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Autore: AG_Valdez    20/01/2015    1 recensioni
E se la protagonista della tua ff non fosse esattamente come l'hai immaginata? Se si ribellasse all'autore della sua storia e ti desse dei consigli sconvolgendo totalmente l'idea che ti eri fatta di lei?
Riusciresti a evitare l'esaurimento nervoso?
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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COME CI SI SENTE QUANDO LA PROTAGONISTA DELLA TUA STORIA TI INSULTA

 

CAP 2

 

 

 

 

Era una giornata piovosa, di quelle che ti fanno venire sonno e ti inducono a poltrire tutto il giorno.

Infatti io non avevo voglia di fare niente.

Presi il computer, controllai la posta e naturalmente le uniche mail che mi erano arrivate erano solo pubblicità.

Così, anche se a malavoglia, aprii un file di word e ritentai di scrivere.

Avevo una dannata paura che la voce di Emilena tornasse a fare la sua sgradita visita.

Avevo pensato molto alla sua “comparsa” ed ero arrivata alla conclusione che ci doveva essere una spiegazione logica dietro a quello che mi era capitato.

Quindi provai a farla arrabbiare scrivendo una frase che di certo non le sarebbe piaciuta.

Era l'una di notte. Una musica strepitosa aleggiava nell'aria. La ragazza seduta al pianoforte concluse il Preludio di Bach con l'ultimo accordo e nella casa tornò a prevalere il silenzio che Emilena non sopportava e che l'aveva indotta a suonare. Quella canzone era una delle sue preferite, insieme a Clair de lune di Debussy e al Notturno di Chopin .

Aspettai un attimo. I compositori che avevo citato sarebbero stati certamente definiti sfigati da Emilena.

“Ciao cocca!” disse la voce che aveva risuonato nei miei peggiori incubi “ti sono mancata?Bè, a me tu no. Insisto a venirti a trovare solo perché devo impedirti di distruggere la mia reputazione. A proposito, che cos'era tutta sta pappardella di nomi che non ho mai sentito prima? Chi è sto Ciopin?”

Dopo aver fatto un sorriso per il modo in cui aveva pronunciato il nome del famosissimo compositore risposi: “Innanzitutto si pronuncia Sciopen e poi, come fai a non conoscerli? Non hai studiato storia dell'arte a scuola?”

“Ehi ciccia, io non sono mai andata a scuola, mi hai creata tu! Come faccio a conoscere i tre tizi di cui parli?”

Effettivamente nel suo ragionamento c'era una certa logica.

La ignorai e continuai a scrivere.

Emilena aveva i capelli castani e gli occhi color nocciola. Non era né alta né bassa, non era né grassa né magra. Aveva il viso spruzzato di lentiggini e i denti un po' sporgenti. Non era né bella né brutta. Insomma, era una normalissima adolescente.

“Ma cosa cavolo stai scrivendo?!? Non è possibile! O, né bella né brutta? Non si può immaginare una cosa così. Io sono bellissima! Me lo dicono tutti i ragazzi!” disse la voce, urlando.

“Aspetta, come fanno i ragazzi a dirti che sei bella, se esisti solo nella mia mente? E poi se sei così strabiliante fatti vedere, no?” esclamai.

Non sarei mai e poi ami aspettata che lo facesse davvero. Invece eccomi apparire davanti, prima con i margini sfocati e poi sempre più nitidi, una ragazza alta, bionda con delle meches rosse, portava degli occhiali neri e grandi che esaltavano gli occhi blu come il mare. Portava una maglia lunga e un paio di leggins viola.

Era il più diversa possibile da come me l'ero immaginata. E in effetti era carina.

“ E allora?” disse con la sua voce squillante.

“Allora sparisci, mi sono stufata di te!” esclamai perdendo la pazienza.

“Eseguo, ma mi rivedrai presto!” promise Emilena.

Mi aspettavo un'uscita spettacolare, con fumo e polvere colorata ma venni delusa. Ma Emilena si limitò ad aprire la porta e ad uscire, senza nemmeno passarci attraverso in modalità fantasma.

 

 

IL GIORNO DOPO

 

Salivo veloce le scale della scuola, come al solito ero in ritardo. Fortunatamente la campanella non era ancora suonata e molti miei compagni erano fuori dalla classe.

Una mia amica mi si avvicinò e mi disse: “Lo sai che c'è una nuova alunna? Ci ho parlato un attimo fa, sembra un po' strana ma a me è simpatica. Ah, dice di conoscerti!”

Mi chiedevo chi fosse, non mi ricordavo nessuno a cui quella veloce descrizione poteva corrispondere.

“Come si chiama?” domandai alla mia amica.

“Bè, ha un nome strano, qualcosa, che suona come Elena, ma non è così ma gli assomiglia...”

“Emilena?” chiesi, sperando che la risposta fosse negativa.

   
 
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