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Autore: _Sisters Crazy_    20/01/2015    4 recensioni
Nuova scuola, nuovi amici, ma soprattutto nuovi incontri.
E se non tutto andasse per il verso giusto?
E se gli incontri fossero più strani del solito?
Tutto può succedere e nulla può cambiare.
Una storia divertente e piena di strani incontri, giovani professori, migliori amiche, sport estremi, nuove conoscenze e tanti colpi di scena.
Storia Betata da Lady Viviana.
Trailer ufficiale: http://www.youtube.com/watch?v=N_FfPVFAzFQ&hd=1
~
"Mai sottovalutare Ruby Evans..."
"Sei forte e determinata, davvero un bel bocconcino."
~
"Mi scusi! Vista la sua giovane età non avevo capito che fosse un professore."
"Per farmi perdonare le offro qualcosa se vuole. Sono il nuovo insegnante di musica"
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ruby, colpisci più forte! Il tuo avversario non si muoverà neanche di un millimetro se continui così!- Mi sgridò Liam, mantenendo fermo il sacco da boxe. Erano le sette di sera e stavo cercando di fare il mio meglio, determinata a vincere i mondiali. Per quest’allenamento speciale, infatti, il mio allenatore aveva deciso di portarmi nella palestra di un suo fidato amico, a mezz’ora di macchina dal college.
-Liam, ce la sto mettendo tutta!- Risposi, esasperata, fermandomi un attimo.
-Non basta, te l’ho già detto.- Roteai gli occhi al cielo, per poi continuare l’allenamento.
-Coach Payne, di là c’è un signore che chiede di lei.- C’interruppe la segretaria, richiamando la nostra attenzione con un flebile colpo di tosse.
Liam mi guardò, per poi spostare l’attenzione sulla ragazza appena entrata. –Sì, vengo subito- disse – Tu continua ad esercitarti, okay?- Annuii, alzando il pollice e i due uscirono dalla stanza, lasciandomi sola.
 
Tolsi i guantoni da boxe e mi diressi verso gli spogliatoi. Non avevo più forze per continuare, Liam doveva capire che avevo dei limiti. Mi spogliai velocemente, dirigendomi verso la doccia.
L’acqua gelida mi aiutò a distrarmi, proprio quello di cui avevo bisogno. Era passata una settimana da quando avevo smesso di parlare con Estelle, anche se senza un motivo valido. Da quando le avevo raccontato di mia madre, mi sentivo come “nuda” davanti ai suoi occhi. Forse non dovevo, eppure in quel momento mi era sembrato giusto farlo.
La stessa cosa valeva per quell’idiota di Malik, era da un po’ che non veniva alle ripetizioni pomeridiane che ci aveva imposto il preside. Non che m’importasse, anzi, mi andava più che bene. Anche se mi dispiaceva per Beth, dato che, a quanto pare, si era innamorata perdutamente di lui.
Chiusi l’acqua e velocemente uscii dalla doccia, avvolgendomi un asciugamano blu intorno al corpo e uno bianco attorno ai capelli. Improvvisamente la porta si aprii, mostrandomi un Liam alquanto infastidito.
 
-Cosa ti avevo detto, Ruby!?- Mi chiese, alzando il tono di voce. Liam non osava scendere con lo sguardo, anche se non c’era niente di visibile. Ma, sinceramente, a me non dava fastidio, perché lui era come un fratello per me.
-Basta, Lee. Sono stanchissima!- Mormorai, posando i vestiti sporchi nel borsone. Lui annuii, alzando gli occhi al cielo.
-Per oggi ti va bene solo perché c’è un signore di là, molto importante, che mi sta aspettando.- Aggiunse, sorridendo ampiamente.
-Okay, dammi cinque minuti e sono da te.- Dissi, pettinando i capelli bagnati.
-Beh, in realtà, sarebbe il caso che parlasse solo con me, in privato …- Sibilò, passandosi una mano tra i capelli.
-Giuro che sarò muta come un pesce!-
-Ruby, si tratta di un avvocato. Dovrei andare nel suo studio, è una questione molto importante. Se vuoi chiedo a uno dei ragazzi di riaccompagnarti al college.- Mi rattristai.
-Oh, okay. Non ti preoccupare, troverò un modo.- Sorrisi falsamente.
-Sicura? Chiamami appena arrivi.- Si avvicinò e mi lasciò un dolce bacio sulla fronte.
-Si, certo papà .- Liam rise, per poi andarsene.
 
Raccolsi i capelli in una treccia disordinata, indossai i miei soliti jeans stracciati e una vecchia felpa grigia che mi arrivava fino al ginocchio. Posai le ultime cose nel grande borsone e uscii dagli spogliatoi, dirigendomi verso il grande atrio della palestra.
-Ehi, sei tu, Ruby?- Sentii qualcuno afferrarmi il braccio, così mi girai di scatto. Si trattava di un ragazzo che probabilmente frequentava la palestra, dato che l’avevo già visto qualche volta. Aveva dei profondi occhi blu, contornati da un volto angelico, anche se la quantità di tatuaggi che macchiavano la sua pelle non davano certo l’impressione da bravo ragazzo. Poteva avere sui trent’anni e non mi piaceva per niente.
-Sì. Cosa vuoi?- Tirai subito via il braccio, cercando di allontanarmi da lui il più possibile.
-Liam mi ha detto che dovevo accompagnarti al college.- Spiegò, sorridendo. Quel ghigno, se così si poteva definire, non mi convinceva per niente.
-No. Vado a piedi.- Mi girai di scatto e uscii, passando attraverso le porte scorrevoli. Il freddo di ottobre mi colpii, facendomi rabbrividire. La strada non era molto illuminata, ad eccezione di pochi lampioni dalla luce soffusa.
Il ragazzo di prima mi seguì, tirandomi di nuovo per il braccio e sbattendomi contro il muro. Rimasi sorpresa dalle sue azioni.
-Forse non hai capito bene, bambolina. Ora tu vieni in macchina con me, così ti accompagno al college … forse.- Mi sussurrò all’orecchio, accarezzandomi il viso.
Gli pestai subito un piede, facendo sì che si allontanasse e cadesse a terra.
-Io con te non vengo da nessuna parte, maniaco!- Urlai, iniziando a correre. Non sapevo niente di Miami e il fatto che fosse buio e che non ci fosse nessuno, non aiutava per niente. Il ragazzo si alzò da terra e, per mia fortuna, non mi seguì. Lo sentii solo imprecare, per poi tornare di nuovo dentro la palestra.
 
Mi fermai di scatto, appoggiandomi alle ginocchia per prendere fiato. Alzai lo sguardo e mi accorsi che non avevo la più pallida idea di dove mi trovassi. Le strade in quella parte della città sembravano tutte uguali, o quasi.
Mi sistemai meglio il borsone sulle spalle e iniziai a camminare, cercando di ricordarmi dove si trovava la fermata degli autobus. Ci ero stata spesso da quelle parti con Liam, anche se in macchina.
Sorpassai un vicolo, sentendo una musica assordante, probabilmente quella di una discoteca. Aumentai il passo e chinai il capo, cercando di non farmi notare. Poco prima avevo visto un cartello, con sopra disegnato un bus, che indicava a destra. Forse ero sulla strada giusta.
 
Sorpassai velocemente altri vicoli, grata che nessuno mi desse importanza. Ma mi bloccai subito, quando sentii dei passi dietro di me. Mi girai di scatto, non trovando comunque nessuno. Forse era stato tutto frutto della mia immaginazione. Tirai un sospiro di sollievo e mi alzai il cappuccio della felpa.
Continuai a camminare, guardandomi sempre intorno. Improvvisamente, da un vicolo a pochi centimetri di distanza da me, uscì un ragazzo. Indossava anche lui una felpa scura e, non so perché, quando mi notò, i suoi occhi si illuminarono e un grande sorriso si formò sul suo volto. Venne verso di me, ma, anziché allontanarmi, iniziai a camminare come se non l’avessi visto.
 
-Scusa?- Alzai di scatto lo sguardo, notando che il ragazzo mi stava fissando.
-Sì?-
-Non vorrei farti spaventare, ma sono nuovo qui. Non è che mi potresti aiutare? Tu dove stai andando?- Chiese, sorridente.
-Alla fermata degli autobus, perché?-
-Posso venire con te? Anch’io sto andando là.-
-Okay …- Risposi, titubante. Il ragazzo mi porse la mano, ma io non l’afferrai. Anche se all’apparenza poteva sembrare gentile, non bisognava mai fidarsi di nessuno.
La ritrasse subito, mordendosi le labbra. –Io sono Ryan Hold, e tu?-
-Kate Staedtler…- Risposi, mentendo. Non avevo nessuna intenzione di dirgli il mio vero nome.
-Come la gomma?- Rise.
-Ehm, sì .- Abbassai di nuovo il capo e iniziai a camminare. Feci per svoltare a destra, ma lui mi afferrò il braccio e mi tirò verso la direzione opposta.
-Ma che fai!? Lasciami!- Mi dimenai, cercando di dargli qualche pugno. Ovviamente non si fece nulla. Forse aveva ragione Liam: dovevo colpire più forte. Mi prese per il cappuccio e mi immobilizzò al muro, avvolgendo le mani intorno al mio collo.
-Davvero pensi che io sia stupido? So perfettamente il tuo nome, Ruby Evans.- Spalancai gli occhi.
-Come sta il tuo paparino, ora che è uscito di prigione? Bene, spero, dato che deve al mio capo un bel po’ di soldi!- Sbraitò, stringendo la presa.
-Io non c’entro nulla, non lo vedo da anni, a quel mostro!- Riuscii a dire, sentendo gli occhi bruciare. Non piangevo quasi mai, ma, quando sentivo parlare di lui, non riuscivo a trattenermi.
-Il mio capo ha detto che avresti risposto così, tu e quella poco di buono di tua madre non cambiate mai, eh?-
-Non permetterti di parlare di lei in questo modo, stronzo!-
-Oh oh, ma come siamo aggressive! Ora sta zitta e vieni con me .- Allentò la presa al collo, mentre con l'altra mano mi teneva uniti i polsi.
Improvvisamente, il suo telefono squillò e fu proprio in quel momento che, grazie alla sua distrazione, gli diedi un calcio. Presi il mio borsone e corsi verso la direzione opposta, notando in lontananza un’insegna blu.
 
-Vieni subito qui!!- Urlò, seguendomi. Mi girai un attimo, ma, appena riportai lo sguardo davanti, andai a sbattere contro qualcosa o, meglio, qualcuno.
-Ruby?- Chiese una voce calma e profonda, poggiandomi le mani sulle spalle. Alzai lentamente lo sguardo e notai che si trattava di Zayn.
-Cosa ci fai qui da sola?-
-La ragazza non è qui da sola. Suvvia, Ruby, non scappare.- Sentii dire dal ragazzo che mi stava inseguendo, subito dietro di me. Mi attirò al suo petto, immobilizzandomi.
-Lasciami andare!- Urlai, dimenandomi. Zayn guardava attentamente la scena, senza dire niente. Dopo tutto, sapevo già che non mi avrebbe aiutata,.
-Idiota, hai sentito cos'ha detto la ragazza? Lasciala andare!-
-Questa dolce bambolina, deve al mio capo un bel po’ di grana e, se non mi darà almeno una parte stasera, credo che passerò alla maniere pesanti.- Sghignazzò, tirando fuori dalla tasca un coltellino. Cominciai ad agitarmi, mentre Zayn sembrava essere calmo.
Abbassò il capo e tirò fuori dalla tasca anteriore dei jeans un portafoglio di cuoio, prendendo varie banconote da cento dollari.
-Ecco mille dollari. Ora lascia stare la ragazza.- Glieli porse, aspettando che diminuisse la presa sul mio corpo. Rimasi sorpresa dalla sua azione, perché non avrei mai immaginato una cosa dal genere da parte sua. Il ragazzo lasciò la presa e mi gettò verso Zayn, per poi prendere i soldi e scappare via.
 
Rimasi immobile, sconvolta per quello che era appena successo. Quel ragazzo avrebbe potuto uccidermi, eppure lui aveva fatto sì che non accadesse.
Alzai lo sguardo, notando che mi stava fissando. –Perché l’hai fatto?- Domandai, trattenendo le lacrime. Gli occhi mi bruciavano molto, ma mi ero promessa di non piangere davanti a nessuno, ad eccezione di Liam. Lui mi guardò confuso, aggrottando la fronte.
-Quel ragazzo aveva un conto in sospeso con la mia famiglia, perché gli hai dato quei soldi!?- Urlai, coprendomi il volto con le mani.
-Ruby, poteva ucciderti, cos’altro avrei dovuto fare?- Chiese, con tono calmo e pacato.
-Pensavo mi odiassi dopo quello che è successo. Ti restituirò tutti i soldi, promesso. - Abbassai lo sguardo, giocando con il lembo consumato della felpa.
-Io non odio nessuno, Ruby. E poi, non ti preoccupare, mille dollari non sono niente.- Spiegò, prima di abbassarsi a prendere sia il mio che  il suo borsone.
-Cosa stai facendo? Devo aspettare il bus per tornare a scuola.-
-Il mio appartamento è a pochi isolati da qui, davvero vuoi tornare al college da sola?- Domandò, aspettando impaziente una mia risposta.
-Perché? Non vivi anche tu là?- Gesticolai, sentendomi in imbarazzo a chiederglielo.
-Sì, infatti vengo qui solo quando il mio compagno di stanza è “impegnato”.- Mimò le virgolette, sorridendo.
-Quindi dovrei venire con te …-Mormorai, a bassa voce. Non mi sentivo molto a mio agio a casa di altre persone, soprattutto se si trattava di ragazzi.
-Ruby, giuro che non ti stupro, ma ora ti prego, cammina. Ti offrirò anche una cioccolata calda o qualsiasi cosa vorrai. Qui fuori si congela.- Scherzò, ridendo. Cercò di stringermi la mano destra, anche se io la ritraevo ogni volta. Per tutto il tragitto mi disse solo che strade prendere, mentre portava i borsoni di entrambi. Si stava comportando diversamente dalle altre volte, che qualcosa fosse cambiato dall’ultimo litigio?
-Zayn, siamo arrivati?- Domandai, stanca. Stavamo camminando da un bel po’ e le gambe iniziavano a farmi male.
-Sì, è quello.- Mi indicò un palazzo rosso a pochi metri di distanza. Quando finalmente arrivammo davanti a esso, Zayn compose il codice per entrare nel piccolo atrio, ricoperto anch’esso da una morbida moquette dello stesso colore.
Si diresse subito verso la prima porta sulla sinistra, estraendo un mazzo di chiavi dalla tasca.
Ero un po’ titubante e non mi sentivo per niente a mio agio; in fondo, di quel ragazzo non mi fidavo molto.
-Ruby, vuoi rimanere lì fuori per tutta la notte?- Domandò, appoggiato allo stipite della porta. Mi diede un pugno scherzoso sulla spalla, ridendo. Presi un bel sospiro e feci un passo in avanti, facendo sì che la chiudesse alle nostre spalle. La casa era molto ordinata, si vedeva che veniva usata solo in poche occasioni. Sulla destra si trovava il salotto, completamente pitturato di grigio con un’ampia Tv e un comodo divano. Invece, sulla sinistra, c’era la cucina, arredata con uno stile molto moderno e lineare. Il tavolo era sostituito da una grande isola in marmo e sopra le mensole si trovavano cereali di ogni genere. A collegare le due parti, un lungo corridoio che portava a tre diverse stanze.
Mentre ammiravo la casa, intanto, Zayn si era già tolto il giubbino e aveva posato i due borsoni in un armadio all’ingresso.
-Preferisci la cioccolata o il tè?- Chiese, alzando due contenitori. Mi diressi verso di lui, prendendo quello della cioccolata in mano.
-Sicuro che non ci sia dentro un sonnifero, o qualcosa del genere?- Domandai, dubbiosa. I nostri sguardi si incontrarono e non potei fare a meno di notare quanto i nostri occhi, così profondi e impenetrabili, si assomigliassero. Sospirò, posando i contenitori.
-Sto solo cercando solo di essere gentile, non pensare sempre al peggio.- Prese del latte dal frigo, lo versò in un pentolino e lo mise sui fornelli, per poi aggiungerci la bustina di cacao in polvere.
-Okay, Signor Kind, dopo questo “cioccolata-party”, però, mi accompagnerà al college, vero?-
-Se non hai freddo in moto, con piacere.- Ridacchiò, prendendo due tazze colorate da un ripiano. Mentre lo faceva, potei intravedere da sotto la t-shirt bianca i suoi muscoli flettersi.
–Cosa?!? Non hai la macchina?-
-Beh, in realtà sì, ma è dal meccanico. Perché? Hai paura, per caso ?- Chiese, in modo sarcastico. Mi porse una tazza rosa, con sopra incisi tanti cuori e scritto a caratteri cubitali “Waliyha”.
-Mhm, forse. Non ci sarebbe un’altra opzione?-
-Se vuoi puoi dormire nella stanza di mia sorella.- Versò la cioccolata nelle tazze di entrambi.
-Sbaglio, o mi stai obbligando a restare qui?- Domandai, guardandolo negli occhi, mentre prendeva un sorso dalla sua, che aveva scritto sopra il suo nome.
-Non è certo colpa mia se giri per Miami da sola a quest'ora. Lo sai che è un posto pericoloso, sopratutto per una come te...- Disse, lasciando la frase in sospeso.
-Una come me? Scusa, cosa vorresti insinuare?- Mi sedetti sullo sgabello e presi un sorso di cioccolata dalla tazza, per poi posarla sul ripiano in marmo. Lui alzò un sopracciglio.
-Biscotti?-
-Non cambiare discorso, Zayn! In che senso per una come me? Pensi che io vada in cerca di ragazzi che minacciano di uccidermi? Perché io mi vesto in modo provocante come mia cugina Stacy, vero?-Mormorai, flebilmente. Mi alzai dallo sgabello e mi avvicinai di più a lui, appoggiato al bancone.
-Tu non hai idea di cosa vuol dire soffrire, essere in debito con chiunque e, soprattutto, essere usata. Vivi nel lusso, hai molti amici, frequenti belle ragazze e scommetto che non hai paura di trasgredire le regole. Invece no, per me non è mai stato così. Figurati, quando ho dato il mio primo bacio, ero talmente ubriaca da non ricordarmi chi era l’altro!- Spiegai, asciugandomi le lacrime che non smettevano di cadere. Zayn inclinò la testa, lanciandomi uno sguardo indecifrabile. Posò la tazza nel lavandino, posizionandosi di fronte a me.
-Davvero non ricordi chi ti ha baciato quella sera, in discoteca?- Domandò, avvicinandosi sempre di più al mio viso. Fissò i suoi occhi nei miei, facendomi rabbrividire.
-Come fai a saperlo?- Feci dei piccoli passi indietro, ritrovandomi incastrata fra il bancone della cucina e il suo corpo. Sentivo il suo respiro caldo sulla mia pelle, i nostri nasi che quasi si sfioravano. Iniziai a sudare, sentendomi in trappola. Sapevo che non mi avrebbe fatto del male, eppure avevo paura. Zayn non mi piaceva, ma c'era qualcosa in lui che mi attraeva.                 
 Poggiò le mani sul banco dietro di me, impedendomi di fuggire.       
-Ci tieni davvero così tanto a saperlo?- Sussurrò al mio orecchio, mentre con la mano destra mi accarezzava il viso. Annui, lentamente.
-Prometti solo che dopo non te ne andrai da sola, ma aspetterai fino a domani mattina.-Spiegò, puntando i suoi occhi nei miei.
-Sì, certo, ma non capisco cosa...- Iniziai, ma venni subito bloccata dalle sue labbra a contatto con le mie. Non ebbi il tempo di dire un'altra parola, perché mi ritrovai impossibilitata a farlo. Fu un bacio dolce e lento. La cioccolata che Zayn aveva bevuto in precedenza aveva lasciato dietro di sé la propria traccia. E quel sapore estraneo e dolce al tempo stesso, mischiato alla naturale essenza di quello che era ancora, in fondo, uno sconosciuto, era piacevole. Eppure, allo stesso tempo, quel bacio, di dolce, non aveva molto. Era rude, maschile e passionale. Pieno di promesse proibite ed irriverenti, invasivo. Sopra tutto, però, riuscii a percepire il suo forte odore di vaniglia e tabacco. Proprio come quella sera…




Ehi, ciao a tutte!
Scusate se ho impiegato così tanto tempo ad aggiornare, ma l'ispirazione mi ha proprio abbandonata :(
Vabe', comunque l'importante che sono quì, quindi:
1)Vi è piaciuto il capitolo? Parte preferita?
2)Secondo voi come reagirà Ruby al bacio di Zayn?
Io ora vado, alla prossima!
P.s: Dato che su efp non sono più molto attiva, vi consiglierei di passare dal mio account Wattpad, dove sto traducendo anche una storia su Zayn, s'intitola Incomprehensible. (Simona0609)
Baci, XSimo

RINGRAZIO LADYVIVIANA PER AVER BETATO IL CAPITOLO *-*
   
 
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