"Siamo sopravvissuti! Siamo sopravvissuti all'apocalisse amico!"
Tutt'attorno non vedo altro
che distruzione e rovina, a stento riconosco la mia Luminopoli, il mio
laboratorio, crollatomi addosso dopo quella scossa come fosse fatto di
pan di zenzero, il caffè Soleil, il caffè Elisio,
la torre Prisma, ridotti in un ammasso disordinato di pietre, sparse
qua e là, ricoperte di polvere e fuliggine che tutto
annerisce come una coperta di pece. Non finirò mai di
ringraziare il mio Garchomp che col suo corpo mi ha fatto da scudo,
evitando che io venissi schiacciato sotto le macerie del mio stesso
studio. Io me la sono cavata con qualche escoriazione da non prendere
alla leggera, ma il mio drago è esausto e ferito,
adesso tocca a me, in quanto suo allenatore, curarlo e salvarlo.
"Rientra,
Garchomp!"
Ripongo la sfera nella tasca del camice bianco, ridotto a brandelli,
strappato e sporco, e mi volto verso quello che fino a poco fa era il
mio posto di lavoro. Dexio… Sina… Mi chiedo che
fine abbiano fatto, non erano con me al momento dell'esplosione. Non
solo loro, anche Lysandre, non c'è anima viva qui. Che io
sia… che sia rimasto solo, da solo, l'unico superstite di
questa catastrofe? Il solo pensiero mi fa gelare il sangue nelle vene,
mi terrorizza, non voglio essere l'unico essere umano rimasto! Non vedo
neppure altri Pokémon in giro, e questo non è un
buon segnale. Forse.. si sono tutti nascosti per proteggersi, e
usciranno allo scoperto solo quando la situazione si sarà
calmata. Ma chi voglio prendere in giro? Qui intorno è tutto
già fin troppo tranquillo, spento e immobile. Mi viene da
piangere, disperarmi e urlare il mio dolore, ma finché
c'è vita c'è speranza, devo trovare qualcuno che
possa aiutarci. Inizio a correre, preso da un senso d'angoscia, verso
una direzione qualsiasi, è impossibile orientarsi in questo
rudere, una direzione vale l'altra. Perdo sangue da un braccio e la
caviglia mi fa un male tremendo, in più un'odiosissima
tramontana ha iniziato a soffiarmi contro, rendendomi ancor
più difficile questo travaglio. Mille lame di ghiaccio
s'insinuano tra le fessure delle mie vesti strappate e sferzano la mia
pelle scoperta. Non ce la faccio più a sopportarla, mi siedo
in un cantuccio e tiro le ginocchia al petto, al riparo, nella vana
ricerca di un po' di calore. Strofino le mani, scaldandomele, col capo
chino, quando…
"Bang".
Il vento mi porta alle
orecchie il rumore di uno sparo, mi desto immediatamente e guardo, a
destra, a sinistra, in tutte le direzioni. Non sono solo allora! Ci
deve essere qualcun altro! Qualcuno forse ha mandato un segnale, un
s.o.s., chiede soccorso. Resto ancora in ascolto, udendo quel rumore
rimbombare, farsi più tenue e sparire. Dannazione, come
faccio adesso a capirne la fonte? Passano pochi secondi, e un altro
rumore mi giunge ai timpani. Questa volta è il ruggito di un
Pokémon dalla voce potente e maestosa, mi ricorda quella del
Pyroar di Lysandre. Già, Lysandre! Forse sono ancora vivi!
Non ci penso due volte e mi metto a seguire quel verso. Ora mi
è tutto più chiaro, ho capito da dove proviene.
Corro… corro… penso di aver oltrepassato i
confini della città. Mi fermo giusto un attimo per
riprendere fiato e mi volto verso la vecchia Luminopoli. Che scenario
agghiacciante, una metropoli che fino a ieri pullulava di vita, di
umani, di Pokémon, un continuo viavai, un crocevia di
profumi di caffè e croissant, di baguette appena sfornate,
di fiordalisi e essenze di ogni genere, i boulevard sempre colmi di
adulti e bambini che dalla sommità della torre parevano
minuscole formichine disperse, con i viali puntellati di botteghe e
negozi, ridotta ad una poltiglia informe di mattoni inceneriti. Mi si
spezza il cuore, mi sento quasi un egoista ad esser sopravvissuto a
tutto questo. Un altro ruggito mi desta dai miei pensieri cupi e
riprendo a correre. Sento che non è molto distante. Arrivo
su un promontorio, in tal modo ad una tale altezza posso osservare
meglio l'ambiente che mi circonda. Non riesco a credere ai miei occhi,
lacrimanti e appesantiti dalla brezza pungente: città,
piane, alberi, prati, rocce e bacini d'acqua, tutto è
coperto da una patina nero-bigia. Pare che tutto si sia unificato, che
tutto sia uguale ed uniforme. Guardo verso la valle e noto qualcosa
muoversi. Pyroar? Sì, deve essere lui! E dev'esserci anche
Lysandre! Sono stanchissimo, ma improvvisamente ritrovo le ultime
energie per correre in discesa. Eccolo lì! Mi fermo, il
Pokémon si è accorto di me, lo vedo avvicinarsi,
zoppica e arranca affannosamente, venendomi incontro. Allungo lo
sguardo e, seduto, con la schiena poggiata ad un albero e la testa
china, noto Lysandre. La sua folta chioma arancione spicca in quella
monocromia drammatica e brilla più del sole stesso, che ora
pare affievolito, nascosto dalle livide nubi fosche del crepuscolo
quasi si stia rifiutando anche lui di porgere i suoi preziosi raggi
vitali ad un pianeta che non ne ha più bisogno.
"Lysandre,
Lysandre!"
gli urlo con entusiasmo. Non risponde. Forse sta dormendo, dev'essersi
addormentato, spossato e sfinito. Anche i suoi abiti sono tutti
stracciati e la pelliccia bianca che ricopre le spalle della giacca
è tutta ingrigita e sporca. Lui ci tiene così
tanto al suo cappotto, non se ne separa mai e lo mantiene sempre pulito
e profumato, lo adoro, tant'è vero che alcune notti
aspettavo che andasse a dormire per prenderglielo e gettarmelo sulle
spalle, mi pareva di sentire il suo aroma e il suo calore addosso, come
in un abbraccio. Gradirei tantissimo un suo abbraccio, forte e
rassicurante, in un momento come questo. Non mi interessa quel che ha
fatto, Lysandre per me è un caro amico, mi ha tenuto
nascoste molte verità, questo non lo nego, ma io dal canto
mio, sebbene abbia sospettato alcune cose di lui e abbia voluto
chiarirne altre, non mi sono mai fatto avanti e non gliene ho mai
parlato. Deve aver pensato che non mi importasse di lui. Sono
felicissimo di rivederlo, strano ma, tutto il dispiacere e l'affanno
sembrano esser solo dei lontani ricordi, adesso. Non molto distante da
lui noto una pistola. Da lì deve essere partito il colpo, e
poi l'uomo deve essersi trascinato fino a quel tronco per adagiarsi, a
giudicare dalla scia per terra. Quant'è bello quando dorme,
un colosso tutto amore e dolcezza. Non lo sveglierò,
piuttosto mi genufletto per raccogliere l'arma ma…
"ROOOAAARR!"
Il suo fedele
Pokémon mi balza davanti e mi ringhia contro, non vuole che
mi avvicini al suo proprietario.
"Pyroar!
Non mi riconosci? Sono il professore! Sta' tranquillo, farò
piano e non lo sveglierò, ma lasciami passare."
Non si smuove, anzi, mi mostra i denti e tira fuori gli artigli
acuminati come fil di falce. Le sue zampe sono sporche di sangue, mi
chiedo cosa gli sia successo, e se quel sangue sia suo. Allungo una
mano verso il suo muso, per accarezzarlo e cercare di tranquillizzarlo.
Un attimo. Mi salta addosso e mi ritrovo disteso, sotto di lui. Mi sta
schiacciando le costole col suo peso, stento a respirare, sento le sue
unghie nelle mie carni.
"P-Pyroar
ti prego, mi fai male così!"
Anche da piccolo era solito tendermi degli agguati, quando andavo a
trovare Lysandre. Si nascondeva dietro al divano, per poi balzare al
mio passaggio ed artigliarsi alla mia gamba, rovinandomi i pantaloni,
era così tenero e divertente e il suo proprietario lo
sgridava ogni volta, preoccupatissimo per la mia incolumità,
facendolo scappare via a nascondersi veloce come un razzo. Come dargli
torto? Lysandre è così imponente e monumentale,
chiunque proverebbe un minimo timore ad esser ammonito da un omaccione
come lui. Vorrei gridare, svegliarlo, mi sento seriamente in pericolo
in questa situazione, ma il petto è troppo compresso per
poter emettere aria. Un raggio parte dalla tasca del mio camice e
Garchomp si materializza proprio accanto a me, raccoglie le ultime
forze e afferra il leone per i fianchi, scaraventandolo via.
"G-Garchomp!
Amico mio! Mi hai salvato un'altra volta! Ma ti prego, adesso rientra!"
Non posso assistere a questa scena truculenta. Entrambi sono al limite
delle loro capacità e si stanno battendo con inaudita
violenza, morsi, ruggiti, graffi... Garchomp è un
Pokémon amorevole e tranquillissimo, sì, ma
è altrettanto geloso e protettivo nei miei confronti. Ad
ogni modo devo approfittarne, recupero il revolver e con uno scatto mi
ritrovo inginocchiato davanti a lui. Non avrei mai immaginato di
vederlo conciato in quello stato, coi capelli e la barba arruffati e
quella posa scomposta ed improvvisata, insozzato di cenere. Non riesco
a non sorridere.
"Oh
Lysandre, temevo di esser rimasto solo. Non hai idea di come mi abbia
riempito il cuore di gioia rivederti. So che mi stai ascoltando, e no,
non provo rancore verso di te. Hai sbagliato, ma un disastro simile non
può compierlo un uomo da solo. La colpa è di
tutto il team Flare ed anche mia, non ti ho mai dato ascolto quando mi
parlavi dei tuoi ideali di bellezza e perfezione. E sai
perché? Il mio mondo era già perfetto
così, con tutte le piccole gioie della mia vita che mi
davano la forza di proseguire, giorno dopo giorno. Era perfetto
perché c'eri tu al mio fianco, sì, proprio tu.
Ricordi il nostro primo incontro al caffè Elisio? Da quel
momento capii subito che tu per me saresti stata la persona
più importante che potessi conoscere. Perché non
ti sei accorto di me, Lysandre? Del bene che ti ho voluto e che ancora
provo per te? Cosa volevi esattamente? Non ti bastavo io? Sono confuso.."
Sospiro e attendo, non accenna a replicare parola. Non mi degna neppure
di uno sguardo. Allora mi volto indietro, Garchomp è disteso
a terra, e accanto a lui giace Pyroar. Sono entrambi gravemente feriti.
"Lysandre,
aspettami", sussurro e torno dal mio drago. Gli
accarezzo i fianchi, il collo e il muso, rantola con le fauci
spalancate, fatica a prender aria. "Bravissimo,
Garchomp, rientra, un'ultima volta…"
Lancio uno sguardo anche al felino, ahimè, non pare esser
conciato meglio. Rimetto la sfera in tasca e torno a sedermi di fronte
a lui, a gambe incrociate.
Poso le mani a terra, quella cenere era umida, ne prendo un pugno e la
mia mano si macchia di una sostanza rossastra e grumosa,
presumibilmente sangue, che l'abbia perso lui? "Lysandre, so che
sei sveglio, avanti, rispondimi!" ribadisco con
un tono un po' più acceso e gli prendo la mano, possente e
calda, eppure rigida.
"Cosa
faremo, adesso? Non hai pensato a questo esito, nemmeno per un istante?
Siamo probabilmente gli unici due umani rimasti in vita. Due ancora per
poco…"
mi guardo il braccio e il torace, lacerati dalle zampe di Pyroar, la
mia linfa vitale ha preso a colare copiosa.
"Lysandre,
non so per quanto tempo potrò rimanere al tuo fianco, se mi
ignori in questo modo, ma comunque vada, sappi che per me il mondo
è perfetto anche così, non c'è nulla,
ma ho tutto, ho te, ti ho già perdonato, voglio solo che tu
adesso perdoni me per essere stato un pessimo amico ed un eccellente
menefreghista". Non trattengo le lacrime, di
felicità e di sofferenza e lo abbraccio, tirandolo a me. Mi
cade addosso, con tutto il suo peso. Non si muove.
"L-Lys?"
mugolo appena. Sento il mio cuore arrestarsi per qualche istante. Mi
libero dalla sua mole, ricontrollo la mia mano che ora scivola sotto al
petto dell'uomo disteso prono per terra. Percepisco un fluido tiepido
insinuarsi tra le mie dita.