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Autore: fedetojen    23/01/2015    3 recensioni
[Healer]
Killian, una ragazza dalle mille passioni: ama la corea, la lingua, le usanze e da quando è entrata nel mondo dei k-drama, quelli sono diventati quasi la sua droga. Ma quando un incontro inaspettato viene a presentarsi, cosa cambierà nella vita della giovane Killian?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Angolo Scrittrice: ed eccoci con Wook-ssi :D un altro capitolo con dialoghi e foto! Spero vi piaccia buona lettura e aspetto vostre recensioni!
 
VI: Black Rose
 
"Ji Chang-Wook" grida una voce, riconoscendola come quella del regista. Si allontana da me, e il regista è di fronte a noi.

"Dobbiamo andare" dice verso Wook-ssi.

"Va bene" dice verso il regista.
Così io ho il tempo di uscire dal palazzo e andare a prendere un taxi, ma il ghiaccio a terra e la neve, che non avevo previsto, mi fanno cadere di sedere a terra.

"Ahi!" dico mentre cerco di alzarmi da terra, ma delle mani mi prendono e mi aiutano.

"Grazie" dico guardando Wook-ssi.

"Perché scappi sempre?" dice ridendo sotto i baffi.

"Ho da fare" dico mentendo, mentre mi pulisco dalla neve.

"Vuoi che ti accompagno?" mi chiede.

"No prendo un taxi. Non preoccuparti" dico facendo segno ad un taxi che si ferma davanti a me.

"Va bene. Ci vediamo" dice facendomi l'occhiolino.

Così prendo il taxi e filo via.
Tornai alla mia macchina e mi diressi a casa, cercando di capire cosa era successo qualche minuto fa.
Mentre guido penso, e grazie al clacson di una macchina, non mi vado a schiantare sull'altra corsia contro un camion.

Decido di pensare a ciò, quando sono a casa. Appena entro in casa, mi preparo una bella cioccolata calda e la bevo.
Wook-ssi ha sorpassato la linea che avevo prefissato nelle mie regole: amici.
Dopo averla sorpassata con il bacio, deve capire che non inizio una relazione per poi terminarla soffrendo.
Ho sofferto abbastanza per Hyun-Shik, non voglio un altro ragazzo coreano che spezzi ancora di più il mio cuore.
Se proprio deve, può farlo con qualcun'altra. In un batter d'occhio finisco la cioccolata, così lavo la tazza e mi metto a letto.
Amo riposare il pomeriggio, mi aiuta a studiare meglio. Mi sveglio e prendo il telefono. Le 19 in punto, ho dormito parecchio.
Vado in bagno a pettinarmi i capelli e qualcuno bussa alla porta. Guardo dallo spioncino e vedo un mazzo di rose rosse.

"Chi è?"

"Il fioraio." risponde la voce misteriosa.

"Avete sbagliato" dico per farlo andare via.

"Lei è la signora Killian giusto?"

"Sì"

"Allora sono per lei" sbuffo e apro al fioraio. Entra e poggia i fiori sul tavolino bianco della casa.
Appena si gira, noto che il finto fioraio è Wook-ssi.
Portava un giacchettino di pelle, maglia grigia da sotto e un pantalone di jeans con buchi e strappi.

"Fioraio eh? Cosa ti inventerai dopo?"

"Chi lo sa, forse esattore delle tasse?" dice divertito. Si avvicina a me molto pericolosamente.

"Che fai?" chiedo acida.

"Ti saluto" dice mettendo una mano sul mio collo. Indietreggio facendo staccare la sua mano dal mio collo.

"Basta anche un ciao" dico prendendo il vaso in vetro dal salone. Poggio il vaso nel lavabo e aspetto che si riempia di acqua, mentre faccio cadere le mia mano sinistra, sul fianco. Sento le sue dita della mano che scendono dal mio polso alla mia mano, e la stringono. Chiudo l'acqua e ritiro la mano dalla sua.

"Senti, questi gesti alla ‘Healer’, non funzionano" dico irritata, prendendo il mazzo di rose e mettendolo nel vaso.

"Che hai?" non lo guardo e sistemo i fiori vicino al televisore del salone sul mobile di legno.

"Non ho niente, solo che IO so riconoscere il momento in cui si deve finire di giocare" dico secca. Mi sta guardando confuso e si avvicina.

"Giocare? Ma di cosa... "

"Non fare quella faccia. Sei un attore, un uomo di teatro, so che sai recitare. E sai perfettamente, di cosa sto parlando" dico dirigendomi verso il frigo per vedere cosa mi potrei fare per cena. Mi chiude la porta del frigo in faccia e lo guardo arrabbiata.

"Guardami negli occhi e dimmi qual è il problema" dice quasi con rabbia.

"Il problema è che odio più di qualsiasi altra cosa al mondo, un uomo che gioca con i sentimenti di una donna" dico incrociando le braccia.

"Io non gioco con i sentimenti di nessuno!" dice gridando.

"Non gridare con me!" dico gridandolo anche io. Stiamo in silenzio per qualche minuto osservandoci a vicenda.

"Vai via" dico guardando altrove.

"No" lo guardo irritata, mentre mi osserva arrabbiato.

"Allora me ne vado io" dico andando verso la porta ma mi blocca afferrandomi per il braccio.

"Killian, il problema non è questo vero?"

"È uno dei tanti" dico guardando altrove. Mi tira e mi fa sedere sul divano e si siede affianco a me.

"Parla" mi dice lasciando la presa dal mio braccio.

"Perché mai dovrei? Non hai altro da fare il sabato sera? Magari uscire con qualche ragazza?" dico acida verso di lui.

"Smettila di costruire muri che tu, non riesci nemmeno a scavalcare" mi dice con voce seria.

"Perché t’interessi così tanto?" chiedo alzando la voce.

"Perché m’importa. M’importa di te"

"L'ultima persona che mi ha detto così, mi ha spezzato il cuore" dico alzandomi e avvicinandomi alla porta.

"Per favore vai via" dico aprendo la porta. Si alza e si avvicina alla porta. Mi guarda e se ne va. Chiudo con forza la porta, buttando con rabbia qualche pugno su di essa.

“Maledetti maschi!” dico gridando.

Cosa può fare compagnia a una ragazza afflitta da pene d'amore? Il vino.
Mi dirigo nel salotto, dove ho un piccolo scomparto con alcuni vini che mio padre, buongustaio, mi ha proposto.
Ne prendo uno a caso, e lo stappo. Prendo il bicchiere da vino e lo riempio. Il primo sorso è importante.

Buono, molto buono, non troppo forte né troppo leggero.
Inizio così a bere, senza rendermi conto che la vista è completamente annebbiata e ricordo solo poche cose.
Mi ricordo tanta neve, qualcuno che mi porta in braccio e poi nient'altro.

Mi sveglio a fatica, con le palpebre pesanti, ma mi guardo intorno e noto che non sono a casa mia.
Mi alzo dal letto guardandomi intorno e notando che tutti i mobili della stanza sono bianchi, di un bianco a dir poco splendente.
Così mi alzo e appena faccio i primi tre passi, un forte dolore alla testa mi ricorda della sera precedente.

"Devo essermi ubriacata per bene..." dico mentre mi dirigo fuori dalla stanza.

Mi guardo meglio in giro.
Ma ci sono già stata in questa casa, o sbaglio?
Guardo verso la cucina e vedo Wook-ssi con una tazza in mano e un giornale nell'altra.
Ma cosa... ? Si gira verso di me e mentre mi guarda, beve.

"Bentornata" mi dice ritornando a leggere il giornale.

"Tutto qui?" chiedo avvicinandomi al tavolo e sedendomi.

"Cosa volevi, una festa?" mi chiede divertito.

"Volevo delle spiegazioni… Perché sono a casa tua?" dico secca, verso di lui che alza lo sguardo e lascia il giornale e la tazza.

"Te le dirò a condizione che tu, rimanga qui a mangiare" mi dice in un sorriso.

"Non se ne parla proprio!" dico gridando. Fortunatamente quella discussione viene interrotta dal mio telefono che squilla.

"Pronto?"

"Signorina Killian, scusi per l'orario, volevo informarla che sabato prossimo, quindi tra una settimana esatta, ci sarà l'esame orale di
Letteratura"

"Va bene professore, la ringrazio per avermi avvisata" dico chiudendo la chiamata.

"Quindi rimani?"

"Maledetto" lo guardo storta.

"Lo prendo come un si. Ieri ti sei ubriaca pesantemente" dice ridendo.

"Ci sono tanti motivi per bene e poi era solo vino, non alcool" dico irritata.

"Ti ho trovata che vagavi per il parco di casa tua. Sembravi uno zombie" dice divertito.

"Ma perché non mi hai portato a casa mia?"

"Ho per caso le chiavi di casa tua?" metto le mani nella tasca del pantalone ed esco le chiavi.

"Era tanto difficile trovarle?" dico sventolandole in faccia sua.

"Non metto le mani su ragazze ubriache. Caso mai lo faccio quando sono coscienti" dice con un sorriso malizioso.

"Muoviti a cucinare, che ho fame" dico mettendo I gomiti sul tavolo e le mani sulle guance.

"Come vuoi" dice prendendo un mucchio d’ingredienti sul tavolo e iniziando a tagliare mettere in pentola.
Mi alzo dirigendomi verso la grande vetrata e osservo il paesaggio mozzafiato.

"Mi aiuti?" mi dirigo vicino a lui

"Gira la pancetta. La voglio bella croccante" dice dandomi il cucchiaio di legno e passandomelo.

"Attenzione a non bruciarti" mi dice mentre sto girando la pancetta.

"So cucinare, don't worry"

"Infatti stai bruciando la pancetta" si mette dietro di me e impugna da sopra la mia mano il cucchiaio di legno e gira velocemente la pancetta.

"Non la stavo bruciando"

"Certo che si" dice divertito. Spegne il fuoco e si gira continuando a tagliare le verdure.
Mi dirigo verso il salotto cercando il telecomando per il televisore.

“Cerchi il telecomando?”

“Ma no guarda, se no come la accendo la tv?” chiedo ironica.

“E’ li sopra” dice indicando con la mano il mobile dietro di me, che aveva tanti quadrati in legno e con al loro interno foto e oggetti vari.

“Dove potevi metterlo…Più in alto no eh?” dico mentre con la punta dei piedi cerco di prendere il telecomando.

“Meno male che si è cotto tutto” mi sento dire e girandomi, trovo davanti a me il petto di Wook-ssi, e il suo braccio sopra la mia testa che
prende il telecomando.

“L’ho messo lì perché io sono alto” dice ironico.

“Molto divertente” dico guardandolo con sguardo storto.

“Non fare così, sei più bella quando sorridi” mi dice dispiaciuto.

Mi sposto e gli passo affianco ma, mi fermo appena la sua mano stringe la mia.
Chiudo gli occhi per qualche secondo, mi giro e gentilmente gli levo la mano che stringe la mia.

“Ti ho detto che questi gesti alla ‘Healer’ non mi piacc-”

“Non sono alla ‘Healer’, sono alla Wook-ssi” mi dice guardandomi con il suo sguardo intenso, quasi troppo da farmi quasi dimenticare che siamo a casa sua. Il marrone scuro dei suoi occhi, stanno benissimo con il nero dei suoi capelli, facendomi quasi perdere nelle sue iridi color cioccolata. Subito ritorno sulla terra, e mi allontano da lui, ma vengo fermata dal suo abbraccio. Sento il suo respiro sul mio collo.

“Non negarti la felicità. Essere fragili, non è un reato” mi dice prima ti sciogliere l’abbraccio e dirigersi in cucina.

Rimango ferma a guardarlo, mentre prende due piatti, le posate e versa nei piatti ciò che ha appena cucinato.
Mi avvicino al tavolo sedendomi e, a sguardo basso iniziamo a mangiare.

“Non credevo sapessi cucinare così bene” dico guardandolo.
Mi stava guardando, mentre era seduto con le gambe accavallate e il cucchiaio in mano a mezz’aria.

“Se non fosse stata per la pancetta un po’ bruciata, sarebbe ancora meglio” sorrido e abbasso il capo.

“Finalmente ridi” lo guardo incrociando il suo sguardo felice e il suo sorriso illumina la stanza.

“Smettila di guardarmi così” dico imbarazzata continuando a mangiare.

“Così come? Ti guardo, come guardo chiunque altro” dice mangiando.

“Forse è così, forse no. Ma è più probabile che io, mi stia sbagliando” dico prendendo l’acqua e riempiendo il bicchiere.

“E se ti dicessi che non ti stai sbagliando?” mi chiede curioso.

“Be, se fosse così allora, dovrei andarmene subito” dico sorseggiando l’acqua.

“Perché dovresti?”

“Perché nessuno riuscirebbe a finire un puzzle se alcuni pezzi mancano, no?” dico bevendo.

“Quei pezzi si possono ricostruire”

“Sarebbe solo uno spreco di tempo” dico posando le posate nel piatto ormai vuoto.

“E chi lo ha detto?”

“Io” dico guardandolo con sguardo serio e quasi intimidatorio.

Mi alzo e poso i piatti e le posate nel lavabo.
Poggio le mani sul bordo in metallo del lavabo e faccio un bel respiro.

“Grazie del pranzo, ma è ora che vada a casa” dico voltandomi.

Wook-ssi ha finito di mangiare e mi guarda scuotendo la testa.
Si alza e si avvicina a me. Prende la mia mano ma io subito la ritiro.
Mi guarda con sguardo serio.

"Smettila di avere paura" mi dice secco. Mi riprende la mano e stavolta lo faccio fare, piano la appoggia al suo petto, in corrispondenza del cuore.

"Lo senti come batte? Sembra che stia facendo una corsa agonistica" dice con sarcasmo.

Sorrido e lo fa anche lui. Mi concentro sul suo battito e ha ragione, corre come un pazzo.
Lo guardo sorpresa e si avvicina a me lasciando la presa dalla mia mano.
Appoggio anche l'altra mano sul suo petto.

"Per favore" dico guardandolo nei suoi occhi marroni.

Scuote la testa e mi accarezza la guancia con delicatezza.
Non potevo lasciar correre, così subito mi levo e mi sposto andando verso la porta.

"Non te ne andare...." mi fermo e chiudo gli occhi.

"Ti ho già detto che non posso" dico guardando la porta davanti a me.

"Allora vai" mi dice mentre sento che apre il rubinetto e inizia a lavare i piatti.

"Mi spieghi perché fai così? Perché prima ti avvicini, superi il limite e poi ritorni indietro?" chiedo avvicinandomi e appoggiandomi al tavolo.

"Il limite quale sarebbe? Quelli di conoscenti o di amici?"

"Entrambi" dico incrociando le braccia.

"Un uomo se fa alcune cose e scelte, non le fa per puro capriccio, almeno io non sono quel tipo di uomo. Se decido di fare una cosa ci sarà sempre un motivo. Per cui ti chiedo, vuoi passare una giornata diversa, fra le mie braccia?" mi chiede fermandosi e guardandomi.

Lo guardo stupita, perché quella frase non me l'aspettavo.
Mi sposto nel salone camminando nervosamente intorno al tavolino posto al centro, di fronte al divano.

"Perché sei nervosa? Non ti ho chiesto di sposarmi" dice mettendosi davanti e bloccandomi il passaggio e fermandomi con la sua possente altezza e figura.

"Senti, alcune cose non devono essere dette in modo troppo diretto-"

"Non intendo fare sesso con te" dice
cambiando sguardo e diventando più pesante e guardandomi con troppa insistenza.

"Ecco, intendevo in questo modo. Meglio che vada" dico spostandomi ma prima di poterlo fare mi abbraccia, quasi a bloccarmi ma non è una presa forte.

"Fra le mie braccia intendevo questo" mi dice all'orecchio.

"Stare seduti sul divano al caldo e abbracciarti, niente di più" mi dice lasciando la presa e dirigendosi verso la cucina.
Continua a lavare i piatti e qualcosa mi dice di andare da lui e abbracciarlo.

Appena sono dietro di lui, piano metto le mani intorno ai suoi fianchi e unisco le mani all'altezza degli addominali e lentamente appoggio la testa alla sua spalla. Per qualche secondo si ferma per poi ritornare a lavare i piatti.
L'acqua smette di scorrere e sento le sue mani che dividono la presa delle mie sul suo corpo.
Si gira e mi guarda, mi prende la mano e ci sediamo sul divano, uno di fianco all'altro.

Ma appena mi siedo, vengo presa dalle sue braccia e vengo stretta. Il suo corpo più forte e più caldo del mio, quasi mi culla.
Accende la tv ad un canale qualsiasi e rimaniamo così, abbracciati a guardare la tv. Poco dopo sento gli occhi pesanti e mi addormento.
Mi sento al caldo e al sicuro. Non so che ore siano, ma sento ancora intorno al mio corpo le braccia di Wook-ssi.
Apro piano gli occhi e noto che sopra di noi c'è una coperta.
Appena alzo lo sguardo, vedo il collo di Wook-ssi e il suo volto che guarda la tv.
Rimango così a guardarlo, e appena si gira a guardarmi abbasso la testa e quasi mi copro sotto la coperta.

"Ti piace proprio dormire" mi dice divertito. Annuisco e posa la sua mano sopra la coperta e quindi vicino al mio viso.

"Hai fame?" alzo la testa e lo guardo. È sorridente.

"Che ore sono?"

"Quasi le sette"

"Come?!? Devo andare a lavoro!" dico sottraendomi alla presa di Wook-ssi e alzandomi.

"Ti accompagno" mi dice alzandosi.

"Non c'è bisogno. È qui vicino tanto" dico prendendo il cappotto dall'appendiabito.

"Fa freddo e non si sa mai cosa può
succedere" mi dice infilandosi il cappotto e prendendo le chiavi della macchina, usciamo da casa.

"Dov'è il posto in cui lavori?"

"A qualche isolato più avanti, è un bar/pasticceria" dico infilandomi la cintura.

"Forse ho capito qual è" dice partendo.

"È questo?" Mi sporgo per leggere il nome.

"Black Rose. Proprio lui" dico slacciando la cintura e uscendo. Noto che anche lui mi segue.

"Sono un cliente abituale. Cosa guardi?" mi chiede seguendomi mentre entriamo nel bar, che ci accoglie con il giusto calore di cui ne avevamo bisogno.


Wook-ssi appena arriva la sera a casa di Killian

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