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Autore: Ryoda_Oropa    25/11/2008    1 recensioni
Gli ainu, che un tempo abitavano insieme agli oni sullo stesso pianeta, sono stati esiliati al termine di una lunga guerra e costretti a vivere su un pianeta inospitale e privo di vita. Alla continua ricerca di fonti di energia pulita con lo scopo di rendere migliore la loro nuova dimora, questi esseri individuano in Lamù un ottima fonte e si preparano ad attaccare la Terra... ma non hanno fatto i conti con Ataru e soci! Secondo capitolo della trilogia "Dei e popoli dell'universo" e seconda fatica letteraria ad opera del duo di autori composto da Kitsune no Pao e Achille88!
Genere: Romantico, Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Benten, Kurama, Lamù, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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SALVATAGGIO IN EXTREMIS

All'interno dell'edifico, i pochi ainu rimasti monitoravano continuamente l'afflusso di elettricità fornito da Lamù. Durante i sette giorni in cui Ataru Moroboshi aveva fatto da detonatore per la bella aliena, gli accumulatori si erano quasi del tutto caricati; ma Lamù era sfinita: il corpo paurosamente dimagrito, il colorito pallido del suo volto, gli occhi scavati, erano sintomo di un eccessivo sfruttamento delle sue capacità.

Nemmeno Ataru stava meglio: i suoi aguzzini continuavano a fargli bere sakè e lo costringevano a danzare con le ballerine concedendogli pochissime ore di sonno e un pasto misero.

"Gli accumulatori sono quasi pieni!", esclamò uno degli ainu.

"Entro due giorni la carica sarà completa!", replicò un suo compagno. "Ma perchè non arriva alcun segnale dalla sezione eolica?".

"E' UNA CATASTROFE!", gridò uno degli esseri entrando nella stanza. "ALL'ESTERNO I NOSTRI COMPAGNI SONO STATI TUTTI SCONFITTI... COMPRESO IL CAPITANO!! E KURAMA E' FUGGITA CON GLI INVASORI!!".

Intanto dal monitor di sorveglianza giunse l'allarme: Ataru era crollato a terra e la ragazza aveva smesso di produrre elettricità.

"DANNAZIONE!!", gridò l'addetto alla produzione. "ANDATE A SVEGLIARE QUEL BUONO A NULLA!!".

 

Lamù, rinchiusa in quella campana di vetro spesso, ansimava pesantemente; il suo tesoruccio giaceva riverso a terra e lei non aveva neppure la forza di chiamarlo.

Due ainu entrarono nella grande stanza, fecero uscire le ballerine e cominciarono a scuotere il ragazzo.

"Non... toccatelo...", bisbigliò Lamù con un filo di voce.

"ALZATI, IDIOTA!", ordinò uno dei brutti esseri mentre il compagno assestava ad Ataru una possente pedata nello pancia.

"Ho detto... di lasciarlo... andare", ribadì la bella oni.

Dalla bocca di Ataru uscì un conato di vomito, ma il ragazzo rimase immobile a terra. A quella vista il respiro di Lamù accelerò notevolmente, sgranò gli occhi e si portò le mani fra i capelli.

"Vali meno di niente!", lo schernì uno dei due esseri mentre l'altro lo afferrò per i capelli, lo sollevò brutalmente e lo portò al cospetto della ragazza.

"Se non riprendi subito il tuo lavoro, butto questo rifiuto in uno dei pozzi di estrazione vuoti e lo lascerò a marcire!", ribadì l'ainu prima di scaraventare lontano Ataru come se fosse un sacco di patate.

 

Nella sala di comando i manometri presero ad oscillare, i monitor esplosero e le spie che segnalavano la carica degli accumulatori si illuminarono tutte all'istante prima di spegnersi all’unisono.

All'improvviso una forte esplosione squarciò il tetto dell'edificio ed un fulmine si arrampicò fino in cielo; dal lampo ebbe origine un possente drago, sulla cui testa stava seduta proprio Lamù... o ciò che restava di lei.

 

All'interno del piazzale, i ragazzi assistettero increduli alla scena. L'essere sulla testa dell'enorme drago somigliava alla loro amica, ma aveva corna più lunghe ed era composta unicamente da energia.

Benten cadde al suolo terrorizzata e con voce tremante disse: "Lamù... ti sei trasformata in una divinità!".

Tutti guardavano verso quell'immenso concentrato di pura energia e la dea prese a spiegare: "Dovete sapere che noi discendenti delle razze mitologiche abbiamo innati poteri. Lamù ha l'elettricità, Oyuki governa il ghiaccio, Kurama il vento e Ten il fuoco. Questi poteri hanno origine da alcune cellule speciali situate in minima quantità in ogni parte del nostro corpo; quando i poteri vengono usati senza criterio, le cellule cominciano a moltiplicarsi per far fronte alla crescente richiesta e soltanto durante il riposo le cellule calano di numero per tornare al numero iniziale e ristabilire così l'equilibrio.

"Ma che succede se si forza questa funzione naturale?", domandò Shinobu preoccupata, come tutti i suoi compagni, per le sorti di Lamù.

"L'essere mortale cessa di esistere e viene risucchiato nella purezza del suo elemento", rispose Benten. "A questo punto diventa una divinità in forma pura".

"Ma è terribile!", commentò sgomento Shutaro.

"Quando Lamù verrà assorbita dal drago sarà la fine. Avremo perso la nostra amica per sempre... ed il drago distruggerà ogni cosa finché un sigillo non lo rinchiuderà nella terra del riposo", concluse la dea della fortuna con le lacrime agli occhi.

"Benten... prega per me!", le disse ad un tratto Oropa. "KURAMA! Usa la tua arte del vento e lanciami lassù in modo che io possa raggiungere Lamù sulla testa del drago!". Prima di farsi catapultare in alto, il ragazzo prese fra le mani del grasso e lo spalmò sul corpo per proteggersi dalle scariche elettriche; quando ebbe finito, fece un cenno a Kurama e quest'ultima lo sollevò in aria grazie al suo speciale ventaglio a forma di foglia.

Il lancio fu semplicemente perfetto e Oropa atterrò sulla testa della possente creatura, proprio di fronte a Lamù.

Lo spettacolo che si presentò agli occhi del giovane spadaccino era terribile: il viso della bella oni era stravolto dalla trasformazione in corso; gli occhi erano ormai gemme oscure cariche di elettricità e la sua chioma fluente era agitata come il mare in tempesta.

Oropa la afferrò per le corna e cominciò disperatamente a tirarla e sé. Sembrò funzionare, ma improvvsamente il drago spalancò la bocca e ne uscì un ruggito che fece tremare la terra e l'aria.

Il ragazzo fissò negli occhi Lamù ed un lampo lo avvolse... Oropa venne scaraventato a terra e i suoi abiti erano quasi del tutto bruciati. Benten e gli altri corsero verso di lui, ma una luce abbagliante li accecò... un istante dopo, il suolo venne investito da una tempesta di fulmini.

Il boato che ne seguì risvegliò Ataru Moroboshi; si aggirò stravolto per le macerie dell'edificio e vide il possente drago con Lamù sulla sua testa. "Ora basta!", disse con le lacrime agli occhi.

Uscì da quel che restava dell'edificio e vide i suoi amici a terra circondati dai corpi dei nemici. "Ho degli amici davvero speciali", pensò il giovane Moroboshi. "Hanno affrontato tutto questo solo per farci riunire...". Poi alzò lo sguardo verso il drago.

Estrasse il nastro giallo, inspirò profondamente e gridò all'indirizzo dell'amata: "SEI UNA STUPIDA, LAMU'! HAI CONTINUATO AD EMETTERE ELETTRICITA' SOLO PERCHE' ERO UBRIACO E MI FACEVANO BALLARE CON DELLE RAGAZZE SEMINUDE! SCIOCCA!! ED HAI PERSINO RIFIUTATO IL CIBO! SEI UNA STUPIDA!".

Il drago, con un ruggito terrificante, si lanciò con la bocca spalancata verso Ataru. Lui restò fermo ad aspettare... all'ultimo istante si scansò e si aggrappò al muso del drago, scalandolo fino alla sommità dove si trovava Lamù ormai in procinto di unirsi al dragone.

Il giovane Moroboshi afferrò le corna della ragazza e le adornò con il nastro, gridando con tutto il fiato che gli era rimasto: "IO TI AMO, LAMU'!!".

Il drago si perse nel cielo plumbeo prima di esplodere in una miriade di scintille blu... Ataru si trovò a precipitare nel vuoto ed aspettò la fine rimanendo abbracciato alla sua amata.

 

"Perdonami per tutto il male che ti ho causato...", si disse il ragazzo mentre precipitava a grandissima velocità.

"Addio, tesoruccio adorato!", pensò la ragazza stringendo più che potè il corpo di Ataru mentre il suolo si avvicinava sempre più.

"NO... NON DEVE FINIRE COSI'!!", gridò disperato Ataru.

"E NON FINIRA' COSI'!!". Benten ed Oropa afferrarono al volo i due tirandoli a bordo della moto spaziale.

Lamù e Ataru gridarono di gioia all'unisono, e con loro Oropa, Benten e tutti gli altri amici rimasti a terra.

 

All'interno dell'astronave di Lamù in rotta verso la Terra, Kurama confidò ai presenti il perchè si trovasse sul pianeta degli ainu.

"Mi era stato promesso che in cambio dei miei servigi quei puzzolenti mostri mi avrebbero ricambiata con una notte insieme ad un uomo affascinante e intelligente di nome Ryoda", disse la principessa dei tengu prima di estrarre una fotografia e mostrarla a tutti.

La foto mostrava un ragazzo di età non superiore ai vent'anni coi corti capelli scuri curati come quelli di Shutaro, gli occhi verdi magnetici come quelli di Rei, il naso piccolo come quello di Ryuunosuke ed una bocca perfettamente proporzionata come quella di Tsubame. A rendere il suo volto ancor più carismatico e mascolino ci pensava una leggera velatura di barba.

All'interno della navicella tutti scoppiarono in grasse risate. "Ma è un fotomontaggio!", fece notare Benten.

"Che disgustoso tiro mancino!", sbottò Shutaro.

L'altezzoso ragazzo si avvicinò all'allibita e delusa Kurama pronto a consolarla in qualunque momento, ma Shinobu lo fece desistere dai suoi propositi bloccandogli la testa con la sua presa poderosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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