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Autore: sticky2012    21/01/2015    6 recensioni
Questa fanfiction è divisa in 2 parti. La prima ambientata durante il sesto anno di Ginny (settimo libro) mentre la seconda è ambientata l'anno successivo quando tutti, chi per una ragione e chi per un'altra, torneranno ad hogwarts e dovranno fare i conti con le conseguenze dell'anno precedente.
Di cosa parla? Di una Ginny innamorata del suo Harry ma , anche se lei farà molta fatica ad ammetterlo e ad accettarlo, entrerà qualcun'altro nel suo cuore.
Chi? Draco Malfoy. Mentre nella prima parte vedremo un Harry praticamente assente e una Ginny impegnata con un Malfoy molto "presente", nella seconda parte avremo tutti e tre i protagonisti insieme.
Perchè leggerla? Cercherò di far vedere una Ginny molto dolce, razionale e matura col suo Harry e farò emergere una Ginny completamente irrazionale e più spensierata con Draco.
Vedrete un Draco molto combattivo e pronto a tutto per ottenere quel che vuole realmente, una Ginny molto in contrasto con quello che le capiterà e un Harry innamorato nel termine più dolce.
Il finale? già scritto ed è già nella mia testa.
Ci sarà una scelta? Sì.
Chi la spunterà? leggete la storia.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo 13


Il mio inizio è dove inizi tu.
 

 
 
Le valigie aperte sul mio letto sono il segnale concreto che è arrivato il giorno di lasciare casa e tornare a Hogwarts.
Queste ultime due settimane, definirle meravigliose sarebbe troppo poco. Sono state, forse, le più belle della mia vita e ovviamente sono volate via troppo velocemente; e se sono state così fantastiche, l’unico merito è stato di Harry.
Tra gite, partite di Quidditch dei vari campionati inglesi e il piccolo viaggio che abbiamo fatto nelle campagne francesi, non c’è stato nemmeno un singolo momento in cui non abbia pensato a niente che non fosse… Harry.
Mi rigiro il mio anello con la preziosa pietra blu tra le dita e non riesco a trattenere il sorriso.
Non ho bisogno dell’anello per ricordarmi di quanto sia profondamente innamorata di Harry, soprattutto dopo queste settimane, ma è bello portare qualcosa di suo sempre con me.
Mi mancherà ma ora sono consapevole del fatto che il nostro rapporto è forte e i miei sentimenti vanno oltre la distanza e il tempo.
M’infilo la giacca, chiudo le grosse valigie e le spingo verso la porta; sto per uscire dalla porta quando sulla poltrona noto un maglione grigio, buttato in malo modo sotto al letto; mi piego leggermente, lo afferro e, al tatto, capisco subito di quale maglione si tratta.
Il regalo natalizio di Malfoy.
Come sia finito lì, francamente, non me lo ricordo; forse facendo le valigie devo averlo lanciato via senza pensarci.
Lo piego con cura e lo infilo nell’armadio, nella mensola più in basso. Nessuno mi ha mai fatto domande sulla provenienza di quel maglione anche perché, a quanto ricordo, non l’ho mai tirato fuori da quella stanza.
Forse dovrei buttarlo ma non me la sento come non trovo però il motivo di portarlo via con me. L’unica cosa che mi viene in mente guardandolo è quel cavolo di biglietto che ho ricevuto due giorni dopo la sentenza dei Malfoy in questa stessa camera, cui non ho mai dato risposta.
Malfoy mi chiedeva d’incontrarmi perché doveva dirmi delle cose; non mi sento in colpa di non esserci andata e la partenza per la Francia, con Harry, ha zittito quella piccola curiosità che era nata dentro di me. Da quel giorno non ho più pensato a Malfoy fino.
Sono convinta che pure lui si aspettasse che non sarei mai andata all’appuntamento; quella parte della mia vita è finita per sempre e qualunque cosa volesse dirmi Malfoy, ora, non è più importante.
Probabilmente in questo momento sarà chissà dove a godersi la sua nuova vita da libero e di sicuro anch’io sarò l’ultimo dei suoi pensieri. Sono quasi convinta che non lo rivedrò per molto, moltissimo tempo.
In questo momento abbiamo vite troppo diverse, dove mai potremmo incontrarci?
Guardo l’orologio e scappo via dalla stanza: c’è un treno che devo prendere.
 
 
Cammino a fianco di Harry mentre attraversiamo la stazione di King’s cross.
E’ stato bello salutare la mamma e i miei fratelli senza nessuna malinconia; l’anno scorso mia madre era a dir poco terrorizzata il giorno in cui dovetti partire per Hogwarts mentre oggi, un anno dopo, si è limitata a sorridermi e mi ha congedato con un semplice “divertiti quest’anno”; mio padre non è stato da meno e mentre mi aiutava a scaricare le valigie mi ha salutato con il suo solito: ti voglio bene tesoro.
Quello che invece non riesco a capire è proprio Harry; è da stamattina, a colazione, che non dice una parola e ora che siamo da soli, uno accanto all’altra, il suo mutismo non è per niente migliorato.
Siamo quasi arrivati al binario nove e tre quarti e inizio a spazientirmi; era di buon umore fino a ieri sera e, stamattina, sembra che debba partire di nuovo alla caccia di horcrux.
-Harry, ora basta!- Mi blocco sul posto e, innervosita, incrocio le braccia al petto. Non ci vedremo per un po’ e questo è il modo in cui vuole salutarmi?
Harry posa le valigie e si volta verso di me ma continua a non parlare.
-Si può sapere cos’hai o devo attraversare il muro senza nemmeno salutarti?-.
A quelle parole sembra leggermente risvegliarsi dal suo torpore.
-Devo dirti una cosa. Ho parlato con Ron e Hermione e mi han detto…-.
-E ti hanno detto che hanno deciso di non partire con me perché vogliono stare vicino ai genitori di Hermione per aiutarli a riambientarsi a Londra. E’ questa la grave notizia?-. Lo guardo stupita; pensavo che il suo problema fosse molto più serio che questa sciocchezza.
-Come fai a saperlo?-. continua a guardarmi sbalordito.
Sentendo la mia rabbia sbollire, mi avvicino a lui, poso la borsa per terra e gli cingo il collo con le braccia.
-Caro Harry Potter quando capirai che Ronald Weasley, oltre ad essere il tuo migliore amico, è anche mio fratello e che Hermione è anche la mia migliore amica?- scoppio a ridere. –Pensavi veramente che non me lo avrebbero detto? Tutto questo silenzio per questo?-.
Sembra un po’ più sollevato ma ancora di cattivo umore.
-Non mi va di farti partire da sola-.
-Non sono sola! Ci sono solo centinaia di studenti con me! Non c’è più nessun pericolo, Harry!-gli do un leggero bacio sulle labbra e questo sembra rasserenarlo.
Ci guardiamo negli occhi per un bel po’ di tempo e non ci accorgiamo nemmeno degli studenti che cercano di superarci per attraversare il muro.
-Harry è tutto a posto! Voldemort è morto, i mangiamorte sono stati catturati e noi stiamo assieme. Non c’è nulla che non va, giusto?-.
Harry sembra rifletterci un po’ e poi si decide a rispondere.
-Giusto. E’ tutto giusto. Sono così abituato a passare le mie giornate con te che non ho la più pallida idea di come farò in questi due mesi senza di te-.
Mi scrollo dal suo abbraccio, mi rimetto la borsa in spalla e torno a fissarlo; questa volta ho solo un gran sorriso da regalargli.
-Ecco Harry. Hai detto bene. Due mesi. Solo due mesi. Abbiamo superato prove peggiori, ti ricordi vero?-.
Lui annuisce e vedo un tiepido sorriso nascere anche sul suo volto.
-E poi non ti scordare che abbiamo i week end per vederci, potremo scriverci e a novembre mi raggiungerai con Ron e Hermione-.
Guardo l’orologio e vedo che sono le undici in punto. Il mio treno parte fra solo quattro minuti.
-Harry devo scappare. Il treno sta per partire!-. Afferro il carrello dalle sue mani.
-Aspetta ti accompagno al treno!-.
-Harry no. Salutiamoci qui. E’ già abbastanza triste. Non rendiamolo drammatico-. Stacco le mani dal carrello e con un rapido gesto mi avvento sulle sue labbra.
Metto nel bacio tutto l’amore che provo per lui. Uno dei nostri baci. Alla vista leggero ma profondo nel significato.
Mi stacco da lui e resto a guardare quei due occhi azzurri che,anche se non voglio ammetterlo, mi mancheranno più di tutto il resto.
-Ti amo Ginevra Weasley, non scordarlo mai-.
-Come faccio a scordarlo. Ho questo-. Alzo la mano e gli faccio vedere il suo anello che porto sempre, notte e giorno, all’anulare destro.
Harry mi prende la mano e mi da un piccolo bacio proprio lì, sull’anello.
Mi allontano e inizio a ricompormi per attraversare il binario in tempo.
-Scrivimi sempre. Scriverò anche a Neville e Luna per chiedergli tue notizie. Hai capito?-.
Scoppio di nuovo a ridere; quest’estate ho scoperto un lato caratteriale di Harry che non avevo mai saputo che possedesse. E’ costantemente in apprensione per me.
-Ti amo anch’io, Potter. Niente e nessuno ci separerà più-. Detto questo, lo guardo un’ultima volta e oltrepasso il muro, ritrovandomi sul binario nove e tre quarti.
C’è una gran confusione: studenti e parenti che si salutano e anche qui noto che i genitori sono molto più rilassati e felici rispetto all’anno scorso.
Mi faccio aiutare a caricare le valigie, mi avvicino alla carrozza che mi sembra la meno caotica rispetto alle altre, sto quasi per salire quando dentro di me scatta quasi l’impulso di scappare via e tornare da Harry.
Faccio un respiro profondo, rilasso le spalle e mi concentro sul fatto che quello che ho detto a Harry deve valere anche per me; il pericolo è passato, io e lui stiamo insieme e siamo felici.
I problemi sono finiti.
Faccio i tre scalini di fronte a me, salgo sulla carrozza e chiudo la porta dietro di me.
Sto tornando a Hogwarts e devo solo esserne felice.
 
 
Non ci ho messo molto a trovare uno scompartimento libero e quasi a metà viaggio sono stata raggiunta da Luna e Neville, che si tenevano per mano, e ho passato il resto del viaggio a farmi raccontare del loro terzo mesiversario.
Sono sdolcinati quasi da far vomitare. Neville sembra sotto una maledizione e Luna passa il suo tempo a fissarlo mentre gli massaggia i capelli.
Harry ed io siamo innamorati ma spero tanto di non apparire così disgustosamente romantici, agli occhi della gente.
Mi stanno raccontando della loro ultima cenetta in mezzo ai campi di grano quando intravedo le luci di Hogwarts; mi avvicino al finestrino e rimango incantata a fissare il panorama di fronte a me.
Hogwarts.
La mia seconda casa. Solo ora mi rendo conto di quanto mi sia mancata.
Rimane e rimarrà sempre uno dei posti più incantevoli che io conosca.
-Non vorrei rovinare il vostro racconto ma siamo arrivati. E’ il momento di metterci la divisa-.
 

 
Salgo la lunga scalinata che porta all’ingresso principale di Hogwarts; mi guardo attorno e noto solo facce conosciute.
Nonostante i nostri sorrisi, regna il silenzio; siamo tutti emozionati di rientrare nel posto che abbiamo amato e odiato con la stessa intensità.
L’ultima volta che avevo visto il castello regnava solo confusione e distruzione mentre ora, a soli tre mesi di distanza, sembra tornata quella di una volta, quella che non aveva ancora conosciuto la guerra.
Varcando il portone, noto che l’interno del castello è stato rimesso in sesto come nuovo. Le statue e i quadri sono tornati al loro legittimo posto.
I soggetti dei vari quadri bisbigliano al nostro passaggio; nonostante la loro riluttanza nei confronti degli umani e malgrado le loro stramberie sono contenta di rivederli ma soprattutto, di risentirli rumoreggiare.
Neville e Luna, di fronte a me, si tengono abbracciati e istintivamente mi giro alla ricerca di Harry.
Mi fermo in mezzo al corridoio con la mano bloccata a mezz’aria a cercare qualcuno che non è qui ma mi basta la vista dell’anello per rasserenarmi.
E’ qui con me, non lo vedo ma c’è.
-Ginny, cosa stai aspettando?-.
Di fronte a me si materializza una Lavanda Brown a dir poco raggiante.
-Lavanda! Non ti ho vista, dov’eri?-.
-Sul treno ovviamente-. Scoppia a ridere come se avesse fatto la battuta più divertente del mondo.
Da come abbiamo iniziato credo che Lavanda non sia così tanto maturata, nel corso di questi ultimi mesi; le rivolgo uno dei miei finti sorrisi, mi giro e seguo il gruppo verso l’ingresso nella Sala Grande.
Lavanda accorgendosi della mia assenza, smette di ridere e mi raggiunge; questa volta però, fortunatamente, decide di viversi il momento in silenzio.
Le porte della Sala Grande si aprono e nell’immediato siamo raggiunti da fortissimi applausi.
Mi alzo sulle punte dei piedi per vedere meglio e in fondo alla sala, davanti a tutti, c’è una McGranitt palesemente commossa e, dietro di lei, seduti lungo il grande tavolo, tutti i vari professori.
Uno per uno li distinguo tutti: Vitious, la professoressa Sprite, la Cooman, Horace Lumacorno, il professor Filius e anche alcune facce nuove.
Proseguo verso il tavolo dei grifondoro senza mai staccare gli occhi dai professori che continuano ad applaudire l’ingresso degli alunni.
Se prima ero emozionata, ora sento le lacrime rigarmi le guance.
E’ difficile per me commuovermi ma qui e ora, è come se insieme a tutti quelli che riesco a vedere coi miei occhi, sentissi la presenza di quelli che purtroppo non ci sono più.
Lupin, Silente, i vari alunni morti, Thonks, Fred e anche Piton.
Non ci sono ma è come se anche loro stessero applaudendo, ringraziandoci di essere tornati a dare gloria a questo posto.
Mi avvicino al mi solito posto quando sento qualcuno, sopra la folla, chiamarmi.
-Ginny!!!- E’ Neville che si sta sbracciando nella mia direzione.
-Che c’è?-. Ho quasi paura che ricominci, anche adesso,a raccontarmi di Luna.
-Sei del settimo anno. Non puoi più sederti lì. Vieni qui!-. M’indica un posto accanto a lui.
E’ vero, in tutto questo caos mi ero quasi dimenticata che sono al mio settimo anno.
Quasi delusa, mi sposto dalla panca e raggiungo il posto accanto a Neville e Calì.
Guardandomi attorno, noto in fondo al tavolo dei professori, una grossa mano che mi saluta, tutto sorridente.
Hagrid.
Vorrei corrergli incontro ma mi limito a salutarlo con altrettanta enfasi.
Persino Gazza sembra felice di rivedere tutti gli alunni nel castello e non appare nemmeno infastidito da tutti i fantasmi che gli girano attorno.
-Benvenuti!-. la voce della McGranitt fa cessare la confusione nella sala.
-Dopo gli eventi dell’anno scorso che tutti noi conosciamo, la sottoscritta insieme all’intero corpo insegnanti è lieta di annunciarvi che, dopo molta fatica, siamo felici di avervi con noi-.
L’applauso parte automatico da parte di tutti gli allievi e, girandomi, noto che anche il tavolo dei serpeverde sembra partecipe all’acclamazione.
Guardando bene non posso però non accorgermi che gli studenti serpeverde si sono in pratica dimezzati.
-Come nuova preside di Hogwarts…- questa volta siamo noi grifondoro a far partire un altro applauso. La McGranitt è la nuova preside; non potrebbe essercene uno migliore.
-Grazie ragazzi ma ora proseguiamo con le varie comunicazioni prima di dare il via allo smistamento. Come dicevo, come nuova preside…- faccio fatica a contenere il mio sorriso –vi comunico che tutti i nostri professori sono stati confermati alle loro cattedre. Horace Lumacorno rimarrà direttore dei serpeverde mentre come direttrice dei grifondoro sono lieta di lasciare la mia vecchia carica a un nuovo membro del corpo insegnanti: Neville Paciock-.
Sentendo il nome mi giro sbigottita a guardarlo.
Oh mio Dio. Neville insegnante.
-Non ci credo. Tu insegnante? Ma hai la divisa…- continuo a guardarlo stupita come tutti quelli accanto a me.
-Volevo farvi una sorpresa. Soprattutto a te, Ginny! Me l’hanno proposto quest’estate! E poi io, tecnicamente, ho finito i miei anni da studente-.
Come ho fatto a non pensarci? Neville l’anno scorso ha frequentato. Non poteva ripetere il settimo anno. Lo guardo ancora sbigottita dalla notizia.
-Per tutto il viaggio mi hai frastornato con i tuoi racconti amorosi e non mi dici una cosa del genere. Harry lo sapeva?-.
Neville si sfila lentamente la cravatta e si toglie il mantello e me li porge.
-Harry non sapeva nulla. Volevo farvi una sorpresa e credo di esserci riuscito. Tieni questi, conservali come ricordo della mia vita da studente-. Prendo la sua divisa,quasi dispiaciuta, e Neville sembra accorgersene.
-Ci vedremo come prima e continuerò a frastornarti. Promesso.- dopo avermi sussurrato queste ultime frasi, si allontana e va a raggiungere la McGranitt che lo accoglie con un abbraccio.
-Neville Paciock ha accettato anche di condividere la cattedra di erbologia insieme alla professoressa Sprite. Il professor Paciock si occuperà degli alunni del primo e secondo anno. Siamo felici di averlo tra di noi-.
A quella frase scatta un ennesimo applauso; girandomi vedo Luna che addirittura si è alzata in piedi per applaudire. Neville, professore di erbologia e direttore dei grifondoro. Batto le mani con un po’ di timidezza per poi alzarmi anch’io, in piedi.
Neville direttore dei grifondoro. Chi ci può rappresentare meglio di lui?
Neville si gira nella mia direzione e rimane commosso nel vedermi in piedi.
Mi risiedo e vorrei che questo momento potessero viverlo tutti quelli che ora, per vari motivi, non sono presenti.
Harry. Ron ed Hermione. Fred e George. Dean e Seamus.
Una cosa è certa. Neville può scordarsi che io lo chiami professore o cose del genere.
Vedo Neville accomodarsi accanto alla Sprite e mi sembra si sia già ambientato insieme ai suoi “colleghi”.
-Da ottobre ricominceranno i provini per il nuovo campionato di Quidditch. Saranno appesi in bacheca i nomi dei nuovi capitani-.
 Il Quidditch. Non esiste Hogwarts senza il suo campionato di Quidditch.
-Il professor Lumacorno, come direttore della casa dei serpeverde, sarà il nuovo docente di difesa contro le arti oscure-. A queste parole l’intera sala rimane in silenzio. Sapevamo che sarebbe stata reintrodotta difesa contro le arti oscure ma pensavo che sarebbe arrivato un nuovo insegnante.
Lumacorno ha sempre e solo insegnato Pozoni.
La vera domanda che forse tutti si staranno facendo è: se Lumacorno insegna difesa contro le arti oscure, chi insegnerò Pozioni?
La McGranitt inizia ad applaudire e tutti noi, timidamente, la imitiamo.
-La cattedra di pozioni verrà assegnata a un nuovo insegnante-. La voce della nuova preside sembra tradire un po’ di preoccupazione alla parola “insegnante”.
Noto Neville grattarsi la fronte nervosamente. Lo conosco fin troppo bene per non capire che la persona scelta come nuovo professore di pozioni, non è di suo gradimento.
-Credo sia più corretto che siate voi stessi a fare la sua conoscenza domani a lezione-. Noto una certa ironia anche sulla parola “conoscenza”.
-Detto ciò le altre comunicazioni saranno appese in bacheca da domani. Per terminare avviso, tutti i vecchi e anche nuovi studenti, che è stato reintegrato il regolamento stabilito dal nostro amato Albus Silente. E ora…buon appetito. Diamo il via a questo nuovo anno-.
Concludendo il discorso, la McGranitt prende posto a sedere sulla sua nuova poltrona da preside al centro del tavolo.
Dopo Silente e Piton fa un certo effetto vederci seduta la McGranitt.
Senza accorgermene, di fronte a me, sul tavolo, compare ogni tipo di cibo immaginabile e il mio stomaco ringhia felice di questo delizioso banchetto.
Riempio il piatto e sento Calì iniziare il racconto dettagliato delle sue vacanze estive mentre la mia mente riassume  tutto quello che dovrò scrivere ad Harry, più tardi.
A un tratto la mia attenzione è catturata da una domanda che il mio udito capta in lontananza.
-Secondo voi chi è il nuovo professore di Pozioni?-.
 
 
Finito di mangiare il dolce, con la pancia piena, saluto le ragazze accanto a me, dando a loro appuntamento a più tardi, su in camera nella torre di grifondoro.
Intreccio le mani dietro la schiena e decido di farmi una passeggiata lungo i corridoi del castello.
L’anno scorso era proibito passeggiare per il castello dopo le otto di sera ma, ora, col nuovo regolamento ho tutto il tempo di fare quello che mi pare.
Le mie intenzioni vengono però interrotte.
-Signorina Weasley!-.
Mi volto e vedo dietro di me la professoressa MgGranitt. O forse ora dovrò chiamarla preside?
-Preside…-.
-Suvvia Weasley, rimango sempre la professoressa McGranitt! Continua pure a chiamarmi così-.
-Ok. Aveva bisogno di qualcosa, professoressa?-.
-Volevo solo parlare un po’ con te-. Di cosa vorrà mai discutere proprio adesso, a quest’ora?
-Mi dica-.
-Camminiamo. Ti accompagno un po’ nel tuo giro serale-. La McGranitt deve conoscermi proprio bene per sapere addirittura le mie abitudini.
Inizio a camminare e la McGranitt, accanto a me, per qualche secondo rimane in silenzio.
-In realtà Weasley volevo chiederti se ti andasse di fare il caposcuola?-.
Rimango stupita dalla domanda; perché pensare proprio a me, per un ruolo del genere? Nella mia famiglia solo a Percy è stata assegnata questa carica.
Potrei rendere orgogliosa la mia famiglia e al tempo stesso dare una ragione in più a George e Ron di prendere in giro Percy.
La proposta è allettante ma, conoscendomi, so esattamente la risposta da dare.
-Professoressa con tutto il rispetto ma credo che lei in questi anni abbia imparato a conoscermi. Io sono quella che infrange le regole, non quella che le fa rispettare. La mia fama mi precede su questo argomento-.
-Sapevo che mi avresti risposto così ma volevo almeno fare un tentativo-.
Riprendo a camminare e guardando l’espressione della McGranitt non mi sembra voglia fare altri tentativi per convincermi.
-Come hai passato l’estate Weasley?- ho come la sensazione di fare una chiacchierata tra vecchie amiche.
-Abbiamo rimesso insieme i pezzi che sono rimasti della famiglia e siamo andati avanti-.
-Sono contenta di sentire questo. Ho avuto una piccola corrispondenza con Harry e mi ha raccontato qualcosa ma volevo guardarti negli occhi, per essere sicura che fosse tutto a posto-.
-Mi manca mio fratello ma ora spesso riesco a parlare di lui, col sorriso senza più incupirmi. Sono sicura che è, in questo modo, che vorrebbe essere ricordato-.
La McGranitt amorevolmente mi posa una mano sulla spalla.
 Peccato non abbia avuto figli; sarebbe stata brava come madre.
-Se sto così bene è anche merito di Harry. Non sarei così tranquilla e serena se non fosse per lui-.
-Potrei mentire e dirti di non sapere nulla di questo se non fosse che Harry, nelle sue lettere, ti ha nominato almeno un centinaio di volte per pagina-.
-Ahahahhah. Tipico di Harry!-. Sono sicura che abbia chiesto alla McGranitt di tenermi d’occhio e di scrivergli immediatamente per qualsiasi problema.
-A proposito di questo ho un’altra offerta da farti e ti anticipo che non accetterò un no, come risposta-. Cos’altro vorrà chiedermi?
-Volevo solo sapere quando hai intenzione di cominciare i provini?- non riesco a seguire il filo del discorso.
-Quali provini?- la McGranitt mi guarda come se avessi domandato una banalità.
-Come quali provini? Quelli del campionato di Quidditch?! Ovvio, no? E’ il capitano a decidere il giorno dei provini!-.
Capitano. Io, Ginevra Weasley, capitano dei grifondoro.
-Io?-.
-Nessuno merita quel posto più di te. Hai un gran talento e devi puntare in alto, Weasley. E poi so che l’anno scorso ti è stato vietato di toccare la scopa anche solo con un dito e, quindi, quest’anno devi recuperare il tempo perso, no?-.
Le mie orecchie hanno smesso di ascoltare ma la mia testa sta continuando a ripetersi una sola parola: capitano.
-Non so cosa dire … -.
-Devi dire solo sì-.
-Sì. E’ sì. Ovvio che è sì-. Inizio a saltellare sul posto e, dalla gioia, vorrei quasi abbracciare la professoressa.
-Non la deluderò, glielo prometto-.
-Sono sicura che non mi deluderai. Tu sei il capitano della squadra preferita della preside di Hogwarts. Hai una certa responsabilità adesso-.
Senza smettere di esultare mi viene in mente una curiosità.
-Harry lo sapeva?-.
-No. Ho voluto evitargli il dolore di non essere qui e di non poter assistere alla tua reazione. E’ giusto che glielo dica tu-.
-Ha fatto bene! Vado subito a scrivergli. C’è altro, professoressa?-.
La McGranitt riflette un attimo prima di rispondere.
-No. Per stasera va bene così. Buon riposo, capitano-.
Rido ancora sentendomi chiamare capitano  e corro via verso il dormitorio.
Mi sembra di volare da quanto corro veloce ma, all’improvviso, ho come la sensazione di avere qualcuno, dietro di me, che mi sta osservando.
Mi giro di scatto ma vedo solo il corridoio deserto. Sono talmente emozionata che mi faccio suggestionare dal nulla.
Ricomincio a salire le scale, sognando già il momento in cui riceverò la risposta di Harry a questa grande notizia oppure quando comunicherò la grande notizia ai miei fratelli.
Sono talmente presa dai miei pensieri che nemmeno mi accorgo di una figura alta e magra che mi osserva da dietro una colonna.
 
 
 
Caro Harry,
hai visto come sono stata di parola? Sono passate nemmeno quattro ore dal mio arrivo ad Hogwart e già sono corsa in camera per scriverti.
Sono stanchissima. La serata è stata a dir poco emozionante.
Solo due cose voglio anticiparti.
La prima è che Neville è diventato professore di erbologia e insegnerà agli studenti del primo e secondo anno (lo hanno nominato anche direttore della casa dei grifondoro!!).
Ma ti rendi conto?!?!?
La seconda è che la McGranitt mi ha scelto come capitano della squadra di Quidditch dei grifondoro!!!!!!  
Vorrei essere lì con te e vedere la tua faccia quando leggerai queste righe. Io non riesco più a smettere di sorridere.
Sai vero che non potrai mancare alla mia prima partita da capitano?
Domani con calma scriverò al resto della famiglia.
Ti penso e già mi manchi.
Tua G.
 
 
Il giorno dopo tutto sembra continuare per il meglio.
Dopo aver fatto un’abbondante colazione e aver ricevuto i nuovi orari delle lezioni m’incammino verso i sotterranei.
Rimango sempre la solita fortunata perché come prima lezione cosa poteva capitarmi se non pozioni?
Padma e Calì continuano a fare scommesse su chi potrebbe essere il nuovo insegnate. Potrebbero essere così tanti a poter ottenere quella cattedra che dire un nome, sarebbe come lanciare una maledizione al buio.
Una volta entrate nell’aula di  pozioni noto, senza alcuna gioia, che tutto è rimasto uguale all’anno scorso; anzi,probabilmente è ancora un po’ più buia di come la ricordavo?!?
Con uno slancio di prepotenza sugli altri studenti, m’impossesso dell’ultimo posto in ultima fila e, goffamente, faccio cadere la mia borsa a terra.
M’ inginocchio per recuperare tutte le cose sparpagliate sul pavimento quando mi sembra di sentire la porta del retro aprirsi e chiudersi, subito dopo.
Il lieve chiacchiericcio, attorno a me, s’interrompe immediatamente e alzando la testa noto le facce dei miei due compagni di banco che guardano qualcosa in lontananza. Sembrano sconvolti, allibiti e senza parole.
Mi alzo lentamente e guardandomi attorno capisco che lo stupore è condiviso da tutta la classe.
Non ci vuole molto per capire che deve essere appena entrato il nuovo professore di pozioni.
Mi giro verso il bancone centrale, sporgendomi un po’ verso il corridoio e…
La mia borsa ricade sul pavimento facendo cadere, nuovamente, i libri sul pavimento.
Non è possibile.
Chiudo gli occhi, credendo sia un’allucinazione ma quando li riapro, la figura di fronte a me è sempre la stessa.
Lo vedo vicino alla cattedra mentre sistema un libro sul leggio in legno.
Draco Malfoy.
I capelli leggermente spettinati e, forse anche leggermente più lunghi, gli ricadono sulla fronte; magro ma non come lo avevo visto all’udienza e decisamente meno scavato in volto, indossa un pantalone nero e un dolcevita verde scuro.
Faccio un passo verso il centro del corridoio che porta alla cattedra.
Non può essere lui. E’ solo un incubo e io sto ancora dormendo.
Non mi rendo conto di avere gente intorno, che inizia a guardarmi incuriosita, mi avvicino ancora di più alla cattedra mentre Malfoy sembra concentrato solo su quel maledettissimo libro di fronte a lui, senza curarsi minimamente dei bisbigli dietro di lui.
-No. Tu no-. Dico quelle parole, quelle tre piccole parole in tono così alto che, faccio calare l’aula in un silenzio ancora più assordante; l’unico effetto ben visibile è la faccia di Malfoy che, alzando la testa dal libro, incontra i miei occhi.
Quando vedo i suoi occhi grigi posarsi su di me, mi accorgo che anche lui è sconvolto nel vedermi lì di fronte; distolgo subito lo sguardo  e rivolgo l’attenzione ai miei compagni che sembrano ancora incantati a fissarlo.
-Weasley … - Sento la sua voce, sembra quasi un sussurro ma io l’ho sentita benissimo.
Non lo degno nemmeno di una parola perché sono ancora convinta che se mi concentro, mi risveglierò da quest’incubo.
Riapro gli occhi e sono ancora qui in questa orrenda aula e dietro di me si trova ancora Draco Malfoy.
-NO! TU QUI NON DEVI STARCI!-. urlo a piena gola e, fregandomene della mia roba sparsa sul pavimento, non curandomi di cosa possano pensare i compagni, esco dall’aula e inizio a correre più veloce che posso.
Cosa faccio adesso? Non lo voglio qui, lui doveva essere dall’altro del mondo, non ad Hogwarts dove sono io.
Non posso mica andare dalla McGranitt e raccontargli i precedenti ormai sepolti e dimenticati.
Cosa faccio? Se è vero che hanno preso lui come professore di pozioni, non posso mica frequentare le sue lezioni, tutti i giorni?
Ma poi perché prendere proprio lui! Non c’era nessun altro da prendere?
Non posso fermarmi, devo continuare a correre. Non voglio trovarmi nel pericolo di avere Malfoy, dietro di me.
Vado nell’aula di Trasfigurazioni e senza bussare entro.
La McGranitt, rimane stupita nel vedermi in mezzo alla sua aula, tutta scompigliata, col fiatone.
-Posso esserle d’aiuto signorina Weasley?-.
-Sì. Ho un problema con l’orario scolastico-.
La preside abbassa la bacchetta con cui stava trasformando un uccello in una penna e abbassa la testa.
-Immaginavo-.
Cosa vuol dire che se lo immaginava?
-Andiamo fuori a parlarne, signorina Weasley!-. Senza dire nient’altro, esco dall’aula e aspetto che la McGranitt mi raggiunga.
Appena apre la porta, non fa in tempo a richiuderla, che inizio a urlare.
-Perché non mi ha avvisata? Perché ieri sera non me l’ha detto?- La McGranitt non sembra minimamente turbata dalle mie urla. –Doveva dirmelo! Io non prendo lezioni da Draco Malfoy! Lo cacci via!-.
-Non posso cacciarlo e nemmeno voglio. Lui deve svolgere la sua attività rieducativa e questo avverrà per almeno i prossimi tre anni. Così è stato deciso e così sarà-.
L’attività rieducativa proprio qui deve farla? Ad Hogwarts?
-E a lei sembra rieducativo mettere una persona del genere a insegnare? Le sembra vantaggioso, per gli studenti, avere un professore così?-.
La McGranitt sembra quasi ridere alla mia domanda.
-Gli alunni hanno avuto professori peggiori; lo sa molto meglio di me. A Malfoy sono sempre piaciute le pozioni e insegnare questa materia potrebbe essere un buon inizio per capire cosa voglia fare della sua vita-.
Forse sto estremizzando la situazione; devo mantenere la calma.
-Ok posso ammettere che ci sia gente peggiore di lui ma potrebbero esserci anche persone migliori … ciò non toglie che poteva almeno dircelo. Li conosce i nostri trascorsi, no?-.
-Si ovviamente. Ho informato Paciock e dopo un po’ di lamentele, anche lui, si è trovato d’accordo nel dargli questa possibilità. Per quanto ti riguarda,Weasley, hai la facoltà di non frequentare più il corso rinunciando alla possibilità di diventare Auror…-.
-Sa benissimo che non ho mai voluto diventare un Auror e se sono rimasta a pozioni era solo per il professor Lumacorno che ci teneva non poco. Ma ora…-.
La McGranitt mi scruta come se stesse studiando un animaletto da trasformare.
-Peccato. Lumacorno diceva che eri brava in pozioni ma sei libera di fare la tua scelta. E se devo dirti la verità, tutti quanti, avevamo previsto questa tua decisione, anche lo stesso Malfoy-.
Malfoy aveva parlato di me alla McGranitt? Cosa le aveva detto?
-Comunque per toglierti dal corso ha bisogno della firma del direttore della sua casa..- La firma di Neville? E’ come se l’avessi già. -…e la firma del professore del corso. In questo caso: Malfoy-.
E questa regola da dove diavolo salta fuori? Vorrei svenire in questo istante e risvegliarmi fra una settimana.
-E da quando questa novità?-.
-Da quest’anno. I professori hanno diritto di sapere chi abbandona i loro corsi e i motivi che li spingono a farlo, magari per dissuaderli-.
Vorrei ridere in faccia alla McGranitt ma mi trattengo. Nessuno mi convincerà mai a rimanere in un corso tenuto da Malfoy. Accetto che stia nel castello ma che, addirittura, lui comandi su di me… questo mai!
-Avrò le firme!-.
-Quando le avrai, portamele e  toglierò il tuo nome dal corso di pozioni-. Con serenità, la McGranitt mi sorride e ritorna nella sua aula.
Certo che sorride lei!! L’unica che non ha nessun motivo per ridere sono io!
Ecco cosa intendeva dire ieri sera con la frase: per stasera va bene così.
Devo riflettere. Forse la vedo troppo tragica rispetto a quello che effettivamente è.
Insegna Pozioni, una materia che io odio e che quest’anno non frequenterò. Fine della storia.
 
 
 
E’ stato più facile del previsto ottenere la firma di Neville; è bastata un’occhiata minacciosa e appena ha visto la pergamena di esonero dal corso di Malfoy, non sono servite inutili domande per ottenere la sua firma.
Fosse per lui, esonererebbe tutti gli studenti di Hogwarts da quel corso.
Ora l’ultimo scalino è andare da Malfoy e ottenere il suo consenso.  E’ nei miei pieni diritti non frequentare più pozioni ma la cosa che più m’infastidisce è dover parlare con lui, faccia a faccia.
E’ quasi sera quando prendo coraggio e decido di andare nei sotterranei a parlare col “professore”.
Mentre cammino, rifletto sul fatto che domani dovrebbe arrivarmi una lettera da Harry in risposta a quella che gli ho inviato ieri sera e, a quel punto, dovrò scrivergli di questa grandissima novità. Mi auguro che almeno lui la prenda meglio di quanto abbia fatto io.
Sono di fronte all’aula, dovrei bussare ma ho il braccio paralizzato; forse dovrei tornare domani mattina!
Prima di farmi prendere da altri dubbi, senza riflettere apro la porta ed entro; lui è seduto comodamente in uno dei tanti banchi, impegnato a scrivere.
Vestito come stamattina, sentendo il rumore, si gira appena per guardarmi per poi tornare alle sue carte.
E’ come se fingesse di essere da solo in quella stanza, senza degnarmi di una parola.
Vorrei prendere la porta e tornare in Sala Grande ma, con la poca calma che ancora possiedo, faccio qualche passo nella sua direzione.
Quando sono di fronte a lui, non alza nemmeno la testa per guardarmi.
Esasperata dalla situazione, metto fine a questo inutile silenzio.
-Cosa ci fai qui?-. Scandisco bene le parole una per uno.
Solo ora, Malfoy posa la piuma sul banco e si appoggia comodamente allo schienale della sedia.
-Vedo che finalmente ti sei decisa a smettere di urlare per i corridoi!- conosco fin troppo bene quell’espressione per non sapere che mi sta palesemente stuzzicando.
Deve aver già parlato con la McGranitt e deve avergli riferito della scenata che ho fatto fuori dall’aula di trasfigurazione.
-Non hai risposto alla domanda!-. non cadrò nei suoi tranelli per farmi infuriare ancora di più.
Aspetto una risposta ma lui sembra divertito dalla situazione.
-Te lo avrei detto se fossi venuta all’appuntamento di due settimane fa!-.
Era questo che voleva dirmi, quando mi ha mandato quel biglietto?
-Avevo da fare e poi noi non abbiamo più nulla da dirci- le mie parole suonano malinconiche ma è la sincera verità.
 Malfoy s’incupisce, offeso dalle mie parole.
-Questo lo dici tu! A quanto so, hai passato una bella estate piena con Potter! Chissà le grosse risate che vi sarete fatti!- dice con una certa ironia che è impossibile far passare inosservata.
Questo non c’entra nulla col perché sono venuta fin qui.
-Non ti riguarda e non divaghiamo. Cosa ci fai ad Hogwarts?- è l’ultima occasione che ha di sentirmi usare le buone maniere.
Malfoy si alza dalla sedia per venire dall’altra parte del banco, accanto a me.
-Attività socialmente rieducativa per tre anni. Credo tu sappia di cosa stiamo parlando o non hai avuto nemmeno il tempo d’informarti sulla mia sentenza?- usa un tono cattivo.
Faccio un passo indietro per guardarlo bene in faccia.
Non è cambiato per niente.
-Si l’ho letta ma tra tanti posti guarda caso proprio questo!-.
-Anche per me Hogwarts è… importante! Ho parlato con la McGranitt e ha accettato la mia proposta-. E’ talmente sfacciato nel mostrare il suo orgoglio a essere di nuovo qui, che mi vien quasi voglia di picchiarlo.
Devo essere razionale e tenere a mente il mio obiettivo; tiro fuori dalla tasca, la pergamena di esonero e la metto sul banco di fronte a noi.
-Vorrei non seguire più il corso di pozioni perché quest’anno ho troppe materie da seguire e devo concentrami su quelle fondamentali per il mio futuro. Pozioni non mi serve a niente- non sono mai stata brava a mentire e, anche lui, sembra accorgersene perché inizia a ridacchiare.
Stanca del suo atteggiamento, prendo il foglio e lo metto proprio accanto alla sua mano.
Malfoy si accorge di questo spostamento e si fa di nuovo serio.
-Balle!!. Non ti firmerò niente- soddisfatto della sua risposta afferra il foglio e lo fa cadere per terra.
Una parte di me non rimane sorpresa; in fondo, non potevo aspettarmi che questo da parte sua.
-Sarai anche diventato professore ma vedo che non hai ancora imparato il regolamento. Sono al settimo anno e tu non puoi costringermi a frequentare un corso. Sono io che decido cosa frequentare e cosa non-.
Non smette di sorridere compiaciuto e non sembra nemmeno turbato da questa notizia.
-Conosco le regole e so che hai bisogno della mia firma e … non ho intenzione di firmare nulla! Fine della storia- sto per ribattere quando Malfoy fa un passo verso di me –non intendo perdere un talento come te-.
Indietreggio lentamente.
-Sai perfettamente che sono piuttosto mediocre in pozioni. Cosa DIAVOLO VUOI?- non riesco più a trattenere la mia rabbia e lui sembra ancora più soddisfatto nel vedermi urlare.
-E’ questo il modo di rivolgerti a un professore?-.
Ok, devo respirare e stare calma. Molto calma. Con quest’atteggiamento non ottengo niente.
-Va bene, sto calma. Siamo onesti, ok? Io non voglio più avere nulla da condividere con te. Ho fatto quello che era giusto fare ma ora le nostre strade si separano!. Quel capitolo ormai è chiuso! -.
Non volevo arrivare a questo punto ma ormai è necessario essere onesti.
Malfoy sentendo le mie parole cambia espressione e si fa serio.
Aspetto una sua risposta ma lui sembra ancora riflettere su quanto ho appena detto.
-Malfoy fa tutto parte del passato … -.
-Questo lo dici tu!- mi punta l’indice contro.
Si avvicina ancora di più a me ma io non mi sposto; sarebbe segno di debolezza e non voglio apparire così davanti a lui.
-Io non ho chiuso proprio niente!-.
Dal suo tono ho quasi paura a sapere la risposta. Ho fatto male a venere qui. Dovrei scappare e lasciarlo qui.
-Malfoy dobbiamo passare un altro anno qui ad Hogwarts. Non rendiamolo complicato … possiamo andare d’accordo?-.
-No!- risponde convinto.
Sento quelle parole e spero che sia solo una mia allucinazione ma la sua espressione non promette nulla di buono.
-No? Ho sentito no?- ripeto furiosa.
-Non sono tornato per fare l’amichetto della Weasley!- lo dice come se fosse la cosa più disgustosa del mondo!
-In fondo, noi due ci siamo aiutati! Ci siamo fatti del bene … perché tornare a farci del male?- provo a ragionare.
-Non fare la finta tonta. Sai benissimo cosa abbiamo fatto io e te! Sempre che con farsi del bene non includi anche l’andare a letto insieme!!-.
Sono sconvolta dalla sua sfacciataggine.
Mi gira la testa, ho i muscoli paralizzati e le mani iniziano a tremarmi.
-E’ stato un errore … dobbiamo ritornare su quella storia?-.
-No! Sono stati due errori! Sei venuta a letto con me due volte! E ci sarebbe stata anche una terza volta, poi una quarta, una quinta … se io non me ne fossi dovuto andare! Lo sai anche tu! Non fare la buona samaritana!!-.
-Questo lo dici tu!-.
Lo guardo e i suoi occhi sono … non li ho mai visti così …
-Pensi davvero di poter fare finta di nulla? Come se non fosse successo nulla. Con me, con Potter, con tuo fratello … -.
-Non ti riguarda!- gli punto il dito contro –Non sta a te giudicare! Quello che è successo, ormai è successo!! Ma l’anno scorso!! Fine della storia!-.
-Ovviamente!- alza le mani –Sta di fatto che il permesso non te lo firmo!-.
-PERCHE’? Mi sembrava che stessimo andando abbastanza d’accordo! Perché dobbiamo tornare a farci cattiverie?-.
-Non è una cattiveria! Ti voglio come mia studentessa. Punto e basta.-.
-Io pensavo che avessimo finito con i giochetti e le ripicche! Pensavo fossi cresciuto! Vuoi tormentarmi??- gli dico un po’ delusa.
-Sai io cosa ho pensato dopo essere stato messo ad Azkaban? Ho passato l’estate in una cella e quando sono stato libero, la prima cosa che volevo era parlare con te ma tu non sei venuta all’appuntamento. Sono venuto fino a quella catapecchia che voi chiamate casa, a cercarti, ma ho scoperto che eri partita per la Francia-.
Sono sconvolta. Malfoy, alla tana! Se penso a cosa sarebbe successo se i miei lo avessero visto …
-Come hai fatto a scoprirlo?-.
-La tua vicina è rimasta incantata dal mio fascino-.
Quella traditrice della signora Scott.
-Malfoy, mi dispiace se ci sei rimasto male. Sono sinceramente dispiaciuta di aver deluso le tue aspettative ma le cose non sono più come prima. Io sto con Harry. Lui è tornato ed io e lui siamo di nuovo una coppia! Alcune cose non posso più farle, anche se mi dispiace.-.
Non sembra minimamente scosso nel sentire quelle parole ma, anzi! Sembra rasserenato.
Senza smettere di guardarmi, con le mani mi afferra dolcemente la testa e avvicina il suo viso al mio. D’istinto cerco di divincolarmi ma lui tiene la presa ben salda e, con le mani ancora sul mio collo, avvicina la bocca al mio orecchio.
-Perché continui a ripetere le cose giuste e quelle non giuste da fare? Dimmi che desideri Potter come desideri me!-credo che migliaia di persone nel sentire il suo tono suadente sarebbero già cadute ai suoi piedi. Non mi stupisco che la signora Scott abbia parlato così facilmente.
Io resisto e, come se fossi pervasa da una scossa elettrica, mi allontano da lui bruscamente.
-E’ così, infatti-.
-Non è vero; stai mentendo. Vuoi che ti ricordi i nostri … precedenti? Hai passato altre notti così con Potter??-.
Capisco che questo Malfoy malizioso è ancora più pericoloso del Malfoy arrabbiato.
-Forse anche di più. Ma non sono affaracci tuoi!!!- afferro la pergamena da terra e sto per andarmene ma Malfoy mi si para davanti per bloccarmi il passaggio.
-Spostati, devo andarmene. Ci vediamo a lezione ma non ti lamentare se farò scoppiare l’aula con una delle mie pozioni!-.
-Un’ ultima curiosità! hai raccontato a Potter di averlo tradito con un altro ragazzo?-.
Inizia a mancarmi la salivazione e cerco di divincolarmi dal suo sguardo indagatore.
-Vuoi ricattarmi? Fai pure. Vai a dirglielo. Sapremo superare anche questo perché qualunque cosa abbiamo fatto, io e te, è nulla in confronto a quello che abbiamo costruito io ed Harry. E poi, io e lui, l’anno scorso, tecnicamente, non stavamo nemmeno insieme!!-.
Divertito dalla mia risposta, mi afferra la mano destra con prepotenza e me la porta all’altezza degli occhi, in modo d’avere l’anello di Harry bene in vista.
-Addirittura un anello!! Te lo avrebbe regalato, se tu gli avessi raccontato … tutto?-.
-Mollami Malfoy, subito! Quello che lui mi da, non potrà mai darmelo nessun’altro-.
Senza esitare mi afferra la mano con ancora più forza e con un movimento repentino mi sfila l’anello dal dito; una volta afferrato, si allontana da me di qualche passo, dandomi le spalle.
-RIDAMMELO SUBITO MALFOY!- lo seguo e inizio a tirargli dei piccoli colpi sulla schiena.
Dopo un’infinità, si volta e lo ritrovo di nuovo terribilmente vicino, mi riafferra la mano e mi rimette l’anello al suo posto.
-Il mio inizio è dove inizi tu!- sembra disgustato nel pronunciare quelle parole, così importanti per me, ma, allo stesso tempo, anche divertito.
-Non provarci mai più!-. Questa volta sono io a puntargli il dito contro.
-Tu non sei questa!! Tu vuoi il confronto, tu vuoi tenere testa a qualcuno, vuoi passione, porte che sbattono e notti memorabili!! Non sei la ragazza che aspetta l’anellino per fare la fidanzata, per poi passare la vita a fare la moglie e la mamma! Dai … sii sincera!-.
-Non è così. Ti sbagli!!- sono convinta di quanto affermo. Lui non mi conosce così bene!! Vuole solo sminuire Harry!
Non appare minimamente turbato dalle mie parole.
-E allora perché hai problemi a frequentare pozioni? Tu non hai paura che io vada a dirlo aPotter, tu hai paura di stare vicina a me! Perché? Hai paura che tutto il bel teatrino che stai recitando vada in frantumi?-.
Sto per rispondere ma poi rifletto che quello che stavo per dire avrebbe potuto essere mal interpretato da lui.
La verità è che non voglio più vederlo. Non sono arrabbiata con lui e nemmeno lo odio ma non voglio averlo sotto gli occhi.
-Non mi serve quel corso. Te l’ho già detto! Tutto qui! Se ci fosse stato un altro professore sarebbe stata la stessa cosa. Ho molte cose da fare quest’anno! Non mi far perdere tempo!-.
Dalla sua espressione divertita, so che non ha creduto nemmeno per un  minuto alla mia bugia.
-Vuoi che firmi?-.
-Sì-. Sono stupita; non mi aspettavo di convincerlo così presto.
-ok- non credo alle mie orecchie –a una condizione!-.
Eccoci. Come volevasi dimostrare. Malfoy non da mai nulla se non riceve qualcosa in cambio. Dal suo discorso precedente, ho fin paura a sapere quale sia questa condizione.
Mi riafferra la mano ma rispetto a prima, lo fa con dolcezza.
La vorrei ritrarre ma non lo faccio. Rimango quasi incantata a vedere le nostre mani incrociate mentre lui sembra concentrato solo sul mio viso.
-Io firmerò quel foglio dopo che tu sarai venuta a cena con me, domani sera!-.
A cena con lui? Francamente pensavo avesse in mente qualcosa di peggio. Una cena, in fondo non è nulla. Potrei andarci, ripetergli quello che gli ho già detto e tornerei a casa col mio esonero da Pozioni.
-Una cena? Lo sai che non cambierò idea!-.
Malfoy mi libera la mano e si appoggia a un banco lì accanto.
-Va bene-.
Sto cercando di capire, dove si nasconde l’inganno nella sua proposta, ma ancora non lo trovo.
-Ok, domani sera ma mi firmerai il foglio prima dell’inizio della serata e poi verrò a cena-.
Sembra sospettoso dalla modifica che ho fatto alla sua condizione; allungo la mano nella sua direzione.
-Ho la tua parola?-.
Malfoy osserva la mia mano per un po’ ma rimane immobile nella sua posizione.
-Non voglio stringerti la mano. Vorrei fare ben altro con te! Vorrei mi rinfrescasi un po’ la memoria!! Comunque sì … hai la mia parola!-.
Vorrei fare ben altro con te.
Cerco di guardare altrove ma il rossore sul mio volto tradisce il mio imbarazzo.
Lo supero e vado verso la porta.
-Domani sera. Alle otto di sera, qui fuori dalla porta- dice soddisfatto.
Senza degnarlo di una risposta, esco dalla porta; appena fuori, mi appoggio al muro freddo e mi porto le mani alla testa.
Non è possibile.
Va bene avere Malfoy qui a Hogwarts ma questo è molto di più.
Lui vuole me. Come fa a venirgli in mente una cosa del genere?
Sono già esausta al secondo giorno di scuola e meno male che questo doveva essere l’anno del divertimento.
In tutto questo, devo anche capire cosa raccontare a Harry.
Mi guardo l’anello e ora non riesco più a tranquillizzarmi; forse ho fatto male ad accettare la cena con Malfoy e avrei dovuto frequentare il corso senza fare tante storie.
Ma dopo quello che mi ha detto stasera come faccio a frequentare le sue lezioni tutti i giorni? Già sarà difficile cercare di non incontrarlo per i corridoi.
Devo fare un passo alla volta e la prima cosa che devo fare è mettere le cose in chiaro con Malfoy definitivamente.
Questa storia deve finire.
 
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!! Eccomi di nuovo qui col nuovo capitolo.
Con le feste ho impiegato un po’ di tempo a terminarlo ma ora…eccolo qui!
Come definirlo? Credo sia uno di quei capitoli che molte di voi stavano aspettando.
Molte sicuramente esulteranno e le comprendo molto bene.
Anticipazioni è inutile darne. Posso solo dirvi che Malfoy è tornato più determinato che mai.
Fatemi sapere cosa ne pensate di quello che avete letto e quello che vi aspettate che succederà d’ora in poi.
Spero, oltre a far splendere il nostro Malfoy, di aver dato un po’ di luce nuova alla figura di Harry.
A voi la parola!
A prestissimo e grazie a chi ha recensito questa storia; siete fantastiche!
  
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