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Autore: TheAntlers    22/01/2015    1 recensioni
"Quindi... cosa dovrei fare, ora?" gli chiese, cambiando velocemente discorso e mostrandoli un sorriso soddisfatto, di ripicca.
Lui la imitò, salendo a cavallo, col volto abbassato, nascondendo un lieve sorriso.
"Perchè sorridi in quel modo, Winter?" parlò retoricamente, come sapesse già perfettamente il perché.
"Perchè, ho distrutto i tuoi piani, no? Non rimanendo qui con te, dopo quel che è successo", li sorrise a cattivo gioco.
Naoise ricambiò il sorriso, inclinando lievemente il capo. "Oh, mia cara Winter..." mormorò, sospirando. "Sta andando e andrà sempre tutto secondo i miei piani."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Stai temendo la persona sbagliata" interruppe il silenzio Naoise.

Winter lo guardò. Era evidente che tentare di cambiare discorso con lui fosse inutile ed inconcludente.

"Smettila" sibilò per stizzirlo, non sapendo cos'altro dire.

"No, smettila tu, piuttosto."

Lei corrugò la fronte.
"Io non sto dicendo niente" mormorò, guardandolo con aria confusa.

"Appunto. Parlami, dannazione! Smettila di nasconderti!" le alzò la voce, sbarrandole la strada, fermandosi tra la fitta vegetazione.

La ragazza lo guardò con aria frustata.

"Credi che continuare a non parlare con nessuno ti porterà a qualcosa?" le domandò, con lo stesso tono.

"No" rispose semplicemente, quasi canticchiando. Poi tirò la redine sinistra dell'andaluso, sorpassando il giovane cavallo nero che montava Naoise.

"No?!" ripeté furioso lui, non riuscendo o non volendo più darsi un contegno. "Come puoi essere così immatura e testarda?!"

Le sbarrò la strada, nuovamente.

Oh, ma basta!

"Io non sono immatura, ne testarda! Sono solo stanca! Mi sono ritrovata in un'altro mondo. In un altro mondo!" ripeté a se stessa, non riuscendo a trattenere una piccola risata ironica. "Circondata da... da... cosa siete? Stregoni? Magari fate? Ormai potrei aspettarmi di tutto. Pretendete che accetti tutto ciò... Come se fosse tutto normale! Pretendete che diventi la vostra... cosa?" sbottò, riducendo gli occhi a due fessure.

"Winter-"

"La vostra impavida arciera? O cos'altro? È abbastanza strano che non sia impazzita, caduta in paranoia. Pretendi anche di farmi la morale, ora?" continuò, stroncandolo.

Si rese conto solo allora che le bruciavano gli occhi. Ma non si sarebbe messa a piangere, non di nuovo. Si schiarì la voce, chiudendo gli occhi per cacciare via le lacrime; una volta riaperti, distolse lo sguardo dal volto impallidito di Naoise.

Non posso perdere le staffe, devo restare lucida.

"Winter..."
"Stai zitto" disse scandendo accuratamente le due parole, fulminandolo con lo sguardo. Poi chiuse gli occhi, cercando di evocare tutta la calma e la pazienza presente nel suo corpo. "Portami nel tuo maledettissimo villaggio... per favore", e pronunciò quest'ultime due parole quasi con tono supplicante.

Tornerò a casa, domani.

Il ragazzo la guardò attentamente, cercando di studiare una risposta. Ma sapeva che ogni sua parola l'avrebbe solo confusa di più, e non era ciò che voleva.

Si sentiva uno stupido, sottomesso da quella testarda e quasi arrogante ragazzina.

"In ogni caso, noi due saremo costretti tenere un discorso, presto o tardi."

***

Il silenzio sovrano fu interrotto dalla parlantina del popolo che si stanziava a pochi chilometri dai due.

Bambini, adulti, cavalli, zoccoli, abbai improvvisi, maniscalchi che lavoravano il ferro; diversi rumori invasero le orecchie dei due giovani.

"D'ora in poi, stai vicino a me" le ordinò, avvicinandosi al fianco del cavallo.

"Perché? È il tuo popolo, no?", avvicinò le sopracciglia.

"Ciò non toglie che possano esserci dei nemici tra i diversi cittadini" la informò, scrutando la folla, che non si era ancora accorta dell'arrivo del Principe.

Un ragazzo alto e muscoloso interruppe i pensieri di Winter.

"Principe" si inchinò, ai servizi di Naoise.

"Oris" lo salutò con un cenno del capo. "Porteresti questi due cavalli ad abbeverarsi?" chiese, scendendo dal cavallo nero, aspettando che Winter facesse lo stesso.

"Certo, ai vostri ordini!"

Naoise li accennò un sorriso di gratitudine, osservando la ragazza scendere dallo splendente Andaluso.

Intanto, alle porte della piccola città, diverse persone bisbigliavano tra loro.

"Il principe, il principe!" sentì esclamare sotto voce Winter, che si girò verso quei piccoli bisbigli.

Due donne se la diedero a gambe non appena lei sembrò condividere con loro uno sguardo privo di qualsiasi emozione.

Perchè sono scappate così?

Il Principe sembrava impaziente, ancora infastidito forse dalla piccola discussione avuta con la ragazza.

Aveva uno sguardo assente, ciò faceva intuire che stesse annegando tra i pensieri. La mascella tesa e gli occhi vigili, osservavano tutto tranne Winter, la quale lo seguiva attenta.

I suoi occhi volteggiavano alla ricerca di interessi, mentre Naoise pareva rivolgerle qualche sguardo, forse casuale, di tanto in tanto.

Il profumo di pane fu il primo odore che arrivò alla ragazza.

Diversi bambini erano fermi dinanzi un piccolo tavolino dove donne ponevano accuratamente del pane appena sfornato. Loro osservavano, con gli occhi ben aperti e lo sguardo fisso; la più piccolina, dai lunghi e biondi capelli boccolati, osservava quasi ipnotizzata il lavoro dei panettieri, accennando qualche piccolo e timido sorriso ai bambini accanto.

A Winter scappò un sorriso alla vista della piccola biondina, così innocente e dolce, con un sorriso angelico e magnetico.

"Principe."

Diversi uomini si erano fermati nel vedere il ragazzo, piegandosi in piccoli inchini.

La ragazza, invece, era ancora impegnata ad osservare la piccola dai capelli boccolati.

Quando l'ultima infornata di pane fu pronta, i bambini si allontanarono un poco, tranne la bambina bionda, che guardava con interesse. Una donna, portando un dito tra le labbra in segno di far silenzio, allungò un pezzo di pane alla piccola, guardandosi cautamente intorno.

La bambina allungò la mano, afferrando timidamente il piccolo pezzo di pane, che le doveva sembrare quasi uno squisito e succulente dolce. Sorrise, dondolandosi, mentre la donna ritirava via il braccio.

La bambina andò via, seguita dagli occhi attenti di Winter, che continuava a sorridere. Poi, dei bambini, forse li stessi di prima, si avvicinarono alla piccola e, senza quasi accorgersene, il pane nelle mani della bambina venne bruscamente tirato via. Lei parve piangere in un primo momento, ma restò solo ferma, osservandolo correrli via con il pane in mano.

Winter ne parve rimanere sconcertata, dalla vicenda.

Aprì leggermente la bocca ed aggottò le sopracciglia, osservando la scena con un filo di pena.

Naoise, al suo fianco, scattò a destra, fermando la corsa dei bambini, che lo guardarono con timore, riconoscendo in lui il Principe.

Erano tre. Piccoli, magri e veloci. Naoise allungò una mano, aprendola ed aspettando.
I tre si guardarono, poi uno di loro uscì il bottino, ponendolo lentamente e timorosamente sulla mano del Principe, deglutendo.

"Fermi" ordinò lui, scrutando dietro di loro. La bambina era ancora piazzata vicino al forno, osservando silenziosamente la scena. "Vieni, piccola" la invitò, facendole segno con la mano di avvicinarsi, mostrandole un sorriso. "Non aver paura."

Lei iniziò ad incamminarsi, visibilmente agitata.

"Tieni" disse lui, allungandole il suo pezzo di pane. La piccola sorrise, afferrandolo.

Oh, è così dolce!

Winter le mostrò un sorriso, non appena si girò verso di lei.

"Ora scusatevi" ordinò poi Naoise, guardando i tre con aria severa.

Questi abbassarono lo sguardo; poi, quasi canticchiando, chiesero scusa in coro, rivolgendo un piccolo sguardo alla bambina.
Lei, guardò il pezzo di pane sulle sue piccole mani, riflettendo; secondi dopo, decise di dividerlo in due piccoli pezzi, porgendone uno ai bambini, che lo accettarono con ritegno. Poi, il piccolo riccioluto che aveva afferrato il pane, si girò verso il Principe, con ancora una mano allungata, quasi stesse chiedendo un permesso.

"Andatevene, ora" disse in risposta lui, fulminandoli con lo sguardo.

I tre non se lo fecero ripetere due volte. Corsero a gambe elevate.

Winter guardò un'ultima volta la piccola bambina, che scattò a correre non appena una voce adulta la chiamò a casa.

Sorrise, poi si girò verso Naoise; la osservava, ma si girò altrove non appena i loro occhi si incrociarono.

"Che c'è?" chiese poi con un pizzico di fastidio Winter, non riuscendo più a sopportare l'indifferenza di lui verso i suoi confronti.

Il ragazzo le rivolse uno sguardo, inarcando un sopracciglio. "Niente, perchè?" parlò, con tono leggermente ironico.

Simpatico, lui.

"Non mi parli più" osservò la ragazza, cambiando visuale.

"Guarda, guarda! Ti da fastidio l'indifferenza! Beh, guarda caso, anche a me!" rispose, con aria irritata, gesticolando con le mani.

Winter sospirò pesantemente, stufa del suo comportamento. Si massaggiò le tempie, innervosita.
"Dovresti provare a metterti anche nei miei panni, sai" ammiccò lei, quasi sospirando, come se infondo non volesse farsi sentire.

"Ci sto provando."

"A me non pare" sibilò lei, dedicandoli un piccolo sguardo.

Naoise sbuffò.

"A proposito di 'mettersi nei panni altrui'..." parlò subito dopo, facendosi venire un'idea.

Abbassò lo sguardo, impegnato a calciate una piccola pietra accanto ai suoi stivali. "Ho visto che ti piacciono i bambini. O almeno, lo deduco da come sorridevi alla bambina di prima" continuò, alzando lo sguardo verso di lei.

Lei ricambiò, guardandolo con fare interrogativo. "Quindi?"

"Quindi, tutti i bambini che vedi e che hai visto, compresa la piccola biondina, moriranno, se il nostro tributo non si unirà a combattere con noi contro il popolo nemico. Mi chiedevo, se riuscissi a metterti nei panni delle madri che piangono i loro figli perduti" parlò quasi sfidandola.

  
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