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Autore: Eris Greengrass in Wilkes    22/01/2015    19 recensioni
[Storia a OC; ISCRIZIONI CHIUSE]
Qualcuno ha avvelenato Zeus, che poco a poco sta cominciando a perdere la propria immortalità e a svanire.
Ventidue semidei.
Una cura.
Il risveglio di un vecchio mostro.
Un nemico misterioso che trama per conquistare l’Olimpo.
Vuoi unirti a noi in quest’avventura?
[Storia scritta a 4 mani con Fiamma Erin Gaunt]
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Dei Minori, Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei
Note: What if? | Avvertimenti: Violenza
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Prologo

 

 

 

 

 

- C’è qualcosa che non va. –

Katherine alzò lo sguardo verso le nubi scure che coprivano il cielo e annunciavano un imminente temporale.

- È solo brutto tempo, niente di grave, Jace – disse, tornando a menare fendenti contro il fantoccio al centro dell’arena.

- Non è solo questo. È in arrivo una tempesta, una di quelle grosse – replicò il ragazzo, accigliato.

Come figlio di Zeus sapeva bene di cosa stava parlando e quello non era uno dei tanti temporali estivi che inondavano saltuariamente il campo Zodiaco.

- Oh, andiamo, solo perché tuo padre è di pessimo umore questo non significa che ci sia in arrivo una catastrofe o chissà che. Sono passati … quanti, vent’anni dall’ultima grande impresa? –

Jace scosse la testa, abbandonando la sua postazione d’allenamento e voltandosi verso l’istruttore che supervisionava il loro addestramento.

- Ehy, Jackson, tu che ne dici? –

Percy, distogliendo l’attenzione dal gruppo di figli di Apollo che centravano ripetutamente i bersagli con le loro frecce, si voltò verso di lui.

- Se stesse accadendo qualcosa Chirone lo saprebbe – si limitò a replicare, stringendosi nelle spalle e tornando al lavoro.

Katherine sorrise con l’aria di chi la sapeva lunga.

- Che ti dicevo, fulminato, sei solo tu che come al solito sei disfattista. –

Il figlio di Zeus annuì, per nulla convinto, tornando a giocherellare distrattamente con l’elsa della spada.

Gli sarebbe piaciuto parlare di questa sua sensazione con Jason Grace, l’ultimo dei suoi fratellastri ancora in circolazione, se si escludeva Talia, ma era in viaggio con sua moglie, Piper, e nessuno sapeva con certezza se e quando sarebbero tornati al Campo.

Magari era davvero solo paranoico, provò a convincersi, però c’era quella fastidiosa sensazione che ci fosse qualcosa che non andava che non voleva saperne di lasciarlo perdere.

Quando si trovò puntata contro la lama della spada di Katherine, si riscosse dai suoi pensieri.

- Sei distratto, Jace – sospirò l’amica, riponendo l’arma nel fodero e prendendolo per mano. Lo trascinò dietro di sé come se non pesasse nulla.

- Che stai facendo? –

- Ti porto da Chirone, così finalmente ti convincerai che è tutto okay – sbuffò.

Percorsero la strada che separava l’arena dall’ufficio centrale del direttore del Campo, tagliando per le Case.

La Casa Nove, quella del Sagittario dove alloggiavano i figli di Zeus, era la prima che incontrarono.

I battenti erano chiusi e il marmo che ne decorava l’accesso, solitamente candido con screziature dorate, sembrava essersi scurito improvvisamente come se un fulmine l’avesse colpito in pieno.

Jace si arrestò di botto, scambiando un’occhiata significativa con l’amica.

- Ok, questo è strano – ammise lei.

- Do un’occhiata. –

Si fece avanti, osservando le venature nerastre, e nel momento stesso in cui mise la mano sul battente un’onda d’urto lo respinse. Rotolò giù dal patio, tremante per la scossa appena ricevuta, ed esaminò con aria critica il palmo della mano. I figli di Zeus solitamente erano immuni dalla scossa, così come quelli di Poseidone potevano respirare sott’acqua e quelli di Ade non correvano il rischio di soffocare sottoterra.

- Ti ha elettrizzato? – chiese Kat, raggiungendolo e aiutandolo ad alzarsi.

- Sei ancora sicura che non ci sia nulla che non va? – domandò per tutta risposta.

La figlia di Ares arricciò appena il labbro inferiore, imbronciata, scostando una ciocca corvina da davanti agli occhi color ghiaccio. – D’accordo, è evidente che mi stavo sbagliando. Chirone saprà dirci di che si tratta. –

Poi, come se avesse visto un fantasma, sbiancò.

- Kat? – chiese, interrogativo.

Lo fissava come se ci fosse qualcosa di strano e inquietante in lui, ma non riusciva a immaginare di cosa potesse trattarsi.

- I tuoi occhi … -

- I miei occhi, cosa? –

- Sono diversi … dello stesso giallo pallido dei fulmini – concluse.

Gialli? Era impossibile. Jace sapeva bene che sotto le ciocche color dell’oro puro le sue iridi brillavano di un bel blu e che l’unica anomalia erano delle sottili screziature che dal grigio delle nubi sfumavano in azzurro e in qualche sporadico accenno d’oro.

Sbattè le palpebre, avvertendo una fastidiosa sensazione di bruciore che lo fece lacrimare. Gli sembrava di avere centinaia di piccoli aghi conficcati nelle pupille.

- Stanno tornando alla normalità … lentamente, ma il blu sta cominciando a rivedersi – gli annunciò, - Avanti, dobbiamo andare. –

- Andare dove, ragazzi? –

La voce pacata del centauro li colse di sorpresa, facendoli sobbalzare.

- Proprio da te, Chirone. Jace voleva dirti che … - cominciò Katherine, ma l’amico la interruppe, - Che c’è qualcosa che non va. –

Chirone fece scorrere i grandi e profondi occhi equini dal volto del ragazzo all’ingresso della Casa e sospirò. – Sapevo che prima o poi sarebbe successo, ma non immaginavo che fosse così presto. –

- Di che si tratta? –

- Jace, tuo padre … lui si sta spegnendo – disse, con pacata gentilezza.

- Il Divino Zeus sta morendo? – ripetè Katherine, incredula, - Ma è immortale, come può essere? –

- È uno scherzo. –

Doveva essere uno scherzo, non poteva essere altrimenti. Suo padre era il Re degli Dei, la divinità più forte che esistesse, ed era immortale come giustamente aveva fatto notare Katherine.

- Vorrei che lo fosse, Jace, e so che per te deve essere un duro colpo dopo quello che è successo a tua madre. –

- Tu non sa proprio un bel niente – lo bloccò, aspramente.

Non voleva sentirsi ripetere quanto tragica fosse stata la dipartita di sua madre, una delle migliori semidee che Chirone avesse mai avuto il privilegio d’incontrare, né nient’altro che riguardasse lui o la sua infanzia di merda.

- Come è successo? – intervenne Katherine, posando una mano sulla spalla dell’amico. Solitamente bastava questo a riportare in riga il figlio di Zeus, ma quel giorno la rabbia era troppa e dovette stringere con forza per indurlo a chiudere il becco.

- Riteniamo che sia stato avvelenato da una qualche sostanza che poco a poco sta dissolvendo il guscio d’immortalità che lo protegge. Gli Dei sono tutti al suo capezzale, Asclepio e Apollo stanno cercando in tutti i modi di trovare un modo  per ritardare l’azione del veleno. –

- E non c’è un antidoto? –

Lo sguardo del Centauro si fece immediatamente cupo. – C’è, ma al mondo esiste solo una pianta di mandragola ed è sorvegliata da Tifone. Gli Dei non osano correre il rischio di risvegliarlo, perché solo i fulmini di Zeus sono in grado di sconfiggerlo. –

- In altre parole sono troppo codardi per rischiare la loro pellaccia – concluse Jace.

Chirone annuì appena, incapace di negare l’evidenza dei fatti.

- Partirò io. Riesco a controllare i fulmini, posso affrontare Tifone. –

- Neppure tuo padre riuscì a sconfiggerlo da solo, ma ebbe bisogno del sostegno delle altre divinità. È una cosa troppo grande perché tu la possa affrontare da solo, Jace. –

- Quindi stai dicendo che dovrei semplicemente fare finta che tutto vada bene e aspettare che mio padre muoia? – lo aggredì.

Katherine trasalì, investita dalla carica d’elettricità che crepitava dalla pelle del semidio. Resosi conto di ciò che era successo, le rivolse uno di quegli sguardi che solo lei era in grado di decifrare. Era mortificato per averla ferita, ma la rabbia che lo divorava non gli permetteva di lasciar cadere la questione. E poteva capirlo. Probabilmente anche lei avrebbe reagito in quel modo se l’unico membro rimasto della sua famiglia fosse stato sul punto di morire.

- Sto dicendo -, replicò con una calma invidiabile, - Che per questa missione andrà organizzata una vera e propria squadra d’eroi. Chiunque abbia avvelenato Zeus avrà previsto che qualcuno sarebbe andato alla ricerca della mandragola e avrà sicuramente creato delle difese. Sentiamo cosa ne pensa il nostro Oracolo e reagiremo di conseguenza. –

- Non lasceremo morire tuo padre, Jace – assicurò Katherine.

- Quanto tempo abbiamo? – chiese, improvvisamente più tranquillo. L’idea che si potesse organizzare una vera e propria squadra di soccorso l’aveva in parte rasserenato.

- Difficile dirlo, tre o forse quattro settimane. Potrebbe essere anche un po’ di più, ma non ci giurerei. –

Un mese scarso.

Avevano meno di trenta giorni per salvarlo.

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve gente! Questa storia a OC è un prodotto delle menti malate della sottoscritta e di Fiamma Erin Gaunt. Speriamo che il prologo vi sia piaciuto e che vi abbia interessato, spingendovi a partecipare. Come potrete notare c’è qualche modifica rispetto al classico Campo Mezzosangue. Questo perché nel nostro What if il Campo è stato distrutto e ne è stato costruito uno sulla costa della California che si chiama Campo Zodiaco. Qui sotto trovate la corrispondenza tra Case e Divinità. Accettiamo due personaggi per Casa (quindi per genitore divino), ma i ragazzi e le ragazze devono essere in numero proporzionato. Il motivo dello Zodiaco verrà spiegato nei prossimi capitoli … non vi anticipiamo niente per evitare spoiler. Come sempre vige la regola del chi prima si prenota meglio alloggia, quindi vi invitiamo a dare un’occhiata alle recensioni prima della vostra per sapere quali genitori divini sono già stati occupati e quali no. Ah, dimenticavamo, le schede vanno esclusivamente inviate via messaggio privato, quelle lasciate in recensione non verranno prese in considerazione, entro e non oltre due giorni dalla richiesta del posto OC perché così possiamo organizzarci per aggiornare il prima possibile. Potete prendere massimo due OC a testa. Non accettiamo altri figli/figlie di Zeus.

 

Posti disponibili:

Casa 1 –  Ariete: Efesto (un posto per un ragazzo disponibile)

Casa 2 – Toro: Dioniso (un posto per un ragazzo disponibile)

 

Per un totale di 10 ragazze e 10 ragazzi.

 

La scheda è la seguente e vi preghiamo di seguirla. I campi con l’asterisco sono opzionali.

Nome:

Secondo nome*:

Cognome:

Sesso:

Età:

Orientamento sessuale:

Genitore divino e rapporti con lui/lei:

Aspetto fisico:

Carattere:

Famiglia non divina e rapporto con essa (giusto due righe)*:

Storia personale:

Arma (e nome se ce l’ha):

Poteri (ci raccomandiamo di non esagerare in questo campo):

Amicizie e/o relazioni con altri OC:

Fobie e/o paure:

Prestavolto*:

Curiosità*:






Vi aspettiamo numerosi.

Baci,

Eris& Fiamma

 

  
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