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Autore: MaggieMary    21/01/2015    1 recensioni
× Quando sei solo un'unità ×
Una grandezza è una quantità che può essere misurata con strumenti di misura.
Non è quindi possibile misurare la bontà, la felicità, l’amore o perfino la bellezza di una persona.
“Ciao, mi presento. Mi chiamo Lee Sungjong e ho una bellezza pari a 5,5 unità di bellezza.”
[MyungJong] ~ [ + Possibili future nuove OTP /? ]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: L/Kim Myungsoo, Lee Sungjong
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A: Dato che sono un'autrice estremamente puntuale e per nulla ritardataria, forse (SICURAMENTE, chiedo scusa..) non capirete la scena finale. Vi invito dunque a rileggervi la parte contrassegnata con un "NO POV" del 26° capitolo prima di procedere qui. Sono terribilmente imbarazzata per il ritardo (*//ー//゚)

Buona lettura✿.


✖✖✖

 




Le lancette del modesto orologio a pendolo scandivano quegli attimi di vita che Sungjong e Myungsoo stavano trascorrendo in silenzio.

Ancora seduti al tavolo della cucina di casa Lee, i due giovani ragazzi se ne stavano con le braccia conserte ed i volti bassi a fissare i palmi delle loro mani appoggiati sulle gambe.

Di fronte a loro troneggiavano le due figure dei coniugi Lee. Due figure modeste e dagli umili costumi, gracili e non di altissima statura, ma che in quella particolare situazione riuscivano comunque a spiccare e risultare solenni davanti ai due ragazzi.

 

E ora che fare?, si domandavano le loro giovani menti silenziosamente, senza fare confusione.

 

Sungjong non sapeva cosa avessero inteso e nemmeno era certo di cosa avrebbe voluto fargli intendere con le sue parole. Per questo, teneva la bocca serrata e continuava a riflettere senza un vero e concreto fine.

Sugli occhi ormai asciutti percepiva un debole bruciore, eco lontano di un suo precedente pianto.

E lo stesso percepiva anche Myungsoo, ancora seduto accanto a lui.

Seonkyu, tornato dal suo incontro con mezzo vicinato "armato", se ne stava ora a capotavola e spostava lo sguardo di continuo da un lato all'altro del tavolo di legno, indeciso se dover lui stesso intervenire.

 

In quell'incontro inaspettato e appena accennato era difficile stabilire chi meno si sentisse fuori posto.

 

Ed anche le stoviglie sporche, abbandonate disordinatamente nel lavello, parevano essere più ordinate degli animi di quelle 5 persone.

 

Che fare? Da dove cominciare?

 

Quella cantilena continuava a farsi sentire viva e limpida nelle menti di tutti i presenti, quasi fosse la colonna sonora in quella domenica mattina.

E forse lo era davvero, chi avrebbe potuto dirlo con certezza.

Dopo l'ennesimo ticchettio da parte dell'orologio,  Myungsoo si decise a voltare lo sguardo alla sua sinistra, per cercare una qualsiasi forma di comunicazione con Sungjong per quanto silenziosa sarebbe potuta essere.

Ma bastò quel lieve, quasi nullo, movimento del collo da parte del superiore a far attivare i genitori che, quasi improvvisamente risvegliati dal loro sedentario stato, aprirono la bocca facendo sobbalzare di paura il 9,9.

Il ragazzo aveva affrontato diverse situazioni nella sua vita, dalla più formali alle più galanti.

Fin da bambino aveva vissuto in quell'altolocata società di superiori e aveva imparato come comportarsi in qualsiasi situazione senza mai scomporsi.

 

Ma nessuno gli aveva mai davvero insegnato come comportarsi di fronte ai genitori del proprio fidanzato.

 

"Myungsoo..." - pronunciarono le labbra del signor Lee - "E' così che ti chiami, non è vero?"

 

L'interpellato sgranò gli occhi, irrigidendosi sul posto, prima di rispondere ad alta (fin troppo alta) voce.

 

"Sissignore!" - affermò - "Kim Myungsoo al vostro servizio!" - concluse prima di piegare la schiena per un veloce inchino.

 

Un veloce inchino per cui non aveva considerato la vicinanza con il tavolo della cucina.

E così facendo, finì per sbattere fin troppo sonoramente la fronte contro il piano del tavolo.

Sungjong e Seonkyu alla vista di quella che si presupponeva essere stata una dolorosa botta sgranarono gli occhi, alzando le mani davanti a loro.

 

"AHHH!! H-Hyung!!" - non poté non urlare Sungjong mentre Myungsoo ritirava su la testa, guardandosi appena intorno confuso.

 

È la volta buona che si è rincretinito del tutto!, pensò il 4,5 seriamente allarmato.

 

"T-Tutto a posto? Sta bene?" - chiese gentilmente anche Seonkyu con gli occhi spalancati e la stessa premura che sembrava essere caratteristica dei fratelli Lee - "Fratellone, gli porto del ghiaccio..?" - domandò questa volta a Sungjong - "Sembra far male.." - avvertì osservando come la fronte di Myungsoo stesse diventando sempre più tendente al bordò.

 

Il 9,9 dal canto suo sembrava ancora troppo scosso dalla botta (e forse ancora di più dalla pessima figura) da non rendersi nemmeno conto del bernoccolo che gli stava lentamente spuntando in testa.

Sungjong sbatté un paio di volte le palpebre prima di allungare le mani verso il volto del fidanzato.

 

"M-Myungsoo, tutto ok?" - domandò tastando appena con un sottile dito la fronte arrossata del giovane.

 

Quest'ultimo si riprese di colpo, spaventando nuovamente i due fratelli Lee che sobbalzarono ancora una volta quando L tornò a farsi sentire.

 

"C-Chiedo umilmente scusa--" - cercò di scusarmi, ma non appena si alzò in posizione eretta un piede sembrò scivolargli in un'immaginaria pozzanghera e con l'ennesimo sonoro tonfo Kim Myungsoo finì a terra.

 

"AHHHH!!" - urlarono questa volta in coro i due fratelli.

 

Myungsoo, con la schiena a terra e gambe e braccia a formare una X, fissava dritto il vuoto senza nemmeno sbattere le ciglia, consapevole della "meravigliosa" prima impressione che stava facendo di fronte ai genitori di Sungjong.

Genitori che se n'erano stati tutto il tempo in silenzio e apatici. Genitori che il 9,9 sospettava che presto lo avrebbero cacciato fuori di casa prima che avesse avuto la possibilità di distruggere mezza casa.

 

"Hyung, sei sicuro di stare bene?" - gli domandò preoccupato Sungjong ora chinato su di lui.

 

"Non avrò più il coraggio di alzarmi..." - sussurrò a bassa  voce con gli occhi fissi nel vuoto.

 

E come fare altrimenti?

Stava continuando a fare una brutta figura dopo l'altra quando invece sarebbe voluto solamente apparire come un normale e bravo ragazzo di fronte ai coniugi Lee.

 

Di sicuro, giunti a quel punto, i due adulti lo reputavano solamente come un matto fanfarone a cui mai e poi mai avrebbero lasciato il loro primogenito.

 Questo era ciò che pensava Myungsoo e anche la reazione più banale e plausibile che avrebbero potuto avere i due genitori.

Eppure quando, ancora steso a terra con Sungjong accovacciato di fianco a lui, percepì un basso rumore soffocato, il 9,9 non poté che sgranare quegli occhi scuri che già stava tenendo spalancati da un paio di minuti.

 

Aveva davvero udito una risata soffocata?

 

Facendosi forza e sorretto da un braccio di Sungjong, Myungsoo si mise in piedi, potendo così vedere di fronte a sé la figura del signor Lee che tratteneva a stento una risata dietro ad un'adulta mano.

 

"Caro, non è carino da parte tua." - ammise la moglie, la quale sembrava però starsi trattenendo dal non scoppiare anche lei in una rumorosa risata.

 

"M-Ma l'hai visto?" - le domandò l'uomo dietro la mano ancora saldamente premuta sulla bocca - "Non solo si è guadagnato un bernoccolo in piena fronte ma è addirittura caduto a terra!"

 

Myungsoo e Sungjong fissarono per un paio di attimi i due adulti, sorpresi dalla loro reazione.

Il 9,9 si portò una mano dietro la testa e sorrise timidamente mentre tornava a sedersi al suo posto insieme a Sungjong.

 

"S-Scusate.." - trovò che fosse necessario scusarsi - "Di solito non sono così imbranato."

 

"Oh, invece si che lo sei." - lo corresse però presto Sungjong, senza alcuna di ironia nella sua voce ma parlando semplicemente.

 

"M-Ma che dici? Non è affatto così!" - si affrettò a ribattere Myungsoo, dando inizio a uno scambio di battute nel quale un di solito composto 9,9 non poté che arrossire furiosamente.

 

I loro battibecchi furono fermati dalle risate non più trattenute degli altri 3 presenti nella stanza che avevano assistito per tutto quel tempo alle brutte figure di Myungsoo e al suo conseguente imbarazzo.

Il giovane sbatté le palpebre alzando appena i palmi davanti a sé, come a voler giustificare anche quella sua ennesima azione.

I genitori di Sungjong e suo fratello non erano arrabbiati, non erano sconvolti... erano semplicemente divertiti.

Myungsoo non si era preparato ad incontrare i genitori Lee e nemmeno si era precedentemente scritto un qualsiasi tipo di discorso da fare.

Nonostante il tempo trascorso insieme a Sungjong, il 9,9 doveva ammettere che non sapeva più di tanto della famiglia del giovane. Sapeva che avesse un fratello e che il padre fosse un cuoco, ma non aveva la più pallida idea di quali soggetti si sarebbe mai ritrovato davanti.

Diverse volte si era domandato che persone fossero però mai era giunto ad una vera conclusione.

E più di tutto non aveva mai pensato all'eventualità di doversi presentare direttamente davanti a loro.

 

Come presentarsi? Cosa dire?

 

Myungsoo nemmeno sapeva se si sarebbe dovuto presentare come un amico o un totale sconosciuto.

C'erano tante cose che lo avevano tormentato, come sempre dopotutto, ma una volta seduto a quel tavolo aveva deciso che l'unica cosa che davvero voleva era fare una normale figura.

Né brutta, né particolarmente bella, solamente normale.

Per tutta la vita aveva vissuto nell'estrema superiorità e con Sungjong era giunto a conoscere anche l'altra faccia della medaglia.

Per quella volta voleva solamente apparire normale, nulla più.

Eppure quella serie di "belle" figure non lo avevano di certo aiutato.

Si era guadagnato un bernoccolo che difficilmente sarebbe scomparso e si era schiantato sul pavimento senza una vera e propria causa.

Lui stesso se ne sarebbe voluto andare. Lui stesso avrebbe voluto fermare tutto e porre uno stop a quella scena venuta male, quasi sul set della più banale telenovela.

Lui stesso aveva capito di non aver fatto una buona prima impressione.

 

Eppure i coniugi Lee erano sereni ed i loro volti sorridevano divertiti.

Myungsoo sarebbe voluto apparire come un bravo e composto ragazzo, non come un clown dalle disordinate mosse.

 

Ma sempre meglio di essere sbattuto fuori casa, no?

 

Kim Myungsoo decise che forse per quella volta sarebbe potuto andare bene anche a quel modo.

Ci avrebbe pensato più avanti a migliorare la sua figura, c'era tutto il tempo dopotutto.

 

No?

 

Così semplicemente sorrise anche lui, portando gli angoli della bocca a piegarsi all'insù e gli occhi a socchiudersi in due dolci mezzelune marroni.

L'imbranataggine di Myungsoo alla fine era in un qualche modo servita.

Forse era stata addirittura necessaria per smorzare definitivamente quel clima teso e confuso.

Forse solo a quel modo in quel momento potevano sorridere tutti serenamente.

Non sapevano chi fosse Myungsoo, né tanto meno cosa avesse davvero a che fare un superiore con Sungjong.

Eppure erano bastate quelle semplici mosse per far comprendere ai signori Lee e al giovane Seonkyu che dopotutto non c'era nulla da temere.

 

Erano bastate quelle umane mosse, dovute ad un naturale imbarazzo, per far comprendere a tutti che Kim Myungsoo non era un normale superiore.

 

E bastava semplicemente ciò per rassicurare i loro animi.

 

"Kim Myungsoo" - parlò nuovamente l'uomo dopo quei silenziosi sorrisi - "Non so chi tu sia o come tu e mio figlio vi conosciate, ma sono certo che lo capirò col tempo. Non è necessario alcun tipo di interrogatorio, per ora è sufficiente questo, quindi puoi smetterla di essere così agitato."

 

"Anche perché se continuiamo così finiremo per saltare il pranzo.. " - si fece sentire anche la voce della signora Lee - "Oddio! Guardate già che ora si è fatta! Caro, mettiti ai fornelli e voi tre non statevene con le mani in mano ma aiutate ad apparecchiare! Coraggio che oggi abbiamo una bocca in più da sfamare."

 

Myungsoo si trovava disorientato di fronte a quella quotidianità in cui era inconsapevolmente finito coinvolto.

Non era abituato a tutto ciò e, quando gli allungarono delle posate argentate, si accorse che non era nemmeno abituato ad apparecchiare una tavola.

In quella situazione insolita, il 9,9 si sentiva fuoriposto, eppure allo stesso tempo non trovava che fosse una cattiva sensazione.

Tutt'altro semmai.

Myungsoo provavo un forte calore al petto, un calore che quasi bruciava e per poco non si tastò il corpo per paura di aver preso davvero fuoco da qualche parte.

Era un calore che si era espanso in tutto il corpo e che era finito per incastrarsi anche nella sua gola a tal punto da dolerle.

Era un calore per cui avrebbe voluto piangere.

Un calore per cui avrebbe voluto versare lacrime strane, né del tutto tristi né del tutto felici.

Quella serie di emozioni contrastanti lo tormentarono per tutto la mattinata e per il resto del pranzo quando si rese conto che forse non aveva mai davvero trascorso un simile pasto.

Quella non era la sua famiglia e non avevano alcun contatto di sangue.

Non si erano presentati e non conoscevano perfettamente la vita l'uno dell'altro, eppure Myungsoo provavo ancora quel calore.

 

Era il calore di un pranzo familiare.

 

 

 

Era sera inoltrata anche nella periferia della città quando i lampioni cominciarono ad accendersi lungo le strade ed il buio avvolgeva tutto con il suo scuro mantello.

Ed anche a casa Lee la cena si era da poco conclusa.

Una cena un po' inusuale e di sicuro diversa dal solito.

Da lì a quasi un anno, i coniugi Lee si erano abituati a trascorrere i pasti con solo la presenza del figlio minore.

Presenza che, seppur vivace per l'ancor sua giovane età, non era sufficiente a colmare il vuoto che si era creato in quella casa da quando Sungjong se n'era andato via per studiare.

Seppur non volendo ammetterlo, a tutti era mancata la presenza di una quarta persona a quella tavola di legno usato.

Ma in quella particolare domenica la casa aveva addirittura accolto 5 persone.

Persone accolte a braccia aperte, senza alcun timore iniziale.

Myungsoo, in piedi davanti ad una parete del corridoio del secondo piano, coperta interamente di foto, poteva confermare quell'accoglienza.

Quella calda accoglienza.

Con ancora una mano sopra il petto caldo, il ragazzo osservava quei volti sorridenti delimitati da cornici pacchiane e diverse, ma che rendevano quella parete estremamente viva.

Così viva da far accentuare ancora di più quel calore nel corpo del 9,9.

 

Perché Myungsoo stava pensando, stava pensando che quella parete era davvero bella.

 

Riempita da testa a piedi da volti e persone di cui nemmeno conosceva il nome, ma con cui sorrideva di riflesso osservando quelle auree di tranquilla serenità che trasmettevano attraverso quei fogli sgualciti.

Gli fu impossibile non individuare tra tutte le foto un giovane Lee Sungjong.

Non seppe bene come lo riconobbe, ma nemmeno se lo chiese.

Semplicemente lo riconobbe.

 

Nel corso degli anni era cresciuto e, da un piccolo bambino dalla vivace t-shirt gialla, si era trasformato in un bel ragazzo dai tratti quasi adulti.

Eppure l'anima era la stessa e come tale brillava allo stesso modo.

Il 9,9 in parte sapeva di averlo riconosciuto per quella stessa luce che lo aveva abbagliato mesi fa e che era già stata presente molti anni prima, in quelle vecchie foto.

 

Era quella magia delle foto che lo aveva sempre affascinato nel profondo.

 

Myungsoo stava pensando, stava pensando che avrebbe voluto anche lui una simile parete.

Una parete di cui andarne fiero, una parete che raccontava visivamente di momenti vissuti, di vite trascorse.

 

Il ragazzo immaginava un sé stesso più adulto in una casa simile a quella.

Si immaginava mentre accoglieva un gruppo di amici e familiari nella sua casa e poi mostrava loro una parete stracolma di foto.

Pensava all'orgoglio con cui avrebbe parlato di quei ricordi, di quegli attimi di vita.

Pensava all'entusiasmo con cui avrebbe potuto dire: "Questa foto mi riporta alla mente tanti momenti, ricordo ancora quando l'ho scattata".

Myungsoo, quasi con il cuore di un bambino ansioso di crescere, non vedeva l'ora che un simile momento sarebbe giunto.

 

E sapeva anche che in cuor suo non ci sarebbe giunto da solo.

 

"Ti sei imbambolato?"

 

Quasi a manifestazione della sua immaginazione, Sungjong spuntò al suo fianco con un semplice pigiama addosso e un asciugamano bianco appoggiato sulle spalle.

 

Myungsoo volle ridere senza un motivo e lo fece, portando naturalmente l'altro ragazzo a fare un espressione confusa.

Myungsoo volle anche raccontargli ciò che aveva immaginato. Volle dirgli di quel loro futuro insieme che aveva appena costruito nella sua mente innamorata.

Ma questa volta non lo fece, allungandosi semplicemente verso Sungjong abbracciandolo poi forte.

 

Il 4,5 sobbalzò tra le sue braccia non comprendendo quel gesto inaspettato.

 

"M-Myungsoo...?"

 

L'interpellato affondò il viso nell'incavo del collo dell'altro, come sempre faceva quando lo stringeva tra le sue braccia.

 

"Permettimi di stare ancora un po' così..."

 

Sungjong sbatté un paio di volte le palpebre, prima di sospirare e abbracciare anche lui Myungsoo, accarezzandogli delicatamente i capelli con le sue dita affusolate.

 

Non avevano parlato, né aveva discusso su ciò che era accaduto.

Eppure sapevano, in cuor loro, di essersi capiti.

Myungsoo aveva compreso l'avventata fuga di Sungjong e quest'ultimo aveva compreso come mai quel ragazzo fosse arrivato fin lì.

E lo avevano compreso silenziosamente, senza bisogno di troppe parole, senza rumore.

 

Stretti ancora nelle braccia l'uno dell'altro, Sungjong aveva deciso che era giusto ritornare al dormitorio il prima possibile, mentre un sognatore Myungsoo aveva deciso di che colore dipingere le mura della casa in cui avrebbe vissuto nel futuro.

Due decisione opposte, ma in un qualche modo simili e ugualmente significative nelle loro vite.

 

Perchè entrambi nelle loro decisioni avevano dato per scontato la presenza della persona amata nella loro vita.

Presenza che sarebbe stata al loro fianco per sempre.

 

Entrambi sognavano un futuro insieme, ma nessuno dei due lo esprimeva chiaramente a voce.

Forse perchè in realtà non ce n'era alcun bisogno.

 

Myungsoo sciolse quell'abbraccio, prendendo poi teneramente tra le mani il volto di un sorridente e sereno Sungjong.

E finalmente lo baciò.

 

Un bacio delicato, semplicemente uno sfioramento di labbra morbide.

Un bacio che però portò entrambi ad arrossire, quasi si fossero dimenticati, nel tempo trascorso lontano, di cosa significasse baciare la persona che si ama, che si ama così tanto.

 

Si sorrisero felici. Davvero felici nel loro piccolo.

 

Myungsoo abbracciò nuovamente Sungjong, questa volta da dietro in modo che potessero entrambi osservare la parete piena di foto.

 

"Mi piace molto questa parete." - ammise il 9,9 con il mento appoggiato sulla spalla dell'altro.

 

Quest'ultimo si limitò ad annuire, osservando insieme a lui i volti sorridenti appesi lì.

Di molte foto non si ricordava nemmeno l'esistenza, eppure sapeva che erano stati bei momenti.

 

E, senza nemmeno farlo apposta, l'attenzione dei due fu d'improvviso spostata su una foto in particolare.

Una foto nascosta, che si confondeva tra le altre, ma che entrambi notarono in quello stesso istante.

 

"È LUI!" - gridarono entrambi senza riuscire a contenere la loro voce che naturalmente attirò l'attenzione anche del resto delle persone in quella casa.

 

I coniugi Lee e Seonkyu, spaventati dalle loro alte voci, accorsero sul posto.

 

"C'è qualche problema?" - domandò la signora Lee, non ricevendo però alcuna risposta da parte dei due giovani troppo fissati su quella foto che avevano appena notato.

 

"Allora lo conoscevi davvero!" - disse Myungsoo riferendosi alla foto che ora teneva Sungjong tra le mani.

 

"Ma continuo a non avere idea di chi sia!" - ribatté il 4,5.

 

Il maggiore cercò di replicare nuovamente con gli occhi spalancati per quell'inattesa e del tutto inaspettata scoperta.

 

"Chi? Il signor Cho?" - la voce del signor Lee si intromise tra i battibecchi dei due fidanzati, spuntando da dietro il figlio.

 

"CHI?" - esclamarono i due ragazzi.

 

"Ohh, il caro vecchio signor Cho... mi domando dove sia finito dopo tutto questo tempo..." - anche la signora Lee si intromise nel discorso, non migliorando però la confusione già presente nelle menti dei due.

 

"È qualcuno che conosciamo davvero allora?" - domandò Sungjong ancora alla ricerca di una chiara e concisa risposta che presto giunse.

 

"Si si, era un vecchio amico del nonno, sono loro due infatti in foto. Hanno avuto però diversi battibecchi e alla fine si sono persi di vista... Abitava in fondo alla strada fino ad un anno fa e spesso ha tenuto d'occhio te e Seonkyu quando io e tuo padre eravamo a lavoro ed i nonni erano occupati. Perché questa domanda? È da tanto che non si fa vedere in giro... non saprei nemmeno assicurarti che sia ancora in vita visto quanto era anziano.."

 

Sungjong e Myungsoo si scambiarono un'occhiata come a voler comunicare silenziosamente i pensieri l'uno all'altro.

 

Entrambi vollero parlare dell'anziano signore ai signori Lee.
Entrambi vollero assicurare che il signor Cho fosse ancora vivo e che loro stessi lo avevano anche di recente incontrato.

Ma nessuno dei due ebbe il coraggio di dire loro che quell'anziano signore che sorrideva in quella foto scattata tanti anni prima ora non sorrideva più.

 

Nessuno dei due disse che avevano incontrato quell'uomo ora diventato un 2.

 

I signori Lee e un silenzioso Seonkyu domandarono nuovamente il motivo di tale curiosità, ma non ricevettero nessuna risposta.

Myungsoo e Sungjong se ne stavano in silenzio non sapendo se essere sollevati o meno di aver scoperto l'identità di quel senzatetto che avevano incontrato alla loro uscita in città e che li aveva quasi messi nei guai quando aveva riconosciuto il 4,5.

 

Nella mente di uno dei due era scattato un campanello di allarme.

 

 

 

Illuminato dalla luce fievole dell'abat-jour, il braccio di Sungjong pendolava nel vuoto oltre il bordo del letto su cui era sdraiato.

La mano sottile riusciva a raggiungere il volto dagli occhi socchiusi di Myungsoo, sdraiato su un materasso a terra proprio ai piedi del letto a una piazza, e ad accarezzarne il profilo.

Il 4,5 osservava il giovane sotto di lui, continuando a tracciare linee immaginarie e delicate sul suo viso, mentre il 9,9 si beava di quelle semplici carezze che lo stavano cullando verso il mondo onirico.

Quelle carezze leggere che servivano semplicemente a ricordare la presenza l'uno all'altro, quasi avessero nuovamente paura di essere abbandonati per un qualche sconosciuto e futile motivo.

 

Perché ormai sapeva che non ci sarebbe mai stata una ragionevole causa per perdersi di vista.

 

Casa Lee a quell'ora della notte era silenziosa e tutti dormivano ad eccezione dei due ragazzi.

Erano anche loro stanchi, assonnati per quella intensa e movimentata giornata nella quale avevano fatto poco e tanto.

Quella giornata per nulla programmata ma che non aveva comunque sconvolto lo scorrere del tempo, quasi se quell'incontro fosse stato già stato scritto tanto tempo prima, quasi fosse stato un appuntamento organizzato in precedenza.

Forse non era una casualità se Myungsoo si era perso, forse non era stato per caso se proprio il signor Lee lo aveva visto e aiutato.

Quelle incertezze non formavano nulla di certo, eppure rassicuravano l'animo del 9,9 ora sdraiato e pronto a dormire nella casa in cui era nato e cresciuto Sungjong.

 

Con ancora la mano del 4,5 ad accarezzargli il volto, Myungsoo era pronto a dormire ma la voce del più giovane si fece sentire all'improvviso con un sussurro.

 

"Sono felice che tu abbia conosciuto la mia famiglia."

 

Il 9,9 sobbalzò al suono di quelle inaspettate parole, non potendo far altro che riaprire gli occhi e alzare lo sguardo verso il letto.

Sungjong gli sorrideva con gli occhi socchiusi e il braccio ora lasciato penzolar nel vuoto senza un motivo preciso.

Myungsoo probabilmente arrossì, ma la luce in quella stanza non era sufficiente per accertarsene.

 

"Anche io sono felice."

 

Il 4,5 sorrise nuovamente, socchiudendo appena gli occhi a mezzaluna, convinto dalle parole dell'altro ragazzo.

 

"Mi piacerebbe incontrare anche la tua famiglia un giorno" - ammise semplicemente Sungjong, senza dare troppo peso alle sue parole, tra uno sbadiglio e l'altro - "Sono certo che sono eccezionali quanto lo sei tu."

 

Dopo ciò, il 4,5 chiuse gli occhi e si addormentò felice.

 

Ma la stessa cosa non poté fare anche il 9,9 ed un flashback del giorno precedente gli tornò alla mente.

 

 

— F l a s h  B a c k —


 

"Ti comporti in modo strano ultimamente." - ammise alla fine la donna, fissandolo dritto nei - così simili ai suoi -  occhi scuri del figlio.

Il taglio degli occhi era lo stesso, il colore pure, eppure c'era qualcosa di diverso nella luce di essi. C'era qualcosa di diverso che li rendeva così sconosciuti a lei.

E ciò un po' la spaventava, quasi non fosse più in grado di identificare i suoi stessi occhi.

"Tu..." - tornò a parlare la signora Kim, ora in parte tremante ed insicura di voler ricevere una vera risposta - "Ci stai nascondendo per caso qualcosa?"

Myungsoo dal canto suo se ne rimase immobile, ancora con il cappotto addosso e la sciarpa stretta al collo, quasi non vedesse l'ora di andarsene di lì e non avesse alcuna voglia di passare lungo tempo in quel posto.

La donna allora proseguì questa volta andando subito al punto dei suoi dubbi. Dubbi che si erano creati da voci che velocemente le erano giunte alle orecchie ed erano suonate come un fastidioso e metallico campanello d'allarme.

 

"Perché mai un superiore dovrebbe provare pena per un insulso insufficiente?!"

 

"Cosa ti dice che sia pena?"

 

La gola della signora Kim si seccò - "C-Come..?"

 

"Per la prima volta qualcuno mi ama per quello che sono."

 

"Cosa vorresti mai insinuare? Siamo i tuoi genitori e ti abbiamo sempre amato!"

 

Myungsoo sospirò delicatamente, per nulla preoccupato quanto invece lo sarebbe stato in precedenza di fronte all'altezzosa figura della madre che sempre lo aveva messo in disagio.

Ma in quel momento il ragazzo non temeva nulla e non aveva paura delle sue parole.

Non aveva paura di farsi odiare dalla sua famiglia.

E sempre tranquillamente finì per sputare fuori parole che avrebbe sempre voluto dire ma che aveva sempre trattenuto.

 

"No, vuoi avete sempre e solo amato la mia unità."

 

Gli occhi della madre si sgranarono di conseguenza, sconvolti di fronte ad una simile ammissione che mai si sarebbe aspettata di ricevere.

Avrebbe potuto negare in tanti modi, mentire spudoratamente, inventarsi mille scuse.

Ma la sua risposta non venne in modo verbale e non giustificò nulla.

Myungsoo non ci rimase male, dopotutto aveva sempre saputo quale fosse la verità.

 

Nella luminosa stanza, maestose tende cadevano sopra le grandi finestre, sfiorando delicatamente il parquet lucido e pulito, su cui quasi ci si era tentati di rifletterci per tale splendore.

Al lungo tavolo centrale troneggiava un eccentrico bouquet di fiori colorati, a mollo nell'acqua di un vaso di cristallo delicato.

Ma alla fine di quella discussione il vaso scomparve dal tavolo.

Frammenti di cristallo era disseminati sul pavimento un tempo perfettamente splendente, ora scivoloso d'acqua e con qualche fiore spezzato.

 

Myungsoo era tornato in quella casa per parlare con la madre e ora se ne usciva di lì bagnato e con dei petali umidi addosso.

Era fradicio e disordinato, eppure una parte del suo animo era finalmente in pace.

 

 

— Fine  F l a s h  B a c k —


 

Sungjong era caduto in un profondo sonno e così Myungsoo non poté parlargli più.

Non poté dirgli che, anche se avesse voluto, non avrebbe mai potuto presentargli la sua famiglia.

Non avrebbe mai potuto incontrarli per davvero, forse perché nemmeno lo stesso Myungsoo li avrebbe mai più rivisti.

Il giorno precedente gli era stato implicitamente domandato di scegliere e lui aveva scelto la strada più difficile.

 

E così aveva scelto Sungjong.

 




 

Note dell'autrice

No, miei cari, non avete le traveggole.. I'm still alive. Avrei  una marea di motivi con cui giustificare il mio indecente ritardo, ma avrei anche altre mille altri motivi per non giustificarmi, quindi taccio e faccio prima. Prima di tutto, GRAZIE MILLE PER TUTTO. Grazie davvero tanto per non essere scappati via in massa e per non avermi tirato massi dietro, ve ne sono infinitamente grata. Grazie per avermi continuato a seguire (ed essere addirittura aumentati çwç) e per aver letto questo nuovo capitolo. Non è nulla di che, come sempre, ma almeno non è cortissimo. La storia sta per giungere (MOLTO) lentamente ad una conclusione, ed in parte ne sono felice ed in parte vorrei ricominciare tutto da capo perché molte cose in generale non mi convincono, ma penso che non mi convinceranno mai quindi amen. Spero possiate continuare ad apprezzare questa semplice storia nonostante i tempi di attesa infiniti ;__; Vorrei davvero poter aver un attimo libero da dedicare a tutti voi, non desidero altro ç w ç Ancora grazie anche a chi ha recensito gli scorsi capitoli, chi ha appena cominciato la lettura o ha commentato sulla mia pagina

( Ugh çuç : https://www.facebook.com/pages/Maggiemary-EFP-/657116371016674?fref=nf )

♡ Maggie vi ama incondizionatamente e mi scaldate sempre tanto il kokoro.

Alla prossima, miei bellissimi pandashipper (da quanto non vi chiamo così asdfbjrbg), e buon anno nuovo Vi auguro le migliori cose♡

Love you,

Maggie

Ps. Se non capite qualcosa, non esitate a chiedere eh ; w ; (e non esitate nemmeno a recensire-- ç u ç)

   
 
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