Chapter two


Dopo quell’incontro ero un po’ scossa ma non volevo turbarmi, non avevo la più pallida idea di chi fosse quel tizio eppure aveva un’aria così familiare. “Hey, finalmente! Ce l’hai fatta a tornare! Dov’eri finita?” Hikaru era preoccupata per me. “Sapevi che mi sarei fermata a fumare, non ho un’aspirapolvere al posto della bocca” – “Pff, dovrai imparare ad essere un po’ meno aggressiva!” Mi dà un colpetto sulla spalla. Non davo proprio conto a ciò che mi diceva o a ciò che mi succedeva intorno, nonostante l’ansia per il concerto non riuscivo a ragionare più di tanto, la mia mente era ancora bloccata a quel sorriso.

Mancavano poche ore all’inizio del concerto, fortunatamente eravamo quasi le prime ad entrare guadagnandoci così la prima fila sotto al palco.  Il Seoul World Cup Stadium era pieno zeppo di persone e tutti in coro cantavamo “War Of Hormone” in attesa dell’arrivo dei ragazzi.  Le luci si abbassarono, erano oramai le 22.03, quando improvvisamente la voce di Rap Monster risuonò in tutto lo stadio. “Noi siamo i Bangtan Boys e stasera divertitevi con noi!” Cominciammo ad urlare all’impazzata ma stranamente mi sembrava di sentire solo la voce stonata di Hikaru che urlava e allo stesso tempo piangeva di gioia. Ecco i ragazzi che corrono verso il centro del palco, parte la coreografia della intro e dopo questa aprono il concerto con “No More Dream”. Cazzo sono fantastici e così… dannatamente sexy!

Per tutto il concerto ho avuto modo di ascoltare maggiormente le urla di Hikaru. Finito il concerto l’ansia saliva di più per il backstage. Ero abbastanza tesa e pensavo solo a mantenere il mio autocontrollo. Era il nostro turno quando quel bestione di una guardia di sicurezza ci fa cenno che possiamo entrare. Si aprì la porta e la prima a precipitarsi dentro fu Hikaru che si gettò subito tra le braccia di Jimin, io timidamente abbassai la testa davanti lo sguardo degli altri che mi salutarono educatamente tranne uno che solo quando riuscii ad alzare lo sguardo mi accorsi che è V, l’unico dei sette a fissarmi in modo un po’ inquietante. Mi sentii un po’ a disagio fino a quando V si avvicinò e mi pose un accendino. Spostai più volte il mio sguardo dal suo volto alla sua mano ‘Cazzo però mi ha letto nel pensiero ci vorrebbe una sigaretta... ’ Mentre pensavo tra me e me mi accorsi che quell’accendino era il mio. Ma come...? “HEY! MA C-COSA?” Mi guardava come se fossi un enigma “Certo che sei esperta nel riconoscere le persone!” – “Uh! Sei il tizio incappucciato con le Ray-Ban !” Mi guardò in modo interrogativo e improvvisamente scoppiò in una risata, riflettei sulle cose che mi aveva detto, collegai all’incontro alla tabaccheria, e arrivai alla conclusione che il mio intuito non aveva sbagliato. 



Scusateci se questo capitolo risulta corto ma abbiamo avuto poco tempo per dedicarci a questa storia. Il prossimo sarà più lungo. XOXO. ~~