Desclaimer: In questa storia il linguaggio usato è volgare, senza mezzi termini. Può
essere offensivo.
Gli argomenti trattati sono indelicati,
possono essere ritenuti violenti.
I personaggi possono essere misogini, razzisti,
omofobi e possono risultare crudeli.
Questa storia è finzione. Ciò che scrivo
non è ciò che penso.
“Non è facile essere
sempre ubriachi,
lo sarebbero tutti
se fosse facile...”
UNTIL IT KILLS
VII – Benedict Murray
…farla finita
Ho
sempre pensato che ci volesse un bel coraggio per farla finita.
Cioè,
dico, per porre fine a questa vita del cazzo. Cioè, gente, io non sono mai
stato uno coraggioso. C’ho una fifa boia di tutto, soprattutto di potermi fare
del male nel tentativo di ammazzarmi. Però l’idea di uccidermi mi ha sempre
attizzato, è sempre stata lì nella mia testa, gente. Però, dicevo, c’ho paura
di farmi male. Odio seriamente il dolore.
Sono
sempre stato lontano dalle risse, anche quando c’era Eeth nel mezzo che le
prendeva di santa ragione, o Lockie che si lanciava ubriaco a pestare qualche
altro sbronzo fuori da un locale… O quando facevano
a pezzi Tye, perché era un frocio e a nessuno andava bene. Anche quando era
Shands… Soprattutto quando era Shands. Me ne stavo dietro un angolo, lontano, a
osservare gli altri che si picchiavano abbestia,
tanto che il giorno dopo c’avevano gli occhi neri e il labbro gonfio. Me, se
devo essere sincero, mi è mai piaciuta ‘sta merda del fare a botte.
Però
non potevo star lì a fare il baccalà, ‘sta volta, gente. Quel pezzo di stronzo
di Lester c’ha messo le mani addosso a Trix e io non c’ho visto più. Capivo più
una sega, gente, davvero. Una merda da schifo. E allora mi ci sono lanciato
addosso, come una furia, che mi sentivo un po’ come Bruce Banner che diventa
grosso e verde. Ma il pezzo di merda non può mica pestare le ragazze e passarla
liscia. C’avrebbe da andare al gabbio, il bastardo.
Comunque
guarda se non si mette in mezzo Crook, che fa tanto l’amicone che con me ma poi
passa alla difesa di Shands e me lo strappa dalle mani. Che l’avrei ucciso, lo
stronzo, se me lo lasciava. O mi sarei fatto uccidere io, tanto Trix non mi
vuole e io non c’ho più motivo di vivere. È talmente una merda ‘sta vita, che
manco uno sfigato come me può sopportarla più.
Poi,
vedere che Patricia ha perdonato Shands m’ha fatto troppo incazzare. Cioè,
gente, i non ci posso credere che quello la prende a sberle e lei continua ad
amarlo. Allora è davvero una puttana di merda… e io che mi sono anche
innamorato di lei! Bravo cazzone, Benedict. Complimenti! Era meglio Dodie
Grant, che non mi cagava, okay, ma lo sapevo che era inafferrabile. Però,
cazzo, Patricia mi era così vicina che non potevo ignorarla, gente. Eravamo io
e lei, cioè, eravamo amici e ci stava, dico, che ci innamorassimo. E io le
avrei dato tutto, capito? Qualsiasi cosa! C’avevo voglia di una storia seria e
l’avrei trattata come una principessa, se si metteva con me. Shands non la
vorrà mai, non se la filerà di striscio. E no, io lo so gente, non la amerà
mai. Non la ama, non le vuole nemmeno bene. Lester Shands non vuole bene a
nessuno se non a se stesso.
C’ha
uno specchio davanti agli occhi, il coglione. Puoi piazzartici davanti ma non
ti vedrà mai, perché c’è lui e solo lui. E io volevo farglielo capire, a
Patricia, ma lei non ascolta mai. C’ha occhi solo per lui…
Allora,
a ‘sto punto, mi chiedo che cazzo ci sto a fare qui. Che lei non mi si fila… E
pure quello che consideravo il mio migliore amico, preferisce salvare Lester. Lo
perdonano tutti. Lo adorano tutti. Come se non si adorasse abbastanza già da
sé.
Beh,
gente, comunque io non potevo starci a quella festa, per quello me la sono
filata e ho sfanculato tutti. Mica c’avevo voglia di
sentire Lockie che gli dava ragione a Shands, o di vedere Trix che strusciava
il culo contro qualche pacco sconosciuto. Non mi va più di stare con gente
così…
Allora
me ne sono tornato a casa mia e che vadano tutti a farsi fottere.
Però
le sfighe mica finiscono, anzi, forse a casa è anche peggio. Faccio in tempo a
mettere dentro il piede, con il giubbotto sporco di sangue che manco un
macellaio, che il marito di mia madre salta fuori e mi tira un pugno in faccia.
«Dove
cazzo sei stato?!» Mi sputa addosso, trattenendomi per il cappotto e strattonandomi.
«E che è successo a ‘sto giubbino? L’ho pagato un occhio della testa! E per che
cazzo lavoro a fare in fabbrica, se manco hai rispetto per me?!»
«…è il
sangue di Shands.» Gli rispondo, mentre butta a terra. «E tu sei ubriaco!»
Ma
mica mi ascolta, mi prende a calci in pancia. Allora scappo, che quando lo
stronzo è sbronzo non lo fermi più. Ma non capisco più un cazzo e mi fa male
tutto quanto e barcollo per strada.
….che
l’ultima cosa che penso è che devo farla finita del tutto. Ma, poi, sento qualcosa
alle spalle e un dolore boia.
Ed è
tutto nero.
Ethan Crook
Quando
è arrivata la telefonata, eravamo ancora tutti alla festa. Eravamo sbronzi. Uno
schifo totale.
Io e
Jessie ce ne stavamo in un angolo, su un divano, con le sue mani che mi
accarezzavano i capelli e i suoi occhi che mi fissavano. Non mi era mai
sembrata così bella come in quel momento, anche se, ci scommetto, era
completamente fatta. Nessuna passera, a dirla tutta, mi era mai sembrata bella
quanto lei. Ma era l’ecstasy a farla apparire così, lo so.
È
stata la madre di Bennie che ha rovinato l’istante perfetto e m’ha chiamato,
con la sua voce strascicata da battona ubriaca. Sembrava nel panico, la
vecchia, con ‘sti singhiozzi che non mi facevano capire nulla. Ho cercato di
calmarla, però alla fine ho capito il motivo del suo pianto e mi sono alzato in
piedi, cercando gli altri nella stanza.
Tutti ubriachi marci, sparsi ovunque. Dovevo dare quello schifo di
notizia… Ma non ero certo che capissero, così come non ero per un cazzo
certo di aver capito io stesso. Cioè, certe cose non ti entrano in testa subito
manco quando sei a segno, figuriamoci se sei fuori.
L’unica
cosa che sapevo era che dovevo fare in fretta, anche se ciò non avrebbe
cambiato una sega. Tanto quel che doveva succedere era già successo e la
velocità non contava nulla. Zero. Bennie era fottuto…
Lester Shands
A
svegliarmi fu un movimento di Crook, che si stava accoccolando a me. Così
vicina che sentivo il suo respiro sulle mie labbra. Me non mi piace dormire con
le passere… Mi fa sentire braccato. Di solito le mando via prima che possano
pensare che siamo una coppia o cazzate di ‘sto tipo. Però la sorellina di Eeth
era un gran bel pezzo di figa, l’ho già detto, e averla così vicino mi fece
tirare l’uccello. Lo sentivo, che se ne stava bello allegro nelle mie mutante e
avrebbe voluto essere liberato.
Lei,
poi, se ne stava lì con la bocca semi aperta e per un attimo mi è pure passato
per la testa di infilarglielo dentro a sorpresa. Ma ‘ste cose le fanno gli
sfigati che non c’hanno un buco e non vengono calcolati dal gentil sesso. Io
non ne ho bisogno… Se avessi avuto voglia, avrei ottenuto il suo permesso
quando sarebbe stata sveglia. Così mi limitai a sedermi sul materasso e
guardarla.
Quel
suo bel corpicino, con la gonna che le lasciava scoperta la coscia e un po’ di
culo. Da urlo, cazzo. Così ho deciso che, se non potevo proprio
toccarla, mi sarei sparato una sega mentre dormiva.
Cioè, da sfigato, però lei era
davvero bella e, porcaputtana, io glielo volevo
davvero sbattere dentro.
Lockie Cochrane
Quando
Eeth arrivò da me, stavo talmente fuori
che quasi non lo riconoscevo. C’avevo addosso ‘sta passera che m’aveva infilato la lingua in bocca e,
seriamente, non capivo più nulla. Lui m’ha preso e m’ha portato lontano, con
gli occhi che gli uscivano dalle orbite.
Mi
disse solo che dovevamo trovare gli altri, che doveva parlarci di una cosa
seria. E ho pensato, cazzo c’è di serio da dire di sabato sera? Non
eravamo lì per divertirci e ubriacarci? Zero pensieri, amico… Hakuna Matata! E
lui, invece, voleva rovinarci tutto!
Un po’
di rimpianto per aver protestato, ce l’ho ancora. Ma, eccheccazzo,
non puoi allarmare tutti nel weekend! Soprattutto quando eravamo strafatti… Io
manco ho capito che cosa stava succedendo, nonostante le parole strascicate,
masticate, di Crook.
L’ho
seguito come un’ombra, anche se avrei voluto rimanere con quella ragazza bionda
con le tette abbondanti che mi stavo facendo. In qualche modo qualcosa mi ha
avvisato che dovevo mollarla… Che so, forse una specie di Dio che m’ha fatto
mettere la testa a posto per un secondo. So solo che arrivammo da Trix, in
bagno, dove lo stava succhiando al biondo platinato amico della Crook femmina.
Spettacolo mica male… Però l’unica cosa che feci fu scoppiare a ridere come un
coglione, mentre Ethan la tirava lontano da quel cazzo pieno di saliva e
rossetto. Lei disse qualcosa, come a protestare, mentre il biondo squittiva che
almeno potevamo lasciarla finire, che era lì lì per
finire. Così Ethan gli ha detto che poteva arrangiarsi e l’ha mandato a fanculo.
Patricia Moody
…cioè,
lo stavo giusto per far venire e mi aspettavo di assaggiare che sapore avesse,
quando Ethan m’ha preso. IMPOSSIBILE! Mai capitata una cosa simile prima di
allora… Capivo proprio nulla! Ho provato a fare domande, che mica volevo
lasciare il lavoro a metà, ma lui se n’è sbattuto le palle! Il solito
deficiente…INSOLENTE! C’avevo manco le mutande, che erano rimaste nel cesso
insieme a… non mi ricordo il suo nome. Beh, erano là, se le era messe in tasca,
così, per scherzo. E io c’avevo la gonna e basta e ce l’avevo bagnata, che
sentivo l’interno coscia umido e faceva freddo. Ma Eeth c’aveva da fare di
testa sua e non ascoltava scuse. Zero. INCOMPRENSIBILE!
Però
la sua faccia mica mi piaceva. E la fretta che aveva mi faceva preoccupare. Mai
visto il mio Eeth così prima di quel momento! Così m’ha preso male e ho
iniziato ad ansimare e ho vomitato sulle scale, mentre stavamo andando a
cercare Tye. Da sotto ho sentito qualcuno che protestava, che gli era mica
colato lo sbocco addosso dal pianerottolo? E poi Cochrane rideva come un
demente, strafatto come al solito… Che, cioè, lo divertiva vedermi vomitare.
Davvero,
poi a un certo punto non ho retto più e mi sono messa a urlare e, in quel
momento, mica è spuntato Tye da una porta, insieme a Curtis? E c’ha guardato e
non si capiva più una sega. Però ho visto che aveva capito… Cioè, è che Tye è
delicato, è sensibile e ‘ste cose lui le sente subito. Cioè… che io anche
oggi non riesco a capire quello che è successo. Cioè, io mica ci voglio
credere.
Tylor Chambers
Quando
ho visto il volto di Ethan ho capito. È come succede nei film, quando con un
solo sguardo i protagonisti si capiscono. In quel momento mi sono sentito un po’
come sotto il potere del Professor X, come se lui mi stesse parlando
direttamente nella testa. Non sapevo precisamente cosa fosse accaduto, ma
sapevo che era qualcosa di grave. Il mio primo pensiero andò a Lester, dato che
lo avevamo abbandonato tutti. Poi ho pensato che da solo non poteva farsi
nulla, dal momento che amava se stesso più di ogni altra cosa. Poi, per un
attimo, ho immaginato che Bennie fosse andato da lui e l’avesse ammazzato. Avevamo
abbandonato anche lui, d’altronde…
Forse,
alla fine, siamo troppo giovani. Non pensiamo mai alle conseguenze del nostro
comportamento, non fino a quando succede qualcosa di pazzesco… qualcosa che in
quell’istante troviamo insensato, ma alla fine fa parte di un grande puzzle
alla cui realizzazione abbiamo contribuito anche noi. Eppure, alla fine, che
cosa è l’adolescenza se non l’apice dell’egoismo e dell’indifferenza? Eravamo
amici, ci conoscevamo da tempo, però tendevamo a ignorare i problemi degli
altri, persi nelle nostre cazzate personali. E solo quando la tragedia era
avvenuta, ci accorgevamo di ciò che avevamo sempre avuto sotto gli occhi.
Ethan,
quando fummo tutti insieme, lì nel corridoio, ci spiegò cos’era accaduto. Nulla
che potevamo aspettarci, nonostante i presupposti per una fine del genere ci
fossero da tempo, trascurati. Restammo muti, quasi tutti, mentre Lockie rideva
isterico e io sbiancavo e Eeth smattava. Fu solo Patricia
a fare una domanda.
«Qualcuno ha chiamato Les?»
Chrystal Crook
Fu il
suono di un cellulare a svegliarmi e, quando aprii gli occhi, la prima cosa che
vidi fu Shands, che se lo smanettava non molto lontano da me. Non smise, quando
notò che aprii gli occhi, anzi, si limitò a sorridermi come se fosse la cosa
più naturale del mondo. Disse solo “sei davvero bella”, prima di schizzare in
un kleenex. Non so che cosa gli fosse passato per la
testa, ma appena finì si alzò e, senza neanche indossare boxer e pantaloni,
andò a prendere il telefono e ricompose il numero.
Lo osservai
allibita, raddrizzandomi sul letto e decidendo di rimettere sia gli anfibi che il
cappotto e tornare a casa mia. Quando lui notò che volevo andarmene, tuttavia,
alzò una mano e si avvicinò a me, tenendomi ancorata al materasso, tenendomi la
mano sulla spalla. Il suo inguine era proprio davanti alla mia faccia e, anche
impegnandomi, non potei fare a meno di fissarlo. Non volevo certo fare nulla
con quel pezzo di merda. Tuttavia, non appena chiuse la chiamata, ogni
paura di poter finire a letto con lui svanì.
Si
allontanò da me, si rivestì, andò ad accendersi una sigaretta e si versò della
vodka in un bicchiere che teneva sul comodino. Restò zitto per qualche minuto,
prima di voltarsi nuovamente a guardarmi dritto negli occhi. E, giuro su Dio,
stava piangendo.
«Bennie
è morto.»
Ciao
a tutti! Bene… Ecco qui il nuovo capitolo!
Mi
dispiace per averci messo tanto tempo, però ero entrata un po’ in crisi con la
trama, nel momento in cui ho ucciso Bennie non sapevo come concludere il
capitolo e… beh, eccolo!!
Che
dire… c’è stato un colpo di scena, ma, come avrete notato, il titolo del
racconto è “Untili t kills” e di morte si doveva
parlare!
Comunque,
lascio sempre il link della mia pagina facebook per
conoscere gli aggiornamenti:
https://www.facebook.com/pages/Michelle-Morrison/390257021129034
Grazie
a chi legge sempre, a chi ha messo la storia fra le preferite e a chi è appena
arrivato!