei non ci badava affatto. Quando il giorno dopo ritornai non solo le pareti della mia stanza erano dipinte di rosa, ma aveva gettato via tutti i miei vestiti, sostituendoli con altri che , secondo l'opinione della tv, erano piú adatti a me. Immaginati me a tredici anni andare in giro con una maglietta nera strapiena di brillantini, con sopra scritto 'io vesto alla moda, grazie mamma'.- Lui scoppia a ridere.
-E avevo anche le scarpe abbinate!- continuo io suscitando ancora di piú le sue risate. -Duró solo un giorno quello strazio, chiesi gentilmente di riavere i miei vecchi abiti ma lei mi urló che non poteva avere una figlia che vestiva con vestiti fuori moda e che mia madre era stata un'ingrata a non insegnarmi nulla sulla moda. In pratica dovevo tenermi quelli che mi aveva comprato e basta. Io le urlai che preferivo andare in giro in mutande e me ne andai da Andrea. Mi feci prestare qualche sua maglietta e architettai il piano piú geniale che io abbia mai messo in atto.
Andrea conosceva un tizio alla radio, andammo da lui e registrammo un finto annuncio in cui si diceva che da quel giorno era scoppiata la moda multicolore, ovvero bisognava vestirsi di piú colori possibili. Chi possedeva piú colori addosso era alla moda, inoltre il nero era decisamente fuori moda.
Quella sera me ne tornai a casa, lei doveva andare ad un famoso party di beneficenza, anche se lei si interessava  di questa roba solo per sfoggiare i suoi abitini nuovi. Non aveva mai cacciato un soldo. Comunque misi fuori uso il televisore, guardava sempre uno specifico programma di moda prima di vestirsi, e accesi la radio dicendole che anche lí davano lo stesso programma. Alle otto in punto partí l'annuncio che avevamo registrato e lei, allarmata per quel'ultima esplosione di moda inizió a cercare l'abito giusto. Quando usci dalla sua stanza mi trattenni a stento dallo scoppiare a ridere. Aveva addosso la cosa piú ridicola che io abbia mai visto: indossava dei collant multicolore, che chissá dove diamine li aveva trovati, un abitino per metá giallo e metá arancione, coperto di lustrini e un paio di scarpe con il tacco di colore diverso, perché cosí risultava piú colorata. Il tocco piú bello peró erano gli scaldamuscoli rosa.-  Mi fermo un attimo a ricordare quella scena e non riesco a non ridere, era davvero ridicola.
-Diamine Alice, hai distrutto quella donna!- mi dice Leo mentre si asciuga le lacrime che gli sono uscite per le troppe risate.
-E non é finita!- gli dico -Quando se ne andó soddisfatta per il suo lavoro, chiamai Andrea e attuammo la fase 2. Dipingemmo tutte le pareti di casa di nero, la casa era piú scura della Cabina di Nico. Sulla parete nell'entrata le lasciai un messaggio con la pittura bianca: 'io NON vesto alla moda, grazie mamma'. Feci i bagagli e me ne andai anche da quella casa, anche se avrei pagato miliardi per vedere la sua faccia difronte a quell'oscuritá fuori moda.-
-Tu sei un genio del male, ragazza.- mi dice dandomi una pacca sulla spalla.
Sorrido -Mai mettersi contro Alice, e soprattutto mai insultare mia madre perché non mi ha insegnato a vestirmi alla moda.- gli dico facendogli l'occhiolino.
-Lo terrò in considerazione quando vorró darti consigli di moda.- scherza lui alzando le mani in segno di resa.
-Idiota.-  Gli sussurro io vicino ad un orecchio sorridendo.
Lui si volta di scatto verso di me e fa incrociare i nostri visi. -Te l'ho giá detto che amo quando mi chiami cosí?- mi dice in un sussurro. Sento il suo respiro caldo sulle mie labbra.
-Solo un milione di volte.- gli dico io incrociando i suoi occhi.
-E te l'ho giá detto che sei bellissima?- dice poi osservandomi con un mezzo sorriso quando arrossisco.
-E io te l'ho giá detto che devi smetterla di provarci con me?- gli chiedo io alzando un sopracciglio divertita.
Lui sbuffa, gettando aria calda sul mio volto. -E perché mai?- mi chiede senza peró spostarsi.
-Perché ho un ragazzo.- Gli dico dandogli una piccola spinta per allontanarlo.
-Ah giá, mister fantastic.- dice lui sospirando. -L'avevo dimenticato.-
-Non chiamarlo cosí.- gli dico io dandogli un'altra piccola spinta. Lui mi tira per un braccio e mi fa avvicinare nuovamente a lui.
-E allora perché se qui e non da lui?- mi chiede con un sorriso.
Sospiro. -Perché abbiamo litigato.- gli dico spostandomi da lui. Non posso stargli cosí vicino, mi manda in confusione. -Beh, in realtá io gli ho urlato contro, lui non ha fatto chissá che.-
Lui alza le mani in un gesto teatrale -Coppia in crisi!- annuncia mettendomi una mano sulla spalla.
-Oh, sta zitto.- Gli dico io dandogli uno schiaffo sul braccio.
Lui mi spinge indietro e mi fa stendere sul prato. Per un attimo ci guardiamo negli occhi, poi lui si sposta da me e si siede al mio fianco.
-Allora cara signorina Garden, mi dica i suoi problemi.- dice facendo finta di prendere appunti su un'agenda immaginaria.
Lo guardo un attimo e poi scoppio a ridere. -Sei davvero un idiota e comunque non ho voglia di parlare di me e Jake.- gli dico mettendomi a sedere e lui sorride.
-Meglio cosí.- dice alzando le spalle. -Non vorrei stare a sentire per ore di quanto é bello e magnifico.-
-Ma lo é.- gli dico io facendogli l'occhiolino e lui sbuffa.
-Comunque non sará mai all'altezza del super fantastico e soprattutto super sexy Leo Valdez- annuncia guardandomi.
Sto per dirgli che forse ha ragione, per prenderlo in giro, quando uno strano suono ci fa voltare entrambi verso il limitare del bosco.
-Non é possibile.- dice Leo alzandosi in piedi e raggiungendo il posto da cui proviene uno strano bip-bip.
-Cosa c'é?- gli chiedo io.
Lui non risponde, si china a terra e raccoglie qualcosa. Si volta verso di me e mi mostra il suo omino meccanico Bob.
Gli strappa dalle mani un piccolo bigliettino e, dopo averlo letto, e aver imprecato, me lo passa.

 

Carissimo Leo, Grandissimo idiota
dove cavolo sei finito? É da stamattina che ti cerchiamo. Ti ricordo che siamo i responsabili della protezione del Campo. Quindi, gentilmente, vorresti muovere le tue orribili chiappe e ritornare qui? Te ne saremo molto grati.
Muoviti imbecille!
La Cabina 9.
P.s: mi sa che Percy ti infilzerá con la sua spada appena ritorni.

-Me ne ero dimenticato.- mi dice sospirando e raccogliendo la sua cintura da terra per legarsela in vita.
-Da grandi poteri derivano grandi responsabilità.- gli dico mentre gli passo l'asciugamano che mi aveva prestato, che avevo ancora attorno alla vita.
Lui sorride. -Ah, la saggezza di Spiderman.- mi dice afferrando il tessuto che gli sto ponendo.
Mi infilo i pantaloni sorridendo e vado alla ricerca della mia maglia.
Improvvisamente sento il suo braccio intorno alla mia vita, mi volto e mi ritrovo faccia a faccia con lui.
-Che fai?- gli chiedo.
Lui mi sorride. -Mi é venuta in mente una cosa.- mi dice sorridendo.
Lo guardo con aria interrogativa e lui si avvicina al mio orecchio.
-Mi devi un bacio.- mi dice piano.
Sento il suo respiro caldo sul collo e un brivido mi scende lungo la schiena. Ma perché mi fa questo effetto?
-Scordatelo Leo.- gli dico allontanandomi un pó da lui.
Lui mi guarda divertito e mi lascia andare. Afferra qualcosa da terra e sorride.
-Allora non riavrai la tua maglia.- mi dice sventolando la mia t-shirt arancione del Campo.
-Leo ridammela.- gli dico. Lui scuote la testa e mima un bacio.
-Dai Leo smettila.- gli dico avvicinandomi per prendere la mia maglia.
Lui scuote nuovamente la testa, deciso.  -Bacio.- dice.
-E va bene.- gli dico avvicinandomi.
-Niente scherzi.- mi dice lui puntandomi un dito contro.
Io mi limito a sorridere e ad accorciare la distanza fra noi.
Quando siamo uno di fronte all'altro, con poco spazio fra noi, lui sorride e mi pone la maglia.
-Tieni.- mi dice allontanandosi da me. Lo guardo stupita.
-Ma... ma non volevi un bacio?- gli chiedo stupita.
Lui fa un gesto con la mano per dirmi di lasciar perdere. -Prima cosa: so che non me lo avresti dato- mi dice sorridendo. -E seconda cosa, beh.. so che non me l'avresti dato.-
Mi allunga la maglia ma io non la prendo, continuo a guardarlo stupita.
-Che ne sai?- gli chiedo.
Lui alza un sopracciglio. -Mi stai dicendo che volevi baciarmi?- mi chiede.
-Cosa? No!- mi affretto a rispondere, arrossendo un pó. -E che...-
Lui mi guarda divertito, come se ha giá capito tutto. Lo odio quando fa cosí, lo prenderei a pugni.
Mi avvicino a lui e gli do un piccolo bacio sulle labbra.
-Io mantengo sempre le promesse fatte.- gli dico.
Lui mi guarda, stupito da quel gesto.
Improvvisamente sento puzza di bruciato.
-Leo cos..-
-Oh cavolo!- dice lui gettando la mia t-shirt a terra. Le sue mani hanno preso fuoco e hanno bruciato la mia maglia.
-Leo!- esclamo spegnendo l'incendio con un piede.
-Scusami e che...- dice lui spegnendo le sue mani.
Raccolgo la maglia e la osservo: é tutta sporca di terra e la parte inferiore é tutta bruciata.
Guardo Leo che mi sta osservando e gli getto l'indumento addosso.
-Questa ora la metti tu.- gli dico.
Lui sorride, si sfila la sua maglia e me la pone. -Tieni- mi dice.
Afferro la maglia e me la infilo, prima che possa prendere fuoco anche quella.
Profuma di legna bruciata, profuma di Leo.
-Ma tu non hai freddo?- gli dico osservando il suo petto nudo.
Lui mi prende una mano e se la porta al petto. É caldo.
-Sono come una borsa dell'acqua calda.- [*] mi dice facendomi l'occhiolino.
Io rido e tolgo la mano da lui. Mi rende nervosa toccarlo in quel modo.
-Ok, ora andiamo.- mi dice mettendomi un braccio attorno alle spalle. -Prima che mandino l'esercito americano a cercarci.-
Sorrido iniziando a camminare. -Comunque mi devi una maglia.- gli dico guardandolo.
Lui sbruffa. -La colpa é tua.- mi dice dandomi un leggero schiaffo sul braccio.
-Io non ho fatto niente.- gli dico ricambiando lo schiaffo.
-Tu mi hai baciato!- esclama lui guardandomi.
Io sbruffo. -Non era un vero bacio.- gli dico.
-Invece si.- mi dice lui sorridendo.
-Non lo era.- ribadisco io.
-Si che lo era.- mi dice lui, continuando a sorridere.
-Ho detto che non lo era.-
Andiamo avanti cosí per un pó, lui é davvero convinto che io gli abbia dato un vero bacio.
Per farlo smettere inizio a prenderlo in giro su come abbia incendiato la mia maglia e lui ride.
Quanto amo la sua risata.

 

 

Quando arriviamo alla Capanna 21 lui sta ancora ridendo, é ancora a torso nudo e ha ancora un braccio poggiato intorno alle mie spalle.
Jake e Percy ci stanno aspettando lí, entrambi, a vedere le facce, molto arrabbiati.
Tolgo in fretta il braccio di Leo dalle mie spalle e Percy si avvicina.
-Sei un' irresponsabile.- mi dice -Sparisci per ore senza dire niente? Sai che sono praticamente impazzito?-
Abbasso lo sguardo, senza rispondere e lui, inaspettatamente, mi abbraccia.
-Non farlo mai piú.- mi sussurra ad un orecchio. -Ho solo te come sorella.-
Io sorrido. -Scusami.- gli dico.
Lui so stacca da me e da un piccolo pugno a Leo. -Io e te dobbiamo parlare.- gli dice.
-Ho da fare!- esclama Leo cercando di andarsene.
-Lo so, ti accompagno io dai tuoi fratelli.- gli dice Percy mettendogli un braccio attorno alle spalle.
Leo si volta verso di me e sussurra -Aiuto.- io sorrido salutandolo con la mano mentre si allontanano.
Poi mi volto verso Jake.
-Jake, mi dispiace...- inizio io.
-Non fa niente- mi interrompe lui avvicinandosi e abbracciandomi. -Possiamo parlare?- mi chiede poi.
Annuisco e lo faccio entrare in casa.
Mi siedo sul letto e lui fa lo stesso.
Rimaniamo entrambi in silenzio.
-Posso chiederti perché proprio Leo?- mi domanda improvvisamente.
Rimango per un pó in silenzio. -Perché lui mi capisce.- gli dico infine.
Lui mi guarda. -Al, ti ho visto versare fiumi di lacrime per lui, anche se non me lo hai mai detto, lo so che ti ha fatto stare male.-  mi dice prendendomi la mano. -Ed ora sparisci per ore e ritorni con lui a torso nudo e sorridente.-
Io sospiro. -Jake non rinunceró a lui, soprattutto ora che abbiamo fatto pace.- gli dico decisa.
Lui fa un mezzo sorriso. -Non ti ho chiesto di rinunciare a lui, Al.- mi dice. -So che non lo faresti mai. Neanche quando avete litigato l'hai mai lasciato andare.-
Prendo un profondo respiro. -Senti Jake, mi dispiace di essere scappata via, mi dispiace...-
Lui mi interrompe alzando una mano. -Non hai bisogno di scusarti, so perché sei andata via, e mi scuso per essere stato tanto idiota.- mi dice. Ha uno sguardo triste. - Ma in queste ore ho capito una cosa, in realtá l'avevo giá capita da tempo... Io e te non funzioniamo bene insieme perché io non sono adatto a te.-
Lo guardo per un attimo. -Jake, cosa cavolo dici?- gli chiedo mettendomi difronte a lui per guardarlo negli occhi. Lui evita il mio sguardo.
-É cosí, Al.- mi dice con voce triste.
-Semplicemente non sono la persona adatta a te.-
Spalanco gli occhi per la sorpresa. -Jake... ma che...?-
-Io ci ho provato Alice, ma non posso continuare... cosí.-
-Ma cosí come?- gli dico quasi urlando.
Lui si alza in piedi e mi guarda negli occhi. -Tu non sei davvero innamorata di me, Alice.- mi dice.
Ma che cavolo sta dicendo? Lo guardo, senza riuscire a dire niente.
Scuoto leggermente la testa, per fargli capire che si sta sbagliando.
Lui mi afferra la mano e fa un sorriso triste.
-É cosí.- mi dice piano. -Io non sono adatto a te.- ripete nuovamente.
Mi da un piccolo bacio sulla guancia e raggiunge la porta. Io rimango immobile, in silenzio, senza sapere cosa fare o dire.
Perché mi sta lasciando? Perché continua a ripetermi che non é adatto a me? Cosa cavolo significa che non é adatto a me?
Siamo stati bene insieme. Abbiamo passato giornate bellissime insieme.
Perché ora mi sta lasciando?
Non so perché ma non riesco a piangere, un moto di rabbia si alza dentro di me.
Lui non puó andarsene cosí da un momento all'altro. Mi deve delle spiegazioni, non puó solo dirmi che non é adatto a me.
Il suono della porta che si apre mi fa ridestare dai miei pensieri.
Osservo Jake che sta uscendo e urlo il suo nome.
Lui si ferma un attimo, senza voltarsi, e io lo richiamo piú piano.
Lo vedo sospirare e poi andarsene. Urlo di nuovo il suo nome, ma niente. Continua a camminare senza fermarsi.
Rientro in casa, furiosa per tutto quello che é appena successo.
La porta si richiude da sola, senza che io la tocco, ma non ci faccio caso.
Mi butto sul letto, a faccia in giú, e soffoco un urlo di disperazione nel cuscino. Non so per quanto tempo rimango cosi, non so nemmeno quando ho iniziato a piangere.
Mi sento uno schifo. Forse ho fatto qualcosa di sbagliato, forse é geloso di Leo. Ma perché? Io gli ho sempre detto di essere innamorata di lui, che Leo é stato sempre un buon amico, niente di piú.
Ma adesso lui é convinto di non essere adatto a me. Come si fa a sapere se di é adatti ad una persona? Sono sempre stata convinta che lui fosse il ragazzo giusto per me, paziente, intelligente e carino. Dove ho sbagliato? Cosa ho sbagliato?
Sospiro, voltando la faccia verso il soffitto.
Qualcuno bussa alla porta, ma non mi alzo. So che non é Jake.
Bussano piú forte e sbuffo.
-Non ci sono!- urlo.
-E allora chi mi ha risposto?- mi chiede Percy,divertito, dall'altro lato della porta.
-Perce, non ho voglia di parlare.- gli dico voltandomi su un fianco.
-É urgente.- mi dice. -Si tratta di Leo.- aggiunge dopo un pó di silenzio. Colgo la preoccupazione nella sua voce.
Scatto in piedi e raggiungo la porta.
-Cosa é successo?- gli chiedo aprendo la porta.
Lui sospira e mi fa segno di seguirlo.

 

 

Ho sempre saputo che Leo é un irresponsabile, ho sempre saputo che é un grosso idiota che non pensa alle conseguenze delle sue azioni, e mi sono sempre ripetuta che non potevo farci niente, lui é fatto cosí.
Ma quando Percy mi ha raccontato che é uscito dai confini per provare l'Argo II, che é stato attaccato da una furia (che fortunatamente é riuscito ad uccidere), e che é finito in infermeria con un braccio mezzo rotto, ho urlato. Forse é per la rabbia che ho ancora addosso per colpa di Jake, oppure é perché gli avevo detto di non farlo o forse é perché quando sono entrata in infermeria lui mi ha salutato con quel suo sorriso e con un
-Ciao, raggio di sole.- mentre Will gli medicava il braccio.
Mi sono avvicinata a lui, furiosa.
-COSA DIAMINE TI É SALTATO IN MENTE? SAI CHE SEI DAVVERO UN IDIOTA? UN GROSSO IDIOTA! TI AVEVAMO TUTTI DETTO DI NON FARLO, MA TU DEVI SEMPRE ESSERE COSÍ STUPIDO ED IRRESPONSABILE!- gli urlo senza curarmi dei ragazzi che mi stanno osservando. Ci sono tutti: Frank, Hazel, Annabeth, Piper, Jason e perfino Nico. Tutti, compresi Percy, Will e Leo mi stanno osservando con aria interrogativa. Solo Nico sembra che stia per scoppiare a ridere da un momento all'altro.
-Ehm...- dice Leo piano -Potresti almeno sgridarmi nella mia lingua? Non é che ci abbia capito molto.-
Gli getto un'occhiataccia e esco dall'infermeria. Come prima la porta si richiude da sola, senza che io la tocco e mi fermo un attimo ad osservarla.
Sento Leo chiedere a qualcuno, molto probabilmente Nico. -É  parecchio arrabbiata?-
Nico si lascia sfuggire una piccola risata. -Sei in un mare di guai, amico.-
Continuo a camminare, fino a che non raggiungo la spiaggia e mi butto in acqua.
Penso 'asciutto' e una bolla d'aria si forma attorno al mio corpo, impedendo all'acqua di bagnarmi.
Cammino sul fondale ricoperto di sabbia per un pó. Qui, sott'acqua, riesco a pensare chiaramente e mi rilasso. Mi siedo su una sporgenza e chiudo gli occhi, pensando a tutto quello che é successo.
Rimango lí per ore, solo quando un enorme squalo bianco mi passa accanto e mi chiede, gentilmente, di lascargli libero il passaggio, ritorno in superfice.
Sulla spiaggia trovo Percy, seduto in riva al mare, che mangia dei biscotti blu. Quando mi vede uscire dall'acqua mi sorride e mi invita a sedersi al suo fianco.
-Ti stavo aspettando.- mi dice mentre io mi siedo sulla sabbia fredda.
-Come facevi a sapere che ero qui?- gli chiedo osservando il mare su cui si specchia la luna piena che sta in cielo.
Lui sorride e mi offre uno dei suoi biscotti. -Anche io, quando ho bisogno di pensare mi butto in acqua.-
Sospiro e prendo un biscotto blu.
Un giorno gli chiederó il perché di questa fissazione del cibo blu.
Lui da un morso al suo biscotto e poi mi osserva. -Domani dobbiamo allenarci insieme a Leo. Ti crea qualche problema?- mi chiede.
-Nessun problema.- gli dico dando un morso al biscotto.
Lui alza un sopracciglio. -Davvero? Perché sembravi parecchio arrabbiata quando hai urlato quelle cose in infermeria.-
Faccio un mezzo sorriso. -É solo che lui a volte fa cose stupide. Ma, davvero, non mi crea nessun problema lavorare con lui.-
Lui annuisce e rimaniamo per un pó in silenzio, entrambi con lo sguardo sul mare.
-E a Jake?- mi chiede poi osservandomi.
-Cosa?- chiedo io.
-Non da fastidio?-
-Perché questa domanda?- gli chiedo facendo sparire con un morso anche l'ultimo pezzo di biscotto.
Lui alza le spalle. -Perché non sembrava molto contento di sapere che stamattina sei stata con Leo.-
Sospiro. -Leo é solo un amico, gliel'avró ripetuto circa un milione di volte, ma a quanto pare non lo capisce.- gli dico prendendo un pugno di sabbia.
Lui rimane in silenzio per un pó.
-Sicura che sia solo un amico?- mi chiede poi.
Lo guardo un attimo. -Certo!- esclamo. -E comunque a Jake non dovrebbe importare nulla se sono in sua compagnia. Mi ha lasciata.-
Mi aspettavo che Percy esultasse di gioia per quella notizia, a lui non é mai piaciuto Jake, invece mi mette un braccio attorno alle spalle, con fare rassicurante.
-Mi dispiace.- mi dice.
-Si, certo come no.- gli dico io facendogli un mezzo sorriso.
Lui mi sorride. -Vorresti parlarne?- mi chiede poi grattandosi la nuca.
So che parlare di certe cose lo rende nervoso e per questo mi scappa un sorriso.
-No.- gli dico alzandomi in piedi. -Ho fame, andiamo in mensa?- aggiungo porgendogli una mano.
Lui sorride e afferra la mano, passa un braccio attorno alle mie spalle.
-Sei la sorella piú strana del mondo.- mi dice mentre camminiamo.
-E perché mai?- gli chiedo guardandolo.
-Perché qualsiasi altra sorella al mondo avrebbe parlato per ore con suo fratello del fidanzato che l'ha appena lasciata.- mi dice.
-Ne hai di cose da imparare sulle sorelle, Perce.- gli dico dandogli una pacca sulla spalla e scuotend la testa mentre entriamo in mensa.
Lui sorride e insieme raggiungiamo il tavolo dove sono giá tutti seduti.
Osservo Leo che ha un braccio fasciato da tessuto bianco e che mi sta guardando come per chiedermi scusa e sorrido.
Mi accomodo al suo fianco e gli do un piccolo schiaffo sul braccio buono.
-Sei un idiota.- gli dico. -Ma sono contenta che tu stia bene.-
Lui sorride. -Questo vuol dire che non sei piú arrabbiata con me?- mi chiede.
Vi volto a guardarlo nei suoi occhi castani. -Io sono sempre arrabbiata con te, Valdez.- gli dico facendogli l'occhiolino.
Lui sbuffa e poi sorride.
Mi volto verso il piatto e guardo la pietanza che é comparsa nel piatto.
Chissá perché é comparso un tacos.
Alzo le spalle e inizio a mangiare, sorridendo ogni volta che Leo fa una battuta.
Sposto lo sguardo sul tavolo di Ecate, dove Jake é seduto con sua sorella. I nostri occhi si incrociano un attimo, lui distoglie in fretta lo sguardo e sospiro.
Mi volto verso Piper, che mi ha appena chiesto perchè la mia maglietta è brucacchiata.
Osservo la T-shirt di Leo che ho ancora adosso e sorrido.
-Domandalo a questo idiota al mio fianco.- le dico indicando Leo.
Lui sorride. -Colpa del fuoco che c'è tra noi.- dice mettendomi una mano sulla spalla.
Scoppio a ridere e lui fa lo stesso.
Sono davvero contenta che sia ritornato al nostro tavolo perché con lui é ritornata l'allegria.




L'angolo dell'autrice :3
Ciao miei amori! :3
Allora, eccomi qui con un nuovo capitoletto.
Mi sono resa conto che nell'angolo precedente, per andare di fretta, ho scritto solo stronzate e mi sono dimenticata di dirvi le cose serie xD
Per quanto riguarda gli aggiornamenti credo che riuscirò a pubblicare un capitolo a settimana.
Ma non ne sono sicura, dato che ho troppe cose da studiare. D:
Comunque cercherò di fare il più presto possibile :33
Tornando al capitolo....
[*] Questa battuta è stata gentilmente rubata da Scorpion550, che ha definito Leo una borsa dell'acqua calda xD (Spero non ti dispiaccia :33)
Comunque, per la gioia di tutti, ho finalmente distrutto la coppia Jake-Alice. YEEEEEE! ;3
Anche se non sono molto convinta di come l'ho fatta avvenire.
Vabbè.. è ora di tornare al mio caro libro di botanica. Che strazio D;
Ringrazio, come sempre, carrots_98, il mio caro Oracolo Ledna_, la mia dolce rosalalla, il mio cuoricino Angy, la cara icedislan (che un giorno di questi mi ammazzerà perchè non faccio baciare Leo e AlicexD), Scorpion550 e la nuova lettrice Alohomora__ per aver recensito.
Grazie mille, siete sempre la mia gioia <3
Ringrazio anche chiunque segue e legge la mia storia, amo anche voi <3
Spero di non aver dimenticato niente, a presto, with love BettyLovegood. <3
P.S: se qualcuno di voi vuole, posso mandare un messaggio ogni volta che aggiorno. Fatemi sapere ^^

 

   
 
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