Anime & Manga > Un fiocco per sognare, un fiocco...
Segui la storia  |       
Autore: Himechan    24/11/2008    5 recensioni
Una ragazza misteriosa, Pokotà non parla più, il pericolo e l'amore... Himi e Dai Dai più uniti e distanti che mai
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Himi fece la strada di casa in tutta fretta con un bruttissimo presentimento nel cuore, pensando a quello che le aveva detto Minako: lei e Dai Dai si erano baciati… Non poteva crederci.. Ma allora perché, perché lui era stato così gentile quel giorno? Lui le aveva salvato la VITA! Ma nonostante questo si comportava in maniera strana e soprattutto non le aveva confidato nulla. Si sentiva in un certo senso (anche se non ne aveva il diritto visto che non era il suo fidanzato) tradita e ingannata dal suo più caro amico, dal ragazzo che amava segretamente. Non poteva credere che tutto fosse davvero finito. Era talmente sovrappensiero che non si accorse che qualcuno camminava in senso opposto al suo, e ci andò a sbattere con violenza.
Questa era la seconda volta che le capitava. Sembrava come se il destino volesse darle una mano a risolvere i suoi problemi.
Era Dai Dai.
“Ehi maschiaccio, si può sapere dove hai la testa?” la rimproverò lui non appena si accorse che era lei.
“Ah… Sei tu…” Himechan non sapeva che fare: parlargli di nuovo o fare finta di niente?
Decise per la prima opzione: del resto non si era mai tirata indietro davanti le difficoltà.
“Stavi andando da qualche parte? Sai vorrei parlarti di una certa una cosa…” gli chiese lei con finto disinteresse.
Lui ci pensò un po’ su: fra un’ora Tetsu e gli altri lo aspettavano per la partita di calcio, ma decise che il tempo per lei poteva trovarlo.
“Okay dimmi pure!”
“Ti va se andiamo alla casa abbandonata?”. Il loro posto segreto. Era da tanto che non ci tornavano insieme.
“La… Casa abbandonata? E che posto sarebbe mai?
Himi lo guardò incredula, come se non avesse capito bene quello che lui le aveva appena detto.
“Ehi ma sei impazzito? Ma stai scherzando? La casa abbandonata! La NOSTRA casa abbandonata!” Ne avevano combinate di tutti i colori lì dentro! Possibile che lui non si ricordasse niente? Ma che gli prendeva? Un momento lo sentiva più vicino che mai e l’attimo dopo lui già non c’era più… Sembrava come se una mano invisibile e implacabile manipolasse a proprio piacimento la mente, i pensieri e le sensazioni di Dai Dai.
“Non so di cosa stai parlando comunque va bene andiamo dove vuoi, ma sbrighiamoci!” le rispose lui seccamente. Ecco che ridiventava freddo e gelido. Aveva un comportamento talmente strano e volubile che lei continuava a non capirci niente.
Camminarono insieme, senza dirsi una parola, e quando arrivarono alla “loro” casa segreta le parve come se non fosse cambiato niente. Dai Dai rimase un attimo a guardarsi intorno, come se quel posto gli fosse tanto familiare ma al tempo stesso non gli fosse rimasto impresso alcun ricordo. Himi non riusciva a spiegarsi come quello della casa fosse uno dei tanti ricordi che misteriosamente Daichi aveva cancellato dalla sua mente.
“Che strano posto…” mormorò lui facendo attenzione a dove metteva i piedi tra le erbacce.
Himi gli fece strada precedendolo e aprì la vecchia porta scricchiolante.
Dentro era buio, ma subito si accorse della presenza di qualcuno all’interno. C’era una fioca luce che proveniva dal soggiorno, e si sentivano degli strani rumori provenire proprio da lì. Le batteva forte il cuore dallo spavento di trovarci qualcuno, ma ancora prima che se ne accorgesse, Dai Dai l’aveva superata, passandole un braccio intorno alle spalle, come per proteggerla da un pericolo invisibile. Ora che erano così vicini, di nuovo, poteva sentire il suo respiro, il suo dolce profumo, la sua forte stretta piena di calore. Per un attimo brevissimo, chiuse gli occhi, il cuore che le batteva a tonfi sordi nel petto, le guance di colpo in fiamme, e desiderò con tutta l’anima di essere sola con lui, tra le sue braccia. Per sempre.
“Shhh… Zitta…” le bisbigliò lui tra i capelli, senza però, apparentemente, provare quelle emozioni fortissime che provava lei. Si guardava intorno, guardingo e sospettoso.
Avanzarono piano piano, nella tenue luce del caminetto scoppiettante che qualcuno aveva acceso per scaldarsi un po’, senza fare rumore. Qualcuno si era appisolato sul divano… e quel qualcuno era…
“Matsuyama!” esclamò Himi ad alta voce, profondamente sorpresa da quella visione completamente inaspettata. Erano giorni che era scomparso nel nulla, senza lasciare traccia e ora se lo ritrovava nascosto nella casa abbandonata?! Ma come faceva a conoscere quel posto? Quella era sempre stata un’esclusiva sua e di Dai Dai… Nessun altro sconosciuto sapeva come entrarci, a meno che anche lui ne conoscesse l’esistenza… Eppure era così strano… Matsuyama non era del posto.
Il ragazzo si ridestò in tutta fretta, i capelli arruffati, la faccia assonnata… Si era accampato lì da giorni, evidentemente, visto che si era sistemato molto bene.
“Himechan!”
“Ehi ma voi due vi conoscete?” Daichi continuava a non capire dove lei volesse arrivare.
“Credevo che fossi ripartito e invece… ma insomma si può sapere che ci fai qui? Come hai fatto a trovarti questo rifugio?” Matsuyama le doveva un mucchio di spiegazioni, ma non sarebbe stato facile estorcergliele. Del resto già a suo tempo le aveva spiegato che lui sapeva un mucchio di cose, ma che il famoso tempo delle spiegazioni non era ancora arrivato.
Lo avevano scoperto. Ma forse se lo aspettava, o comunque attendeva che prima o poi lei si sarebbe fatta viva. Come le era mancata!
“Io e Matsuyama, ci siamo conosciuti al lago! Lui è un pittore e…” non seppe come continuare, perché in realtà non sapeva cosa dirgli visto che anche per lei Matsuyama era un enigma ingarbugliato. I due giovani si fissarono a lungo: Dai Dai non se ne seppe spiegare il motivo ma provò la stessa sensazione di Himi quando lo aveva incontrato per la prima volta… Gli pareva già di conoscerlo, o comunque che lui lo conoscesse molto bene, come se avessero vissuto tante esperienze precedenti tutti e tre insieme. Quando gli strinse la mano per presentarsi capì che la sensazione era giusta.
“Ehi ma io ti conosco… Io ti ho già visto da qualche parte” gli disse continuandolo a fissare con attenzione, cercando di ricordare, ma Matsuyama era arrossito come un bambino. “No ti sbagli, evidentemente mi hai scambiato per un’altra persona!”. Niente era ciò che sembrava.
Himi guardò alle spalle del ragazzo ed ebbe quasi un tuffo al cuore. Sul divano c’era un piccolo schizzo dove erano disegnati lei e Dai Dai, insieme. Ma come faceva già a conoscerlo? E come sapeva che lei e Daichi si frequentavano? A suo tempo le aveva detto di sapere molte cose anche su di lui ma non riusciva a capire come avesse fatto.
Matsuyama si accorse che l’occhio le era caduto sul disegno, e frettolosamente lo nascose, riponendolo insieme agli altri suoi ritratti. “Aspetta un attimo ma tu… Tu come facevi a sapere che…” Matsuyama prese in fretta tutte le sue cose, senza troppe spiegazioni “Mi dispiace aver occupato di nascosto il vostro rifugio segreto!” Matsuyama aveva la dolcezza e la timidezza di un bambino. Questo suo lato la intenerì molto.
“Un momento! Ma come fai a sapere che questa… sì insomma questa è la nostra casa segreta? “ Himi lo guardava con occhi di fuoco e lui si sentiva messo alle strette, con le spalle al muro.
Quanto avrebbe voluto dirle la verità… Se solo avesse saputo, molte cose si sarebbero spiegate da sole, ma non poteva ancora dirle niente… Erika prima della fine era stata molto chiara. Sapeva di poter contare su di lui, ma al momento opportuno. Per ora era necessario che continuasse a rimanere nell’ombra per non attirare troppo l’attenzione. Attendeva solo una mossa ben precisa.
“Himi ti prego io non posso dirti niente. Mi dispiace che tu mi abbia scoperto così, se vuoi andrò via da qui, ma per favore non chiedermi più di quanto io non possa dirti!” Guardò Dai Dai in tono quasi supplichevole. Era necessario che lei non sapesse nulla, altrimenti se lei avesse scoperto tutto  non l’avrebbe più lasciato andare. Ne era sicuro.
“Ma lo capisci che tu non puoi farmi rimanere così! Tu sai qualcosa di tutto quello che sta succedendo! Perché non puoi? Perché non puoi parlare?” gridò quasi con le lacrime agli occhi.
Matsuyama abbassò lo sguardo, senza riuscire a sostenere quegli occhi così grandi alla ricerca della verità. Si sentiva impotente davanti a quella richiesta così evidente. “Smettila! Io non posso! NON posso lo capisci! E’ inutile che continui a chiedermelo! Tu non immagini tante cose… Se tu sapessi… Se tu sapessi… Io non posso permettere che ti accada nulla di male… Io..” guardò Dai Dai come se avesse voluto parlare anche con lui.
“Scusate io… Devo andare… E’ meglio…!” ma Himi lo fermò prendendolo per un braccio. “Okay, va bene. Io voglio fidarmi di te e di quello che dici… ma ecco se vuoi, insomma non c’è bisogno che tu sparisca o che ti nasconda… Non puoi parlare, d’accordo, parlerai al momento opportuno, ma ti prego, NON te ne andare… Io non lo so perché ma tu… Tu mi ricordi qualcosa… qualcuno… Non voglio che tu te ne vada. Se vuoi puoi rimanere qui nella casa, vedrai nessuno saprà che sei qui se non vuoi essere disturbato”. Matsuyama le rivolse un sorriso esitante “Dici sul serio?”
Himechan annuì.
“Niente più domande?”
“Niente più domande. Almeno per il momento!”. Gli rivolse un sorriso fiducioso e lui sembrò tranquillizzarsi.



Allora eccomi a postare un nuovo capitolo! Qualcosa si comincia ad intuire, ma non posso assolutamente darvi altri indizi : P ! Al primo che indovina chi è Matsu ricchi premi e cotillons!  : )) Fatemi sapere se il continuo vi piace e come al solito ringrazio tutti i miei recensori per i complimenti alla fic e i lettori anonimi ( vero socia ? : )).

Um abraço carinho !
Himechan


   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Un fiocco per sognare, un fiocco... / Vai alla pagina dell'autore: Himechan