Himi fece la strada di casa in tutta fretta con un bruttissimo
presentimento nel cuore, pensando a quello che le aveva detto Minako:
lei e Dai Dai si erano baciati… Non poteva crederci.. Ma
allora perché, perché lui era stato
così gentile quel giorno? Lui le aveva salvato la VITA! Ma
nonostante questo si comportava in maniera strana e soprattutto non le
aveva confidato nulla. Si sentiva in un certo senso (anche se non ne
aveva il diritto visto che non era il suo fidanzato) tradita e
ingannata dal suo più caro amico, dal ragazzo che amava
segretamente. Non poteva credere che tutto fosse davvero finito. Era
talmente sovrappensiero che non si accorse che qualcuno camminava in
senso opposto al suo, e ci andò a sbattere con violenza.
Questa era la seconda volta che le capitava. Sembrava come se il
destino volesse darle una mano a risolvere i suoi problemi.
Era Dai Dai.
“Ehi maschiaccio, si può sapere dove hai la
testa?” la rimproverò lui non appena si accorse
che era lei.
“Ah… Sei tu…” Himechan non
sapeva che fare: parlargli di nuovo o fare finta di niente?
Decise per la prima opzione: del resto non si era mai tirata indietro
davanti le difficoltà.
“Stavi andando da qualche parte? Sai vorrei parlarti di una
certa una cosa…” gli chiese lei con finto
disinteresse.
Lui ci pensò un po’ su: fra un’ora Tetsu
e gli altri lo aspettavano per la partita di calcio, ma decise che il
tempo per lei poteva trovarlo.
“Okay dimmi pure!”
“Ti va se andiamo alla casa abbandonata?”. Il loro
posto segreto. Era da tanto che non ci tornavano insieme.
“La… Casa abbandonata? E che posto sarebbe mai?
Himi lo guardò incredula, come se non avesse capito bene
quello che lui le aveva appena detto.
“Ehi ma sei impazzito? Ma stai scherzando? La casa
abbandonata! La NOSTRA casa abbandonata!” Ne avevano
combinate di tutti i colori lì dentro! Possibile che lui non
si ricordasse niente? Ma che gli prendeva? Un momento lo sentiva
più vicino che mai e l’attimo dopo lui
già non c’era più… Sembrava
come se una mano invisibile e implacabile manipolasse a proprio
piacimento la mente, i pensieri e le sensazioni di Dai Dai.
“Non so di cosa stai parlando comunque va bene andiamo dove
vuoi, ma sbrighiamoci!” le rispose lui seccamente. Ecco che
ridiventava freddo e gelido. Aveva un comportamento talmente strano e
volubile che lei continuava a non capirci niente.
Camminarono insieme, senza dirsi una parola, e quando arrivarono alla
“loro” casa segreta le parve come se non fosse
cambiato niente. Dai Dai rimase un attimo a guardarsi intorno, come se
quel posto gli fosse tanto familiare ma al tempo stesso non gli fosse
rimasto impresso alcun ricordo. Himi non riusciva a spiegarsi come
quello della casa fosse uno dei tanti ricordi che misteriosamente
Daichi aveva cancellato dalla sua mente.
“Che strano posto…” mormorò
lui facendo attenzione a dove metteva i piedi tra le erbacce.
Himi gli fece strada precedendolo e aprì la vecchia porta
scricchiolante.
Dentro era buio, ma subito si accorse della presenza di qualcuno
all’interno. C’era una fioca luce che proveniva dal
soggiorno, e si sentivano degli strani rumori provenire proprio da
lì. Le batteva forte il cuore dallo spavento di trovarci
qualcuno, ma ancora prima che se ne accorgesse, Dai Dai
l’aveva superata, passandole un braccio intorno alle spalle,
come per proteggerla da un pericolo invisibile. Ora che erano
così vicini, di nuovo, poteva sentire il suo respiro, il suo
dolce profumo, la sua forte stretta piena di calore. Per un attimo
brevissimo, chiuse gli occhi, il cuore che le batteva a tonfi sordi nel
petto, le guance di colpo in fiamme, e desiderò con tutta
l’anima di essere sola con lui, tra le sue braccia. Per
sempre.
“Shhh… Zitta…” le
bisbigliò lui tra i capelli, senza però,
apparentemente, provare quelle emozioni fortissime che provava lei. Si
guardava intorno, guardingo e sospettoso.
Avanzarono piano piano, nella tenue luce del caminetto scoppiettante
che qualcuno aveva acceso per scaldarsi un po’, senza fare
rumore. Qualcuno si era appisolato sul divano… e quel
qualcuno era…
“Matsuyama!” esclamò Himi ad alta voce,
profondamente sorpresa da quella visione completamente inaspettata.
Erano giorni che era scomparso nel nulla, senza lasciare traccia e ora
se lo ritrovava nascosto nella casa abbandonata?! Ma come faceva a
conoscere quel posto? Quella era sempre stata un’esclusiva
sua e di Dai Dai… Nessun altro sconosciuto sapeva come
entrarci, a meno che anche lui ne conoscesse
l’esistenza… Eppure era così
strano… Matsuyama non era del posto.
Il ragazzo si ridestò in tutta fretta, i capelli arruffati,
la faccia assonnata… Si era accampato lì da
giorni, evidentemente, visto che si era sistemato molto bene.
“Himechan!”
“Ehi ma voi due vi conoscete?” Daichi continuava a
non capire dove lei volesse arrivare.
“Credevo che fossi ripartito e invece… ma insomma
si può sapere che ci fai qui? Come hai fatto a trovarti
questo rifugio?” Matsuyama le doveva un mucchio di
spiegazioni, ma non sarebbe stato facile estorcergliele. Del resto
già a suo tempo le aveva spiegato che lui sapeva un mucchio
di cose, ma che il famoso tempo delle spiegazioni non era ancora
arrivato.
Lo avevano scoperto. Ma forse se lo aspettava, o comunque attendeva che
prima o poi lei si sarebbe fatta viva. Come le era mancata!
“Io e Matsuyama, ci siamo conosciuti al lago! Lui
è un pittore e…” non seppe come
continuare, perché in realtà non sapeva cosa
dirgli visto che anche per lei Matsuyama era un enigma ingarbugliato. I
due giovani si fissarono a lungo: Dai Dai non se ne seppe spiegare il
motivo ma provò la stessa sensazione di Himi quando lo aveva
incontrato per la prima volta… Gli pareva già di
conoscerlo, o comunque che lui lo conoscesse molto bene, come se
avessero vissuto tante esperienze precedenti tutti e tre insieme.
Quando gli strinse la mano per presentarsi capì che la
sensazione era giusta.
“Ehi ma io ti conosco… Io ti ho già
visto da qualche parte” gli disse continuandolo a fissare con
attenzione, cercando di ricordare, ma Matsuyama era arrossito come un
bambino. “No ti sbagli, evidentemente mi hai scambiato per
un’altra persona!”. Niente era ciò che
sembrava.
Himi guardò alle spalle del ragazzo ed ebbe quasi un tuffo
al cuore. Sul divano c’era un piccolo schizzo dove erano
disegnati lei e Dai Dai, insieme. Ma come faceva già a
conoscerlo? E come sapeva che lei e Daichi si frequentavano? A suo
tempo le aveva detto di sapere molte cose anche su di lui ma non
riusciva a capire come avesse fatto.
Matsuyama si accorse che l’occhio le era caduto sul disegno,
e frettolosamente lo nascose, riponendolo insieme agli altri suoi
ritratti. “Aspetta un attimo ma tu… Tu come facevi
a sapere che…” Matsuyama prese in fretta tutte le
sue cose, senza troppe spiegazioni “Mi dispiace aver occupato
di nascosto il vostro rifugio segreto!” Matsuyama aveva la
dolcezza e la timidezza di un bambino. Questo suo lato la
intenerì molto.
“Un momento! Ma come fai a sapere che questa…
sì insomma questa è la nostra casa segreta?
“ Himi lo guardava con occhi di fuoco e lui si sentiva messo
alle strette, con le spalle al muro.
Quanto avrebbe voluto dirle la verità… Se solo
avesse saputo, molte cose si sarebbero spiegate da sole, ma non poteva
ancora dirle niente… Erika prima della fine era stata molto
chiara. Sapeva di poter contare su di lui, ma al momento opportuno. Per
ora era necessario che continuasse a rimanere nell’ombra per
non attirare troppo l’attenzione. Attendeva solo una mossa
ben precisa.
“Himi ti prego io non posso dirti niente. Mi dispiace che tu
mi abbia scoperto così, se vuoi andrò via da qui,
ma per favore non chiedermi più di quanto io non possa
dirti!” Guardò Dai Dai in tono quasi
supplichevole. Era necessario che lei non sapesse nulla, altrimenti se
lei avesse scoperto tutto non l’avrebbe
più lasciato andare. Ne era sicuro.
“Ma lo capisci che tu non puoi farmi rimanere
così! Tu sai qualcosa di tutto quello che sta succedendo!
Perché non puoi? Perché non puoi
parlare?” gridò quasi con le lacrime agli occhi.
Matsuyama abbassò lo sguardo, senza riuscire a sostenere
quegli occhi così grandi alla ricerca della
verità. Si sentiva impotente davanti a quella richiesta
così evidente. “Smettila! Io non posso! NON posso
lo capisci! E’ inutile che continui a chiedermelo! Tu non
immagini tante cose… Se tu sapessi… Se tu
sapessi… Io non posso permettere che ti accada nulla di
male… Io..” guardò Dai Dai come se
avesse voluto parlare anche con lui.
“Scusate io… Devo andare… E’
meglio…!” ma Himi lo fermò prendendolo
per un braccio. “Okay, va bene. Io voglio fidarmi di te e di
quello che dici… ma ecco se vuoi, insomma non
c’è bisogno che tu sparisca o che ti
nasconda… Non puoi parlare, d’accordo, parlerai al
momento opportuno, ma ti prego, NON te ne andare… Io non lo
so perché ma tu… Tu mi ricordi
qualcosa… qualcuno… Non voglio che tu te ne vada.
Se vuoi puoi rimanere qui nella casa, vedrai nessuno saprà
che sei qui se non vuoi essere disturbato”. Matsuyama le
rivolse un sorriso esitante “Dici sul serio?”
Himechan annuì.
“Niente più domande?”
“Niente più domande. Almeno per il
momento!”. Gli rivolse un sorriso fiducioso e lui
sembrò tranquillizzarsi.
Allora eccomi a postare un nuovo capitolo! Qualcosa si comincia ad
intuire, ma non posso assolutamente darvi altri indizi : P ! Al primo
che indovina chi è Matsu ricchi premi e cotillons!
: )) Fatemi sapere se il continuo vi piace e come al solito ringrazio
tutti i miei recensori per i complimenti alla fic e i lettori anonimi (
vero socia ? : )).