Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Papillon_    22/01/2015    4 recensioni
“Promettimi che qualunque cosa accada, Blaine, qualunque, un pezzetto del tuo cuore rimarrà comunque mio. Anche piccolo, anche insignificante; tu promettimi che lo lascerai per me. A me basterà. Sarà la cosa più bella del mondo, e potrò dire che mi hai amato. Senza paure e per sempre.”
“...Te lo prometto, Kurt.”
.
Blaine è convinto di aver perso Kurt per sempre e adesso è completamente solo, in un mondo fatto di paura e di virus e di morte. Ma un giorno ogni cosa cambia - e Blaine scoprirà l'importanza delle seconde opportunità, ed avrà l'occasione di ricominciare tutto da capo.
[Crossover Glee/In the flesh; Klaine AU]
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Epilogo

 

Non fu facile, naturalmente, permettere a Kurt di tornare umano. Tutte le battaglie in realtà erano appena cominciate, e il dolore che sia lui che Blaine avevano provato era solo l'inizio – ma si sforzarono di essere forti e, sempre tenendosi per mano, riuscirono in qualche modo a vincere tutto quello.

Attente analisi del sangue e del comportamento di Kurt portarono alla conclusione che sì, stava guarendo. Per qualche inspiegabile ragione il suo corpo stava lentamente tornando a funzionare come un tempo – sangue che scorreva nelle vene, stimoli e bisogni, desideri pulsanti e sensazioni vecchie che tornarono a galla e lo divorarono.

Rimase sotto osservazione mesi interi, dopo che i medici scoprirono quello che stava succedendo – e con calma, Kurt imparò ad essere di nuovo Kurt, sotto lo sguardo orgoglioso e innamorato di Blaine.

 

***

 

“Forse ce ne vuole un pochino sulle sopracciglia.”

“No, Kurt- niente trucco oggi.”

“Ma Blaine-”

“Sei bellissimo.”, sussurrò Blaine, afferrandolo per i fianchi e trascinandoselo vicino, abbassando il tono di voce. “Kurt, solo- sei bellissimo.”

E Kurt, straordinariamente arrossì. Un velo di rossore colorò le sue guance rotonde e i suoi occhi si abbassarono, facendo contorcere qualcosa nel petto di Blaine.

“Dio, guardati.”, soffiò piano. “Come i primi tempi.”

“E' tutta colpa tua, Blaine.”

Blaine rise e gli baciò le guance calde – sapevano di primavera, di leggerezza e di speranza, e naturalmente un po' di Kurt.

“Vedi, avevo ragione. Non hai bisogno del trucco.”, sussurrò, riferendosi al fatto che era arrossito. Kurt alzò gli occhi al cielo e poi si lasciò trascinare nello studio medico di Carole – per altre punture, forse, e controlli e medicine, ma in qualche modo aveva smesso di avere paura da tempo.

Non finchè aveva Blaine vicino.

 

***

 

C'erano giorni in cui i liquidi che iniettavano nelle vene di Kurt facevano così male da costringerlo a piegarsi – e incredibilmente, Blaine era lì, sempre lì vicino, pronto a stringerlo e ad accoglierlo, baciandogli la fronte e i capelli.

Altri giorni gli era concesso di uscire – e Blaine gli prendeva la mano e lo portava dove c'erano i giardini, al cospetto di un cielo azzurro pieno di nuvole, sdraiati sopra un prato soffice in cui c'erano mille fiori diversi.

Kurt appoggiava la testa sul suo stomaco in quei momenti, e si lasciava accarezzare i capelli.

“Stiamo bene, Kurt?”

Kurt si voltava e cercava le sue labbra quasi sempre, indugiando su quelle bolle morbide di cui ormai conosceva ogni piccola angolatura.

“Stiamo bene.”

Blaine gli scostava spesso i capelli dalla fronte, a quel punto – ma poi un giorno, Kurt gli disse qualcosa di diverso.

“Ci sei riuscito, sai.”

“Riuscito a fare cosa?”

Kurt sbattè appena le palpebre, accennando un sorriso.

“Ad amarmi, Blaine. Qualsiasi cosa sarebbe successa.”

 

***

 

Era primavera inoltrata, quando Carole abbracciò stretto Kurt e gli disse che le procedure erano quasi terminate – e Blaine poi se lo prese tutto per sé e lo tenne stretto per minuti interi, sussurrandogli parole dolci e di conforto.

“Kurt, se tu sei d'accordo, noi avremmo pensato ad una cosa.”

Kurt era ancora tra le braccia di Blaine, le mani incastrate dietro la sua schiena a lasciare disegni imprecisi e distratti.

“Se per te va bene vorremmo, ecco- il tuo aiuto per permettere anche agli altri di guarire.”, spiegò Carole, un dolce sorriso a increspargli il volto. “Pensiamo sia possibile.”

Kurt sorrise e si morse le labbra. Cercò il volto di Blaine – e lui era lì, sarebbe sempre stato lì, e Kurt vide che gli stava gridando Sarò sempre con te, qualsiasi cosa tu scelga di fare.

E alla fine, Kurt disse di sì.

Anche se non sarebbe stato facile, Kurt avrebbe aiutato i medici a permettere a tutti quelli che erano come lui di tornare umani.

 

***

 

“P-piano, amore.”, soffiò Blaine ansimando, accarezzandogli i capelli. “Fai piano.”

Kurt cercava di riprendere fiato sopra di lui – le labbra semi-aperte sul collo umido di Blaine, gli occhi stropicciati e nervi a fiori di pelle, i loro corpi intrecciati e Kurt che era praticamente sepolto dentro Blaine e non aveva alcuna intenzione di andarsene di lì perché oh dio, era passato così tanto tempo da quando non lo avevano fatto così, ma prima Kurt non poteva, ma adesso sì, ed era bello, bello bello bello essere dentro Blaine, assaporarlo, perdersi e ricominciare tutto da capo.

“N-non ricordavo più com'era, Blaine.”, soffiò Kurt, sbuffando una risata e tremando un pochino. “Dei Blaine- è stato fantastico.”

“L-lo so.”, gemette Blaine, baciandogli una guancia. “L'ho voluto così tanto- ne è valsa l'attesa, decisamente.”

Scoppiarono a ridere entrambi, poi Kurt si spostò per far scontrare dolcemente le loro labbra.

“Non litighiamo più.”, borbottò, e c'era una lacrima che imperlava le sue ciglia, che Blaine scacciò via distrattamente con la punta del pollice. “Ti prego- non litighiamo mai più-”

E Blaine sussurrò Va bene, va bene mai più sulle sue labbra, e c'era intensità e indugio e qualcosa che trascinava i cuori lontano – e nel giro di qualche minuto, Kurt si muoveva nuovamente dentro Blaine.

“Non ne avrò mai abbastanza.”, grugnì Kurt, colpendo più e più volte quel punto perfetto dentro Blaine. “Mai abbastanza di te-”

“Dio, mi riempi cosi bene, riempi la mia vita e il mio cuore e la mia pelle e il mio corpo-”

E poi ci furono solo gemiti e piccoli pezzetti di nome strascicati in quelle vecchie pareti, e nulla poteva sembrare più perfetto.

 

***

 

Litigarono molto spesso, in verità.

Litigarono tanto, per ogni minima cosa. Continuavano a sfidarsi e migliorarsi ed arrabbiarsi per le piccole cose – e poi Blaine alzava gli occhi al cielo e finiva per zittire Kurt con un bacio, e Kurt lo spingeva via e metteva il broncio, ma poi si lasciava stringere.

A volte era Blaine ad offendersi e non parlargli – e Kurt gli preparava la cioccolata e si sedeva vicino a lui sul divano.

“Blaaaine.”, mormorava Kurt, gli occhi bassi e le guance rosse. “L-lo sai che non volevo, dai. Bevi questa- l'ho fatta per te.”

E Blaine si malediva e poi sorridendo annullava la loro distanza e baciava Kurt – forte, riducendolo in pezzettini, avvolgendogli il volto con le mani bollenti – e molto spesso, la cioccolata veniva dimenticata e diventava fredda.

“Non ci riesco a restare arrabbiato con te.”, borbottava Blaine tra i suoi capelli, più tardi. E Kurt ridacchiava e si faceva ancora più piccolo contro il suo corpo – e il resto del mondo scivolava via, diventando insignificante.

 

***

 

Blaine era con Kurt, quando assistettero alla prima persona tornare a diventare umana.

Era una ragazza – e diceva che voleva tanto tornare umana per avere un altro bambino, perché la sua prima figlia a casa le diceva sempre che desiderava un fratellino.

Kurt un po' pianse quando vide gli occhi verdi della ragazza posarsi sul mondo – la consapevolezza di avere un cuore che batte, una vita preziosa tra le dita, e la possibilità di poter continuare a viverla.

Guardò Blaine e sorrise leggermente.

E pensò che era arrivato il momento.

 

***

 

Stava per arrivare l'estate – e Blaine era fuori, sulla piccola veranda, tutto rannicchiato mentre leggeva un libro di cucina. Kurt si morse le labbra e si mosse verso di lui, i passi cauti e precisi e un vago sorriso sulle labbra.

“Amore?”, lo chiamò, sentendo il cuore perdere qualche battito. “P-posso parlarti un attimo?”

Blaine abbandonò il libro e gli fece segno di sedersi con un gran sorriso – e sussultò appena quando le mani di Kurt avvolsero le sue. Kurt aveva le guance rosse e quel sorriso furbo, il sorriso da cose belle e segreti sussurrati.

“Voglio che allarghiamo questa famiglia, Blaine.”

Blaine aprì la bocca per dire qualcosa, gli occhi che si velavano immediatamente di lacrime.

“K-Kurt-”

“Ascolta, so che puoi pensare che sia una decisione irrazionale, o- o che lo faccia solo per rimediare. Però davvero, Blaine- tempo fa, quando ti ho detto di no, è perché avevo delle ragioni. E ho...ho sbagliato a metterti da parte, a non dirtelo fin da subito e a farti soffrire, e tutto quello che ti ho fatto mi ferisce ancora, ogni singolo giorno, Blaine.”, sussurrò, accarezzandogli piano i polsi. “Ma io credo- credo che siamo pronti, Blaine. Abbiamo superato così tanto dolore nelle nostre vite- mi piace pensare che siamo forti abbastanza da meritare qualcosa di bello, e...”, Kurt prese un bel respiro, allungando una mano sulla guancia di Blaine. “V-voglio un figlio con te. V-voglio che diventiamo genitori, Blaine, lo voglio con tutto il mio cuore, e so che tu sarai un padre meraviglioso e muoio dalla voglia di vederti con un bambino che gira per casa e-”

Blaine lo baciò.

Lo baciò – forte, imprimendosi sulla sua pelle.

E poi rimase fermo a fissarlo per qualche istante, i loro nasi a contatto.

“Sì.”, disse dopo qualche istante, muovendo appena le labbra. “S-solo, sì. Certo che voglio allargare questa famiglia.”

Kurt rise e al contempo un pochino pianse – e Blaine lo avvolse in un abbraccio caldo, quegli abbracci in cui Kurt scompariva e Blaine diventava abbastanza grande e abbastanza forte da inglobarlo.

“Grazie, Kurt.”

“P-per cosa?”

“Per tutto.”, sussurrò Blaine. “Principalmente per avermi fermato su quelle scale, credo.”

Kurt rise, una risata cristallina e pacifica – e Blaine avrebbe tanto voluto tornare da vecchio sé stesso e dirgli Guardaci adesso, perché davvero, finalmente era tutto a nell'esatto posto in cui doveva essere.

 

***

 

A Blaine tremavano un po' le mani – e Kurt fu costretto ad avvolgergli le braccia attorno al collo per farlo rilassare, perché davvero non sarebbero andati da nessuna parte se cominciava così.

“Ehi.”, sussurrò Kurt, sorridendogli appena. “Andrà tutto bene.”

Blaine si morse il labbro inferiore e trovò i suoi fianchi con le dita, distogliendo lo sguardo.

“E se non gli piacciamo?”

“Blaine- smettila di fare il pessimista.”

Blaine sbuffò e appoggiò la propria fronte a quella di Kurt.

“E' solo- non so se ne sono all'altezza.”, mormorò, il tono di voce basso, come se fosse un segreto e se ne vergognasse. “Di essere padre.”

“Blaine.”, sussurrò dolcemente Kurt. “Sei stato un fantastico ragazzo. Sei un marito perfetto. Non vedo perché tu non debba essere anche un buon padre.”

Blaine sbattè piano le palpebre. “N-non so? Tante piccole cose, temo. Ho tanti di quei difetti, e poi non ho avuto l'esempio migliore della storia. Non voglio commettere gli stessi errori che ha fatto il mio, di padre, Kurt.”

“Amore, tu sei così diverso da tuo padre.”, sussurrò piano Kurt. “N-non pensare questo nemmeno per un secondo.”

Blaine lo strinse un po' più forte.

“Ho paura di sbagliare.”

“Ne ho tantissima anche io, Blaine.”, disse Kurt, mordendosi le labbra. “Più di quanto immagini, e- e non saremo perfetti, nessuno lo è. Ma siamo dentro questo insieme, ed insieme troveremo il modo di farlo funzionare. Hai fatto battere il mio cuore di nuovo, Blaine. Puoi farcela ad essere padre, io lo so.”

Blaine rise piano e lo baciò, indugiando sulle labbra di Kurt e passandogli una mano tra i capelli. Poco più tardi, Brittany uscì dalla stanza di ospedale mano nella mano con un piccolo bambino – che si nascondeva dietro di lei, attaccandosi alla sua gonna.

“Gabriel-”, lo chiamò Brittany, ridendo e cercando di aiutarlo a farsi vedere. “Avanti, piccolo, qui nessuno vuole farti niente-”

“Mandali via.”, sbottò il bambino, facendosi piccolo piccolo contro Brittany. “N-non ci voglio parlare.”

A Kurt si strinse il cuore – ma sapeva di poter trovare quel tipo di resistenza, così fece un cenno a Brittany e provò a fare qualche passo in avanti.

“Ciao, Gabriel.”, sussurrò lievemente. “Io sono Kurt, e questo è Blaine, mio marito. Noi...noi vorremmo essere i tuoi papà.”

Gabriel sbucò fuori solo con la testa e scrutò entrambi – era un bambino così bello, le guance tonde e i riccioli neri morbidi sulla fronte e questi occhi blu, e a Kurt gli si strinse il cuore, perché era migliorato tantissimo da quando lo avevano visto in foto l'ultima volta. Sulle guance aveva molto meno fondotinta, e Brittany prima aveva assicurato loro che da un po' di tempo non indossava più le lenti a contatto.

“N-non ci credo.”, sbuffò lui. “Siete come tutti gli altri- vengono qui, e quando scoprono che sono un mostro non mi vogliono più.”

“Non sei un mostro, Gabriel.”, sussurrò Kurt, piegandosi per essere alla sua altezza. “E poi, Brittany mi ha detto che stai guarendo. Non devi nemmeno più metterti le lenti.”

“G-già.”, disse Gabriel, con una punta di orgoglio. Brittany gli accarezzò la testolina piena di ricci e si fece da parte.

“P-perchè volete diventare i miei papà?”

Kurt si voltò per guardare gli occhi di Blaine – e lui stava sorridendo, e Kurt non l'aveva mai amato così tanto.

“Sentiamo che ci manca qualcosa.”, ammise, sorridendo appena. “E vorremmo completare la nostra vita con il pezzo mancante, e- ci farebbe davvero piacere se quel piccolo pezzo fossi tu, Gabriel.”

“V-voi vi amate?”

“Certo.”, intervenne Blaine, facendosi più vicino a Kurt. “Ci amiamo moltissimo. Ci apparteniamo a vicenda.”

Gabriel gli scrutò con gli occhioni enormi.

“La mia vecchia famiglia non si voleva tanto bene. E quando h-hanno saputo che s-stavo bene e che potevano venire a prendermi, non hanno voluto.”

Blaine si inginocchiò accanto a Kurt e strinse forte la sua mano più vicina.

“N-noi non ti faremmo mai del male, piccolo.”, disse piano Kurt. “Ti terremmo al sicuro, e non ti abbandoneremmo mai, perché non si lascia mai andare qualcuno che ami.”

Blaine lo osservò per un attimo – e sorrise, eternamente grato ed orgoglioso.

“P-perchè?”, chiese il bambino, e sembrava un po' senza fiato. “P-perchè proprio io?”

“Perchè ero proprio come te, Gabriel.”, spiegò Kurt lentamente. “Anche io ero morto, e non mi batteva più il cuore, e credevo di essere sbagliato. Ma poi sono guarito, proprio come stai guarendo tu.”

Gabriel si morse il labbro inferiore.

“E- e come hai fatto?”

“Non ce l'avrei mai fatta da solo.”, mormorò Kurt. “La verità è che Blaine ha creduto in me, e non hai mai smesso di sperare, e di aggrapparsi a quello che avevamo. Non mi ha lasciato andare.”

Gabriel spalancò gli occhi.

“Vuoi dire che tu- tu non hai mai cercato di aggiustarlo?”

“Mai.”, sussurrò Blaine. “Non c'era niente da aggiustare, lui era sempre Kurt, il mio Kurt, e io...lo amavo. Lo avrei amato sempre. Non c'era alcuna differenza per me.”

“E non hai mai avuto paura?”

“L'ho avuta tantissime volte.”, ammise Blaine. “Avevo paura di perderlo, avevo paura che non mi credesse, e avevo paura di non dimostrargli abbastanza di voler restare. Non di lui. Mai di lui – lui non mi avrebbe mai fatto del male. E' il mio pezzo mancante, Gabriel. Quello che mi rende chi sono davvero.”

“C-credo di capirlo.”, sussurrò Gabriel. Giocherellò con le dita delle mani per un po'. “Q-quindi, se scelgo di venire con voi- non cercherete di aggiustarmi, vero?”

“Certo che no, piccolo.”, sussurrò Kurt. “Tu sei- perfetto, semplicemente perfetto così come sei, e noi- noi saremmo davvero le persone più felici del mondo se tu accettassi di venire.”

Gabriel guardò negli occhi di Kurt e Blaine – a fondo, proprio come se improvvisamente potesse gettarvisi dentro, e poi cercò il volto di Brittany.

“O-okay.”, borbottò veloce, mordendosi le labbra. “V-voglio andare con loro.”

Kurt si portò entrambe le mani alla bocca – e Blaine lo tenne stretto per un po', accarezzandogli i capelli e la schiena. Ben presto Gabriel andò a prendere le sue cose – un piccolo borsone e un peluche a forma di panda, e tornò saltellando, i riccioli che si muovevano insieme a lui.

Blaine afferrò il suo zaino e Kurt si abbassò per passargli una mano tra i ricci.

“Ciao.”, disse piano, gli occhi lucidi e le labbra tremolati. “I-io, uhm- so che forse non vuoi, ma vorrei tanto abbracciarti. Posso? Farò veloce, lo prometto.”

Gabriel fece un piccolo segno con il capo – e Kurt lo prese tra le braccia, stringendolo forte.

“Andrà tutto bene, piccolino. Andrà davvero tutto bene – ci siamo noi, adesso.”

Ben presto, Blaine avvolse tutti e tre con entrambe le braccia, dando a Kurt un bacio sulla tempia.

E oh sì, adesso era davvero, davvero tutto perfetto.

 

***

 

“No, Blaine! T-tu sei il genitore che si occupa degli insetti, io sono quello che prepara la cena e- e cuce i vestiti e va alle riunioni!”

“M-ma è un ragno, Kurt- io li odio, i ragni.”

“Io non lo prendo, Blaine. Quindi o ci trasferiamo, o trovi un modo per sbarazzarti di quella cosa pelosa!”

Gabriel arrivò in cucina con il suo panda di peluche ficcato sotto un braccio. Blaine era in piedi sulla tavola, mentre Kurt in piedi sul divano.

“Torna a dormire, piccolo. Ci dispiace di averti svegliato.”

“Oh, uhm- tanto stavo facendo un brutto sogno.”, borbottò Gabriel, stropicciandosi gli occhietti con i pugni chiusi. “Che succede?”

“C'è un ragno.”, gemette Blaine.

“Già- e tuo padre non vuole prenderlo perché ha paura.”

“Senti chi parla!”

Nel giro di qualche istante, Gabriel andò a prendere un fazzoletto e si occupò del ragno, lasciandolo fuori dalla porta, in modo che potesse scappare via.

Kurt si accasciò sul divano.

“Oh, beh- sei il nostro eroe, piccolino.”, disse ridacchiando. “Vieni qui.”

Gabriel si gettò sul divano e si lasciò cullare da Kurt – e ben presto vennero raggiunti anche da Blaine, che si guardava attorno come se quel ragno potesse tornare in casa da un momento all'altro.

“Mi dispiace che tu faccia ancora brutti sogni, tesoro.”, mormorò Kurt, baciandogli piano i ricci. “Vedrai che si sistemerà tutto.”

“Papà?”

“Mmmmh?”, risposero Kurt e Blaine all'unisono.

“Mi spiegate di nuovo la storia del mio secondo nome?”

“Oh.”, fece Kurt sorridendo. “Finn. Era il nome del mio fratellastro. Lui- era molto coraggioso, sai? Forse è per questo che lo sei tanto anche tu.”

“Era un ragno piccolissimo.”, borbottò Gabriel. “Non so davvero perché ne avevate così paura.”

Blaine e Kurt si guardarono – e naturalmente risero, sentendo il cuore perdere un battito. Gabriel sbadigliò vicino a loro.

“Uhm- credo che andrò a dormire.”, disse. Sia Kurt che Blaine gli diedero un bacio sulla guancia, e poi lo videro sgattaiolare nella sua piccola stanza.

“E' davvero molto più speciale di quanto pensa.”, sussurrò piano Kurt. Sentì un piccolo fruscio, e Blaine gli si stava facendo più vicino, cominciando a mordicchiare e leccare la pelle del suo collo.

“Spero che tu non abbia dimenticato cosa stavamo facendo prima che quel ragno saltasse fuori.”

Kurt gemette piano – un suono che Blaine ingoiò con un bacio languido, e ben presto Kurt scavalcò le sue ginocchia per mettersi interamente su di lui, le mani che cercavano fameliche i capelli e il petto.

“Uhm- vuoi farti perdonare per non avermi difeso da quel ragnetto microbico?”

“No, voglio solo fare l'amore con mio marito dopo due fottute settimane.”

Blaine gli mordicchiò il lobo, e Kurt si inarcò appena.

“B-Blaine- c'è stata la doccia di stamattina e- oh- m-mio dio s-sì proprio lì uhm- e qualche giorno fa prima di svegliarci e la sveltina mentre Gabriel era a chitarra- oh- le hai già dimenticate?”

“Mai.”, ansimò Blaine. “Ma- lentamente. Ho bisogno di farlo lentamente e sentirti e avere la sensazione che non te ne andrai mai. Dio, mi manchi.”

Kurt grugnì e lo baciò con forza, afferrando il suo volto con entrambe le mani – e ben presto sentirono una porta che si apriva e si chiudeva, e poi una voce piccola piccola chiamarli nel buio.

“Posso dormire nel lettone stanotte?”

Kurt quasi non scoppiò a ridere quando vide l'espressione completamente affranta sul viso di Blaine – gli diede un bacio lieve, e poi si alzò da divano.

“Certo, piccolo.”, gridò, ghignando subito dopo. “Io e papà arriviamo subito.”

Blaine alzò gli occhi al cielo, accettò la sua mano e si alzò, gettandogli le braccia al collo.

“Non pensare che sia finita qui.”, borbottò sorridendo. Andarono nella loro stanza da letto mano nella mano, Gabriel che era giù in mezzo con gli occhi chiusi e il volto rilassato.

Si misero ai lati del suo corpo, inglobando Gabriel al centro e allungando le mani per tenersi a vicenda, e ben presto formarono un groviglio di corpi. Gabriel aprì un singolo occhio e si rannicchiò meglio vicino al petto di Kurt afferrando la sua maglietta, mentre Blaine gli scostava i ricci dalla fronte e gli dava un bacio proprio lì.

Si sporse per rubargliene uno piccolo anche a Kurt.

“Ti amo.”, disse semplicemente, un scintillio negli occhi di pura e semplice emozione. Kurt gli sorrise e strinse più forte la sua mano.

“Ti amo anche io.”, disse di rimando. Poi chiusero gli occhi, e nel giro di qualche secondo si addormentarono – senza accorgersi che anche Gabriel stava sorridendo beato, in mezzo ai loro corpi.

 

***

 

Era arrivata la fine dell'estate, e ormai Gabriel era con loro da quasi un anno.

C'era il sole e il caldo sulla pelle e il mondo ai loro piedi – Kurt e Blaine avevano deciso di portare Gabriel al lago, quel giorno. Lo osservavano giocare da lontano sulle rive insieme a dei bambini – ed era completamente guarito, adesso. Tutto capelli impossibili da gestire e guance rosse.

Somiglia a te così tanto, Blaine.

Però ha i tuoi occhi, Kurt.

Kurt e Blaine si tenevano per mano – e a un certo punto, Blaine le sollevò insieme e baciò ogni nocca di Kurt, facendolo ridacchiare.

“Rifaresti tutto da capo, Blaine?”, chiese Kurt, gli occhi imperlati di lacrime. “Da quel giorno sulle scale della Dalton. Rifaresti tutto da capo?”

Blaine lo guardò di rimando – e non ci fu indugio nella sua risposta.

“Sì.”, sussurrò. “Rifarei ogni singola scelta.”

Si sporse per baciarlo – perché era impossibile non baciare Blaine dopo quelle confessioni, raccolse le sue labbra e ne assaporò il dolce sentore, sorridendo appena.

“Torniamo a New York, Blaine.”, disse a un certo punto, guardandolo negli occhi. “E' il nostro sogno, la nostra casa.”

Blaine si morse il labbro e gli accarezzò lievemente una guancia.

“Gabriel la amerà.”

“E finalmente sarà tutto apposto.”

Dei- non mi basta una vita per dirti abbastanza quanto sono innamorato di te, Kurt Hummel.”

Kurt sorrise. “Beh- prova a darmene un'idea.”

Un nuovo bacio, più lento questa volta, come una carezza senza tempo.

“Ti amo.”

Il cuore di Kurt precipitò come sempre – proprio come quella prima volta, al Lima Bean.

“Ti amo anch'io.”, soffiò infine. “Senza paure e per sempre.”

“Senza paure e per sempre.”, ripetè Blaine, come se dovessero imprimerselo sulla pelle.

E poi tornarono a guardare avanti, al futuro – perché finalmente ogni cosa del loro passato era archiviata, lasciata da parte, ed era decisamente tempo di essere felici, scappare, e non guardare mai indietro.

 

As if every lifetime

                you and I have lived,

                          and chosen to come back

                                            and find each other

                                                               and fall in love all over again,

                                                                                              over and over

                                                                                                          for all eternity.

 

Fine

.

 

 

 

 

 

.

 

 

 

 

 

 

.

Mi fa un certo effetto dire addio a questa storia, ma – ci siamo, ragazzi. E' finito anche questo piccolo viaggio.
Voglio ringraziare tutte tutte tutte le persone che lo hanno reso possibile – chi mi scriveva su facebook dandomi supporto, il gruppo Sevensome, chiunque abbia messo questa storia tra le seguite, preferite e ricordate, e chi ha trovato il tempo di venire a dirmi cosa ne pensava. Grazie davvero con ogni piccola fibra del mio cuoricino <3
E niente, so che non è stato facilissimo e che a volte avreste tanto voluto venire a cercarmi per darmi qualche pugno, ma – alla fine si è risolto tutto, perchè doveva andare così. Tra le altre cose è stato detto che il telefilm “In the flesh” non verrà rinnovato e mi si è spezzato il cuore – ma mi piace pensare che anche lì avrebbero trovato un modo per far guarire tutti quanti. Ecco, questo è un mio modo di dire addio a questo TF che mi ha dato tanto.
Un bacio e alla prossima, guys, per qualsiasi cosa mi trovate qui!
 
Je <3
 
A Jenny, anche se a volte mi odia, perché mi ha detto che questa è la sua long preferita. Solo, grazie <3
   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Papillon_