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Autore: barb_s91    21/01/2015    0 recensioni
A volte ritornano.. Ma sarà davvero sempre così? Gli amori, quelli veri, sono destinati a ritornare o è solo un'illusione?
Beatrice ritorna a New York dopo tre anni, in vista del matrimonio di sua cugina. Sapeva in cuor suo che avrebbe dovuto rivivere il suo passato, o quantomeno doveva farne i conti.
Cosa succederà quando si troverà di fronte al suo passato? riuscirà a lottare per il vero amore, o scapperà come è abituata a fare?
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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L’amicizia che scorre dal cuore non può congelarsi nelle avversità, così come l’acqua che scorre dallo spirito non può ghiacciare in inverno.

 

James Fenimore Cooper 

 

 

 

Era stata una mattina piuttosto tranquilla in gelateria, per questo ne avevo approfittati per scrivere un po’. Non avevo ancora avuto la vera ispirazione, ma avevo deciso di scrivere tutti i pensieri che mi passavano per la mente.

Ero seduta al bancone, quando il rumore della porta d’ingresso, mi destò dalla mia scrittura.

Fui sorpresa di vedere Harry entrare nel locale, ma un sorriso spontaneo comparve sul mio volto.

«Buongiorno!» dissi allegra, alzandomi dallo sgabello dietro il bancone.

«Buongiorno italiana!» disse, con quel suo sorriso paradisiaco.

Indossava una semplice maglietta bianca con lo scollo a V, che permetteva di ammirare alcuni dei suoi tatuaggi, e un pantalone nero stracciato a livello delle ginocchia.

Poteva indossare qualsiasi cosa, anche un sacco di iuta, ma lui era sempre fantastico.

«Ti ho portato il pranzo – disse alzando la sua grande mano, che teneva un sacchetto del take away – so che ti piace il chickenburger e te l’ho portato! E siccome sono un bravo ragazzo, ti ho portato anche un donut alla vaniglia, che so piacerti tanto» concluse, alzando il mento come per pavoneggiarsi.

«Sei il mio salvatore» esclamai in modo plateale, abbracciandolo.

Ero davvero felice che Harry fosse venuto a trovarmi, perché da quando eravamo amici, ero molto più serena.

Non so per quale strano motivo, ma quel ragazzo, che tutti definivano con aggettivi dispregiativi, mi trasmetteva qualcosa che mai nessuno aveva fatto prima. Quando eravamo insieme era un semplice ragazzo di ventidue anni, che scherzava e faceva lo scemo ogni qualvolta ne aveva l’occasione, ma sapeva anche essere gentile, galante e sapeva rispettarti. 

Iniziavo davvero a dubitare che quel cattivo ragazzo di cui tutti parlavano esistesse.

«Ti volevo proporre una cosa» disse incomprensibilmente, vista la bocca ancora piena di cibo.

Avevo appena chiuso il locale per la pausa pranzo ed io e Harry eravamo comodamente seduti a mangiare su un dei tavoli del locale.

«Sono tutta orecchie – gli risposi – ma prima finisci di mangiare. È disgustoso vedere il cibo masticato che esce dalla tua bocca».

Lui in tutta risposta aprì la sua bocca, facendomi ammirare il contenuto.

«Sei uno schifoso!» esclamai, dandogli un pugno sulla sua spalla tonica.

«Ah si?! – disse in tono minaccioso, una volta finito di mangiare – mi dovrai chiedere scusa per questi insulti».

E, non appena finì di dire ciò, si protese verso di me e cominciò a farmi il solletico. 

Io odiavo il solletico.

«No, smettila!» urlai, cercando disperatamente di divincolarmi.

Ma non ci riuscii.

Continuò per un tempo che mi sembrò infinito, fino a quando non fui costretta ad arrendermi e scusarmi con lui, implorandolo.

Ero senza fiato, e solo allora mi accorsi che durante la nostra lotta la mia maglietta si era spostata, lasciando in bella vista il mio reggiseno nero.

«Mi ha pure denudata – dissi, fingendomi offesa – maniaco!».

«Dovrei ricominciare. Perché mi hai appena insultato nuovamente, ma sarò clemente, perché sono una brava persona».

«Quando dormi – risposi sorridendo – comunque, cosa volevi dirmi prima di torturarmi?».

«Ah si – esclamò come risvegliato da un sogno – stasera c’è una festa a casa di un mio amico. Si balla, si beve, insomma ci sarà da divertirsi. Andiamo?».

Non ero molto entusiasta di questa proposta onestamente, volevo senza dubbio declinare l’invito.

Ma poi posai i miei occhi su di lui.

Era davanti a me, con indosso un’espressione supplicante e allo stesso tempo ammaliante, che non rendeva facile il mio compito. Se Harry Styles era davanti a te e aveva quell’espressione, tu non potevi fare nient’altro se non fare tutto quello che ti chiedeva.

«E va bene! – dissi alzando il tono della voce – ma ci sono delle regole: non mi lascerai sola per andare con qualche ragazzette delle tue».

«Si può fare» rispose dopo averci pensato qualche secondo.

«Non ho finito. Quando, e se, me ne voglio andare, tu mi riaccompagnerai a casa, a qualsiasi orario – continuai, puntandogli il diti contro il volto – sono stata chiara?».

«Chiarissima mia signora – disse, inchinandosi davanti a me – ti verrò a prendere alle otto. Sii puntuale almeno».

Si alzò dalla sedia accanto a me e andò a prendere la giacca, per poi riavvicinarsi a me.

Si protese verso di me e mi lasciò un bacio sulla guancia, che durò più dell’atteso. Potei sentire  chiaramente le sue labbra calde e morbide sulla mia pelle, e quello della sua colonia che riusciva a far risaltare l’odore della sua pelle.

«A più tardi, bellissima».

E se ne andò, prima che il mio cervello riuscisse ad elaborare una qualsiasi risposta al suo saluto.

Quel ragazzo mandava in pappa il mio cervello!

 

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Alle sette erao appena arrivata a casa, andai di corsa a farmi la doccia e prepararmi.

Ero già distrutta prima che la serata iniziasse.

Avevo scelto un abbigliamento molto informale, visto che non avevo idea di che ambiente avrei trovato alla festa. Indossavo un paio di pantaloni neri a vita altra e un crop top aderente bianco, che lasciava intravedere un filo di pelle. 

Harry arrivò alle otto in punto, suonando alla porta.

Andai ad aprire e, una volta aperto, mi lasciai qualche secondo per ammirarlo. Indossava un paio di skinny neri e una canottiera bianca, che questa volta lasciava vedere molti più tatuaggi di prima.; portava i capelli tirati indietro, che lasciavano libero tutto il suo bel viso.

«Siamo coordinati stasera, Bea. Se ci fosse un premio per la migliore coppia della festa, vinceremo di sicuro».

«Sempre simpatico» risposi ridacchiando.

«Andiamo! È tardissimo» disse prendendomi per mano, e dirigendosi verso la macchina.

Durante il tragitto in macchina non potemmo fare a meno di ridere e scherzare come i matti, mentre Harry cantava le canzoni che passavano alla radio storpiando tutte le parole. 

Non mi ero nemmeno accorta che aveva accostato fino a quando non percepii il rumore della musica ad alto volume.

«Nessuno si lamenta per la musica alta?» chiesi ad Harry, dubbiosa.

«Finora non è mai successo. Non ci sono molte case nei dintorni».

Evidentemente queste feste erano molto popolari, perché gruppi di persone si trovavano addirittura fuori dalla casa. Ballavano, evidentemente alticci con le bottiglie in mano e a piedi scalzi nel prato di fronte l’ingresso.

Li superammo con tranquillità ed entrammo in casa.

Harry, constatata la folla, mi prese con dolcezza la mano, intrecciando le sue grandi dite alle mie, che scomparvero, coperte dalle sue.

«Non voglio rischiare di perderti, principessa» mi disse facendomi l’occhiolino.

Mi trascinò in mezzo alla bolgia. 

Le scene che mi si presentavano davanti erano a dir poco indecenti; ragazze, vestite con sottilissimi pezzi d stoffa, evidentemente ubriache, che si strusciavano addosso al primo ragazzo che si trovavano vicino. Quando la calca si fece più fitta, mi fece mettere davanti a lui e, proteggendomi con le sue possenti braccia tatuate, mi condusse verso un angolo della casa più tranquillo.

Ero stata catapultata in un mondo totalmente distante dal mio.

«Ma vieni spesso a queste feste?» chiesi ad Harry, quasi sperando in una risposta negativa.

«Quando posso si. È divertente! – mi disse all’orecchio, cercando di farsi sentire sopra la musica – non ti è piaciuta la mia risposta, vero?» concluse sorridendo.

Si era sicuramente accorto della mia espressione, non molto compiaciuta.

«Diciamo che non è il mio ambiente preferito» risposi.

Scoppiò in una sonora risata, mostrando le sue adorabili fossette e non potei fare altro che seguirlo. 

Andammo verso il bar a prendere qualcosa da bere. Io ordinai una semplice birra, mentre Harry ordino un drink di cui non avevo mai sentito parlare, ma io non ero molto informata su queste cose.

«Guarda un po’ chi si rivede» disse una voce femminile dietro di noi.

Mi voltai nella direzione della voce e vidi a chi apparteneva. Una ragazza dai capelli color fuoco si stava avvicinando a noi, con passo sensuale. Indossava un vestitino paillettato, molto scollato e corto. Non proprio il genere di abbigliamento che prediligevo.

«Scarlet, ciao» disse Harry, con un tono abbastanza freddo. 

Ero quasi sicura che non provasse tutta questa simpatia per l’appariscente ragazza che ci stava di fronte.

«Vedo che hai trovato subito compagnia per la serata» disse osservandomi da capo a piede, con espressione quasi disgustata.

«Lei è una mia amica» tagliò corto Harry, infastidito.

«Ti conosco, piccolo – disse avvicinando a lui, scansandomi letteralmente da lui – e vorrei continuare a farlo» concluse con tono sensuale.

Eh no! Questo era troppo. Io e Harry eravamo amici, ma questa non poteva fare finta che non esistessi.

«Andiamo a ballare Harry?» dissi tirandolo via da lei.

«Non c’è bisogno di essere gelose, cara – disse guardandomi con pena – tanto domani non si ricorderà nemmeno il tuo nome».

Mi stavo davvero innervosendo. 

Harry non era come lei lo dipingeva, almeno non con me. Quando stavo per risponderle a tono, lei mi fermò.

«Non capisco nemmeno come abbia potuto scegliere te stasera. Guardati! – disse indicandomi – non ti si può proprio guardare tesoro».

«Ora basta, Scarlet – tuonò la voce di Harry, evidentemente furente – lei è mille volte migliore di te, non solo per bellezza. Ora se vuoi scusarci».

Harry mi prese per mano e mi portò al centro della pista, ma non potevo fare a meno di pensare alle parole di quella ragazza. Se davvero Harry era abituato a quello standard di donne, io con lui non c’entravo niente. Aveva ragione. Non mi capacitavo allora di come avesse potuto baciarmi alla festa. Cosa gli era piaciuto di me?

Non mi accorsi di star piangendo finché Harry asciugò una lacrima.

«Principessa non stare a sentire quella cretina. Tu sei bellissima! Anche quando piangi sei la più bella ragazza che io abbia mai conosciuto. Quindi smettila di far girare le rotelle del tuo cervello nel verso sbagliato» concluse sorridendomi con dolcezza.

E io non potei fare altro, se non assecondarlo. Quel ragazzo riusciva a tranquillizzarmi, come nessuno era mai riuscito a fare.

«Vuoi andare a casa?» mi chiese.

Sapevo che se avessi detto di si lui non si sarebbe affatto seccato, ma non volevo darla vinta a quella befana. Così gli dissi che volevo restare.

Restammo al centro della pista a ballare come pazzi. In fondo quella serata, nonostante il piccolo break, non era stata affatto male. Non sarei sicuramente andata ad una festa ogni settimana, ma uscire dalla routine una volta ogni tanto non mi avrebbe fatto sicuramente male

 

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«Che palle! Mi sto annoiando a morte» disse Harry.

Era passato qualche giorno dalla festa in cui mi aveva portato Harry. Ormai la nostra amicizia si poteva definire consolidata, poiché passavamo ogni giorno insieme, e ogni giorno imparavo qualcosa di lui che me lo faceva piacere di più. E’ vero che non si finisce mai di conoscere una persona, ma questo non sempre è una cosa brutta, anzi, per me in questo momento era la cosa più bella di sempre.

Stavo scoprendo ogni giorno qualcosa di Harry, e chissà se mai avrei smesso di farlo.

Quel giorno eravamo sul divano di casa sua alla ricerca di un film decente da vedere, ma tutti quelli che avevo proposto o non gli piacevano o li avevamo già visti. 

«Mi sta andando in fumo il cervello – dissi, stanca di scandagliare nel mio cervello tutto il mio scibile cinematografico – potresti proporre anche tu qualcosa!».

«Non me ne viene in mente nemmeno uno!» disse disperato, buttandosi con forza le braccia alla testa. 

E io non potei fra altro che ridere davanti a quella scena. Quel ragazzo era assurdo.

Dopo un’altra mezz’ora di indecisione, non avevamo ancora scelto il film. Era davvero una scena comica. Fino a quando non mi venne in mente un’idea completamente diversa. Una settimana prima eravamo usciti con Elis e Niall ed eravamo andati in una sala giochi. Ero rimasta estasiata dal biliardo, soprattutto da Harry che giocava a biliardo. Era davvero bravo e, per quello che avevo visto io, ancora nessuno era riuscito a batterlo. 

Mi era venuta voglia di giocare e volevo imparare, ma probabilmente ero davvero una frana. Quella sera c’erano davvero troppe persone per chiedergli una cosa del genere, ma ora…

«Posso proporre una cosa?» chiesi rompendo il silenzio.

«Parla pure, principessa. Permesso accordato».

«Sai che odio tutti questi nomignoli che mi affibbi? M’innervosiscono» dissi alterata.

«Lo so! - disse soddisfatto - è per questi che li uso» concluse ridendo.

«Tralasciamo questo argomento» mi arresi.

«Ti ricordi quando l’altro giorno siamo andati alla sala giochi e tu hai giocato a biliardo?  – continuai timida. Mi vergognavo un po’ a chiedergli di insegnarmi a giocare, ma sapevo che a lui faceva solamente piacere – beh, mi piacerebbe imparare» dissi l’ultima parte di getto.

Lui mi guardò inizialmente stupito, poi scattò a ridere. Non capii quella sua reazione e fui un po’ infastidita, ma lui, notando la mia reazione, smise subito.

«Non rido per la richiesta, ma per il modo in cui l’hai detto. Dai andiamo, permalosa!».

Si alzò di fretta e prendendomi per mano uscimmo da casa sua diretti alla sala giochi.

 

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«Allora, metti il palmo aperto sul tavolo e poi porta il pollice sull’indice – feci come mi disse – ok, ora poggia la stecca nella spazio tra indice e pollice. Questa è la posizione della mano ottimale per tirare, tralasciando la tua mira, che ora constateremo».

I primi tiri che ne seguirono furono un vero disastro, però almeno Harry si stava divertendo. Era appoggiato sul tavolo reggendo il suo peso sulla stecca, che teneva tra le mani, e rideva come un pazzo.

«Non è molto divertente! E soprattutto non è molto carino da parte tua ridere così di me» dissi, fingendomi offesa.

«Oh, invece è divertente, non sai quanto. Vieni qui che ti aiuto» disse facendomi segno di raggiungerlo.

«Posizionati per tirare – lo feci – ok, ora posiziona la stecca in modo da colpire la bianca e di conseguenza la rossa in modo che vada a finire all’angolo. Devi colpirla più nel lato destro, per intenderci». 

Mentre mi spiegava queste cose si posizionò proprio dietro di me, sistemandomi nel modo corretto. 

Cominciai a sentire caldo.

Era troppo vicino a me e i nostri corpi si toccavano in parti a dir poco compromettenti. Non potei fare altro che arrossire, ringraziai mentalmente che lui non potesse vedermi.

«Anche se non ti vedo in faccia sento che stai arrossando, ora rilassati e concentrati sul colpo» sussurrò al mio orecchio.

Ero sicura che stesse ridendo, ma cercai di fare quello che aveva detto, così feci un respiro profondo e tirai, mandando per la prima volta in buca la palla.

«Evviva!» esultai, buttandomi letteralmente su di lui.

Harry, che non si aspettava questo tipo di reazione, barcollò per un attimo ma poi mi accolse nelle sue possenti braccia.

«Hai visto, principessa? Qualche altra lezione e sarai bravissima».

Continuammo la partita ancora un po’ ed ero riuscita a mandare in buca altre tre palline, avevo finalmente capito il metodo giusto. Harry però non si risparmiava nel fare battutine sarcastiche di tanto in tanto, causandomi i miei soliti imbarazzi che facevano diventare la mia faccia color porpora.

Ma mi sarei vendicata in qualche modo.

L’ultima pallina che mi restava non era molto difficile, ma la bianca si trovava proprio al centro del tavolo e, per riuscire a tirare, mi sarei dovuta letteralmente distendere sul tavolo. 

Quale miglior modo per vendicarmi?

Mi posizionai proprio davanti a lui, che era comodamente poggiato al muro, e mi posizionai per tirare. Un sorrisino mi si dipinse in volto, perché sapevo che lui aveva intuito il mio gioco, ma poco importava. Dopo qualche secondo mi girai verso di lui.

«Come sono messa?» gli chiesi, osservandolo.

«Bellissimo! Ah, ehm scusa. Volevo dire benissimo».

Aveva un’espressione che avrei voluto fotografare in qualche modo per poi deriderlo. Il suo sguardo, inizialmente, era puntato sul mio di dietro, non a caso avevo indossato dei pantaloncini di jeans attillati. Quando però si accorse che mi ero girata a guardarlo, fu colto di sorpresa e aveva sbarrato gli occhi in modo colpevole.

«Si, come no» risi.

Purtroppo sbagliai il tiro, ma la soddisfazione di vedere Harry in quello stato fu maggiore della soddisfazione che avrei provato ad imbucare la palla.

La partita era finita con Harry vincitore, ovviamente, ma io avevo avuto la mia piccola vittoria in fondo. Ero abbastanza soddisfatta della giornata.

«Che ne dici se andiamo a prederei un gelato?» gli chiesi.

«Ci sto – rispose – e comunque mi vendicherò!».

«Vendicarti? Di cosa» chiesi fingendo di non sapere a cosa si riferisse.

«Lo so io!» disse imbronciato.

Adoravo quando faceva il finto offeso, era di una tenerezza allucinante. Andai verso di lui e gli diedi un bacio nella guancia.

Non mi capacitavo come, in così poco tempo, mi fossi affezionata così tanto a lui. Ma in realtà la risposta era semplice. Harry era davvero un ragazzo speciale, nonostante quello che pensavano gli altri.

 

Con me era il ragazzo migliore che una ragazza potesse desiderare di voler accanto.

 

ANGOLO DELL'AUTRICE:

eccomi qui!!

Mi fa piacere che le visualizzazioni aumentino, certo, voglio che aumentino sempre d più, ma credo che ci voglia tempo, quindi mi posso ritenere soddsfatta al momento.

Ciò non toglie che vorrei avere più pareri su cosa ne pensate della storia, ma... tempo al tempo! 

Vedremo come va.

Passiamo al capitolo: questo a mio parere è un capitolo di passaggio, per capire il tipo di rapporto che si è instaurato tra i BARRY <3 e sul fatto che la loro amicizia è fondamentalmente reale, nonostante tutto.

non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate, e spero che vi sia piaciuto!

 

PS: non so se cambiare la copertina. sto ancora pensando quindi non spaventatevi se vedete una copertina diversa domani ahahahha

 

un bacio a tutti <3

 

BARB <3

   
 
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