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Autore: Perla Bane    23/01/2015    2 recensioni
Hazel Grace innamoratissima e sana da sempre, dovrà affrontare il cancro che rischia di uccidere il suo amato fidanzato Gus.
Una storia d'amore e di coraggio.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Augustus 'Gus' Waters, Hazel Grace Lancaster, Isaac, Sorpresa, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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AUGUSTUS

 

Parcheggio la jeep nel posto riservato ai disabili. Il reparto oncologico del Memorial St.Vincent Indianapolis Hospital è il migliore.

Sono le quattro e mezza del pomeriggio e il sole splende ancora. L'estate è in assoluto la mia stagione preferita. Peccato per le circostanze, se fossi sano saremo a mollo nella jacuzzi a quest'ora...

Come da promessa ho indossato i pantaloncini corti. Il titanio della protesi scintilla alla luce del sole catturando gli sguardi di tutte le persone che incontriamo sul vialetto. Hazel mi stringe forte la mano e si accoccola alla mia spalla. Indossa un delizioso abitino rosso... molto corto.

È bella da togliere il fiato, le sorrido e ci avviamo verso l'entrata dell'ospedale.

Un grande giardino ricco di alberi, cespugli di more e aiuole fiorite circondano l'intero ospedale. Mentre il viale d'entrata è costeggiato da aceri giapponesi rossi.

Se non fosse un posto dove si muore, la considererei una passeggiata romantica.

Sulla sinistra intravedo il parco giochi dove io e Caroline Mathers ci passavamo molto tempo durante la mia convalescenza dopo l'amputazione e nel corso della sua malattia.

Mi chiedo cosa sarà di me ed Hazel quando la malattia mi avrà demolito corpo e mente.

Diventerò anch'io come Caroline? Il colpo di Hulk si impadronirà di me rovinando la nostra relazione?

“A cosa pensi?” Hazel mi osserva preoccupata inclinando la testa di lato “Sembri... triste.”

Le accarezzo la guancia e sorrido, è più nervosa lei di me.

Si mordicchia la guancia e guarda in sottecchi la porta d'ingresso dell'ospedale.

Non è preoccupata solo per me, un altro pensiero l'innervosisce. Sua madre lavora qui.

È primario del reparto di cardiochirurgia e membro onorario del consiglio... e non è favorevole al nostro rapporto.

Sperava che Hazel entrasse a far parte delle cheerleader e si mettesse con il capitano della squadra di basket... insomma, non ha fatto nulla di quello che sperasse.

Hazel odia il frastuono e si è trovata un ragazzo zoppo che non avrà mai una carriera sportiva.

In conclusione: sua madre mi odia.

Le passo il braccio attorno al collo e le bacio i capelli setosi inspirandone il profumo.

Meglio cambiare discorso.

La trascino su una panchina ai margini del vialetto e la faccio sedere mie gambe. Mi passa una mano tra i capelli e mi solleva il viso.

Lentamente si china sopra di lasciandomi un bacio capace di riempirmi il cuore di gioia.

Sono qui per restare.

In un attimo le porto le braccia attorno ai fianchi e la stringo a me, ho bisogno di averla accanto. Riesce a trasmettermi sicurezza e felicità.

La amo.

Non ci curiamo delle persone che ci circondano, Hazel mi passa la lingua sul labbro inferiore ed un brivido di eccitazione mi fa perdere il controllo.

Apro subito la bocca ed unisco la lingua alla sua. Adoro quando ci baciamo così, in momenti come questi è come se il mondo circostante svanisse.

La stringo forte annullando completamente lo spazio che ci separa, siamo una cosa sola.

Hazel si stacca dalle mie labbra lasciandomi insoddisfatto.

Ritorno alla realtà in un attimo, la nostra bolla è scoppiata.

La mia fidanzata si guarda attorno preoccupata, anche così è incantevole. Le labbra gonfie e rosse, il respiro leggermente affannoso... una gioia per gli occhi “Non so come farò a guardare tua madre negli occhi dopo questo pomeriggio, manca solo che ci becchi a pomiciare sulla panchina.” scuote la testa arrossendo ancora di più.

Allude al sesso in presenza di mia madre.

Ridacchio accarezzandole la gamba “Cucirà qualche cuscino a riguardo, magari una frase del tipo -L'amore è la miglior medicina-.

Finalmente si rilassa, intreccia le dita con le mie e sospira “E' stato imbarazzante, mi ha sentita raggiungere l'orgasmo Gus, mi succhiavi una tetta e...oddio!”

Rido ancora sfiorandole i capelli, la treccia le pende sulla spalla “Secondo me è solo orgogliosa di suo figlio. Non è da tutti far impazzire così una ragazza.” dico pavoneggiandomi.

Mi regala un sorriso meraviglioso. Quando sorride così sulla guancia si crea una fossetta deliziosa da baciare. Ride sistemandosi i capelli “Mooolto orgogliosa, sei fantastico.”

Le faccio l'occhiolino, Hazel è in grado di farmi sentire vivo, è capace di farmi dimenticare tutto, cancro compreso.

“Ti amo Hazel Grace, okay?” le sussurro prima di baciarla.

“Okay.” mi risponde con un soffio.

Ci schiodiamo dalla panchina e ci avviamo verso il reparto di pediatria.

La guerra continua.

 

***

 

“Sei affaticato?” la dottoressa Maria continua a palpeggiarmi l'addome facendomi irrigidire dal dolore.

Maledetto cancro.

Sono steso sul lettino della diagnosi. Lo studio della dottoressa è ben illuminato.

Mia madre sbuffa soffocando una risata “E' pieno di energie.” dice alludendo alla mia ginnastica con Hazel.

Il medico sorride tristemente “Inizierai a sentire la stanchezza dopo la terza infusione.”

La gioia mi muore nel cuore e stringo le palpebre, non farò che dormire... cosa farà Hazel?

“Pronto per la biopsia?” la voce della dottoressa mi riporta alla dura realtà.

“Può entrare Hazel con me?” chiedo velocemente.

Mia madre si irrigidisce, forse voleva entrare lei.

“No Augustus, può stare con te prima e dopo, ma non durante. L'esame durerà circa 20 minuti, avvertirai una pressione e un po' di dolore, ma il dottor Callif è davvero bravo.” Mrs Maria sorride dolcemente “Dovrai stare qui almeno per quattro ore dopo l'intervento, monitoreremo i tuoi parametri. Non vogliamo complicazioni. Dopo non potrai guidare.”

Annuisco, volevo passare una serata tranquilla a guardare un film con Hazel, sul letto della mia camera, a farci le coccole... e invece dovrà anche portarmi a casa.

La dottoressa ricomincia a parlare “Visto che sei qui ti faremo noi la seconda infusione di chemioterapia, se vuoi potrai passare qui la notte...”

Spalanco gli occhi scuotendo la testa “No!” dico interrompendola “Voglio andare a casa mia.” Non ho intenzione di far passare la nottata ai miei genitori ed ad Hazel su una poltrona. Non è giusto.

La dottoressa annuisce “Va bene, allora iniziamo. L'infermiera Elena ti accompagnerà nella stanza e ti farà un'esame del sangue. Hazel potrà venire con te. Io e i tuoi genitori vi raggiungeremo tra poco.”

Annuisco e bacio sulla testa mia madre. Saluto tutti ed esco dallo studio preceduto dall'infermiera.

 

 

***

 

Entriamo nella stanzetta numero 12 del reparto di day hospital preceduti da Elena detta la puntaspilli.

Abbraccio Hazel sfiorandole i fianchi per farle coraggio. Percepisco la sua tensione, ha paura per me, per noi.

Le vetrate della stanza sono tutte colorate, la luce che entra crea un arcobaleno sul pavimento. Un letto lungo e sottile domina il centro della stanza, due poltrone azzurre e blu in pelle fiancheggiano la parete con il kit del primo soccorso. I muri sono tappezzati di dipinti colorati e divertenti. Occhette, orsetti ed elefantini volanti che giocano dovrebbero ravvivare l'ambiente... ma servono a poco. L'ospedale fa schifo.

“Deve spogliarsi e mettersi questi.” Elena mi porge dei pantaloni fatti di carta asettica “Niente biancheria, se vuole l'aiuto. La sua ragazza può aspettare fuori.”

Hazel caccia una risata acuta alzando gli occhi al cielo, è più che nervosa “L'aiuto io, grazie. Non è la prima volta che lo vedo nudo e non sarà neanche l'ultima.” dice piccata stringendo le labbra.

Dio, quanto amo questa creatura! Sfacciata e diretta!

Io me la rido di gusto mentre l'infermiera rimane spiazzata “Ma certo, vado a prendere il materiale per il prelievo, arrivo tra cinque minuti.” mormora.

Appena esce, Hazel scuote la testa e si avvicina regalandomi l'ennesimo bacio “Ti amo e ora ti spoglio.” mi dice maliziosa.

Ecco come cerca di rilassare i nervi. Sdrammatizza la situazione mettendo del peperoncino in momenti in cui non centra nulla.

Espiro tra i denti, mi piace il tono da gattina che usa “Non eccitarmi Hazel, questi micro pantaloni di carta non contengono tutto, sarebbe imbarazzante.”

Ridacchia dolcemente allungando le mai sul bordo dei miei pantaloncini “Più imbarazzante di quello che è successo oggi con tua madre? Ne dubito...”

Ghigno ancora, sarà una cosa da raccontare ai nostri figli... spero.

Le affondo le mani nei capelli impadronendomi della sua bocca “Potremmo inventarci qualcosa.”

Ha un profumo delizioso.

IO. AMO. QUESTA. RAGAZZA.

Annuisce e mi cala i pantaloncini mordicchiandomi un labbro, ma la blocco immediatamente “No, aspetta amore, davvero.”

Sono già eccitato!

Faccio un respiro profondo e cerco di tranquillizzarmi. Mi tolgo la protesi e gliela porgo, siamo così in sintonia, non le ha mai dato fastidio il mio moncone.

È una ragazza dolcissima.

Ridacchia e si volta prendendo i pantaloni. Si china sulle ginocchia per aiutarmi a sfilare i boxer e i pantaloncini corti e mi infila quelli dell'ospedale.

Mi ammira dal basso all'alto e sospira passandosi la lingua sul labbro inferiore “Sei molto bello Augustus Waters.” dice alzandosi in piedi.

Sorrido e mi esibisco in uno streaptease improvvisato sfilando lentamente la maglietta.

Hazel arrossisce e si copre la bocca con le mani. Spalanca gli occhi meravigliata e ride per la sorpresa. Le lancio la maglietta e subito l'afferra al volo ridacchiando ancora “Oddio Gus! Devi rifarlo a casa!” alza la voce emozionata “Sei fantastico!”

Le regalo il mio miglior sorriso sbilenco “Okay.”

Mi siedo sul lettino e la trascino tra le mie braccia. Il momento di scherzare è finito “Grazie d'essere qui.” le dico intrecciando la mano alla sua.

Le accarezzo l'anulare della mano sinistra, non vedo l'ora di infilarle l'anello che le ho regalato.

Una semplice fedina in oro bianco e rosa con incisa la nostra promessa.

L'okay che ci accompagna fin dal primo bacio.

Hazel appoggia la fronte sulla mia e sospira affranta “Gus, mi dispiace che tu sia malato, io... io voglio stare con te.”

“Okay.” le rispondo semplicemente.

Mi ama e vuole stare con me anche se sono in ospedale.

La porta si apre ed Elena entra con gli strumenti di tortura.

Hazel fa una smorfia e mi prende per mano, odia gli aghi.

L'infermiera inizia il suo lavoro sotto gli occhi attenti della mia fidanzata. Le accarezzo i capelli senza dare la minima attenzione alla puntaspilli. Mi attorciglio un ciuffo dorato attorno alle dita beandomi della morbidezza. L'amore è davvero il miglior antidolorifico, stare qui con Hazel mi fa pensare ad altro.

Il suo profumo, le sue calde manine sui miei addominali, i suoi occhi attenti che mi regalano splendide emozioni. Ogni tanto mi lancia delle occhiatine per controllare se mi sta facendo male, penso che sarebbe capace di urlarle contro. Il solito dolce caratterino della mia splendida fidanzata, ogni tanto si trasforma in un lupo famelico degno di sua madre.

Guai chi osa dire qualcosa di male su di me.

La porta della stanza si apre riversando all'interno due medici e due genitori.

Elena finisce e si dilegua velocemente fuori dalla stanza.

I miei genitori si avvicinano velocemente alla mia sinistra, mia madre mi stringe una spalla per farmi capire che lei ci sarà sempre per me.

Le sorrido per ringraziarla.

Ho qui la mia famiglia che mi ama più di ogni altra cosa, la mia fidanzata che ha trovato la felicità da quando mi ha incontrato.

Sono qui per restare.

La dottoressa Maria sorride e me e poi ad Hazel “Hazel Grace, è un piacere conoscerti, sono la dottoressa Maria. Ho sentito parlare così tanto di te, è come se ti conoscessi da sempre.” dice stringendo la mano della mia ragazza che arrossisce vistosamente.

Com'è dolce!

Poi si rivolge verso di me facendomi l'occhiolino “E' davvero molto carina.” sussurra.

Lo so. Accarezzo il fianco di Hazel e sorrido felice.

“Ora però dovrà uscire. Questo è il dottor Callif che effettuerà la biopsia.” continua la dottoressa.

Il nuovo medico sfoggia un sorriso bianchissimo sotto i baffoni neri. È di origini indiane ed indossa degli occhiali decorati da palloncini.

Si vede che ha scelto questa specializzazione perchè ama i bambini.

Hazel mi prende per mano accennando un sorriso “A dopo.” sussurra.

Restiamo così, in silenzio a guardarci negli occhi finchè non si china sopra di me e mi bacia dolcemente sulle labbra. Un bacio casto in grado di trasmettere tutto l'amore che proviamo l'uno per l'altra.

“Okay.” mi sussurra prima di allontanarsi.

“Okay.” le rispondo.

“Bene, stai tranquillo, ad Hazel penserò io,” mia padre la prende a braccetto “andremo a prendere qualcosa da bere, la dottoressa ha detto che tua madre può restare dentro con te.”

Ah, preferivo Hazel...

Waters Senior esce con la mia ragazza e la porta si chiude.

Mia madre si siede accanto a me e sorride “Sei sempre il mio bambino, ricordi?” bisbiglia mentre il dottor Callif mi disinfetta l'addome.

Le prendo la mano annuendo “Sì mamma, sono contento che tu sia qui, grazie.”

Mi regala un dolcissimo sorriso pieno d'amore “Non sono ancora pronta ad essere sostituita, mi dispiace. Neanche quando andrai con lei all'università. E neanche quando la sposerai ne sarò pronta. Mettiti il cuore in pace.” dice seria.

L'abbraccio “Sarai sempre la prima donna del mio cuore mamma, sempre.”

Una lacrima le riga il viso e annuisce.

“Bene, iniziamo Augustus, cerca di pensare a qualcosa di piacevole.” il dottor Callif si siede accanto a me.

Inizia la tortura.

 

***

 

Dolore, dolore... dolore. Mi manca il respiro.

“Cos'è successo?!” la voce stridula di mia madre mi arriva alle orecchie ovattata.

Mi sembra d'essere avvolto dalle nuvole...

Serro con forza i denti fino a sentire la mandibola scricchiolare, è l'unico modo per non urlare.

Dio, che male!

“Merda!” il dottore impreca alzandosi di scatto e premendo il pulsante del codice rosso “Chiamate immediatamente cardiologia!” grida al alta voce nell'interfono.

CARDIOLOGIA???

Sento il cuore battere velocissimo, sembra quello di un uccellino.

Ho le mani gelate, non sento più le gambe.

L'aria, mi manca l'aria!

Mi sento la testa leggera.

Non riesco a riempire i polmoni d'aria. Ne entra troppo poca...

Sento le urla terrorizzate di mia madre in lontananza, la porta dell'ambulatorio si spalanca e un fiume di medici ed infermieri si riversa al suo interno, ma a me non interessano loro.

Il lettino si abbassa, mi fanno indossare una mascherina, ma è tutto inutile.

L'aria non è abbastanza.

Inizio ad agitarmi, è come se un elefante si fosse seduto sul mio torace.

No, non va bene!

Ho bisogno di vederla, poi mi riuscirò a tranquillizzare, poi tutto andrà bene.

Tutto si risolverà.

La dottoressa Maria mi punta una luce negli occhi, ma non le do importanza.

Entra amore mio, ho bisogno di te.

Due infermieri si piazzano davanti alla porta, ma non riescono a trattenerla.

Crea una breccia nel blocco ed entra, non la fermerebbe neanche un carro armato.

Finalmente.

Bianca come un cencio, il mio grande amore si porta le manine alla boccuccia dolce e scuote la testa terrorizzata.

No amore, non preoccuparti per me. Sto bene. Ora andrà bene. Siamo assieme.

Una lacrima le riga il viso e un singhiozzo la percuote.

No, non soffrire. Ti amo.

“Hazel” biascico, poi più nulla.











Chiedo scusa per aver pubblicato e poi eliminato il capitolo, ma non mi convinceva.
Grazie della pazienza, fatemi sapre cosa ne pensate.
Un bacio a tutte, i vostri pareri sono davvero importanti.
A presto, kisss
Pi

 

   
 
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